Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 514 del 6 ottobre 1982 - Resoconto

OGGETTO N. 514/VII - INIZIATIVE VOLTE A VERIFICARE LO STATO PRODUTTIVO ED OCCUPAZIONALE DELLA COGNE-NUOVA SIAS. (Trattazione di interpellanza e approvazione di mozione).

PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dal Consigliere Carlassare:

INTERPELLANZA

Rilevando con estrema preoccupazione la grave crisi che sta investendo tutto il settore siderurgico nazionale con caduta verticale della produzione e delle commesse, mancanza di liquidità e senza prospettive di trovare nuovi sbocchi di mercato;

Preoccupazione confermata dalle dichiarazioni fatte dall'Assessore Chabod, che nel corso dell'ultima seduta consiliare, riferendosi alla situazione della "NUOVA SIAS", in particolare per ciò che riguarda lo stabilimento "COGNE" di Aosta, ha affermato che i prossimi sei mesi saranno durissimi in quanto siamo di fronte ad un calo del 35% delle commesse;

Ricordata inoltre la mozione approvata dal Consiglio il 26 maggio scorso che impegnava la Giunta regionale:

1) ad accertare attraverso incontri con le parti interessate al problema (Ministro delle PP.SS., Direzioni Aziendali, Organizzazioni sindacali), la reale situazione che viene delineandosi;

2) a relazionare nel merito al Consiglio regionale nel più breve tempo possibile;

INTERPELLA

la Giunta regionale per sapere:

a) se gli incontri previsti dalla deliberazione consiliare del 26.5.1982 sono stati effettuati e quale esito hanno avuto;

b) quando si intende relazionare, organicamente, nel merito al Consiglio;

c) in riferimento alle affermazioni dell'Assessore Chabod sulla situazione di crisi della "Cogne" cosa intende fare l'esecutivo regionale.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione dei Consiglieri Mafrica, Tonino, Cout, Carral, Bajocco e Péaquin:

MOZIONE

Alcuni dati resi noti dal Consiglio di Fabbrica della COGNE-Nuova SIAS sono sintomi di una situazione molto preoccupante dell'azienda valdostana:

1) si è registrato un crollo degli ordini con contraccolpi immediati in importanti reparti dello stabilimento;

2) sono state colate e spedite nel primo semestre 1982 quantità di acciaio molto inferiori a quelle previste;

3) continua un lento esodo, soprattutto di operai, attraverso il blocco delle assunzioni;

4) si manifestano difficoltà crescenti della rete commerciale della Nuova SIAS;

5) resta ad alti livelli il deficit presunto della società che, scaduta la legge per le aziende ex-EGAM, non disporrà più di interventi statali a copertura delle perdite.

Al fine di verificare il reale stato dell'azienda, attraverso un contatto diretto con il Consiglio di Fabbrica ed i lavoratori,

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA

DELIBERA

di impegnare il Presidente del Consiglio ad organizzare entro il mese di ottobre, prendendo gli opportuni contatti con la direzione aziendale e con il Consiglio di Fabbrica, una visita dei gruppi consiliari agli impianti della COGNE-Nuova SIAS, visita al termine della quale i Consiglieri possano partecipare ad un'assemblea aperta all'interno dello Stabilimento per discutere con i lavoratori i problemi della azienda.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Mafrica per l'illustrazione della mozione; ne ha facoltà.

MAFRICA - (PCI): Oggi continuiamo a parlare di industria, ovviamente ne parliamo perché ce n'è necessità.

La situazione della COGNE, come tutti sappiamo, è difficile in questi giorni. Sono state infatti decise tre settimane di cassa integrazione per 4100 lavoratori sui 4300 attualmente impiegati alla COGNE; nel periodo tra marzo 1981 ed oggi si sono persi, per il blocco delle assunzioni, oltre 300 posti di lavoro.

Il processo di ristrutturazione procede alla COGNE non rispettando previsioni. Alcuni impianti sono stati chiusi ma non vengono portati a termine quegli impianti che più sarebbero necessari per gli acciai speciali. E' stato chiuso l'altoforno, è stato chiuso l'LD, non è stato avviato il nuovo forno elettrico, non viene ancora messa in funzione la nuova acciaieria sotto vuoto che potrebbe essere più importante per produrre acciai speciali altamente qualificati.

A questa situazione più generale si aggiunge una situazione congiunturale di calo di ordini e della produzione.

Nei primi sei mesi di quest'anno, invece delle 125 mila tonnellate previste ne sono state fatte solo 114 mila. Gli ordini sono calati in maniera rilevante e quindi si può presumere che complessivamente quest'anno il deficit aziendale sia ancora superiore a quello degli anni passati. Negli anni passati le perdite erano coperte dalla legge che era stata fatta al momento della chiusura dell'EGAM, a partire dall'anno prossimo le perdite non saranno più coperte.

In una situazione di questo tipo è necessario che il Consiglio regionale affronti, con la dovuta tempestività, il problema.

Nel mese di giugno, insieme al Consigliere di Nuova Sinistra, avevamo presentato una mozione che impegnava l'Assessore all'Industria a relazionare, entro termini brevi, a questo Consiglio. Questa relazione non è stata fatta, quindi con questa nostra mozione proponiamo che, entro il mese di ottobre, venga organizzata una visita agli impianti per una verifica sul posto, onde individuare quali impianti nuovi sono stati portati a termine e per indire un'assemblea con i lavoratori ed avere direttamente con loro il quadro della situazione.

Quello che possiamo dire è che il piano FINSIDER, su cui il Consiglio regionale aveva dato l'anno scorso un parere negativo, soprattutto riguardo agli acciai speciali, è saltato perché era impostato su alcune previsioni rivelatesi poi false; era basato su un certo calcolo del possibile andamento del dollaro che è stato completamente smentito dai fatti: infatti da 1.100 è salito a l.400-1.500 lire. La previsione del consumo di acciaio non ha retto rispetto alla realtà.

Questo piano è saltato e non è mai riuscito ad essere riconosciuto dalla CEE come un piano valido anche per la politica del governo, molto carente in questo campo.

L'Italia, pur avendo una situazione differente da quella degli altri paesi, è continuamente sottoposta a misure che limitano la produzione, mentre i concorrenti a livello europeo, avendo una situazione diversa, hanno già provveduto per tempo a ristrutturare i propri impianti, adesso cercano di impedire la ristrutturazione degli impianti italiani, con una liberalizzazione probabilmente rispetto all'art. 58 negli anni futuri. Cioè, proprio quando gli impianti della siderurgia italiana devono essere rinnovati, con una stretta a livello europeo, probabilmente quando ci sarà una irreversibilità nei mercati, si arriverà ad una liberalizzazione in questi mercati.

Una situazione di questo tipo, quindi, va affrontata molto seriamente; anche la nostra regione dovrà riuscire a far valere il suo parere premendo sul governo affinché si arrivi ad un piano di settore per gli acciai, diverso da quello preso in esame l'anno passato e che, soprattutto, crei spazi effettivi per gli acciai speciali, consentendo il mantenimento dell'attività economica e dei livelli occupazionali alla COGNE.

Debbo dire che continua ad essere sempre elevato il livello di importazione nel campo degli acciai speciali; la COGNE, pur essendo stati previsti una serie di interventi, non ultimati in quanto ci sono ritardi, fa sempre meno fronte alle possibilità che avrebbe in questo campo. Questo anche perché è stata mantellata la rete commerciale preesistente e i metodi attuati oggi non si rivelano idonei. Ci sono quindi vari problemi da esaminare che riteniamo debbano essere risolti positivamente dal Consiglio regionale.

Presentando questa mozione, pensiamo di portare ad un confronto diretto con i lavoratori della COGNE in tempi brevissimi.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): E' vero, stiamo discutendo molto di industria, ma purtroppo ho l'impressione che ne parleremo ancora per parecchio e sempre di più anche per problemi di crisi e non per fare delle scelte in previsione di un aumento dei livelli occupazionali.

Ho presentato un'interpellanza perché, sin da quest'estate, si era avuto sentore di una possibile situazione di crisi generale, ed in particolare della COGNE.

Il Consiglio aveva approvato, in data 26 maggio 1982, un ordine del giorno dove, tra le altre cose, la Giunta si impegnava a relazionare nel più breve tempo possibile, nel merito alla situazione esistente alla COGNE, o Nuova SIAS. Ritengo che il più breve tempo possibile può essere un'interpretazione molto larga, ma sono passati 4-5 mesi; quindi è evidente che il più breve tempo possibile è decisamente trascorso.

Non voglio con questo fare riferimento a tutti gli elementi di crisi a livello internazionale e nazionale che ha fatto Mafrica, voglio soltanto fare riferimento alle affermazioni dell'Assessore Chabod che, nella seduta consiliare della scorsa estate, ha preannunciato una gravissima situazione per la nazionale COGNE, la Nuova SIAS. Ha annunciato una caduta del 35% degli ordini, elemento questo che si aggiunge all'imposizione che deriva dalla CEE, elemento che dimostra chiaramente una diminuzione di circa il 40% della produzione dell'acciaio, e che si aggiunge all'aumento del deficit finanziario.

Faccio riferimento a certe battute che sarebbero state pronunciate dal Presidente della Giunta, e che mi sono state riportate, in sede di confronto con le Organizzazioni sindacali; il Presidente della Giunta avrebbe detto che si sarebbe anche potuto arrivare tranquillamente alla chiusura della COGNE. A questo punto ritengo sarebbe opportuno, come Consiglio, essere informati per sapere come operare, in quale direzione muoversi, per non trovarsi nella medesima situazione creatasi per la Châtillon e cioè la chiusura dello stabilimento, che ci ha trovati assolutamente impreparati.

Pertanto chiedo alla Giunta se gli incontri previsti dalla deliberazione consiliare del 26 maggio 1982 con la dirigenza della Nuova SIAS sono stati effettuati e con quale esito; quando la Giunta intende relazionare organicamente, con una documentazione possibilmente scritta, su quanto essa ha potuto rilevare; cosa intenda fare la Giunta per approfondire questa conoscenza e per evitare la situazione sopracitata, cioè che i giochi siano già tutti fatti, per cui non potremo far altro che andare a lamentarci a Roma o magari a Bruxelles.

Vorrei inoltre far riflettere il Consiglio, ed in particolare l'esecutivo, sul fatto che in dichiarazioni non ufficiali (il più delle volte sono le prese di posizione più reali), i dirigenti tecnici della Nuova SIAS propugnano il ridimensionamento dei livelli occupazionali dello stabilimento di Aosta intorno ai 2000 occupati. Sui giornali appaiono articoli in questo senso, per cui si può intuire la veridicità di soluzioni di questo genere.

Nell'associarmi alla mozione presentata da Mafrica su una serie di fatti da elaborare, onde poter entrare all'interno di questo problema, voglio sollecitare la Giunta ed il Consiglio per essere costantemente informato sulla situazione in modo da consentire a noi, agli operai, alle organizzazioni sindacali, di ipotizzare una strategia atta ad evitare una situazione ancora più pesante sul piano occupazionale, di quella che stiamo già subendo. Dobbiamo tenere presente che le varie fabbrichette non sarebbero sostitutive di questi posti di lavoro persi, anche perché, stando a dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta, possiamo constatare che piccole industrie tipo la COROS costate parecchi miliardi, stanno entrando in crisi prima ancora di diventare totalmente efficienti.

Certo, non sarà colpa loro, sarà forse colpa della crisi generale, però sicuramente non possiamo pensare di poter recuperare i livelli occupazionali con piccole attività artigianali, industriali o commerciali; in questo momento dobbiamo cercare di difendere il più possibile l'esistente, magari con ristrutturazioni, riconversioni produttive. Se perdiamo l'esistente, sono convinto che non riusciremo più a recuperarlo per molto tempo.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tamone; ne ha facoltà.

TAMONE - (UV): E' evidente che noi dell'Union Valdôtaine non possiamo che essere convinti che uno stato di crisi stia coinvolgendo l'industria, non solo quella valdostana, ma l'industria dell'Europa occidentale se non l'industria del mondo intero. Però è evidente che oggi si deve parlare di casa nostra e si devono affrontare, a nostro avviso, i problemi che ci trovano più vicini e dei quali siamo maggiormente responsabili.

Il drammatico problema della MONTEFIBRE e il modo come si è sviluppato, debbono insegnarci qualcosa.

Sono abbastanza d'accordo con Carlassare quando dice che non dovremmo trovarci troppo impreparati di fronte a quello che avverrà dello stabilimento COGNE di Aosta. Dobbiamo dirci alcune verità: purtroppo le cose alla COGNE, a nostro avviso, vanno molto male.

Quando a fine settembre si registra un deficit, già raggiunto, di 170 miliardi, questo significa chiaramente che qualcosa non funziona. Quindi, secondo noi, dovrà essere attuata una revisione totale e globale della politica all'interno di questo stabilimento. Se questo discorso non sarà portato avanti, temo che un giorno un Ministro, o un rappresentante del Governo o un Presidente del Consiglio, ci imporrà la chiusura dello stabilimento.

La Comunità Europea obbliga tutti i fabbricanti di acciaio dell'Europa occidentale a diminuire la produzione del 42%: questo è un dato oggettivo che non coinvolge solo la COGNE, ma tutte le acciaierie d'Europa.

Questo fatto però non mi preoccupa, è relativamente importante perché è un momento di congiuntura che potrà anche passare; il problema grave è che i costi del nostro stabilimento di Aosta non sono concorrenziali con i costi di stabilimenti analoghi esistenti in Europa.

Il problema è dovuto al fatto che l'accordo FINSIDER, votato dal sindacato ed accettato, è un accordo castrante per la COGNE. Questo ce lo dobbiamo dire con la massima sincerità e con la massima chiarezza.

Percorrendo l'autostrada, da Torino verso Aosta, si incontrano file di TIR che portano via dalla COGNE i lingotti: questo fatto non potrà mai significare che l'azienda avrà un avvenire o una speranza, ed è questo il discorso di fondo.

Oltre al piano FINSIDER ci viene fatto digerire anche un patto con la FIAT, provocato dall'ottobre caldo del 1980, fatto dal Governo centrale, che prevede un accordo fra pubblici e privati sulla TEKSID, nel campo degli acciai speciali. Nessuno di noi ha potuto dire una parola su questo fatto perché questo accordo era già stato siglato tra la FIAT ed il Governo centrale; a questo punto è evidente che il ruolo della COGNE è stato ridimensionato.

Per non parlare poi del piano FINSIDER che, nella sua somma follia, vuole accomunare lo stabilimento COGNE con lo stabilimento di Piombino.

Queste sono pazzie che dal punto di vista tecnico si pagheranno carissime. Lo stesso abbiamo detto anche riguardo ad altre scelte sbagliate fatte dalla COGNE.

Questa scelta, se sarà portata avanti, porterà allo smantellamento della COGNE, altro che i 2.000 posti di lavoro!

Dobbiamo pertanto metterci al tavolino per discutere se siamo d'accordo con la mozione, salvo qualche piccola modifica che proporremo. Dicevo, dunque, che dobbiamo ampliare più generalmente questo problema della COGNE, per far sì che questo venga posto laddove è necessario, in modi diversi, perché quando l'Assessore Chabod, che noi critichiamo, qualche volta troppo, si è permesso di dire queste cose al Ministro De Michelis, questi gli ha buttato in faccia il suo incartamento, non violentemente, ma glielo ha buttato là dicendogli: "Caro Chabod, qui si prende o si lascia."

Questo è un discorso che non fa una grinza per lui, ma per noi è indice di un discorso irreversibile e non più recuperabile se non operiamo in modo concreto da questo momento in poi.

Noi siamo sicuri e convinti che per gli acciai speciali esiste ancora uno spazio larghissimo; però dovranno essere concorrenziali sul mercato per poter essere venduti. Sono le condizioni sostanziali ed essenziali perché la COGNE possa continuare ad esistere.

E' per questo che ci dobbiamo battere se vogliamo che lo stabilimento abbia ancora un domani, altrimenti verranno qui per farci lo stesso discorso della MONTEFIBRE: di viscosa nel mondo se ne vendono ancora 300 mila tonnellate, però le 2.500 tonnellate che vengono prodotte a Châtillon non sono più concorrenziali, pertanto chiudiamo lo stabilimento. Ci verranno a dire che nel mondo si producono ancora 10-20-30 milioni di tonnellate di acciai speciali, di quelli veramente speciali. Non stiamo ad andare nelle tabelle della CEE, ma di quelli speciali che facciamo anche noi. Però è evidente che se le 250-300 mila tonnellate prodotte dalla COGNE non saranno più concorrenziali, chiuderemo lo stabilimento.

Qual è dunque la nostra proposta? Noi accettiamo la mozione, però è necessario allungare ed allargare il tiro per prendere in mano il discorso più globalmente. Non so se saremo capaci di farlo da soli; con il sindacato non è stato possibile in quanto non ci ha seguiti su questa strada, sbagliando un'altra volta.

Abbiamo detto e ribadito al sindacato che bisogna seguire una nuova strada per far sì che la COGNE diventi nuovamente quell'azienda produttrice di acciai speciali, che esegue ad Aosta lavorazioni che non sono solamente di colata, ma vanno ben oltre e che queste siano concorrenziali sfruttando le tecnologie più avanzate.

Se questo non avverrà, abbiamo la brutta impressione che in tempi brevissimi la COGNE farà, e lo diciamo con amarezza, una bruttissima fine.

Per quel che riguarda il deliberato della mozione, noi proporremo, anche perché abbiamo partecipato altre volte ad incontri di questo genere, anziché indire un'assemblea aperta, generalmente disertata dai lavoratori, di fare un incontro con il Consiglio di Fabbrica. Quindi, la mozione può essere così modificata: "I Consiglieri regionali possono partecipare ad un incontro con il Consiglio di Fabbrica, all'interno dello Stabilimento, per discutere con i rappresentanti dei lavoratori i problemi dell'azienda."

PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta; ne ha facoltà.

ANDRIONE - (UV): Solo per una mozione d'ordine, perché concordo con quanto ha detto il Consigliere Tamone. Chiederei però che il Consiglio, così come ha fatto quando è stato pubblicato il libro bianco sulla Cogne, stabilisca anche un'audizione dei responsabili della Nuova SIAS, perché la mozione, anche se ha molti pregi, è squilibrata, nel senso che le informazioni non sono complete in quanto non riporta la opinione dei responsabili dell'azienda.

PRESIDENTE: La parola al Vicepresidente Mappelli; ne ha facoltà.

MAPPELLI - (DC): Questa mozione ha il pregio di darci la possibilità di riaprire un capitolo che sembrava chiuso; invece, come la catena di S. Antonio, non finisce mai.

Purtroppo, lo dobbiamo ripetere, lo stabilimento COGNE, come tutti sappiamo, è nato in conseguenza di due fattori: uno era quello dell'energia, su cui dovremo discutere, perché la ristrutturazione dell'azienda comporta costi diversi di energia.

Questo discorso va legato alle risorse ed alle disponibilità attuali di energia, cioè il potenziale possibile per produrre e quello che invece si produce. Ma non voglio entrare adesso in questi dettagli, anche se importantissimi.

Fin dal 1967 il sottoscritto chiedeva conto ai responsabili della COGNE, adesso questi personaggi non ci sono più, però non possiamo dimenticarli e metterli in un angolo, questi grandi padri eterni che hanno scoperto neanche l'acqua calda! Personalmente ho avuto una crisi terribile per la chiusura della miniera di Cogne, non essendo convinto della validità di quell'iniziativa e, purtroppo, piano piano, i tempi stanno maturando e sarebbe triste dare ragione a chi, come me, gridava come un'aquila che questo avrebbe significato la chiusura della nazionale COGNE di Aosta.

Amici, questa è la realtà! E' troppo comodo oggi che un Ministro dica: "Non è conveniente". Chiunque sia il Ministro, noi sappiamo che i miracoli non si fanno, però sono mancati il buon senso nella conduzione della cosa pubblica e la serietà, soprattutto l'onestà, che dubito sia esistita nella conduzione dell'azienda, e queste sono cose che a noi hanno fatto male al cuore.

Riguardo all'attuale mozione, sono convinto che la discussione è sempre utile in quanto è una ricerca del meglio per portare avanti questo discorso, però non vi è dubbio alcune cose sono reali. Se cioè è reale la crisi mondiale e: di -conseguenza -la crisi italiana degli acciai speciali, non vi è però alcun dubbio che nella siderurgia alcuni accia speciali non sono in crisi. Il nostro Paese acquista acciai speciali per migliaia di miliardi. Bisogna pertanto verificare l'attuale nuovo tipo di produzione, che noi tecnicamente chiamiamo verticalizzazione del prodotto, fino a che punto è stata realizzata e fino a che punto il Ministro delle Partecipazioni Statali, o per esso chi lo rappresenta a livello di azienda, è cosciente ed ha la volontà di realizzare questa modifica di struttura e di produzione.

Un discorso che in questo momento può sembrare non molto importante, ma chi vi parla vi assicura che è invece basilare, è il discorso dei costi. Infatti, l'azienda COGNE deve rimanere un'azienda con costi concorrenziali e, perché questo avvenga, occorre che la materia prima, in questo caso l'energia elettrica, le sia fornita a prezzi convenienti. Questo significa che (e questo lo metterò agli atti poi, quando un giorno non sapendo più cosa fare, farò il mio libro, non bianco, ma giallo, di tutte le cose che ho detto, valide o meno), dobbiamo stare attenti perché non vorremmo che ad un certo momento il trenino abbia bisogno di 200-300 milioni per poter continuare la sua attività.

Giustamente, la regione aveva le sue riserve, la direzione della società non ha creduto, anche perché aveva un altro programma di modifica all'interno dello stabilimento, di potenziare questa struttura ed i costi sono notevolmente aumentati.

Quindi, è stato determinante questo aspetto del trasporto, per la continuità della miniera di Cogne. Non vorrei che ad un certo momento ci fosse il discorso dell'energia elettrica.

Mi risulta che, contrariamente ai programmi, la fetta di energia elettrica che necessita allo stabilimento ed il suo conseguente costo, abbia un peso notevole per la Nuova SIAS; cosa possiamo fare noi a questo punto? A mio parere dobbiamo esaminare la possibilità di aumentare l'attuale produzione di energia elettrica. Se la società sarà in grado di affrontare questi eventuali investimenti, bene; diversamente potremmo fare un programma quinquennale, quadriennale, decennale ... in base a queste eventuali disponibilità e necessità, al fine di potenziare la produzione di energia elettrica.

Se noi potessimo ovviare a queste necessità con un programma, nostro o della società di investimenti, certamente faremmo una barriera nei confronti delle valutazioni di altre sedi, cioè di non poter continuare questo tipo di produzione, a causa degli alti costi.

Occorrerà che qualcuno di noi - ed io sono disponibile, essendo quello il mio lavoro all'interno della società - cerchi di vedere cosa è possibile fare per aumentare l'attuale produzione di energia.

Come secondo discorso, penso che da parte del Presidente della Giunta non vi siano difficoltà, propongo di avere, a fine anno, i dati precisi delle reali necessità di consumo di energia, dello stabilimento siderurgico. Su queste due basi dovremmo valutare disponibilità da parte della società per effettuare eventuali investimenti e da parte nostra tutta la buona volontà possibile, anche perché, in mezzo a tutto questo lungo discorso, si inserisce il problema dell'ENEL.

Anche in questo caso noi non rischiamo assolutamente nulla, perché se vi sarà una nuova concessione per la nazionale COGNE, vi potrà essere una maggiore garanzia per la continuità dello stabilimento, in quanto i costi rimarranno gli stessi. Se però, in base alle leggi che stanno venendo avanti, questo non dovesse succedere, l'aumento di energia sarà fonte di entrata da parte della Regione e quindi, comunque vadano le cose, la Regione avrà solo dei vantaggi, sia per lo stabilimento siderurgico, qualora rimanessero le centrali alla nazionale COGNE, sia qualora le centrali, in base alle nuove leggi, dovessero andare all'ENEL.

E' evidente che, come avete capito, se le centrali andranno all'ENEL, mi pare che questo discorso sia stato abbozzato dal Presidente ed accettato dall'ENEL, in base alla legge istitutiva dell'ENEL, fino al 2000 vi sarebbe un prezzo politico per l'ammortamento ecc., con il risultato che non rischieremmo molto sotto questo aspetto. Sono però dell'avviso che bisognerebbe possibilmente aumentare la produzione.

Per il resto, mi amareggia parlare, perché sarebbe la rivincita di Pirro, quello che lo stabilimento va ridimensionato con tutte le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale, economico e per la città di Aosta.

Possiamo discutere con tutti quelli che volete, ma dobbiamo tenere presenti alcune cose e su queste dobbiamo essere impegnati; in primo luogo la Giunta, affinché solleciti da parte del Ministero il completamento di queste iniziative e, da parte nostra, vi sia la disponibilità per eventuali necessità onde poter garantire l'energia ai costi attuali. Perché, state certi, e lo possiamo dire con tutta franchezza, che se dovessero essere applicate le tabelle ENEL, in base alle necessità di consumi della nazionale COGNE, allora non avremmo bisogno di ricorrere a nessun Ministro perché, automaticamente, la situazione sarebbe già risolta in modo tragico per i lavoratori.

Ho cercato di portare il mio piccolo contributo all'individuazione dell'eventuale strada da percorrere affinché si possa in qualche modo garantire la continuità concorrenziale per la produzione di acciai speciali, ormai già ben avviata.

Con un po' di buona volontà la produzione dovrebbe essere competitiva a livello europeo e di conseguenza salveremmo i 2.000 posti di lavoro attualmente in pericolo - non sono 800 bensì 2.000 e noi tutti lo sappiamo. Se però, riusciremo a completare la ristrutturazione tecnica, con il buon senso che occorrerà ancora e garantendo l'energia elettrica a bassi costi, come attualmente, sarei un po' meno pessimista.

E' la seconda volta che intervengo su questo problema; purtroppo la realtà, che avevo rilevato 2 o 3 anni fa, si è puntualmente rivelata. Mi auguro fermamente che attuando le iniziative cui accennavo, che necessitano di una mole di investimenti, si possa garantire la continuità dello stabilimento siderurgico di Aosta, il che mi farebbe molto felice.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Lustrissy; ne ha facoltà.

LUSTRISSY - (DP): Solo per dire di non fare una discussione generale oggi sul problema della COGNE, che tutti ormai conosciamo, se non per rievocare episodi storici.

Ritengo valida la proposta della Giunta: di udire non solo il Consiglio di Fabbrica, ma anche i responsabili della società, perché da notizie avute, sembra che in quello stabilimento siano accadute cose abbastanza strane, per cui ritengo estremamente importante l'audizione anche dei responsabili della società.

La mozione andrebbe modificata in quel senso e cioè oltre all'incontro con il Consiglio di Fabbrica, si preveda un incontro allargato anche ai responsabili della società.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tamone; ne ha facoltà.

TAMONE - (UV): Per comunicare l'emendamento. Dopo il punto, il Presidente del Consiglio aveva suggerito: "di predisporre, inoltre, sempre nel corso del mese di ottobre, un'audizione con i massimi dirigenti della Nuova SIAS-FINSIDER al fine di ottenere da questi una precisa informazione sulla situazione della società."

PRESIDENTE: Mi pare che ci sia il consenso generale del Consiglio, pertanto metterei al voto la mozione nel testo emendato dal Consigliere Tamone.

Mi sembra chiaro che l'audizione avviene separatamente. Quindi: visita dei gruppi consiliari agli impianti della COGNE-Nuova SIAS, visita al termine della quale i Consiglieri regionali possono partecipare ad un incontro con il Consiglio di Fabbrica, all'interno dello stabilimento, per discutere con i rappresentanti dei lavoratori i problemi dell'azienda.

In seguito, sempre nel corso del mese di ottobre, un'audizione con i massimi dirigenti della Nuova SIAS-FINSIDER, al fine di ottenere da questi una precisa informazione sulla situazione della società.

Do lettura del deliberato della mozione, nel testo testé concordato:

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA

DELIBERA

di impegnare il Presidente del Consiglio ad organizzare entro il mese di ottobre, prendendo gli opportuni contatti con la direzione aziendale e con il Consiglio di Fabbrica, una visita dei gruppi consiliari agli impianti della Cogne-Nuova SIAS, visita al termine della quale i Consiglieri regionali possano partecipare ad un incontro con il Consiglio di Fabbrica all'interno dello stabilimento, per discutere con i rappresentanti dei lavoratori i problemi dell'azienda; a predisporre inoltre, sempre nel corso del mese di ottobre, un'audizione con i massimi dirigenti della Nuova SIAS-FINSIDER al fine di ottenere da questi una precisa informazione sulla situazione della società.

PRESIDENTE: Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in approvazione la mozione così modificata:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 25

Il Consiglio approva all'unanimità.