Oggetto del Consiglio n. 512 del 6 ottobre 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 512/VII - INIZIATIVE PER LA CESSAZIONE DELL'ESERCIZIO DEL TIRO AL PICCIONE A SAINT-VINCENT. TRATTAZIONE DI INTERPELLANZA E REIEZIONE DI ORDINE DEL GIORNO E DI MOZIONE.
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza, presentata dai Consiglieri Cout e Péaquin, concernente: "Interventi per la cessazione dell'attività del tiro al piccione in un'area di proprietà regionale":
INTERPELLANZA
Considerato che, dopo un'assenza di una decina d'anni, è ripresa in Valle l'attività di tiro al piccione, uno "sport" che ha sempre sollevato polemiche e contestazioni e non solo da parte di associazioni protezionistiche (vi è stata a suo tempo anche la votazione di una mozione in Consiglio regionale);
Tenuto presente che tale attività si svolge a Saint-Vincent su di un territorio di proprietà regionale;
Ritenuto che non si debba permettere in Valle questo "sport" crudele che provoca maltrattamenti e sofferenze ad animali (si parla di 5.000 piccioni uccisi nel primo fine settimana, senza contare quelli feriti), quando nell'area in questione potrebbero trovare posto altri "sports" di tiro a volo, quali il tiro al piattello;
I sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
Il Presidente della Giunta per sapere se è nelle intenzioni della Giunta regionale intervenire per far si che su un'area di proprietà regionale venga a cessare lo "sport" crudele del "tiro al piccione", per far posto ad altre forme di tiro a volo.
PRESIDENTE: Do lettura della mozione del Consigliere Carlassare concernente: "Intervento per la cessazione del tiro al piccione che si effettua nel territorio del Comune di Saint-Vincent":
MOZIONE
Appreso che in un terreno di proprietà regionale situato a Saint-Vincent in località Moron, gestito dalla SITAV, è stato inaugurato un "tiro al piccione";
Rilevato che questo barbaro esercizio di abilità è ormai bandito da quasi tutte le società europee;
Constatato che al gusto sadico dei tiratori di abbattere dei poveri animali si accompagna e si sovrappone una lucrosa e fuorilegge attività di scommesse;
IL CONSIGLIO REGIONALE
ritenendo che il consentire che nel territorio regionale si svolga, con annessi e connessi, il "tiro al piccione" sia da considerare una vergogna per la Regione ed un discredito per i valdostani
DELIBERA
di impegnare il Presidente della Giunta ad intervenire immediatamente per far cessare questo sconcio.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare per l'illustrazione della mozione.
CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Questo problema potrà anche parere un qualcosa di assolutamente banale dopo la discussione dei massacri nel Libano, ma qui si tratta di massacro di piccioni. La cosa può anche farvi ridere, comunque è tanto un problema politico, quanto di morale che riguarda i singoli Consiglieri, indipendentemente dall'appartenenza o meno ad un gruppo politico o all'altro.
In questi anni abbiamo assistito alla chiusura di strutture simili esistenti in varie zone dell'Italia dietro pressione di gruppi di opinione che consideravano un barbaro esercizio di abilità, non sicuramente sportivo, quello di abbattere dei piccioni che prendono il volo da delle gabbiette previo taglio di alcune penne della coda in modo da rendere più irregolare il volo degli stessi, in maniera tale che chi spara abbia qualche difficoltà in più.
Ritengo che questo esercizio di abilità non abbia niente a che vedere con la caccia.
Presumo, pur non essendo un cacciatore, che il piacere del cacciatore non sia solo quello di ammazzare la selvaggina, bensì quello di cacciarla, di stanarla e poi magari anche quello di mangiarla. D'altra parte, ritengo che l'uomo non civilizzato da parecchie centinaia di migliaia di anni, da quando esiste cioè, ha cacciato gli animali, non soltanto per il gusto di farlo, ma per la necessità di alimentarsi o per difendersi quando li considerava pericolosi.
Questo esercizio di abilità, invece, non ha niente a che vedere con tutte queste motivazioni. In questo caso si uccidono degli animali per il semplice gusto di farlo, senza dargli la caccia, semplicemente standosene lì, in panciolle, con il fucile pronto, aspettando il momento che il piccione prenda il volo per sparargli.
Ritengo che questo sia veramente negativo perché si ammazzano degli esseri viventi. Inoltre la ritengo una pratica altrettanto negativa in quanto vengono distrutti anche tantissimi alberi. Sarebbe equivalente permettere di sparare con dei piccoli cannoni per abbattere filari di pioppi. Sarebbe cioè un'azione illogica, da reprimere e non consentita.
Attualmente noi ci troviamo di fronte ad un'azione intrapresa dalla Magistratura che ha fatto chiudere questa struttura e non sappiamo assolutamente quale decorso avrà questa vicenda.
Nonostante questo, ritengo che sarebbe importante, ed anche una dimostrazione di civiltà da parte di questo Consiglio regionale, che il principio che gli animali non devono venire abbattuti in tal modo fosse sancito dalla maggioranza di questo Consiglio.
Riguardo alle argomentazioni per cui queste strutture porterebbero un grosso flusso turistico in quel di Saint-Vincent, vorrei far rilevare che se gli operatori turistici di Saint-Vincent riescono ad escogitare un simile richiamo per aumentare il flusso turistico nella zona, hanno veramente una scarsa immaginazione. Se questa attività serve a dimostrare l'abilità dello sparatore, sono sufficienti i piattelli ed il tiro a segno, discipline olimpiche, senza dover ricorrere all'uccisione di poveri piccioni. Ritengo inoltre che si potrebbe favorire tutta una serie di altre attività che possono essere considerate da reprimere, dal punto di vista morale, prima ancora che dal punto di vista legale, per cui io invito questo Consiglio ad esprimere la sua condanna a questa crudele pratica, tenendo presente che a questa si accompagna un'altra attività che è quella che realmente porta qualche cliente in più a Saint-Vincent; si tratta delle scommesse. E' un'attività che viene svolta al di fuori di quella che è la legge, perché quel tipo di scommessa mi pare sia assolutamente vietata, per cui ci troviamo di fronte ad un ente pubblico che si fa promotore di un'iniziativa che ha tutta una serie di aspetti al di fuori della legge e quindi da condannare. Per questo motivo invito il Consiglio a condannare questa attività, a dare mandato al Presidente della Giunta, nel caso che la Magistratura non riesca nel suo intento, di bloccare il proseguimento del tiro al volo in quel di Moron ed agire per impedire che questa attività possa continuare ancora.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Cout; ne ha facoltà.
COUT - (PCI): Anche noi avevamo preparato un'interpellanza su questo problema, ma attualmente è superata in un certo qual senso. Infatti, dalla presentazione dell'interpellanza ad oggi è accaduta una serie di fatti che ci portano a fare una proposta diversa al Consiglio, con la presentazione di un ordine del giorno che leggerò dopo. Sono abbastanza d'accordo con la serie di proposte fatte dal Consigliere Carlassarre, tra queste l'attività del tiro al piccione non centra. Secondo me, queste proposte non hanno niente a che vedere con la caccia in Valle d'Aosta e con la disciplina più moderna e più aderente alle esigenze di oggi. Aggiungerei che queste attività, di pura e semplice abilità, possono essere sostituite con altre di tiro al piattello, sagome correnti, ecc. Siamo quindi convinti che sia effettivamente necessario fare in modo che il tiro al piccione a Saint-Vincent possa essere sostituito con un'altra attività. Vi dò ora lettura dell'ordine del giorno:
TENUTE PRESENTI le prese di posizione sollevatesi da diverse parti contro la riapertura del "tiro al piccione" di Saint-Vincent;
CONSIDERATO il decreto di sequestro del campo di tiro al piccione della Frazione Ronc Damon da parte della Magistratura;
PRESO ATTO della dimostrazione di protesta di domenica tre ottobre mattino dei commercianti di Saint-Vincent che si sono visti con questo diminuire una attività turistica che potrebbe essere mantenuta, pur se in parte, con una attività di tiro a volo che escluda l'utilizzo di animali;
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
nella sua seduta del 6 ottobre 1982
DELIBERA
di impegnare la Giunta regionale a muovere i passi necessari a far si che, pur in attesa di decisioni della Magistratura circa la violazione e di articoli del Cadice Penale, si prima alla riapertura e si vada verso un futuro uso del campo per attività di tiro: a volo che escludano l'utilizzo di animali, in modo da non penalizzare con una chiusura completa del capo di tiro a volo, l'attività turistica di Saint-Vincent.
Questo interessa direttamente gli abitanti di Saint-Vincent, oltre che servire a dare un' immagine diversa ad una clientela, ad un turismo più qualificato che in Valle d' Aosta non può accettare certamente l'attività del tiro al piccione. Dichiaro che noi presentiamo questo ordine del giorno alla Presidenza.
PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta; ne ha facoltà.
ANDRIONE - (UV): Questo interessante e volatile argomento è già stato affrontato a più riprese dal Consiglio regionale che ne ha ampiamente discusso prendendo delle decisioni in alcuni casi più ampie, in alcuni casi più deboli.
Il primo documento risale all'anno 1971, addì 23 del mese di ottobre, quando il piccione era già di moda ed il Consiglio regionale, con un solo voto contrario, decideva di impegnare 130 milioni di pregiate lire nella costruzione di detto campo.
Il tempo passava ed i 130 milioni di lire diventavano 250, dopo di che, al fine di rispettare le ben note fonti di Saint-Vincent - questo in ricordo del famoso Benito che aveva fatto chiamare il paese San Vincenzo della Fonte - si è dovuto fare un ponte enorme che però dovesse sempre, in funzione del piccione, rispettare la Fonte dall'altra parte.
Per questo sono stati necessari altri 600 milioni di allora. In seguito, causa il Piano regolatore, c'è stato un piccolo tempo di arresto, modesto, perché in data 14 febbraio 1975 una mozione chiedeva di abolire completamente il tiro al piccione.
La Giunta, allora relativamente giovane, non per età dei componenti, ma di nomina, disse che non riteneva questa decisione molto opportuna, perché qui si stava giocando come a Gioia Tauro (che ormai si chiama Gioia Bove, viste le mutilazioni subite a seguito di certe decisioni prese, ma poi non attuate). La Giunta rilevò invece che era necessario un certo rispetto per il denaro del contribuente, per cui quello che veniva deciso doveva essere mantenuto, anche se non collimava pienamente con tutte le idee.
Di conseguenza, la Giunta è andata avanti fino ad ora. Per quanto riguarda la Giunta si sparerà al piccione fino a quando tutte le spese eseguite con denaro pubblico non saranno ripagate, ivi compresi l'interesse, la svalutazione e l'inflazione. Dopo di che, saremo opportunamente disposti a riprendere il discorso e a salvare questi volatili, altrimenti farà la parte del piccione impallinato il contribuente, e questo a noi non piace.
Nell'oggetto n. 67 del 14 febbraio 1975 si era detto, visto che la situazione era questa, di decidere liberamente, in quanto non esistevano schieramenti di partito e 17 Consiglieri votanti contro 15 non hanno approvato la mozione, per la chiusura del tiro al piccione.
Questo ha implicato che si è continuato a spendere in questo senso e non ci sembra assolutamente possibile, fatto salvo il procedimento della Magistratura anche se a noi, evidentemente immaturi in materia, una volta ci era stato insegnato che il diritto penale è uguale per tutti e nell'intero paese.
Visto che in Italia esistono 34 campi di tiro al piccione e che nel 1980 c'è stato un campionato mondiale di tiro al piccione svoltosi a Milano, questo fa ritenere che il diritto penale è uguale in tutto il territorio nazionale, per cui non abbiamo alcun dubbio in proposito. E' come per le slot-machines, che non sono obiettivamente e penalmente perseguibili, tanto che queste continuano a divertire molta gente a Saint-Vincent.
Per quanto riguarda la Giunta regionale, in questa materia, voglio far rilevare che prima si devono realizzare le decisioni del Consiglio, legittimamente assunte con impegno dei fondi regionali, dopo si possono fare dei lirici accenti sulle penne caudali (che però a quanto pare non vengono più tagliate), e sul fatto, che può anche essere giusto, di non sparare per il solo divertimento. E qui mi sia permesso dire, a titolo personale, che oggi si sta sviluppando un concetto antropomorfico della natura per cui è giusto, anzi è doveroso avvelenare, annegare, infettare il topolino, mammifero normalmente simpatico, che però dà noia, mentre crea un disturbo enorme sparare con il fucile ad un piccione perché è un volatile più simpatico.
E' più facile ammazzare una vipera che un canarino, è vero! La vipera suscita disgusto, mentre il canarino è grazioso, per non parlare degli agnelli, ahimè! Questo tipo di pseudocultura, per quanto ci riguarda, ci fa soltanto sorridere. Queste non sono cose serie! Personalmente sono contrario al tiro al piccione, però su un altro piano, con altre motivazioni e, a mio avviso, con un'altra serietà e con un altro atteggiamento. Pertanto ritengo che avendo il Consiglio regionale legittimamente fatto le sue scelte in questa materia, anche perché sono stati impegnati dei denari regionali, questa vicenda non potrà essere conclusa se non quando quegli obiettivi, ivi compresi quelli turistici secondari, non saranno realizzati. Soltanto allora il Consiglio sarà in condizione di poter decidere differentemente.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.
CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Sono dell'avviso che col passare degli anni sia anche possibile cambiare idea. Stando a questa vicenda, così come si sta sviluppando, è anche possibile che il decorso legale della questione faccia sì che i denari del contribuente, difesi a spada tratta dal Presidente della Giunta, possano comunque essere buttati dalla finestra.
E' infatti possibile che ad un ricorso fatto dall'associazione di tiro a volo di Saint-Vincent nei confronti dell'operato del Pretore, possa seguire un altro ricorso ad un livello superiore di Magistratura. Contenzioni di questo genere portano come minimo ad un'attività estremamente irregolare.
E' possibile che questo tipo di attività porti a fare le scommesse, in fatti, in ultima analisi, chi viene a Saint-Vincent sono in larga parte degli scommettitori, però è anche possibile che si perda un altro tipo di clientela che, disgustata per il tiro al piccione, scelga altre località di soggiorno.
Ci sono anche altri aspetti non secondari, ad esempio vi sono quei "pistoleros" che bloccano l'accesso ad un villaggio sulla strada comunale.
Questo è senz'altro un aspetto di secondaria importanza, lì abitano solo due o tre vecchietti e quindi questi possono avere il loro permesso.
Io concordo con l'ordine del giorno presentato dal gruppo comunista che propone di adoperare queste strutture per tutta una serie di altre attività sportive e riconosciute tali, contemplate anche dal CONI come gare olimpiche, che potrebbero portare un flusso turistico maggiore e, secondo me, più simpatico. Io non apprezzo molto infatti le persone che viaggiano con le mazzette da 100 mila lire in mano per fare scommesse.
Nessuno pretende di buttare i quattrini del contribuente dalla finestra; si chiede semplicemente un impiego diverso del campo di tiro a volo che darebbe, in ogni caso, un'immagine più moderna della Valle d'Aosta anche perché in Europa il tiro al piccione non è che sia molto popolare (questo visto che spesso e volentieri si cerca di fare riferimento alla Svizzera, dove questo sport è mal considerato).
Ritengo che con una limitata spesa, sarebbe possibile conciliare le due esigenze, che non sono politiche, ma morali, spicciole, creando un'attrezzatura sportivo-ricreativa che incrementi effettivamente il turismo nella zona di Saint-Vincent.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tonino; ne ha facoltà.
TONINO - (PCI): Voglio fare una rapidissima dichiarazione di voto sulla mozione e sull'ordine del giorno. Noi, naturalmente, sosteniamo il nostro ordine del giorno con una motivazione che mi sembra molto semplice e che risponde, almeno per quello che ci riguarda, a quella che mi è sembrata una rigidità incomprensibile da parte del Presidente della Giunta; nel senso che le decisioni prese dal Consiglio regionale possono essere modificate in qualsiasi momento.
Molte volte quest'aula ha modificato precedenti orientamenti del Consiglio. A questo proposito faccio un esempio che forse è il più significativo; il Consiglio regionale a suo tempo aveva deciso di costruire un ospedale geriatrico. Sono cambiati gli orientamenti; oggi si costituisce in quell'edificio qualcosa di diverso e i denari del contribuente non sono buttati dalla finestra.
Nel caso che stiamo esaminando, noi proponiamo la stessa cosa. Proponiamo che un'attività (non oso definirla sportiva perché non credo che abbia alcunché di sportivo), che è crudele, sia sostituita con un'altra attività.
In questo senso dunque gli investimenti fatti dall'ente pubblico non sono affatto buttati via, ma sono utilizzati in modo diverso.
Il Presidente della Giunta ha ricordato l'orientamento del 1975 ed ha ricordato che, con una mozione presentata da Chincheré, Tonino, Manganoni, Monami, Siggia, Lustrissy, Chanu, Benzo, Albaney, Lanivi, Dujany e Maquignaz si chiedeva l'abolizione del tiro al piccione.
Questa mozione non passò in quel periodo con 17 voti contrari e solo 15 voti favorevoli - tra l'altro ci fu il Consigliere Manganoni che si sbagliò - per cui in realtà la votazione era 16 a 16. Pertanto non si capisce perché il Consiglio oggi non si possa pronunciare in un altro modo. Questa, molto semplicemente, è la nostra proposta; proponiamo che quella struttura non rimanga inutilizzata, ma che sia invece utilizzata dal Comune di Saint-Vincent trasformandola in un'attività sportiva come il tiro al piattello e il tiro a volo.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola, in sede di discussione generale, metto in approvazione l'ordine del giorno, che non rileggo perché è stato distribuito e quindi lo diamo per letto.
La parola al Presidente della Giunta; ne ha facoltà.
ANDRIONE - (UV): L'ordine del giorno rappresenta comunque un'autorizzazione del campo. Se poi questa autorizzazione - e qui la discussione potrebbe essere molto ampia - sia corrispondente a quello che è stato previsto o meno è un altro discorso, comunque è parzialmente corrispondente perché si fa del tiro all'arco, si fa del tiro alla pistola.
Il Consigliere Carlassare un giorno andrà lì con il Kalashnikov ad esercitarsi...
Dichiaro la nostra astensione perché l'ordine del giorno è parzialmente contrario a quanto sosteniamo.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola, in sede di discussione generale, metto in approvazione l'ordine del giorno che diamo per letto:
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 25; votanti: 9; favorevoli: 9; astenuti: 16 (Andrione, Berti, Bordon, Clusaz, De Grandis, Fosson, Lustrissy, Mappelli, Maquignaz, Marcoz, Martin, Pollicini, Ricco, Rollandin, Tamone e Voyat.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE: Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in approvazione la mozione presentata dal Consigliere Carlassare:
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 25; favorevoli: 1; contrari: 14; astenuti: 10 (Bajocco, Carral, Cout, Dolchi, Fosson, Lustrissy, Mafrica, Minuzzo e Péaquin e Tonino).
Il Consiglio non approva.