Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3120 del 10 gennaio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3120/XVI - Interrogazione: "Azioni di contrasto alla commercializzazione di prodotti recanti la denominazione "Fontina DOP" a tutela dell'immagine della Regione".

Bertin (Presidente) - Punto n. 19. Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (PA) - Grazie Consiglieri per l'iniziativa che fa un po' coppia con un'altra interpellanza che andremo a discutere credo nel pomeriggio o nella giornata di domani. Questo che stiamo affrontando è un problema che non riguarda esclusivamente la Fontina ma credo che possiamo convenire è l'intero Made in Italy e su questo quindi la discussione deve un attimo ampliarsi per poi concentrarsi su quella che è sicuramente la Fontina e le azioni che poniamo in essere per la tutela del nome della Fontina, quindi anche della Regione Valle d'Aosta. Il cosiddetto "Italian Sounding", che consiste nella produzione e distribuzione di generi alimentari che, con nomi, immagini e simboli apposti sulle confezioni, richiamano l'italianità dei prodotti, è un fenomeno che si verifica principalmente al di fuori del territorio europeo, esattamente come il caso che lei giustamente ha evidenziato nell'interrogazione. Sicuramente il danno che questo crea è un danno duplice, perché da una parte abbiamo la sostituzione di un prodotto con un altro prodotto, ma soprattutto credo che il danno della qualità dell'immagine e della qualità sia quello più importante e sul quale è importante continuare a lavorare: lo dico perché ovviamente, andando a sostituire un prodotto con un altro prodotto, ingannando di fatto la clientela con un nome e offrendogli un altro prodotto, ovviamente viene a mancare anche la qualità che nei prodotti italiani in genere, ma sicuramente nella Fontina abbiamo e di cui andiamo fieri e su cui continuiamo a lavorare per difenderli. Purtroppo la situazione negli Stati Uniti di fatto ci riporta a dover sottolineare che i regolamenti e le leggi italiane nell'Unione europea non sono applicabili in territorio americano, questo perché non esistono neppure degli accordi tra i due Paesi relativi al riconoscimento e alla tutela delle DOP europee sul territorio americano, quindi sta qui il nocciolo della questione che voi, come gruppo, avete riportato nella vostra interrogazione. Negli Stati Uniti è possibile chiedere la registrazione di una DOP esclusivamente come marchio grafico a condizione che il medesimo sia conforme alla normativa locale sui marchi.

Nel database degli Stati Uniti, dell'Ufficio Brevetti Marchi commerciali, è presente la registrazione del marchio "Fontina DOP" prodotta in Valle d'Aosta, richiesta dal Consorzio a far data dal 2007, regolarmente rinnovata ogni anno, tuttavia sono presenti altre registrazioni e domande depositate di marchi che includono la parola "Fontina": "BelGioioso Fontina", oggetto dell'interrogazione, come citato da lei nelle premesse, il "Flatbread Fontina" e il "Fontina Food"; alcuni dei quali non fanno neanche riferimento a dei formaggi ma ad altri alimenti, quindi usano il termine "Fontina" vicino a delle produzioni che riguardano altri alimenti e quindi non solamente formaggi. La registrazione dei marchi per formaggi non protegge l'utilizzo del termine "Fontina" in quanto tale termine è ritenuto generico e descrittivo; ciò significa che non è possibile rivendicare i diritti esclusivi su tale termine. Per questo motivo, in mancanza di accordi specifici con gli Stati Uniti, a tutela delle DOP europee, quindi in generale, non è al momento possibile registrare in via esclusiva il termine "Fontina". Qui credo che sia opportuna una specifica politica: è ovvio che il Ministero, soprattutto questo Ministero, stia lavorando per la tutela del Made in Italy, io credo che andare a sollecitare - politicamente posso farmene carico di andare nei prossimi incontri che avremo con il Ministro, nelle prime occasioni che avremo con il Ministro - questa problematica e richiedere degli accordi bilaterali sia l'unica via per affrontare seriamente il problema che lei ci sta portando, a lato ovviamente di quelle che sono già le azioni che mette in campo il Consorzio, che è l'Ente di fatto al quale il Ministero dà questo compito, che riesce a svolgerlo e lo svolge molto bene in sinergia con l'Assessorato, sia all'interno del territorio nazionale che all'interno del territorio europeo. Purtroppo, per quello che riguarda invece gli altri territori, la complessità è maggiore, come ho cercato di presentare nelle premesse.

Arrivando alle domande specifiche che lei ci ha fatto: "se tali segnalazioni siano state ricevute dall'Amministrazione regionale", l'Assessorato non ha ricevuto comunicazioni ufficiali in merito alle segnalazioni citate nelle premesse. Personalmente ho ricevuto delle segnalazioni non nei canali ufficiali, stiamo parlando di Social e WhatsApp, quindi le ho ricevute personalmente ma non sono canali ufficiali. Ho preso a cuore la questione e ho contattato direttamente il Consorzio, che, come le dicevo, è l'Ente preposto alla tutela il quale mi ha preparato questa risposta ma mi aveva già risposto prima dell'interrogazione proprio in tal senso.

"Quali siano le azioni messe in campo per contrastare la produzione di prodotti simili solo nel nome alle nostre eccellenze e salvaguardare l'immagine tanto del prodotto quanto della nostra Regione". Io credo che qui bisogna andare a specificare il buon rapporto che intercorre tra l'Assessorato e il Consorzio, ma che tali azioni di tutela devono essere svolte dal Consorzio, quindi ogni situazione che arriva all'Amministrazione regionale e all'Assessorato viene, di fatto, girata al Consorzio, il quale nelle proprie funzioni di tutela e di contrasto alle frodi ha tutti gli strumenti per andare a segnalare quanto accade e ovviamente difendersi e i casi sono tanti di quanto accade nel territorio nazionale ed europeo. Inoltre credo sia utile sottolineare anche la collaborazione fattiva e attiva tra l'Amministrazione del Consorzio e gli ispettori centrali della repressione frodi, perché quest'organo è colui a cui poi dobbiamo segnalare questi fenomeni che ovviamente poi pongono in essere tutta una serie di azioni che loro devono porre in essere.

Per quanto riguarda la normativa europea, è una normativa che sta evolvendo: nel 2024 è in previsione l'approvazione di un nuovo testo unico che vada a tutelare le DOP e gli IGP, andando a prevedere l'obbligo di indicare sull'etichetta, di qualsiasi DOP e IGP, il nome del produttore, eliminando una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, le IG, tra le quali rientrano proprio le DOP, quali la Fontina. Questo è un auspicio che questo nuovo regolamento europeo ci permetta di dare maggiori strumenti ai nostri Consorzi proprio per difendere le DOP, ma non risolve la questione che avete giustamente sollevato che riguarda invece gli Stati Uniti nella quale vi è l'impegno politico da parte mia, ma credo da parte di tutto il Consiglio, di sollecitare, laddove è possibile, tutti gli organi ministeriali, quindi il Governo, per andare a effettuare e realizzare degli accordi bilaterali.

Per quanto riguarda l'attività dell'Assessorato - visto che mi ha parlato di Assessorato -, è sicuramente importante - e ci tengo a sottolinearlo - tutta l'azione che andiamo a effettuare di valorizzazione della filiera corta e di promozione del prodotto, perché solamente se si conosce il prodotto, poi si può distinguere e si può di fatto valorizzare e poi possiamo mettere in atto tutte queste azioni che ho appena provato a rappresentare. Sicuramente l'azione dell'Assessorato continuerà in questa direzione, continuerà in una collaborazione stretta con il Consorzio che svolge le sue funzioni e, grazie al lavoro anche degli ispettori centrali di repressione frodi, andiamo a cercare di evitare questi casi laddove però le norme ce lo consentano.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin per la replica, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta. Per evidenziare la materia della quale ci occupiamo, è bene anticipare e sottolineare che, come lei giustamente ha riconosciuto, cioè sono arrivate a lei informalmente alcune segnalazioni, credo a molti colleghi siano arrivate delle segnalazioni che evidenziavano come ci fossero dei prodotti in vendita in alcuni mercati che in alcune segnalazioni paiono essere addirittura europei oltre che americani, e in questi mercati ci sono questi prodotti in vendita che io invito ad andare a vedere.

Sono piuttosto sconvolgenti, nel senso che ci sono questi blocchi che sembrano di plastilina con sopra scritto "Bel Gioioso Fontina" prodotti dalla BelGioioso Cheese Incorporated Denmark Wisconsin, una cosa che obiettivamente associandola sia alla denominazione che al blocco di plastilina che viene rappresentato in questi contenitori, sinceramente fa rabbrividire; da una parte per il valore del nostro prodotto che viene marchiato, in questa maniera, pur essendo nemmeno una pallida imitazione di un'eccellenza del nostro territorio, dall'altra il fatto che una data, che è quella di scadenza, cioè 5 ottobre 2024, assegna a questo formaggio una certa produzione recente. Queste immagini e queste segnalazioni che sono girate hanno provocato quest'allarme e la necessità di chiedere dei chiarimenti.

Io la ringrazio, Assessore, per aver voluto illustrare quella che è stata un po' la materia e il lavoro fatto per tutelare questo prodotto; comprendiamo perfettamente che, a fronte di alcune tutele che si possono fare in Europa - e qui mi chiedo se quel prodotto che viene venduto negli Stati Uniti non possa essere tutelato o non possa essere tutelato il marchio e quel tipo di nome - ma se questo stesso prodotto viene poi esportato in Europa, a questo punto credo che la questione cambi. A prescindere da questo, mi rendo conto che la priorità sia l'interlocuzione ovviamente con il Ministero delle politiche agricole e alimentari perché questo sicuramente è un qualcosa che ci permette anche di mettere in atto tutele non soltanto su questa singola forma di prodotto ma su tante altre produzioni sia valdostane, sia dell'intero Paese.

Quello che però credo che sia importante - e su questo magari le chiederei una conferma, Assessore - è anche una corretta informazione; l'informazione credo che sia qualcosa che può essere fatto. Lei giustamente ha detto che c'è un'interlocuzione fra l'Assessorato e il Consorzio che tutela questo marchio, però credo che dare un'informazione anche ai consumatori, spiegando che la Fontina DOP che viene prodotta in Valle d'Aosta è una cosa e qualsiasi altro prodotto che poi viene venduto in Europa o nel mondo non è la Fontina DOP dell'Europa probabilmente può essere un'azione magari non risolutiva, ma che aiuta a far comprendere che chi mangia questa schifezza di plastilina non sta assaggiando un pezzo di Valle d'Aosta e un pezzo dell'eccellenza valdostana ma sta assaggiando una sua imitazione e tale rimane. Probabilmente questo è un canale e un'azione da mettere in campo anche per informare correttamente non soltanto i consumatori italiani ed europei ma quelli di tutto il mondo, per fare in modo che la nostra eccellenza, soprattutto anche il valore del nostro territorio a cui quest'eccellenza è strettamente collegata, siano tutelati e non si confondano due prodotti che non hanno veramente nulla a che spartire insieme.