Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2611 del 12 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2611/XVI - Discussione generale sul D.L. n. 92: Disciplina degli adempimenti amministrativi in materia di locazione per finalità turistiche.

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 6. Il DL 92 è composto da dodici articoli; è stato predisposto un nuovo testo da parte della IV Commissione consiliare su cui sono stati depositati cinque emendamenti da parte dell'assessore Grosjacques e nove emendamenti da parte del gruppo della Lega, oltre che tre emendamenti del gruppo di Forza Italia e un emendamento sottoscritto da tutti i gruppi consiliari che riguarda la clausola valutativa.

Il relatore del DL è il collega segretario Jordan per la IV Commissione a cui passo la parola.

Jordan (AV-VdA Unie) - L'analisi del settore turistico evidenzia che anche in Valle d'Aosta il fenomeno dell'affitto turistico cosiddetto "breve" costituisce un elemento importante in termini di offerta e contribuisce certamente allo sviluppo turistico della nostra Regione. Sicuramente il turismo è una delle risorse economiche più importanti anche in Valle d'Aosta e il fenomeno degli affitti brevi contribuisce ad arricchire l'offerta ricettiva (si pensi, ad esempio, a borghi o a piccole località che sono prive di alberghi e grandi strutture ricettive).

Grazie all'ingresso nel mercato turistico delle piattaforme online, la locazione per finalità turistiche di camere, appartamenti, o case arredate a ospiti che scelgono tale soluzione, di ricettività è diventata molto popolare. Si tratta di abitazioni residenziali, prevalentemente secondarie che vengono messe a reddito diventando strutture turistico-ricettive che possono essere definite estemporanee. Un'opportunità di integrazione del reddito delle famiglie (specie in tempo di crisi) offerte dalla possibilità di locare immobili altrimenti sottoutilizzati oppure dalla maggiore capacità che tali forme di alloggiamento mostrano nel soddisfare le aspettative poste dal turismo cosiddetto "esperienziale", o ancora dalla possibilità che l'offerta di locazioni turistiche vada a integrare, in determinati contesti, l'offerta da parte delle strutture tradizionali.

La locazione, in generale, e quindi anche quella turistica, è regolata dal Codice civile e trae fondamento dall'inalienabile diritto di ogni proprietario di immobile di poter disporre - quella che è considerata la cosiddetta "disposizione giuridica" - del bene a suo vantaggio e a suo piacimento secondo il principio di pienezza ed esclusività previsto dal diritto di proprietà.

Le Regioni, avendo potestà legislativa concorrente a quella statale in materia di turismo, possono tuttavia prevedere, ed è il nostro caso, per questo tipo di locazioni una migliore regolamentazione volta a stabilire con maggiore precisione - ed era necessario farlo - il confine tra chi effettua questo tipo di attività a livello professionale e tra chi esercita un semplice diritto di proprietà.

Infatti, mentre per quanto riguarda gli altri servizi turistico-ricettivi nel corso degli anni il quadro normativo ha sempre meglio definito opportunità e limiti, relativamente all'offerta degli affitti turistici brevi nella nostra Regione non risulta essere sufficientemente disciplinato.

Crediamo quindi che risulti necessario valorizzare meglio questo settore, ed è la finalità di questa legge, integrando il decreto-legge 50/2017, che è stato convertito in legge 96 del 2017, che all'articolo 4 ha trattato, rispetto agli affitti turistici brevi, prevalentemente la disciplina fiscale, introducendo però un'apertura significativa ma non esaustiva rispetto ai servizi che possono essere erogati.

Ciò trova conferma anche nella circolare n. 24 dell'Agenzia delle entrate del 2017 dove è stato ritenuto che altri servizi che corredano la messa a disposizione dell'immobile, seppur non contemplati nell'articolo 4 che ho citato precedentemente, risultano strettamente connessi all'utilizzo dell'immobile, tanto che ne costituiscono un elemento caratterizzante dell'offerta.

La questione della normativa sugli affitti brevi è al centro di un acceso dibattito anche a livello nazionale, da un lato le Amministrazioni delle città d'arte a elevata vocazione e frequentazione turistica che chiedono un intervento a livello nazionale per regolare gli affitti brevi e limitare l'impatto del turismo sulla comunità locale, dall'altro le organizzazioni del settore con posizioni opposte. Entrambe le parti però sono d'accordo sul fatto che la situazione attuale non sia più sostenibile e che sia necessario trovare una soluzione equilibrata, anche per mitigare - e cito ancora le dichiarazioni delle parti - gli effetti negativi degli affitti brevi sulle loro comunità, come ad esempio l'aumento degli affitti a scopo residenziale, il valore degli affitti a scopo residenziale, e la riduzione del numero di abitazioni disponibili sul mercato immobiliare per chi vive, chi studia e chi lavora nelle città. Solo qualche ora fa anche il Sindaco di Aosta, qui in audizione in quest'aula, ha evidenziato la criticità della disponibilità immobiliare della città in relazione al tema degli affitti brevi. È il caso inoltre di ricordare la posizione del Ministro del turismo rispetto alla necessità di regolare il sistema degli affitti brevi in quanto questo definita da essa "un vero e proprio Far West".

Il presente disegno di legge va pertanto a definire politiche in materia di turismo sempre più mirate anche rispetto alle nuove esigenze di questa modalità di fruizione di territori e ciò al fine principale di esercitare al meglio le funzioni e prerogative regionali di coordinamento, promozione e vigilanza sull'esercizio di attività turistico-ricettive.

Portiamo in approvazione un provvedimento che oggettivamente è ritenuto necessario da quasi tutti i soggetti che sono stati auditi durante i lavori della Commissione, lo facciamo proponendo un testo che nel corso dei lavori della Commissione ha tenuto conto sia delle osservazioni che la maggioranza ha espresso, sia da quanto è emerso nelle diverse audizioni, e faccio riferimento principalmente alla modifica del periodo d'affitto ai fini dell'applicazione della norma che è riferita ai contratti fino a trenta giorni, ma anche con gli ultimi emendamenti depositati che meglio chiariscono alcuni aspetti dell'applicazione della norma.

Come maggioranza con responsabilità non ci siamo sottratti alla disciplina di un settore in cui sono evidenti le particolarità e la variabilità di un mercato, quello turistico, che è in continua evoluzione, e che necessita quindi di un'attenta regolamentazione per ottemperare al ruolo di regolatore del legislatore, favorendo sinergie e collaborazione tra i diversi attori del comparto turistico e assicurando e garantendo livelli qualitativi che permettono di offrire garanzie e di migliorare tutto il comparto turistico. Questo senza eccessivamente gravare sulle attività amministrative e finanziarie che in parte sono già in vigore per effetto di altre normative nazionali e che nel presente disegno di legge sono state inserite per una migliore comprensione del testo totale. Il dettaglio inserito nell'articolato della legge risponde all'esigenza di essere precisi in legge ed evitare che tutti gli aspetti presi in considerazione nella presente norma siano successivamente normati con altri atti deliberativi.

Rispetto all'applicazione della norma, crediamo che sia opportuno, dopo un primo periodo di applicazione, valutarne il funzionamento e, se necessario, farne le opportune modifiche e aggiustamenti.

Il disegno di legge si compone di dodici articoli:

- l'articolo 1 definisce l'oggetto della legge, ovvero nell'esercizio della competenza legislativa primaria, che lo Statuto speciale attribuisce alla Regione in materia di urbanistica e turismo e di quella residuale di cui all'articolo 117, quarto comma, della Costituzione;

- l'articolo 2 elenca le definizioni che rilevano ai fini del presente disegno di legge;

- l'articolo 3 invece stabilisce che l'attività di locazione per finalità turistiche esercitata nel rispetto delle disposizioni del presente disegno di legge non costituisce mutamento di destinazione d'uso dal punto di vista urbanistico;

- l'articolo 4 codifica gli adempimenti amministrativi conseguenti all'esercizio delle attività, in particolare il comma 3 stabilisce che il Comune, a seguito della presentazione della documentazione necessaria, rilasci per ogni alloggio il codice identificativo regionale. Il comma 8, sempre dell'articolo 4, conferma l'obbligo, come per tutte le strutture turistiche, di denuncia alla Questura delle generalità dell'ospite e del loro arrivo e presenza, nonché della comunicazione all'Office régional du tourisme;

- l'articolo 5 individua i servizi erogabili negli alloggi a uso turistico;

- l'articolo 6 parifica gli alloggi a uso turistico alle strutture turistico-ricettive per il solo fine dell'applicazione dell'imposta di soggiorno;

- l'articolo 7 prevede la possibilità di promuovere gli alloggi a uso turistico da parte dell'Office régional du tourisme;

- l'articolo 8 disciplina l'attività di vigilanza e controllo riservata ai Comuni;

- l'articolo 9 disciplina il regime sanzionatorio.

- gli articoli 10, 11 e 12 recano rispettivamente le disposizioni transitorie, le modificazioni e abrogazioni di alcuni articoli della legge e infine la clausola di invarianza finanziaria.

Presidente - Dopo l'illustrazione della relazione, apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. I colleghi che vogliono intervenire in discussione generale sono invitati a prenotarsi. Ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Dopo aver ascoltato l'intervento del relatore Jordan, ritengo di fare alcune considerazioni di carattere generale sul tema, un tema di assoluta importanza per l'economia turistica valdostana, stiamo parlando di locazioni turistiche. Bisogna innanzitutto dare il peso di questo settore nell'economia valdostana per capire di cosa parliamo. In Valle d'Aosta ci sono circa 25 mila posti letto di dotazione alberghiera, ci sono circa 250 mila posti letto in abitazioni secondarie che sono o in proprietà o in affitto. All'interno di questo contenitore ci sono gli alloggi che vengono affittati a uso turistico che fanno parte di questo provvedimento legislativo. Sicuramente sono una grande presenza sul territorio e hanno avuto e hanno una grande importanza nello sviluppo del turismo in Valle d'Aosta; molto spesso hanno supplito alla carenza di posti letto alberghieri, soprattutto nei momenti di grande affluenza, e sono il motore del settore del commercio e dei servizi che ravviva in modo robusto quest'ambito, ma per capire qual è l'obiettivo di questo disegno di legge, credo che non c'è niente di più emblematico e più caratterizzante che leggere una parte della relazione introduttiva.

Ho appena detto che questo per noi, come gruppo di Forza Italia, è un settore che contribuisce allo sviluppo turistico, quindi che va facilitato, che va messo nelle condizioni di poter esprimere sempre meglio il proprio contributo a vantaggio dell'economia valdostana e all'interno della relazione illustrativa si legge un approccio completamente diverso. Si dice che "la diffusione di Internet e dei social network, unitamente al perdurare della situazione di crisi economico-finanziaria, ha avuto un effetto moltiplicativo sulla crescita della fornitura dei servizi domestici svolta non in forma di impresa da parte di privati cittadini. I soggetti erogatori di tali servizi si pongono di fatto in concorrenza con quelli prestati invece da imprese nel rispetto di una serie di obblighi normativi volti alla tutela del mercato e alla cura concreta di svariati interessi pubblici. Si tratta di un fenomeno turistico nuovo che viaggia sotto traccia e sfugge a controlli intesi in senso ampio, complici della sua crescita - come se questo fosse un effetto dannoso e negativo per l'economia valdostana - nella nostra Regione sono stati anche l'aumento dell'imposizione fiscale sulla proprietà delle seconde case IMU e i sempre più frequenti casi di insolvenza dei locatari per scopi residenziali. Si è ritenuto pertanto necessario trovare una modalità per far emergere il fenomeno e poterne venire a conoscenza".

Ecco, io trovo che non ci sia da aggiungere niente di più rispetto all'impostazione che viene data dal Governo per disciplinare questa materia, si vedono dei cittadini fuori legge, dei cittadini che fanno poco di buono per l'economia, non gli si riconosce il contributo che danno ma, sostanzialmente, li si vede solo come fonte di imposizione fiscale, perché questo è stato specificato poi anche nel disegno 92, bisogna far cassa e quindi mettiamo su delle imposte. Il problema è di ordine molto più generale, la casa non è un problema per la Pubblica Amministrazione, per la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere un vantaggio per quello che comporta e l'apporto che viene dato allo sviluppo dell'economia, ma la casa purtroppo sta diventando un problema per chi ne è proprietario con dei comportamenti come quelli che stiamo disciplinando in questa maniera, è un problema. Chi ha una casa in Valle d'Aosta, perché qui bisogna anche rimuovere un equivoco che c'è da sempre, si pensa che la casa in Valle d'Aosta sia un settore che brilli, la Valle d'Aosta non è tutta, come poche località turistiche, in cui ci sono magari anche delle case di buon livello, perché il mercato è ricco e florido e quindi lì magari c'è anche la possibilità di trarre delle soddisfazioni dalla messa sul mercato della proprietà. La Valle d'Aosta al 90 percento è una cosa diversa, il mercato delle seconde case in Valle d'Aosta è sofferente, parliamo di dorsale del Centro Valle, delle aree interne, vogliamo andare a vedere qual è l'attrattività delle locazioni turistiche, se riescono a concludere uno, due, tre, quattro contratti da due-tre giorni in un anno? Qui si parla come se si trattasse di situazioni che ogni giorno hanno la possibilità di concretizzare dei contratti ma non è così, la situazione è paradossalmente e completamente diversa. Abbiamo un patrimonio immobiliare che ha subito in questi ultimi anni un deprezzamento del 30-40 percento medio, in contemporanea per tenere in vita quel patrimonio bisogna spendere il 30-40 percento in più, con l'incremento dei costi che ci sono stati in questi ultimi cinque anni, quindi ci rendiamo conto che i Valdostani, pur essendo affezionati al loro patrimonio al quale hanno messo a disposizione ogni energia per valorizzare i beni che sono stati ereditati dalle famiglie, sono delle persone che hanno investito tutte le loro risorse, spesso e volentieri rinunciando di andare in ferie pensando di crearsi una piccola pensione per il futuro e oggi si trovano invece con una serie di provvedimenti vessatori che non riconoscono il loro impegno e non riconoscendo il loro impegno, non si riconosce la storia della Valle d'Aosta, perché questa è la Valle d'Aosta vera, è la Valle d'Aosta che dà degli apporti al suo sviluppo, al mantenere in vita il paesaggio, perché se una casa viene ristrutturata, il paesaggio è più bello, il paesaggio è più attrattivo, ci sono più turisti che vengono a trovarci e a portare delle risorse che fanno crescere la nostra economia.

Questo per dire che spesso e volentieri non è questa un'occasione di fare business, a seguito di quelle che sono state le pesanti tassazioni introdotte, che peraltro sono richiamate anche nella relazione illustrativa, perché quando c'è stato il periodo dei ristori, l'IMU non ha avuto delle scontistiche in Valle d'Aosta, bisognava continuare a pagare l'IMU, continuare a pagare l'acqua di appartamenti vuoti, l'immondizia, di servizi che sono dimensionati, dei rifiuti, delle situazioni che hanno portato un settore a provare delle profonde difficoltà.

Il più delle volte, nelle aree non di grande vocazione turistica, il mettere sul mercato per qualche giorno all'anno un appartamento quindi deriva dal cercare di pagarsi almeno le spese di gestione dirette da quest'esigenza, perché prima magari erano appartamenti che tenevano in disponibilità i proprietari e oggi si cerca una settimana l'anno, magari quella di Natale o quella di Ferragosto, di tirare su quattro spiccioli per almeno risolvere la questione delle spese vive e non dover incidere con i propri bilanci familiari in una categoria, quella del ceto medio, che sta scivolando verso condizioni di difficoltà.

Perché si dice anche nella relazione che non vengono messi sull'affitto del residenziale ordinario questi appartamenti? Ma è sempre per colpa della politica, perché non c'è una politica sulla casa, perché in Valle d'Aosta la morosità incolpevole non è riconosciuta al settore privato e quindi questo cosa fa? Fa sì che la gente non mette sul mercato nel residenziale prima casa degli appartamenti perché rischia di finire nella morosità, non c'è l'istituto riconosciuto dalla Regione e quindi sta ai primi danni, piuttosto li lascia vuoti e cerca di affittare una settimana o due l'anno per tirare su quattro soldini. Questo deriva sempre e comunque da scelte che vengono fatte in quest'aula.

Se entriamo nel merito del disegno di legge, nella presentazione è stato non sottolineato troppo un aspetto, a mio avviso, importante, che è stato scaricato un disegno di legge dove si dice che rientrano sotto la competenza di questa norma gli affitti da uno a sei mesi. È bastato che avessimo organizzato una serata al 3 aprile alla BCC con tutti i portatori di interesse che gli stessi proponenti si accorgessero che non stava né in cielo, né in terra la proposta, che era stata concepita in modo superficiale, in modo pazzesco, perché è stata stravolta con un emendamento fatto dal Governo, perché passare da sei mesi a trenta giorni ha stravolto il provvedimento che era stato scaricato in meglio, perché sennò era un disastro. Oggi siamo qui a criticare il provvedimento ma sarebbe stato un disastro se fosse stato portato all'attenzione dell'Aula così come concepito inizialmente, ma questo denota già la superficialità di come è stata tratta la materia perché significa non conoscere il problema presentare dei provvedimenti così come sono stati presentati.

Come dico, sono state fatte diverse sedute di Commissione, io non ho ricordo nelle Commissioni consiliari di aver sentito delle critiche così pesanti da tutti i soggetti intervenuti, non c'è mica stata condivisione su quest'argomento qui, hanno tutti rilevato grosse perplessità su questo provvedimento, tant'è che lo stesso relatore ci dice: "ma tanto un mini rodaggio e poi torniamo in aula con il provvedimento", ma voi tornate non perché c'è un mini rodaggio ma perché il provvedimento non funziona. Questo provvedimento creerà un'infinità di problemi alla comunità valdostana, ne creerà un'infinità, mortificherà il contributo che viene offerto all'economia e si dovrà tornare dentro quest'aula. La scommessa è solo vedere dopo quanto tempo, se sarà dopo un mese, due mesi, tre mesi o quattro mesi. Questo lo andremo a vedere perché succederà, lo possiamo tranquillamente dichiarare in questa sede.

Oltre al discorso che è stato stravolto in meglio, per cercare di confinarlo alle locazioni brevi, non è stata disciplinata una cosa: l'occasionalità in questo provvedimento, perché non c'è un'attività svolta in forma imprenditoriale tout court ma la maggior parte dei soggetti, che dicevo prima mettono sul mercato qualche giorno un appartamento, hanno una situazione di affitto occasionale che può essere uno, due, tre contratti in un anno, che la somma complessiva sta sotto i trenta giorni.

Allora la domanda è: ma come è mai possibile mettere nella condizione delle persone, delle famiglie, che attivano la valorizzazione del proprio bene immobiliare in modo occasionale, di assoggettarlo a una complessità amministrativa come questa? Per questo ci chiediamo che senso abbia, perché posso capire per chi affitta tutto l'anno, cerca di promuovere le proprie abitazioni e le proprie unità immobiliari con costanza, c'è qualcuno che lo fa in forma organizzata, questo ci può stare, di cercare di disciplinare nel modo più semplice possibile, ma come è mai possibile che a una persona che deve affittare un appartamento in un'occasione all'anno bisogna chiedergli di andare in Comune, fare dei codici identificativi, bisogna fare delle comunicazioni mese per mese al Comune delle presenze turistiche, quando c'è un sistema che è già chiarissimo sulle locazioni in generale, che i proprietari di casa hanno 24 ore di tempo, dal momento della concretizzazione dell'affitto e dell'ingresso del soggetto che ha ospitato, a fare una comunicazione alla Questura. I dati sono tutti nelle mani della Questura, i dati sono tutti nel 740 nelle dichiarazioni IRPEF con le cedolari secche oppure con la denuncia dei redditi che viene fatta e credo che il metodo è quello che hanno tutte le attività, non un metodo diverso.

Quando si parla di venire alla luce, quindi non capiamo cosa si intende, perché è tutto alla luce, basta accendere la lampadina e guardare, forse sarà questo il problema, non credo ci sia niente di poco chiaro, tant'è che ci sono delle realtà, come Roma, che hanno già fatto un'iniziativa che ha portato a decretare un accordo tra Ministero dell'interno e Ministero dell'economia dove non si devono fare le dichiarazioni al Comune perché le dichiarazioni le acquisiscono direttamente dalla Questura i Comuni e quindi hanno direttamente la consapevolezza delle presenze giornaliere sul territorio. Non capiamo perché qui invece in Valle d'Aosta bisogna continuare ad andare avanti ad arricchire di ostacoli la vita dei cittadini.

Sotto il profilo generale, quindi noi non critichiamo il discorso tassa di soggiorno che può essere più o meno discutibile, critichiamo fortemente il crescere le incombenze amministrative laddove sono sproporzionate all'obiettivo che si intende raggiungere, perché qui in questo caso costerà più la corda che il sacco, perché mettere in piedi questo meccanismo di controllo che è stato imbastito avrà dei costi che probabilmente supereranno le entrate che vengono poi rilevate dalla Pubblica Amministrazione.

Pertanto riteniamo che il tema sia un tema che sia stato profondamente sottovalutato, far ordine è una cosa, creare delle procedure amministrative che siano corrette, che siano semplici credo che debba essere un obiettivo della Pubblica Amministrazione, ma non creare, come dico nella maggior parte dei casi quando ci sono delle prestazioni che vengono svolte a livello occasionale, delle rigidezze di tipo amministrativo che portano poi anche a delle applicazioni sanzionatorie, ma delle applicazioni sanzionatorie che - e abbiamo avuto modo anche di confrontarci quando sono venuti i rappresentanti del Consiglio permanente degli Enti locali - sono di carattere estremamente soggettivo. Se arriva un ufficiale zelante, ha tutta la libertà di decidere come applicare le sanzioni, non c'è scritto come si applicano e quando si devono applicare, sono estremamente soggettive.

L'abbiamo già anche evidenziato durante il percorso di audizioni che per noi il disegno di legge doveva essere un disegno di legge di principi e demandare poi a una delibera di Giunta l'attuazione delle parti tecniche, perché quando si definiscono le parti tecniche, i regimi sanzionatori devono essere scritti in modo inequivoco, perché diversamente poi chi si trova ad applicarle, soprattutto quando sono sanzioni di migliaia di euro, sancito il principio di andare a verificare, ispezioni dentro gli appartamenti... sono tutte cose che staremo a vedere come verranno applicate e come potranno fare i Comuni a garantire il loro apporto propositivo e di vigilanza sull'attività, ci sono tutta una serie di questioni, quando si parla di servizi che possono essere erogati, che non sono per nulla chiare, e l'hanno evidenziato tutti gli stakeholders che sono stati uniti, ci stupiamo che il percorso abbia preso così tanto tempo per poi partorire cosa? Cioè cambiare solo la dicitura dei 180 giorni? Perché non si giustifica tutto questo periodo di riflessione e di attesa; noi ci aspettavamo che ci fosse qualcosa di più a livello di emendamenti da parte della maggioranza a seguito del rallentamento che c'è stato ultimamente su questo tema, un tema sul quale ringrazio anche come gruppo i colleghi della Lega che hanno fatto anche loro un grosso lavoro di approfondimento sia in Commissione, sia all'esterno, per cercare di dare un contributo che riteniamo che comunque in qualche modo sia stato positivo, sia pur nella criticità del testo che oggi si sta a esaminare, perché credo che se non ci fosse stato il nostro contributo, saremmo ancora a una norma di legge che prevedeva un'applicazione a tutti gli affitti a 180 giorni e quella lì sarebbe dovuta tornare probabilmente dopo una settimana già all'attenzione dell'Aula perché non so quali effetti avrebbe potuto generare sul territorio valdostano. Mi limito a queste considerazioni di carattere generale, avremo modo poi di entrare sui singoli articoli al momento della discussione degli emendamenti.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Molte cose sono state già anticipate dal collega Marquis, che ringrazio, ha fatto un'azione, insieme al collega Baccega, sia all'esterno che in sede di lavori di Commissione importante e che anche noi abbiamo praticamente ripercorso con azioni sia interne che esterne se vogliamo, quindi con incontri anche sul territorio per capire un pochino meglio quale fosse anche il sentimento di coloro che operano nel settore.

Ho sentito parlare di Far West nella relazione di maggioranza, direi un pochino, a mio avviso, a sproposito, nel senso che in genere per Far West si intende una realtà non normata, quindi priva di qualsiasi regola in cui si agisce in modo illecito. Qui è vero che sono attività che attualmente non sono ancora normate e bisogna normare ma sicuramente non illecite, se consideriamo soltanto il fatto che, per esempio, per quanto riguarda la denuncia delle presenze alle Autorità di pubblica sicurezza, così come naturalmente a maggior ragione anche per quanto riguarda l'aspetto fiscale, è già tutto sufficientemente normato, c'è il DL 50/2017 di livello nazionale che stabilisce esattamente le locazioni brevi ed è anche per questo che noi abbiamo fatto anche un emendamento a proposito del titolo di questa legge, proprio per coordinarlo con questa normativa di ordine fiscale, diamo l'esatta definizione. Non è banale perché, come ha detto correttamente il collega Marquis, qua si era partiti addirittura sbagliando completamente il settore, si parlava di fino a sei mesi, cioè roba che non c'entra nulla con le categorie di locazioni che sono previste dalla normativa nazionale anche, ci sono le locazioni turistiche, ci sono le locazioni fino a sei mesi, ci sono le locazioni di altro tipo, insomma, ci sono delle categorie che sono già identificate e andare a modificare queste categorie, o comunque andare a fare una norma regionale che andasse in contrasto con queste categorie già determinate a livello nazionale sarebbe stato davvero un grosso errore. Per fortuna naturalmente, dopo le nostre prime segnalazioni, a questo si è rimediato, ma questo già denota una certa superficialità o comunque una criticità nel predisporre queste norme; questa normativa, che, come è già stato detto in varie sedi e lo ripetiamo anche oggi, che stava lì nel cassetto da parecchi anni, alla fine è stata tirata fuori tel quel, proprio così com'era scritta all'epoca, quindi dopo che il fenomeno nel frattempo era già mutato, si era già sviluppato, perché credo che ognuno di noi se non direttamente abbia quanto meno un conoscente o un parente o qualcuno che affitta con queste modalità uno o più alloggi.

Il fenomeno è importante ed è importante regolamentarlo ma, contrariamente a quanto è stato detto in relazione, anche qui non è che quasi tutti gli auditi si sono dichiarati favorevoli a questa normativa, no, tutti, per quello che ho sentito io, sono tutti favorevoli, anche chi apparentemente potrebbe essere contrario, per dire: "perché mi vieni a regolamentare una cosa su cui adesso posso agire più liberamente? ". No, tutti hanno detto: "non contestiamo il fatto che debba essere normato questo fenomeno", quindi non è un problema fare la norma, anzi, bisogna farla, siamo tutti d'accordo, però chiaramente ci sono state delle gravi e grosse critiche alla norma così come scritta.

Io modestamente da "giurista", lo dico fra virgolette, non vorrei che qualcuno anche fuori dicesse che sono un presuntuoso, ma l'ho detto fin da subito: è una legge scritta male, perché è l'esempio classico del burocratese, è proprio il sistema con il quale molto spesso purtroppo si è normato in Italia e anche a livello regionale creando tutta una serie di complicazioni inutili e lo vedremo poi nel dettaglio nei vari emendamenti che abbiamo proposto, facendo appunto il paragone fra la lettera della norma così come è stata presentata e quella che invece è la lettera dei nostri emendamenti. Si possono dire le cose in modo molto più semplice, si può soprattutto rendere la vita dei cittadini molto più semplice. È questo il nostro ruolo qui dentro, non quello di complicarla la vita.

Il fenomeno della carenza delle abitazioni, lo sappiamo esiste, perché questo fenomeno delle locazioni turistiche anch'esso probabilmente incide sul fatto che non si trovino poi abitazioni per locazioni di durata maggiore o a tempo non dico indeterminato perché le leggi attualmente in vigore nazionali prevedono i quattro più quattro, eccetera, ma sicuramente questo fenomeno in una Regione a vocazione turistica come la nostra probabilmente è una delle ragioni per cui c'è una carenza di abitazioni sul mercato delle locazioni abitative ordinarie, chiamiamole così, ma non è questa la soluzione, non è rendendo più difficile la vita a chi fa le locazioni turistiche brevi che si risolve il problema delle locazioni abitative durature, chiamiamole così, perché quel fenomeno della sfiducia ormai del cittadino nell'affittare in modo continuo, a più lungo termine le abitazioni, nasce da tante altre situazioni, non ultima purtroppo, ne sono parte anch'io del sistema giudiziario nella mia professione di avvocato, perché se tu affitti a un qualsiasi inquilino la tua casa e poi questo inquilino sia quando scade il contratto per sua naturale scadenza, sia quando si risolve il contratto per morosità... lo Stato non ti dà garanzie di quando ti libererà l'alloggio, perché ci mette degli anni per farlo perché mancano gli ufficiali giudiziari, perché la procedura è complessa, allora a questo punto è evidente che il cittadino è sfiduciato e si butta su altre alternative, ma non è questo il modo di risolvere il problema, perché creare complicazioni come fa questa legge, e lo vedremo appunto come dicevo prima nel dettaglio dei singoli articoli, avrà un altro effetto: avrà quello di lasciare delle case vuote. Allora qui avremo un'altra sorta di mano morta economica che dobbiamo assolutamente evitare invece, perché se uno dice: "io non posso affittare a tempo più lungo perché tanto poi rischio di non vedermi più restituire il mio immobile per anni e anni e magari mi trovo a pagare spese condominiali, io con l'inquilino dentro che non mi pagherà mai più", e questo accade purtroppo vi assicuro tantissimo in questo periodo, una persona dirà: "se poi devo fare tutti questi adempimenti, mi devo iscrivere, devo fare il codice, devo fare i report quasi quotidiani sulle presenze, devo dichiarare quanti bagni ho, quanti servizi igienici...", è una cosa veramente esagerata. A questo punto probabilmente, chi se lo può permettere... ma guardate che anche dal punto di vista economico è più economico, è più vantaggioso, è meglio lasciarli liberi, vuoti e non va bene, perché questo sarebbe estremamente deleterio per l'economia in generale della nostra Regione.

Allora come si risolvono questi problemi? Da un lato, andando a intervenire come Pubblica Amministrazione cercando di risolvere quelle criticità di cui accennavo prima, cioè, per esempio, preoccupandosi di rendere le esecuzioni mobiliari più veloci e non è che è solo competenza statale, la Regione può intervenire in questi termini, può fare pressione anche a livello governativo affinché questi benedetti concorsi vengano fatti, perché gli ufficiali giudiziari che attualmente... dico: poveracci in senso buono, sono soltanto un paio e corrono avanti e indietro tutti i giorni senza riuscire a smaltire le liste delle loro agende... efficientando questo sistema, si possono risolvere quei problemi, ma non creando ulteriori complicazioni alle persone, perché leggo nella relazione, quella alla legge, che si è voluto dare una definizione di una disciplina degli adempimenti amministrativi chiara e semplice, questo qui davvero - e lo vedremo dopo anche nei vari emendamenti - direi che se era questo l'intento, è stato completamente fallito.

La creazione di un livello minimo di uniformità di condizioni (incomprensibile) dell'attività di erogazione del servizio sì, senza dubbio, ma non facendo un articolo 5, come vedremo, che ti dice esattamente solo quelle quattro cose che puoi fare e tutto il resto è vietato, il concetto è esattamente l'opposto, perché lo dice appunto anche nella relazione: "l'esatta definizione dei servizi che possono essere erogati negli alloggi a uso turistico...", eccetera, questo è il modo sbagliato di fare le leggi, le leggi non vanno fatte in questo modo nel senso di "ti dico io quello che soltanto puoi fare". No, io devo fare la legge dicendo: "ti dico io quello che non puoi fare", punto, tutto il resto è possibile. È così il principio che bisogna utilizzare nel fare le norme.

Dice ancora al punto 7 della relazione: "gli strumenti di vigilanza efficaci di un sistema sanzionatorio adeguato al fine di perseguire gli obiettivi sopra delineati", benissimo, in linea di principio condivisibilissimo, peccato che se crei tutti questi adempimenti, come ha già accennato il collega Marquis, di tipo molto generico peraltro, che attribuisci il controllo poi alla Polizia locale dei vari Comuni, e qui mi stupisco che il CPEL non abbia fatto osservazioni su questo, e poi non gli dai la certezza della norma, e soprattutto poi lasciamo perdere la certezza del numero degli agenti di Polizia locale sufficiente per fare i controlli, perché tutte le norme che non possono essere osservate sono norme del tutto inutili, anzi, deleterie, quindi se per ottenere questi obiettivi dobbiamo creare un sistema sanzionatorio, peraltro molto pesante dal punto di vista anche economico, ma pur già sapendo che tanto io non credo che l'agente di Polizia locale potrà bussare, entrare e dire: "mi scusi, mi fa vedere nell'armadio quanti cambi di lenzuola ha?", perché questo è scritto nell'articolo 5, quindi davvero diventiamo abbastanza ridicoli a fare norme di questo genere.

È per questo che auspicavamo che il Governo volesse prendersi un attimo di pazienza e visto che la legge è stata tanto nei cassetti, aspettasse ancora magari un paio di mesi per fare un qualcosa di... noi non diciamo che i nostri emendamenti sono la perfezione, ci mancherebbe, siamo intervenuti sull'impianto normativo presentato dal Governo; abbiamo però in linea perfetta con la nostra mentalità deciso di semplificare, cioè di togliere tutto ciò che è un orpello inutile, tutto ciò che sappiamo già adesso che probabilmente non sarà osservato, questo è il modo, secondo noi, di fare le leggi bene, per il bene dei cittadini. Per tutto ciò che è di troppo, per tutti questi orpelli inutili sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista del rapporto fra Pubblica Amministrazione e cittadino diremmo che sarebbe bene intervenire con grande attenzione.

Per evitare di dire cose che probabilmente poi diremo anche dopo di nuovo nel corso dell'illustrazione degli emendamenti, ricordiamoci che il contributo che i cittadini danno - oltre alla possibilità di far rendere i propri alloggi, o quanto meno di pagarsi le spese e di evitare di avere delle situazioni economiche negative - grossomodo non so quanto è ben stimato, probabilmente, a mio avviso, è sottostimato, ma comunque solo come apporto economico dal punto di vista fiscale si parla di almeno un milione-un milione e mezzo di cedolari secche versate, eccetera, quindi già tasse che entrano, che vengono incassate dall'Amministrazione. Ci sono vari milioni sicuramente di indotto, perché chi prende una stanza in affitto sicuramente porta perché va al ristorante, si diverte, va al bar, entra in un museo, quindi tutto ciò è un indotto importante che non è assolutamente in conflitto con l'attività alberghiera, sono situazioni diverse che vanno tutelate entrambe, quest'aspetto economico è molto importante.

Io non vorrei fare la Cassandra, come anche diceva il collega Marquis che mi ha preceduto, ma io temo che se questo testo di legge passerà così come è strutturato in questo momento senza alcuna modifica, soprattutto di alcuni articoli che, come dicevo, sono troppo generici, prevedono troppi adempimenti burocratici, non sono in linea con una normativa chiara, semplice e di immediata percezione anche del cittadino, perché poi il cittadino è proprio su queste norme che si mette in conflitto con la Pubblica Amministrazione, perché dice: "ma perché devo fare tutte queste cose?", ma credo che lo viviamo tutti, sia i liberi professionisti quando fanno certe pratiche amministrative, sia i cittadini quando si pongono in relazione con la Pubblica Amministrazione e si vedono chiedere cose che la Pubblica Amministrazione già ha magari, come certi casi vale per questa legge, io ho la netta sensazione e quasi la certezza che prima che questa legislatura finisca su queste norme si dovrà di nuovo intervenire se oggi non facciamo delle modifiche.

Per questo avevamo detto - soprattutto alla luce del fatto che poi con gli emendamenti successivamente presentati si è detto: "tutto sommato tanto queste norme è meglio che entrino in vigore l'anno prossimo perché sennò già le prenotazioni fatte e le cose che valgono per quest'anno anche per le feste di Natale andrebbero a essere stravolte e si creerebbero dei problemi" -: abbiamo il tempo, perché portarla per forza con questa formulazione oggi che, a nostro avviso, è una formulazione sicuramente non in linea con quella che dovrebbe essere una normazione snella, utile e più di immediata percezione da parte del cittadino? Per questo noi ci siamo messi lì, abbiamo proposto degli emendamenti che vanno a snellire ampiamente la struttura della norma, pur lasciando le norme così come sono, la struttura della legge è quella, abbiamo visto che tutti gli stakeholder sono sicuramente favorevoli al fatto che si debba disciplinare questa materia, però non facciamolo così perché davvero io sono convinto che ce ne pentiremo.

Presidente - Consigliere Perron, a lei la parola.

Perron (LEGA VDA) - I colleghi, che ringrazio, hanno già espresso parecchie considerazioni che avrei voluto esprimere anch'io, cercherò di non raddoppiare su temi già sentiti. Ritorna il tema dei principi che noi abbiamo utilizzato già nella prima parte, cioè nel criticare le cose che non vedevamo in maniera positiva su questo disegno di legge e poi quelli che abbiamo utilizzato nella nostra parte, quella che poi è la parte degli emendamenti che poi sarebbe un unico emendamento che va a modificare, sebbene tenendo l'impianto normativo che è stato presentato lo va radicalmente a modificare, a destrutturare, semplificare.

I principi sono quelli che sono della nostra forza politica e chiaramente la semplificazione, il togliere burocrazia, togliere adempimenti ai cittadini sono per noi un punto fondamentale. Poi c'è il principio - e anche qua trovo difficile pensare che non ci sia concordanza su questo - della massima libertà dell'economia e dell'iniziativa economica privata che riguarda soprattutto i piccoli, molto piccoli, coloro che hanno un alloggio e che in qualche modo cercano, in maniera legittima, io direi auspicabile anche, di riuscire ad avere una rendita di qualche tipo sui loro alloggi.

I Valdostani, come gli Italiani, hanno uno dei più grandi patrimoni immobiliari mondiali, chiaramente fa gola a molti questo, e parlo del livello europeo, quindi dobbiamo tutelarlo non solo a livello italiano ma anche valdostano, noi non facciamo eccezione, quindi la tutela di questo è per noi un principio fondamentale. Poi, come dicevo prima, la libertà di iniziativa economica privata, chiunque cerca di trarre una legittima rendita da qualcosa ha per noi il diritto di avere la strada spalancata, non ostruita.

Per il resto, sulle locazioni brevi aggiungo alcune cose che non sono state dette prima, c'è una battaglia in atto su questo chiaramente a livello nazionale e in particolare in alcune città. La prima è stata la città di Venezia, che ha 261 mila abitanti, dico il numero di abitanti perché non è un fattore che si può mettere da parte facilmente, quindi già da anni c'è questo problema sulla città di Venezia.

Il problema sarebbe quello di avere un centro totalmente utilizzato con affitti brevi. Poi c'è la città di Firenze, questa è quella più à la carte in questi giorni, dai primi di giugno che è uscito fuori il sindaco (omissis), il Sindaco del PD, che in pratica con una delibera vieta gli affitti brevi in centro città, probabilmente un qualcosa di incostituzionale, si vedrà. Faccio notare che Firenze ha 382 mila abitanti. Ecco perché qua mi ricollego a quanto ha detto il collega Jordan nella relazione, ieri abbiamo sentito il sindaco Nuti che si è anche lui avventurato su questo tema ma ho già fatto rilevare ieri che paragonare città come Firenze e come Venezia a una città di Aosta con 34 mila abitanti è quanto meno azzardato.

Noi non possiamo pensare che si debba agire in certi modi e limitare queste cose per evitare problemi che hanno quelle città, mi spiace ma qua non succede e, tra l'altro - questa è una considerazione mia -, se vogliamo una città di Aosta che sia attrattiva... abbiamo un'Università, sono stati spesi tantissimi soldi con una visione in futuro per una città che possa attrarre da altre parti... chiaramente sarà una città che al centro avrà una parte di movida. Io giro lontano e me ne vado da altre parti, ma chi vuole chiaramente se ne sta nel centro di città. Andare quindi anche lì a dire: "no, dobbiamo far sì che tutti vadano ad abitare in centro città" mi spiace, potrebbe essere anche un'alternativa questa se è una città turistica Aosta, se è una città universitaria. Fatevi un giro nelle città europee dove ci sono quartieri giustamente universitari e c'è movida. È chiaro, la gente non ci abita, va bene, mi pare che non abbiamo il problema di Comuni, specie quelli in quota che sono troppo abitati, forse abbiamo esattamente il contrario, quindi anche questo io penso andrebbe in una direzione molto intelligente, per dire che la Valle d'Aosta è un'intera Regione che può avere delle zone abitate con la tranquillità e il centro di città invece è adibito ad altro. Quell'idea di applicare dei limiti, perché su altre città è stato fatto questo, a mio avviso, quindi non ha senso e lo dicono i numeri delle città.

Visto che non sono state fatte, faccio subito io alcune considerazioni invece di tipo più politico, il fatto che questa legge sia esattamente identica - poi c'è chi dice due, tre anni, quattro anni, altri ci hanno detto sei, io non lo so bene da quanti anni fosse pronta lì - a quella che era stata elaborata anni fa, è stata lasciata nel cassetto e poi è stata tirata fuori... ora mi chiedo perché adesso... e a questo punto interpello anche l'assessore Guichardaz, perché è stato lui a scaricarla, quindi in un certo senso spezzo una lancia a favore dell'assessore Grosjacques, poi vediamo se durante la trattazione dovrò ricomporre la lancia e usarla anche nei suoi confronti... però in questo caso capisco che c'è un qualcosa che è arrivato dall'Assessore precedente, tra l'altro, sotto Natale, mi pare il 22 dicembre se ho segnato giusto. Il 22 dicembre arriva, a fine anno, questa norma, questo disegno di legge e viene scaricato. Rilevo anche delle anomalie e mi assumo la responsabilità di quanto dico. Io mi chiedo: ma in Valle il legislativo siamo noi, siamo noi che dobbiamo fare le leggi, ho visto associazioni di categoria troppo solerti su questo, lo dico chiaramente: il ruolo legislativo è nostro! Mi chiedo: non è che una politica più debole si fa tirare per la giacca, perché già i partiti sono in realtà una parte, lo dice il nome stesso, ma se dobbiamo fare le parti delle parti e pensiamo che siano loro a fare le leggi, scusate ma c'è qualcosa che non va ed è molto profondo questo qualcosa che non va! Questa è una prima anomalia che rilevo.

Poi, non solo, capisco i Sindaci, ad esempio, che fanno una pressione, perché c'è la questione della tassa di soggiorno, tra l'altro, noi ci torneremo su essa, nella proposta che abbiamo fatto l'abbiamo messa per un discorso di equità. Ad esempio, il parere del CPEL, già detto prima, non lo capiamo, decisamente, molto meno... incombenze nuove, controlli che poi non verranno fatti perché non verranno fatti chiaramente, c'è già carenza di personale, sappiamo che è uno dei più gravi problemi che abbiamo dappertutto e tu metti altre incombenze? Non lo so, non lo capisco questo.

Poi le considerazioni più puntuali e più tecniche avremo modo di farle, emendamento dopo emendamento, così avrete il quadro della nostra visione. Io spero ancora che qualcosa possa essere recepito, spero ancora che qualcosa possa essere tirato dentro e modificato perché, come è stato detto da persone che hanno anche molta più competenza di me sulle tematiche giuridiche, questa legge procurerà dei problemi.

In ultimo una considerazione invece proprio direi meramente politica e mi rivolgo ai colleghi del mondo autonomista, chiedo loro se va tutto bene per voi legiferare prendendo un po' i principi che sono quelli della Sinistra in realtà, cioè controlli, burocrazia, andare a mettere i bastoni tra le ruote poi sull'attività di iniziativa economica privata, perché questo lo fa, crea dei problemi, abbiamo sentito gente che ci dice: "ma io vendo l'alloggio allora a questo punto, non ho voglia, mi dispiace, ma se mi create dei problemi... mi serve per mettermi dei soldi in più perché piglio una pensione bassa, ho fatto dei sacrifici, ho sistemato gli alloggi per... e adesso devo trovarmi i bastoni tra le ruote dall'Ente regionale? Ma no!". Anche qua quindi la libertà economica, ripeto, la proprietà privata, io non lo so... vogliamo mettere un po' in discussione questi temi.

Io capisco in questa maggioranza che c'è qualcuno che si dichiara comunista, lo capisco, è chiaro, proprietà privata, chiaramente non voi ma c'è, non lo so, quindi mi dico: ma vi fate ispirare da lì? Per cui avere le case, i Valdostani che hanno le case, che hanno un patrimonio che arriva da generazioni che, scusatemi il termine, si sono fatte un "culo" così nella campagna o in mille lavori umili, perché non erano tutti borghesi e ci hanno lasciato le case... adesso andiamo a creare problemi su quello? Siete sicuri? Questa è la mia domanda, siete sicuri che bisogna andare lì? Noi ovviamente no, abbiamo posto un'alternativa, aspettiamo di vedere il dibattito e capire se qualcosa andrà nella nostra direzione oppure, al contrario, la direzione scelta è questa e poi ne trarrete le conseguenze.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.

Foudraz (LEGA VDA) - Questo disegno di legge approda in quest'aula consiliare dopo sei mesi e mezzo da quando è stato deliberato dall'allora Giunta regionale, precisamente era il 30 dicembre 2022. Possiamo definirlo un regalo per l'Epifania, ma oserei parlare di un regalo riciclato e si sa che ricevere regali di quel genere non è sempre così piacevole. Perché dico questo? Perché forse nella fretta di fare non vi eravate accorti che questo disegno di legge era tale e quale a uno presentato ben quattro anni prima, ovvero nel lontano 2019, parola per parola, a parte la parte relativa alle sanzioni che, ovviamente, sono state ricalcolate affinché potessero risultare più attuali. Un disegno di legge direi pieno di incombenze burocratiche, che va nella direzione opposta a quella che dovrebbe essere seguita, cioè snellimento, sburocratizzazione, facile applicazione delle regole scritte. Sempre più spesso si sentono discorsi effettuati da politici di questo tenore: "occorre ridurre, occorre semplificare" e poi qui con questo disegno di legge abbiamo un bellissimo esempio di burocrazia, discipliniamo tutto, normiamo tutto e sanzioniamo il minimo errore da parte del contribuente.

Io credo che saranno sicuramente contenti coloro che cercano di arrotondare un pochino il loro reddito, probabilmente quello che riusciranno a guadagnare con questo genere di locazione lo spenderanno poi magari per pagare le sanzioni. Sarebbe quindi auspicabile andare verso una normativa decisamente più ridotta e di facile applicazione, almeno direi in questa prima fase di applicazione.

Il percorso di esame di questa norma è iniziato il 18 gennaio di quest'anno con l'esposizione in IV Commissione da parte dell'allora assessore Guichardaz, che a quell'epoca aveva la delega al turismo, per poi proseguire nel corso dei mesi, arrivando al 26 aprile con l'ulteriore esposizione da parte dell'attuale assessore al turismo Grosjacques, che in quell'occasione presentava tutta una serie di emendamenti al testo originario, andando tra le altre cose, giustamente, a ridurre il periodo di locazione da sei mesi iniziali ai trenta giorni attuali, proprio perché per quella fretta di fare le cose di cui ho parlato in apertura, quella fretta aveva fatto sì che non ci si era resi conto che gli affitti superiori ai trenta giorni seguono comunque già una normativa statale.

Questa legge sembra quasi andare in un'ottica che non regolamenta, bensì limita, perché puoi fare solo quello che c'è scritto, invece la visione dovrebbe essere un'altra. La visione dovrebbe essere totalmente diversa e andare nell'ottica di una più ampia libertà e garanzia sia per coloro che locano ma anche per coloro che usufruiscono di questo servizio.

Tutte queste considerazioni sono comunque emerse anche da diverse categorie del settore che sono state audite in IV Commissione consiliare durante questi mesi e, a differenza di quanto è emerso dalla relazione di maggioranza esposta dal collega Jordan, non è vero che tutte le parti ascoltate in Commissione hanno accolto con favore questa norma così come è strutturata, non è assolutamente vero. Io consiglierei al collega Jordan di andare a riprendersi i verbali delle sedute e di leggerli, perché c'è scritto nero su bianco.

Concludo perché sapete che io non amo parlare tantissimo, vado sempre al nocciolo della questione, quello che comunque noi ci auspichiamo come gruppo è che i suggerimenti da noi portati con la presentazione degli emendamenti a questo disegno di legge siano recepiti dalla maggioranza consiliare poiché vanno nell'ottica della semplificazione e della sburocratizzazione, che si traduce, in parole povere, nel permettere a coloro che hanno degli appartamenti di poter lavorare senza essere continuamente vessati da una Pubblica Amministrazione, che, anziché rendere snelli i vari procedimenti, purtroppo li appesantisce con ridicole imposizioni e incombenze.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Circa quattro anni fa il Consiglio, o per meglio dire le Commissioni consiliari, avevano affrontato l'analisi - lo ha ricordato anche poco fa la collega Foudraz - di due disegni di legge molto simili a quelli in discussione oggi, attraverso un percorso che anche allora aveva previsto molte audizioni dei vari portatori di interesse. Già allora era stata evidenziata tutta una serie di criticità, richieste delle modifiche. Criticità e modifiche che non differiscono poi molto da quelle che abbiamo ricevuto nei mesi e nelle settimane scorse in IV Commissione. Allora, nel 2019, i dubbi che molti di noi avevano manifestato di fatto avevano contribuito a una battuta di arresto di quei disegni di legge. Poi sappiamo che ci sono state varie traversie, a fine 2022 i due disegni di legge su locazioni turistiche e imposta di soggiorno sono stati riproposti con ben poche modifiche rispetto a quattro anni fa.

Se è vero che questi due temi vanno sicuramente affrontati per arrivare a delle norme chiare ed applicabili, e chi è venuto qui a parlare con noi lo ha confermato, ci ha detto che è d'accordo, è altrettanto vero che le osservazioni e le criticità che sono già state sollevate quattro anni fa avrebbero dovuto essere prese in maggiore considerazione, perché non è che la situazione poi in buona sostanza è cambiata. Invece non è stato così, infatti addirittura, quando sono venute varie Associazioni, ci hanno proprio detto questa cosa, quasi con stupore e imbarazzo ci hanno detto: "riproponiamo le cose che vi abbiamo detto quattro anni fa perché la nostra posizione è quella e quindi di cambiato e di recepito non c'è nulla".

Devo dire che su questa cosa, così come è accaduto anche per il piano della salute ma pure anche per altri atti, io mi chiedo che senso abbia continuare a ricevere e ad ascoltare degli stakeholder se poi nessuno o quasi viene preso in considerazione. In questo caso specifico mi pare che si sia ascoltata, fra tutte quelle che sono arrivate qua, soltanto una voce: quella della categoria forse più forte. Mi riferisco ad ADAVA, che già due mesi fa, anche durante la sua assemblea a Saint-Vincent incitava ad approvare i due disegni di legge anche sottolineando che bisognava arrivare velocemente a una norma prima di quella varata dallo Stato, che, come sappiamo, sta lavorando a una legge sugli affitti, e io non lo so, perché non ho contezza dell'iter di questa norma, però mi chiedo anche se poi non dovremmo magari modificare, e forse non di poco, la legge che sarà approvata oggi.

Il disegno di legge 92 presenta molti elementi di criticità, non ci torno su perché sono stati ampiamente e ben evidenziati da molti che sono intervenuti prima di me, alcuni di questi elementi di criticità li condividiamo in toto.

Vorrei solo aggiungere una considerazione che riguarda la realtà territoriale di molti Comuni delle medie Vallate, che spesso non hanno alberghi o altri tipi di strutture ricettive, ma soltanto alloggi che sono interessati dagli affitti, anche quelli brevi e sono interessati anche dall'home sharing.

Alcune norme contenute nel DL 92, come è già stato detto e come ribadisco, rischiano di limitare sicuramente la disponibilità dell'offerta da parte dei piccoli proprietari, una limitazione che potrebbe tranquillamente - penso che lo dovremmo verificare - comportare anche una diminuzione dei turisti, quindi conseguenze su tutto l'indotto, che è poi quello di cui la nostra Regione vive principalmente.

Non possiamo ignorare, io credo, che in molte situazioni il turismo viene garantito da chi affitta le proprie case e gli appesantimenti burocratici possono essere condizionanti. Si poteva trovare qualche soluzione migliore, dal punto di vista operativo, più semplice. Il rischio di avere gli appartamenti chiusi, a cui si riferiva il collega Sammaritani ma non solo lui, è un rischio concreto a cui, secondo me, andiamo incontro proprio a marce forzate con questa legge. Poi ci pare che davvero alcune delle richieste che sono state avanzate da chi è venuto, mi riferisco in particolare all'Unione Piccoli Proprietari, ai rappresentanti di Airbnb, potevano essere recepite. Abbiamo letto le proposte che sono state formulate dai colleghi di Forza Italia e della Lega, riteniamo che ci siano degli elementi interessanti che vadano analizzati e anche almeno in parte, secondo noi, recepiti.

Aggiungo un'ultima considerazione: il DL 92 prevede una serie di elementi e di norme che davvero sono confusi e presentano anche dei profili di dubbia legittimità per quanto riguarda le competenze del legislatore statale, è una situazione che ci preoccupa e che è già stata messa in evidenza. Alcune modifiche sono state proposte nell'iter della legge da parte dell'Assessore, sono state recepite dalla Commissione, altre sono arrivate in aula e poi ci sono appunto le proposte dei colleghi.

Voteremo quindi nel merito delle singole modifiche.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Marguerettaz a cui passo la parola.

Marguerettaz (UV) - Oggi affrontiamo un argomento sicuramente molto complesso, molto articolato, che probabilmente non ha una soluzione così immediata e così univoca. Il tema che qualcuno ha messo in primo piano, ovvero quello della libertà, quella del lavoro, quella chiamiamola della disponibilità dei propri beni, è sicuramente qualcosa di cui tenere conto. Ai fini proprio del dibattito, io credo che vada messo sul tavolo anche il diritto di coloro che sono condomini o vicini delle proprietà adibite ad attività turistica.

Il collega Sammaritani sicuramente ha detto una cosa che io condivido: chi non ha un amico o un parente che destina a locazione turistica un proprio bene? Vi faccio questa domanda: chi di noi non ha qualcuno che è vicino a coloro che affittano dei beni a destinazione turistica? Noi stiamo affrontando delle rivoluzioni epocali dove la tecnologia cambia le nostre abitudini e la nostra quotidianità ma, essendomi occupato di turismo per tanti anni, il condomino che abita sopra o abita sotto un alloggio destinato a uso turistico, come vive questa situazione? È di tutta evidenza, il collega Perron ha parlato della movida, ha parlato della movida in strada, ma c'è anche la movida interna, all'interno del condominio, all'interno dell'appartamento. Allora è chiaro che se io vado a fare una vacanza con qualche amico, è evidente che non vado a letto alle nove o alle dieci di sera ma faccio festa fino a mezzanotte, all'una, alle due; all'interno del condominio questo che cosa comporta? Quindi è corretto quello che si dice, la libertà? Ma la libertà dell'altro?

Per esempio all'articolo 4, dove si parla degli adempimenti amministrativi, per esempio, nel comma 6 si parla della comunicazione all'amministrazione del condominio, questo non vieta nulla, ma voi sapete, e l'avvocato Sammaritani lo sa bene, ci sono dei regolamenti all'interno dei condomini e la comunicazione credo vada nella direzione di dire: "attenzione, se tu fai una scelta, ovvero vai in vacanza in un condominio, e quindi in un luogo non necessariamente nato per accogliere i turisti, attenzione, segui i regolamenti condominiali" e nei regolamenti condominiali molte volte c'è un'indicazione: "dopo una certa ora non si possono fare determinate cose". Quello che voglio dire quindi è che questo tema, proprio parlando, e io sono molto sensibile al discorso della proprietà privata e della tutela della proprietà privata, ma c'è anche la tutela della proprietà privata vicina, non solo quella adibita legittimamente e correttamente a questa destinazione, ma non perché necessariamente i turisti sono dei vandali, ma anche per le questioni quotidiane. Se mi arriva un volo alle ore due-tre del mattino e io ho un transfer che mi porta, io arrivo con le valigie, arrivo con tutto il mio necessaire alle tre-quattro del mattino. Capite che da questo punto di vista forse alcune regole vanno messe.

C'è un altro tema che io credo vada messo sul tavolo: quello delle truffe, chi di voi non ha incontrato delle persone che hanno affittato alloggi fantasma? Io personalmente quest'anno mi sono trovato con delle persone a Courmayeur, erano sei ragazzi di Venezia che sono arrivati e hanno trovato una grande truffa, non c'era l'alloggio. Allora il fatto di avere degli alloggi identificati è una tutela...

(intervento di un Consigliere, fuori microfono)

...no, certo, sicuramente, ma, da questo punto di vista, il fatto di avere qualcuno che è registrato, che ha un suo codice identificativo è una garanzia in più.

Ora c'è un altro aspetto: la qualità, noi stiamo dicendo ovunque che vogliamo un turismo di qualità. Faccio un inciso, avrei dovuto farlo all'inizio, se qualcuno mi avesse detto: "ma sei convinto che questa è la migliore legge possibile? ", avrei detto senza esitazione: "no, non sono convinto", ma per contro non so dirvi quale legge possa a priori dirsi perfetta, quindi quando il collega Jordan dice che probabilmente ci sarà poi un work in progress su questo, lo condivido. Oggi abbiamo una definizione, può anche darsi che questa definizione meriterà delle modifiche in corso d'opera, ma partiamo da un punto. Se ascolto le dichiarazioni che sono state fatte a livello nazionale, questa legge è all'acqua di rose, se ascolto le dichiarazioni del ministro Santanchè, forse adesso è occupata in altre cose... di cui immagino il collega Marquis abbia preso debita nota, va in una direzione draconiana nei confronti degli alloggi destinati ad affitto breve turisticamente parlando.

Allora il rischio di non normare questa materia è elevato, nel senso che in una vacanza di legislazione regionale poi varrebbe la norma statale. Siccome su questo tema - non ovviamente sulla proprietà privata ma in materia di turismo - abbiamo competenza, proviamo a dare delle indicazioni, ma ritorno sul discorso del turismo di qualità. Io credo che una cosa che non è stata affrontata ma probabilmente dovremo immaginare di analizzare perlomeno è la qualità degli alloggi che vengono messi sul mercato, perché noi parliamo di alcuni aspetti che sono il minimo sindacale, cioè avere degli alloggi che hanno l'abitabilità è un minimo sindacale che non necessariamente è rispettato sempre, attenzione, perché abbiamo visto anche situazioni dove ci sono quasi delle autorimesse messe a disposizione per affitti turistici, ma anche gli alloggi dotati di agibilità, Signori, ci sono degli alloggi che sono imbarazzanti, dove troviamo ancora il televisore con il tubo catodico, che è grosso come un frigorifero, abbiamo dei letti che sono una vendetta nei confronti della schiena perché abbiamo i letti ancora della bisnonna. Queste cose ovviamente quando tu arrivi e hai la disponibilità, vanno tutte bene, ma poi se voi andate a vedere le recensioni che vengono fatte a livello di social, sono poco esaltanti e non sono esattamente nella direzione di un turismo di qualità. Ecco che, da questo punto di vista, l'aspetto che probabilmente dovremo anche andare a valutare sarà la classificazione, perché se tu entri in un mercato che è quello turistico, dove abbiamo la classificazione degli alberghi, abbiamo la classificazione dei residence, probabilmente dovremo avere anche una classificazione degli alloggi. Ci sono degli alloggi che vengono messi sul mercato che sono straordinari, che probabilmente sono più belli di casa mia, sono qualcosa di eccezionale, tant'è che quelli vengono affittati a delle cifre molto importanti e sono qualificanti.

Vedete, dal punto di vista anche dei controlli, abbiamo sentito due argomenti di per sé un po' contraddittori: da un lato, abbiamo detto: "ci saranno troppi controlli" e dall'altra parte si dice: "non ci saranno persone per fare i controlli". Probabilmente sono vere entrambe, ma dal punto di vista mio, e sembro proprio anche grande sostenitore della libertà e, per certi versi, mal sopportando i controlli, parlo dell'autoresponsabilità, cioè nel momento in cui abbiamo delle norme, dobbiamo avere sempre bisogno del controllo? Sarà che sono un po' vicino alla Svizzera ma, da questo punto di vista, lì non c'è un eccesso di controllo, c'è il cittadino che autonomamente rispetta la norma e se la norma in qualche modo, come dite voi, non è corretta, cerchiamo di modificarla, andiamo a correggerla.

Vedete, tutto questo per cercare di coniugare degli interessi che tra di loro sono contrapposti, tutto questo è per cercare di coniugare delle esigenze diverse perché, in caso contrario, noi avremo questo fenomeno, Perron ha fatto benissimo a parlare di Venezia e di Firenze, il Sindaco di Barcellona divenne Sindaco perché dichiarò guerra al turismo perché ovviamente i turisti non votano e votano i residenti e i residenti mal sopportano una determinata situazione.

Quando noi facciamo la narrazione, quindi è chiaro che affittare una baita ristrutturata, bella a Bosses dove non abbiamo quella attenzione residenziale è assolutamente un valore aggiunto, parlo di Bosses, potrei parlare di Fontainemore, ma se io ho degli alloggi che metto sul mercato e sono in via de Tillier, in via Edoardo Aubert, in via Porta Praetoria, cioè dove c'è una tensione abitativa, o addirittura sapete benissimo nei quartieri popolari, voi andate a parlare di cosa succede in viale Europa, che cosa succede in corso Ivrea, dove ci sono dei condomini popolari, dove ci sono degli alloggi che sono giustamente e correttamente messi a disposizione per recuperare un po' di spese, o al quartiere Dora, andate a vedere cosa succede.

Allora tutto questo per dire che io non ho la verità in tasca, ho fatto quest'intervento per poter mettere a fattor comune anche un'altra lettura e, rispetto alle cose che ci stiamo dicendo, dobbiamo cercare di fare uno sforzo per coniugare. Io sono abbastanza indifferente sia all'aspetto fiscale, sia all'aspetto dei controlli, perché sono delle conseguenze, sono molto più interessato al fenomeno perché noi abbiamo sicuramente bisogno, questo lo dico senza riserve, degli alloggi per aumentare la ricettività. Non è un fenomeno da combattere, è un fenomeno da agevolare ma nell'agevolare questo fenomeno, dobbiamo cercare di non creare una situazione di conflittualità all'interno della nostra società, cioè dobbiamo cercare di mettere insieme gli interessi che probabilmente tra di loro confliggono.

Collega Perron, lei aveva parlato correttamente della movida, lei ha visto quanti locali in Aosta hanno dovuto chiudere per le rimostranze dei condomini, anche perché poi, a prescindere dal legislatore regionale, i problemi ci sono e quindi quando qualcuno ha dei problemi, si rivolge a chi? All'ARPA, si rivolge agli ufficiali sanitari, si rivolge a qualcuno per dire: "ma qua non ci sono le situazioni per poter esercitare". Io mi ricordo, ma lo racconto come aneddoto, a una delle prime manifestazioni dei mercatini di Natale in Piazza Caveri, noi non avevamo neanche aperto, è arrivata una signora in pigiama per dire che quella situazione era insostenibile perché il rumore e la diffusione della musica disturbava il suo riposo, ma questo a prescindere dalla volontà del Consiglio regionale. Noi dobbiamo cercare di creare delle situazioni affinché si possa permettere alla nostra società di dialogare.

Torno a dire quindi che la norma datata 2019, io non so... se non mettiamo un punto fisso e continuiamo a rimandare, non arriveremo mai a un testo. Io lo considero un punto di partenza, non un punto d'arrivo, le cose vengono sempre definite con la messa in pratica per cui anche sugli emendamenti immagino che qualcosa ci possa essere di accoglibile, ovviamente non ci sono gli spazi per degli stravolgimenti, ma chiedo a tutti di avere un approccio laico nei confronti di questa norma.

Non consideriamo coloro che affittano né degli evasori, né delle persone che fanno delle attività illecite o illegittime, anzi, li consideriamo parte integrante dell'offerta turistica; cerchiamo di coniugare, torno a dire, la loro esigenza con quella di tutta la comunità. Grazie per la pazienza.

Presidente - Consigliere Chatrian, a lei la parola.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione su questo disegno di legge che da parecchi anni comunque era pronto nei cassetti, come è stato ribadito da parte di tutti quelli che ci hanno preceduto, e parto proprio da quest'elemento, forse quello più importante, riteniamo che oggi sia positivo affrontare questo disegno di legge, che, per quanto ci riguarda, è utile e necessario.

Sicuramente in questi anni il modo di far turismo, lo dicevano anche i miei colleghi, è cambiato e sta cambiando, le risposte che le nostre piccole, medie e grandi comunità stanno cercando di dare inseriscono... si mettono in evidenza e a disposizione ulteriori posti letto, che, a questo punto, sono dei veri posti letto caldi e in questi ultimi mesi abbiamo comunque affrontato e parlato sovente della fame, della necessità di avere dei posti letto caldi nel settore alberghiero, nel settore extralberghiero e la discussione di oggi verte comunque su un elemento, un modo di fare turismo, una domanda che arriva comunque dall'esterno di poter utilizzare e valorizzare il bene, lo bien, l'unità abitativa, l'appartamento.

Abbiamo sentito qualche narrazione forse un po' folkloristica all'inizio di questo dibattito dove si mette in evidenza solo ed esclusivamente la parte negativa e quello lo dice il fatto che affrontiamo questo tema dopo quattro-cinque anni, quindi probabilmente è una tematica sicuramente non facile non da approfondire... non è facile prendere delle decisioni che siano utili per tutta la comunità.

Per quanto ci riguarda, quindi questo è un disegno di legge che è stato modificato, vorrei rendere edotti tutti i Consiglieri, quelle poche o tante persone che ci ascoltano all'interno della maggioranza, abbiamo discusso parecchio sull'articolo 1, tant'è vero che mi sembra anche il collega Sammaritani, che ha messo in evidenza i punti di forza e di debolezza come stiamo cercando di fare tutti, mi sembra che sull'articolo quello più pesante, quello più importante, ci si trovi. Il 90 percento di questo Consiglio si trova sull'articolo 1 che è stato modificato.

Vi assicuro che il dibattito all'interno della maggioranza c'è stato, è stato approfondito, è stato interessante e anche lì non è vero che ha vinto una parte quella più robusta, quella più forte, parlo di associazioni: ha vinto il buon equilibrio perché lo diceva bene il collega Marguerettaz, all'interno di questo disegno di legge abbiamo dovuto cercare di equilibrare delle esigenze diverse ed è lì la parte probabilmente più difficile.

Torno alla parte forse più delicata che è quella nel momento in cui si va a regolamentare, a legiferare, a mettere delle regole nero su bianco legate alla proprietà privata, quindi al bene, au bien, agli appartamenti che siano uno o più appartamenti. L'obiettivo qual è? L'obiettivo pensiamo che sia quello di creare le condizioni in modo che questi beni vengano valorizzati e utilizzati, che siano degli appartamenti da reddito, che possano creare posti di lavoro, che possano dare comunque delle risposte a delle piccole e medie comunità, che possano fare la differenza e nel creare posti di lavoro, che ci sia quella seconda parte, che forse a nessuno piace ma che è corretta, che ci sia anche la parte che accompagni questo percorso.

Il secondo elemento che vorrei mettere in evidenza, lo dicevo prima scherzando al collega Sammaritani... proprio anche su questo da diversi colleghi è stata messa in evidenza la non semplificazione, ma nel momento in cui i nostri settantaquattro sindaci ci danno l'okay su come è l'impianto architettonico legato alla parte più amministrativa, bene, valutiamolo, verifichiamolo insieme, lo accompagniamo come iter, io spero che l'Assessorato del turismo... io sono certo che il collega Grosjacques metterà in campo tutte le sue energie da Assessore ma le sue strutture per accompagnare questo percorso con i Comuni perché è importante quel passaggio, e c'è stato un parere positivo di tutti i sindaci, quindi questo è un altro tassello per quanto ci riguarda importante.

Sicuramente è frutto di un equilibrio che deve essere accompagnato e rispondo in maniera diretta e anche con un certo (incomprensibile) autonomisti, collega Perron, rispetto alle informazioni che ci arrivano da Roma, siamo convinti che quello che stiamo facendo non solo è necessario ma cerchiamo di farlo in fretta e cerchiamo di farlo meglio. Su quello siamo molto convinti e vi assicuro che, rispetto a tutte le notizie che arrivano dal mese di aprile-maggio-giugno e le prime settimane di luglio dal ministro Santanchè, siamo ancora più convinti che questo disegno di legge vada approvato, si cerchi di accompagnare il percorso, si creino le condizioni con le nostre Amministrazioni comunali e i Sindaci per dare corso a quello che è stato inserito all'interno di questo disegno di legge proprio perché crediamo che sia un modo di fare turismo importante, sono i dati a dirlo, sono le richieste a obbligarci oggi a dare corso, quindi ad approvare questo provvedimento e parto comunque sempre dallo stesso concetto: che l'articolo 1 mi sembra, che è quello più importante, ci trovi quasi tutti d'accordo se ho capito bene.

Vuol dire quindi che la modifica principale che abbiamo portato, condivido con gli interventi che sono stati fatti quando è stato scaricato, 180 giorni era follia, 30 giorni è una proposta equilibrata, è una proposta che è lontanissima rispetto a quella ronfla che arriva da Roma, che mi sembra che voglia portarci fuori strada, collega Perron, e quindi cercheremo - e mi sembra che su questo siete d'accordo sui 30 giorni - di poter accompagnare un atto necessario e utile nel valorizzare il patrimonio immobiliare delle famiglie valdostane, di tutti quelli che hanno già deciso magari di ristrutturarlo, di restaurarlo, di creare le condizioni per poter migliorare il turismo, ma l'obiettivo - lo dicevamo prima con il collega Grosjacques - è che tutto questo possa anche accompagnare con altre leggi, non con questa indubbiamente... è di creare le condizioni in modo che a chi oggi non ha ancora ristrutturato la casa di famiglia, l'appartamento di famiglia o l'eredità che i nonni, le nonne, piuttosto che le scelte di vita che ognuno di noi ha fatto o sta facendo... possa realizzare, come dicevo prima, non solo posti letto, non solo una buona architettura, non solo una buona società, ma anche posti di lavoro, quindi indotto, quindi vuol dire far vivere tutte le nostre piccole, grandi e medie comunità.

Avremo modo di entrare nel dettaglio sui singoli emendamenti cercando di commentare la bontà, o se non la bontà, il primo equilibrio, sapendo perfettamente che forse non è la migliore delle leggi possibili immaginabili ma riteniamo che il momento sia quello utile e necessario per comunque piantare la nostra proposta nero su bianco prima che ci arrivi la proposta nazionale in modo da poter accompagnare quello che per noi è importante: la filiera del turismo, che non solo fa vivere le nostre vallate laterali e la vallata centrale, ma ne andiamo fieri e ne andiamo fieri legato al fatto che per noi le bien è la parte più importante che ci hanno trasmesso le nostre generazioni, i nostri avi, la fatica che hanno fatto, le tasse che ci hanno pagato e soprattutto l'identità che noi abbiamo sul nostro territorio, che penso che sia la parte più forte e la cultura che abbiamo in questo momento comunque di globalizzazione totale.

Presidente - Consigliere Manfrin a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Partirò dal fondo, cioè dall'intervento del collega Chatrian. Se dovessimo trovare un tratto comune che collega i tre interventi dei colleghi di maggioranza che sono intervenuti in sequenza, il collega Chatrian, il collega Marguerettaz e il collega Jordan, sarebbe quello che tutti e tre hanno detto che questa norma è perfettibile e che questa non è la migliore norma possibile. Questo è un tratto che contraddistingue tutti e tre gli intervenuti di maggioranza. Allora voi capite che se questo è l'unico tratto che collega i tre interventi, siamo evidentemente in presenza di un problema.

Ora non mi attarderò nel replicare eccessivamente al collega Chatrian, che, come d'abitudine, è estremo difensore dei provvedimenti che escono dalla maggioranza, qualunque essi siano e ogni volta ha un'attenta conoscenza del tema di cui si discute, mi limito a segnalare che la ronfla, qualsiasi cosa questo significhi, o la falstizia, possiamo usare delle parole a caso, quelle che ci vengono in mente, che arriva da Roma, piace a targhe alterne. Quando era quella che imponeva le chiusure, le misure sanitarie e quant'altro era bellissima, era straordinaria, quando invece riguarda altri settori, ma magari ha un altro colore politico, qualunque essa sia, diventa meno bella.

Mi limito però, perché anche qui c'è un secondo passaggio, nell'evidenziare che in questo caso si va nella direzione che abbiamo sempre sostenuto noi e cioè ogni volta che abbiamo, per esempio, presentato una proposta di legge in quest'aula per dire che bisognava presentare delle soluzioni, faccio un esempio su tutti: la legge sulla tutela dei malati di fibromialgia, così come per esempio il Garante per i diritti delle persone con disabilità, ci è sempre stato detto: "eh no, ma sta per arrivare una legge nazionale, aspettate, non facciamo niente; in questo caso invece si dice: "no, aspetta, normiamo prima noi e poi vediamo". Su questo siamo d'accordo, perché noi condividiamo la necessità di avere una nostra specificità regionale e siamo felici che per una volta anche gli autonomisti, così come la Sinistra, sia essa rossa o rosé, condivida questo nostro tipo d'impostazione.

Io ritengo che il gruppo che mi onoro di rappresentare all'interno di quest'aula abbia fatto un lavoro di sintesi assolutamente perfetto, un lavoro di sintesi che ha risposto a quelle che sono state le sollecitazioni e le criticità che si sono esaminate, che si sono rilevate nel percorso di questa legge.

Mi permetto di evidenziare, ma questo a livello di tecnica legislativa, che ancora una volta un provvedimento viene scaricato dalla Giunta e poi subisce degli emendamenti dalla stessa Giunta, segno che quando si scaricano delle leggi... ma non ce l'ho ovviamente con lei, assessore Grosjacques, ma in generale, perché purtroppo accade più di una volta, l'abbiamo visto e ci sono alcune leggi che ancora patiscono, tendenzialmente io ero convinto che, quando si scaricava una norma, ci fosse la convinzione che quella norma era perfetta e quando però questo non avviene perché è la stessa Giunta che l'ha scaricata, considerando quella norma perfetta arriva e interviene per modificarla c'è un problema. Se questo avviene a seguito di interlocuzioni, è un conto, cioè a fronte del dibattito in aula, ma in alcune occasioni ci pare di rilevare che sia invece per errori che si rilevano a seguire, dopo lo scarico "cielo, mi sono dimenticato di questa cosa qui, aspetta, sistemiamola" e questo io ritengo che purtroppo sia un grave vulnus, cioè c'è un problema proprio nella modalità di scrittura.

Il collega Perron ha parlato di un tema importante: quello delle associazioni, anche qui non faremo ovviamente nomi né altre cose ma sono rimasto particolarmente basito durante la serata nel vedere che un rappresentante diceva: "ma come, noi avevamo dato chiare indicazioni su questo testo, cioè il testo era questo qui" e noi ci siamo chiesti: "ma come il testo era questo qui? Quindi chi l'ha scritto? L'ha scritto l'associazione o l'ha scritto l'Amministrazione?", perché questo è un tema effettivamente e sentire che un'associazione dice: "ma noi avevamo dato indicazioni precise" ci ha lasciato un po' di stucco. Qui per venire all'associazione più forte o più debole. A noi però sinceramente questo non interessa, non ci interessa rappresentare le ragioni di questo o di quello, ci interessa che effettivamente da quest'aula esca un testo che possa essere assolutamente condiviso da tutti i portatori di interesse o perlomeno il più condiviso possibile e che quindi vada nella direzione auspicata da tutti ma che non sia vessatoria nei confronti di nessuno, potremmo riassumerlo in questa maniera, e su questo si sono elencati ed enucleati tre valori o tre problemi, tre nodi, su cui poi ovviamente vertono sia il testo, sia gli interventi, sia gli emendamenti, cioè la parte dei controlli, la parte della burocrazia e la parte della libertà di poter disporre dei propri beni. Sono tre nodi sicuramente importanti.

Io ho apprezzato particolarmente alcune parti dell'intervento del collega Marguerettaz perché si è detto un fervente sostenitore di quanto abbiamo sostenuto, ovvero proprio della necessità di disciplinare, di incasellare, di definire dei controlli in maniera definita e non molto vaga nel limitare la burocrazia e però nel permettere la libertà delle persone di poter disporre del proprio bene, cosa che ci ha portato a fare quella che abbiamo definito una sorta di inversione dell'onere della prova, non che tutto quello che è scritto è consentito, ma l'inversione nel dire tutto quello che appunto non è esplicitamente vietato è consentito, quindi fare questo tipo di inversione che permette di avere una maggiore libertà. Il fatto di sentire che c'è un contrasto della libertà perché in un appartamento che viene locato le persone arrivano alle 2, alle 3 del mattino e fanno rumore, obiettivamente non credo che sia un grosso argomento in favore della legge, nel senso che il regolamento di condominio è vigente e vige sia per le persone che sono ospiti, sia per le persone che risiedono stabilmente, senza che vi sia una legge che lo dispone, che lo disciplina, poi questo ovviamente sta all'educazione delle singole persone, e l'ha detto anche lei giustamente, collega Marguerettaz. Se alcuni locali hanno dovuto chiudere perché gli avventori di questi locali facevano un eccessivo baccano al di fuori del locale tenendo sveglie le persone che dormivano, questo però attiene anche alla singola educazione della persona, perché ovviamente le norme ci sono, però non credo che si possa dire: "beh, forse limitando la possibilità di affittare gli appartamenti risolviamo il problema", perché non credo che sia questa la soluzione. Non credo che sia la soluzione neanche l'evocazione della questione delle truffe, perché evidentemente che vi sia una legge o meno le persone che truffano, i malcapitati che da tutta Italia e da tutto il mondo vogliono venire qui lo fanno aggirando le norme, aggirando le leggi, quindi che vi sia una legge che disciplina le locazioni turistiche o che non vi sia, le persone che ovviamente truffano e vendono degli appartamenti che in realtà non esistono continueranno a esistere.

Sul turismo di qualità e sul principio della libertà devo dire che qualche stridor l'ho sentito, perché vede, collega Marguerettaz, se lei mi dice che questa norma garantirà una televisione senza tubo catodico e un materasso che non sia un pagliericcio negli alloggi che verranno locati, io sinceramente la guardo un po' stupito, ma è un auspicio e ne prendiamo atto, però quello che dovrebbe essere chiaro è che per gli alloggi che vengono locati, così come per la qualità delle camere d'albergo, così come per la qualità dei ristoranti, quello che deve ovviamente dettare la sopravvivenza o la scomparsa delle attività è il mercato è la qualità del servizio che viene offerto, perché se io vado in un ristorante e mangio male, in quel ristorante non ci vado più, se io vado in un appartamento e c'è un pagliericcio al posto del materasso e mi viene mal di schiena, io in quel posto non ci vado più, se in un albergo mi prendono a calci nel sedere o a bastonate (mi pare di ricordare), in quell'albergo io non ci vado più. È molto semplice, è il mercato che disciplina tutto, quindi non c'è bisogno di andare a disciplinare ogni singolo aspetto, sennò siamo al sistema comunista, che piace giustamente a qualcuno della Sinistra rosso rosé ma molto meno ad altri, anzi, per niente ad altri.

Non sono d'accordo neanche sulla questione dell'autoresponsabilità, collega Marguerettaz, perché questo è un esempio che lei ha fatto ma io ricordo, l'ho ricordato l'altro giorno ma mi piace sempre ricordare il periodo che ho passato sui banchi del Consiglio comunale di Aosta con il collega Andrione, che era eccezionale, il collega Andrione ricordo distintamente che un giorno portò la questione del decoro dei condomini e delle case e degli alloggi del Comune di Aosta, e chiese di applicare un principio, che era un principio che lui conosceva bene, un principio di un cantone svizzero che frequentava, ovvero i giardini e le parti esteriori dei condomini e delle case dovevano essere tenuti in una certa maniera, quindi in maniera decorosa, perché tutto l'ambiente fosse sintonico e fosse accogliente per il turista che arrivava, ma se tu non lo tenevi, il Comune gentilmente arrivava e quel lavoro lo faceva lui, ti tagliava l'erba, ti potava la siepe, ti dipingeva la facciata della casa e poi però ti mandava il conto a casa, quindi non è che c'era proprio questo principio di autoresponsabilità, ma il principio dell'autoresponsabilità in realtà si riassume in una maniera sola, cioè se noi pensiamo di dire qui: "guardate, mettiamo un testo dove diciamo che bisogna guardare i lenzuoli, i materassi, posso usare le sedie in giardino o non posso usarle, l'acqua calda, l'acqua fredda, abbiamo scoperto l'acqua calda..." e poi nessuno controlla, sapete che c'è? Facciamo prima a dire: "questo è il testo ma tanto potete fare quello che volete".

Quello che mi ha sinceramente lasciato un po' basito sulla parte dei controlli è stato scoprire che in una nota località turistica mi è stato detto dagli amministratori del luogo che quando hanno deciso di fare dei controlli proprio sugli alloggi che venivano locati, sono arrivate non le Forze di Polizia del territorio ma altre Forze di Polizia che arrivavano ad Aosta e sono andati dal portiere dicendo: "scusi, quali sono gli alloggi occupati? ". È chiaro che in questa maniera i controlli non è possibile farli: ecco perché c'è la necessità di andare a semplificarli, ecco perché la necessità di mettere pochi punti molto chiari affinché questi possano essere effettivamente riscontrati e possano essere rispettati, perché il principio è quello: se io do poche cose, poche indicazioni molto chiare, posso ottenere un rispetto, se io do una serie di indicazioni effettivamente abbastanza complesse e abbastanza difficili, non soltanto da applicare ma anche da comprendere, difficilmente riuscirò a ottenere un effetto positivo. È stata però detta, secondo me, anche una cosa importante, cioè si è detto: "oggi siamo qui, abbiamo una norma davanti, portiamola a termine, portiamola a compimento". Sì, giusto, c'è una norma, ci sono degli emendamenti.

Nell'incontro che abbiamo organizzato con grande sorpresa abbiamo potuto prendere atto del fatto che, a fronte degli emendamenti presentati ai portatori di interessi, quindi anche alle varie associazioni, non abbiamo trovato questo contrasto, cioè da parte di chi affitta gli alloggi c'è stato un dire: "sì, è giusto andare a normare", quindi non c'è più lo scontro che si voleva evocare di un'associazione che dice: "bisogna disciplinare il settore" e l'altra dice: "non bisogna disciplinarlo" ma ci sono state due posizioni che hanno detto: "è giusto andare a disciplinarlo ma con alcuni criteri differenti da quelli che sono stati messi giù" e dall'altra parte si dice: "ma qualsiasi iniziativa che vada nella direzione di sburocratizzare è assolutamente condivisibile". Ecco perché si è detto: bisogna chiedere uno sforzo per coniugare le visioni, ma le visioni sono già coniugabili, è sufficiente aprire un dibattito nel merito delle migliorie.

Mi dispiace, collega Chatrian, che lei abbia detto che si procederà emendamento per emendamento, articolo per articolo, a dirci perché non volete accettare gli emendamenti, perché temo che si vada in quella direzione e mi spiacerebbe molto se accadesse questo, perché noi oggi abbiamo la possibilità di migliorare questo testo, che sarebbe un testo che metterebbe d'accordo tutti, perché nessuno si è posto in quest'aula nel dire: "no, bocciamo la norma tout court". Nessuno ha detto: "bocciamo la norma tout court", , quindi avremmo una norma, avremmo una norma prima della norma nazionale che tanto crea preoccupazione ma avremmo una norma che contiene le indicazioni che arrivano da tutti i portatori di interesse che sono stati ascoltati dalla Commissione ma di cui probabilmente non si è riusciti a condensare il pensiero, pensiero che si è provato a condensare e pensiero che riteniamo, a fronte di un dialogo che si può aprire, a fronte di una valutazione scevra da condizionamenti nel dire: "io sto con questo, io sto con quello, io tengo il mio muro, io non accetto niente", potrà portare a dei frutti e saranno dei frutti positivi che andranno nella direzione che è stata evidenziata. Io mi auguro davvero che si possa fare perché porterebbe benefici a tutti.

Spero davvero che non si voglia proseguire in maniera cieca a dire: "no, questo è e così si va avanti" ma spero davvero che si possa arrivare a una quadra, che si possa migliorare questa legge e la si possa mettere a disposizione dell'intera comunità.

Presidente - Considerata l'ora, interromperei i lavori di questa mattina per riprendere nel pomeriggio. Ricordo che siamo in discussione generale.

Il Consiglio è sospeso, riprenderà alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 13:07.