Oggetto del Consiglio n. 3242 del 8 febbraio 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3242/XVI - Reiezione di mozione: "Analisi e redazione in tempi rapidi della legge regionale in materia di concessioni per grandi derivazioni idroelettriche a seguito dell'adozione della relativa norma di attuazione".
Bertin (Presidente) - Punto n. 51. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - La mozione che abbiamo presentato affronta un problema che nelle sue linee generali è di primaria importanza per l'economia e anche per l'autonomia della Valle d'Aosta, è una questione che riguarda le concessioni in scadenza per le grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, un campo in cui la Regione Valle d'Aosta si trova in pesante ritardo, non solo rispetto alle altre Regioni a Statuto speciale, ma anche rispetto a tutte le Regioni a Statuto ordinario; sembra una cosa paradossale però è così. Come è noto, la legge statale 11 febbraio 2019 n. 12 con l'articolo 11quater ha affermato che - e cito testualmente -: "Le Regioni disciplinano con propria legge le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico". Non solo tale legge ha affidato la competenza alle Regioni, ma ha anche imposto dei tempi stretti per approvare tali leggi di disciplina della materia prevedendo, in caso di omissione regionale, un intervento sostitutivo dello Stato. Nella legge 12/2019 c'è però una disposizione di salvaguardia per le Regioni a Statuto speciale, infatti il comma 1octies del citato articolo 11quater afferma: "Sono fatte salve le competenze delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano ai sensi dei rispettivi Statuti e delle relative norme d'attuazione". Il quadro si completa rilevando che lo Statuto speciale, per la Regione Trentino Alto Adige fin dal 2017 ha trasferito alle due Province autonome di Trento e di Bolzano la competenza di disciplinare con legge provinciale le procedure per le concessioni delle grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico e che l'altra Regione autonoma del nord Italia, il Friuli-Venezia Giulia, ha anch'essa una competenza in materia. Alla fine quindi ci rendiamo conto che la nostra Regione si trova in una situazione del tutto anomala, la situazione ha la titolarità delle acque pubbliche ma non può procedere all'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico perché ancora si applica una vecchia normativa statale. La Regione è infatti ancora in attesa di una norma di attuazione dello Statuto che preveda la competenza regionale sulle procedure per le assegnazioni di tali concessioni e la norma di attuazione, come sappiamo ben tutti in questo Consiglio, è in itinere e in cammino da cinque anni, è oggetto di elaborazione all'interno della Commissione paritetica Stato-Regione che ha subito varie traversie e non sappiamo quando si concluderà quell'iter perché adesso siamo nuovamente e ulteriormente in una situazione di impasse dopo le dimissioni di un suo componente, Augusto Rollandin, nominato da questo Consiglio.
Questa norma di attuazione a breve, come noi ci auguriamo, o anche fra un anno come potrebbe capitare... in ogni caso prima o poi arriverà, però poi, una volta che la norma sarà stata emanata, bisognerà procedere a scrivere, elaborare e poi approvare la legge regionale di disciplina della materia. Allora noi crediamo che, per recuperare in qualche modo un po' del ritardo che si è accumulato in questi anni per i motivi che non stiamo qui a rielencare, pare saggio e importante sin da ora avviare quelli che possono essere gli studi e gli approfondimenti propedeutici necessari per predisporre poi questa legge regionale che è fondamentale. Si può avviare questo lavoro anche perché le linee generali che scaturiranno da quella norma di attuazione già in parte si conoscono, c'è una bozza che circola da tempo, anche perché c'è il lavoro che è stato fatto in questo senso dalle Regioni, che già hanno elaborato le loro leggi e che quindi sono in qualche modo arrivate già a un passo più in avanti e possono offrirci anche un'utile materia di studio su cui riflettere, discutere ed elaborare. Di conseguenza la mozione chiede una cosa che è abbastanza semplice: è un impegno rivolto al Presidente della Commissione consiliare competente affinché si proceda al lavoro preparatorio della legge regionale. Nello specifico chiediamo che la Commissione operi affinché venga predisposto entro trenta giorni un dossier contenente i testi e un'analisi anche sommaria delle leggi regionali approvate in materia di concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche da fornire a tutto il Consiglio regionale, una sorta di documento su cui poter ragionare.
Il secondo impegno è quello di avviare nella Commissione i lavori preparatori che sono utili per giungere poi a una rapida redazione della legge regionale in materia di concessioni non appena sarà stata varata la norma di attuazione di cui in premessa. In pratica è un modo per cercare di tenersi pronti e portarsi avanti. Ci auguriamo che il Consiglio concordi sulla necessità di questo lavoro preparatorio.
Presidente - La discussione generale è aperta. Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Interverrò sul tema della mozione, ma in realtà ne approfitterò per il tempo che ho per fare alcune considerazioni di più ampia portata.
L'importanza del tema che sia epocale per la nostra Regione penso che sia sotto gli occhi di tutti, sappiamo che con l'approvazione dello Statuto speciale, con la legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948, la Regione ha ottenuto in concessione gratuita per 99 anni rinnovabili le concessioni, la cui scadenza è ormai all'orizzonte. Ora voglio sottolineare un punto, forse piuttosto brutale, forse di pura real politik, come avrebbe chiamata, ma se qualcuno non l'avesse capito, la politica si fa in un certo modo, anche la democrazia che ha la forza dei numeri, ma si fa con i rapporti di forza. Allora che cosa ha fatto la nostra Valle all'epoca? La Valle è riuscita in qualche modo nel dopoguerra, grazie a una classe politica di alto livello, capace, e anche qui direi che una classe politica è valida e capace in maniera direttamente proporzionale alla capacità di sfruttare i rapporti di forza a proprio vantaggio, altrimenti fa una rivoluzione finta oppure parla, fa populismo... la politica è un'altra cosa, è portare a casa dei risultati e bisogna volgere i rapporti di forza a proprio favore, quindi la Valle - messa proprio in termini un po' brutali, me ne rendo conto, è un'interpretazione - nel dopoguerra ha fatto valere la forza strategica della sua produzione idroelettrica, quella produzione idroelettrica che è stata potenziata, spinta durante il ventennio fascista, che contribuì con successo all'industrializzazione della Regione e che era fondamentale per garantire l'energia al periodo della ricostruzione post bellica. Questo ha costituito, a nostro avviso, una leva enorme, forse la più grande, per far valere sul tavolo delle trattative le nostre richieste di autonomia, motivate da una lunga storia di franchigia e autogoverno, torniamo al Medioevo. C'erano spinte annessionistiche, palesi e non verso la Francia, in parte anche speranze di qualcuno verso la Svizzera, sono dati storici. Ora la nostra Regione, grazie alla forza dell'idroelettrico, ha saputo fare la scelta corretta, a nostro avviso, cioè rimanere fedele allo Stato nazionale italiano, nato dall'espansione, tra l'altro, dello Stato sabaudo verso altri territori italiani, che piacciono meno, garantendosi così il privilegio di una forma di autogoverno. La nostra energia quindi è in qualche modo alla base dell'ottenimento della nostra autonomia, è di questo che stiamo parlando oggi.
Perché dico la scelta corretta? Qui entro nella parte più interpretativa storica: punto primo, non dico nulla di nuovo, mi accodo semplicemente alla tradizione storiografica liberale valdostana. Punto secondo, vedo delle analogie mutatis mutandis, cioè, fatte le dovute proporzioni, i dovuti mutamenti, con altri momenti storici della Valle, che hanno portato, a mio avviso, a far scattare meccanismi simili, quando cioè nel 1536 la Valle scelse la fedeltà a Casa Savoia di fronte all'invasione da parte del Re Francesco I di Francia e i territori del Ducato. La Valle d'Aosta quindi già all'epoca, che in questo caso ottenne la creazione del Conseil des Commis, si schierò dalla parte dei Savoia: ecco perché ritengo fondamentale il ruolo in questo caso dei partiti nazionali al Governo attualmente nella Nazione, la Sinistra del PD è di Conte in questo momento, purtroppo per loro, in minoranza contano zero, come contano zero o quasi zero le minoranze in politica, fanno la battaglia ma non hanno le redini in mano... per massimizzare le possibilità di mantenere le nostre prerogative storiche. Su questo l'aspetto strategico... oggi dov'è la similitudine, l'analogia che io ritrovo oggi? L'aspetto strategico della produzione industriale valdostana oggi è prioritaria anche a livello nazionale, perché chiaramente ci troviamo di fronte a un mondo in cui la lotta per l'energia sarà probabilmente il discorso più complesso e più pericoloso che vediamo, quindi ogni Paese cerca la sua indipendenza energetica. È chiaro che, tra l'altro, a fronte di una transizione ecologica, il nostro assetto di energia pulita è fondamentale anche per la Nazione, quindi altro che nazionalismo valdostano, come ho sentito dire in quest'aula, l'avevo sentito dire dall'assessore Caveri, oppure altro che i partiti nazionali non hanno interesse nella Valle, come ha sostenuto il consigliere Chatrian! Ce l'hanno eccome, ce l'hanno in virtù di questi asset strategici, "asset" è una parola che mi infastidisce, l'italiano è una buona lingua, quindi usiamola, questi aspetti strategici che interessano chiaramente alla Nazione per questo motivo, ha un grosso interesse qui, ed è storicamente il procedimento che ha consentito alla Valle di avere nei casi che ho citato - poi ci saranno le eccezioni - le sue prerogative di autogoverno.
Ora, calando tutto questo nel presente, nel contingente, cela va sans dire dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per una corretta gestione delle concessioni, io utilizzerei questo termine "corretta gestione". Come gruppo Lega, siamo stati i primi a portare all'attenzione del Governo la necessità di fare una legge regionale su questo tema due anni fa, fu il presidente Lavevaz in quel caso a prendersi la responsabilità di non legiferare subito; mi auguro abbia avuto i suoi buoni motivi con elementi che a noi dell'opposizione sfuggivano, perché va da sé che le maggioranze a volte hanno elementi che alle opposizioni sfuggono e questo fa parte del gioco politico. Chiaramente, lo chiedevamo prima, siamo coerenti, sosteniamo ancora adesso che sia necessaria una legge regionale, su questo siamo perfettamente d'accordo con quanto dice la collega Minelli, quindi esortiamo la maggioranza a muoversi su questo tema della legge regionale. Quello che però ci porterà ad astenerci, quindi anticipo che ci asterremo, è la modalità, il passaggio dell'impegnativa.
Farsi i dossier, consigliera Minelli, credo sia nelle funzioni di ogni Consigliere di recuperare gli aspetti normativi, abbiamo un Legislativo che lavora bene, glielo si chiede, ti fanno una ricognizione delle leggi regionali e, tra l'altro, la parte su cui non siamo d'accordo e ci porta all'astensione... riteniamo che legare l'avvio in Commissione dei lavori preparatori, utili per giungere a una rapida relazione della legge regionale non appena sarà stata varata la norma di attuazione sia fondamentalmente sbagliato, nel senso che i due aspetti, i due binari, a nostro avviso, dovranno procedere in maniera separata, consapevoli, tra l'altro, che il percorso norma di attuazione potrebbe non essere così semplice, perché è un tema estremamente complesso, che coinvolge non solo il livello nazionale ma i livelli europei.
Fatte queste considerazioni, esortiamo ancora una volta la maggioranza a muoversi su questo tema, sul tema della legge regionale che deve essere fatta, ma allo stesso tempo sulla mozione in sé noi ci asterremo.
Presidente - Altri in discussione generale? Non vedo altre richieste, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo replica l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Il tema delle concessioni sotto il profilo amministrativo è sicuramente un ambito complesso il quale ho potuto approfondire ancora meglio in questi mesi grazie alle strutture dell'Assessorato, grazie ai colleghi più vicini fino ad oggi a questi dossier, un ambito complesso dovendo disciplinare gli utilizzi della risorsa che stanno divenendo sempre più conflittuali e rispetto ai quali vi è una tradizione, ringrazio anche il collega Perron per il suo intervento che risale al Medioevo, con impatti sociali, impatti culturali, che devono essere attentamente governati. Questi che ho descritto sono ambiti nei quali l'esercizio dell'autonomia valdostana è presente, applicata, innovativa anche nel panorama nazionale e nel panorama europeo. Questa particolarità non sempre trova corrispondenza nell'evoluzione giuridica europea, dove l'apertura al mercato e la concorrenza sono visti come pilastri dello sviluppo economico.
Il tema delle concessioni e dei beni pubblici è da anni uno di questi terreni di scontro con le tradizioni nazionali, che, come quella italiana, trovano le loro radici nella piccola imprenditoria e soprattutto nel locale. L'assetto idroelettrico valdostano principale è a beneficio delle comunità locali, quindi del nostro territorio, territorio verso il quale sono indirizzati gli utili dello sfruttamento del bene pubblico acqua ed è ben controllato dalla Regione nelle sue finalità di tutela ambientali e di gestione delle disponibilità idriche. Queste specificità della nostra regione sono uniche, ci caratterizzano in modo univoco nel panorama europeo e rappresentano ciò che si vuole tutelare. La legge citata, la n. 12/2019, chiede alle Regioni di disciplinare le modalità di assegnazione delle grandi concessioni mediante una gara e le norme regionali esistenti regolamentano tutti i passaggi procedurali per effettuare tali gare, introducendo gli elementi di tutela ambientale che i grandi derivatori devono assicurare con il loro sfruttamento. Le Regioni diventano i controllori, impongono i limiti che non devono essere superati dal concessionario che punta al suo profitto. Siamo di fronte a una logica diversa da quella regionale dove invece lo sfruttamento della risorsa è pensato fin dall'origine come subordinato a beneficio della comunità regionale e alla tutela ambientale. Un dossier sulle leggi regionali avrebbe un valore puramente conoscitivo, forse poco utile a definire la procedura da applicare in Regione, forse apporterebbe anche un po' di confusione, perché l'impostazione dei documenti e delle richieste al proponente sarebbe coerente con gli obiettivi di utilizzo e di tutela delle acque di quella Regione. Gli uffici dell'Assessorato stanno lavorando sulla norma regionale nell'ottica in cui si diceva sopra, sono chiare anche le tempistiche; le proposte normative dovranno disciplinare l'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni secondo procedure diversificate a seconda delle possibilità di valorizzare l'assetto precedente. Ad oggi tutti i tentativi legislativi nazionali e della norma di attuazione e di riconoscere una modalità di rassegnazione, che vada in continuità con il passato, non hanno trovato una positiva soluzione. La norma regionale dovrà quindi muoversi nelle opzioni legislative esistenti di gestione di una gara, individuando gli elementi di valutazione delle proposte in modo coerente con le esigenze del nostro territorio sotto tutti i profili, economico ed ambientale in particolare. Nell'iniziativa si chiede un impegno al Presidente di Commissione, Presidente con il quale si è condivisa anche la risposta, Commissione che sarà chiaramente coinvolta, ma nei modi e nei tempi che poi verranno definiti. Pertanto si chiede il ritiro dell'iniziativa, in alternativa ci sarà l'astensione da parte della maggioranza.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi per dichiarazione di voto.
Aggravi (RV) - Per dichiarazione di voto che voglio anche argomentare. Rassemblement Valdôtain voterà a favore di questa mozione, senza dubbio ci sono dei passaggi nell'impegnativa, non me ne vorranno le colleghe, ma, sapendo che sono molto attente ai dettagli... su due passaggi qualche dubbio c'è, forse il termine "dossier", come è già stato sottolineato, e anche il fatto di parlare di una rapida redazione forse non è una terminologia che ci trova pienamente concordi, però lo spirito e i principi li condividiamo. Io vorrei ricordare soprattutto a chi era presente in Consiglio sul finire della scorsa legislatura e a quei movimenti politici che girò negli ultimi mesi un parere proveniente da forze di maggioranza che invitava il Governo regionale o avrebbe detto che una legge si doveva fare. È un punto che poi rimase sospeso perché anche su questa questione e su questa materia, al netto dei pareri che sappiamo se ne sono viste di tutti i tipi, ma lo voglio sottolineare perché fu un momento abbastanza particolare, è bene e può essere utile un approfondimento preparatorio in Commissione rispetto all'attività che si sta facendo sulla norma di attuazione, per una motivazione che cerco in poco tempo di spiegare. La questione della norma di attuazione, oltre alla parte più tecnica, ha una parte pattizia, di interlocuzione con l'attore statale. L'eventuale normativa, soprattutto per quello che riguarda la gestione delle concessioni di grandi derivazioni, è qualcosa di un pochettino più complicato sia perché si è visto quello che è successo nelle altre regioni, e non sono neanche totalmente d'accordo con chi dice: "Dobbiamo normare perché lo hanno fatto gli altri", questo non è mai sempre vero, lo dico perché, al netto di tutta una serie anche di prese di posizione della Corte costituzionale, potrebbe essere utile sviscerare all'interno della Commissione quelle che possono essere delle particolarità o delle difficoltà e nulla vieta organizzare anche altri momenti di confronto, se lo vuole, con chi del Governo è più addentro alle questioni anche a livello di competenza, e guardo l'assessore Sapinet e il presidente Testolin.
C'è però un passaggio ulteriore che mi preoccupa moltissimo e andrebbe sviscerato e forse guardo più i componenti dei partiti nazionali, e per correttezza dico anche che è una parte che io sollevai da membro del Dipartimento energia della Lega, ovvero il fatto che sarebbe bene anche chiarire quali impegni il Governo nazionale, che sia stato quello di Draghi o successivamente, si sono presi nella sottoscrizione degli impegni del PNRR, perché io continuo a insistere che il PNRR è un piano di riforme con alcuni investimenti, perché gli effetti di quelle riforme sono maggiori, a mio giudizio, molto modesto, rispetto agli investimenti, o possono essere degli effetti maggiori, non dico positivi e negativi perché andrebbero sondati.
Invito quindi chi ha più contatti, e forse sarebbe stata la domanda più interessante da fare al ministro Fitto, magari l'assessore Caveri ha avuto l'occasione di fargliela... però diciamo che il ginepraio normativo rischia di essere un pochettino più complicato, come diceva qualcuno nella Prima Repubblica, rispetto a quello che si pensa, anche perché l'Italia, rispetto ad altre realtà, ha fatto i compiti europei un pochettino più precisi, la Francia ha aspettato la chiusura della procedura d'infrazione per allungare le sue concessioni, invece in Italia per adesso si persegue nella linea o non linea che c'è sempre stata. Su questo passaggio io andrei a fare, e credo che lo spirito della mozione lo trova, degli approfondimenti in Commissione.
Io penso che, al di là di tutto, anche di come sarà l'esito scontato penso del voto della mozione, forse le Commissioni competenti un passaggio informativo a beneficio del Consiglio potrebbero farlo, anche per evitare che un'eventuale legge o norma possa arrivare poi tra capo e collo e non essere preparati perché l'argomento, come in realtà tutti hanno detto, è capitale per la nostra Regione, se non fondamentale e necessario per il futuro, in particolare non soltanto della nostra Regione, ma anche in generale del bilancio della nostra comunità.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Due parole per la dichiarazione di voto a favore del nostro gruppo, sostanzialmente rispetto all'impegnativa ci troviamo favorevoli in quanto tutti e due i punti credo che forniscano degli elementi per mettere a disposizione del Consiglio regionale e di tutti i Consiglieri della documentazione per avere piena contezza degli argomenti che vengono trattati e che potranno essere poi utili per la fase successiva, quando si dovrà mettere mano alla legge regionale una volta che sarà approvato il testo della norma di attuazione e che è richiamato, pertanto tutto quello che va nell'indirizzo e nella traccia di mettere a disposizione elementi utili ai Consiglieri lo riteniamo favorevole, quindi esprimiamo il nostro appoggio all'iniziativa che è stata presentata.
Presidente - Altri interventi? Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - In dichiarazione di voto immagino.
Presidente - È la sua replica in realtà.
Minelli (PCP) - Allora ho ancora spazio, ho un po' più di tempo. Io ringrazio intanto i colleghi che sono intervenuti che hanno portato il loro contributo. Ho ascoltato con attenzione sia il collega Perron, che ha ricostruito un po' la storia, ha fatto un excursus storico, ci sono delle evidenziazioni che ha fatto che possiamo condividere e altre un po' meno ovviamente, sono però un po' perplessa dalle motivazioni che sono state adottate in coda all'intervento per spiegare la ragione dell'astensione che voi farete e che riguarda sostanzialmente la modalità dell'impegnativa. Lei dice che non va bene farsi fare i dossier, ogni Consigliere può farlo, chiede aiuto, se non è capace, agli uffici e gli viene messa a disposizione la materia. Forse io non mi sono spiegata bene, credo che ognuno di noi sa che è possibile fare questo passaggio, ma la richiesta di avere un dossier - e mi scuso per aver utilizzato un termine che forse non è del tutto appropriato, come ha sottolineato il collega Aggravi - è un'altra: lo scopo è quello di avere a disposizione per tutti un materiale su cui però fare un lavoro collettivo. Io credo che questa sia la cosa importante, cioè ragionare insieme su testi, contributi che possono arrivare dalle altre Regioni, che già hanno fatto un loro approfondimento e hanno scelto come costruire le loro leggi per, a nostra volta, fare ragionamenti che riguardano la Regione.
Non condivido la confusione che l'assessore Sapinet ha detto che potrebbe derivare dal leggere norme che sono diverse da quelle che riguardano la Valle d'Aosta, che ha una situazione più particolare. Io penso che dovremmo essere pronti a confrontarci con tutto ciò che ci viene messo a disposizione, dal fatto che già esiste, per poter fare quegli approfondimenti, ma proprio perché è stato sottolineato che questo è un tema epocale e, se è un tema epocale, tutto ciò che ci ruota attorno, lo studio che si deve fare... io sono fissata probabilmente con il fatto che le cose vadano approfondite e bisogna farlo sempre e a tutti i livelli, è la mia formazione, non ci rinuncio e penso che sarebbe utile anche all'interno di un Consiglio regionale, ma quello che mi ha preoccupata di più nelle cose che ho sentito sono alcune valutazioni che ha fatto l'assessore Sapinet, al di là del dire che la legge 12/2019 ha un'impostazione che è completamente diversa da quella regionale e anche al di là del fatto che il dossier avrebbe un valore solo conoscitivo, poco utile, eccetera. Lei ha detto delle altre cose che sono, a mio avviso, molto gravi e che se ho intuito bene, perché non sono state dette esplicitamente, ma mi sembra che in qualche maniera siano state evidenziate tra le righe... in sostanza l'Assessore ha detto che non ci sarà la possibilità di arrivare alla riassegnazione delle concessioni e questa è una rinuncia senza discussione, senza volontà da parte di questa maggioranza e della Regione di essere incisiva e poi mi sembra anche che tra le righe, o almeno questo è quello che ho intuito io, forse sbaglio, spero di sì, è che la norma non sarà più quella del 2019, che ci saranno delle modificazioni.
Il presidente Testolin nelle innumerevoli volte che ho cercato di portare questo tema mi aveva detto ancora poco tempo fa che la Regione perseguiva invece quella strada, che la norma sarebbe rimasta quella, fatto salvo per alcuni elementi, alcuni elementi che poi io ho già evidenziato esserci nella nuova bozza che ho avuto modo di vedere e che sono estremamente preoccupanti.
Sono stati messi sul piatto degli elementi che, a mio avviso, meritano una grande attenzione da parte di tutti. In merito all'impegno della mozione - e torno sull'impegno della mozione, perché poi tutto il resto è quello su cui bisognerà adesso forse anche mirare un po' di più la nostra attenzione-, mi sembra che proprio su quelle parole sia stato fatto tanto fumo e poca chiarezza, sono state fatte delle osservazioni anche pretestuose. Quello che si chiede in sostanza è una cosa estremamente semplice: è analizzare dei materiali, richiederli in modo che li abbiamo tutti ma soprattutto poi lavorarci. Su questo io immaginavo che la volontà comune ci fosse proprio in virtù del fatto che tutti concordiamo sulla definizione di tema epocale. Allora, se un tema è epocale, su quel tema ci si lavora e non concordo nemmeno sulla questione che il cammino non debba essere fatto in questo momento ma che bisogna prima aspettare la norma e poi lavorarci, siamo in ritardo. Allora se, vivaddio, questa Commissione paritetica riuscirà a partorire in tempi brevi la norma di attuazione, ricordo che prima bisogna ricostituirla la Commissione paritetica, perché abbiamo anche quel problema, poi però dovrà lavorare, ma se noi in contemporanea ci attiviamo per cominciare una discussione all'interno del Consiglio e lavoriamo, mi sembra che sia la cosa più sensata possibile che si possa fare, anche perché poi, come sempre accade, bisognerà correre su alcune cose, ci sarà meno tempo, bisognerà arrivare all'ultimo; qui siamo specialisti nell'arrivare all'ultimo momento su un sacco di cose. Quando c'è la possibilità di lavorare con più calma, con più tranquillità, acquisendo anche degli altri materiali, facendo delle proposte, perché poi è ovvio che si fa un lavoro di analisi ma anche un lavoro propositivo, invece no, ci si nasconde dietro ad altre questioni e soprattutto mi pare che, come poi è anche stato detto, ci sia una contraddizione.
Ricordava il collega Aggravi che al termine della scorsa legislatura... abbiamo visto tutti quel parere, stiamo parlando dell'inizio 2020 mi pare, perché poi tutto è crollato, sono passati quattro anni da quell'esortazione, abbiamo fatto qualche passo avanti in quel senso? Ne abbiamo parlato? Sì, forse ogni gruppo, ogni forza avrà fatto dei suoi approfondimenti, avrà cercato di sviscerare il tema, com'è corretto e giusto che sia, ma poi ci vuole un lavoro corale, perché sennò mi chiedo a che cosa servano le Commissioni, se non al confronto, all'elaborazione, alla produzione, eccetera. Prendiamo atto che questa volontà non c'è, naturalmente non ritiriamo la mozione, ci mancherebbe altro e la portiamo al voto sottolineando ancora una volta come questo sia il Consiglio dei rinvii.
Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Presidente della Regione per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Credo che siano opportune alcune riflessioni, anche a seguito dell'ultimo intervento della collega Minelli, che è sempre supportata da granitiche certezze e ha sempre entusiasmo nell'affrontare discussioni senza sapere dove si può andare, dove si può arrivare e soprattutto senza sapere esattamente le regole del gioco; regole che caratterizzano in maniera molto pesante l'evoluzione di un argomento che è stato definito da molti epocale o capitale, perché evidentemente è un argomento che coinvolge non solo il nostro territorio ma che nel nostro territorio, come ha giustamente detto l'assessore Sapinet, è un qualcosa di diverso rispetto alle altre realtà. Il copia-incolla che viene proposto come metodo di confronto, a mio avviso, ha dei limiti che sfiorano l'annullamento delle caratteristiche autonomistiche e di gestione del territorio e delle acque nella nostra regione. Un confronto ci può sempre stare ma non è sicuramente alla base della creazione di una nuova norma, una nuova norma che dovrà ed è già oggetto di lavoro da parte degli uffici, così come è stato dal collega sottolineato e che è il binario parallelo a quello del lavoro che si sta facendo sulla norma di attuazione, una norma di attuazione che evidentemente è figlia di una situazione molto complessa, molto complicata, che suo malgrado deve rispondere a delle indicazioni che non sono solo nazionali ma sono europee.
Il dialogo che c'è stato a livello di Regioni dell'arco alpino, comunque Regioni montane, che vedono nella valorizzazione della risorsa acqua una delle loro peculiarità, aveva portato non più tardi di un mesetto fa alla presentazione di un emendamento, sostenuto anche a livello nazionale dall'attuale maggioranza, che avrebbe dato una risposta importante rispetto a quella che era la possibilità non di prolungare le concessioni, ma di riassegnarle a fronte di investimenti che avessero caratterizzato e valorizzato questo tipo di percorso. Oggi questa strada non è stata proseguita perché le dinamiche del PNRR, sollevate da qualcuno, impongono, al di là di situazioni pattizie che venivano sollevate, dei vincoli superiori ai quali bisogna in questo momento giocoforza cercare di dare delle risposte, risposte che non possiamo dare né ad Aosta, né a Roma e il confronto, ed è quello che è stato sollecitato al ministro Fitto nel breve incontro dell'altro giorno, oltre che averlo fatto in separate sedi anche in quel di Roma... dovranno essere affrontate non per il bene squisito della Valle d'Aosta ma per una situazione complessiva che dovrà trovare una definizione per darci le regole esatte all'interno delle quali giocare.
Lei parla di rassegnazione, di rinuncia, rispetto alla norma di attuazione così com'era stata concepita, ma non c'è nessun tipo di rassegnazione, c'è la necessità di calare una norma di attuazione che possa avere il placet delle due parti che compongono la Paritetica, perché evidentemente non basta il desiderata nostro per portare a casa un risultato che sia quello voluto, perché altrimenti saremmo noi a legiferare e potremmo farlo. Quello che invece possiamo fare è fare una norma regionale e gli uffici staranno lavorando per quello e, per quanto riguarda il Governo, verrà presentata nel più breve tempo possibile in Commissione, che avrà tutte le opportunità per fare i suoi approfondimenti, così come deve essere, per apportare le proprie osservazioni e per eventualmente proporre quei cambiamenti, quelle variazioni che possano essere migliorative rispetto al lavoro che verrà presentato.
Detto questo, è solo per dire che qua si lavora e bisognerà farlo ancora nel prosieguo su più campi... mi prendo qualche secondo in più per terminare il discorso... che vuole andare a dire che le certezze granitiche che vengono sempre espresse dovrebbero poi confrontarsi con quelle che invece sono le reali necessità di confronto, e non mi sembra che nel periodo in cui la Consigliera è stata anche Assessore ci sia stata un'accelerazione esorbitante su questa tematica.
Presidente - Metto in votazione... la parola al consigliere Perron per dichiarazione di voto.
Perron (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, in realtà la reiteriamo perché l'abbiamo già espressa, quindi ci asterremo su questo per le motivazioni che abbiamo addotto prima e che non cambiano.
Voglio solo sottolineare che nella dialettica tra maggioranza e opposizione, collega Minelli, se le cose non dovessero andare nel senso auspicato per la Regione, in questo caso la responsabilità cadrà interamente su coloro che gestiscono la parte esecutiva, cadrà sul Governo, l'ho già detto prima.
In parte su questo tema avevamo sollecitato e, tra l'altro, do atto al collega Aggravi - chiaramente ci avevamo lavorato insieme - che l'ho dato per scontato ma quando abbiamo presentato, abbiamo esortato già due anni fa a partire con una legge regionale. Su questo la responsabilità era stata presa prima dal precedente Governo e adesso viene presa su questo. Il ruolo dell'opposizione è di spingere in tutte le maniere ma chiaramente poi la responsabilità è di chi governa, primo a livello regionale, secondo a livello nazionale, chiaramente queste tematiche sono complesse e se le cose non dovessero andare, c'è stata una responsabilità di chi prima era dentro, visto che abbiamo dei partiti rappresentati a livello nazionale, perché è troppo comodo poi arrivare qua dentro e far finta che uno non abbia un riferimento da un'altra parte. Ci sono dei partiti nazionali che avranno anche da rispondere a delle scelte a livello nazionale.
Se le cose andranno in maniera diversa lì, prima c'è la responsabilità del Governo Draghi, del Governo Meloni oggi e ognuno si prenderà le sue; in ultimo però c'è un livello europeo che spesso viene dimenticato, perché se anche lì ci saranno delle problematiche o delle modalità che ci hanno creato dei problemi, anche su questo la responsabilità sarà di chi a livello europeo ha sostenuto la maggioranza Von Der Leyen che ha governato in questi anni. Ognuno si deve prendere la sua responsabilità, il lavoro dell'opposizione viene fatto giustamente, lo si porta, è un lavoro collettivo, eccetera, mi viene l'orticaria quando sento "lavoro collettivo", per formazione mia personale, uno si può approfondire le cose tranquillamente con l'ausilio degli uffici, ma, ripeto, se le cose non dovessero andare, è responsabilità di questa maggioranza e ognuno ha il suo livello. Ciò non toglie che l'opposizione fa il suo, ma le due cose vanno disgiunte, sennò facciamo come all'esterno di quelli che ti guardano e dicono: "Sì, ma voi lassù in Regione...". Voi niente, noi eravamo in opposizione, ci prendiamo le nostre responsabilità ma non possiamo scavalcare poi le responsabilità di altri, che hanno gli onori che gli devono essere tributati ma anche gli oneri se poi faranno delle cose sbagliate. Esortiamo ancora che ci si muova su questa legge, la attendiamo, altrimenti chiaramente la responsabilità è del Governo Testolin.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ovviamente il voto sarà a sostegno della mozione ma uso anch'io il tempo che ho a disposizione per fare alcune repliche. Presidente Testolin, lei continua a parlare delle mie granitiche certezze e del mio entusiasmo senza conoscere le regole del gioco. Allora io di certezze granitiche non ne ho molte, glielo ho già detto in altre occasioni, però se a lei piace utilizzare questo mantra, continui pure a farlo, non fa né caldo, né freddo!
Sulla questione dell'entusiasmo io ce l'ho su alcune questioni e cerco anche di conoscere alcune regole del gioco; quello che le dico però, con molta sincerità e molta decisione anche, è che qui si tratta di fare una battaglia autonomista, che dovreste fare voi in primis credo, ma la facciamo noi, perché autonomisti, essendo Valdostani, forse lo siamo nel DNA un pochino tutti. Lei ha citato l'emendamento che doveva passare alla finanziaria, un emendamento che era di per sé assurdo perché riguardava tutte le Regioni. Noi dobbiamo fare in questo momento una battaglia che riguarda la Valle d'Aosta, perché le altre Regioni si sono messe a posto, noi no. Questa è la verità. Noi non siamo a posto, noi siamo indietro, perché, per fare una legge, dobbiamo avere una norma di attuazione. La norma di attuazione non ce l'abbiamo, andiamo avanti, aspettiamo, eccetera, e a che cosa ci attacchiamo per dire che una mozione non va bene e non deve essere votata? Ci attacchiamo al fatto che ci dice - e sono parole sue -: "Fare un copia-incolla dei testi che riguardano le altre Regioni non è un buon metodo di confronto perché non coinvolge le specificità della Regione".
Abbiate pazienza, io credo che tutti siano in grado di comprendere che l'obiettivo di un lavoro come quello che proponevamo non era certo quello di fare un copia-incolla e di arrivare ad avere un testo patchwork con pezzettini di qua e pezzettini di là.
Era un lavoro di approfondimento, sulla base di testi legislativi che esistono, che sono legati alle singole Regioni e che quindi riguardano quelle Regioni, ma il tema su cui intervengono è un tema che ci vede tutti quanti impegnati a dover trovare una soluzione. Sicuramente una certezza, che non è granitica, e spero che davvero venga in qualche maniera buttata giù, è quella che qui si sta andando in una direzione che non va bene per la Valle d'Aosta; se non è rinuncia e rassegnazione, è sicuramente scarso impegno e attenzione. Vedremo la norma a cui gli uffici stanno lavorando, però di sicuro credo che su un tema come questo l'attenzione e il voto favorevole ci poteva essere. Mi rendo perfettamente conto che non stiamo parlando dell'impegno della mozione ma che tutto il discorso che è venuto fuori ha altre valenze, altre dinamiche, altri elementi che discuteremo immagino poi nel prosieguo, quando si arriverà finalmente, e se ci si arriverà, a questa norma di attuazione, dopodiché la legge dovrà comunque esserci. Perdere del tempo adesso significa anche sottrarsi a delle responsabilità che sono certamente le responsabilità di chi governa, perché alla fine sarà così, ma sono anche le responsabilità di chi sta dall'altra parte, perché, quando siamo entrati qui dentro, delle responsabilità ce le siamo prese tutti quanti e un lavoro in questo senso è una responsabilità che io credo che dovremmo assumere nei confronti della Regione Valle d'Aosta e dei suoi abitanti.
Presidente - Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 9
Favorevoli: 9
Astenuti: 26 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.
Mi evidenziano un aspetto, anche in ragione della necessità di convocare una Commissione, e del tempo che comunque sarà relativamente lungo delle votazioni per il punto successivo per via delle votazioni, di anticipare il punto n. 54 e fare successivamente l'altro punto.