Oggetto del Consiglio n. 3743 del 19 giugno 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3743/XVI - Interpellanza: "Eventuali azioni da mettere in atto per promuovere la conoscenza del 'Percorso Tutela'".
Bertin (Presidente) - Punto n. 50. Consigliere Manfrin, ha facoltà di intervenire.
Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, come potrà evincere dal tema, è un tema che oggi è già stato trattato, ma che vogliamo evidenziare, è stato trattato evidenziando qualche sua attinenza nazionale, qualche suo collegamento locale, vogliamo però evidenziare a beneficio di tutti quegli utenti che spesso si rivolgono alle strutture ospedaliere e si vedono fissare, quando se la vedono fissare, la data della prestazione sanitaria in tempi lontanissimi.
Una cosa che non tutti conoscono, purtroppo... anzi, che tantissimi ignorano, è che esiste un percorso che si chiama "Percorso tutela" che esiste in tutta Italia e che - io lo riassumerò in soldoni, Assessore, e lo riassumerò in maniera molto concisa -, in sostanza prevede una verifica di quelle che sono le attese rispetto al codice urgenza che viene assegnato dal medico e se la tempistica che viene assegnata dal medico non rispetta le tabelle (per esempio nella classe di priorità urgente sono 72 ore, in quella differibile sono 30 giorni, in quella programmata sono 180 giorni), proprio per questo, se non rispetta, si può accedere ad una prestazione che viene garantita sia dal pubblico sia dal privato, ma con la prestazione privata a spese della USL, semplicemente pagando il ticket.
Questa è una possibilità che tantissimi ignorano, che, fortunatamente, vedendo i dati le persone hanno imparato a conoscere sempre di più ma che purtroppo risulta ancora sconosciuta o semi-sconosciuta.
Lo diciamo guardando quelli che sono i dati dal 2019 ad oggi, recuperati grazie ad un approfondimento fatto dal collega Ganis che evidenzia come alle poche centinaia di prese in carico del 2019-2021, non sappiamo se sia strettamente legata all'erogazione, dovuta ovviamente alla pandemia o se siano altre motivazioni, ma diciamo che il basso livello di prestazioni era anche quello del 2019, quindi in epoca pre Covid, quindi probabilmente è un qualcosa che già rimaneva anche prima della pandemia, la questione è che nel 2022, per fortuna, si passa dalle 263 istanze del 2021 alle 1.843 del 2022, per continuare con le 751 del 2023, quindi un dimezzamento rispetto a quello che è stato nel 2022.
La criticità che abbiamo però sottolineato, rispetto a questa tutela, è proprio il fatto che le prestazioni erogate sono, rispetto magari ad un minimo anche organico rifiuto di prestazione, quindi una prestazione non erogata, per esempio si passa dalle 24 istanze non accolte del 2019, alle 387 istanze non accolte del 2022, per arrivare, a fronte di 1.800 istanze pervenute e prese in carico, alle sole 1.200 prestazioni erogate; quindi, un terzo di prestazioni non sono state erogate, per un motivo o per un altro.
Noi abbiamo voluto anche approfondire quelle che sono un po' le motivazioni: la USL ci ha cortesemente risposto, ma senza suddividere, in maniera approfondita, quali sono le motivazioni, cioè c'è un elenco di motivazioni ma non si sa esattamente a che numero corrispondano: per esempio, l'errore della classe di priorità, quante di queste domande e istanze di prestazioni non sono state accolte sull'errore della classe di priorità, poi ci sono tante altre motivazioni.
Crediamo però che una cosa vada detta e vada ricordata, cioè la conoscenza di questo percorso purtroppo è davvero molto limitata; sì, c'è qualche volantino appiccicato in Piastra, sì, c'è qualche timido accenno sul sito, se si va a vedere nella pagina del sito istituzionale dedicata ci sono una serie di pieghevoli in PDF che bisogna andare ad aprire, scaricare, leggere, capire ed interpretare, e questo purtroppo è un problema, perché tante persone avrebbero potuto avere una prestazione data in tempi sicuramente più celeri e purtroppo non hanno potuto avervi accesso perché non erano a conoscenza di questo percorso.
Allora, forse, una promozione di questo percorso riteniamo sia assolutamente utile, soprattutto quando ci si lamenta che non vengono fornite le prestazioni dal servizio sanitario regionale.
Lei ha detto una cosa che io ho apprezzato, Assessore, e ha perfettamente ragione, cioè che questo percorso non prevede che se non viene rispettata la tempistica che viene garantita dal mio codice urgenza, io vado da un privato, faccio fare la prestazione e poi porto la fattura alla USL; non funziona così, ovviamente il percorso deve essere quello della trafila, quindi la richiesta all'ufficio pubbliche relazioni, la compilazione dell'apposito modulo e poi, sulla base dell'esito di questo modulo, la prestazione.
Il problema che qui le sollevo, Assessore, è che spesso una prestazione che dovrebbe essere garantita in 72 ore, a fronte della presentazione del modulo all'ufficio pubbliche relazioni, ottiene la risposta dopo una decina di giorni dall'ufficio pubbliche relazioni che dice: "Noi dobbiamo rispondere in trenta giorni".
Allora, tanto vale che ci sia la necessità di garanzia della prestazione entro 72 ore.
Se la prestazione è entro 72 ore, si deve dare una risposta in tempi congrui, ovviamente, a questa domanda.
Con quest'interpellanza abbiamo chiesto una serie di cose, adesso lascerò spazio anche al collega Ganis, ma nello specifico se sia intenzione mettere in campo ogni azione utile per diffondere la conoscenza del summenzionato percorso, e quindi promuovere la conoscenza del percorso tutela che può tutelare le persone che sono in attesa di prestazione, e se sia intenzione effettuare una verifica sui processi che disciplinano il percorso tutela per rendere la procedura più snella e rapida garantendo l'erogazione dei servizi richiesti.
Presidente - Per i minuti restanti - credo tre -, la parola al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Manfrin per aver portato in Aula questa problematica e per aver evidenziato la possibilità di usufruire di un servizio alternativo, quale il "Percorso di tutela".
Il collega l'ha ben evidenziato, pochi lo sanno.
Metterei ora in risalto una breve cronistoria di una cittadina valdostana: premetto che l'utente ha fatto una prima visita di mappatura dei nei privatamente, perché i tempi, tramite servizio sanitario locale, erano alquanto lunghi; quindi l'11 aprile il medico di base trasmette l'impegnativa all'utente per un primo accesso di visita dermatologica nel più breve tempo possibile, se differibile entro 72 ore.
L'utente contatta il CUP telefonicamente e viene fissato il primo appuntamento il giorno 23 luglio, allorché l'operatrice trasmette il numero dell'URP per segnalare eventuali lamentele.
L'utente prova a chiamare ma non riceve risposta e di conseguenza si adopera a scrivere una mail in data 12 aprile, chiedendo - se possibile - di intraprendere il "Percorso di tutela" e quale sia la procedura.
Il 16 aprile, l'utente viene chiamato nuovamente per essere inserito in una seconda lista d'urgenza e le fissano l'appuntamento al 6 maggio, quindi da luglio si passa a maggio.
Sempre il 16 aprile, l'URP risponde alla mail chiedendo un documento d'identità per una corretta presa in carico della pratica. L'utente allega il documento di riconoscimento e comunica lo spostamento dell'appuntamento al 6 maggio.
Il 24 aprile l'URP risponde che la segnalazione è stata trasmessa al direttore della struttura di dermatologia e che l'Azienda USL è impossibilitata ad effettuare la visita in anticipo, seppur abbia intrapreso tutte le azioni possibili al fine di risolvere le criticità dovute alla carenza di personale.
In questa odissea, per l'ultima volta, l'utente risponde all'URP, chiedendo nuovamente le procedure per attivare il "Percorso di tutela", come previsto dal piano nazionale di Governo delle liste di attesa e dalla DGR n. 503/2019.
Nessuna risposta. Il CUP richiama l'utente per prorogare nuovamente l'appuntamento all'8 maggio, perché il dottore il 6 era assente.
A questo punto l'utente, si è rassegnata e si è sottoposta alla visita.
Questa è una breve storia triste.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Nella nostra Regione, come richiamato, i percorsi di tutela sono già attivi, il piano regionale per il governo delle liste d'attesa è stato infatti approvato con la deliberazione di Giunta regionale 503/2019 che ha dato attuazione alle disposizioni del corrispondente piano, quello vecchio, diciamo.
Il piano regionale ha quindi disposto anche in materia di percorsi di tutela demandando alla Azienda USL la definizione dei percorsi di accesso alternativi per le richieste di primo accesso alle prestazioni specialistiche nei casi in cui si superi il tempo massimo di attesa per la classe di proprietà assegnata.
L'Azienda USL ha quindi adottato una specifica procedura per la gestione dei percorsi di tutela di cui è stata data comunicazione, come richiamato dai presentatori, con la distribuzione di materiale informativo, oltre che con la pubblicazione sul sito internet regionale.
I percorsi di tutela previsti dal decreto legislativo 124/98 sono volti a garantire ai cittadini di poter ottenere le prestazioni sanitarie con il solo pagamento del ticket anche quando non è possibile che questi siano erogate nei tempi previsti.
Dall'approvazione a livello statale nel 2019 del piano nazionale governo liste di attesa le Regioni hanno iniziato a normare i percorsi con proprie discipline.
Il recente decreto 73/2024, come già richiamato dall'interrogazione 14 del collega Lucianaz, che comprende anche il tema dei percorsi di tutela, ha determinato una situazione di incertezze e preoccupazione da parte delle Regioni.
Emerge infatti la richiesta di un maggiore coinvolgimento da parte del Governo nazionale alla perplessità generale rispetto alle disposizioni che le Regioni stesse hanno, almeno in parte, già adottato.
Gli uffici competenti dell'Assessorato e dell'Azienda USL stanno ora approfondendo le modalità applicative della nuova norma.
Sul DL liste di attesa, nell'ambito dei lavori di conversione già avviati, sono quindi in corso interlocuzioni interregionali e tra Regioni e Ministero sia a livello tecnico che a livello politico.
Prima di riavviare una nuova campagna informativa per diffondere e far conoscere a tutti le modalità dei percorsi, occorre quindi comprendere come la norma sarà resa definitivamente stabile, ricordiamo che la norma è del giugno 2024.
Sulla base delle nuove disposizioni di legge, sarà possibile aggiornare la procedura aziendale e conseguentemente procedere a dare diffusione alle nuove disposizioni.
È importante ricordare quello che ho già detto questa mattina rispondendo all'iniziativa - vado a memoria - 14, dove ho detto che il tema e i rapporti che oggi ci sono tra le Regioni e lo Stato centrale sul tema delle liste d'attesa e sul DL nuovo sono talmente caldi e trasversali che si va anche oltre la partecipazione alla stessa forza politica quando, di fatto, si è in Regione a gestire il tema, anche perché quello che si fa assolutamente fatica a capire è che, rispetto alle liste d'attesa, che è un tema annoso, che parte da lontanissimo, addirittura ci sono dei dati delle liste di attesa della sanità valdostana pre Covid che sono peggiori rispetto a quelli attuali, è legato ed è andato sempre peggiorando per un semplice motivo, e questa mattina ho cercato di darne contezza rispetto ai numeri degli specialisti presenti.
Faccio un esempio per tutti: questa mattina e anche nel pomeriggio è stato richiamato il tema della dermatologia. In questa Regione ci sono tre dermatologi ospedalieri e ci sono circa mille visite ancora da fare.
I dermatologi sono quelli, anche qualora si acceda al privato accreditato, il dermatologo in più è uno, per cui quattro dermatologi devono smaltire mille liste d'attesa, per cui quello che è importante capire è che se anche la politica si occupa di liste d'attesa, qualsiasi cosa faccia, non riesce anche a sopperire alla mancanza dei professionisti dedicati.
Come richiamato dal collega Manfrin, utilizzo questo spazio anche per fare chiarezza rispetto al tema che, purtroppo, talvolta vediamo trattare a livello mediatico con superficialità fuorviante, cioè quello delle liste d'attesa e dei percorsi di tutela.
È corretto e responsabile spiegare ai cittadini, infatti, che è opportuno, al momento, astenersi dal decidere in autonomia il percorso di visita legato ad aspettativa di conseguente rimborso, in assenza di disposizioni che disciplinino le casistiche ammissibili al rimborso e le relative modalità.
In poche parole, è utile che i cittadini sappiano che non è semplicemente andando in una struttura privata, anche se accreditata, pagando e poi presentandosi con la fattura alla USL che si ottiene il rimborso, perché invece, ahimè, quello che l'opinione pubblica sta cavalcando in maniera inappropriata, sta avendo questo risultato che non fa bene ad una situazione già così delicata ai cittadini in difficoltà.
Presidente - Consigliere Manfrin per la replica.
Manfrin (LEGA VDA) - Ovviamente, come avrà potuto prendere atto nella presentazione e nell'esposizione del sottoscritto, ho rinnovato quelle che sono le modalità corrette di presentazione della domanda; questo non toglie però, Assessore, che i dati che le abbiamo fornito e che abbiamo raccolto, banalmente guardo gli ultimi dati che ci sono stati forniti, i parziali del 2024, quando li abbiamo richiesti e quando ci è stato risposto il 14 di maggio del 2024, i dati ci dicono che le istanze pervenute prese in carico sono 404 e 136 sono quelle non accolte.
Ora capisce, Assessore, che è un numero molto alto di istanze non accolte, che fa il pari con le annate 2023 e 2022 e che evidentemente, dietro hanno una criticità.
Io non penso che dietro a tutte queste richieste - ed è per questo che avevamo chiesto i dati rispetto alla suddivisione delle motivazioni del mancato accoglimento - e a tutti questi mancati accoglimenti del "Percorso di tutela" ci siano persone che si sono fatti fare la prestazione negli Stati Uniti e poi hanno presentato il conto alla USL.
Io penso invece che ci sia anche qualche criticità dietro alla questione del "Percorso tutela", che lei giustamente ha ricordato, è stata oggetto di un intervento legislativo, ma che ovviamente cambia poco nell'ordine del fatto che ad oggi quello che è previsto per la nostra Regione è questo, e questo purtroppo, cioè il fatto, la trafila e le lentezze nel prendere in carico le richieste, ovviamente sono purtroppo criticità tutte regionali.
Se io, come le ho fatto prima l'esempio, al netto del fatto che lei ha fatto giustamente l'esempio dei dermatologi, se sono tre, possono fare quello, ma se sono quattro, aumentano di un quarto e quindi probabilmente ci sarà sicuramente un'attività in più che si potrà fare anche se è un convenzionato accreditato, ma l'importante è che siano risposte. Non saranno molte risposte in più, moltissime, non serviranno certamente per dimezzare, ma sicuramente per accelerare i tempi sì, quindi è chiaro che anche questo percorso permette di avvicinarci a dei livelli di assistenza che sono assolutamente ottimali. Avvicinarci, non raggiungerli.
Come dicevo, il problema sono anche le tempistiche di presa in carico, perché sembra - e credo che il collega Ganis l'abbia illustrato bene -, che ogni qualvolta si fa una richiesta per far accedere al "Percorso tutela", ci sia un malcelato stupore, e le tempistiche si dilatano quando, in realtà, le visite e le prestazioni dovrebbero essere garantite per esempio nelle 72 ore.
Ci sono persone, per esempio pazienti oncologici, che hanno chiesto delle prestazioni che devono essere garantite nelle 72 ore e l'URP ha risposto: "Ma noi dobbiamo rispondere entro 30 giorni".
Questa ovviamente non è la tipologia di risposta che ci si aspetta, soprattutto per le prestazioni urgenti.
Modificare quindi un approccio, al netto di quello che giustamente ha detto rispetto a tutta una serie di questioni nazionali e adattarlo a quelle che sono le necessità, soprattutto riguardo alle prestazioni urgenti, forse è la direzione in cui si deve andare e soprattutto promuovere la conoscenza dei percorsi tutela fra gli utenti e le persone che possono accedervi è il modo migliore, perché non vorrei mai che si pensasse che si tiene nascosto il "Percorso Tutela" per evitare che la gente lo sappia, così magari evitiamo di spendere troppo o magari di dare troppe risposte alle persone.
Invece no, è bene che si sappia ed è bene che le persone, se ne hanno diritto, ne facciano ricorso.