Oggetto del Consiglio n. 3277 del 9 febbraio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3277/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla verifica dell'attendibilità dei dati forniti dall'Azienda USL circa le violenze sulle donne".
Bertin (Presidente) - Punto n. 83. Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Come quest'Aula ricorderà e come ricorderanno i Valdostani al di fuori di quest'aula, nel mese di novembre siamo stati sorpresi da un'indicazione e da una notizia che ha sostanzialmente riempito le pagine di tutti i giornali, il titolo era questo: "Violenza sulle donne, ad Aosta già 250 casi in Pronto Soccorso". Questa notizia è del 17 di novembre, quindi neanche finito l'anno 2023, già l'USL denunciava 250 casi in Pronto Soccorso.
C'è purtroppo un problema di comprensione spesso dei testi che applichiamo, perché una persona che purtroppo oggi si ferma ai titoli legge il carattere sensazionalistico di una notizia e non riesce a capire cosa c'è dietro questa notizia. Ma qui siamo ancora oltre, cioè qui non si comprende quali sono i dati sulla base dei quali si formulano certe notizie, perché credo che tutti i colleghi all'interno di quest'aula, così come Valdostani al di fuori, siano rimasti sconcertati dal conoscere che 250 donne si erano rivolte al Pronto Soccorso denunciando una violenza su loro stesse, quindi ho detto: caspita, andiamo a vedere i dati e chiedo la tabella con i dati rispetto a queste violenze, che mi viene fornita.
Innanzitutto bisogna anche sottolineare un particolare che viene raccontato, penso direttamente all'USL dentro quest'articolo, cioè l'USL orgogliosamente dice: "Erano solo 150 nel 2022 ma adesso abbiamo fatto un grande risultato, li abbiamo aumentati"; perché? Perché adesso gli operatori sono più formati e quindi mi scovano la violenza anche dove prima non riuscivano a scovarla, quindi complimenti agli operatori che, formati, riescono a scovare la violenza laddove si annida e si nasconde, quindi hanno portato a questo grande risultato di poter dire che 100 donne in più rispetto al 2022 hanno subito una violenza, grande risultato di cui essere orgogliosi leggendo l'articolo.
Allora, proprio perché io risultavo preoccupato da questi dati, ho chiesto sulla base di quali numeri si fonda quest'articolo e mi è stata fornita una tabella con scritto: "Violenza altrui, aggressione sesso femminile" e i dati sono però non di novembre, cioè qui dicevano novembre, ma la tabella che mi è stata fornita è del periodo 1° gennaio 2023-31 agosto 2023, quindi un intervallo ancora minore rispetto a quello di cui hanno parlato i giornali, quindi in otto mesi - dice questa tabella - ci sono state 258 violenze altrui, aggressioni. Io non so se da agosto fino a novembre non è successo più niente e qui non si è registrato, ma con questi numeri la vedo difficile. La cosa che mi è subito balzata agli occhi è questa: nella tabella c'è scritto luogo, evento, descrizione di dove sono avvenuti i principali eventi e leggo: "Microcomunità RSA", cioè dovrei immaginare, siccome inquadriamo la violenza in una prevaricazione, in un atto violento che l'uomo compie nei confronti della donna, secondo l'interpretazione, in quanto donna, cioè la persona violenta opera una violenza nei confronti della donna in quanto donna; allora io dovrei immaginare che in otto mesi c'è stata più di un'aggressione al mese nelle nostre microcomunità RSA dove il direttore ha commesso violenza su un'infermiera, un operatore ha commesso violenza nei confronti di una collega, il parente di un anziano ricoverato ha commesso violenza nei confronti della direttrice della struttura, una cosa di questo tipo, perché si spiega solo così - e questa è una spiegazione - oppure, più realisticamente, possiamo immaginare che ci sia stato un anziano uomo che, in virtù purtroppo della sua patologia, quindi non essendone responsabile ma non comprendendo quello che stava facendo, probabilmente ha aggredito il personale di sesso femminile causandogli chiaramente un problema. Se questa è la spiegazione che probabilmente emerge ed è più logica, allora risulta un po' difficile pensare che questa sia una violenza e vada classificata fra le violenze che gli uomini commettono nei confronti delle donne, obiettivamente è incomprensibile.
Ho chiesto allora a questo punto delle spiegazioni ulteriori rispetto a quest'accesso agli atti, avevo chiesto anche il numero di denunce effettuate ma non lo sapevano, nessuno ha saputo dirmi quante denunce erano state effettuate, perché se io mi presento in Pronto Soccorso dicendo che un uomo ha commesso violenza su di me in quanto donna, quella è una denuncia che devo fare, immediatamente lo devo segnalare, c'è un posto di Polizia all'Ospedale, lo devo dire subito, non si sa. Non si sa nemmeno quanti siano gli accessi plurimi, quindi potenzialmente, parliamo soltanto per assurdo, se una donna fosse andata 250 volte al Pronto Soccorso a dire: "Ho subito violenza", qui avremmo 250 volte segnalato lo stesso caso e comunque la notizia che esce è 250 aggressioni, una cosa paradossale.
Vi dirò di più: per fortuna, la Procura fa un report delle denunce notificate nel 2023 e le denunce notificate in Procura per i reati contro le donne, tutti i reati contro le donne nel 2023, sono state 184, tutte, quindi non solo quelle che sono rivolti al Pronto Soccorso, quelle che hanno subito violenza e quant'altro, tutti quanti i reati nel 2023 sono 184, cioè meno delle violenze che si denunciano essere state subite in otto mesi di accessi al Pronto Soccorso.
Vi dirò un altro dato però - guardo e prendo la tabella dell'Istat - che parla proprio dei codici delle diagnosi per la selezione dei casi di violenza; ci sono una serie di codici che vengono assegnati e poi si fa una fotografia a livello nazionale delle violenze ai danni appunto delle donne. Ebbene, si dice - questo è il report del 2022, l'ultimo disponibile - che i dati con indicazione di violenza prima della pandemia da Covid-19 erano 1.537 nel 2017, sono passati a 1.487 nel 2019, sono diminuiti a 1.042 nel 2020, risaliti a 1.171 nel 2021. Nel 2022 si sono registrati 1.196 atti di violenza contro le donne, quindi in tutto il Paese, 60 milioni di abitanti, ci sono 1.196 accessi. Vuol dire che Aosta, se questi dati fossero confermati, farebbe quasi un quarto di tutte le aggressioni del Paese, allora obiettivamente questi dati cozzano decisamente con la realtà. Perché dico questo? Non certo per minimizzare un problema, perché noi siamo profondamente convinti che si debba arrivare a violenze zero di tutti i tipi, di qualsiasi tipo essa sia, ma sparare dei dati in questa maniera, senza che questi dati e queste notizie siano confortate da fatti, è evidente che non dà la fotografia reale di quello che succede nella nostra regione.
Io non posso andare a dire che ci sono stati 250 accessi al Pronto Soccorso se poi non ci sono denunce, se poi non ci sono i dati e se poi non so nemmeno quante persone hanno fatto accesso più volte al Pronto Soccorso o se io classifico come violenza, per esempio, un'aggressione di un anziano nei confronti del personale sanitario di una struttura, perché è un'assurdità. Mi aspetterei a questo punto, se i dati sono questi, che se una persona viene investita sulle strisce pedonali da un uomo, questa viene classificata tra le violenze, sarebbe un'assurdità, quindi proprio per comprendere e per mondare il dato dal sensazionalismo giornalistico, con quest'interpellanza le chiediamo se sia intenzione condurre una verifica che possa confermare l'attendibilità dei dati forniti circa le violenze sulle donne, con particolare riferimento al dato relativo al rapporto tra il numero di segnalazioni emerse in Pronto Soccorso e il numero di denunce formalizzate alle Forze dell'ordine. Avremo anche la parte del patrocinio USL alla manifestazione politicizzata ma ne parleremo dopo.
Dalle ore 10:16 assume la Presidenza il vicepresidente Marguerettaz.
Marguerettaz (Presidente) - Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Sgombriamo subito il campo rispetto alla quasi totalità della sua presentazione, anche se non servirà a tranquillizzarla nella parte della replica. I dati riguardanti le aggressioni registrate presso il Pronto Soccorso sono attendibili, peccato che i dati sulla violenza delle donne sono rilevati dai sistemi informativi dell'Azienda USL e attengono alle aggressioni registrate presso il Pronto Soccorso: non è quindi possibile quantificare il numero di denunce formalizzate alle Forze dell'ordine partendo dal numero delle segnalazioni emerse in Pronto Soccorso. I dati infatti non sono raffrontabili in quanto la delicatezza degli stessi è coperta da privacy o segreto istruttorio e pertanto non possono essere resi noti al di fuori dell'ambito in cui gli stessi vengono trattati. A questo si aggiunge il fatto che la violenza non è solo fisica, ma anche emotiva e psicologica, soprattutto nei casi più prolungati, quindi non sempre una denuncia si traduce in un accesso al Pronto Soccorso, così come non tutti gli accessi al Pronto Soccorso si tramutano in denunce.
La classificazione è registrata come violenza nei sistemi informativi USL quando la stessa emerge nel corso della visita sulla donna ed è rilevata dalle informazioni che sono conosciute o dalla stessa donna comunicate. La classificazione delle violenze è quindi condizionata:
1) dalla conoscenza delle dinamiche che hanno condotto la persona in Pronto Soccorso;
2) dalla presenza di casi sospetti che richiedono agli operatori di verificare se le lesioni subite siano o meno compatibili con quanto riferito dal paziente.
Infatti l'Azienda ha individuato un percorso omogeneo per trattare al meglio queste casistiche che coinvolge, anche attraverso specifico percorso di formazione, le strutture interne dell'Azienda interessate al fenomeno.
La formazione specifica, che è preposta agli operatori coinvolti, unita all'esperienza maturata, determina oggi maggiore consapevolezza e capacità d'intercettare casi che in precedenza sarebbero rimasti nascosti.
Lo scorso anno l'Azienda USL ha coinvolto in un ciclo di formazione le Forze dell'ordine e tutto il personale che incontra le vittime di violenza e di genere domestica nella fase acuta, compresi i minori. Quest'aspetto, unito al fatto che, rispetto al passato, vi è una maggiore propensione a rivolgersi alle Istituzioni, aiuta maggiormente le vittime a comunicare le violenze subite, con un conseguente crescente numero di accessi spontanei al Pronto Soccorso. Questi due aspetti contribuiscono sicuramente alla crescita delle segnalazioni in una certa misura che si stanno registrando negli ultimi anni.
Venendo alla risposta alla domanda n. 2: "se sia intenzione mettere in campo ogni azione utile a evitare che il patrocinio dell'USL venga apposto su manifestazioni evidentemente politiche e/o politicizzate", il patrocinio dell'Azienda USL è stato concesso secondo i presupposti previsti dal relativo regolamento dell'Azienda stessa, che, ripeto, è autonomo. La manifestazione pubblica era finalizzata alla sensibilizzazione contro il fenomeno della violenza contro le donne e come tale coerente con le finalità istituzionali dell'Azienda USL della Regione Autonoma Valle d'Aosta. La manifestazione richiamata nell'interpellanza è stata organizzata dal Centro donne contro la violenza di Aosta, un'associazione di volontariato senza scopo di lucro, non avente carattere politico o sindacale, un'associazione operante in quanto unico centro antiviolenza presente sul territorio regionale ricompreso nelle categorie dei soggetti beneficiari di patrocini. L'associazione ha coinvolto il proprio personale appositamente formato nell'attuazione delle linee guida nazionali in tema di soccorso e di assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Vede, assessore Marzi, lei non mi deve tranquillizzare, io non ho bisogno di essere tranquillizzato, sono assolutamente tranquillo. Credo che coloro che devono essere preoccupate, sentendo la sua risposta, siano proprio le donne che si rivolgono al Pronto Soccorso, perché lei ha detto una cosa che io ritengo molto grave, che di certo non ha detto lei, le hanno scritto ovviamente coloro i quali prendono e si occupano di accogliere le persone vittime di violenza: lei ha detto che non tutti gli accessi in Pronto Soccorso per violenza sulle donne si trasformano in denuncia. Assessore, ma lei ha detto una cosa molto grave, cioè lei ha detto che una donna che vai in Pronto Soccorso e denuncia di essere stata aggredita o di aver subito violenza può anche non essere segnalata come vittima di violenza e questo è molto grave. Io mi aspetto che se ci sono 258 donne che vanno in Pronto Soccorso e dicono: "Ho subito una violenza fisica" - psicologica non credo che vadano in Pronto Soccorso -, un minuto dopo si chiami l'agente di Polizia giudiziaria presente nel nosocomio regionale e si dica: "Guardi che questa donna ha subito una violenza, è vittima di violenza". Se non si fa, c'è un grosso problema e di questo l'USL deve rispondere, perché altrimenti parliamo del niente.
Lei dice che i dati sono attendibili, però bisogna dimostrarlo che i dati sono attendibili Assessore! Io invito non lei ovviamente ma tutti i colleghi, anche quelli che mi guardano con malcelato disprezzo, ad andare e recarsi sul sito dell'Istat e di vedere i dati sulle donne vittime di violenza e di vedere che i dati dicono che ci sono 4,8 donne vittime di violenza su 10 mila persone. In Valle d'Aosta 50 mila, 60 mila donne da 0 a 100 anni? Faccia lei il calcolo, Assessore, e mi dica se i dati che sono stati forniti sono attendibili.
Io continuo a guardare questa tabella... e non si preoccupi che su questo ovviamente andremo a fondo, soprattutto per capire queste nove violenze all'interno delle micro comunità RSA, perché allora a questo punto dobbiamo dirci che le RSA sono a rischio, perché c'è un'aggressione al mese ai danni delle donne in ogni RSA valdostana. Questo è quello che dice la tabella che mi è stata girata in un accesso agli atti, quindi o noi diciamo questo e diciamo che c'è un grosso rischio anche nelle RSA valdostane, qui c'è scritto, per esempio, che ci sono state ottanta violenze in strada, vuol dire che nelle strade valdostane avvengono continuamente violenze, da tutte le parti, ottanta in otto mesi, sono dieci aggressioni al mese, sono tantine, vuol dire che è difficile per le donne girare per strada, allora dobbiamo lanciare l'allarme generale oppure forse questi dati non sono molto attendibili. Non è per minimizzare il fenomeno, è per comprenderlo che noi chiediamo questa chiarezza, perché non vogliamo che questo dato venga sopravvalutato o sottovalutato, vogliamo che questo dato venga ricondotto alle sue fattispecie esattamente com'è e se la Procura ci dice che le denunce sono state 184 in tutto l'anno, non considerando solo il Pronto Soccorso, perché immagino che ci siano persone che vanno a denunciare a prescindere dall'accesso al Pronto Soccorso, significa che c'è qualcosa che non quadra, ci sono molte cose che non quadrano e chi ha pensato di fare un'opera buona facendo il sensazionismo giornalistico invece ha, da una parte, danneggiato l'immagine della Valle d'Aosta e, dall'altra parte, non ha restituito una fotografia corretta, perché la violenza sulle donne è una cosa molto grave, così come la violenza su chiunque, ma aumentare o diminuire i dati a seconda del momento politico per comunicarlo - e il 17 di novembre è un po' curiosa questa data - obiettivamente è un qualcosa di cui non abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di dati certi, di dati seri e soprattutto di denunce puntuali, che possano eventualmente consegnare i responsabili alla giustizia.