Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4470 del 12 marzo 2025 - Resoconto

OGGETTO N. 4470/XVI - Interrogazioni a risposta immediata: "Eventuali interlocuzioni con il Ministero relative alle problematiche riguardanti i corsi di abilitazione per i docenti" e "Mancata attivazione dei percorsi abilitanti per gli insegnanti della scuola secondaria" e interpellanza: "Mancata attivazione presso l'Università di Torino dei corsi per la classe di concorso di francese per i docenti valdostani".

Bertin (Presidente) - Siamo ai question time, i punti n. 5.01, 5.02 e 42 saranno affrontati congiuntamente, pertanto prima l'illustrazione da parte dei proponenti, la risposta del Governo sulle tre iniziative e, in seguito, la replica dei tre promotori.

Per l'illustrazione del question time, il consigliere Aggravi ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Abbiamo avuto modo di leggere sugli organi di stampa dell'incontro che si è tenuto lo scorso 5 marzo tra il Presidente della Regione e l'Assessore competente in materia di istruzione, l'Università della Valle d'Aosta e le organizzazioni sindacali.

Nel comunicato stampa un passaggio precisa e dice per l'appunto che la situazione che si è creata in termini dei corsi abilitanti ha determinato il mancato avvio dei corsi su tutto il territorio nazionale, complicando in particolare la programmazione dei percorsi obbligatori per coloro che devono completare l'abilitazione entro il 31 agosto 2025, termine fissato per i vincitori di concorso a tempo determinato.

Questo è uno dei passaggi del comunicato stampa che intendiamo sottolineare per introdurre l'interrogazione all'Assessore competente in materia di istruzione, per sapere se, oltre agli incontri tenutisi con le controparti locali, vi siano state interlocuzioni con il Ministero, al fine di rappresentare le problematiche che, oltre a interessare il resto d'Italia, riguardano specificamente i docenti valdostani, nonché per sollecitare soluzioni utili a superare questa fase d'incertezza che rischia di creare non pochi problemi alle nostre istituzioni scolastiche.

Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.

Ganis (FI) - Leggerò subito l'interrogazione a risposta immediata del nostro gruppo: premesso che la mancata attivazione di tali percorsi crea incertezza e difficoltà per aspiranti docenti;

tenuto conto che i percorsi abilitanti rappresentano un passaggio fondamentale per l'accesso all'insegnamento nella scuola secondaria e che la formazione degli insegnanti è un elemento cruciale per la qualità del sistema scolastico, noi Consiglieri interroghiamo l'Assessore competente per conoscere quali siano le ragioni specifiche che hanno impedito l'attivazione dei percorsi abilitanti per insegnanti della scuola secondaria nella nostra regione.

Presidente - Consigliere Perron, per illustrare l'interpellanza, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Noi abbiamo un po' di tempo in più, quindi io farò un po' di passaggi ulteriori sul tema che abbiamo più volte rappresentato in Consiglio e che, nuovamente, abbiamo visto sulle cronache anche della stampa valdostana.

Nella nostra interpellanza, preso atto della partenza di percorsi abilitanti, preso atto inoltre dei decreti - non sto ad entrare nel tecnico - con i quali il MIUR assicurerà, a tutti i vincitori del concorso PNRR1 assunti a tempo determinato fino al 31 agosto 2025, la possibilità di completare il percorso abilitante;

rilevato che l'Università di Torino - attraverso la quale la Regione Valle d'Aosta si appoggia tramite il CIFIS - non attiverà corsi per le classi di concorso di francese A25, con il rischio che gli insegnanti debbano frequentare i corsi all'Università di Milano;

richiamata, sempre sullo stesso tema, la mozione, nonché le altre iniziative che andrò brevemente a riprendere sempre sul tema della Lega Vallée d'Aoste;

interpelliamo il Governo per conoscere:

1) se la mancata attivazione dei corsi all'Università di Torino per la classe di concorso in lingua francese A25 sia confermata;

2) nel caso fosse confermata, quali intendimenti si abbia per risolvere la criticità dei docenti valdostani costretti a frequentare corsi distanti dalla propria sede.

Ora veniamo un attimo al fatto che il nostro gruppo non è la prima volta che presenta iniziative su questo tema, andando a ritroso, l'ultima, abbiamo quella di due mesi fa, il 17 gennaio 2025, discussa in aula, che rilevava la petizione delle sigle sindacali per l'attivazione dei percorsi abilitanti, chiedendo all'Amministrazione regionale di esperire ogni tentativo affinché l'Università della Valle d'Aosta si impegnasse a svolgere sul nostro territorio una parte significativa delle attività didattiche, quindi discussione di poco tempo fa.

Veniamo, sempre andando a ritroso, sempre in questo caso a una nostra interpellanza, siamo al settembre 2024, chiedevamo notizie riguardo al corso abilitante partito nel luglio 2024 all'Università di Torino avente come oggetto: "Ammissione ai percorsi universitari di formazione iniziale e abilitazione all'insegnamento per le scuole secondarie di primo e secondo grado dell'anno 2023-2024", in quel caso c'era la questione dei tirocini formativi, l'Assessore si ricorderà, sono stati proposti i CIR, cioè il contratto integrativo regionale, che però, tra l'altro, risulta che siano 50 ore, sappiamo che questi corsi arrivano anche fino a 180-360 ore; questo era settembre del 2024.

L'ultima che riguarda questo Assessore riguardava la richiesta, sempre interpellanza, sempre Lega Vallée d'Aoste, del 24 maggio 2024: chiedevamo se l'UNIVDA avesse intenzione di attivare i corsi abilitanti da 30, 36 o 60 crediti nell'Ateneo valdostano e, in caso negativo, di riservare delle quote per i Valdostani appunto riguardanti il CIFIS.

Proprio a questo, andando a riprendere come si era svolta l'iniziativa, vediamo che nelle risposte che ci sono state date dall'Assessore, si parlava del CIFIS (che è il Centro interregionale per la formazione degli insegnanti secondari a cui aderisce la Valle), si parlava di una data, che era novembre 2023, si parlava della riserva dei posti che era stata attivata solo per il sostegno, si parlava di costi più bassi per i Valdostani per l'iscrizione poi al CIFIS - e tra l'altro, prenda nota, Assessore, perché qualcuno ci ha detto che in realtà hanno pagato come gli altri, non lo so, faccia un controllo su questo - ma soprattutto quello che veniva detto e che noi vogliamo sottolineare è questa parte: l'Assessore ci diceva: "Ulteriori valutazioni in merito all'attivazione dei percorsi formazione-abilitazione, con particolare riferimento alla previsione di una riserva di posti nel bando emanato dall'Università di Torino a favore dei candidati residenti in Valle, nonché di erogazione di parte delle attività formative presso le sedi di UNIVDA, sono tuttora oggetto di valutazione, questo per il prossimo anno accademico 2024-2025, quindi ci stiamo lavorando, così come abbiamo lavorato per i TFA".

Ci veniva detto quindi, appunto a maggio 2024, un anno fa, che ci si stava lavorando per far partire i corsi in Valle d'Aosta.

Veniamo quindi a quello che è attualmente, poi ci verranno date spiegazioni.

Noi, ripeto, abbiamo portato ancora un'ultima mozione che erano due mesi fa; tra l'altro, ancora prima, il nostro gruppo si era interessato a questa complessa questione dei corsi abilitanti quando, nel 2021 mi pare, avevamo studiato nel dettaglio un parere giuridico che riguardava la possibilità per la Regione di indire concorsi propri.

A quell'epoca portammo un ordine del giorno sul bilancio, chiedendo una valutazione che era già stata fatta dall'allora Assessore Caveri su quella questione estremamente tecnica: la Regione prese una posizione conservativa, probabilmente era la posizione più corretta, perché anche quel parere aveva alcuni punti discutibili sul tema specifico poi dell'abilitazione; sta di fatto che la Regione potrebbe indire e farsi tutti i propri affari e interessi sulla questione dei docenti soltanto nel caso in cui ci fosse una regionalizzazione.

Sappiamo che il nostro ordinamento è a metà del guado, ma la regionalizzazione, praticamente, nel mondo della scuola è estremamente avversata, ciò non significa che sia sbagliata per forza, è estremamente avversata, ed è stato usato, adesso non lo vedo in aula, ma dal suo predecessore, che è un politico consumato, probabilmente per buttare la palla in tribuna all'epoca, parlare appunto della regionalizzazione come artificio retorico, che definirei un po' regional patriottardo che viene usato ancora adesso, si diceva: "Facciamo la regionalizzazione" e noi sapevamo benissimo che questa cosa qui non era più nei radar e probabilmente non lo è e per tanto tempo non lo sarà.

Noi ce ne siamo occupati più volte, abbiamo tirato fuori le problematiche più volte, e oggi vediamo però su tutti i giornali il tema, perché questa volta ha toccato gli insegnanti che sono di francese, ecco perché saltano sui giornali di più rispetto a tutte le iniziative che noi abbiamo fatto e che non hanno mai avuto due righe sui giornali.

Allora su questo tema le chiediamo, Assessore, delle conferme, ad esempio la stampa riporta un parere dell'UNI VDA attuale che dice: "Non siamo in grado di sostenere, a causa della carenza di personale docente amministrativo, l'avvio di un'offerta formativa presso la propria sede".

Ora è interessante questo, perché allora se l'Università dice: "Non abbiamo il personale adatto", significa che si potrebbe fare ma in qualche modo non si sono messe le risorse. Ne avevamo già parlato all'ultima mozione e avevate risposto sia lei, sia il Presidente Testolin.

Bene, allora noi dicevamo: "Siete sicuri che l'Università della Valle d'Aosta in qualche modo non potrebbe attivarsi o manca la volontà politica?", perché poi quello è il tema, manca la volontà politica su questo di fare tutti i nostri percorsi abilitativi eccetera o, meglio, quelli indetti dal nazionale e tarati qua, per il discorso che facevo prima?

Ci pare che da questa risposta confermi un po' quanto noi dicevamo, comunque vedremo le risposte.

Sicuramente avendo attivato il CIFIS abbiamo dei vantaggi, nel senso che ad alcuni docenti purtroppo tocca andare a Torino; Torino non è Milano, anche su questo vorremmo capire se poi Torino attiverà oppure no, c'era qualcosa sui giornali, però lo chiediamo a voi.

Chiaramente capite che per chi lavora nella scuola andare a Torino è un disguido, ma ce la si può fare, andare a Milano è tutt'altro paio di maniche.

Sebbene si possa dire che è una retorica patriottarda sulla Regione di dire: "Qui bisogna fare qualcosa di regionale", non ha senso in questo caso, perché tutto quanto viene fatto dal nazionale, perché è l'unico che ha la competenza su questo tipo, tocca a noi muoverci e intercettare le esigenze del nostro territorio, quindi il Governo nazionale non c'entra per nulla; è chiaro che siamo già vicini alla campagna elettorale e uno può tirar fuori questi argomenti, ma in questo caso non è così.

È chiaro che il CIFIS non ha lo stesso interesse a fare i corsi di francese rispetto a quelli che li hanno in Valle d'Aosta, quindi non è colpa del nazionale, è in qualche modo responsabilità nostra che, da parte dell'Università della Valle d'Aosta, per i motivi che abbiamo sentito o per mancanza e volontà politica, questi corsi non vengano attivati.

In estrema sintesi, quindi vi chiediamo informazioni su questo tema che sono anche sui giornali da parecchi giorni e, per parafrasare Nanni Moretti, chiederei a lei, Assessore, e anche al presidente Testolin che era intervenuto l'altra volta, diteci qualcosa di autonomista.

Presidente - Per la risposta dei tre punti all'ordine del giorno, l'assessore Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz J. (FP-PD) - La ringrazio, collega Perron, per aver fatto una sintesi e un riassunto, perché sono talmente tante le iniziative che sono state presentate in questi mesi e me ne sono perse; mentre lei le raccontava, mi dicevo: "Già, anche questa, già anche quest'altra", eccetera eccetera, e poi mi ricordavo anche di aver risposto tutte le volte anche a queste iniziative, ma torno a rispondere perché evidentemente non sono capace di essere sufficientemente chiaro.

Io alle volte rileggo i miei interventi e mi sembra di capirmi, ma evidentemente poi è sempre così, come dice il collega Chatrian: chi ha orecchie per capirsi si capisce, chi non ce le ha non si capisce, e va bene.

Io rispondo alle domande, ovviamente, poi lei, come al solito, oramai da politico consumato devo dire, riesce sempre un po' a sviare, a intercettare ambiti che ha già affrontato per altri, che mi richiede, mi ripropone, ma fuori dai binari delle domande, ma cercherò, magari, di dare anche qualche indicazione in attesa poi delle prossime iniziative, perché poi tanto so già che la prossima volta torneremo di nuovo a cercare di chiarire.

A sua discolpa, e a discolpa anche mia, dico che questo è un casino inimmaginabile, nel senso che è di una complessità... perché si incrociano talmente tanti elementi che, raccordarli e metterli tutti insieme diventa difficile anche per gli addetti ai lavori e perché ho fatto una marea di riunioni, riunioni sindacali ed altro, e ci sono sempre dei pezzi che mancano rispetto a questo tema.

Mancano perché evidentemente i soggetti implicati all'interno di tutto questo meccanismo sono tanti, a partire anche solo dai Ministeri: il Ministero dell'istruzione e del merito e il Ministero dell'Università sono due Ministeri che dovrebbero operare in sinergia, per cercare di trovare delle soluzioni, perché i decreti attuativi, per esempio, sono in parte di competenza del Ministero dell'istruzione e in altra parte di competenza del Ministero dell'Università, ma alle volte entrano in conflitto e probabilmente anche loro non sanno chi deve fare le cose, per cui alla fine ci troviamo noi in mezzo a questa situazione e, come ultimi beneficiari o "malaficiari" di questa roba, poi ci ricadono i docenti che sono ancora in attesa, tra l'altro, e poi glielo dirò, dell'ultimo decreto attuativo, che non lo fa Guichardaz, non lo fa neanche la Giunta regionale, neanche il Consiglio dei Ministri, ma lo deve fare il benedetto Ministero, credo dell'Università, che è quello che dovrebbe decretare poi; malgrado siano già scaduti i termini d'iscrizione da parte dei docenti, non esiste ancora l'ultimo decreto che è quello che dovrebbe dire se 'sto benedetto corsa abilitante di francese ci sarà o non ci sarà, ma su quello poi le darò qualche informazione in più.

Questo è un tema, quello dei percorsi abilitanti, su cui questo Assessorato, come lei ha dimostrato con la sua rappresentazione, è impegnato da tempo, in stretta collaborazione con l'Università della Valle d'Aosta per quanto riguarda appunto tutto l'aspetto dei corsi abilitanti, con la Sovraintendenza degli studi, perché la Sovraintendenza ovviamente è poi quella che deve fare la registrazione finale perché, come lei sa bene, questi vincitori di concorso, che sono poco più di 40, perché poi parliamo di 40 persone, non parliamo di migliaia di persone, quindi parliamo di numeri abbastanza piccoli, sostanzialmente dei non aventi titolo, poi adesso non ho precisamente i numeri divisi per classi di concorso, non mi ricordo se del francese siano 9 o qualcosa del genere, 10 o 11 quelli della classe di italiano, 7 di matematica, adesso non ce l'ho dietro perché poi, come le dicevo, sono i numeri... e poi anche le organizzazioni sindacali con le quali ci interfacciamo continuamente, perché poi sono loro quelli che spesso danno l'impulso, attraverso l'ultima iniziativa, per esempio questa raccolta di firme nella quale - secondo me cortesemente, in maniera anche corretta, se voi avete letto l'impegnativa di questa raccolta di firme - venivano evidenziate anche le responsabilità connesse alla mancata attivazione e anche alla difficoltà di poter attivare dei corsi in mancanza di linee guida chiare e in mancanza dei decreti attuativi relativamente alle classi, cioè "Chi organizza che cosa".

Tali criticità derivano quindi, come lei ha detto giustamente, in gran parte, e questo lo devo ribadire, dal quadro normativo nazionale,(che è caratterizzato, purtroppo, da ritardi ministeriali e da decisioni che noi subiamo proprio per le questioni che diceva lei) in quanto non avendo noi, al contrario dell'Alto Adige, un contratto regionale - poi io non mi esprimo rispetto a questo tema, perché non è la sede - hanno creato un'incertezza diffusa tra gli insegnanti e le istituzioni coinvolte nel percorso formativo perché, come ho già avuto modo di dire, credo quattro o cinque volte, noi dipendiamo strettamente dai tempi del Ministero, quindi, sia per il bando, sia per individuare i tempi delle prove, sia per il contenuto delle prove eccetera, chi stabilisce i calendari non siamo noi.

Diciamo che noi siamo più veloci rispetto a quasi tutte le altre Regioni italiane perché, per esempio, in questo cosiddetto PNRR1 - che poi lo usiamo per comodità ma lo paghiamo noi, al contrario delle altre Regioni d'Italia - noi al primo di settembre avevamo già fatto l'assunzione a tempo determinato dei vincitori di concorso.

Le altre Regioni a dicembre non l'avevano ancora fatto, per cui probabilmente anche questo ha determinato poi dei ritardi da parte del Ministero, il quale immagino abbia dovuto correre dietro anche alle Regioni per cercare di capire quando erano pronti per poter cominciare, perché noi il primo di settembre avevamo assunto, a ottobre potevano cominciare tranquillamente i percorsi abilitanti e oggi non avremmo il problema di dover finire il 30 giugno o il 31 di agosto l'operazione in gran completo.

Poi lei ha rassicurato dicendo che il Ministero ha detto che sì, poi l'importante è che si finiscano, non è ancora certo questo aspetto qua.

Il Ministero ha detto che entro il 31 di agosto deve essere chiuso tutto, non i corsi abilitanti, tutto, cioè deve essere tutto chiuso il percorso al momento; questo l'ha detto ufficialmente, poi bisogna vedere, a mio parere credo che non sarà possibile non fare diversamente.

Come evidenziato anche dalle organizzazioni sindacali durante l'incontro del 5 marzo 2025, alla presenza del Presidente della Giunta, la Rettrice e le organizzazioni sindacali, la principale problematica è legata, come le dicevo, alla mancata emanazione da parte del Ministero dei decreti attuativi per avviare i percorsi abilitanti.

Quest'incertezza sta creando forti difficoltà agli insegnanti che, ovviamente, necessitano di avere dei dati certi e, a cascata, delle ripercussioni sull'intero sistema scolastico, perché la situazione nostra poi crea dei problemi, anche se gli insegnanti devono concludere adesso i percorsi abilitanti, li concludono alla fine dell'anno e, tra maturità, scrutini e robe del genere, voglio capire come riusciranno a farli.

Peraltro, questo problema interessa tutto il territorio italiano, non è che interessi solo la Valle d'Aosta, quindi le Regioni e le organizzazioni sindacali - questo per rispondere, credo, al collega Aggravi - hanno già ripetutamente segnalato il problema ai Ministeri competenti.

Tra l'altro il 7 marzo ho avuto l'occasione di partecipare in quanto invitato al Congresso CISL Scuola, e lì mi sono confrontato anche con il rappresentante della Segreteria nazionale CISL, che è il delegato all'interno dell'ARAN, cioè dell'Agenzia negoziale, quella che fa i contratti operativi, il quale ha confermato le criticità principali, cioè ha confermato che i tempi sono eccessivamente ridotti per il conseguimento dei percorsi abilitanti, perché, non avendo ancora gli ultimi decreti attuativi, non possono partire, e, se questi devono finire entro giugno e chiudersi al massimo entro agosto per quanto riguarda i 60 crediti, il problema è stato ovviamente evidenziato.

Poi c'è il problema che voi non avete evidenziato ma che io ho letto sul giornale e ci siamo immediatamente anche su questi mossi (tra l'altro anche con il dirigente della struttura reclutamento del personale docente ed educativo del Ministero, della Direzione generale del Ministero, perché poi ci siamo interfacciati perché non è che perché siamo una piccola Regione non abbiamo la possibilità di interfacciarci), abbiamo chiesto diversi chiarimenti, senza passare necessariamente per le FAQ, ma evidenziando alcuni problemi, per esempio la mancata tutela per le docenti in maternità che rischiano di rimanere escluse per i percorsi: avrete letto sul giornale di un paio di docenti in maternità con il panico di non riuscire a finire i percorsi perché in congedo di maternità obbligatoria; dal Ministero ci hanno detto che hanno preso in carico questa cosa e che saranno tutelate. Credo, con tutta evidenza, che non avessimo bisogno del Ministero, ma aspettavamo che ce lo dicessero, perché altrimenti avrebbero violato le normative sulla tutela delle persone in gravidanza.

Per quanto riguarda i ritardi nell'emanazione dei decreti ministeriali, questi impediscono una programmazione efficace delle abilitazioni.

Se voi avete visto, sul sito del CIFIS c'è l'elenco delle classi e delle sedi, non so se vi è mai capitato di vederlo, vi sono alcune classi in azzurrino, una è il francese, per esempio, questo famoso francese che non si sapeva se lo si debba fare a Torino o se lo si debba fare a Milano.

L'Università di Torino lo vuole fare a Torino, ha la struttura, ha tutto, manca questo benedetto decreto attuativo che è l'ultimo che deve recepire la disponibilità dell'Università di Torino, così come di molte altre Università.

A oggi - abbiamo ancora guardato stamattina - hanno tolto l'azzurrino, sono andato per precauzione a guardare se esisteva il decreto attuativo, il decreto attuativo si ferma ancora al 25 di febbraio, mi sembra, quindi non c'è ancora.

Ci garantiscono dal Ministero che questa cosa dovrebbe essere risolta, ma, se non esce questo benedetto decreto del Ministero dell'Università, la gente dica qualcosa al Ministro, che credo sia il ministro Bernini.

Il problema è che, se non si danno una mossa, è evidente che non possono cominciare a maggio o a giugno a fare i percorsi, manca il decreto attuativo e fintanto che non c'è il decreto, a fronte della disponibilità dell'Università di Torino, credo anche per la A60, avevo visto che è la classe di tecnologia, e in seguito anche lì vi sono delle problematiche.

L'altra questione: la gestione dei concorsi. Solo un'informazione, il 1° settembre in Valle d'Aosta avevamo assunto tutti, unica Regione in Italia credo.

Per dire il lavoro che sta facendo la Sovraintendenza: il PNRR2, per questo ultimo concorso PNRR2, le prove scritte qui in Valle d'Aosta si sono già svolte a febbraio del 2024.

Ora stiamo organizzando le commissioni con tutto quello che c'è da fare, stiamo mettendo in piedi circa venti commissioni da predisporre, perché sono tantissime le classi di concorso, così come previsto dal fabbisogno per ciascuna classe di concorso.

L'altra cosa che forse non è mai stata detta è che in Valle d'Aosta noi, a differenza del resto d'Italia, abbiamo mantenuto le graduatorie aperte, quindi oltre ad avere i vincitori di concorso, i 9, 7 o 10 eccetera, abbiamo, per una questione di agevolazione dei Valdostani, mantenuto le graduatorie, quindi esistono anche degli idonei che non devono rifare il concorso, ma è di tutta evidenza che questi idonei non sono in sovrannumero rispetto ai corsi.

L'altra cosa che posso dare come elemento di tranquillità è che i nostri docenti sono in sovrannumero, quindi tutti i nostri docenti, se la classe di concorso è attivata all'Università di Torino o tramite il CIFIS, accederanno fuori da quei numeri che sono stabiliti come numeri fissi, quindi potranno usufruirne tutti i nostri vincitori di concorso - perché sono considerati in sovrannumero a seguito di un accordo che abbiamo fatto con il CIFIS - e, in più, anche degli idonei che vogliano fare il percorso abilitante avranno la possibilità di poterlo fare.

Per chiudere, visto che mi mancano 35 secondi, abbiamo fatto per sostenere i docenti: collaborazione con il CIFIS, garantendo posti riservati ai docenti valdostani per le classi di concorso accreditate; svolgimento dei tirocini obbligatori, come le dicevo prima, qui in Valle d'Aosta; la possibilità di frequentare online i CFU; lei ha ricordato la concessione fino a 50 crediti o 75 per i 30, 36 o i 75, a seguito di una scrittura, insieme alle Organizzazioni sindacali dell'accordo sui permessi sindacali; quindi le condizioni, secondo noi, ci sono per poter fare fronte, in attesa, speriamo - e poi invito magari anche i colleghi di Forza Italia, visto che il Ministro fa riferimento a loro - di sollecitare anche l'emanazione di questi decreti attuativi.

Presidente - Per la replica, consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Che dire, Assessore? Io prendo atto del complesso della risposta che ha ben rappresentato, come già il comunicato stampa di cui ho letto un piccolo estratto rappresentava come notizia di stampa, che la confusione è grandissima.

Rispetto alla nostra domanda, ho avuto due risposte: da un lato lei mi ha parlato di una sua partecipazione a un congresso di un'organizzazione sindacale, quindi sostanzialmente le organizzazioni sindacali (dico in senso lato) hanno rappresentato al Ministero la problematica, e dall'altro in realtà possiamo dire che la risposta alla nostra domanda è il suo appello finale ai rappresentanti delle forze nazionali locali che sono interessati da competenze di istruzione e Università e oggettivamente non mi metto in mezzo.

Sinceramente, anche di fronte a un tale ginepraio, noi invitiamo anche lei, ma tutto il Governo, di farsi promotori anche con i parlamentari, al di là di quelli che possono essere gli appelli ai colleghi, perché oggettivamente la situazione rischia di esplodere, soprattutto viste le tempistiche che il Ministero si è dato, senza poi alla fine di fatto rispettarle.

Presidente - Consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - In realtà la situazione è davvero piuttosto complicata, difficile da affrontare e mette in difficoltà questi circa 45 insegnanti che sono in attesa di una risposta chiara e inequivocabile.

Siamo in zona Cesarini, usando un termine calcistico, e l'abbiamo anche superata, perché siamo nel recupero. Ora bisogna capire da una parte se qualcuno rischia di perdere il posto, perché di questi insegnanti c'è qualcuno che deve andare a Brescia a fare l'abilitazione - credo che lei sia al corrente - e non va bene, diventa difficile per una madre di famiglia dover andare a fare il corso abilitante a Brescia, perché non è possibile, già Torino è complicato, ma Brescia è impossibile.

Dall'altra è capire se si potrà avere una proroga per queste persone che potrebbero rischiare di perdere il posto di lavoro.

Terza cosa, interverremo, ma lo abbiamo fatto, lei sa che io mi sono recato presso i suoi uffici, ho chiesto informazioni perché per me era una materia nuova, abbiamo approfondito e abbiamo immediatamente sollecitato, ma lei sa bene che quando si va a parlare in un Ministero - e siamo andati - bisogna rispettare dei tempi.

L'auspicio è che in pochi giorni si possa avere un decreto attuativo che possa liberare tutto questo dall'impasse che si è venuta a creare e dare una garanzia a queste insegnanti, affinché possano fare i corsi abilitanti con tutta tranquillità, e già con le difficoltà di dover andare a Torino, che è già una difficoltà.

Presidente - Consigliere concluda.

Baccega (FI) - Mi scusi per aver superato il tempo, ma era necessario dire all'Assessore che qualcosa si sta muovendo.

Presidente - Consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Il collega Baccega ha già anticipato una parte, dice che si sono mossi giustamente per il versante di competenza, che è nazionale.

Quello che è importante è avere nuovamente qui però una risposta proprio sul tema di Torino, lei ce l'ha data la risposta, lei dice: "Anche loro stanno aspettando e verranno attivati lì", perché la difficoltà... giustamente Brescia, Milano eccetera, sarebbe gente che probabilmente si deve licenziare da quello che sta facendo, lasciando scoperte le classi quando sappiamo benissimo che è un problema.

Noi rimaniamo della nostra idea di base, per cui una volontà politica più forte potrebbe premere diversamente sull'Università della Valle d'Aosta, per intercettare e prevedere dei fabbisogni negli anni futuri. Noi rimaniamo di quest'ipotesi, ovviamente quest'ipotesi andrebbe messa sul tavolo. Questa è la nostra visione.

Ci ha dato alcune risposte, è chiaro che per gli insegnanti, andare a Torino piuttosto che Milano o Brescia fa una bella differenza; l'ideale sarebbe avere tutto qui vicino, come è stato per altre materie, ma in questo caso d'emergenza ci auguriamo chiaramente che queste emergenze nei prossimi anni non capitino più, questo sì.