Oggetto del Consiglio n. 2530 del 7 giugno 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2530/XVI - D.L. n. 101: "Ratifica dell'intesa tra le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano per l'istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome". (Reiezione di un ordine del giorno).
Bertin (Presidente) - Punto n. 3.01. Il disegno di legge in questione è composto da cinque articoli. Il relatore è il Presidente della I Commissione, il consigliere Lavevaz.
Lavevaz (UV) - Una breve relazione per questo disegno di legge. Nel corso degli ultimi 40 anni la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha subito diversi passaggi importanti e ha vissuto una progressiva valorizzazione del suo ruolo di coordinamento politico tra le Regioni, le Province Autonome e il Governo. Dalla sua costituzione, nel 1981, fino ai passaggi di formalizzazione degli ultimi anni; in particolare il 4 agosto 2020, in occasione del cinquantesimo anniversario delle Regioni a statuto ordinario, e in vista dell'incontro con il Presidente della Repubblica, i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome si sono impegnati a valorizzare il ruolo e l'organizzazione della conferenza stessa.
La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, con il documento di proposte presentato al Governo il 30 ottobre 2022, ha ribadito l'importanza che la stessa conferenza riceva un formale riconoscimento, anche al fine di rendere stabili le sedi deputate alla leale collaborazione tra Stato, Regioni e autonomie locali, nell'ambito del cosiddetto Sistema delle conferenze interistituzionali.
A tal fine, nella seduta della conferenza del 24 novembre 2022 i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome hanno condiviso uno schema d'intesa avente ad oggetto l'istituzionalizzazione della medesima conferenza.
La predetta intesa, approvata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 1544 del 30 novembre 2022, è stata sottoscritta dal Presidente della Regione a ciò autorizzato dalla Giunta stessa in data 6 dicembre 2022.
Il presente disegno di legge è finalizzato quindi alla ratifica dell'intesa interregionale, sottoscritta ai sensi dell'articolo 117, ottavo comma della Costituzione tra le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, che si compone di cinque articoli.
Presidente - Con la relazione, possiamo aprire la discussione generale sul disegno di legge in questione. Segnalo che è stato depositato un ordine del giorno che verrà distribuito. Si è prenotato in discussione generale il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Ringrazio il relatore della norma per la sua illustrazione, intervengo anche io in discussione generale su questa norma tanto breve nell'articolato quanto ritengo politicamente significativa e importante e, per esprimere la mia opinione in merito, credo si debba fare un piccolo passo indietro rispetto a quello che viene definito il cosiddetto sistema delle conferenze che, come ben detto dal relatore, da 30-40 anni rappresenta la sede istituzionale e privilegiata di raccordo tra lo Stato, le Regioni e anche gli Enti locali.
In effetti poi la storia ci narra che è stata costituita la Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome con un Dpcm nell'83, è stata istituita la Conferenza finanza pubblica, la Conferenza Stato, città e autonomie locali con un Dpcm del '96 e infine la Conferenza unificata, che dal '97 raccoglie un po' i pensieri e i lavori delle altre conferenze, però queste sono state istituite in via amministrativa con leggi e norme da parte dello Stato, si occupano di raccordo tra gli esecutivi regionali, di concertazioni tecnico politiche inerenti a tematiche d'interesse locale e si sono dotate di una propria organizzazione stabile nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Quindi sono dei soggetti istituzionali, le Conferenze, previsti dalla legge, ma oltre a queste conferenze, che sono divenute un'istituzione stabile, vi è tutto un altro sistema fino ad oggi che è quello del raccordo orizzontale delle conferenze, che è privo di una disciplina legislativa definita, ma è sempre più presente a livello politico.
In questo sistema delle Conferenze che lavorano a livello orizzontale, si contemperano tutti gli interessi degli Enti locali e dell'associazionismo e vengono rappresentati dinanzi al Governo, quindi le Associazioni tra gli Enti territoriali di pari livello. Possiamo tranquillamente affermare che esiste fin da sempre e che ha anticipato il sistema delle conferenze che sono state riconosciute dallo Stato con norme particolari.
Negli ultimi 15-20 anni questo sistema che lavora a livello orizzontale ha avuto modo di crescere sempre di più, una crescita progressiva quella delle Associazioni, in primo luogo proprio quello della conferenza di cui oggi discutiamo, la Conferenza delle Regioni, ma anche quella dell'ANCI, dell'UNCEM e, Presidente Bertin, anche quella della Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative che, in alcuni casi, forse, viene, come potremo vedere in seguito, un po' lasciata da parte.
Quindi la partecipazione alle conferenze di questi soggetti associativi ha conferito alle associazioni la possibilità di decidere, tanta visibilità ma soprattutto visibilità politica. La Conferenza delle Regioni è stata costituita come un organismo infatti di coordinamento politico tra i Presidenti che, nel tempo, è diventata così una sede oserei dire ufficiale di confronto e di dialogo interregionale.
L'esistenza nella legislazione e nella prassi istituzionale di questi due livelli di raccordo, verticale e orizzontale, ci porta oggi a parlare di un metodo di lavoro delle conferenze, inteso proprio - come ho detto prima - come una prassi collaborativa che ha assunto un certo assetto che è stato definito un assetto di raccordo istituzionale.
Quindi è doveroso oggi significare il ruolo delle sedi di raccordo orizzontale, quale ruolo hanno avuto e perché fino ad oggi non è stato disciplinato; oggi noi ci accingiamo a istituzionalizzare questo ruolo nell'ordinamento, ma costituiscono e hanno costituito fino ad oggi un momento di formazione di una volontà politica che entra nel sistema delle Conferenze.
Come detto dal relatore, la Conferenza delle Regioni è stata istituita nel 1981 a Pomezia come organismo di coordinamento politico, come ho detto prima, tra i Presidenti delle Regioni.
Lo stesso ruolo di Presidente della Conferenza delle Regioni, con il passare degli anni, ha assunto sempre più una valenza politica, basta pensare che inizialmente il ruolo di Presidente della Conferenza aveva una durata semestrale e poi a rotazione si tornava ad assumere la Presidenza via via ruotando tra Presidenti di Regioni.
È significativo capire che oggi invece viene eletto tra i Presidenti delle Regioni, ed è altrettanto interessante andare a verificare i comunicati stampa che fanno i Presidenti delle Conferenze: sono comunicati politici, intendono incidere sull'operato del Governo, quindi questa Conferenza assume via via un ruolo sempre più importante; però la riflessione che vi invito a fare, con tutti i limiti politici che personalmente ho, è quella di valutare oggi, votando questo atto, cosa ci accingiamo a fare, qual è la portata di questo atto, istituzionalizzando la Conferenza delle Regioni su proposta delle Regioni stesse.
Non è come è avvenuto per le altre conferenze che ci sono state calate dall'alto - diciamo così - con la legge dello Stato, ma sono le Regioni stesse che propongono di rendere istituzionale la Conferenza delle Regioni.
Si poteva procedere con una legge dello Stato, con una legge più forte, con una legge costituzionale, invece questa è una norma che viene dal basso, proprio per significare il valore politico di questo atto.
Quindi, a mio modo di vedere, compiremo un importantissimo passo avanti verso l'Italia delle Regioni, però dobbiamo chiederci: quale sarà il futuro? Dove ci porterà questo percorso che abbiamo iniziato tanti anni fa? Oggi ci accingiamo ad affrontare uno step, ma ci porterà forse verso un'Italia federale? Ci porterà verso la costituzione di un tavolo di confronto paritetico tra le Regioni e il Governo?
Questo per me è un grosso interrogativo che ci troviamo davanti e questo è l'importante ruolo che oggi il nostro Presidente - nostro, non della maggioranza - assumerà dopo la votazione di questa norma e dopo che questa norma sarà recepita.
Però, colleghi, qualche perplessità ce l'abbiamo, le perplessità permangono ma queste perplessità non sono frutto solo del mio pensiero, sono perplessità che si rilevano su tutte le riviste tecniche, su parecchie riviste di diritto pubblico.
Si tratta in primo luogo del fatto che, in sede di conferenza, siamo rappresentati da una sola persona che è dotata, sì, di rappresentanza politica, giuridica e istituzionale, che però prende delle decisioni da sola e in nome dell'ente territoriale che rappresenta, senza che gli organi rappresentativi della stessa Regione ne siano coinvolti.
Questo è un passaggio importante, anche perché la conferenza e il sistema delle conferenze assumono sempre più importanza nei rapporti con il Governo, quindi ci si chiede quale debba essere il metodo di lavoro da seguire, perché ci si trova di fronte a una marginalizzazione del ruolo delle assemblee elettive sempre più marcata.
Il Presidente della Giunta, quindi, assume decisioni che prescindono da tutti i meccanismi partecipativi dei Consigli, e queste decisioni si traducono in impegni, in indirizzi ai quali ci si dovrà attenere nell'attività consiliare.
Alcuni colleghi, alcuni giuristi, contestano questo modo di procedere, queste attribuzioni date ai Presidenti in sede di Conferenza delle Regioni, proprio perché prescindono totalmente dal ruolo di controllo dei Consiglieri regionali.
In alcune Regioni si è tentato di porre dei correttivi, nel senso ovviamente democratico, in alcune Regioni, e guardo il collega Cretier, guidate dal centro-sinistra, in altre guidate anche da centro-destra; in effetti si registra in queste Regioni un maggior obbligo d'informazione delle Giunte regionali nei confronti dei Consigli sull'attività svolta da questi organi. Questo compito spetterebbe al Presidente della Giunta, ma ci sono altre soluzioni, per esempio inserire nello statuto, come ha fatto la Regione Marche, la previsione che il Presidente della Giunta partecipa ai lavori della Conferenza tenendo conto degli indirizzi generali del Consiglio, dell'assemblea legislativa; oppure, come è avvenuto in altre Regioni - ho letto dell'Emilia Romagna in cui è stato assunto il dovere di informazione da parte della Giunta, che illustra periodicamente al Consiglio quanto avviene in sede di Conferenza delle Regioni.
Poi che dire, colleghi? L'abbiamo vissuto noi in prima persona pochi Consigli fa, il fatto che, sicuramente involontariamente, non ci era stato riferito di quanto avvenuto in sede di Conferenza delle Regioni.
Quindi questa norma viene sicuramente accolta come un grandissimo passo avanti; con il mio intervento e con l'ordine del giorno che è stato depositato si vuole stimolare una riflessione. Sicuramente il Consiglio non vuole incidere sulle determinazioni, non ha la presunzione di voler incidere sul Governo regionale, però rimane il fatto che vi è la necessità di un confronto, di un coinvolgimento, ma soprattutto di essere informati, e l'ordine del giorno che illustrerò in seguito porta in questo senso, perché la storia di questo Consiglio ci ha fatto notare che è necessario avere più comunicazione.
Presidente - Siamo in discussione generale, altri vogliono intervenire nella discussione generale? Sono invitati a prenotarsi. Consigliere Lucianaz ne ha facoltà.
Lucianaz (LEGA VDA) - Ricordando che il nostro gruppo ha sostenuto in Commissione la ratifica di quest'intesa, volevo approfittare di questa discussione generale per chiedere piuttosto - proprio nel quadro del confronto tra Stato e Regioni - al Presidente del Consiglio di sue recenti affermazioni riguardanti un progetto di una Camera delle Regioni che prevede appunto la partecipazione fattiva delle Regioni nel momento del dibattito parlamentare; in secondo luogo sempre riguardo al rapporto tra Stato e Regioni, Presidente, della sua recente richiesta della creazione del Collegio valdostano in occasione delle prossime elezioni europee.
Ne approfitto, visto che siamo sull'argomento, per avere ulteriori ragguagli riguardo a queste due interessanti iniziative.
Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Intervengo in discussione generale ma farò anche la dichiarazione di voto del nostro gruppo, soprattutto sentite le parole del presidente Testolin in apertura delle comunicazioni e preso atto della relazione del collega Lavevaz, ma soprattutto sentite le stimolanti riflessioni del consigliere Restano, al quale poi lascerò il compito di presentare l'ordine del giorno che ha già depositato.
Quello che vogliamo sottolineare è che il metodo intrapreso dal ministro Fitto è certamente il metodo di confronto, di condivisione e di ascolto della maggioranza che governa il Paese. Ci fa piacere che il presidente Testolin con i colleghi della Giunta - in realtà gli autonomisti - prende atto che prosegue il confronto con il Governo nell'ambito di una logica e leale cooperazione.
Ricordo anche che sono undici le Commissioni che lavorano e che sono sede di confronto istituzionale nell'ambito della Conferenza delle Regioni; sono momenti politici amministrativi significativi che in passato ho avuto modo anche di vivere, dove in realtà nascono diverse opportunità.
Troppe volte ci hanno tirato le orecchie per l'assenza (non parlo di questo periodo) della Regione in quei contesti, quindi sollecito gli Assessori che sono sempre tutti invitati a partecipare a quelle Commissioni a essere presenti perché le opportunità che nascono possono essere significative.
Per questo dico che il nostro voto, il voto di Forza Italia della Valle d'Aosta, sarà certamente positivo a questo disegno di legge.
Presidente - Consigliere Restano per il secondo intervento, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Non è il secondo intervento, in realtà è per illustrare l'ordine del giorno.
Presidente - Se vuole illustrarlo adesso, lo illustri adesso.
Restano (GM) - Sì, non la faccio molto lunga, però solo per significare che esiste anche una risoluzione in coda al Consiglio che rischia di rimanere lì per i prossimi due anni e mezzo - salvo la trasformazione in mozione - che riguarda l'argomento che avevamo trattato in precedenza, però questa è l'occasione per parlarne.
Anticipo, anche in parte, il contenuto della risoluzione che trattava la problematica sollevata a suo tempo della presenza alle Conferenze delle Regioni, però, come ho anticipato nel mio intervento, tralascio tutte le premesse che sono già state fatte in precedenza pur riprendendo la necessità e l'invito a partecipare in presenza ai lavori del sistema delle conferenze o da parte del Presidente della Regione a delegare componenti della Giunta, vorrei sottolineare i punti successivi: "A prevedere, nel corso delle comunicazioni istituzionali al Consiglio, uno specifico punto dove si illustra sommariamente all'assemblea l'attività svolta dalle conferenze e le posizioni assunte dai nostri rappresentanti in merito ai singoli argomenti trattati".
Questo prende spunto dal mio intervento precedente, ma da quanto si legge sui documenti che ho rintracciato per approfondire l'argomento in questione, vi è la necessità da parte dei Consiglieri, ma anche di chi segue il Consiglio, di avere le giuste informazioni, che- ho avuto modo di notare in questo periodo - sono state fatte attraverso dei comunicati stampa, però il metodo per comunicare ai Consiglieri è quello d'intervenire in Consiglio.
Poi se la maggioranza deciderà che questa sia la procedura corretta, che si possa fare una volta al mese o più volte durante tutti i Consigli, se ci si ricava cinque minuti per approfondire questo, lo lascio decidere alla maggioranza.
Io rilevo, insieme ai colleghi che hanno voluto firmare quest'ordine del giorno, la necessità di avere le giuste informazioni.
Prendendo suggestione da quanto detto prima, da quanto fatto dalle altre Regioni, ci sarebbe anche la necessità - qualora si tratti di argomenti di rilievo, che il Governo ritiene di rilievo - all'ordine del giorno delle Conferenze, di avere un confronto con l'assemblea.
L'ordine del giorno intende arrivare a sollecitare la maggioranza a una riflessione sul tema, questo per poi non avere gli scontri che ci sono stati - dialettici, ovviamente - durante altri Consigli laddove si dice: "Non siete intervenuti su questo, non avete preso i soldi su quello", perché poi le giustificazioni verbali portate in Aula possono avere un significato, però Presidente mi permetta una battuta, ma le espressioni che lei fece quel giorno, la dicevano lunga.
Quindi se noi anticipiamo gli argomenti e veniamo a conoscenza, evitiamo poi forse di investire malamente il tempo successivamente con delle polemiche che non risolvono le questioni.
Presidente - Siamo ancora in discussione generale. Qualcun altro vuole intervenire nella discussione generale? Non vedo altre richieste. Solo una piccola considerazione rispetto a questo passo che ritengo importante, che va a istituzionalizzare una Conferenza che negli anni ha svolto un ruolo sempre più rilevante, fortunatamente, di interlocuzione con il Governo.
Abbiamo visto negli anni - mi riferisco in particolare al periodo della pandemia - il ruolo fondamentale avuto da questa Conferenza che ha saputo anche rappresentare il contraltare del Governo e rappresentare il sistema articolato di questo ruolo regionale, previsto dallo Stato italiano. Certo in questo momento la Conferenza è un fatto estremamente importante, ma ciò non toglie la necessità, per uno Stato autenticamente regionale, di prevedere una partecipazione diretta delle Regioni, attraverso qualche strumento, come una Camera delle Regioni - come peraltro già anche previsto in alcuni progetti di legge di revisione costituzionale - che andrebbe a dare l'approdo naturale alla riforma del 2001, che certamente è intervenuta nel titolo V della Costituzione, dando un'impronta regionale più marcata e che dovrebbe concludersi, a rigor di logica, anche con uno strumento di partecipazione diretta da parte delle Regioni, che potrebbe e dovrebbe essere una Camera delle Regioni o un altro elemento simile all'interno della struttura istituzionale dello Stato.
Per quanto riguarda la domanda del Consigliere Lucianaz, seppure non attinente all'argomento di questo disegno di legge, brevemente sottolineo che l'aspetto riguardante l'elezione del parlamentare europeo è un'urgenza e anche una necessità non soltanto nella nostra Regione, ma riguarda diverse altre Regioni; ricordo che i collegi come organizzati oggi - collegi elettorali per l'elezione del Parlamento europeo - di fatto mettono a rischio non soltanto la nostra Regione, che molto difficilmente potrà avere un rappresentante nella situazione attuale, ma anche altre Regioni, dalla Liguria al Molise e altre piccole Regioni. All'interno della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, in particolare nel Coordinamento delle Regioni a Statuto speciale, mi è stato affidato il compito di seguire quest'aspetto nel quale abbiamo elaborato una proposta in tal senso, che prima è stata all'attenzione del Coordinamento delle Regioni a Statuto speciale e ora è all'attenzione della Conferenza che sta valutando la possibilità di attuazione, peraltro più volte è stato anche evidenziato agli organi di Governo, seppur non direttamente coinvolti, ma che richiedono comunque un intervento anche in questo senso.
I tempi sono oggettivamente piuttosto stretti e credo che a breve una qualche definizione e una qualche decisione da parte della Conferenza dovrà essere presa.
Se non vi sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per la replica, il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Ringrazio anche io il relatore della norma che è una norma sostanzialmente in ratifica da parte di questo Consiglio, una norma che va a istituzionalizzare una Conferenza delle Regioni, che di suo ha un funzionamento che non è significativamente modificato nel tempo e neanche questa norma va a stravolgerlo se non a incanalarlo in procedure istituzionalizzate che dovranno permettere di rafforzare questo meccanismo di confronto tra Regione e Governo nazionale per avere un confronto sempre più costruttivo in merito a delle tematiche che possono essere d'interesse del territorio.
Raccolgo la riflessione del collega Baccega invece per quanto riguarda la presenza, nel meccanismo di confronto tra le Regioni, di svariate Commissioni che permettono ai vari Assessorati di confrontarsi con le altre realtà, al fine di determinare quei percorsi e quei giusti momenti di confronto, non solo ed esclusivamente in merito alle ripartizioni che molte volte toccano queste Commissioni da un punto di vista dell'assegnazione delle risorse e che qualche volta ci vedono premiati per determinate caratteristiche e qualche volta ci vedono meno interessati, perché, chiaramente, non facciamo parte di altri tipi di assegnazione: vuoi perché le competenze sono esclusivamente regionali, vuoi perché i nostri numeri non ci permettono di accedere ad alcune ripartizioni che a suo tempo sono state oggetto di riflessione anche da parte del collega Restano.
Venendo anche alle sollecitazioni del collega in merito alla presenza, quello che stupisce è che il funzionamento non è cambiato negli ultimi anni, quindi la partecipazione degli Assessori nelle varie situazioni, che è propedeutica poi a definire le linee di confronto con le Regioni, è dettata da un punto di vista sostanziale nei confronti di Commissioni, un po' così come avviene all'interno di quest'aula quando si portano dei progetti di legge o degli atti amministrativi che necessitano di un confronto, per poi arrivare in aula con una decisione che sostanzialmente è già definita;
stupisce perché anche chi fa questo tipo di sollecitazione nel tempo partecipò ai Governi regionali e avrebbe, di conseguenza, dovuto sfruttarne i meccanismi e le opportunità che rimangono le stesse, almeno negli ultimi dieci anni.
Detto questo, sull'opportunità di dare comunicazione delle attività svolte all'interno del percorso di confronto interregionale, credo che il meccanismo puntuale di comunicazione tramite i comunicati stampa - o tramite delle iniziative specifiche relative agli argomenti trattati che abbiano un certo valore - sia un modo immediato ed efficace, perché quello è l'obiettivo che deve avere una comunicazione, che fa parte di un percorso amministrativo.
Laddove invece ci siano delle decisioni politiche, stia tranquillo consigliere Restano che la presenza o del sottoscritto o di un Assessore che più magari del Presidente è puntuale sulle iniziative da ribattere, c'è sempre c'è sempre stata e sempre ci sarà, così come quelle che dovranno essere le comunicazioni da portare all'attenzione di quest'Aula in merito ad argomenti - così come è stato fatto questa mattina - che possono essere di interesse e di assoluta necessità di condivisione, anche perché il 90% delle questioni che vengono trattate sono questioni che possono essere rappresentate, per fare un parallelismo, a quella che è la Giunta regionale di cui si dà una comunicazione e, così come le delibere della Giunta sono pubblicate sul sito dell'Amministrazione regionale, le deliberazioni approvate dalla conferenza delle Regioni sono riportate sul sito della Conferenza delle Regioni.
Per quanto ci concerne voteremo questo percorso che va a chiudere un'iniziativa condivisa già nello scorso novembre o dicembre da tutte le Regioni e che poi è stata messa a disposizione di quest'Aula e che oggi vede in quest'atto la conclusione di un percorso, mentre sull'ordine del giorno - con onestà intellettuale bisogna dire che il collega Restano ripropone sotto forma di ordine del giorno una risoluzione che probabilmente sarebbe stata in coda a questo Consiglio per ancora svariato tempo - la maggioranza si asterrà.
Presidente - Dopo la replica del Governo, l'ordine del giorno è già stato illustrato. Per dichiarazione di voto o altro, Consigliere Restano a lei la parola.
Restano (GM) - La dichiarazione di voto è doverosa perché naturalmente sosterrò questa norma, perché ci crediamo e crediamo che questa norma ci faccia fare un importante passo avanti.
Approfitto di questo per dire che i comunicati stampa non fanno parte del regolamento di questo Consiglio, probabilmente fanno parte del regolamento che si è adottato qualcun altro. L'organo istituzionale per comunicare è quello delle comunicazioni all'interno del Consiglio, poi, Presidente, prendiamo atto delle sue idee in merito.
La presenza è garantita, c'è stata una volta che non è stata garantita, abbiamo perso un mucchio di soldi e a nulla serve dire che abbiamo solo due piccole imprese, perché due piccole imprese, che poi sono tre, hanno una loro dignità, una loro importanza, glielo chiediamo all'Assessore all'agricoltura, a tutti i pescatori della Valle, forse anche ai turisti, per vedere se la pensano come lei, perché lo sminuire è questo.
E ancora più grave è il fatto, carissimo Presidente e carissimi colleghi, che se voi avete partecipato a delle riunioni per decidere di non prendere soldi sulla piscicoltura, avete deciso di non prendere soldi, quindi è una decisione che ci ha penalizzati.
Detto questo - e non volevo entrare in polemica- sicuramente, negli ultimi dieci anni - non so se ve ne siete accorti, colleghi - il mondo è cambiato, quello che si faceva dieci anni fa non si fa oggi; è cambiato il modo di far politica, e il fatto che siamo qua a votare questa legge, significa che non solo è cambiato, è stravolto.
Quindi anche noi, io per primo, cerco di adattarmi al cambiamento, sennò rappresentiamo la parte vecchia della politica, quella che vogliamo abbandonare, e rappresentare la parte vecchia... non è una questione anagrafica ma è una questione di mentalità, di adattarsi al cambiamento.
È questo che noi le chiediamo, e quando si parla di questioni d'interesse regionale, la comunicazione e la condivisione di determinati argomenti... anche se è ovvio che il singolo Consigliere non può incidere su questi argomenti e che il Presidente, che rappresenta comunque tutti in quel momento, tutta l'assemblea, porterà comunque avanti gli indirizzi della maggioranza, ma è altrettanto ovvio che si debba essere a conoscenza di queste cose. È per questo che altre Regioni, alcune orientate verso la Sinistra, hanno appoggiato la possibilità di comunicare, proprio nello specifico, su questo tema perché di rilievo... negli anni la Conferenza delle Regioni, nell'ultimo decennio, è cresciuta tanto, il Presidente del Consiglio ha sottolineato il ruolo che ha avuto durante la pandemia!
Poi se qua non ne vogliamo tenere conto, noi ne prendiamo atto.
Comunque voteremo a favore della norma.
Presidente - Altri interventi? Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Non vorrei che diventasse un dialogo tra me e il consigliere Restano, però un minimo di onestà intellettuale su certi argomenti ci vuole e anche un po' di chiarezza, perché sennò sembra che non si partecipi alle runioni dove poi non vengono assegnate delle risorse.
L'ho già spiegato la volta scorsa e lo ribadisco in questa circostanza, le determinazioni relativamente ai riparti sulle varie assegnazioni di risorse vengono definite in una Commissione tecnica che ha stabilito quali sono i criteri a monte e quali sono le ricadute su ogni tipo d'iniziativa a favore delle varie Regioni.
Quindi, da questo punto di vista, sull'argomento specifico possiamo dire che la partecipazione della Regione nella Commissione tecnica è stata garantita come è sempre garantita, ci sono delle relazioni che determinano la mancata assegnazione perché i numeri non ci consentono di partecipare a questo riparto e non è la presenza o meno del rappresentante all'interno della ratifica da parte della Conferenza delle Regioni che può agevolare o pregiudicare questo tipo di finalità.
Quindi se lei ha piacere di esternare delle situazioni che non sono corrette, lo faccia tranquillamente, a me corre il dovere di smentirla.
Presidente - Consigliere Restano per...?
Restano (GM) - Per fatto personale.
Presidente - Brevemente, circoscriva il fatto.
Restano (GM) - Molto rapido. Solo il fatto che lei si senta in dovere di spiegare, la dice lunga sulla sua mancanza.
Presidente - Consigliere Marquis, per dichiarazione di voto.
Marquis (FI) - Solo una piccola considerazione a integrazione di quello che è stato detto. Dal momento che ho partecipato in passato alla Conferenza delle Regioni che ritengo sia un organo importantissimo al quale la Regione aderisce, già in quelle circostanze veniva lamentata da parte delle strutture regionali il costo che viene sostenuto dalla Regione a livello partecipativo, che non è un costo che è proporzionale invece rispetto a quando vengono suddivisi i fondi che vengono messi a disposizione. Quindi questo è per dire se magari in questa occasione si può rimarcare nuovamente la questione, perché effettivamente la quota associativa che spende la Valle d'Aosta a Cinsedo, che è il centro studi dell'organo della Conferenza delle Regioni, è sproporzionata rispetto a quello che mettono le altre Regioni e quindi, magari, se si riesce in questa circostanza a spuntare qualcosa di più, credo che potrebbe essere poi un vantaggio per la Valle d'Aosta.
Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non vedo altre richieste. Passiamo pertanto prima alla votazione dell'ordine del giorno, e poi dell'articolato.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora all'articolato del disegno di legge, mettiamo in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'articolo n. 1 è approvato all'unanimità.
Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 2? Stesso risultato. Stesso risultato per l'articolo n. 3, n. 4, n. 5 e allegato n. 1. A questo punto mettiamo in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
La proposta di legge è approvata all'unanimità.