Oggetto del Consiglio n. 3674 del 5 giugno 2024 - Resoconto
OBJET N° 3674/XVI - Communications du Président de la Région.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori con un po' di ritardo rispetto al previsto. Punto n. 2 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Riprendendo e volendo approfondire le comunicazioni già date anche dal Presidente del Consiglio, comunico che lo scorso 24 maggio è stata depositata la sentenza della Corte costituzionale n. 94/2024 con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri avverso l'articolo 4, comma 1, lettera f), ultimo periodo della legge regionale 18 luglio 2023 n. 11, la disciplina degli adempimenti amministrativi in materia di locazioni brevi per finalità turistiche. La specifica parte della disposizione normativa oggetto di contestazione riguardava quella in cui si richiede, fra i dati, che il locatore dell'immobile deve trasmettere al Comune anche l'indicazione del periodo di esercizio dell'attività locatizia, fissando in 180 giorni all'anno la durata massima di tale attività nell'ipotesi in cui l'attività stessa abbia a oggetto camere arredate ubicate in unità abitative rientranti nella categoria di destinazione d'uso ad abitazione permanente o principale. La Presidenza del Consiglio dei ministri riteneva che la Regione, fissando con propria legge un termine al contratto di locazione turistica di breve durata, violasse l'articolo 117, comma 1, lettera i), della Costituzione in quanto avrebbe previsto la generale applicabilità ai suddetti alloggi delle norme generali in materia di locazione a uso abitativo, interferendo con la materia di legislazione esclusiva dello Stato ordinamento civile. La tesi statale è stata rigettata dalla Corte costituzionale aderendo pienamente alla difesa della Regione e ha confermato come rientri nella competenza del legislatore regionale intervenire sulla destinazione d'uso degli immobili in linea con i principi fissati dallo stesso legislatore nazionale considerato che tale destinazione d'uso connota l'immobile sotto l'aspetto funzionale, condiziona il carico urbanistico legato al fabbisogno di strutture e di spazi pubblici e incide sull'ordinaria pianificazione del territorio. La sentenza in questione ha dunque escluso che la disposizione impugnata abbia posto un limite alla validità e all'efficacia contrattuale dei contratti di locazione turistica breve, anche in caso di superamento del suddetto limite di 180 giorni complessivi annui sulle camere arredate degli immobili con destinazione abitativa a uso prevalente. Tale superamento non determina infatti, secondo la Corte, alcun effetto sui contratti in questione che conservano la loro efficacia e restano disciplinati dalla relativa normativa in quanto il limite temporale inserito dalla disposizione regionale in materia fissa unicamente un termine oltre il quale l'immobile oggetto del contratto si ritiene destinato a un utilizzo prevalente diverso rispetto a quello originario, legittimando così interventi di natura amministrativa che, senza pregiudizio per la validità e l'efficacia dei contratti stipulati tra i privati, rientrano pienamente nelle competenze regionali. Ciò si inserisce coerentemente nel quadro delle previsioni regionali il cui orizzonte è quello di governare la trasformazione urbanistica e connessa allo sviluppo delle locazioni turistiche brevi in un'ottica di tutela del territorio e della sua ordinata pianificazione, che, peraltro, si coniuga con l'attività di promozione, vigilanza e controllo sull'esercizio delle attività turistiche che la Corte costituzionale ha già riconosciuto appartenere alla competenza legislativa regionale.
Ho voluto dare piena lettura di questa comunicazione perché attesta una volta di più che le scelte assunte all'interno di quest'aula avevano dei fondamenti giuridici importanti e rientravano nella piena autonomia di quest'Assise.
Una seconda comunicazione, riprendendo sempre quanto anticipato dal Presidente del Consiglio: oggi 5 giugno viene celebrata in tutto il mondo la Giornata dell'ambiente, proclamata nel lontano 1972 dall'Assemblea delle Nazioni Unite in occasione della Conferenza di Stoccolma sull'ambiente. Viene di fatto celebrata, a partire dal 1974, con il motto: "only one Earth" (una sola Terra). Sono dunque 50 anni durante i quali abbiamo assistito a molti cambiamenti e grandiosi interventi dell'uomo sull'ambiente, anche di notevole impatto, ma anche preso coscienza di nuove e virtuose consapevolezze. Una riflessione sull'ambiente certo si impone. In questa giornata, come durante tutto l'anno, e durante l'intera nostra azione politica e amministrativa, deve essere però una riflessione priva di preconcetti e di gabbie ideologiche. L'ambiente non può essere scisso dai suoi abitanti, un equilibrio talvolta fragile e difficile da realizzarsi ma che non può essere negato. Il concetto è quello della sostenibilità che più volte abbiamo invocato e ben rappresenta quanto vogliamo esprimere, è proprio la promozione dello sviluppo sostenibile, l'adattamento ai cambiamenti climatici, in modo particolare delle nostre comunità di montagna. Questo è stato oggetto nella giornata di lunedì di un interessantissimo convegno, che si è concretato specificamente sulla corretta e consapevole comunicazione del cambiamento climatico. Da tale riflessione ha preso corpo il cosiddetto "Manifesto di Courmayeur" caratterizzato da sette principi guida condivisi dalla Regione con il CELVA, la Fondazione Montagna Sicura, la Fondazione Courmayeur Mont-Blanc e con un'importante partnership de "La Stampa". Dunque la montagna è non solo paesaggio ma ecosistema, con la consapevolezza che le comunità alpine devono continuare a vivere adattandosi all'ambiente e ai cambiamenti climatici. L'economia della montagna sta infatti mutando velocemente e offre un ventaglio di nuove opportunità di crescita e di sviluppo per i suoi abitanti, anche per chi decide di trasferirvisi e al centro dobbiamo porre, come dicevo, modelli di sviluppo sostenibili ed equilibrati, nel rispetto dei luoghi, sapendo far convivere la natura e le sue bellezze con i rischi collegati ma anche nel rispetto dei bisogni di ciascuno, in particolar modo di chi vive ogni giorno la montagna e di chi vi lavora. Questo significa rispettare l'ambiente ma anche chi lo abita e lo cura, non una contrapposizione ma un'intesa di salvaguardia e di sviluppo che parte con consapevolezza da una Regione che vanta sul proprio territorio oltre il 30% di aree protette, tra le quali il più antico parco nazionale italiano e che su poco più dell'1% del territorio italiano conta oltre il 40% della biodiversità nazionale, testimonianza evidente, assieme alle numerose iniziative che nel tempo hanno saputo coniugare con equilibrio i bisogni dell'uomo e di rispetto della natura, della cultura ambientale di cui questa Regione è portatrice.
Per concludere, nel solco della Giornata mondiale dell'ambiente ci preme evidenziare come si sia appreso dai mezzi di informazione la scorsa settimana della decisione del Parco nazionale del Gran Paradiso di sospendere l'applicazione del progetto "A piedi tra le nuvole", con la conseguenza che l'estate 2024 vedrà sostanzialmente l'apertura totale della strada provinciale con il Colle del Nivolet anche nel fine settimana. In questi giorni il Direttore del Parco ha cercato di spiegare le motivazioni e le intenzioni del Parco stesso alla base di una decisione che resta comunque poco comprensibile. Ci sarà modo di approfondire la questione, ma è opportuno precisare che se l'intenzione del Parco è effettivamente quella di arrivare a una regolamentazione definitiva dell'utilizzo della sopracitata viabilità a beneficio di una più equilibrata fruizione dell'area protetta, il percorso sarebbe dovuto essere diverso rispetto alla decisione unilaterale di abbandonare, senza preavviso e confronto, appena prima dell'inizio della stagione estiva, una regolamentazione che comunque ha dato risultati positivi raccogliendo anche numerosi apprezzamenti. Va anche segnalato che il Parco nazionale del Gran Paradiso ha sottoscritto nell'estate scorsa il rinnovo del protocollo d'intesa per la regolamentazione della strada provinciale piemontese del Colle del Nivolet; questo protocollo ha una durata quinquennale e prevede una serie di impegni per i soggetti firmatari, tra i quali figura appunto il Parco, in merito all'accesso al Colle del Nivolet, alla gestione dei parcheggi, al servizio di trasporto collettivo sostitutivo, ai progetti di comunicazione e valorizzazione. Che il Parco decida unilateralmente di non dare seguito a un protocollo d'intesa che ha sottoscritto meno di un anno fa potrebbe anche dare qualche problema giuridico considerato che il protocollo stesso prevede che i firmatari possono proporre delle revisioni degli accordi, la possibilità di variare la regolamentazione purché di comune accordo tra le parti. Qualche problema ci sembra si ponga anche rispetto alla finalità stessa del Parco e questa decisione, sempre che sia mantenuta, toglie qualsiasi limite alla percorrenza motorizzata delle giornate di maggiore affluenza in un contesto sensibile del proprio territorio e del territorio valdostano. Sembra un paradosso che, per avere un progetto più serio di regolamentazione, come si legge nell'articolo, i vertici del Parco decidono di comunicare di rinunciare al minimo di regolamentazione che esiste sin dal 2003; sarebbe probabilmente stato più utile e apprezzabile coinvolgere tutti i soggetti firmatari e magari anche la Regione Piemonte a un tavolo di lavoro che avrebbe potuto prendere avvio dalla regolamentazione esistente per arrivare a una nuova definizione e non vanificare quanto già fatto sino ad oggi. Magari sarebbe inoltre interessante che il Presidente del Parco sollecitasse il Ministro per il rinnovo del Consiglio direttivo dell'ente, ormai scaduto da tempo, garantendo quindi la costituzione della Giunta esecutiva ed evitando che decisioni di questo tipo siano adottate in solitudine e senza un costruttivo contraddittorio interno. Sull'argomento la maggioranza si riserva l'opportunità di presentare una risoluzione in merito alla fine di questo Consiglio.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Ci corre l'obbligo di intervenire a seguito delle dichiarazioni fatte nelle comunicazioni sia del Presidente del Consiglio che del Presidente della Regione sulla sentenza 94 della Corte costituzionale avente a oggetto l'impugnativa del Governo sulle locazioni brevi, una legge che fu oggetto di numerose discussioni, ampie discussioni e dibattiti all'interno di quest'aula e anche di un certo livello di polemica sia a livello tecnico che per certi versi politico, ma magari di questo ne parleremo poi con dei temi più precisi e magari nel prossimo Consiglio.
Interveniamo perché il tono, in parte comprensibilmente compiaciuto, con il quale il Presidente della Regione ha annunciato la decisione della Corte costituzionale potrebbe indurre a un certo ottimismo, che però non deve essere così facilmente condiviso, nel senso che la legge effettivamente è stata impugnata dal Governo per il mancato rispetto dell'articolo 117, quindi la ripartizione delle competenze. Nessuno di noi qui aveva mai detto, criticando quella legge, che il problema fosse quello, cioè quello delle competenze regionali, siamo tutti convintamente autonomisti e quindi va bene così, siamo tutti felici del fatto di non aver invaso le competenze legislative nazionali e che la Corte costituzionale ce l'abbia riconosciuto.
Il problema è che le leggi vanno lette, vanno interpretate in un certo modo e soprattutto le sentenze della Corte costituzionale vanno lette a fondo, non basta una lettura superficiale che magari qualche volta ti può far anche dire: "Ma che fortuna, tutto bene, siamo stati bravi", non è così. Questa sentenza, se si legge a fondo, dice appunto che non c'è stata violazione della competenza ma ci sono sicuramente delle criticità a livello costituzionale, perché c'è un passaggio molto chiaro di questa sentenza che naturalmente non è stato citato, dice la Corte testualmente: "Resta da aggiungere che, ai fini del mutamento di destinazione d'uso dell'immobile in cui siano collocate le camere arredate oggetto della locazione turistica breve, il legislatore regionale avrebbe potuto scegliere un differente criterio di concretizzazione, magari non limitato al mero fattore temporale, ma non è oggetto del ricorso la compatibilità della soluzione adottata sul punto dal legislatore con le ragioni di tutela del diritto di proprietà di cui all'articolo 42 della Costituzione".
Il Governo non si è preoccupato di questo, non so bene per quale motivazione, però l'impugnazione non riguardava la violazione del diritto di proprietà, e questo invece è una spada di Damocle che pende su questa legge, perché dire che 181 giorni potrebbe comportare il mutamento di destinazione di un bene destinato a prima abitazione... lì io la vedo molto dura a sostenere una tesi di questo genere, e questo noi lo avevamo rilevato, ve lo avevamo detto. Questa legge è farraginosa, non è fatta bene, è complicata, è troppo burocratizzata, comprime i diritti, sia di imprenditoria che di proprietà, e la Corte costituzionale ve l'ha detto per inciso. Certo l'impugnazione non riguardava quest'articolo, non riguardava l'articolo 42 e quindi non si è pronunciata, ma ve lo ha segnalato. Questo è il tema quindi di cui tenere conto e in considerazione anche della funzione nomofilattica che ha la Corte costituzionale, ma ne parleremo molto più diffusamente nel prossimo Consiglio.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Intervengo su una parte delle comunicazioni del Presidente della Regione, che ha ricordato il fatto che oggi celebriamo la Giornata dell'ambiente, peraltro lo aveva già detto anche il Presidente del Consiglio, e ha fatto una serie di valutazioni sulle politiche dell'Amministrazione regionale, di questa maggioranza, nei confronti anche dell'ambiente e della sostenibilità.
Al di là del fatto che io rilevo sovente che ci sia una certa incoerenza tra quanto viene dichiarato e quanto viene poi agito in tutta una serie di situazioni e di contesti, voglio soffermarmi sull'accenno che il Presidente ha fatto alla questione della riapertura alle auto la domenica della strada del Nivolet.
Abbiamo letto, abbiamo appreso anche con stupore di questa decisione che adesso apprendiamo non aver coinvolto in alcun modo la Regione Valle d'Aosta, che pure fa parte dell'Ente Parco. È anche vero che il Consiglio direttivo non si è ricostituito dopo la nomina del nuovo Presidente e ci aveva fatto un po' specie il silenzio che c'era stato, anche perché le proteste erano arrivate in maniera veemente da parte della città metropolitana di Torino, che appunto non risulta essere stata consultata nemmeno lei, dal CIPRA, cioè dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, da parte di varie associazioni e soprattutto di migliaia di cittadini, perché in pochissimi giorni, in due giorni, siamo arrivati a oltre 7 mila firme per chiedere di soprassedere a questa riapertura del traffico stradale.
Abbiamo letto le motivazioni che il Direttore del Parco ha esternato ai giornali, però volevamo capire proprio quale fosse la posizione della nostra Regione, della Giunta, in questo senso, e quindi vedremo che cosa verrà proposto. Crediamo però che davvero questa sia una decisione assolutamente da contrastare e da rivedere perché anche la giustificazione secondo cui questa chiusura la domenica avrebbe portato a un aumento nelle altre giornate della settimana ci sembra abbastanza riduttiva, quindi noi confidiamo sul fatto che ci sia una pressione da parte della Regione Valle d'Aosta affinché si rivedano queste decisioni, peraltro decisioni prese unilateralmente e anche in assenza della ricostituzione del Consiglio direttivo del Parco che sarebbe veramente tempo che venisse nominato.
Presidente - Altri? Ha chiesto la parola l'assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Intervengo in merito alla Giornata mondiale dell'ambiente, oggi 5 giugno, per confermare che il tema è al centro dell'Amministrazione. È stata una settimana di intensi momenti di confronto e ancora lo sarà nella giornata di venerdì, un incontro che citava il Presidente, lunedì nel corso del convegno "Comunicare il cambiamento climatico", dove abbiamo parlato e illustrato la strategia di adattamento al cambiamento climatico, una tematica poi ripresa in parte ieri in un momento di incontro organizzato dal BIM della Valle d'Aosta sulla tematica del servizio idrico, e ringrazio i colleghi che erano presenti; incontri che non vogliono essere esclusivamente momenti formali o teorici, ma porre basi pragmatiche ed effettive per governare il territorio e preservare l'ambiente, da accompagnare Amministrazioni, cittadini, soprattutto le nuove generazioni, i cittadini del futuro in un contesto ambientale sostenibile, con momenti di passaggio forti e significativi come quello del Servizio idrico integrato.
Venerdì incontreremo i numerosi Sindaci che sul loro territorio ospitano aree protette e sulle misure di conservazione che le riguardano, citavamo prima il 30% del nostro territorio risulta essere area protetta; aree protette valdostane che sono in salute e hanno dato significativi contributi al mantenimento della biodiversità in questi anni, ma che certamente occorre accompagnare nel futuro, anche andando a creare quella semplice ma importante rete di connessione, che è rete ecologica, argomento trattato ieri in Commissione con interesse, dimostrato da parte di tanti colleghi. L'acqua, la biodiversità, il consumo del suolo, l'ambiente, declinati con parole che vogliono anche parlare di sviluppo sostenibile e di mobilità dolce, di protezione del territorio, di infrastrutture, che permettano uno sviluppo delle nostre comunità, comunità di montagna, di gestione accurata della risorsa idrica, di incentivazione dell'economia circolare e di comportamenti virtuosi ma sostenibile sulla gestione dei rifiuti, tutte attività che sono al centro dell'Assessorato, della sua attività e di quella del Governo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Per ribadire l'importanza della giornata proprio di oggi visto e considerato che, come III Commissione, abbiamo tutte le settimane modo di affrontare le tematiche ordinarie, ma soprattutto quella più delicata, più difficile, che è quella della visione, della programmazione, da una parte, la valorizzazione, dall'altra, le modifiche legislative che con l'Assessore competente stiamo elaborando e mettendo in campo. Forse la parte più delicata è quella di riuscire a far "parlare" le esigenze dell'uomo e dall'altra il presidio del nostro territorio montano, la ricchezza più importante che abbiamo, sapendo perfettamente che le sfide che avremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni saranno determinanti; determinanti però in una maniera pragmatica, pratica, nello stesso tempo affrontiamo queste tematiche in Commissione, in questo Consiglio in una maniera molto laica. Lasceremmo fuori da questo Consiglio le tifoserie, conoscendo molto bene il nostro territorio, i suoi punti di forza, ma, ahimè, conosciamo anche i punti di debolezza, quindi lì e solo lì dovremo avere la capacità di ottemperare alle esigenze dell'uomo con la valorizzazione e soprattutto la qualità della vita per chi per scelta decide di non sopravvivere, ma vivere nelle vallate laterali e in tutta la regione alpina, ma nello stesso tempo avere quella capacità e quella cultura di poter non fare meglio, fare bene, cercando di mettere in campo tutte le azioni e tutti gli elementi. Un auspicio, assessore Sapinet, e penso che più volte abbiamo avuto modo in Commissione e avremo modo... lasciamo veramente da parte e fuori le tifoserie, ma cerchiamo di entrare invece nel merito mettendo in campo delle buone azioni, della buona politica, ma soprattutto delle buone leggi che concorrano a far vivere bene la nostra comunità e ciò che, come in questo momento, penso sia la base di tutto: il turismo, che è la parte più delicata e importante dove possiamo fare la differenza e - perché no? - essere magari anche punto di riferimento dell'arco alpino tutto.