Oggetto del Consiglio n. 4167 del 21 novembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4167/XVI - Interpellanza: "Eventuali azioni per organizzare i corsi necessari all'abilitazione degli insegnanti valdostani presso l'Università della Valle d'Aosta".
Bertin (Presidente) - Punto n. 37. Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Questa iniziativa riprende un'altra iniziativa discussa già e presentata dal collega Perron relativa proprio alle azioni necessarie per l'abilitazione degli insegnanti valdostani presso l'Università della Valle d'Aosta, perché questo tema è di assoluto interesse e di assoluta preminenza in questo periodo.
L'abilitazione all'insegnamento è uno snodo cruciale per chi punta alla carriera di insegnante, rappresentando un requisito indispensabile non solo per l'accesso alla professione, ma anche per la successiva stabilizzazione contrattuale; e questo passaggio si arricchisce di un valore aggiunto considerando l'evoluzione del contesto educativo e la necessità di una preparazione sempre più mirata e qualificata.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2023 va proprio in questa direzione, definendo il percorso formativo per l'abilitazione all'insegnamento.
Le procedure per ottenere l'abilitazione all'insegnamento differiscono significativamente in base al livello scolastico e alla specificità del ruolo docente. Questa varietà riflette le distinte esigenze formative tra l'insegnamento nelle scuole dell'infanzia primaria rispetto a quello delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Analogamente, si registrano variazioni nelle modalità di abilitazione tra i posti comuni e quelli di sostegno, evidenziando le necessità di un approccio formativo diversificato e mirato alle particolari responsabilità didattiche ed educative caratteristiche di ciascuna categoria.
Se nulla è cambiato per quanto riguarda il percorso di abilitazione per l'insegnamento nelle scuole dell'infanzia primaria, significativi invece sono i cambiamenti per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
Nello specifico, il sistema di formazione iniziale di accesso ai ruoli a tempo indeterminato degli insegnanti prevede innanzitutto un percorso universitario e accademico di formazione iniziale, corrispondente ad almeno 60 crediti formativi universitari o accademici, quindi CFU o CFA, da svolgere per acquisire le competenze teorico-pratiche dopo la laurea o durante il percorso formativo.
In seguito, gli aspiranti docenti devono sostenere un concorso pubblico nazionale indetto su base regionale o interregionale, con cadenza annuale.
Se vincitori di concorso, gli aspiranti insegnanti devono superare un periodo di prova in servizio di un anno che prevede un test finale e una valutazione conclusiva anche sulle competenze didattiche acquisite dal docente nel corso dell'anno di formazione.
In attesa che il nuovo sistema vada a regime, è prevista una fase transitoria fino al 31 dicembre 2024, durante la quale chi insegna da almeno tre anni nella scuola statale può accedere direttamente al concorso e, se vincitore, deve poi conseguire 30 CFU e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Inoltre, è ammesso a partecipare al concorso anche chi abbia conseguito almeno 30 CFU o CFA o 24 CFU o CFA previsti come requisito d'accesso secondo l'ordinamento precedente.
Infine, i vincitori del concorso su posto comune non abilitati, in possesso di 30 CFU o CFA o dei 24 CFU o CFA conseguiti entro il 31 ottobre 2022, sono assunti con contratto annuale a tempo determinato part-time e devono completare il percorso universitario e accademico di formazione iniziale con prova finale che, se superata, sarà seguita dal periodo annuale di prova.
I percorsi docenti previsti dalla norma sono organizzati ed erogati attraverso centri universitari accademici di formazione iniziale degli insegnanti, che comprendono un periodo di tirocinio presso le scuole e la prova finale, con una lezione simulata, per esaminare la capacità di insegnamento che deve presentare un approccio didattico, innovativo e coerente con la formazione ricevuta.
Coloro che superano queste valutazioni conseguiranno l'abilitazione per la classe di concorso di riferimento, intraprendendo così il percorso verso l'insegnamento, che prevede, dopo l'abilitazione, la partecipazione a un concorso e un anno di prova sul campo, concluso da un test finale e una valutazione complessiva.
In sintesi, il nuovo percorso di abilitazione all'insegnamento è così strutturato: laurea magistrale, triennale per ITP, più percorsi di abilitazione di 60 CFU o CFA, più concorso, più anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.
Qui arriviamo a quella che è però la criticità che abbiamo già sollevato e che ha già sollevato in primis il collega Perron all'interno di quest'Aula, ovvero il fatto che la formazione degli insegnanti valdostani venga erogata da strutture che sono collocate al di fuori della regione, concorsi a numero chiuso, che costringono i docenti che necessitano abilitazione a consumare ferie e permessi per seguire i corsi, oltre ovviamente sobbarcarsi il costo di trasferimenti.
Oltre a questo dobbiamo aggiungere anche la criticità della copertura del momento in cui si va a seguire il corso, perché è chiaro che se un insegnante va a seguire il corso fuori regione lascia il posto scoperto che deve essere coperto in un'altra maniera, e tutto questo si scarica da una parte come costo a livello personale sugli insegnanti, dall'altra parte evidentemente come costo sulla pubblica Amministrazione e infine sugli studenti.
Ecco perché con quest'interpellanza chiediamo all'Assessore competente se sia a conoscenza di quanto segnalato e, in caso affermativo, se sia intenzione di predisporre, di concerto con l'Università della Valle d'Aosta, ogni azione utile ad organizzare i corsi necessari di abilitazione degli insegnanti valdostani.
Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Come lei ha citato, il tema è già stato oggetto di svariate iniziative, quindi alcune cose si ripetono.
Lei mi chiede se si è a conoscenza di quanto segnalato: evidentemente sì.
Poi mi chiede, in caso affermativo, se sia intenzione predisporre, di concerto con l'Università della Valle d'Aosta, ogni azione utile a organizzare i corsi necessari all'abilitazione degli insegnamenti valdostani. Faccio una premessa che, secondo me, può essere utile, forse è una novità: siccome ho risposto a diverse interpellanze, non mi ricordo se a questa l'ho comunicata, ovviamente confermo di essere a conoscenza di quanto segnalato e, come già riportato anche in risposta a precedenti interpellanze e interrogazioni su questo tema, ribadisco che l'Università della Valle d'Aosta è stata coinvolta in modo attivo per un confronto con la Sovraintendenza agli studi e con le organizzazioni scolastiche sindacali. Abbiamo fatto diversi incontri al fine di proporre azioni a supporto degli insegnanti valdostani che devono completare il loro percorso formativo attraverso il conseguimento di CFU.
A questo proposito, faccio presente che sono stati siglati lo scorso ottobre degli accordi tra la Sovraintendenza agli studi e le organizzazioni sindacali scolastiche per concedere dei permessi retribuiti per motivi di studio, sia nel 2024 sia nel 2025 (è la prima volta che si fa, e credo sia il primo contratto integrativo che si fa in Valle con i sindacati della scuola), dando priorità al personale docente in servizio assunto con contratto a tempo determinato (quindi anche rivolti al personale a tempo determinato), ovviamente con successiva immissione in ruolo, però questo a seguito del concorso ordinario 2023 PNRR, iscritto a specifici percorsi formativi finalizzati all'acquisizione dei crediti formativi universitari o accademici, CFU e anche CFA, quindi anche quelli per le persone con disabilità.
Ci siamo quindi messi intorno a un tavolo e abbiamo cercato di capire come agevolarli, anche da un punto di vista dell'utilizzo del tempo, perché come lei ha rilevato e come aveva rilevato anche il suo collega, è un impegno non indifferente.
Il fatto che ci si vada fuori dall'orario di lavoro, senza che fino ad ora fosse formalizzato specificamente che potessero essere utilizzati anche i permessi per studio, era oggettivamente un problema che avete anche rilevato voi, quindi che avete contribuito in qualche modo anche a far venire a galla.
Ricordo inoltre che lo scorso anno l'Ateneo valdostano ha sottoscritto, unitamente all'Università di Torino, all'Università del Piemonte orientale Amedeo Avogadro, al Politecnico di Torino, all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e all'Accademia Belle Arti di Cuneo, la convenzione istitutiva del CIFIS, che è il Centro interregionale per la formazione degli insegnanti secondari, nell'ambito della quale è stato stabilito di individuare proprio il CIFIS quale ente e centro deputato all'organizzazione dei percorsi di cui al Dpcm 4 agosto del 2023.
Poi, anche su questi corsi, come lei sa, ogni tot cambiano: 24 crediti, 60; non è sempre così chiaro, quindi ogni volta è un dover prendere atto delle decisioni ministeriali ed organizzarsi di conseguenza.
I percorsi sono stati attivati per la prima volta nell'anno accademico 2023-2024, come avevo già detto al suo collega, a partire dalla primavera 2024, e ora sono in fase di conclusione.
Non sono ancora state rese note da parte del Ministero dell'Università e della ricerca - che poi non credo lo abbia fatto da quando mi è stata fornita la nota, cioè da qualche giorno - indicazioni in merito all'attivazione dei percorsi per l'anno accademico 2024-2025; siamo ancora in attesa di capire che cosa succederà adesso, nel tempo già trascorso.
Le valutazioni in merito all'eventuale erogazione di attività didattiche presso l'Uni VdA per l'anno accademico 2024-2025 saranno assunte, oltre e dopo aver saputo che intenzioni ha il Ministero, anche a seguito di confronto in seno al CIFIS, e, in ogni caso, potrebbero riguardare, come è ovvio e naturale e come ho già avuto modo di dire al suo collega, solo didattiche disciplinari di un numero molto esiguo di classi di abilitazione, perché le classi sono tantissime ed è evidente che non si può strutturare se non eventualmente in classi dove c'è comunque la sicurezza di un certo bacino, rimanendo comunque sempre in capo al CIFIS - questo fa parte dell'accordo che è stato stipulato - l'erogazione in modalità telematica delle eventuali didattiche trasversali.
Lei mi chiedeva l'Università della Valle d'Aosta che cosa intenda fare: intende rinnovare al CIFIS la richiesta di prevedere una riserva di posti a favore di candidati residenti in Valle nei percorsi che saranno attivati dal CIFIS per l'anno accademico 2024-2025 per le classi di abilitazione in relazione alle quali è stato segnalato un fabbisogno di docenti abilitati nella scuola della Regione.
Io credo che la risposta sia un po' simile a quella che ho dato la volta scorsa al suo collega e credo che conforti il fatto che, comunque, si è al lavoro e che tutto ciò che si poteva fare lo si sta facendo, in collaborazione anche con le rappresentanze dei docenti che in questo caso, come le dicevo, sono docenti assunti a tempo determinato, in attesa ovviamente di completare il percorso CFU.
Presidente - Consigliere Manfrin, per la replica.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta che è piuttosto articolata, quindi le chiederei, se per lei non è un problema, di avere il testo, per poter anche approfondire una serie di aspetti.
È evidente che se da una parte possiamo essere soddisfatti per i passi avanti che si sono fatti, che sicuramente introducono le facilitazioni per gli insegnanti valdostani, sia per quanto riguarda i futuri insegnanti, quelli che ancora devono fare la formazione, sia sottoforma di permessi, sia rispetto alla questione dei posti.
È evidente però altrettanto, Assessore, che il problema dei trasferimenti rimane, e questo purtroppo è un grave problema, perché chiaramente noi dobbiamo immaginare che già alle ore di corso che gli insegnanti seguono se ne aggiungono altre due che sono una di andata e una di ritorno ovviamente a Torino... quindi è chiaro che tutto questo acuisce un po' il problema delle tempistiche dei trasporti e anche della qualità di vita delle persone che sono impegnate.
Io la ringrazio intanto per la risposta, evidentemente questa criticità, quella dei trasporti, rimane; giustamente ha sollevato la questione della molteplicità delle classi delle specializzazioni che sono tantissime, quindi magari organizzarle tutte no, però come giustamente e allo stesso modo con il quale lei ha segnalato la richiesta al CIFIS di poter disporre di una riserva di posti da mettere a disposizione dei valdostani, alla stessa maniera si potrebbe, verificando quelle che sono le classi di cui vi è maggiore necessità, magari fare un qualcosa che possa permettere agli insegnanti valdostani di poterlo frequentare in loco e quindi evitare di sobbarcarsi costi, perdite di tempo e chiaramente di migliorare la qualità della vita e dell'insegnamento.