Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3131 del 10 gennaio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3131/XVI - Interpellanza: "Intensificazione della collaborazione fra la Regione autonoma Valle d'Aosta e il Département de la Haute-Savoie per la riduzione dell'impatto del traffico merci in transito attraverso il Tunnel del Monte Bianco".

Bertin (Presidente) - Punto n. 30. Consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Già durante il mese di settembre, prima della chiusura del Tunnel per i lavori, avevamo posto il problema del monitoraggio delle ricadute, non solo per gli aspetti economici ma anche per quelli ambientali, e per un approccio che prendesse in considerazione contemporaneamente la Valle d'Aosta e la Valle di Chamonix.

Nel fare questa richiesta di monitoraggio, accurato e puntuale, abbiamo tenuto presente quanto fatto nel periodo 1999-2001, quando ci fu la lunga chiusura dopo l'incendio del marzo del 1999.

Allora vennero redatti nell'ambito dei progetti Interreg tre studi che si tradussero in altrettanti rapporti che riguardavano sia il versante valdostano sia quello francese.

L'evoluzione economica in quel triennio è stata monitorata, è stata oggetto di periodici rapporti, che sono tre e che hanno per titolo: "Études sur les retombées économiques du tunnel sous le Mont Blanc et sur les conséquences socio-économiques de la fermeture du tunnel en Vallée d'Aoste et en Haute Savoie".

L'ultimo di questi rapporti, il più completo, per un esame dell'impatto economico della chiusura, è del novembre 2001.

Questo terzo rapporto, per quanto riguarda gli effetti sul settore produttivo in Valle d'Aosta, rileva che nel triennio preso in considerazione la struttura produttiva regionale era risultata in crescita, in particolare lo studio indica che il numero delle imprese manifatturiere nel periodo di chiusura del Tunnel non ha avuto significative variazioni e che il numero di alberghi e ristoranti attivi è aumentato.

Rispetto all'insieme del comparto turistico lo studio espone a pagina 5 le seguenti considerazioni: "Variazioni positive e negative si sono alternate nei quindici trimestri esaminati, con un risultato complessivo positivo dell'1,8%. É quindi possibile affermare che la chiusura del Tunnel non ha determinato gravi danni alla struttura turistica regionale".

Per quanto concerne il mercato del lavoro, quello studio del novembre 2021 evidenzia che gli avviamenti al lavoro nel triennio sono aumentati e che il tasso di occupazione è cresciuto.

Non dissimile è il giudizio che dava lo studio dopo aver analizzato l'evoluzione del valore aggiunto nel triennio.

A pagina 17 viene affermato che "Dalle stime dell'Istituto nazionale di statistica, risulta evidente che la chiusura del Tunnel non ha determinato nel breve effetti rilevanti sull'economia valdostana, che ha saputo trarre benefici dalla fase espansiva del 2000".

Nello studio precedente, quello dell'aprile 2001, comparivano anche dei dati sulle conseguenze della chiusura rispetto alla qualità dell'aria.

La sostanza di tali dati è costituita dal fatto che il transito di 5 milioni di veicoli in meno ha significato molte tonnellate di polveri pericolose risparmiate sia ai Valdostani che ai visitatori e agli ospiti della regione.

Andando poi a ricercare degli altri dati, anche al di là degli studi Interreg, ad esempio quelli sull'evoluzione del Prodotto Interno Lordo, gli elementi che emergono confermano per quel periodo il limitato impatto sull'economia valdostana della chiusura per tre anni del Tunnel.

Il PIL regionale, a prezzi correnti in ognuno degli anni fra il 1998 e il 2001, è cresciuto in maniera costante e regolare.

Sono questi dei dati e delle valutazioni che ci sembrano ben diversi da quelli che sono stati diffusi nei mesi scorsi, in un periodo recente, da Confindustria Valle d'Aosta che in un documento datato dicembre 2022 aveva fornito dei dati parziali e limitati sulle conseguenze della chiusura del 1999.

Ora, dopo due mesi di nuova chiusura, quella appunto che era stata prospettata a seguito della frana, quindi un periodo minore rispetto alle previsioni, chiaramente ci rendiamo conto che la mole di dati che possono essere stati raccolti sia molto più limitata e sicuramente meno significativa, però quel poco che ci sarà va appunto raccolto e analizzato.

Nell'interpellanza noi abbiamo chiesto di conoscere essenzialmente quattro cose. La prima: quali dati sono stati raccolti sulle ricadute economiche in Valle d'Aosta e nella Valle dell'Arve in relazione ai due mesi di chiusura del Tunnel.

Su questo qualche minima risposta è già arrivata, sostanzialmente abbiamo capito che ci saranno dei risultati a sei mesi dallo studio, quindi presumo che, essendo stato avviato da parte dell'Università lo studio al mese di settembre, a marzo dovremmo avere delle risposte, però forse qualche cosa già c'è.

Ho visto questa mattina sul quotidiano La Stampa un trafiletto che riguardava le dichiarazioni di Confindustria e che s'intitolava: "La chiusura ha inciso sull'andamento dei numeri", ma si parlava sostanzialmente di aumento dei costi di trasporto per l'allungamento del percorso.

Non ho visto delle valutazioni che, in qualche modo, abbiano confermato le previsioni catastrofiche che erano state fatte.

La seconda domanda riguarda i dati raccolti sulle ricadute rispetto alla qualità dell'aria in Valle d'Aosta e nella Valle dell'Arve dopo questi due mesi di chiusura.

Questi sono dati che dovrebbe aver raccolto per la nostra parte ARPA e quindi dovrebbero essere dei dati disponibili.

La terza domanda: "Se esiste un'omogeneità di valutazioni sulle ricadute sia economiche che ambientali dei due mesi di chiusura tra la Regione Valle d'Aosta e il Département de la Haute-Savoie, quindi se sono state fatte insieme delle valutazioni".

Infine, "Che cosa si intende fare per intensificare la collaborazione tra la nostra Regione e il Département de la Haute-Savoie con uno scopo preciso, cioè con il fine di ridurre l'impatto del traffico delle merci in transito attraverso le nostre due Vallate alpine e il Tunnel del Monte Bianco".

Presidente - Risponde il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Prima di rispondere ai quattro quesiti posti dalla collega, mi permetto di fare una riflessione in merito alla presentazione di quest'interpellanza, perché abbiamo appena risposto a un'interpellanza posta da un altro gruppo consiliare dove i dati presentati, per illustrare la propria iniziativa, erano diametralmente opposti.

Allora, se fossi qualcuno che ha voglia ancora di guardare il Consiglio regionale, mi chiederei qual è l'attendibilità di due presentazioni che divergono in maniera così importante.

Probabilmente io darei una risposta anche legata al periodo storico, dove sicuramente lo sviluppo economico poteva anche essere diverso da quello di oggi, potevano esserci delle opportunità, sia nel mondo lavorativo sia nel mondo turistico, che erano magari in espansione rispetto a quello di oggi, ma inviterei banalmente anche - purtroppo il prossimo anno vivremo di nuovo una situazione come quella vissuta in questi due mesi - a salire in Valdigne con il Tunnel del Monte Bianco chiuso e poi, senza fare delle grosse valutazioni o attendere dei dati, probabilmente avremo una percezione di quello che succede.

Per quanto riguarda invece i dati, attendiamo quelle che saranno le indicazioni di professionisti che si mettono a disposizione di questo percorso per avere più chiarezza in merito a valutazioni che, per il momento, divergono in maniera anche così importante.

Per venire alle quattro domande, "Quali sono i dati che sono stati raccolti sulle ricadute economiche in Valle d'Aosta e nella Valle del Lago"; per quanto riguarda il primo quesito, come già detto in occasione della precedente interpellanza iscritta al punto 27, lo studio , a cura dell'Università della Valle d'Aosta, sugli effetti economici della chiusura del Traforo del Monte Bianco è in corso di realizzazione e avremo le prime restituzioni dei dati nella prossima primavera, a sei mesi dall'avvio appunto dello studio.

Per quanto riguarda il secondo quesito, è il caso di evidenziare come l'Università e l'ARPA non si limitino a fornire dei numeri, ma come i dati stessi, una volta raccolti, devono essere oggetto di una puntuale elaborazione se agli stessi si vuole attribuire un significato.

I dati dunque saranno resi pubblici dai due soggetti in questione che lavorano in completa autonomia, come sempre dovrebbe essere, quando saranno stati non solo raccolti ma anche analizzati e verificati, indipendentemente dal numero d'interrogazioni e di interpellanze presentate in questo Consiglio.

A oggi quello che l'ARPA ci ha comunicato è che le rilevazioni avvengono nelle stazioni di misura della qualità dell'aria sui due versanti: a Entrèves, a quota 1.330 metri, sul versante valdostano e a Les Bossons a quota 1.005 metri sul versante Haute-Savoie.

I primi dati rilevati attestano che ovviamente entrambi gli inquinanti sono diminuiti sui due versanti in corrispondenza della chiusura del Traforo, ma con una diminuzione più marcata sul versante valdostano, dato che la stazione di Entrèves è puramente dedicata alla rilevazione degli inquinanti del traffico del Traforo, mentre la stazione di Les Bossons è situata nel Fondovalle e quindi, come più volte ripetuto anche in questo Consiglio, rileva anche emissioni dovute al traffico locale e al riscaldamento domestico.

Per questo, come si diceva prima, i dati vanno non solo rilevati ma anche analizzati e verificati prima di essere comunicati.

ARPA Valle d'Aosta inoltre riferisce che nelle due stazioni di Courmayeur-Entrèves e Chamonix-Les Bossons, sono stati programmati i campionamenti particolari per la determinazione analitica di altre sostanze inquinanti contenute nel particolato: composti organici, metalli pesanti e ioni.

Sono stati previsti tre periodi d'indagine, uno prima della chiusura e uno durante la chiusura, i cui campionamenti sono già stati effettuati, e sono attualmente in corso di analisi e il terzo, a seguito della riapertura, per cui i campionamenti sono in corso.

I risultati delle misure delle analisi di laboratorio saranno oggetto di confronto ed elaborazione comune con quelli ottenuti nei territori coinvolti sul versante italo-francese.

La redazione del rapporto tecnico è prevista verosimilmente per la fine di marzo-metà aprile.

L'ARPA informa infine che nel corso del 2024 sarà attuata una campagna di monitoraggio anche nel centro abitato di Courmayeur, in modo da disporre dei dati di un intero anno solare per meglio valutare l'esposizione della popolazione e i principali inquinanti atmosferici.

Per quanto riguarda il quarto quesito, "Che cosa si intende fare per intensificare la collaborazione": la Regione Valle d'Aosta e il Département de la Haute-Savoie collaborano da sempre per lo sviluppo delle loro comunità e questa collaborazione non potrà che avere un impulso ulteriore nell'ambito del quadro giuridico e operativo assicurato dal Trattato del Quirinale.

Risulta alquanto difficile peraltro comprendere dall'interpellanza cosa s'intende per riduzione dell'impatto del traffico merci, argomento che può avere innumerevoli declinazioni che vanno dalla sicurezza della circolazione - per la quale la realizzazione della seconda canna è indiscutibilmente la soluzione migliore - al miglioramento delle caratteristiche dei mezzi di trasporto, e, come è noto, al Traforo del Monte Bianco circolano solo mezzi all'avanguardia in attesa magari di TIR a trazione elettrica che, in ogni caso, oltrepassano le competenze della Regione e anche del Département.

Presidente - Per la risposta, consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Faccio anch'io una premessa, Presidente, lei dice che sono state date delle valutazioni diametralmente opposte sui dati; io non ho dato delle valutazioni, ho letto un rapporto - che, tra l'altro, è commissionato dalla Regione - fatto tanti anni fa. Le ho citato esattamente quello che c'è scritto a pagina 5 e a pagina 17 di un rapporto Interreg che, al termine di un periodo di monitoraggio, ha fatto delle valutazioni precise.

Poi lei dice che stiamo parlando di un'altra epoca, di un'altra situazione; nessuno lo mette in dubbio, ma siamo stati in presenza di una chiusura che era stata già allora rappresentata come catastrofica e così non è stato, nemmeno per quanto ha riguardato il PIL. Vedremo che cosa succederà adesso nei prossimi anni, ma mi sembra, dalle reazioni che non ho visto immediatamente dopo la riapertura del Tunnel, che non ci siano stati dei fatti eclatanti, perché altrimenti sono certa che sarebbero stati messi in particolare luce.

Per quello che riguarda le risposte: alla prima domanda in pratica lei aveva già dato la sua risposta al collega: aspetteremo quindi di vedere questi dati sulle ricadute economiche al mese di marzo.

Per quello che riguarda invece i dati relativi alle ricadute sulla qualità dell'aria, ci sono delle informazioni un po' più dettagliate rispetto a quello che avevamo saputo nell'ultima interrogazione, cioè c'è qualche precisazione sull'azione di ARPA, anche lì chiaramente si aspettano le valutazioni.

A fronte del fatto che non abbiamo ancora il rapporto e che arriverà in primavera, quello che mi sembra abbastanza importante capire, e invece questo non è emerso, è se, non mi è chiaro, ci sarà la volontà di fare una valutazione congiunta insieme al Département de la Haute-Savoie per quello che riguarda le ricadute economiche ambientali, se ci sarà una volontà di mettersi insieme a fare dei ragionamenti.

Se così non sarà, a me non sembra una cosa positiva, perché noi siamo sempre molto bravi a parlare di collaborazione transfrontaliera, di progetti transfrontalieri, e poi, quando ci sono delle questioni come questa che vedono la parte francese non perfettamente allineata con la posizione di questa maggioranza, di questo Governo, ecco che magari si sorvola un po' di più.

Credo però che il punto più importante, da un punto di vista politico e in prospettiva anche più rilevante, era il quarto, la quarta risposta.

Lei a dicembre, Presidente, ci aveva detto che bisognava prendere atto che al momento, anche nel traffico attraverso le Alpi, prevale la gomma e che quindi la Regione non ha degli strumenti per intervenire, alcune cose le ha ribadite anche adesso.

Sicuramente quello che io rilevo è che non mi sembra ci sia una posizione o una volontà di operare da parte vostra per la riduzione del transito dei TIR, mentre noi invece crediamo che occorra prendere esempio dall'Austria e dalla Svizzera che hanno messo, la Svizzera in particolare, dei limiti al transito dei TIR, fanno pagare delle tasse di transito che non è il pedaggio, sto parlando proprio del transito attraverso il territorio svizzero, per recuperare i cosiddetti "costi esterni".

Crediamo che sia anche indispensabile una collaborazione in questo senso con i Comuni della Valle di Chamonix.

È chiaro che questo è un tema su cui noi continueremo a investire e a battere perché non siamo per nulla d'accordo ad accettare una dichiarazione "Di fatto è così, il trasporto in questo momento è su gomma" perché la politica dell'Unione Europea va nella direzione che è quella che noi auspichiamo, cioè il trasferimento del trasporto delle merci attraverso le Alpi dalla gomma alla rotaia.

Quello che noi crediamo è che la Valle d'Aosta debba essere parte attiva e non passiva di un processo di cambiamento.

Oltretutto abbiamo votato tempo fa una risoluzione che ci chiede di arrivare al 2040 alla Regione fossil fuel free, se poi non interveniamo sulla diminuzione del transito dei TIR, non so tanto che cosa facciamo.