Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2234 del 4 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2234/XVI - Interpellanza: "Motivi dell'introduzione della clausola di anzianità di residenza nella regione fra i requisiti per l'accesso ai mutui agevolati per interventi nel settore dell'edilizio residenziale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 9. Per l'illustrazione dell'interpellanza, si è prenotato il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Voglio cominciare l'illustrazione di questa interpellanza leggendo due messaggi, prima di cominciare a esporre. Non era ai tempi presente il presidente Testolin che risponde, è un atto della giunta Lavevaz, ma il Presidente faceva parte della stessa maggioranza.

Il primo: "Due bocconi avvelenati sono stati dati in pasto alla nuova maggioranza: il Bon de chauffage e i contributi per la locazione. Provvedimenti che se fossero stati assunti per tempo, sarebbero stati oggetto di un onesto e probabilmente duro dibattito, ma non apparirebbero come il disperato gesto di chi, ritirandosi, avvelena le acque per far danno ai propri nemici. Ma voglio dire due parole anche sulla porcheria del bando affitti, l'ultimo disperato tentativo per inquinare ulteriormente un clima sociale già molto compromesso. Non mi viene in mente nessun altro paragone per rappresentare il mio sdegno verso questo provvedimento, ma è come se qualcuno buttasse scientemente del mangime contaminato in un pollaio, appetibile ma sicuramente infetto. La malattia che questi moderni untori vogliono diffondere non è più tanto strisciante, è ormai palesata: germi di odio e rancore contro una parte di popolazione colpevole di non essere nata qua e di non aver avuto le stesse opportunità di partenza dei vari Manfrin e Spelgatti. Prendersela con gli extracomunitari, è come sparare contro la Croce Rossa ed è la cosa più facile e allo stesso tempo più vile che ci sia, è la solita strategia di chi continua a parlare alla pancia di migliaia di cittadini stremati dalla crisi, trattandoli come dei polli da batteria a cui far digerire qualunque schifezza per un po' di consenso. Questo mescolare provvedimenti di buon senso a favore di alcuni con trabocchetti o ostacoli insuperabili per altri, naturalmente sempre e solo gli stranieri brutti e cattivi, dipingendosi come quelli che priva gli italiani, è la solita irritante demagogia cialtronesca di partiti che non hanno argomenti e che istigano all'odio invece che all'integrazione e all'inclusione, dei partiti che preferiscono il popolo incazzato a uno aperto alle differenze, solidale e partecipe delle fragilità e delle disgrazie altrui". Questo scriveva il vostro collega di Giunta Jean-Pierre Guichardaz a seguito del bando affitti che introduceva il principio per il quale, per poter fare la domanda, dovevi essere residente da almeno quattro anni sul territorio regionale.

Ma non mi fermo qui: "Il Tribunale di Torino ha sancito che il bando per l'attribuzione di contributi per gli affitti della Giunta leghista è discriminatorio, ordinando alla Regione di riaprire il bando o di indirne uno nuovo, nel caso le somme siano già state stanziate, modificando i requisiti. In base a queste disposizioni discriminatorie, il Tribunale ha anche stabilito che la Regione dovrà pagare all'Associazione studi giuridici sull'immigrazione 100 euro per ogni giorno di ritardo nell'adempimento dell'obbligo di revisione del bando, oltre a rimborsare le spese processuali liquidate in 15 mila euro. Insomma, per citare una campagna nata sui social, 'Odiare ti costa' e in questo caso la politica d'odio portata avanti dalla Lega costerà a tutti noi tanti soldi". Non vedo il collega Padovani in aula, ma scriveva anche lui questo a seguito del bando affitti, impropriamente con dei requisiti che prevedevano degli anni che sono inferiori rispetto a quelli che come Giunta avete voluto mettere sulla parte dei mutui.

Ora, non è che mi stupisca tanto questo, cioè la politica dei due pesi e due misure, però mi stupisce che questi due provvedimenti siano stati votati: un provvedimento, quello del bando dei mutui, che sia stato votato senza particolari problemi dall'assessore Jean-Pierre Guichardaz, e anche la resistenza in giudizio sia stata votata con delibera di Giunta da parte dell'assessore Jean-Pierre Guichardaz, e non mi pare sia stata contestata da nessuno della maggioranza.

Allora vede, di fronte al fatto che si metta un requisito, e lo evidenzia l'ASGI, Associazione studi giuridici sull'immigrazione, che non ha altro di meglio da fare che andare a contestare il fatto che si dica che chi vive e risiede su un territorio deve avere un diritto prevalente rispetto a chi arriva domani, cosa per la quale noi condividiamo la delibera di Giunta, la condividiamo pienamente, anzi, vi ringraziamo per averla fatta e vi ringraziamo per aver deciso di resistere in giudizio contro un'associazione che ha fatto del dispendio delle risorse, delle poche risorse che sono a disposizione delle amministrazioni, il proprio scopo precipuo di vita.

Quello che però leggo è che è stato depositato questo ricorso per accertare e dichiarare il carattere discriminatorio nei confronti dei non valdostani dei requisiti decisi dalla Regione per ottenere mutui agevolati. Nel giugno 2021, si ricorda che l'associazione aveva vinto un ricorso contro l'allora nostro Governo; ci manca un tassello, non è stato fatto l'appello, e qui io due domande me le farei, ma le tengo per me. Quello che viene contestato sono, da un lato i cinque anni di residenza nella regione, necessari per ottenere un mutuo prima casa, dall'altro la cittadinanza italiana o in uno Stato dell'Unione europea oltre a otto anni di residenza in Valle, per mutui agevolati per il recupero di fabbricati. Oltre a sollecitare l'Amministrazione rispetto alla rimozione della predetta discriminazione, questa simpatica associazione chiede di riaprire il bando senza i requisiti contestati e un risarcimento di 10 mila euro per il danno non patrimoniale e all'immagine derivante dalla discriminazione. Lei è un discriminatore seriale, presidente Lavevaz, se lo segni nel curriculum, anche lei assessore Guichardaz è un discriminatore seriale; proprio dagli stessi che lei esaltava in questo ricorso, proprio dagli stessi dei quali lei si faceva scudo, perché gli altri sono dei pervicaci discriminatori.

La cosa che ho trovato curiosa è che nel caso del ricorso del bando affitti, con requisiti che - lo evidenzio ancora una volta - erano inferiori rispetto a quelli che sono stati messi dalla giunta Lavevaz e anche da lei, assessore Guichardaz, rispetto a questo non si trova sul sito dell'ASGI un comunicato preciso dove si elencavano una serie di contumelie verso questo Governo razzista, fascista, omofobo e chi più ne ha più ne metta, che aveva messo questo requisito di quattro anni nel bando. È curioso che proprio nei confronti dell'Amministrazione a guida di sinistra non si dica niente: si fa ricorso, lo si fa quasi in sordina, ma non si scrive un comunicato preciso.

Quest'associazione dice che, se non fosse possibile risarcire i ricorrenti del danno derivante dal ritardo nel riconoscimento del beneficio del mutuo, la differenza fra tasso pagato e quello previsto in caso di emissione del bando, ASGI chiede di versare loro il danno patrimoniale conseguente all'intervenuta discriminazione, pagando agli stessi la somma di 57 mila 810 euro.

Lei penso comprenderà, presidente Testolin, che questa domanda è evidentemente per entrare in argomento, però quello che ho detto lo torno a dire: io condivido la scelta che è stata fatta dalla giunta Lavevaz, condivido la scelta di costituirsi in giudizio avverso a questo ricorso che trovo assolutamente assurdo. Anche perché, andiamo a vedere tutte le disposizioni di tutte le leggi d'Italia: pensate che il Trentino Alto Adige ha fatto riferimento alla norma che regola e disciplina il reddito di cittadinanza; il reddito di cittadinanza prevede la residenza di dieci anni nel nostro Paese per poter erogare questo diritto. E ha vinto il ricorso, ha vinto il ricorso dove si è detto che questa norma era incostituzionale, ha vinto! Quindi io non ho dubbi che si possa vincere anche in questo caso e, anzi, me lo auguro, Presidente. Uno, perché si creerebbe un danno erariale non da poco: non ho fatto i conti, ma sicuramente qui parliamo di centinaia di migliaia di euro. Dall'altra parte, perché affermiamo un principio, che non è che se tu arrivi domani, domani hai il diritto di fare quello che vuoi, di prendere il bando affitti, di prendere il mutuo, di prendere quest'altro, passando magari davanti a gente che su questo territorio, che in questa regione è nata, è cresciuta ed è vissuta. È giusto così: arrivi dopo, ti metti in coda e quando sarà il tuo turno, sarà il tuo turno. Noi condividiamo quest'impostazione, Presidente.

Lei, spero che lo potrà fare, ci spiegherà quali siano le motivazioni che hanno portato l'Amministrazione regionale a predisporre questa clausola di anzianità di residenza in regione, perché ci auguriamo che questa stessa clausola di anzianità possa essere applicata ed estesa anche a tante altre erogazioni che si danno ai nostri cittadini. Prima vengono i nostri cittadini, poi vengono tutti gli altri.

Presidente - Il Presidente della Regione ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Faccio una piccola premessa come preambolo. La mia sarà una risposta sobria e che si atterrà alla domanda posta all'interno dell'interrogazione.

Quali siano le motivazioni che hanno portato l'Amministrazione regionale a predisporre la clausola di anzianità di residenza nella regione. La legge regionale del 13 febbraio 2013 n. 3, "Disposizioni generali in materia di politiche abitative", stabilisce all'articolo 1, "Oggetto e finalità", che la Regione promuove una serie coordinata di interventi volti ad agevolare l'acquisizione della prima abitazione e promuovere il recupero dei centri e nuclei abitati di interesse storico e ambientale. Il titolo IV della medesima legge, rubricato "Fondi di rotazione per la ripresa dell'industria edilizia", prevede che la Regione promuova la concessione di mutui agevolati a favore della prima abitazione e per il recupero di fabbricati situati nei centri storici definiti dai piani regolatori generali comunali come zone territoriali di tipo A, e all'esterno di tali zone di quelli classificati monumento, documento e di pregio storico, culturale, architettonico e ambientale, a valere sul fondo di rotazione regionale istituito presso la società finanziaria regionale Finaosta S.p.A..

Tale premessa è doverosa al fine di rendere evidente fin dal principio la finalità della norma, volta a sostenere l'industria edilizia e non già a garantire il godimento di prestazioni e servizi che, in quanto è strettamente inerente alla tutela del nucleo irrinunciabile della dignità della persona umana e dunque al soddisfacimento dei diritti fondamentali, dovrebbero invece essere garantiti con carattere di generalità e uniformità sul territorio italiano a tutti gli aventi diritto. Tale ultima affermazione è avvalorata da quanto segue: non tutte le Regioni italiane erogano mutui agevolati a favore della prima abitazione e per il recupero di fabbricati situati nei centri storici, ad evidenza che tale misura non costituisce soddisfacimento dei diritti fondamentali che debbano essere garantiti con uniformità a tutti gli aventi diritto, né tantomeno la Regione autonoma Valle d'Aosta ha mantenuto con continuità tale misura. Ad esempio, nel periodo primo gennaio 2020-30 giugno 2022 l'intervento non era attivo.

I mutui agevolati per il recupero di fabbricati situati nei centri storici non prevedono in capo ai richiedenti né limitazioni reddituali né limitazioni patrimoniali, proprietà di altri immobili o abitazioni, in quanto l'iniziativa è finalizzata a eliminare il degrado edilizio e a favorire il riutilizzo a fini abitativi degli immobili oggetto dell'agevolazione stessa.

La legge regionale 13 febbraio 2013 n. 3 prevede all'articolo 74 comma 1, con riferimento ai mutui agevolati a favore della prima abitazione, che la Giunta regionale disciplini con propria deliberazione i requisiti oggettivi per accedere ai mutui. L'articolo 80 comma 1: con riferimento ai mutui per il recupero di fabbricati situati nei centri storici, possono ottenere i muti le persone fisiche con cittadinanza italiana o di uno degli Stati appartenenti all'Unione europea, proprietari di immobili situati nelle zone A e nelle zone di recupero individuate nell'ambito del piano regolatore generale comunale o, all'esterno di tali ambiti, di immobili che presentino interesse storico, artistico, ambientale, residenti nel territorio regionale da almeno otto anni o proprietari da almeno quindici anni degli immobili di cui trattasi.

Ai sensi del comma 1 dell'articolo 74 della legge regionale 3 del 2013, la Giunta regionale ha previsto da ultimo, con deliberazione della Giunta, che è stata già citata dal collega Manfrin nell'esposizione, la n. 531 del 9 maggio 2022, adottata su parere favorevole della competente Commissione consiliare, che i mutui agevolati, a favore della prima abitazione, siano concessi a favore di richiedenti proprietari o comproprietari che, alla data di presentazione della domanda, abbiano un'anzianità di residenza nella regione di almeno cinque anni anche non consecutivi. Tale requisito è stato previsto in continuità con i bandi precedenti, nei quali l'anzianità di residenza è sempre stata richiesta ai fini del beneficio, in analogia a numerose altre iniziative regionali; magari non tutte ma molte.

Si evidenzia altresì che la Giunta regionale, con deliberazione n. 531 del 9 maggio 2022, ha ridotto da otto a cinque anni, rispetto alle disposizioni vigenti fino al 31 dicembre 2019, il periodo di residenza necessario per l'ottenimento di un mutuo per la prima abitazione, ritenendolo un periodo di tempo ragionevole e proporzionato con l'intento che la norma intende perseguire. Il requisito di residenza protratta nel territorio della regione è necessario a garantire un radicamento territoriale continuativo in capo ai richiedenti, in quanto la proprietà di un'abitazione si colloca a conclusione di un percorso di integrazione della persona presso la comunità locale e richiede garanzie di stabilità che scongiurino ripensamenti che aggraverebbero l'azione amministrativa e ne ridurrebbero l'efficacia; ad esempio, il trasferimento della residenza o l'alienazione dell'immobile, con conseguente obbligo di estinzione anticipata del mutuo. Il contenuto intrinseco della misura, consistente in un mutuo di durata fino a trent'anni per l'acquisto di una casa, è ovviamente destinato a chi non intenda spostarsi frequentemente o a breve termine, bensì stabilirsi per un periodo di tempo prolungato sul territorio regionale.

Per quanto concerne i mutui per il recupero di fabbricati situati nei centri storici, il requisito della residenza di lungo periodo è alternativo al requisito di proprietà di lungo periodo dell'immobile, consentendo pertanto l'ammissione al beneficio anche a coloro che non risiedono né abbiano mai risieduto sul territorio nazionale nel caso in cui siano già proprietari di un immobile avente i requisiti previsti. Questo, per fare un esempio, è riferito a chi magari per generazioni ha abitato all'estero, ma conservando sul territorio regionale delle proprietà che prima o poi abbia voglia di recuperare.

In ultimo, ma non meno rilevante, è necessario tenere presente che le risorse per il finanziamento dell'iniziativa sono limitate e la previsione dei requisiti di accesso meno restrittivi porterebbe con sé l'ampliamento della platea dei potenziali richiedenti, quindi maggiori costi da sostenere. In particolare, in vigenza delle attuali disposizioni, sono previste nel 2023 domande per circa 60 milioni di euro a fronte di disponibilità sul fondo di rotazione pari a circa 35 milioni di euro. L'eliminazione del requisito dell'anzianità di residenza determinerebbe un ampliamento di tale gap e la necessità di ulteriori risorse che, al momento, non si potrebbero individuare.

Questa penso che sia una panoramica abbastanza puntuale delle considerazioni che hanno permesso di individuare questo percorso, che assolutamente condivisibile per aspetti anche oggettivi, oltre che quelli che poi ognuno vuole individuarsi da un punto di vista politico.

Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie presidente Testolin, in realtà lei ha concluso il suo intervento cercando un po' di alleviare il carattere e le scelte che sono state fatte, dicendo che sono scelte oggettive rispetto a quello che ognuno gli vuole dare. Io mi sento di concordare con lei, però in realtà ci sono quattro motivazioni a sostegno di questo requisito che lei ha elencato che sono obiettive, ma che in realtà noi abbiamo già interpretato quando abbiamo avuto la possibilità di fare delle scelte. Lei ci ha detto che questa disciplina della delibera di Giunta viene data con la legge n. 3 del 2013. La stessa cosa viene fatta con il bando affitti, quindi sempre la n. 3 del 2013 permette di disciplinare con delibera di Giunta la possibilità di andare a mettere dei requisiti per il bando affitti, e prova ne è che il bando affitti si è modificato nel tempo con dei requisiti differenti. Quindi, la libertà garantita dalla n. 3 del 2013 vi era anche per la scelta del bando affitti.

Lei ci ha detto che questa scelta, cioè questo requisito, viene fatto in analogia ad altre iniziative regionali, quindi altre Regioni hanno fatto la stessa cosa; condivido. Altre Regioni hanno messo requisiti stringenti di residenza sul territorio e di residenza nel Paese, quindi anche questo requisito c'è, nella nostra interpretazione del bando affitti, con dei requisiti stringenti che premino le persone che risiedono da più tempo nel nostro territorio.

Ancora, lei ha detto una cosa molto importante. Ha detto che concedere un mutuo di questo tipo, significa premiare la fine di un percorso di integrazione, perché se decido di acquistare casa e di ristrutturarla è perché sono arrivato dopo un certo periodo su questo territorio e ho deciso di stabilirmi in maniera stabile (scusate il gioco di parole), che è lo stesso principio che avevamo inserito nel bando affitti. Se tu sei arrivato domani, questa potrebbe essere la tua destinazione ultima ma potrebbe anche non esserlo. Se invece tu su questo territorio risiedi da quattro anni, allora c'è una discreta certezza che tu su questo territorio risieda e che quindi tu venga premiato, aiutato e supportato nelle difficoltà eventualmente di dover pagare un affitto. È un requisito assolutamente condivisibile, è un requisito assolutamente estensibile alla parte del bando affitti.

Infine, ci ha detto una cosa importantissima: le risorse sono limitate. Lei ha perfettamente ragione, Presidente: proprio perché le risorse sono limitate, bisogna dare un criterio. È vero che l'articolo 3 della Costituzione ci dice che non bisogna fare differenze in nessun caso e per nessuna sfaccettatura rispetto all'essere e alla persona, ma è altrettanto vero che purtroppo non si possono dare soldi per tutti. Da qui, per esempio, discende il fatto che noi andiamo a scindere gli aiuti, sulla base dell'ISEE e quindi del reddito. È stata fatta una scelta, per esempio, sul Bonus social, il quale Social non è stato dato a tutti: a quello che aveva 10 milioni di euro sul conto corrente, non è stato dato. Perché? È stato discriminato? Sì. É stato discriminato, ma per un motivo ben preciso, perché la sua condizione gli permetteva di poter far fronte alle bollette e, dall'altra parte, non si sarebbe potuto ampliare a tutti. Quindi, come andare a ridurre, come andare a direzionare nella maniera migliore di tutte gli aiuti e i sostegni alle persone? Evidentemente sulla base del reddito, evidentemente sulla base della residenza. Condividiamo appieno.

Chi però non lo condivide, è seduto là in fondo, Presidente. È la stessa persona, una e trina, che prima, se lo fa qualcun altro è un razzista schifoso, populista, il mangime avvelenato, eccetera; poi, quando vota la stessa delibera, anzi, addirittura più restrittiva: eh no, va beh, è giusto, la voto; anzi, addirittura voto anche la delibera che dice: "Sai che c'è? Io resisto in giudizio". Io la ringrazio, collega Guichardaz, per aver votato quella delibera. La ringrazio, perché così potremo dare puntuale informazione alle persone che la hanno sostenuta e dirle: "Vede, lei ha detto una cosa quando era fuori e ne ha fatto un'altra quando è venuta dentro". E la stessa cosa andrà applicata al collega Padovani, che ha fatto tanti proclami quando era fuori, ha fatto tanti bei post e adesso, ovviamente, si rivela per quello che è.