Oggetto del Consiglio n. 2775 del 28 settembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2775/XVI - Interpellanza: "Motivazioni del distacco di personale scolastico presso l'Istituto Storico della Resistenza".
Bertin (Presidente) - Punto n. 33 all'ordine del giorno. Illustra il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - La collega Guichardaz, nell'interpellanza di qualche punto fa, aveva quasi preconizzato una mia soddisfazione rispetto ad un "distacco-non distacco"; posso dirlo fin da subito: siccome il distacco alla fine è avvenuto, non posso esprimere soddisfazione. Ma andiamo per ordine.
Penso che tutti quest'estate abbiamo avuto modo di vedere una simpatica querelle, che ha coinvolto l'assessore Guichardaz - che non so se mi risponderà, ma immagino di no -, che riguardava il distacco di due unità di personale, due insegnanti, che dovevano essere distaccati presso l'Istituto Storico della Resistenza.
Io credo che sia sfuggito un dettaglio, e io di questo sono soddisfatto perché lei ha fatto, Assessore, un'operazione di trasparenza (e sono sincero, non sono ironico). La ringrazio perché lei ha detto una cosa importante, cioè che i diretti interessati, invece di essere richiesti dall'Istituto Storico della Resistenza, si sono proposti loro stessi direttamente. E questo non lo sapevo, l'ho trovato sconcertante: praticamente, ci sono due persone che per essere distaccate, invece di essere richieste dall'ente che dovrebbe averle in forza, si propongono loro stesse. É fantastico! Se facciamo così, tutti gli insegnanti delle scuole della nostra regione potrebbero andare a fare la richiesta direttamente: "Mi potete distaccare di qua? Mi potete distaccare di là?". È bellissima questa cosa, quindi la ringrazio per aver fatto quest'operazione di trasparenza, e anche per aver detto che l'Istituto Storico della Resistenza, invece di fare la richiesta, si è limitato a mandare un elenco con scritto: "Hanno fatto questo loro". Che non è "richiediamo il personale", ma "chi era distaccato ha fatto questo". L'ho trovato veramente fuori da ogni logica, quindi la ringrazio davvero perché mi ha permesso di comprendere certi meccanismi della pubblica Amministrazione.
Come aveva ipotizzato la collega, io avevo apprezzato particolarmente la scelta di non distaccare questa unità di personale - poi le spiegherò anche perché - ma l'avevo apprezzata particolarmente; ho però dovuto prendere atto che c'è stata una sorta di braccio di ferro e facendo una sorta di paragone (presa di posizione dell'Istituto Storico della Resistenza, "Ci dimettiamo in blocco, qua non si può andare avanti così, bisogna distaccare" e quant'altro). Succede però che, non ho capito chi (se i diretti interessati o il diretto interessato, o l'Istituto Storico, o chi altro) è sostanzialmente andato a piangere dal papà, ha detto: "Papà, Presidente, c'è un uomo cattivo che non vuole distaccarmi, puoi farlo? Puoi intervenire tu per favore?" E, da quello che poi abbiamo potuto vedere, si è trovata una soluzione salomonica, perché una persona è stata distaccata, l'altra è stata distaccata ma non all'Istituto Storico della Resistenza, ma - così come ho riportato all'interno del testo dell'interpellanza - è stata distaccata presso l'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione; circostanza, questa, quanto mai curiosa, perché si dice: "No, non ti distacco perché è giusto, non vogliamo mortificare l'Assessore, ti distacco all'Ufficio di Gabinetto della Presidenza", quasi come se ci fossero degli insegnanti che non è che abbiano così tanta voglia di insegnare, preferissero fare altro.
Di questo, peraltro, mi ero occupato anche negli anni scorsi; ricorderete una mia interpellanza che evidenziava come ci sia un insegnante che è distaccato - per lo meno per quanto sono riuscito a comprendere io, a risalire tramite i documenti - dal 2007 all'Istituto Storico della Resistenza. Cioè, parliamo di un distacco di 15 anni, e tra poco saranno 20.
Io non so quanto quest'insegnante abbia insegnato, ma a me sembra in servizio permanente effettivo all'Istituto Storico della Resistenza. Io non so se sia stato assunto con quest'incarico, ma non credo; è un distacco, e questo distacco perdura da 15-20 anni.
Non ho capito perché questo distacco debba perdurare per questa persona, e non per altri, peraltro in spregio alle norme regionali sui distacchi, ma questo l'ho già evidenziato e mi ha già risposto ai tempi l'assessore Caveri, ma questa è una scelta.
Ancora più curioso, però, è per esempio lo stesso post di questa persona che avrebbe dovuto non essere distaccata presso l'Istituto Storico della Resistenza, ma essere distaccata all'Ufficio di Gabinetto della Presidenza che scrive: "Sabato 23 l'Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea vi invita a scoprire la sede e le sue attività alla presenza degli insegnanti distaccati", seguono i nomi, è plurale e quindi sono due, "e della Segreteria archivista": quindi lei lavora lì.
Alla fine avete fatto tutto un artificio per dire: "No, il distacco non c'è, non lo facciamo, lo distacchiamo alla Presidenza", ma poi alla fine lei lì è ugualmente.
Questa è una finzione, scusate se mi permetto di dirlo.
Oltre a questo, quest'occasione mi permette di evidenziare una circostanza importante, che molti Valdostani magari non conoscono: ogni anno, da tempo immemore, vengono stanziati diversi soldini per l'Istituto Storico della Resistenza, indicativamente siamo sui 75-76 mila euro ad anno; questo è stabilito dalla legge regionale n. 6/2012 che dice: "La Regione, per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1, riconosce e sostiene la funzione dell'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta. A tal fine eroga un contributo annuo per il funzionamento dell'Istituto medesimo".
Le finalità di cui all'articolo 1 - ve le riassumo brevemente - sono: "La Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste promuove in ogni ambito e attività di propria competenza la diffusione degli ideali di libertà, democrazia, pace, collaborazione, integrazione tra i popoli, valorizzazione dei diritti delle minoranze, nonché il mantenimento della memoria di coloro che si sono sacrificati e hanno operato contro ogni tentativo di strage, genocidio o crimine contro l'umanità".
Io ho il difetto di andare a vedere i conti. Per fortuna ci viene trasmessa tutti gli anni una relazione su come vengono spesi i soldi. Dal 2019 ad oggi io ho visto come vengono spesi questi soldi e tendenzialmente di questi 76 mila euro, che sono praticamente l'unica entrata che ha quest'Istituto, più o meno 55 a 65 mila euro ogni anno vengono spesi per spese di gestione. Quindi, 76 mila euro, dati per tutta una serie di iniziative che sono lodevoli e nobili, vengono usati per pagare l'affitto, per comprare questo, per la cancelleria, per il personale. Non si fa nulla, non vengono investiti in queste attività, sono spese di gestione per la struttura. Poi gli vengono distaccate le due unità di personale, perché non è abbastanza quello che gli viene concesso, le spese che vengono fatte per fare la ricerca, per l'attività che è propria dell'Istituto, sono trascurabili rispetto al totale. Allora mi chiedo: ma questa è una struttura che prende dei soldi per fare qualcosa o prende i soldi per mantenersi e basta? Perché a leggere i documenti pare questo.
Sono entrato anche nel merito delle attività che vengono fatte, perché poi con questa quota trascurabile di spese, una parte di attività scientifica viene fatta.
Ho fatto una piccola ricerca, tralascio altri titoli, ma vorrei rendere noto ai Valdostani, nel caso non lo sapessero, qualcosa c'è perché una polemica c'è stata ultimamente, di come l'Istituto Storico investe questi soldi in ricerca, facendo iniziative quali "La Massoneria, una protagonista della storia tanto attiva quanto invisibile" o "All'Oriente di Aosta Massoneria e anti Massoneria dai lumi ai fasci", passando da "Guerra giusta, guerra ingiusta, contributi al dibattito ideologico sulla guerra del Golfo", a - e questa è meravigliosa - "Alpini e artiglieri alpini valdostani nella lotta di liberazione in Montenegro dopo l'8 settembre del '43" (una categoria ridotta...io non so, ma a quante persone corrisponde questa descrizione qui? Due? Non lo so, quanti possono essere gli alpini, artiglieri alpini valdostani nella lotta di liberazione in Montenegro dopo l'8 settembre del '43?) Per arrivare ad un'opera irrinunciabile: "Lavoro e diritti in Valle d'Aosta, profilo storico dei 100 anni della CGIL in Valle d'Aosta, dal 1905 al 2005", pagata con i soldi di tutti. E chiudiamo con "ONG, solidarietà, pace e sviluppo, chiama l'Africa".
Questo è come vengono utilizzati i soldi che vengono dati all'Istituto Storico della Resistenza, e sono una parte delle iniziative; oltre alle due unità di personale distaccato, perché poi, nei fatti, sono due unità di personale distaccato.
Obiettivamente, al netto di questo, io le chiedo quali siano le motivazioni che hanno portato a distaccare personale scolastico presso l'Istituto Storico della Resistenza, soprattutto per più anni consecutivi, e quali siano le motivazioni della scelta di negare e poi distaccare in sede diversa ma con compiti similari, anzi, uguali, un'unità di personale.
Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Con la sua iniziativa mi dà modo di inserire nell'interessante dibattito un piccolo inciso relativamente a ciò che recenti notizie degli organi di informazione, come da lei indicato in premessa, hanno veicolato in relazione alla vicenda.
I vertici dell'Istituto, come lei ha accennato, parlando dei distacchi e del bilancio nei loro vari comunicati stampa, hanno paventato una sorta di intervento da parte degli uffici della Soprintendenza e del sottoscritto che, secondo loro, metterebbe a rischio l'autonomia dell'Istituto.
Volevo solo tranquillizzare l'opinione pubblica e, approfittando di questa sua interpellanza, anche lei collega Manfrin e anche i vertici dell'Istituto, sul fatto che la sacrosanta autonomia dell'Istituto, quantomeno da parte mia, non è mai stata messa in discussione, né io sono mai intervenuto, non essendo uno storico, nelle scelte di politica culturale, e tantomeno ho indicato una linea rispetto alla lettura storiografica dei fatti, quindi tutte le iniziative che lei ha citato non le ho suggerite io.
Inoltre, mi preme sottolineare che mai sono entrato nel merito delle scelte di indirizzo portate avanti dall'Istituto, sia nella definizione dei contenuti specifici dell'operare quotidiano, sia delle singole attività oggetto della programmazione annuale, quali, ad esempio, le scelte editoriali o le scelte contenutistiche di conferenze e incontri a carattere divulgativo rivolti al grande pubblico. Né è stata immaginata da parte mia, come qualcuno ha ipotizzato, una modifica di legge regionale che prevede la presenza di nominati della Regione negli organi dell'ente, come succede ad esempio - senza alcuno scandalo, mi pare - per la Fondation Chanoux, per l'Osservatorio di Saint-Barthélemy o per svariati altri enti sostenuti dalla Regione, malgrado la Regione contribuisca, come lei ha prima evidenziato, con oltre il 95% alle entrate dell'Istituto storico.
Solo a titolo di esempio, l'Istituto storico di Torino riceve dagli enti pubblici il 42% dei contributi, il resto, a leggere i bilanci, deriva nella maggior parte dei casi - quelli pubblicati sui siti istituzionali - da erogazioni liberali; altri Istituti storici accedono a bandi nazionali, ad esempio ministeriali. Ho fatto una bella ricerca durante il periodo della polemica: fondazioni bancarie raccolgono risorse con il 5 per mille, con erogazioni liberali di varia natura, attraverso gli abbonamenti alle loro riviste (perché diversi Istituti della rete pubblicano riviste periodiche), o mediante la vendita dei loro prodotti culturali o in altre maniere, con ciò assicurandosi - loro sì - una considerevole autonomia, anche finanziaria.
Ciò detto, le valutazioni in capo all'Amministrazione relativamente al bilancio, visto che lei ha citato questa situazione, sono esclusivamente di carattere tecnico sui documenti contabili, trattandosi di contributo annuo al funzionamento dell'Istituto, come esplicitamente indicato all'articolo 3 della legge regionale 6/2012, che lei ha citato.
Tali documenti contabili vengono presentati ogni anno dall'Istituto per la relativa richiesta di contributo, e gli uffici della Soprintendenza si limitano ad effettuare valutazioni dettate primariamente dal rispetto delle logiche di bilancio che la disciplina sui contributi impone, trattandosi di soldi pubblici (quindi di soldi dei cittadini, come lei ha ben evidenziato).
Tengo a precisare, ad ogni buon conto, che il contributo annuale all'Istituto di euro 76 mila non è mai venuto meno, per lo meno da quando sono Assessore alla cultura io, e che a breve lo stesso verrà erogato con delibera di Giunta regionale, come avvenuto negli anni precedenti: quindi tranquillizzo anche l'Istituto storico.
Il presunto ritardo nell'erogazione è dovuto ad una serie di interlocuzioni - questo non è mai emerso, non l'hanno fatto emergere i vertici dell'Istituto - che gli uffici, in piena autonomia - e non perché ho dato io l'ordine di controllare, è bene precisarlo - hanno avuto con l'Istituto, in particolare con il suo Presidente, l'architetto Corrado Binel, e con il revisore, relativamente ad alcuni accantonamenti per la cosiddetta attività editoriale. Questo è il motivo del presunto ritardo.
Alla luce di quanto ho appena detto, anche in considerazione del suo richiamo al dibattito sugli organi di stampa, credo sia corretto fare un opportuno distinguo tra questione relativa al personale in utilizzo all'Istituto Storico della Resistenza e le recenti vicende sui distacchi ed il frequente richiamo ai presunti ritardi nell'erogazione del contributo e al bilancio, argomenti che purtroppo si sono spesso mescolati in un magma indistinto durante la polemica estiva.
Dopo questa doverosa premessa sul bilancio, come da lei accennato, veniamo alla questione dei distacchi, che tanto spazio ha occupato nelle pagine dei giornali nel dibattito estivo.
Premetto che i distacchi presso l'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea, prima supportati dalla legge 3/1967 recante "Riconoscimento giuridico dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia", poi abrogata nel 2010, sono stati ricondotti normativamente all'articolo 15 della legge regionale n. 57/1983. Ricordo che, secondo la norma regionale, quella che lei ha citato, spetta in via esclusiva all'Assessore competente in materia di istruzione valutare le domande relative alla necessità di distacco, formulate dai vari enti ed eventualmente concedere il o i distacchi mediante lo strumento del decreto assessorile (non si fanno tramite delibera di Giunta, tanto per essere chiari).
Solo una precisazione relativamente alla locuzione "soprattutto per più anni successivi" che lei ha messo nella sua domanda: per quanto mi riguarda, il distacco del professor (omissis) presso l'Istituto è relativo solo all'anno scolastico in corso.
Ricordo che io mi sono insediato solo a marzo, quindi per il passato non ritengo opportuno entrare nel merito delle scelte effettuate dai miei predecessori, in quanto non mi sono note le dinamiche di concessione di distacchi concessi, appunto, per più anni successivi; peraltro non so se questa cosa qua sia stata fatta o se ogni anno vengano fatte delle proroghe.
Lei mi chiede quali siano le motivazioni della scelta di negare e poi distaccare in sede diversa, ma con compiti similari, un'unità di personale scolastico.
La storia è arcinota, dato che i media hanno dato un rilievo importantissimo, quindi non mi dilungo anche per una questione dei tempi di risposta sui vari passaggi; mi limito a ricordare che, alla luce delle domande pervenute direttamente dai docenti distaccati, e non dal Presidente dell'Istituto, come lei ha ben puntualizzato, ho ribadito allo stesso la necessità di ricevere un progetto dettagliato delle iniziative formative educative per l'anno scolastico 2023-2024 che coinvolgessero in maniera prioritaria le scuole valdostane, tenuto conto della specificità del distacco e del fatto che trattasi di personale docente.
A seguito delle varie corrispondenze intercorse, abbiamo valutato di confermare il distacco di un docente, il professor (omissis), prioritariamente a supporto delle scuole per la realizzazione della specifica offerta didattico-educativa in capo all'Istituto, che si rivolge soprattutto, come indicato nella relazione, quindi sottoscritta dallo stesso (omissis), e come risulta dal materiale allegato alla stessa, al secondo ciclo di istruzione; ricordo che la signora (omissis) è un'insegnante delle scuole primarie.
Per quanto concerne il distacco della dottoressa (omissis), in data 25 agosto 2023 ho preso atto della richiesta sottoscritta dal dottor Luca Apostolo, dalla quale risultava la necessità di utilizzare, a partire dal primo settembre 2023, presso l'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione, una risorsa aggiuntiva per curare il seguito amministrativo della legge regionale 14 del 2 agosto 2023 (quella che abbiamo votato nell'ultima seduta di Consiglio), in particolare per la predisposizione degli atti applicativi previsti dalla stessa e per assicurare il coordinamento generale dell'attuazione della legge 14/2023 che avrebbe comportato, tra l'altro, un collegamento fattivo con le Istituzioni scolastiche valdostane, così è scritto nel progetto.
Tenuto conto che la suddetta risorsa deve svolgere, come da richiesta progettuale di cui sopra, di concerto con la Sovrintendenza agli studi, attività didattico-formative rivolte alle Istituzioni scolastiche, in coerenza con il percorso di eventi di interesse regionale, finalizzate a collegare la Resistenza e la liberazione dal nazifascismo, lo sviluppo dell'autonomia valdostana, in raccordo con la Presidenza della Regione, con l'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d'Aosta e con la Fondazione Émile Chanoux e l'Università della Valle d'Aosta (quindi lei dovrà raccordarsi con tutte queste entità), ho espresso - come noto - parere favorevole al distacco dell'insegnante, come da richiesta del Presidente della Regione e del Vice capo di Gabinetto, attraverso un decreto assessorile.
Come indicato nella nota di conferma del distacco a mia firma e del Sovrintendente agli studi, il dirigente deve assicurarsi che l'insegnante, come richiesto agli altri insegnanti distaccati, attesti la propria presenza in tempo reale e non a posteriori tramite sistemi di rilevazione elettronica, al fine di garantire il controllo della presenza, il diritto alle ferie, ai permessi e alle necessarie tutele durante l'attività lavorativa.
Presidente - Replica il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta, penso sicuramente molto schietta, anche a fronte delle polemiche che si sono scatenate, e la ringrazio anche per aver fornito un dato importante, che è quello relativo alle fonti di finanziamento, che ritengo assolutamente essenziale, perché ci fa comprendere che cosa accade nelle realtà che funzionano, davvero, con le fonti di finanziamento di questi istituti che sono, in maniera prevalente, esterni rispetto all'Amministrazione. Quindi giustamente si può anche vantare una certa indipendenza, perché se non dipendo interamente o principalmente dai fondi dell'Amministrazione, avrò una mia evidente indipendenza. È chiaro che se il mio bilancio dipende per il 95% dall'Amministrazione regionale, sono evidenti due cose: da una parte, che posso anche evidenziare e richiamare e battermi il petto per la mia necessità di avere un'indipendenza, ma alla fine indipendenza ne ho poca, perché alla fine dipendo e poi sono sempre a pietire il finanziamento, i ritardi e quant'altro. Dall'altra parte, che non sono molto capace a fare quello che faccio, perché se fossi capace, riuscirei ad attirare anche dei finanziamenti esterni.
Allora qui bisogna capire se è un problema di contenuti (e alcuni contenuti li ho evidenziati), se è un problema di tipologie di iniziative, se è un problema di mancanza di iniziativa o quant'altro; non lo so, però sta di fatto che questi sono i risultati.
Lei giustamente ha detto che ha valutato le richieste di distacco formulate dai vari enti, ma ha detto al contempo che quell'ente quella richiesta non l'ha formulata, l'ha formulata successivamente. Capisce che è un po' anomalo che ci si proponga direttamente, poi l'ente non formuli nessuna richiesta e poi lei dice pubblicamente: "Guardate che a me l'ente non ha chiesto niente" e a quel punto l'ente fa la richiesta. Mi sembra quasi un correre dopo in maniera trafelata a dire: "No, ma io c'ero, l'ho fatto", quindi è una modalità di cercare di aggiustare le cose.
Lei ha anche rifuggito le responsabilità rispetto al distacco. Io non ho fatto nomi volutamente, perché qui abbiamo i grandi censori che ci dicono che se anche esce un articolo di stampa di giornale, quindi le cosiddette "fonti aperte", io non posso leggere l'articolo di giornale se c'è un nome, guai: è giusto che esca sugli organi d'informazione ma non diciamolo qua perché è brutto. Il nome l'ha detto lei e così almeno verrà rimbrottato... Ci sono famiglie che hanno raccontato sui giornali con tanto di nome e cognome la propria esperienza, anche importante, dicendo: "Io ho subìto questo, ho fatto questo, ho chiesto questo", mi è stato impedito di parlarne, glielo dico, visto che siamo trasparenti. Lei ha fatto il nome, però questa persona non può dire: "Ah, ma io sono qui da un anno, quindi non mi compete". Adesso lo sa. Non so se sono stati fatti i distacchi pluriennali o solo annuali dal 2007 ad oggi, lei oggi lo sa, lei sa che c'è una persona che da 15-20 anni, invece di insegnare, cosa per cui è stato assunto, in spregio a qualsiasi norma regionale, è distaccato. Questo significa che l'anno prossimo, visto che adesso lo sa, potrà dare un bel ricambio generazionale, se proprio vorrà assegnare del personale in più, perché non c'è scritto da nessuna parte. Se questi sono i risultati, forse non è neanche opportuno.
Perché io devo distaccare del personale regionale, che invece dovrebbe servire ad insegnare, soprattutto con la carenza...abbiamo a che fare tutti gli anni, e penso che ce l'abbia anche lei, e ha subìto anche numerose critiche: non ci sono cattedre, ci sono cattedre scoperte, non ci sono insegnanti e poi gli insegnanti li distacchiamo lì.
Poi, nessuno mi potrà togliere dalla testa che questa è stata una pezza politica che le è stata imposta da parte del Presidente per dire: "Sistemiamo anche lei, facciamo questo pateracchio e va bene così, così evitiamo le dimissioni, evitiamo le questioni".
Nessuno me lo potrà togliere, lei potrà usare tutte le parole maggiormente melliflue che conosce, ma nessuno me lo potrà togliere.
Lei, nel braccio di ferro che la vedeva contrapposta all'Istituto Storico e al Presidente è risultato perdente, spero che potrà tirare fuori l'orgoglio nelle prossime sedute.