Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2456 del 11 maggio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2456/XVI - Interpellanza: "Recepimento delle modifiche richieste dal Tribunale di Torino relative al 'bando mutui'".

Bertin (Presidente) - Punto n. 37. Per l'illustrazione, Consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Anche quest'iniziativa si concentra sulla questione del "bando mutui" per cui recentemente il Tribunale di Torino ha accertato il carattere discriminatorio per quanto riguarda il requisito della residenza quinquennale per accedere ai mutui per acquisto, costruzione e recupero della prima casa.

Il Tribunale ha ordinato alla Regione di modificare la delibera 531 del 9 maggio, evidenziando le correzioni che dovranno essere apportate alla stessa, in particolare l'ordinanza chiede di scrivere che è consentito ai cittadini e agli stranieri di presentare la domanda per accedere al mutuo agevolato prima casa senza che sia necessaria la sussistenza del requisito di residenza protratta quinquennale, che andrà dunque eliminato, fissando un nuovo termine per la presentazione delle nuove domande.

Tali modifiche andranno effettuate entro sessanta giorni dalla notifica dell'ordinanza stessa e la Regione dovrà pagare 100 euro al giorno all'associazione ASGI, Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, autrice del ricorso, per ogni giorno di ritardo che ci potrebbe essere negli adempimenti richiesti.

È stata poi anche sollevata di fronte alla Corte costituzionale, ne abbiamo parlato prima, la questione di legittimità del requisito previsto dall'articolo 80 della legge del 2013, della cittadinanza italiana o dell'Unione Europea e della residenza in Valle d'Aosta da almeno otto anni per la concessione dei mutui agevolati per il recupero dei fabbricati siti nei centri e nei nuclei abitati.

La Valle d'Aosta ha evidentemente un problema con i bandi che riguardano la casa: già due anni fa, a giugno, il Tribunale di Torino aveva giudicato discriminatoria nei confronti dei cittadini stranieri la condotta della Giunta regionale nella creazione del "bando affitti" per l'anno 2018 e aveva condannato la Regione, e dire che i tentativi di spingere a un ravvedimento, a una scelta, chiamiamola riparatrice, non erano mancati. A gennaio 2019, attraverso una specifica mozione, che era stata respinta, era stato chiesto alla nuova Giunta, nata da uno dei tanti ribaltoni, quello che aveva mandato la Lega all'opposizione, di modificare il bando leghista sulle locazioni, questo perché c'erano dei forti dubbi sulla legittimità del provvedimento e si riteneva che la decisione di mantenerlo tel quel avrebbe prodotto dei ricorsi e delle richieste di risarcimento danni, cosa che poi è puntualmente avvenuta.

Io ricordo molto bene quel lungo dibattito e le dichiarazioni che molti avevano fatto con sicumera, affermando che non ci sarebbe stata alcuna condanna e che tutto fosse assolutamente giusto e corretto, ma sappiamo che non è assolutamente andata così.

Sull'argomento poi eravamo tornate come gruppo di PCP il 2 dicembre del 2021 con un'interpellanza per chiedere notizie sulla riapertura di quel "bando affitti" dopo la condanna del Tribunale. In quell'occasione nella mia replica all'assessore Barmasse, avevo auspicato che in futuro, su un tema così delicato, si sarebbe stati più attenti, un auspicio e un suggerimento che evidentemente sono stati del tutto ignorati, infatti si è proseguito sulla strada anche per il "bando muti" ed è arrivata la seconda ordinanza.

Il 24 aprile abbiamo poi letto sui giornali che la Regione starebbe valutando un ricorso in Corte d'appello avverso la sentenza del Tribunale di Torino relativa alla delibera 531/22. Oggi il Presidente ha sostanzialmente detto che si stanno facendo delle valutazioni, se ho capito bene.

Con queste premesse interroghiamo il Governo quindi per sapere inizialmente perché nella formulazione della delibera del maggio 22 non si è tenuto conto della precedente ordinanza del Tribunale sul carattere discriminatorio del "bando affitti" che in qualche modo è simile al "bando mutui"; quando e in che modo la Regione prevede di recepire le modifiche richieste dal Tribunale di Torino, o se si intenda ricorrere; a quanto è ammontata anche, questo è un dato che ci mancava, in via definitiva la condanna accessoria comminata alla Regione dal Tribunale di Torino con l'ordinanza sul "bando affitti" del 2018 corrisposta all'ASGI.

Queste sono le domande.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Evidentemente il discorso è in linea con la risposta di prima, qua ci sono due domande ulteriori.

Per la prima domanda, "Perché nella formulazione del DGR 531 del 9 maggio 2022 non si è tenuto conto della precedente ordinanza del Tribunale sul carattere discriminatorio del "bando affitti": il requisito della residenza protratta quinquennale è stato previsto in continuità con i bandi precedenti, nei quali l'anzianità di residenza è sempre stata richiesta ai fini del beneficio, in analogia a numerose altre iniziative regionali, anche ricordando che la finalità della legge regionale 3/2013 è il sostegno all'industria edilizia e il recupero di centri e nuclei abitati d'interesse storico e ambientale e non già alle finalità di tipo sociale.

La seconda domanda: "Quando e in che modo la Regione prevede di recepire le modifiche richieste dal Tribunale di Torino e se si intenda invece ricorrere in Corte d'appello", la risposta è esattamente quella data prima al collega Manfrin, cioè l'ordinanza del Tribunale di Torino è stata pronunciata il 17 aprile 2023 e i primi effetti della decisione avverranno entro sessanta giorni, ovvero entro il 16 di giugno prossimo. Il Governo regionale, di concerto con l'Avvocatura ed altre strutture competenti dell'Amministrazione, sta quindi procedendo a una valutazione complessiva dell'ordinanza in questione che ha accolto parzialmente le istanze dei ricorrenti, sottoponendo anche al vaglio della Corte costituzionale l'articolo 80 della legge regionale 3/2013.

Per la terza domanda, "A quanto ammonta in via definitiva la condanna accessoria comminata alla Regione dal Tribunale di Torino con l'ordinanza sul "bando affitti" del 2018 corrisposta all'ASGI", la condanna accessoria comminata alla Regione dal Tribunale di Torino ammonta a euro 8.800.

Presidente - Per la replica consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Lei ci dice in sostanza: abbiamo operato come abbiamo fatto nelle situazioni precedenti.

Abbiamo visto che adesso c'è anche un ricorso di fronte alla Corte proprio per i requisiti di quella legge 13, di quanto recita l'articolo 80.

Io credo che però, di fronte a una situazione che già si era verificata con la questione del "bando affitti" del 2018, una maggiore attenzione nel momento in cui si è deciso di proseguire nella stessa identica maniera in cui si era sempre fatto forse sarebbe stata opportuna. Mi sembra che qui ci sia una scarsa attenzione agli atti che arrivano dai Tribunali, e quindi anche una certa superficialità.

Per quello che riguarda la seconda domanda, questa valutazione che voi state facendo relativamente alla possibilità di ricorrere o meno, mi auguro che sia fatta con grande attenzione e che gli approfondimenti tengano conto del fatto che siamo già incorsi in una precedente sentenza, altrimenti potrebbe verificarsi un atteggiamento di pervicacia in questo senso che non avrebbe proprio senso, tanto più che lei ci ha detto che la somma che è stata corrisposta all'ASGI è stata di 8.800 euro, questa cifra va ad aggiungersi a quello che era già stato versato dalla Regione in ottemperanza all'ordinanza del Tribunale relativamente a quel "bando affitti".

Quindi la cifra complessiva di quello che la Regione ha dovuto sborsare per non aver tenuto in conto quanto era già stato suggerito e richiesto sia subito, nel 2018, sia poi, nel 2019, quando non si è voluto prendere in considerazione neanche la mozione che chiedeva di riaprire il bando e di fare un passo indietro; credo che se dovessimo continuare così, allora veramente c'è un perseverare che rasenta direi proprio anche, in qualche modo, l'arroganza.

Presidente - Con quest'interpellanza si concludono i lavori del Consiglio di questa mattina. I lavori riprenderanno alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 12:57.