Oggetto del Consiglio n. 4239 del 19 dicembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4239/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a prevenire eventuali futuri contenziosi per il riconoscimento delle progressioni economiche dei docenti relative all'anno 2013".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la conferenza capigruppo. Siamo al punto numero 21.01. Per illustrare l'interpellanza si è prenotato il Consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Affrontiamo di nuovo una questione riguardante i docenti, in particolare i docenti a tempo determinato. Nell'ormai lontano 2011, con la legge finanziaria era stato prescritto il blocco dell'anzianità dei docenti per il triennio 2011-2013 e questo blocco aveva di fatto delle ricadute economiche relativamente all'anno 2013, quindi limitava sostanzialmente le progressioni economiche rispetto a quello specifico anno. Anche in Valle d'Aosta le ricostruzioni di carriera che sono state emanate dall'Amministrazione regionale non conteggiano evidentemente nella progressione di carriera l'anno lavorativo 2013, quindi quest'anno lavorativo (per intenderci - per i profani -il 2013) è stato computato chiaramente ai fini dell'anzianità, quindi ai fini previdenziali, ma non ai fini degli scatti economici di anzianità. Nel tempo però ci sono state delle impugnazioni. Questa norma è stata contestata da alcuni ricorrenti e ci sono state già delle pronunce giudiziarie, giurisprudenziali, su questo tema. Tanto che il Tribunale di Marsala nel febbraio del 2023 aveva accolto la tesi del ricorrente, quindi del lavoratore. Lo stesso è avvenuto da parte della Corte d'appello di Firenze il 30 gennaio del 2024 di quest'anno e poi ancora, più recentemente, nel giugno di quest'anno la Corte di cassazione ha riconosciuto il principio in base al quale l'anno 2013 deve essere ritenuto valido ai fini giuridici per il personale a tempo indeterminato. Sappiamo che varie organizzazioni sindacali stanno promuovendo ricorsi per il riconoscimento delle progressioni economiche relative all'anno 2013 e quindi abbiamo preso in considerazione il fatto naturalmente che eventuali ricorsi nei confronti della Pubblica Amministrazione - e nel caso specifico nostro, regionale - costituirebbero un danno per l'Amministrazione stessa. Come già ci è capito, ne avevamo parlato in Consiglio con l'Assessore, in una situazione molto simile, quella del bonus docenti, anche qui abbiamo questo problema: se si scatenassero i ricorrenti se ci fosse - non sappiamo i numeri, per questo interpelliamo - una campagna di ricorsi nei confronti della Pubblica Amministrazione c'è il concreto rischio che (oltre al danno economico patrimoniale diretto, relativo a queste somme che dovrebbero essere riconosciute anziché no) ci sarebbero anche tutte le conseguenze anche in termini di spese legali.
Interpelliamo quindi l'Amministrazione regionale per sapere se abbia, come immaginiamo di sì, preso conoscenza di questa situazione, di questo orientamento abbastanza avviato della giurisprudenza; se siano state fatte delle stime, anche in modo approssimativo, su quelle che potrebbero essere le conseguenze economiche di eventuali pronunce anche nei confronti dell'Amministrazione regionale valdostana e se sia intenzione del Governo prevenire ulteriori eventuali futuri contenziosi e, in caso positivo, attraverso quali modalità.
Presidente - Per la risposta l'assessore Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Naturalmente questa non l'ho scritta io, nel senso che è molto tecnica, quindi si sono sguinzagliati gli uffici. Stiamo seguendo comunque da tempo questo, come tutte le novità che lei, in particolare, e il collega Perron - e forse anche qualche volta le colleghe di PCP portano - portate all'attenzione. Novità, che, come lei giustamente evidenzia, determinano delle ricadute economiche ovviamente in termini di contenziosi, perché non è tanto il pagamento del dovuto, perché ciò che è dovuto è dovuto; c'è poi tutta la partita delle spese legali e dei contenziosi che sono forse un po' la beffa di tutta una ricostruzione che poi dopo non dipende mai da noi, ma dipende da altri soggetti sui quali poi però la Regione deve intervenire anche da un punto di vista economico.
Lei mi chiede alla prima domanda "Se l'Amministrazione regionale abbia preso coscienza del citato orientamento giurisprudenziale". Il legislatore statale, ai fini del contenimento della spesa pubblica in materia di pubblico impiego - come lei ha accennato - ha previsto con DPR 122 del 2013per tutti i docenti la non utilità dell'anno 2013 per la maturazione delle posizioni stipendiali. Giustamente lei evidenziava che invece, da un punto di vista di carriera, quest'anno viene comunque conteggiato. Considerato che, ai sensi del DPR 861/75 (relativa legge regionale 23/77) al personale scolastico regionale si applica la disciplina legale contrattuale del personale scolastico statale, gli uffici della Sovraintendenza agli studi - analogamente a quanto attuato sul resto del territorio nazionale da parte del Ministero dell'Istruzione - escludono il servizio prestato nel 2013 dal computo della progressione stipendiale per tutti i docenti messi a ruolo prima del 2013. È negli atti di ricostruzione di carriera per il riconoscimento dei servizi pre-ruolo, questo perché noi applichiamo le regole nazionali pur essendo poi noi a dover pagare (come le dicevo prima) il trattamento retributivo e tutte le conseguenze di situazioni che ci vengono in qualche modo imposte dal livello nazionale.
A fronte di un immutato quadro normativo, tuttavia l'Amministrazione regionale sta seguendo negli ultimi mesi l'evoluzione della giurisprudenza che, pur riconoscendo la legittimità del blocco, ne limita gli effetti al solo aspetto economico, prevedendo che il blocco non debba influire negativamente sulla carriera ai fini giuridici e che pertanto l'anno 2013 debba essere concretamente ritenuto utile ai fini della carriera, non, ovviamente, per la maturazione degli anni per andare in pensione, ma per la maturazione delle progressioni stipendiali di anzianità, i cosiddetti scatti che gli insegnanti hanno nel loro contratto di lavoro.
Si segnala che sul tema c'è stata anche una pronuncia del nostro Tribunale che ha chiarito un aspetto fondamentale. In data 19 novembre, infatti, con la sentenza 89 del 2024, il Giudice del lavoro di Aosta ha ritenuto fondata l'eccezione del ne bis in idem eccepita dalla Regione per quanto riguarda l'anno 2013, riconoscendo che, laddove - questa è una particolarità che ci riguarda - la ricostruzione di carriera sia stata ottenuta a seguito di un precedente ricorso in cui non è stato richiesto il periodo lavorato nell'anno 2013 per il principio per cui giudicato copre sia il dedotto sia il deducibile, di tale anno non possa tenersi conto neanche in un successivo ricorso. Di questo devono tener conto ovviamente coloro che prima avevano fatto un ricorso per la ricostruzione di carriera. Questa la do come informazione, che può essere utile magari anche agli avvocati che ogni tanto ci propongono queste situazioni.
"Se siano state fatte delle stime su quali potrebbero essere le conseguenze di ordine patrimoniale per l'Amministrazione regionale in conseguenza dei predetti orientamenti degli organi giudiziari". È possibile comunicare che a oggi sono pervenuti circa un centinaio di atti di diffida per il riconoscimento dell'anno 2013 e sono ovviamente interruttivi delle prescrizioni ma non è al momento possibile - come mi sembra di aver già detto, non mi ricordo più per quale altra situazione - fare delle stime. Laddove si consolidasse definitivamente il citato orientamento giurisprudenziale, l'anno 2013 dovrebbe essere riconosciuto a tutti i docenti di ogni ordine e grado che erano già in ruolo nel 2013, ma anche a tutti quei docenti a cui seppur confermato il ruolo in anni successivi al 2013 - ed è lì il grande pasticcio di tutta questa faccenda - il servizio prestato in tale anno è stato, o sarà, riconosciuto quale servizio pre-ruolo.
Pertanto già l'individuazione della possibile platea dei docenti interessati - molti dei quali sono già in quiescenza, quindi percepiscono già pensione, come lei può immaginare - è estremamente complessa, dopodiché occorrerebbe effettuare per ognuna di queste persone interessate un nuovo atto di ricostruzione della carriera con l'inserimento dell'anno sino a oggi bloccato e la definizione dello scaglione stipendiale aggiornato e infine calcolare, se dovute, le differenze retributive riferite ai 5 anni antecedenti (che sono gli anni entro i quali non vi è la prescrizione) operando ovviamente il termine di prescrizione. Aggiungo a margine che immagino che questa cosa crei poi dei problemi anche all'INPS, nel senso che poi dovrebbe essere - credo - presa in considerazione anche dall'Istituto previdenziale per un eventuale ricalcolo della pensione; non so se sia possibile ma, come vede, le dimensioni sono piuttosto considerevoli.
Lei mi chiede "Se sia intenzione del Governo regionale prevenire ulteriori futuri contenziosi e, in caso positivo, attraverso quali specificazioni". La questione del recupero dell'anno 2013 purtroppo, come le ho detto prima, visto che noi siamo vittime - pur essendo pagatori - andrebbe risolta a livello nazionale dal Ministero anche attraverso la sempre possibile soluzione contrattuale, che è un po' ciò che auspichiamo tutti ed è un auspicio che anche i sindacati ovviamente hanno - credo - e anche i lavoratori.
A livello regionale ci si sta muovendo e nel mese di ottobre io ho incontrato, insieme alla Sovraintendente e alla dirigente competente, alcune sigle sindacali. Due sigle sindacali ci hanno chiesto e si sono interessate specificamente del tema del riconoscimento del 2013 per un confronto su tale problematica, provando a designare una possibile linea di azione di cui si sta verificando la fattibilità e la possibile tempistica anche in relazione all'impatto, come lei può ben immaginare, sul carico di lavoro degli uffici; c'era anche l'Avvocatura, quindi abbiamo fatto un'analisi dettagliata della situazione, dei possibili effetti da un punto di vista finanziario e, come le ho detto, anche delle ricadute che questo tipo di ricostruzione che dovrebbe essere effettuata su una platea enorme potrebbe avere poi sull'organizzazione degli uffici, quindi anche questo è un fatto che dovrà essere preso in considerazione nel momento in cui riusciremo a sbloccare... a favore dei lavoratori, non di avvocati. Questo io lo dico sempre, perché l'importante è che, se è un diritto, è giusto che questo venga riconosciuto, ma, se poi questo determina contenziosi seriali, l'interesse nostro non è di favorire chi effettua i contenziosi seriali, ma chi ha diritto a questi emolumenti.
Presidente - Per la replica il consigliere Sammaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) - Volevo correggere parzialmente le premesse che avevo fatto, confondendomi per un attimo con quello che era stata la questione del bonus docenti, che riguardava chiaramente dei lavoratori a tempo determinato. Questa, al contrario, è una questione che riguarda quelli a tempo indeterminato e quindi coloro che hanno una carriera, una progressione di carriera e la questione è relativa a questo.
Sì, sicuramente adesso non voglio fare il difensore degli avvocati, ma probabilmente se qualcuno ha detto che questo anno andava riconosciuto è grazie a qualche avvocato perché, se non ci fosse stato il primo che faceva la causa... e questo al di là del discorso di cui adesso si sta parlando, anche un tema molto di attualità, cioè l'inserimento dell'avvocato in Costituzione, che io credo sia addirittura sacrosanto per certi versi, ma è quella che è la funzione... l'avvocato viene visto un po' come il rompiscatole, ma molto spesso è anche colui grazie al quale molti cittadini ottengono giustizia, ottengono riconoscimento di diritti che, come vediamo, se qualcuno non avesse fatto valere, adesso non saremmo qui a parlare di questo. È chiaro che poi le conseguenze molto spesso nella giustizia o comunque nel chiedere giustizia e ottenerla sono una complicazione per tanti e in questo caso per la Pubblica Amministrazione.
Detto questo, lei mi ha dato degli spunti interessanti a proposito del fatto di quante possano essere le questioni e di quanto sia complicato, a volte quasi impossibile, fare una stima di previsione. Lei ci ha parlato di un centinaio di atti di diffida, probabilmente saranno molti di più, perché alcuni saranno già in quiescenza, con tutte le conseguenze anche sui calcoli pensionistici, qualcuno chiaramente non ci avrà pensato, qualcun altro ci starà pensando e potrebbe essere la platea delle persone interessate, quindi dei docenti interessati, anche piuttosto ampia, con tutte le diversificazioni e anche le complicazioni.
Certo che diventa un po' difficile a volte anche prevenire - e capisco - dal punto di vista della Pubblica Amministrazione, e forse qui l'intervento dovrebbe essere evidentemente a livello nazionale, perché solo attraverso una soluzione contrattuale - come diceva lei, giustamente - o comunque una disposizione normativa, si potrebbe rimediare a quello che sinceramente però, dal punto di vista non solo umano ma anche giuridico, era un'iniquità perché toglierti un anno di anzianità, anche solo dal punto di vista economico, non si comprende perché. Già per una categoria che di problemi ne ha già avuti parecchi, dal punto di vista anche stipendiale eccetera, perché creargliene altri? Sono quelle disposizioni che a volte vengono prese perché da qualche parte la coperta bisogna tirarla e poi alla fine però fai più danni che benefici alla Pubblica Amministrazione.
Staremo a vedere, spero che ci potrà essere un intervento che possa andare a sistemare anche questa situazione, che comunque è importante.