Oggetto del Consiglio n. 243 del 12 maggio 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 243/VII - SANZIONI PREVISTE NEI CONFRONTI DI ALLEVATORI DI BESTIAME CHE NON OTTEMPERANO ALLE NORME SANITARIE IN MATERIA DI PROFILASSI CONTRO LA BRUCELLOSI E LA TUBERCOLOSI (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Mafrica e Cout.
INTERPELLANZA
Nella relazione illustrativa sulla bonifica sanitaria del bestiame, presentata in data 19.8.1981 dagli Assessorati alla Sanità e all'Agricoltura, tra le misure approvate dalla Giunta regionale contro gli allevatori che non ottemperano alle norme sanitarie in materia di profilassi contro la brucellosi e la tubercolosi, oltre
- alla ripetizione a spese dei proprietari delle prove diagnostiche sugli animali degli allevamenti che si trovano in condizioni di non rispetto delle norme;
- alla denuncia all'autorità giudiziaria in caso di persistente inadempienza,
è prevista la sospensione per due anni di qualsiasi intervento finanziario, previsto per le attività agricole (sussidi, contributi, mutui, indennizzi) nei confronti degli allevatori ritenuti inadempienti.
In riferimento alle predette misure i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
gli Assessori competenti per sapere:
1) se la Giunta regionale abbia già applicato la sanzione della sospensione degli interventi finanziari nei confronti di qualche allevatore;
2) se la predetta misura non debba essere ritenuta illegittima perché la erogazione di mutui, prestiti, contributi è regolata da leggi apposite che non prevedono "sanzioni" collegate al risanamento del bestiame.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Mafrica per l'illustrazione dell'interpellanza; ne ha facoltà.
MAFRICA - (PCI): Mi rivolgo agli Assessori alla Sanità e all'Agricoltura per sapere come stanno realmente le cose in materia di sanzioni nei confronti degli allevatori che non rispettano le misure stabilite per il risanamento del bestiame.
Oltre ad alcune misure che la Giunta ha stabilito, e che mi sembra siano legittime, cioè la ripetizione a spese degli allevatori delle prove diagnostiche, quando si sia verificato che un allevatore non abbia, per sua responsabilità, ottemperato alle norme, oltre alla possibilità di denuncia di questo allevatore, la Giunta prevede a far cessare tutti gli interventi finanziari relativi alle attività agricole. Si prevede di poter sospendere sussidi di contributi, mutui e indennizzi per gli allevatori ritenuti inadempienti.
La domanda che rivolgiamo agli Assessori è innanzi tutto questa: si tratta di una misura effettiva, o si tratta di un semplice ammonimento? E' stata presa questa misura nei confronti di qualche allevatore, o no?
La seconda questione che poniamo è se sia legittimo procedere in questo modo. Le leggi che prevedono contributi nell'agricoltura sono assunte secondo precise disposizioni, e non sono collegate assolutamente al problema del risanamento del bestiame. Non vediamo come possa la Giunta collegare un problema ad altre disposizioni che hanno una loro autonomia.
Non riusciamo neanche a capire come questa disposizione sia coerente con la legge nazionale che prevede, nel caso in cui ci sia una contravvenzione alle misure obbligatorie stabilite nei piani di profilassi e di risanamento, una ammenda. Vorremmo sapere, perciò, dagli Assessori se questa norma è stata applicata e se, secondo gli Assessori competenti, è legittima.
PRESIDENTE: Risponde l'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN - (UV): La difficoltà nel cercare di far applicare queste norme,
e soprattutto la disparità che si veniva a creare tra chi solertemente applicava quanto disposto dalla legge e chi invece vi contravveniva, erano state oggetto di discussione all'interno dell'Associazione allevatori e avevano sollevato delle grosse perplessità. Quindi, si era giunti alla determinazione, dietro suggerimento degli stessi interessati, di cercare di intensificare quelle che erano le possibilità di intervento contro chi praticamente non ottemperava alle leggi danneggiando, di conseguenza, gli altri allevatori, oltre che se stesso, perché prolungava il mantenimento di animali infetti nella propria stalla.
In conseguenza di queste discussioni, si era giunti alla determinazione dell'adozione di questa delibera che è servita, effettivamente, in primo luogo, come ammonimento per evitare che gli allevatori non ottemperassero alla legge.
Infatti, non è stato necessario adottare le sanzioni previste nei confronti di quei 27 allevatori che, in un primo tempo, non avevano ottemperato agli obblighi di legge, ma che si erano messi in regola in pochissimo tempo.
Il Consigliere Mafrica rilevava il problema della incongruenza dell'accoppiamento fra una norma specifica che prevede una sanzione ed altri provvedimenti o provvidenze che sono previste per gli allevatori. A questo proposito voglio solo ricordare che misure analoghe sono state prese dalla regione Piemonte; esse prevedono adeguati interventi economici a favore degli allevatori che risultano adempienti a tutte le norme.
Ripeto, non è stata una scelta fatta contro qualcuno, è solo un provvedimento che tende ad evitare che ci siano i soliti furbi, cioè quelli che trasgrediscono le disposizioni, tengono gli animali infetti per un periodo eccessivo, quindi, con una multa sanano tutto, mentre gli altri hanno ottemperato agli obblighi di legge.
In quel momento questo provvedimento serviva solo come deterrente; in effetti, non c'è stato bisogno di applicarlo, in quanto non ci sono stati casi che rientrassero in queste disposizioni.
Ritengo che il provvedimento abbia essenzialmente un valore di stimolo all'osservanza delle norme, piuttosto che un valore di intervento effettivo nell'evitare che qualcuno possa accedere a forme di contribuzione o altre leggi di settore che prevedono interventi mirati: non è nelle intenzioni della Giunta di intervenire in quel senso.
PRESIDENTE: Il Consigliere Mafrica intende replicare? La parola al Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA - (PCI): Il fatto che la norma abbia funzionato come deterrente e che di fatto dopo la sua adozione non sia stata applicata è, secondo me, un segno che il nostro giudizio di non praticabilità di quella norma è, perlomeno, in parte, corretto. Perché? Perché non è vero che non vengano previste sanzioni dalla legge: la legge nazionale prevede una ammenda da L. 50.000 a L. 100.000. Non so se è una cosa trascurabile, comunque è un'ammenda.
Mi sembra che neanche il ragionamento fatto dall'Assessore sul Piemonte sia analogo Una cosa è togliere contributi a chi ne ha diritto, in base a determinate leggi, una cosa è incentivare, in positivo, chi ottempera alle norme. Non mi sembra la stessa cosa! Faccio un paragone: credo che se uno, guidando, supera la velocità consentita, gli si può comminare l'ammenda, gli si può ritirare la patente, lo si può arrestare, ma non gli si possono sospendere in Valle d'Aosta i buoni benzina! Io credo che non si sia presentato il caso particolare, ma invito la Giunta a ritirare questa parte del provvedimento perché, mi sembra, che possa creare soltanto della confusione e non sia proprio chiaro dal punto di vista della legittimità.