Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2613 del 12 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2613/XVI - D.L. n. 91: "Disciplina dell'imposta di soggiorno".

Bertin (Presidente) - Riprendiamo, siamo al punto n. 7 dell'ordine del giorno. Il disegno di legge 91 si compone di undici articoli. Sono stati depositati tre emendamenti da parte delle Commissioni consiliari II e IV e due emendamenti da parte del gruppo PCP.

Malacrinò è relatore per la II Commissione, anche per conto del relatore della IV Commissione, Consigliere Padovani.

Il Consigliere Malacrinò si è prenotato per illustrare la relazione, ne ha facoltà.

Malacrinò (FP-PD) - Il testo di legge che andremo a esaminare si compone di undici articoli e mira a regolamentare l'imposta di soggiorno della Regione Valle d'Aosta al fine di garantire un'esperienza turistica di qualità, promuovere la coerenza dei servizi offerti in tutto il territorio e rispettare le disposizioni legislative esistenti in materia di finanza regionale e comunale.

L'imposta di soggiorno è stata reintrodotta nella nostra regione a partire dall'anno 2012 attraverso l'articolo 32 della legge regionale 13 dicembre 2011 n. 30, norma inserita nella legge finanziaria per gli anni 2012-2014.

La passata impostazione era contraddistinta da un sistema di tariffe basse e da un principio di gradualità proporzionale ai prezzi praticati, che consentiva a ciascun Comune di decidere se applicare o meno l'imposta.

Dopo oltre dieci anni di applicazione del citato articolo, si è ritenuto necessario rivedere tale disciplina, tenendo conto di quanto stabilito all'articolo 3 comma 2 del Decreto legislativo 20 novembre 2017 n. 184, riguardante le norme di attuazione dello statuto speciale della Valle d'Aosta in materia di coordinamento e di raccordo tra la finanza statale e regionale.

La revisione della norma si è focalizzata su diversi aspetti, in primo luogo si è ritenuto necessario garantire un'applicazione uniforme dell'imposta di soggiorno in tutti i Comuni, ciò mira a garantire al turista livelli di servizi elevati e omogenei su tutto il territorio regionale, secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 28 dicembre 1989 n. 431, che disciplina le norme di attuazione dello statuto speciale in materia di finanze regionali e comunali.

In secondo luogo si è ritenuto opportuno informare le tariffe applicate nella Valle d'Aosta a quelle delle principali mete turistiche delle Alpi, ciò è giustificato dal crescente bisogno di risorse finanziarie per l'adozione di politiche di promozione e valorizzazione del territorio più efficaci e incisive.

In terzo luogo si è deciso di estendere l'applicazione dell'imposta di soggiorno anche agli ospiti degli alloggi a uso turistico che costituiscono una forma di ricettività in forte espansione nel nostro territorio. Quest'estensione è stata motivata anche dalla volontà di garantire una più corretta equità impositiva.

Infine, per le strutture turistico ricettive soggette a classificazione, come le aziende alberghiere e i complessi ricettivi all'aperto, si è previsto un nuovo criterio di applicazione dell'imposta basato sul numero delle stelle attribuite anziché sui prezzi praticati.

Questo cambio di approccio serve a semplificare le politiche di prezzo liberandole dai parametri dei prezzi minimi e massimi dichiarati che vengono attualmente utilizzati per determinare l'importo dell'imposta di soggiorno.

L'articolo 1 del Disegno di legge definisce le finalità e l'oggetto della legislazione proposta. L'obiettivo principale è garantire ai turisti livelli elevati e omogenei di servizio in tutta la regione in linea con la normativa precedentemente citata e con quanto previsto agli articoli 4 comma 1 e 14 comma 3 del Decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23 in materia di federalismo fiscale e municipale.

L'articolo 2 del disegno di legge stabilisce l'ambito di applicazione dell'imposta di soggiorno e i soggetti tenuti al pagamento.

Secondo il comma 1 tutti i Comuni della Valle d'Aosta devono applicare l'imposta a coloro che alloggiano o sostano con autocaravan nelle strutture turistico ricettive della regione e negli alloggi a uso turistico.

I commi 2 e 3 definiscono le strutture turistico ricettive soggette all'imposta e quelle escluse.

L'articolo 3 del disegno di legge stabilisce i limiti, i criteri e le modalità di applicazione dell'imposta. Il comma 1 prevede che l'imposta sia applicata dal Comune competente territorialmente secondo un principio di gradualità con un importo minimo di 50 centesimi e un importo massimo di 5 euro per notte di soggiorno. Le lettere da A a E individuano i criteri di applicazione delle imposte che variano in base al tipo di struttura ricettiva o alloggio a uso turistico.

Il comma 2 stabilisce che la procedura di applicazione dell'imposta, gli adempimenti tributari, la misura minima dell'imposta, le scadenze per le dichiarazioni e i versamenti, nonché ogni altro aspetto procedurale relativo all'applicazione dell'imposta, vengono disciplinati con deliberazione della Giunta regionale.

La citata delibera deve essere adottata entro il 30 giugno di ogni anno, previo parere del Consiglio permanente degli Enti locali e delle Commissioni consiliari competenti, nonché dalle associazioni delle imprese turistiche e dai locatori degli alloggi a uso turistico più rappresentative a livello regionale.

In caso di mancata adozione della deliberazione entro il 30 giugno, la disciplina s'intende prorogata di anno in anno.

L'articolo 4 delinea i criteri per la determinazione dell'imposta, le riduzioni e le esenzioni. Il Comune stabilisce, tramite deliberazione dell'organo competente, l'importo dell'imposta da applicare nel proprio territorio, tenendo conto delle disposizioni della Giunta regionale.

È consentito aumentare l'importo minimo fino al 50% e comunque non oltre i 5 euro per notte di soggiorno.

In caso di modifica della misura minima da parte della Giunta regionale, il Comune deve adottare la deliberazione entro una determinata data; negli altri casi la deliberazione comunale deve essere adottata entro il 31 dicembre e ha effetto dal primo maggio dell'anno successivo.

Sono previsti inoltre i casi di riduzione del 50% e casi di esenzione dal pagamento.

L'articolo 5 stabilisce che il gettito sia destinato al finanziamento d'interventi di promozione turistica, di valorizzazione del territorio, di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali e ambientali locali.

L'articolo 6 permette ai Comuni di utilizzare i dati delle rilevazioni Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi per la verifica dell'applicazione della corretta normativa.

Gli articoli 7 e 8 definiscono i poteri sostitutivi nel caso di omissione o ritardo degli adempimenti obbligatori da parte dei gestori delle strutture turistico ricettive e dei locatori degli alloggi a uso turistico, nonché tutti gli adempimenti a carico degli stessi.

L'articolo 9 delinea le sanzioni per l'inadempimento da parte dei gestori delle strutture turistico ricettive e i locatori degli alloggi a uso turistico.

Il Comune competente per territorio si occupa dell'accertamento delle violazioni e delle applicazioni delle relative sanzioni, secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti.

L'articolo 10 riguarda le disposizioni transitorie e finali, in particolare stabilisce che la deliberazione di Giunta regionale, di cui all'articolo 3 comma 2, deve essere adottata entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, i Comuni devono adottare la deliberazione di cui all'articolo 4 comma 1 entro sessanta giorni dalla decisione della Giunta regionale, inoltre l'imposta stabilita, in base alla deliberazione, deve essere applicata a partire dal primo maggio 2024.

Il comma 2 stabilisce che fino al 30 aprile 2024 si applicano ancora le disposizioni della precedente deliberazione della Giunta regionale.

Con il comma 3 vengono abrogati l'articolo 32 della legge regionale 30/2011 e l'articolo 35 della legge regionale 19 dicembre 2014 n. 13.

Infine l'articolo 11 reca la clausola di invarianza finanziaria.

Le Commissioni consiliari permanenti II e IV, riunitesi in seduta congiunta in data 15 giugno 2023, hanno preso in esame il disegno di legge n. 91 presentato dalla Giunta regionale in data 30 dicembre 2022 concernente "Disciplina dell'imposta di soggiorno" e hanno espresso a maggioranza parere favorevole.

Presidente - Con la relazione del collega Malacrinò, apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. Chi vuole intervenire si prenoti. Si è prenotato il Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Volevo semplicemente dare alcuni elementi di commento forse più politico che tecnico a questo disegno di legge, anche un po' in linea con l'approccio che abbiamo avuto in Commissione e il contributo che si è cercato di dare durante le audizioni.

Sicuramente quanto è avvenuto rispetto al precedente disegno di legge ha alimentato una più ampia e corposa discussione, però volevo e ci tenevo a sottolineare alcuni aspetti che ritengo particolarmente importanti.

Il primo riguarda un po' la ratio di base di questo disegno di legge, un disegno di legge - lo ha detto anche il relatore, e ci è anche stato detto durante la presentazione - che sostanzialmente supera un principio che era quello precedente, ovvero un principio di possibilità, nel senso che la normativa ancora vigente prima dell'approvazione di questo disegno di legge lasciava a ogni Comune la possibilità di stabilire se applicare o meno l'importa.

Perché faccio questa considerazione? Perché io almeno, e parlo a livello personale, ritengo che nel momento in cui ci sia un'imposta di riferimento a un ente, quell'ente possa anche decidere di non applicare l'imposta, quindi di avere una possibilità, di avere un controllo su un'imposta di qualsiasi tipo essa sia, perché dovrebbe essere un po' patrimonio di chi ha una visione federalista, e non solo federalista ma anche di chi ritiene che l'ente beneficiario di un finanziamento tramite imposta possa anche scegliere di non applicare questa imposta per N motivazioni che non devono interessare (banalizzo ma è per rendere l'idea) anche l'ente superiore, come in questo caso la Regione.

Ma questo forse è un punto di vista più libero, più liberale, però dal mio punto di vista ritengo che se l'imposta di soggiorno è finalizzata e destinataria del Comune, il Comune dovrebbe avere la possibilità di scegliere di non applicare un'imposta.

All'interno della relazione poi ci sono alcuni aspetti che sono stati elencati dal relatore ma che sono stati anche oggetto di commento durante le audizioni.

Su una cosa ci tengo a dire, non so se è per una questione di sinonimi o quant'altro, ma non si parli di tariffe, perché non è una tariffa, se è un'imposta ci sono le aliquote, la tariffa è un'altra cosa, io non so se su questo si possa intervenire poi in coordinamento formale, ma davvero la tariffa si paga e si sostiene nel momento in cui c'è un servizio. In questo caso non si va a uniformare le tariffe, ma le aliquote applicate, se vogliamo dire, perché altrimenti non è un'imposta. Forse lo avevo anche già detto in Commissione però lo dico perché questa è una legge e dovrebbe anche rappresentare le denominazioni corrette.

All'interno della relazione si dice che riguardo alla scelta di portare questo disegno di legge, tra le motivazioni c'è la necessità di uniformare l'applicazione dell'imposta di soggiorno in tutti i Comuni della regione, considerata come prodotto turistico unico.

Allora, al di là dell'applicazione uniforme, prima di tutto al punto 1 si sarebbe dovuto dire: "Vogliamo che tutti i Comuni la applichino", ma non torno sul punto precedente, sul discorso del prodotto turistico unico, penso che ci sia un gran programma, nel senso che abbiamo già avuto occasione di discuterne con varie iniziative, tra l'altro, se non erro, anche una delle prime iniziative che ho presentato anche con altri colleghi al collega Grosjacques era proprio quello di dire: "Bene, se la Valle d'Aosta è un prodotto turistico unico, ci deve essere un'identificazione di questo prodotto, ci devono essere uno o più marchi che identificano il prodotto unico e magari anche un piano aggiornato di vendita, di promozione del prodotto turistico unico".

Ovvio che qua possiamo scatenare non solo un dibattito, ma anche la fantasia di tutti sul prodotto, se è un prodotto turistico unico, se è un prodotto complesso e tutta una serie di cose, e in alcuni Comuni... lo dico già, così almeno evito di stuzzicare la fantasia di qualche collega: è ovvio che il Comune da cui provengo, spesso e volentieri, come altri Comuni turistici, è stato accusato di lavorare a sé stante e da solo rispetto al complesso della regione.

Ovviamente io difendo quest'impostazione, nel senso che tutti i Comuni e la Regione dovrebbero collaborare insieme, altra cosa è dire: "Siamo un prodotto turistico unico" perché è un'affermazione molto complicata e molto complessa, posto anche il fatto che la standardizzazione non è che mi piaccia tanto, ma questo è un altro punto di vista. Parlo a titolo personale perché sono considerazioni che faccio io e che non sono del gruppo.

All'interno dei punti 2 e 3 della relazione, delle motivazioni con le quali appunto si presenta questo disegno di legge, in realtà c'è anche un ulteriore pezzo collegato al prodotto turistico unico, una sorta di combinato disposto, ovvero si dice: "La necessità di uniformare le aliquote applicate in Valle a quelle delle principali mete turistiche delle Alpi, anche in considerazione del crescente fabbisogno di risorse finanziarie per l'adozione di politiche di promozione e valorizzazione dei territori più efficaci e incisive".

Anche nel dibattito sul disegno di legge precedente sia l'Assessore sia forse il collega Restano... ma lo diciamo spesso, ricordiamo e diciamo che gli altri competitors, non solo dell'arco alpino ma in generale, hanno dei budget notevolmente maggiori rispetto spesso anche al nostro.

Però qui io vedo un ulteriore elemento che andrebbe approfondito: noi andiamo a definire bene con una legge un'imposizione complessiva e totalitaria sul territorio, ancorché diversificata, perché abbiamo un prodotto turistico unico e perché si dice che c'è un crescente fabbisogno di risorse finanziarie per l'adozione di politiche di promozione e valorizzazione del territorio più efficaci e incisive.

Quindi il sottostante cos'è? Che ci sarà un'unica politica di promozione e di valorizzazione del territorio oppure i Comuni continueranno a fare la loro politica? Perché oggi come oggi i Comuni, le Unités des Communes o quant'altro fanno anche le loro politiche di promozione, come la Regione fa anche le proprie politiche di promozione.

Perché dico questo? L'ho già detto in audizione e lo specifico, secondo me l'idea sottostante di questo disegno di legge... e non vado sulle ragioni di equità impositiva, perché è un concetto che proprio non riesco a comprendere e a giustificare, forse piace più a chi viene da scuole di sinistra o chi ama particolarmente le imposte.

Qua dobbiamo capirci e secondo me c'è sottostante un'idea, un domani, di andare a centralizzare, e quindi di portare in capo alla Regione il gettito dell'imposta di soggiorno e di non lasciarlo ai Comuni. Lo dico soprattutto nei confronti del Consiglio permanente degli Enti locali, dei Comuni, di tutta una serie di refrain e di pour-parler che si fanno e si dicono, ed è tra l'altro anche qui un progetto vecchio, perché di questo obiettivo se ne parlava tempo addietro.

Questa da parte mia non è una contrarietà o una presa di posizione, parliamone, ma parliamone in maniera trasparente, invece questo disegno di legge oggettivamente mi sembra un primo piccolo passo verso un obiettivo diverso rispetto a quello rappresentato.

In questo momento l'applichiamo a tutti, la facciamo applicare a tutti, informiamo il tutto, parliamo di prodotto turistico unico, parliamo di queste necessità e poi un domani ci arriva magari un'altra pezza che magari può arrivare nella riforma del turismo regionale che poi porta in capo alla Regione quello che oggi diciamo essere un gettito comunale che diventa regionale.

Ripeto, io cerco di essere il più neutro possibile, non dico che sono a priori contrario, però è un altro tipo di prospettiva, è un altro tipo di strategia, e forse è il caso di parlarne in maniera molto chiara ai Comuni, perché spesso e volentieri sappiamo che il gioco è che con una mano si dà e con l'altra si toglie, però qua mi sembra che il piccolo passo che si sta facendo è in questa direzione.

Questo era quello che avevo già cercato di dire in audizione.

Non ho ben compreso - però questo forse è un limite mio - come si possa semplificare le politiche di prezzo con questo disegno di legge, io le politiche di prezzo le lascerei fare al mercato e agli operatori, così come sinceramente non penso che per legge si vada a definire o a migliorare i livelli di servizio della regione, anche qua... io almeno credo nel mercato e credo che sia il mercato che debba definire quelli che possono essere dei migliori livelli di servizio rispetto ad altri e che sia la concorrenza tra gli operatori - che non è una cosa negativa, la concorrenza è utile e necessaria spesso - che sia migliorativa non solo tra i nostri operatori, ma anche nei confronti dei competitor e anche di chi ovviamente ancora ama il tubo catodico - come giustamente ci ha ricordato il collega Marguerettaz - ci sono pure delle realtà che fanno pagare il Wi-Fi, che è una cosa davvero assurda, e non sono in Valle d'Aosta, sto parlando in generale. Chi viaggia per lavoro o per sua fortuna per piacere, spesso trova delle cose anche abbastanza particolari nel mondo moderno di oggi.

Detto questo, io sinceramente comprendo che ci sia la necessità - al di là di come la si pensi e al di là di quello che si è detto del Disegno di legge precedente - quindi di allargare la platea giustamente anche di chi beneficia dei servizi complessivi che in un Comune si sostengono anche per quello che qualcuno chiamava l'impatto appunto del turismo, però, sinceramente, a me sembra che questo disegno di legge abbia nel sottostante due obiettivi che, in realtà, sono comuni, ovvero una centralizzazione del gettito, delle politiche di promozione, ripeto, sulle politiche di promozione non dico che ci sia una soluzione, bisogna organizzarla, bisogna metterla a terra e bisogna andare magari anche un po' più al di là di certe soluzioni blande, come alcune consulte o quant'altro che erano state fatte, che sicuramente possono aiutare ma forse, per andare a competere con determinate altre realtà, al di là del budget di base ci devono anche essere delle strategie nuove e soprattutto delle strategie aggiornate, perché sul piano ad esempio di marketing... ma ne abbiamo già parlato e l'Assessore all'epoca ci ha già dato una risposta.

In realtà penso che sul punto che riguarda in particolare i destinatari del gettito e le modalità future di applicazione di quest'imposta, bisogna essere un poco più trasparenti, però - ripeto - c'è chi è molto più simpatico del sottoscritto al Consiglio permanente degli Enti locali e quindi su questo lascio sicuramente a voi la parola però, ripeto, a me sembra tanto un primo step di un vecchio disegno che voleva portare l'imposta di soggiorno appunto non più in capo ai Comuni ma in capo a una realtà controllata dalla Regione.

Su questo forse - anche in questo caso rubo la battuta del collega Restano - siamo anche qui tornati a sei anni fa, ma questo lo vedremo magari con il successivo intervento normativo, perché, se non erro, quell'idea era di un po' di tempo fa.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Per quanto riguarda questo disegno di legge 91 relativo all'imposta di soggiorno che è prevista nella nostra regione da una legge di oltre dieci anni fa mai pienamente applicata, le nostre perplessità non riguardano tanto la ratio della norma ma piuttosto gli aspetti tecnico-organizzativi, in particolare il ruolo di verifica e di controllo da parte degli Enti locali con la conseguente applicazione delle eventuali sanzioni.

Sappiamo tutti che i Comuni sono in sofferenza di organico e che le prospettive di miglioramento della situazione sono attualmente piuttosto aleatorie, ci chiediamo come si opererà in concreto perché non è stato sufficientemente chiarito.

Potrebbe essere utile a questo proposito pensare a forme di gestione associata con una razionalizzazione, un risparmio di risorse, ma questo argomento non è stato affrontato e non ci conforta sapere e probabilmente sentirci ripetere anche durante la discussione di questo disegno di legge che i Comuni hanno dato parere positivo, perché non sarebbe la prima volta - e chi è qui lo sa molto bene - che viene dato parere positivo su un disegno di legge, su una proposta di legge, salvo poi rendersi conto che l'applicabilità è complessa e poi evidenziare delle difficoltà successivamente.

Per quanto riguarda l'imposta di soggiorno anche sui contratti locatizi, abbiamo visto che c'è stata una modifica rispetto al testo del disegno di legge originario che ha fissato il pagamento della tassa solo per chi affitta fino a trenta giorni, senz'altro un miglioramento che però non risolve tutte le criticità.

Preoccupano infatti le modalità burocratiche e le tempistiche di registrazione e trasmissione dei dati, che richiedono sicuramente delle competenze a chi affitta un alloggio. Sappiamo benissimo che spesso si tratta di persone che non fanno questo come attività imprenditoriale.

Fra i piccoli proprietari molte sono le persone che spesso, per ragioni di età, non hanno dimestichezza con le moderne tecnologie e c'è il rischio che qualcuno arrivi addirittura - l'ho già detto quando abbiamo discusso l'altro disegno di legge - a rinunciare ad affittare con un conseguente aumento di "Letti freddi" che è una realtà che ha già una proporzione ragguardevole nella nostra regione.

Io ho trovato abbastanza fastidioso, durante il dibattito che ha preceduto questo che stiamo facendo adesso, cioè il dibattito sul disegno di legge sulle locazioni brevi, il sarcasmo che è stato utilizzato, in particolare dall'assessore Guichardaz, che adesso non vedo, riguardo alla fantomatica signora "Mariuccia" e sulla banalizzazione delle criticità che invece ci sono, che sono delle criticità effettive, e che riguardano entrambi questi disegni di legge.

Dicevo che esiste un problema che tocca in particolare i centri più piccoli dove il rischio è di veder calare ancora la presenza dei turisti - mi riferisco soprattutto ai due mesi estivi - come hanno sottolineato i rappresentanti dell'Unione Piccoli Proprietari in audizione.

C'è una differenza sostanziale tra chi esercita imprenditorialmente un'attività alberghiera o extra-alberghiera e dispone di personale preparato, che può gestire gli adempimenti burocratici, e chi - per periodi brevi - affitta a uso turistico un alloggio di sua proprietà.

Quindi vogliamo capire che cosa avverrà, anche recepito delle proposte che ci sono, e capire come comportarsi su questo disegno di legge.

Abbiamo preparato anche due piccoli emendamenti che crediamo possano essere presi in considerazione per le implicazioni che comportano e che illustrerò più tardi.

Presidente - Il consigliere Marquis si è prenotato, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Due considerazioni telegrafiche, vista l'ora che ci porta a cercare di chiudere il punto all'ordine del giorno.

Crediamo, come gruppo, che sia un'iniziativa che vada nel senso della centralizzazione - come è già stato detto da chi è intervenuto poc'anzi - e abbia poco rispetto del principio federalista. Si è portati a essere federalisti quando si parla con i livelli superiori ma poi centralisti quando si agisce con livelli sottostanti.

Quindi questo credo che sia un principio di coerenza che occorrerebbe forse applicare anche nella nostra realtà con maggiore attenzione.

Sicuramente passiamo da un regime di facoltà, che era precedente a questo, ad un regime d'imposizione. In effetti qui si parla di territorio unico come prodotto turistico, in realtà però la Valle d'Aosta è fatta di tante realtà, ci sono delle realtà con una grande vocazione turistica, ma ci sono anche delle piccole realtà che poco hanno a che fare con la vocazione turistica così come la s'intende, sebbene tutto il territorio regionale nel PTP sia specificato come territorio d'interesse turistico; forse qualche riflessione si poteva fare nel lasciare la facoltà, perché ci sono delle situazioni che forse costa più la corda del sacco: andare a introdurre delle procedure di questo tipo si ricavano pochi euro ma, nel contempo, si devono generare parecchie spese per poter gestire queste piccole risorse con tutto ciò che poi comporta anche a livello di controlli e di gestione, che deve essere sicuramente organizzata.

Una cosa che fa specie è che in questi disegni di legge che abbiamo discusso oggi si è fatto riferimento in modo molto specifico a carenza finanziaria alla necessità di far cassa, sembrerebbe che chi scrive questo non sia persona che vive all'interno di questo ente, perché un ente che avanza 300 milioni di avanzo disponibile all'anno, non capisco come abbia l'esigenza di andare a infilare le mani in fondo alle tasche dei cittadini quando c'è una situazione finanziaria di un certo tipo, non si riescono a spendere i soldi che abbiamo a disposizione, quindi non capisco questa necessità continua di dover far cassa e aumentare le imposizioni alla gente.

Al di là di questo, il ragionamento - che poteva, secondo noi, essere sostenibile del mantenere la facoltà ai Comuni di disciplinare quest'argomento - andava anche nella direzione di tante cose su cui ci prodighiamo.

Stiamo cercando di portare avanti delle zone franche. Questa poteva essere una zona franca per quello che concerne l'imposta di soggiorno su determinati piccoli Comuni che magari hanno delle difficoltà, hanno delle situazioni da gestire; si poteva considerarlo come un elemento perequativo per delle difficoltà aggiuntive che si vivono rispetto ad altre realtà che hanno maggiore sviluppo. D'altronde esistono anche le aree interne: in Valle d'Aosta abbiamo dei Comuni che sono classificati come Comuni che hanno maggiore difficoltà rispetto ad altri, quindi questo tipo di omogeneizzazione e di uniformità se da una parte lo vogliamo leggere come un tentativo di cercare di creare una politica sistemica di sviluppo turistico, dall'altra riteniamo che abbia insito in sé questo limite, che poteva essere superato con le risorse dell'Amministrazione regionale in quanto, come dicevo prima, ci sono degli avanzi monstre che tutti gli anni continuano a verificarsi a livello di disponibilità di bilancio, non altro.

Quindi riteniamo che - senza entrare nel merito di questi che sono i valori di quello che si introduce a livello d'imposizione - potevano anche farsi delle riflessioni diverse, perché poi passa un concetto che sembra che tutti applicano la tassa di soggiorno dappertutto. In realtà non è così, in Italia ci sono 7.900 Comuni, l'Italia ha una vocazione fortemente turistica come territorio ma sono solo 1.200 i Comuni che applicano la tassa di soggiorno, il 22%, quindi ci sono altre realtà che hanno fatto questi ragionamenti, altre Regioni hanno fatto delle scelte diverse rispetto a quella che andiamo a fare noi oggi.

Questo è il contributo che volevamo dare a questa discussione e riteniamo che sotto il profilo tecnico ci siano anche delle perplessità per le questioni di carattere gestionale, di come verranno gestite queste risorse, se in modo centralizzato o sul territorio, e di come potranno far fronte i Comuni a livello organizzativo - soprattutto i più piccoli, che hanno già mille difficoltà da gestire tutti i giorni - a un'ulteriore incombenza in una situazione di carenze di personale che mi sembra siano sotto gli occhi di tutti.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - Ho prestato parecchia attenzione alla relazione introduttiva del relatore Malacrinò. Se la relazione di accompagnamento alla norma o di presentazione della norma ha un senso, mi sembra - lascio il beneficio del dubbio - che vi siano un po' di contraddizioni.

Sicuramente condivido che andava rivista la normativa relativa all'imposta di soggiorno, e non sto a ripetere tutto quanto detto nell'intervento precedente sul disegno di legge 92, ma dei dubbi sorgono sulle motivazioni addotte dal collega - e per conto suo dalla maggioranza, credo - vale a dire: quando si afferma che si è ritenuto necessario garantire un'applicazione uniforme dell'imposta di soggiorno in tutti i Comuni, non è propriamente corretto. Si è ritenuto di imporre l'imposta di soggiorno a tutti i Comuni lasciando ai Comuni la libertà di scelta tra 0,50 centesimi e la scelta sui 5 euro, ma soprattutto quando si afferma che l'imposta mira a garantire al turista livelli di servizi elevati e omogenei su tutto il territorio regionale.

Non ho trovato nella lettura della norma qualcosa che facesse riferimento ai livelli di servizi perché l'imposta non la trattiene l'albergatore, quindi non può reinvestire.

Si riferisce ai servizi comunali? Forse sì, forse no, allora sono andato a fare un piccolo calcolo: a 0,50 per realizzare un incasso da 10 mila euro, bisogna fare 20 mila presenze.

Ora mi rivolgo ai colleghi che hanno amministrato un Comune e che hanno avuto in mano i numeri, parlo del mio Comune, Valpelline: per arrivare a 20 mila presenze, deve passarne di acqua in Dora (si dice così), non ce la facciamo, e voi pensate che con 10 mila euro si cambino le sorti di un Comune a livello di servizi?

Io penso proprio di no, quindi non credo in questa motivazione.

Credo invece in un'altra forma di collaborazione e di attività.

Io credo che se si fosse creato un fondo perequativo, come fatto in altri casi, avrebbe potuto incidere molto di più, molto di più sulla promozione del territorio.

Credo che se si fosse intervenuti in una maniera diversa, si sarebbe creato un fondo perequativo, come magari fatto in altre realtà che hanno destinato il 50% degli introiti dell'imposta di soggiorno a uso dell'azienda di promozione turistica, a uso della Regione, non lasciandoli in mano agli Enti locali.

Questo perché sono convinto che facendo così, come proposto in questa norma, si aumenta il divario esistente tra i vari Comuni, e faccio un esempio: Comuni come Courmayeur, citato dal collega Aggravi, probabilmente raddoppieranno, visti i numeri, dati dal collega Marquis stamani, è possibile che si vada molto oltre il raddoppio degli attuali introiti con la tassa di soggiorno. Quindi il Comune di Courmayeur si troverà a poter investire in promozione turistica o in quanto previsto dalla norma molto di più di quello che aveva oggi.

Un po' di tempo fa avevo fatto un'analisi, sono parecchi 100 mila euro.

Ora anche 100 mila euro rapportati ai 10 mila euro di cui ho fatto cenno prima, capite che non permettono di avvicinare i due Comuni, ma li separano ancora di più.

Trovare un equilibrio tra gli incassi realizzati dai grossi Comuni, dai Comuni turistici, ai piccoli Comuni, sarebbe stato secondo me molto importante, così come avviene per la finanza pubblica come tradizionalmente avviene in Valle d'Aosta, altrimenti tanti Comuni nostri sarebbero già chiusi.

Si pensa che questi soldi (l'articolo 5) vengano destinati in interventi di promozione turistica e di valorizzazione del territorio. Le intenzioni sono sicuramente buone, bisogna capire cosa s'intende per promozione turistica e valorizzazione del territorio. Certo, i famosi 10 mila euro poco incideranno.

Siccome non è considerata una tassa di scopo - e lo dice uno studio dell'Università di Varese - non abbiamo neppure la possibilità di incidere in tal senso, quindi possono farne ciò che vogliono, poi gli Enti locali sono sicuro che li investiranno nella miglior maniera possibile, però in linea di principio potrebbero farne ciò che vogliono e noi non siamo nelle condizioni di vincolarli, quindi questi famosi 10 mila euro perdono ancora più potere rispetto alle intenzioni della norma.

Al contrario - e chi è stato seduto al posto dell'assessore Grosjacques lo sa bene - i soldi per la promozione non sono mai sufficienti, quindi questo 50% poteva tornare utile se non altro per investire in promozione.

Sicuramente nelle buone intenzioni c'è un domani, quando tutte le norme saranno a posto, di cercare di riprendersi almeno una percentuale di questi soldi, scontentando sicuramente i gestori dei nostri Comuni, i nostri Sindaci, quindi ho dei dubbi sull'impostazione generale della norma, come ho detto stamattina, e nello specifico sul testo di cui stiamo parlando.

Peraltro lasciando investire da 0,5 a 5 euro, sappiamo tutti - chi ha viaggiato un po' - che nelle località turistiche siamo sui 4 euro come tassa di soggiorno, i nostri Comuni più importanti giustamente possono ambire a non applicare lo 0,5, ma giustamente possono alzarlo, quindi questo divario aumenterà ancora.

Queste, in poche parole, sono le criticità che vedo in questa norma, nella convinzione, colleghi - ed è stato più volte affermato dall'Assessore Guichardaz quando era al turismo e anche da chi lo ha preceduto - che se si vuole vendere un prodotto unico, parla di un marchio "Ombrello", è un prodotto Valle d'Aosta, quindi la promozione spetta in primo luogo alla Regione Valle d'Aosta o a un Ente preposto a queste attività e non è propriamente corretto lasciarla ai singoli piccoli Comuni che non riusciranno mai a incidere, così come può incidere un Ente quale la Trentino Marketing o un ente costituito ad hoc in Valle d'Aosta.

Queste sono le perplessità che rilevo in questo testo, da aggiungere a quello che ho detto questa mattina.

Presidente - Altri? Siamo in discussione generale, vi invito a prenotarvi. Se non vedo prenotazioni, chiudo la discussione generale. Non vedo richieste d'intervento, chiudo la discussione generale. Consigliere Restano, come secondo intervento, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Ancora un dubbio da verificare sull'articolo 7, colleghi, dove si invocano i poteri sostitutivi della Regione laddove i Comuni non fossero adempienti alla norma per una questione di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione: non so se sia applicabile in questo caso, vi chiedo di verificarlo. Scusate.

Presidente - Chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo replica l'assessore Grosjacques ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Molto brevemente per rispondere a qualche suggestione dei colleghi. Il collega Aggravi esternava la preoccupazione della centralizzazione del gettito verso la Regione, che non è certamente al momento tra le finalità della norma, anche perché il gettito è di competenza esclusiva dei Comuni che, ai sensi dell'articolo 5, lo gestiscono con le regole che vengono messe sempre finalizzate alla valorizzazione del territorio e alla sua manutenzione.

Quindi non vi è alcuna volontà oggi, e in caso di riforma - che lei auspica e sulla quale abbiamo già avuto qualche interlocuzione attraverso delle iniziative ispettive, ovviamente, in accordo con il CPEL - si potrà ragionare in maniera diversa ma a oggi questa previsione non è nelle corde dell'Amministrazione e nemmeno del CPEL.

Sull'articolo 9 direi che per quel che riguarda le sanzioni non solo non c'è confusione, ma si fa chiarezza e credo che la disciplina dei due commi, il comma primo che dispone le sanzioni per quel che riguarda la mancata presentazione della dichiarazione e il comma 2 per l'omesso o ritardato o parziale versamento dell'imposta, tenuto conto che i gestori delle attività turistico ricettive e i proprietari degli alberghi la incassano per conto del Comune al quale la versano, quindi direi che sono sanzioni che peraltro sono inferiori alle sanzioni statali previste per questo tipo di inadempienza. Per cui non vi è alcuna confusione né alcuna vessazione nell'applicazione di quest'articolo.

Non sono - ma le ho già risposto - convinto che questo determinerà un calo dei turisti, anche perché se la persona anziana che gestisce quest'alloggio, anche come integrazione al reddito, e che, sottolineo, ha l'obbligo di comunicare i dati al portale Alloggiati Web, non avrà nessuna difficoltà a fornire anche questi dati due volte all'anno, perché così la intenderemo nella delibera attuativa ai Comuni. Due anziché tre, come da espressa richiesta del CPEL.

Sulle osservazioni del collega Marquis, io credo che qui il centralismo sia difficile da vedere perché centralismo significherebbe applicare l'imposta e poi portarsela in casa.

Qui, in accordo e in modo unanime con il CPEL, è stato deciso di applicarla in modo uniforme su tutto il territorio con gli introiti a stretto ed esclusivo beneficio degli enti locali, per cui credo che qui il centralismo sia difficile da vederlo applicato.

Per quel che riguarda il PTP, lei ha detto che il PTP definisce in modo uniforme il territorio regionale... chiedo scusa, allora forse non ho capito, ma volevo puntualizzare che, nella bozza di delibera che sarà assunta in conseguenza dell'approvazione di questa legge, il territorio verrà diviso in quattro parti, esattamente come previsto dalla legge del 98 sull'istituzione del PTP, quindi a ogni zona, o meglio, a ogni gruppo di Comune corrisponderà una tariffa, in particolare per quel che riguarda le locazioni, i cosiddetti "Affitti brevi", che potrebbero avere, questo in modo indicativo, con riserva ovviamente di ulteriore valutazione, tra lo 0,50 e 2 euro a persona, tenendo conto poi delle esclusioni che sono determinate dalle persone con disabilità, dalle persone con un'età inferiore a 15 anni e tutta una serie di altre esenzioni che sono ben specificate all'articolo 4 comma 5.

Sulle zone interne che sono in crisi e che quindi farebbero fatica ad applicare l'imposta di soggiorno, credo di averle già risposto in sede di Commissione.

Nelle aree interne, in particolare quelle che conosco meglio, quelle della Bassa Valle, sono ricompresi anche i Comuni di Gressoney, di Ayas e di Valtournenche, che credo non abbiano grandi difficoltà ad applicare l'imposta di soggiorno.

Vorrei anche sgombrare il campo dal fatto che si continua a dire che mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini, mentre invece sappiamo perfettamente che quest'imposta viene pagata in tutto il mondo, soprattutto nelle zone a maggiore vocazione turistica, quale credo che possiamo definire la nostra, e quindi viene pagata dai turisti perché c'è un'espressa esclusione per quel che riguarda i residenti in Valle d'Aosta dell'applicazione dell'imposta.

Sui sostegni ai Comuni e sull'avanzo di amministrazione, credo che ci saranno altri più titolati di me, ma lei che avrà certamente avuto modo di valutare, almeno in prima battuta, la legge di assestamento, si sarà accorto che per quel che riguarda gli enti locali, quest'anno ci sono i 6.300.000 euro confermati e nel triennio ci saranno 30 milioni che vanno a compensare, anche se parzialmente, l'extra gettito che viene versato, quindi direi che da parte dell'Amministrazione regionale e di questa maggioranza c'è uno sforzo molto, molto, molto grande per venire incontro ai Comuni, quindi credo che i Comuni non solo non siano stati dimenticati ma per loro quest'anno ci sia, al di là di tutte le altre provvidenze, un impegno importante, senza vincolo di destinazione peraltro, che consentirà loro di programmare delle attività in modo concreto e soprattutto importante.

Per quel che riguarda il collega Restano, molto velocemente, la scelta è stata fatta in pieno accordo con il CPEL, il fondo perequativo dovrà eventualmente essere gestito dai Comuni, mentre per quel che riguarda l'utilizzo da parte dei Comuni delle risorse provenienti dall'applicazione dell'imposta di soggiorno, l'articolo 5 è molto chiaro e dà eventualmente la facoltà di proporre delle attività, in collaborazione con l'Amministrazione regionale, ma riserva altrettanta possibilità di gestire in proprio, ovviamente con dei limiti legati alle attività turistiche, le risorse che verranno introitate dall'applicazione della legge.

Sui poteri sostitutivi, direi che non c'è necessità di spiegazione, perché l'articolo è molto chiaro e non è una facoltà, è una norma prevista dalla legge 54 che disciplina il sistema delle autonomie in Valle d'Aosta e che incardina nella figura del Presidente della Regione la facoltà e l'obbligo, in caso di inadempimento, di nominare dei Commissari ad acta dopo aver esperito tutte le procedure di legge.

Presidente - Se non vi sono altre richieste, passiamo all'analisi dell'articolo, ad iniziare dall'articolo numero 1. Qualcuno vuole intervenire su quest'articolo? No. Metterei in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 33

L'articolo n. 1 è approvato all'unanimità.

Articolo n. 2 dell'emendamento n. 1 di PCP, Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Direi che se va bene illustro insieme i due emendamenti, il primo e il secondo, che riguardano appunto l'articolo 2 e l'articolo 4.

Il primo emendamento chiede di non applicare l'imposta di soggiorno agli ostelli per la gioventù, il secondo di esentare dal pagamento dell'imposta di soggiorno anche le scolaresche.

Il ragionamento che sta alla base delle due proposte è in buona sostanza lo stesso, cioè favorire un turismo giovane che dispone generalmente di poche risorse economiche ma che costituisce un potenziale anche per il futuro, fungendo spesso da traino per arrivi successivi. Penso, ad esempio, alle famiglie di ragazzi che arrivano da noi in visita d'istruzione, in gita scolastica, e fungono da promotori di soggiorni familiari.

Far pagare la tassa di soggiorno negli ostelli o applicarla appunto alle scuole in visita nella nostra regione, mi sembra che sia una cosa che si possa evitare.

Conosco molto bene le difficoltà che ci sono quando si devono organizzare delle visite e dei soggiorni per alunni con budget limitatissimi, si deve tener conto anche delle capacità economiche delle famiglie e delle somme che sono a disposizione delle scuole.

È vero che nell'articolo 4 al comma 5 lettera "C" è prevista l'esenzione per i minori di anni 15 ma i ragazzi a scuola, come sappiamo, ci vanno fino al momento della maturità, quindi hanno 19 anni, e non sarebbero ricompresi in questa esenzione.

Una tassa di soggiorno di 2-5 euro per alcuni giorni di permanenza può sembrare una cifra minima, una cifra anche ridicola, ma in realtà può fare la differenza nella scelta finale di un'istituzione scolastica.

Evitare questa tassa, ci sembrerebbe quindi un gesto di attenzione e di accoglienza nei confronti dei turisti più giovani.

Presidente - Per il Governo, l'assessore Grosjacques.

Grosjacques (UV) - Solo per annunciare l'astensione sul primo emendamento, quello relativo all'esenzione per gli ostelli della gioventù, perché sarebbe discriminatorio rispetto agli ospiti di tutte le altre tipologie di attività extralberghiere che invece soggiacciono all'imposta e anche tenuto conto, anche se lo ha sottolineato anche lei, dell'esiguità dell'imposta perché stiamo parlando di un termine temporale massimo di 7 giorni, che potrebbe comportare un'imposta di soggiorno tra i 3 e i 4 euro che riteniamo possa essere sostenibile anche per vacanzieri "Basso-spendenti".

Per quel che riguarda l'emendamento n. 2, la proposta è di accoglierlo, nonostante ci siano già all'interno della norma tutta una serie di esenzioni, ma questa specificazione ci sembra accettabile.

Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Per quanto riguarda l'emendamento relativo agli ostelli, io ricordo che la normativa nazionale non annovera gli ostelli per la gioventù fra le strutture per cui la tassa è ritenuta in qualche modo obbligatoria, tant'è vero che molte città, tra cui Roma, che credo che di ostelli ne abbia un po' di più della Valle d'Aosta, questa tassa non la applica per chi soggiorna in questa tipologia di struttura.

Nei siti che ho consultato per avere un quadro della situazione circa l'applicazione di questa tassa, ho trovato che molto spesso gli ostelli nelle città italiane, e poi ancor di più in quelle straniere, sono strutture escluse, quindi inserirli nella legge regionale non è un'ottemperanza rispetto alla legge nazionale, ma è una scelta precisa e se consideriamo che la nostra Regione ha una decina, mi sembra (vado a memoria) tredici strutture che sul sito Lovevda sono classificate come ostelli per la gioventù - poi in realtà non è proprio quella la tipologia di tutti quanti - io credo che l'esenzione potrebbe sicuramente portare a una non significativa entità di entrata, perché sono comunque cifre limitate, mentre per chi vi soggiorna, per i giovani che vi soggiornano, potrebbe essere utile e anche attrattivo risparmiare qualche euro, anche pochi, che potrebbero essere destinati in altro modo sul territorio.

Spiace quindi che si decida di non accogliere l'emendamento, di andare nella direzione di far pagare anche gli ostelli, sarebbe stato un piccolo segno tangibile dell'attenzione nei confronti del turismo giovanile.

Per quanto riguarda invece, così chiudiamo, l'altro emendamento che viene accolto, siamo ovviamente soddisfatte per questa decisione e dico che è importante farlo.

È vero che c'è questa norma dei ragazzi quindicenni - sotto i quindici anni eccetera eccetera - però è vero che il nostro territorio offre delle opportunità, degli elementi interessanti per le visite d'istruzione che sono legate a vari aspetti dei programmi scolastici, sia per la ricchezza delle testimonianze storiche, sia per le attività legate all'ambiente montano, alla pratica dello sci: penso alle settimane bianche, e all'escursionismo, che è oggi un'attività privilegiata da molte istituzioni scolastiche, quindi non dover pagare per le scuole la tassa di soggiorno è un positivo segnale di attenzione che accogliamo favorevolmente.

Presidente - Mettiamo in votazione, se non vi sono interventi, l'emendamento n. 1 di PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 13

Favorevoli: 13

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).

L'emendamento non è approvato.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 32

L'articolo è approvato all'unanimità.

Passiamo all'articolo n. 3. Posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato. All'articolo n. 4 c'è l'emendamento n. 2 di PCP. Posso dare lo stesso risultato precedente? Stesso risultato.

Per l'articolo n. 4, come modificato dall'emendamento di PCP, posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato. Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 5? No. Mettiamo in votazione l'articolo n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 1 (Restano)

L'articolo è approvato.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 32

L'articolo n. 6 è approvato all'unanimità.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 7? No. Mettiamo in votazione l'articolo n. 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 1 (Restano)

L'articolo n. 7 è approvato.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 8? Stesso risultato. Per l'articolo n. 9? No. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 29

Favorevoli: 29

Astenuti: 3 (Guichardaz Erika, Minelli e Restano).

L'articolo n. 9 è approvato.

All'articolo n. 10 ci sono gli emendamenti n. 1, 2 e 3 della II e IV Commissione che diamo come illustrati. Mettiamo in votazione il primo emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 1 (Restano)

Gli emendamenti sono approvati.

Posso dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 2? Stesso risultato. Per l'emendamento n. 3? Stesso risultato. Per l'articolo 10 nel suo insieme come modificato con gli emendamenti? Stesso risultato. Per l'articolo n. 11? Stesso risultato. Adesso dobbiamo passare al voto della legge nel suo insieme. Ci sono dichiarazioni di voto? Consigliere Restano a lei la parola.

Restano (GM) - Dichiaro il mio voto di astensione perché questa norma aumenterà il divario tra i piccoli Comuni e i grandi Comuni turistici perché non prevede un fondo perequativo e non prevede in futuro quello che sarà lo sviluppo turistico della Valle d'Aosta. Si poteva predisporre una norma differente che coinvolgesse i Comuni in altra maniera ma soprattutto coinvolgesse i privati.

Se si va a vedere cosa hanno fatto altre realtà nell'applicazione dell'imposta di soggiorno, hanno agito in maniera completamente diversa, valorizzando l'impegno delle somme recuperate con l'imposta di soggiorno, coinvolgendo i privati nelle decisioni.

Noi siamo 15 anni indietro e non riusciamo a recuperare questo gap con questa piccola legge.

Presidente - Mettiamo in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 28

Favorevoli: 28

Astenuti: 4 (Guichardaz Erika, Marquis, Minelli, Restano).

Il disegno di legge è approvato.

Presidente - Con questo si concludono i lavori della giornata di oggi, sono aggiornati a domani alle ore 09:00.

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La seduta termina alle ore 20:07.