Oggetto del Consiglio n. 2702 del 25 luglio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2702/XVI - Interpellanza: "Proposta al Consiglio regionale del Piano triennale delle politiche abitative in attuazione della l.r. 3/2013".
Bertin (Presidente) - Passiamo ora all'interpellanza n. 67. Si è prenotato il consigliere Manfrin, a cui passo la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Quest'iniziativa segue una discussione che si era aperta in occasione della discussione di una mozione intitolata "Impegno a trasmettere ai Consiglieri regionali un rapporto tecnico sul tema del disagio abitativo ai fini dell'aggiornamento della l.r. 3/2013 e a definire adeguate politiche per contenere tale disagio".
In occasione della discussione di questa iniziativa consiliare, presentammo una risoluzione che sollevava tutta una serie di aspetti relativi all'edilizia residenziale pubblica che non sono di poco conto.
Nello specifico, tre problemi venivano sollevati perché, come tutti sappiamo, c'è in atto una revisione della l.r. 3/2013; abbiamo peraltro chiesto che venissimo messi al corrente delle modifiche intervenute nelle discussioni che ci sono. Ma il problema è che si sta procedendo, si sta affrontando la questione del rinnovo della 3/2013 senza avere tre elementi che risultano assolutamente fondamentali e che sono previsti dalla legge 3/2013.
Questi organismi sono: la Consulta regionale della casa, che svolge funzioni consultive e propositive in relazione ai programmi e ai piani riguardanti le politiche abitative e che dovrebbe essere nominata Legislatura per Legislatura; l'Osservatorio, che è una banca dati organizzata su base informatica, istituita con deliberazione della Giunta regionale al fine di raccogliere ed elaborare dati ed informazioni riguardanti le politiche abitative utili all'elaborazione di programmi regionali generali e di settore; fra l'altro, proprio da quest'Osservatorio dovrebbero arrivare i dati e le analisi sulla situazione abitativa e si dovrebbero trasmettere questi dati alle sedi politiche, amministrative, economiche, sociali, professionali e imprenditoriali e pubblicare un rapporto annuale di cui però non abbiamo contezza. Infine, abbiamo una mancanza obiettiva, cioè quella del Piano triennale che contenga delle politiche abitative, gli indirizzi e i criteri programmatici finalizzati alla realizzazione delle politiche abitative regionali che, in armonia con gli altri strumenti della programmazione regionale, tiene conto delle finalità della legge regionale, quindi degli obiettivi che la l.r. 3/2013 porta con sé e dei fabbisogni primari espressi anche da particolari categorie sociali. Tutti e tre questi organi, o piani, di cui ci si dovrebbe dotare, sono purtroppo nella indisponibilità di chi si occupa delle politiche della casa.
Con la risoluzione che avevamo messo in campo, avevamo chiesto a questo punto di disciplinare, nominare, predisporre e istituire questi tre dispositivi, che ci avrebbero permesso di migliorare e/o di conoscere la situazione delle politiche abitative sul nostro territorio.
Quella risoluzione è stata inesorabilmente respinta e allora, a questo punto, mi sono chiesto: ma è possibile - e questa è una domanda che rivolgo anche al Presidente Bertin oltre che al Presidente della Regione - che vi sia una legge che prevede che si debbano fare degli organi (abbiamo visto anche con la Consulta femminile), che vi sia un Osservatorio, che vi sia un Piano e che a questa legge non si dia applicazione? Perché, obiettivamente, se le leggi si applicano selettivamente, e addirittura le applica selettivamente chi le fa e chi dovrebbe farle rispettare, a questo punto mi chiedo come possiamo noi chiedere ai cittadini di rispettare le leggi, quando siamo i primi a non rispettarle. Quindi, a fronte di questo, con questa interpellanza, Assessore, le chiedo per quale motivo non sia stata data la piena applicazione delle disposizioni della l.r. 3/2013, presentando al Consiglio regionale la proposta di Piano triennale delle politiche abitative, con i contenuti che abbiamo richiamato, in tempo utile per l'analisi del Piano da parte delle Commissioni consiliari competenti; chiedo anche se intenda discutere, a partire dalle Commissioni consiliari competenti, il Piano di revisione della legge 3/2013.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi, a cui passo la parola.
Marzi (SA) - Come già affermato nella precedente iniziativa, il lavoro del tavolo di lavoro per la revisione della legge 3/2013 sarà esaminato in piena collaborazione con il Consiglio per il tramite della Commissione consiliare permanente.
I lavori del tavolo saranno arricchiti dal contributo dei lavori del gruppo interistituzionale promosso dal Dipartimento politiche sociali, nell'ambito del Piano di zona sul tema dell'housing dedicato alla povertà. I nuovi bisogni, derivanti dalle trasformazioni sociali ed economiche degli ultimi anni, e le nuove realtà sociali orientano verso percorsi di trasformazioni delle agenzie regionali e degli enti che si occupano della casa.
Questi, dati da attuali soggetti che si occupano prettamente di gestione del patrimonio immobiliare della casa, dovranno connotarsi come soggetti promotori di politiche di sostegno ed integrazione sociale. Ciò significherà programmare ed operare nell'ottica di prevenire le situazioni di morosità, nonché individuare e diversificare soluzioni abitative commisurate agli attuali e futuri bisogni delle persone e delle famiglie, rispetto alle loro diverse condizioni di disagio e di necessità.
Questa prospettiva si allinea ai contenuti del dibattito consiliare profuso in modo approfondito sul tema che ha più volte evidenziato la necessità di rivedere nel suo complesso la normativa attuale.
Già all'inizio di questa legislatura è già stata espressa la necessità di dover ragionare di housing sociale in un'ottica multidimensionale e multidisciplinare che raccordi maggiormente le politiche di accesso alla casa con gli interventi di sostegno al reddito e di inclusione sociale che sono volti alle persone e alle famiglie in stato di disagio.
Questa maggioranza ha, infatti, trasferito la Struttura delle politiche abitative e quella precedente dall'Assessorato alle opere pubbliche dove, sino a quel momento, erano incardinate al Dipartimento politiche sociali dell'Assessorato alla Sanità, salute e politiche sociali.
Questo passaggio, solo apparentemente di carattere amministrativo, dimostra di fatto come sia stata chiara la scelta politica di assicurare ai destinatari e ai beneficiari della legge un'attenzione maggiormente incentrata in un'ottica sociale. Si è separata, quindi, la gestione prettamente amministrativa dei mutui per la casa dagli interventi di carattere di sostegno ed emergenza.
Il passaggio alle politiche sociali ha reso maggiormente evidente che la legge 3/2013 necessita di un nuovo approccio che affronti il tema del disagio abitativo nella sua complessità, trasformandolo in disagio socio-abitativo. L'aspetto della casa, infatti, nella maggior parte dei casi rappresentata solo una parte dei problemi dei nuclei in situazioni di fragilità. Spesso, a questo si aggiunge un disagio lavorativo ed un problema di fragilità familiare, per cui necessitano strumenti flessibili e in grado di dare risposte adeguate.
La revisione della normativa attuale deve quindi svilupparsi in un'ottica di presa in carico di nuclei fragili in un contesto, appunto, multidisciplinare. É necessario individuare soluzioni che confermino di mantenere il diritto alla casa, evitando lo scivolamento nella morosità e, di conseguenza, nella decadenza, tenendo a mente che il fine ultimo è l'autonomizzazione del nucleo familiare, anche dal punto di vista abitativo.
L'ultimo Piano triennale è stato approvato dal Consiglio regionale il 27 marzo del 2018 e - lei ha ragione, collega Manfrin - questo doveva essere rinnovato. Nel frattempo, però, il mondo è cambiato già con la crisi sociale economica ed energetica in corso, a cui hanno seguito pandemia ed il conflitto tuttora in corso, con conseguente acuirsi di diversificazioni e di aumento delle fragilità sociali.
Un nuovo Piano triennale potrà essere quindi preso in considerazione a seguito della revisione della l.r. 3/2013, potendo contare su strumenti maggiormente adeguati di quelli ad oggi a disposizione. In tale ottica, saranno, ovviamente, coinvolte le Commissioni consiliari competenti e tutti i soggetti portatori di interesse, a vario titolo coinvolti, nella gestione delle politiche abitative.
In tal senso, io ritengo che la sua iniziativa mantenga assoluta dignità; quello che lei segnala rispetto al fatto che dal 2018 al 2023 non ci sia stato un altro Piano era assolutamente corretto. Mi permetto poi di dirle, anche in maniera assolutamente chiara e franca, che non c'è momento nel quale questo è più giustificato, visto che è già partito un iter e che ci auguriamo, con la fine dell'autunno, di iniziare anche in Commissione un dibattito dedicato a questo tema, dopo aver avuti i primi studi e le prime proposte di riferimento.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi sono munito di un calendario e scriverò ivi la frase: "Collega Manfrin lei ha ragione", perché dubito che potrei udirla nuovamente dalla sua bocca; quindi, ho preso buona nota. Io, Assessore, la ringrazio per la sua risposta e accolgo anche con favore la sua volontà di coinvolgimento del Consiglio e delle Commissioni rispetto alla revisione della legge. Però rimane un problema ed è questo: se una legge regionale ci dice che dobbiamo avere il Piano politiche abitative, se una legge regionale dice che dobbiamo avere l'Osservatorio, se un piano regionale dice che dobbiamo avere la Consulta... io capisco quello che dice lei, però abbiamo un esempio - e chiamerei a testimoniare il presidente Bertin - proprio sulla Consulta femminile, dove si è detto: "Facciamo una riforma, modifichiamola, cambiamola eccetera". Noi, e guardo la collega Guichardaz, abbiamo detto: "Scusate, c'è una legge e va rispettata; poi fate tutte le modifiche che volete, ma intanto c'è una legge e quella legge va rispettata".
Non è che si può dire: "Va beh, c'è una legge però aspettiamo perché stiamo modificando, stiamo cambiando". No, va rispettata. Capisce, Assessore?
Io, sinceramente, non so a chi appellarmi, nel momento in cui la Regione stessa non rispetta le leggi; però, vede, questo è un grosso vulnus, perché non è soltanto il Piano triennale, ma c'è anche tutta la parte di dati dell'Osservatorio che dovrebbe essere fornita e di cui siamo privi. E questo non è solo dal 2018. Quindi, siamo privi di dati che ci dicono qual è la situazione della condizione della casa oggi, così come della Consulta.
Io ricordo distintamente che, quando abbiamo parlato del PSBS (Piano per la Salute e il Benessere Sociale) e abbiamo fatto le audizioni, abbiamo chiesto, siccome c'era un pezzo ampio sul problema della casa, di audire i rappresentanti degli inquilini; sono arrivati dei sindacalisti che non avevano la minima idea di cosa stavamo parlando. Se questa è la condizione della Consulta, sinceramente io mi metto le mani nei capelli. Come facciamo a pensare che ci sia qualcuno che rappresenta gli inquilini se non ha neanche idea di quali siano i problemi? Peraltro, chi fa il sindacalista e non abita nelle case e, se a rappresentare gli inquilini c'è una persona che non abita nelle case, allora, non so, a rappresentare gli allevatori mandiamo chi fa l'industriale: non ne ho idea.
Detto questo, ripeto Assessore, il problema rimane. La legge 3/2013 prevede delle cose; lei giustamente vuole riformarle e ha espresso la volontà di coinvolgere il Consiglio - e io la ringrazio e ne sono entusiasta - così come le Commissioni, ma gli obblighi della 3/2013 ad oggi, e fino a quando è vigente, vanno rispettati.
Io questo glielo dico: lei faccia quello che vuole, però sappia che non sta rispettando una legge e, se non rispetta la legge, poi ovviamente faremo le azioni conseguenti.