Oggetto del Consiglio n. 4325 del 28 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4325/XVI - Interrogazione a risposta immediata: "Realizzazione di una centralina idroelettrica nel Comune di Oyace".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 6.01 all'ordine del giorno.
Per la presentazione, la parola alla collega Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Abbiamo appreso recentemente da fonti di stampa che è ripartito l'iter amministrativo per la realizzazione di una centralina idroelettrica a Oyace, sospeso da giugno 2020 a seguito di un procedimento penale della Procura, poi conclusosi l'anno successivo, a carico di soggetti coinvolti nel procedimento stesso, l'ex Sindaco e un imprenditore, che hanno patteggiato un anno e sei mesi per corruzione impropria.
Con un provvedimento dirigenziale del 13 dicembre scorso, si è riattivato il procedimento di esproprio, dando così corso alla richiesta di revoca della sua sospensione chiesta dalla società titolare della subconcessione.
Nel PD è riportata la nota della struttura Gestione demanio idrico, che afferma come quella sentenza di condanna dell'amministratore unico della società non costituisca elemento ostativo al mantenimento dei titoli concessori; pertanto, il provvedimento di revoca viene definitivamente archiviato.
La vicenda, all'epoca dei fatti, aveva suscitato scalpore e ora desta sconcerto che la delibera del Consiglio comunale relativa all'utilità pubblica dell'opera non sia stata invalidata a seguito della dimostrazione in Tribunale che l'atto è stato condizionato dalla presenza, durante la sua discussione, del Sindaco direttamente interessato alla vicenda che ha esercitato pressioni per ottenerne l'approvazione.
Chiediamo quindi al Presidente della Regione, che ha emesso il decreto di subconcessione, e al Governo che, ai sensi della legge regionale 3/2022, ha la competenza esclusiva sulla revoca delle concessioni, se hanno deliberato, o almeno se hanno discusso, del permanere della validità degli atti con cui è stata disposta la pubblica utilità dell'opera in seguito al processo e alla relativa sentenza di condanna.
Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Sono certo che nella breve, ma intensa, attività come Assessore regionale le sia risultato evidente come i decreti del Presidente della Regione o quelli assessorili, così come le deliberazioni della Giunta regionale, arrivino alla firma o all'approvazione collegiale a seguito dell'istruttoria degli uffici.
Nel caso del provvedimento dirigenziale citato dall'interrogazione, va ricordato che il procedimento espropriativo relativo alla realizzazione di una centralina idroelettrica nel Comune di Oyace è stato sospeso in fase avanzata dell'iter, vale a dire dopo l'adozione dei decreti presidenziali 433 e 444 del 15 maggio 2020, con i quali sono stati disposti, rispettivamente, con il primo, l'esproprio e l'asservimento coattivo e, con il secondo, l'occupazione temporanea dei terreni necessari.
A essere sospesi sono stati infatti gli adempimenti successivi previsti all'articolo 20 dalla legge regionale 11/2004 in materia di espropri, che disciplina l'immissione del possesso dei beni da verbalizzare in contraddittorio con i controinteressati, quale condizione di efficacia del decreto e del trasferimento della proprietà e degli altri diritti reali.
Il provvedimento dirigenziale 7576/2024, come dato atto nelle premesse, è stato adottato su istanza di riattivazione del procedimento espropriativo da parte della società, ciò all'esito di approfondita istruttoria, volta a verificare il permanere della validità degli atti presupposti.
Istruttoria che ha coinvolto, come esplicitato nel provvedimento, diverse strutture regionali, oltre che il Comune di Oyace, che ha evidenziato come gli atti in questione non siano stati oggetto di revoca, risultando pertanto validi ed efficaci.
La struttura competente in materia di espropriazioni ha pertanto dovuto riattivare il procedimento.
Quanto alla revoca dell'atto concessorio, il relativo procedimento, così come riportato nel provvedimento dirigenziale sopra citato, è stato avviato dalla struttura Gestione demanio idrico che, al termine di un'articolata istruttoria, non ravvisandone i presupposti oggettivi, ha disposto l'archiviazione del procedimento di revoca stesso.
Peraltro, nel citato provvedimento dirigenziale, sono puntualmente indicati tutti gli estremi degli atti che ho sommariamente richiamato e sono certo, quindi, che ne avrà presto visione diretta.
Per concludere, quindi, né la Giunta regionale, né il Presidente della Regione sono stati chiamati a deliberare o a decidere in merito a questa questione, i cui recenti sviluppi sono stati avviati, istruiti e conclusi dalle strutture amministrative competenti a termini di legge.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Minelli.
Minelli (PCP) - Sì, Presidente Testolin, sicuramente ho letto quel provvedimento dirigenziale e conosco l'iter dei decreti del Presidente, ma la mia domanda era un'altra. Io ho chiesto due cose: se aveste deliberato riguardo a questa cosa, o se aveste almeno discusso del permanere della validità degli atti con cui è stata disposta la pubblica utilità di quell'opera, in seguito ovviamente alla vicenda di cui abbiamo parlato.
Questo perché è grande lo sconcerto che c'è tra le persone che si trovano a leggere queste notizie e ad aver seguito questo iter.
I cittadini devono spesso essere assolutamente irreprensibili nel rispetto di quelle che sono le norme, poi vedono situazioni di questo genere e, dopo due anni - anzi, quattro, a questo punto - tutto è come se non fosse neanche successo e si riparte.
Almeno una discussione in questo senso immaginavo che ci fosse stata e volevo che ce ne fosse in qualche modo traccia.