Oggetto del Consiglio n. 4093 del 7 novembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4093/XVI - Interrogazione: "Norme per il contrasto alle discriminazioni sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale".
Bertin (Presidente) - Punto n. 58. Assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - "Quali sono le motivazioni tecniche per cui il PD per l'affido d'incarico per la redazione di uno studio di fattibilità finalizzato alla revisione partecipata del sistema degli interventi regionali delle politiche a contrasto della violenza di genere non rechi alcuna indicazione relativa al contrasto alla discriminazione sull'identità di genere e orientamento sessuale?"
La domanda 2: "Se sia stato affidato per tale specifico tema un altro studio e con quali indicazioni".
La domanda 3: "In caso contrario, se conferma che il disegno di legge che dovrebbe essere pronto per l'estate 2025 comprenderà anche norme per il contrasto alle discriminazioni sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale".
La domanda 4: "Se la data di consegna dello studio sopracitato possa essere anticipata".
Come già detto più volte in quest'aula e come anche da lei rilevato, a partire dallo scorso mese di agosto si è avviato operativamente il processo di revisione della legge 4/2013, che vede come necessario lo studio di fattibilità.
Rispondendo al primo quesito, nel provvedimento dirigenziale è stata utilizzata una frase riassuntiva e generalizzata, che non scende pertanto nel dettaglio. Confermiamo che lo studio, come abbiamo chiesto, conterrà interventi di prevenzione, a contrasto e sostegno, a favore di donne vittime di violenza, con o senza figli minori, e di coloro che subiscono violenze e/o siano discriminati e perseguitati in virtù della loro identità di genere e del loro orientamento sessuale.
Sono questi importanti aspetti che condividiamo debbano essere presi in considerazione e che riteniamo infatti di comprendere nella futura legge quadro, come abbiamo già più volte affermato in quest'aula.
Rispondendo al secondo quesito, va da sé che non sia stato affidato altro incarico ad altro soggetto, in quanto il tema è già, come detto, ricompreso nell'incarico più ampio sopra citato.
Riguardo al terzo quesito, si conferma ancora una volta che il nuovo testo della norma comprenderà anche quanto richiamato, ovvero ogni forma di violenza, che va condannata.
Rispetto alla data di consegna dello studio, dobbiamo tenere presente che lo stesso - costruito in maniera partecipata attraverso il coinvolgimento di diversi enti, soggetti e attori sul territorio - richiede i tempi congrui già prospettati. In ogni caso si assicurerà attenzione al processo metodologico e - anche se non si ritiene a oggi possibile la presentazione della nuova norma prima dell'estate del 2025 - verrà fatto il possibile per anticiparla.
I tempi della condivisione con i soggetti deputati - collega, lei lo può facilmente comprendere - non possono essere imposti, perché altrimenti verrebbe di fatto meno la loro partecipazione. Infatti, con un approccio direttivo e imposto verrebbe messo in discussione in questa maniera il metodo che questi tempi giustamente impongono, data la sensibilità del tema del quale stiamo parlando.
Non vogliamo farla arrabbiare e far di nuovo riaprire tutta una serie di temi, però dobbiamo comprenderci: se noi applichiamo la variabile tempo a processi di natura metodologica e partecipativa, o li imponiamo e quindi sottraiamo la parte metodologica, oppure, come giustamente potrebbe dire lei, se lasciassimo correre, a quel punto il nostro intento potrebbe essere quello di allungarli.
Io capisco perfettamente, quindi non ho assolutamente avuto un atteggiamento paternalistico, non potrei permettermelo nei suoi confronti, richiamo semplicemente la parte finale della precedente discussione: quindici giorni fa, su questo tema, lei in maniera molto chiara evidenziò che io la stavo facendo arrabbiare rispetto a questo tema. Questo è il motivo per il quale, lo dico subito, mi sto dilungando in questa parte del processo.
Io non ho assolutamente intenzione di limitarle la possibilità di arrabbiarsi con me, lo posso anche comprendere, venendo però agli aspetti di natura più tecnica e più procedimentale, il fatto che ad agosto, come tra l'altro ci siamo anche scambiati informalmente, sia stato dato il mandato di arrivare a questo studio che è oggetto dell'interrogazione al punto n. 58 di questo ordine del giorno del Consiglio regionale non è assolutamente un processo né per allungare i tempi, né per restringerli. È semplicemente che, se si vuole arrivare alla costituzione di una legge quadro, il processo di riferimento, che tra l'altro è arrivato anche da parte del territorio e che s'incastra anche rispetto a una normativa nazionale articolata, che non sta dando particolari indicazioni su questo tema... se si vuole prendere in considerazione, da un punto di vista metodologico, un sistema partecipato, un percorso amministrativo che non sta praticamente schiacciando, a livello nazionale il piede sull'acceleratore, bisogna, di conseguenza, trovare un giusto incastro tra il rispetto di un metodo che deve prendere in considerazione le sollecitazioni del territorio e i tempi necessari per fare in modo che, giustamente, nessuno possa pensare - perché così non è - che noi stiamo cercando di rallentare questi tempi, anzi.
La scelta (che è stata fatta dal Dipartimento, prima ancora che arrivasse il sottoscritto, e poi dal sottoscritto, assieme alla V Commissione e anche assieme alle vostre legittime sollecitazioni su questo tema) rende evidente che ci sia assolutamente un'attenzione.
Io non ho intenzione di far arrabbiare nessuno e non ho neanche intenzione di arrabbiarmi quando vengo utilizzato come spauracchio di colui il quale vuole rallentare questi processi normativi, perché così non è.
Nel momento in cui si scelgono, anche in termini rispettosi, dei dettami amministrativi dell'amministrazione condivisa, che un decreto-legge ha ben individuato dallo Stato italiano, credo che di fatto poi quei tempi di condivisione vadano rispettati, perché credo che il territorio debba partecipare nel dare indicazioni su temi così importanti per dare soluzioni adeguate.
Presidente - La consigliera Minelli si è prenotata, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Assessore, l'interrogazione nasce da una situazione molto semplice: nella scorsa seduta di Consiglio lei ci aveva detto che era vostra intenzione portare la revisione della legge in aula nell'estate del 2025, quando saremo alle battute finali di questa legislatura, e poi ci aveva detto che era stato dato un incarico.
Ho cercato questo provvedimento dirigenziale del mese di agosto e devo dire che, quando l'ho letto, il mio sconcerto, che già era evidente in aula, è aumentato, perché nel testo non si fa alcun riferimento alla parte legata alle discriminazioni per l'orientamento di genere.
Ora lei mi dice che la frase è riassuntiva e generalizzata, ma la frase è questa: "Uno studio finalizzato alla revisione partecipata del sistema degli interventi regionali delle politiche a contrasto della violenza di genere". Non c'è scritto altro.
Lei dice che ci vogliono i tempi giusti, che ci vuole un processo partecipato e che non bisogna imporre delle marce a tappe forzate alle associazioni e a tutti coloro i quali vogliono dare il loro contributo. Io, Assessore, le ricordo che l'altra volta le ho parlato di tre anni perché mi riferivo al percorso della legislatura, ma rimaniamo al periodo in cui questo Dipartimento è guidato da lei, quindi da marzo 2023, se non sbaglio: a maggio 2023, quindi parliamo di circa un anno e cinque mesi fa, noi siamo state convocate, visto che era già passato un anno dal deposito della nostra proposta di legge, dall'Assessorato e ci è stato detto che c'era l'intenzione di rivedere la legge, era in atto la revisione della legge e ci sarebbe stato posto, in quella revisione, anche per le norme che noi chiedevamo allora.
Adesso l'incarico per lo studio è stato dato ad agosto 2024 e lei dice che ci vogliono i tempi. Ho capito che ci vogliono i tempi, ma noi sappiamo che questa revisione è in atto, almeno questa è la data giusta, da maggio del 2023. Allora gli anni aumentano, non aumentano i mesi, aumentano gli anni.
Di conseguenza, da maggio 2023 - quando ci viene comunicato che si sta facendo la revisione della legge 4/2013, ad arrivare a oggi, e poi ad arrivare ad agosto del 2025 - saranno passati oltre due anni.
Il fatto che il processo di partecipazione delle associazioni richieda un tempo così lungo - e poi ovviamente non è solo il tempo di partecipazione delle associazioni, ma anche della redazione stessa dello studio - a me sembra non un voler rallentare i tempi, io non dico che lei rallenta i tempi, quello che le dico è che lei i tempi non li accelera, sicuramente non vengono accelerati. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Io credo anche, questo lo so, che le associazioni che hanno intenzione di partecipare a questo percorso non hanno bisogno di elaborare richieste particolari e specifiche, perché non conoscono la realtà, la conoscono benissimo e sanno che c'è una necessità di andare avanti in maniera celere. Quello che lo dimostra - la necessità viene anche dalla realtà - è che la situazione in Valle d'Aosta, parlo della violenza di genere, è peggiorata, quindi richiede, anche dal lato legislativo, non soltanto da quello delle forze dell'ordine, un impegno, che deve essere supplementare per quello che riguarda i tempi.
L'altra questione riguarda le discriminazioni per l'orientamento di genere, che nel provvedimento dirigenziale non vengono citate. Io accetto quello che lei dice, mi ha confermato che sarà ricompresa nella legge anche questa cosa.
Noto che non ha parlato di abilismo, significa quindi che allora questo non vi rientrerà, mentre avevamo capito che doveva rientrarci.
Mi sembra di aver colto, in chiusura del suo intervento, una disponibilità a cercare di spingere perché i tempi siano più brevi. Spero vivamente che sia così.
Sul fatto poi di arrabbiarsi, Assessore, forse lei dovrebbe preoccuparsi che io non mi arrabbi perché, essendo l'Assessore alla Sanità, se poi mi viene un coccolone gravo sul sistema sanitario pure io.