Oggetto del Consiglio n. 2169 del 24 febbraio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2169/XVI - Dibattito sul programma di governo.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori, alla presenza di 29 consiglieri. Possiamo proseguire nella discussione generale sospesa questa mattina. Si è prenotato il collega Aggravi a cui passo la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Perché ci troviamo qui oggi? Una domanda che, all'apparenza, sembrerebbe meritare una risposta banale, scontata, conseguenza naturale degli eventi iniziati a maggio 2021; una risposta che, per qualcuno, potrebbe nascondersi nelle varie lettere, nei documenti politici che si sono intervallati negli ultimi tempi. Qualcuno ha parlato di ambizioni e calcoli personali, di macchinazioni, di inadeguatezza a esercitare i ruoli assegnati, di vittimismo da ultima spiaggia, di percorsi politici di renaissance, réunification, réunion e chi più ne ha, ne metta. Non vado oltre con l'elencazione perché non credo che in quest'aula si debba parlare di questioni che hanno e devono interessare i partiti e i movimenti di volta in volta coinvolti, non tutti noi: chacun a son rôle. Ma io penso invece che, in fondo, fra tutte queste cose, ci sia anche dell'altro, quel quid pluris che fa la differenza, in questo caso negativa.Chi ha criticato l'agire della Lega Vallée d'Aoste di quest'ultimo periodo, ognuno fa il suo gioco e in fondo non mi sento di criticarlo, si dimentica spesso e volentieri che questa ha da sempre focalizzato il proprio agire politico sui programmi, sulla concretezza delle cose da fare, sulle priorità per la nostra comunità, sull'affrontare problemi datati e che rendono i relativi dossier inesorabilmente vecchi e dannosi. Qualcuno potrebbe, l'ha già fatto, dire che questo è il solito ritornello della politica, le solite parole vuote, questo anche per colpa di tutti noi politici eletti e non, perché ci sono anche quelli non eletti, che nel tempo abbiamo così tanto parlato e poco affrontato certi problemi reali da perdere, nel complesso, credibilità quando parliamo di programmi e di cose concrete.Non dirò oltre su quello che quando ha potuto, dovuto e voluto fare, ha fatto la Lega Vallée d'Aoste; non parlerò oggi delle leggi emergenziali nel periodo della pandemia, del contributo che si è cercato di dare nelle varie discussioni di legge sui bilanci, e non aggiungerò altro sulle cose reali discusse con chi ha voluto confrontarsi realmente con noi. Qui sta una parte della risposta alla mia domanda iniziale, ma ci tornerò.Abbiamo avuto modo di leggere i rumors sulla stampa, i dieci punti programmatici di questa compagine che si propone a riempire il vuoto delle dimissioni del 25 gennaio e abbiamo avuto modo di ascoltare e conoscere oggi i vostri propositi, la vostra proposta di governo, ma la domanda resta tale: perché ci troviamo qui oggi?Abbiamo anche appreso, e lo abbiamo letto dal programma di legislatura, l'ha detto anche il candidato presidente, che in sintesi - di fatto - questo è una sorta di addendum del vecchio programma, di quello che ha ereditato, in sintesi il programma di PCP, non me ne vogliano le colleghe che hanno generato la crisi del maggio 2021, ma così è, quello rimane.La via del percorso amministrativo del governo Lavevaz, così come ribadito poi nell'ambito delle varie presentazioni dei bilanci e anche di altri documenti programmatici, era stato rappresentato come l'inizio di un grande progetto di riforma dell'Amministrazione regionale; è in corso, tra l'altro, anche l'atteso lavoro della Bocconi sulla nuova conformazione dell'amministrazione. Spero che questo lavoro ci dica anche quali sono i carichi di lavoro, i fabbisogni, gli spazi di manovra per generare efficienza nella struttura dell'organigramma e via dicendo. Un lavoro spesso citato giustamente dal collega Lavevaz come estremamente importante. Ecco, allora mi viene il dubbio che quanto ci troviamo oggi è forse il risultato anche di questa grande riforma, oppure la conclusione del lavoro condotto dalla più famosa school of management italiana. Tra l'altro, il candidato presidente ha parlato di un riassetto dovuto alla situazione politica, perché sinceramente - ho già avuto modo di anticiparlo in una recente intervista sui giornali - la struttura proposta oggi dal Governo regionale mi lascia davvero molto perplesso.Va bene che tra le particolarità, le critiche, le colpe del governo Lavevaz vi era quello di aver creato una "presidenza leggera", così come anche di aver gestito per lungo tempo l'interim all'ambiente e ai trasporti, così come non si capiva la somma della delega alle finanze con quella delle opere pubbliche, o anche la combine tra partecipate e istruzione (su istruzione torno perché abbiamo trovato una nuova denominazione molto curiosa), ma davvero oggi ci siamo superati. Qual è il senso reale dell'aver messo la cassa in capo al vertice? In una mia recente intervista, l'ho già detto, ho cercato di semplificare il concetto con la battuta del salumaio e della sua contabilità tenuta dalla moglie; questo non per banalizzare, bensì per rendere in forma semplice un principio che ritengo molto importante e un confine altrettanto fondamentale nella gestione della cosa pubblica. Come può il presidente del consiglio di amministrazione di una qualunque società dominare anche la cassa e svolgere quel duplice ruolo di coordinamento e, in qualche modo, di controllo della gestione dei flussi finanziari, previsionali e consuntivi delle altre deleghe? Capisco benissimo, ed è anche naturale, che le partecipate stiano vicine e in titolarità al capo del Governo regionale, di fatto è lui il titolare, ma credo fondamentale e opportuno - l'ho detto da quando sono qua - che l'insieme di governance, gestione e, come l'ha chiamata qualcuno, "guardiania" debba essere separata, e mi auguro stabile nel tempo, rispetto alla presidenza, per un rispetto di ruoli, per un carico di lavori e per un'evoluzione di un modello. Mi spiace, ma questo passaggio non lo comprendo e non mi piace affatto. Anche chi diceva l'État c'est moi aveva un proprio ministro delle finanze. Qui siamo a la Région c'est moi. Forse chi è favorevole all'elezione diretta del Presidente della Giunta, oggi potrebbe anche trovarsi concorde in questa sorta di monarchia regionale. Ma che senso ha questa scelta che tanto sembra una mera dimostrazione di forza fine a sé stessa? O forse diciamo che si è fatta propria la battuta che fece il presidente Chirac a suo tempo quando disse che il n'y a pas de différends entre lui et le Ministre des finances pour une simple raison: je décide et il exécute. Qui abbiamo semplificato il collegamento, ma questa è una critica anche propositiva a quello che si vede.Ci sono poi deleghe misteriose che non so se fanno parte delle novità, sempre introdotte dallo studio citato; diteci quali strutture, quali funzioni, quali obiettivi hanno le politiche nazionali della montagna; sulla stampa era coordinamento PNRR, oggi ci troviamo PNRR. Cosa c'è da coordinare per un piano governato dall'alto e dalla roulette dei bandi, la cui struttura oggi è incardinata nelle opere pubbliche e forse finirà - lo presumiamo da quello che leggiamo - agli affari europei? All'epoca ci venne detto che questa si sarebbe, per l'appunto, occupata di coordinamento dei progetti PNRR, ma quale coordinamento? Il mero monitoraggio e misterioso agire - e uso questo termine perché rimane un po' un mistero quello che fa quella struttura; non sto banalizzando, ma effettivamente un po' di mistero c'è - non equivale a un coordinamento. Che dire: una medaglia di sovietica fattura, cioè di latta; lo so che il collega Padovani è contento di quest'affermazione, non so se il collega Caveri ne è altrettanto contento, però sembrano due medaglie di latta che si usavano tanto oltre cortina.Cosa vedremo nelle macro e nelle micro delibere che ridisegneranno quest'Amministrazione? Perché oggi c'è una presentazione, c'è un programma, c'è una struttura che poi verrà effettivamente declinata nello schema dei poteri, potremmo dire, che sono appunto in gergo la macro e la micro delibera.Sulle politiche per le relazioni intergenerazionali penso che la fantasia del collega Guichardaz abbia superato tutti noi: vedremo che cosa si intende, forse avremo un'università intergenerazionale, non lo so; l'università è sparita, capiremo dove andrà a finire.C'è un'altra riforma mancata nel panorama valdostano di cui si parla da tempo, si è già cercato di fare qualcosa nel corso della scorsa consiliatura, poi tutto si è interrotto e così è rimasto. Sto parlando della riforma degli enti locali che non è cosa di poco conto e, così come dicevo già nella relazione di minoranza all'ultimo bilancio, sarà quella che pesa di più sulle nostre comunità. Ma nei dieci punti presentati, pur trovandola citata, e devo dire anche nella presentazione del collega Testolin, mi ha incuriosito la scelta di presentarla per assicurare agli enti locali finanziamenti certi e di lungo periodo. Non si dice nient'altro rispetto al tema, nessuna menzione dell'idea da tanti citata sino a oggi della creazione di un testo unico, che consenta di riorganizzare e semplificare l'attuale quadro normativo in materia di enti locali, nulla sul tema dei servizi associati, nulla sulle forme possibili di efficientamento delle rispettive organizzazioni interne, nulla sulla crisi delle assunzioni che tocca agli enti locali, nulla sull'emergenza tariffe, acqua, rifiuti eccetera, perché è vero che sono di seconda battuta, ma toccano le tasche dei cittadini, qualcosa di concreto. Di tariffe non se n'è mai parlato abbastanza, ma il problema resta e resterà proprio per scelte fatte in passato, non sempre ovviamente da chi è in quest'aula, ovvero anche non scelte che oggi pesano significativamente sulle famiglie e sui singoli valdostani.Certo, è vero, in un punto che dettaglio si può avere su di un tema così complesso, così come su un passaggio comunque programmatico e quindi non di dettaglio, un punto ed un tema molto spinoso? Ma resta il fatto che il principio, così come posto, pare mera questione di soldi e finanziamenti da garantire. Perché invece non si ha il coraggio di dire che c'è bisogno di un cambio di passo, del coraggio di fare proposte coraggiose e innovative per un mondo che nel resto d'Italia, e non solo, anche dove non c'è l'autonomia, sta enormemente cambiando. Ma il futuro dei nostri enti locali, del loro apporto con i cittadini, con le imprese, con le realtà produttive locali, è soltanto una questione di soldi? Io penso di no. E poi cosa significa equa distribuzione? Vediamo una mancanza di coraggio o, forse, una dimostrazione di debolezza politica.Fondamentali e, ovviamente, strategici sono i punti riguardanti i grandi temi à la une, quei problemi che non possono essere affrontati in solitaria dalla nostra piccola Regione. Sul futuro della percorribilità del Monte Bianco si rilanciano i principi definiti nell'ordine del giorno già approvato a larga maggioranza in quest'aula, ma come si pensa concretamente d'incidere sulle scelte che faranno l'Italia e la Francia, se le faranno, e quale sarà il livello di rappresentanza che la nostra Regione avrà su questi tavoli? Quale dialogo e quale forza avremo come valdostani? Quali rapporti utilizzeremo? Tutte belle domande! Ma soprattutto, quale sarà la posizione dei colleghi Bertin, Padovani, ma anche Chatrian sul discorso del Monte Bianco? Colleghi che hanno già preso una posizione nel tempo su questi temi.Così allo stesso modo ecco riapparire l'annosa questione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche del nostro gestore regionale, la CVA, la cui riassegnazione è a rischio per due principi cardine dell'Unione europea: la concorrenza e la libertà di stabilimento, di cui ci si dimentica, perché una cosa è la proprietà delle concessioni, una cosa è la gestione delle concessioni. Quest'Unione europea che piace a tanti così com'è, che qualcuno sogna di definire "Europa delle Regioni", ma che delle Regioni non è mai stata, e che invece applica principi e direttive, in Italia la sua messa a terra porta il nome di Bersani - tanto per dirne una - più che dirigisti, a sua volta applicati à son rôle dai vari Paesi dell'Unione. La Francia, ne cito solo una, si fa i comodi suoi sul tema, basta vedere le recenti prese di posizione del Senato francese.Che ne sarà del ruolo della Valle d'Aosta nell'ambito della grande discussione sul tema, al di là del futuro della nostra norma di attuazione? Perché oltre alla battaglia che dobbiamo condividere, portata avanti da Trento, dovremo necessariamente insinuarci in quello che si genererà in materia di evoluzione normativa, e me lo auguro, ma così sembra, in chiave di sicurezza energetica a partire dalle considerazioni messe nero su bianco sul tema dal COPASIR, dal cosiddetto Piano Colao di cui ci si è dimenticati; però almeno apprezzo il fatto che nella declinazione programmatica si scinde il tema della proroga, che può essere un obiettivo a breve termine, da quello della riassegnazione, che è un pochettino più complicato e che può essere un obiettivo di lungo termine.Ma con chi parlerete? Non è una questione di rubinetti, ma di rapporti, di momenti e di rappresentanza politica e istituzionale. Me lo permetteranno i colleghi di Pour l'Autonomie: avete avuto risposte alle vostre tante iniziative sul tema che avete presentato, come anche noi e altri colleghi dai banchi dell'opposizione? Se qualcuno lì vi ha dato una soluzione alla questione, se ce lo dite, è cosa buona e giusta.Sulla prosecuzione dell'iter tecnico giuridico amministrativo finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento di Cime Bianche, abbiamo appreso dalle veline giornalisti che interesserà la prossima Giunta. Una domanda secca, così come sul tema della società unica degli impianti a fune, eredità del vecchio programma: sono tutti d'accordo nella nuova maggioranza? Tutti coesi, sicuri, decisi, ne avete parlato? Il PD e gli indipendenti di estrema sinistra - così il collega Padovani è contento, perché sta più a sinistra delle colleghe di PCP, ma con un gruppo non così di estrema sinistra - è pronto a dar battaglia sul tema? Me lo perdoni, dico "dare battaglia", cercando di usare dei termini semplici. Avete preso appunti nelle audizioni in Commissione? Cosa ne pensate? I vostri europarlamentari a Bruxelles che cosa faranno? Si muoveranno? Ne avete parlato in maggioranza? Qualcuno vi ha dato delle certezze? Magari qualcuno ce lo dice prima di fine giornata, prima di fine dibattito? Io su questo ho qualche dubbio, e lo dico al prossimo assessore al turismo: prenda nota delle risposte, potrebbe essere interessante.C'è un punto però che manca, un aspetto fondamentale importante tra tanti, tra la Regione e lo Stato centrale, un problema di cui non si può più sottovalutare la portata. Non si parla del rinnovo, della revisione degli accordi fiscali con Roma: dimenticanza, presa di tempo, incertezza, qualcos'altro, ci può anche stare, per carità, oppure forse una silente presa di coscienza? Chi ha concepito questo nuovo programma, chi ha scritto e condiviso questa proposta, avrà la forza di interfacciarsi proficuamente con Roma e Bruxelles al di là delle visite comandate? E non parlo di un singolo, parlo di un insieme, perché non è giusto poi caricare tutto sul primo, ci sono anche gli altri. Non è una questione di rubinetti, lo ripeto, c'è dell'altro che non si può sottovalutare, i problemi sono tanti, troppi e lì da molto tempo. Oggi non si può più perdere tempo, ma forse sembra che così si sta facendo.Perché ci troviamo qui oggi? Diciannove è il numero giusto per fare tutto questo? Diciannove è garanzia di stabilità rispetto a diciotto? Diciannove permetterà di fare le riforme utili e necessarie non più rimandabili per la nostra regione? Diciannove, che differenza fa rispetto a diciotto? Diciannove è la sommatoria di più o meno singoli o espressione di forze coese tra di loro?Abbiamo trovato diciotto firme, qui però guardo il Presidente del Consiglio che è terzo, però a questo punto gli chiedo: ma lei la vota la maggioranza? Perché se è terzo, a questo punto, non dovrebbe votare né da una parte né dall'altra; io ho trovato molto strana la sua mancanza di firma, però il tempo e gli eventi lo diranno.Perché ci troviamo qui oggi? La differenza non sta tanto nelle idee e nelle singole persone ma nella forza dei programmi, nelle relazioni consolidate e nella volontà di prendere decisioni anche difficili senza aspettare che si arrivi all'ultimo travagliato miglio. Parlo almeno del mio gruppo, la Lega: come ho già detto all'inizio, questa forza l'ha sempre portata con sé, accompagnata o anche da sola, però questa forza c'era sempre. La forza sta anche nell'impedire che i numeri primi abbiano la qualsivoglia tentazione di perpetrare ricatti, calcoli personalistici, ovvero anche singole volontà. La forza non sta nell'esercitare un voto a priori contro qualcuno o qualcosa o per paura del baratro elettorale, la forza sta nel lavoro di chi vuole realmente essere costruttore di una visione chiara e nuova per il futuro della Valle d'Aosta; a volte le eredità sono pericolose.La soluzione che voi oggi proponete in quest'aula, altro non fa che riproporre problemi ben conosciuti e insidie stabilmente già presenti. Storie che ci hanno portato come oggi sin qui.
Presidente - Consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Oggi assistiamo alla nascita di un Governo che non esito a definire "minestrone", e non di quelli ben assemblati, purtroppo, ma uno con ingredienti davvero poveri e per di più mal amalgamati. Se questo minestrone fosse il pasto di una famiglia mono reddito, una delle tante che in questo momento cercano risposte ma non ne ricevono, o quando le ricevono sono negative, sarebbe già largamente insufficiente. Oggi invece parliamo di un piatto che dovrebbe bastare per un'intera comunità e dalla povertà degli ingredienti non possiamo non associare anche una loro scarsità.Il Governo che dovrebbe prendere vita quest'oggi, è di tutta evidenza, è il frutto di una fusione a freddo fra forze politiche che, non soltanto ovviamente in questa legislatura, hanno mostrato una scarsa coesione, ma soprattutto una differenza di vedute piuttosto accesa. Ho già ricordato, ad esempio, le pesanti contraddizioni sorte fra i cosiddetti progressisti, ovvero la sinistra centralista, statalista, l'estrema sinistra che giustamente il collega Aggravi ha ricordato, rappresentata da chi vorrebbe stare a sinistra però poi dopo si è spostato più a destra perché ha qualcuno più a sinistra di lui e deve far vedere che esiste, e gli autonomisti, contraddizioni che sono sorte da referendum costituzionale che ben ricordiamo, fino ad arrivare alla legge anti dpcm. Ma ne esistono anche delle altre e a seguire ne evidenzierò.Il prologo in ogni caso non è certo incoraggiante, abbiamo infatti assistito in questi mesi a un lento consumarsi di una maggioranza che, sulla carta, aveva numeri ben più importanti di quelli che oggi assomma, e proprio qui si annida uno dei problemi. A rileggere la crisi aperta a maggio 2021 e completata ad aprile 2022, si ha la percezione dello psicodramma che si è dilungato per tutti questi mesi, a cominciare da maggio 2021, dove si guardava la perdita di due elementi dell'allora maggioranza come una grossa limitazione del raggio d'azione del Governo regionale. Ricordo le ferventi dichiarazioni di pronta sostituzione di assessore e presidente della V Commissione, il vanto sull'importante lavoro di scrittura dell'aggiornamento di un programma, spesso respinto dagli stessi partecipanti al tavolo con idee discordanti.Oggi, con quegli stessi numeri con i quali appunto si gridava la limitazione dell'azione di una maggioranza, si ritiene contrariamente che il nuovo Governo possa affrontare le molteplici sfide che sono sul tavolo. E che il percorso sia accidentato, lo conferma la lettura del frettoloso programma depositato con un laconico comunicato stampa a inizio settimana e che invece accentua le perplessità sulle cose da fare e sul chi le farà. Oggi apprendiamo, ad esempio, che il programma su cui si desidera imperniare la prosecuzione di legislatura, rimane quello depositato all'inizio, con un paio di aggiustamenti, e l'unico aggiornamento è quello relativo alle individuate priorità. Priorità che diventano però una mera esecuzione di stile, frasi a effetto, non ne dubito, con il mal celato intento di farle diventare dogma, ma i miei studi di filosofia politica, uniti alle interlocuzioni con altre realtà regionali nazionali, mi hanno permesso di sviluppare un metodo per fare una distinzione fra le proposte d'effetto e quelle reali. È in realtà un metodo assai banale, un rasoio di Occam, ma assolutamente infallibile: si tratta infatti di prendere la singola proposta e di metterla al suo posto. Questo contraddistingue le scelte politiche dalle banali dichiarazioni fumose fine a sé stesse: se una proposta resiste anche al suo posto, significa che ha due differenti correnti di pensiero; se una proposta al suo posto non significa nulla, evidentemente è una proposta fine a sé stessa.Prendiamo ad esempio quello che avete scritto, "Il rafforzamento dell'immagine della Valle d'Aosta, intervento a sostegno del turismo della nostra Regione". Se noi lo ponessimo al contrario, quindi un indebolimento dell'immagine della Valle d'Aosta, avrebbe qualche senso? Potrebbe essere oggetto dell'intervento di qualche Governo che scrive nel suo programma "Vogliamo indebolire l'immagine della Valle d'Aosta?". Può rappresentare una scelta politica di Governi con idee differenti? Io direi, ma penso tutti, assolutamente di no; forse fatta eccezione per qualcuno che preferisce contrapporsi allo sviluppo rispetto magari all'implementazione del turismo, ma queste sono eccezioni. Quindi rimaniamo, con queste affermazioni, nel campo delle mere dichiarazioni. Questo vale per molti dei punti contenuti in questo che non è un programma: dal completamento per la piena operatività dell'aeroporto regionale, alla costruzione del nuovo ospedale, che non potrebbe essere l'operatività parziale dell'aeroporto e la distruzione del nuovo ospedale, ma gli esempi sono molteplici, e possono essere classificati tutti fra le affermazioni apodittiche.Ci sono poi punti carenti di motivazione dove non si spiega come si vuole procedere nelle azioni che vengono elencate. Tralascio, per carità di patria, le interlocuzioni nazionali e internazionali e, anzi, come è stato detto, sarò ansioso di assistere ai risultati di questi colloqui. Ma vedo tra questi, ad esempio parlando di sanità, la riduzione dei tempi delle liste di attesa e mi chiedo: in quale maniera darete centralità al personale sanitario? In quale maniera potenzierete l'attrattività del nostro sistema sanitario? Non lo avete scritto, avete fatto un'affermazione: potenzieremo, faremo. Sarebbe davvero interessante saperlo, ma nessuna indicazione ci arriva in questo senso, quindi come valutare queste azioni? Non è sufficiente annunciare un'azione affinché questa si realizzi, e lo sapete bene anche voi.E ancora, vedo che verrà garantito il sostegno alla creazione di impresa e il mezzo sarà - teniamoci forte! - l'attuazione della recente normativa regionale. Vi chiedo: c'era anche la possibilità che la normativa regionale non fosse attuata, quindi rimanesse lettera morta? Quindi sono due categorie di pensiero: da una parte applichiamo le leggi e dall'altra parte non le applichiamo? Se è così, tanto vale che facciamo le leggi. Oppure, all'inizio di ogni legislatura, bisognerebbe scrivere sul programma che ci si prende l'impegno di attuarle tutte quante quelle che sono il nostro ordinamento regionale, altrimenti alcune rimangono inattuate.Leggo poi che desiderate porre particolare attenzione alle iniziative da intraprendersi nei confronti delle fasce più deboli e sulla parte sociale, che è il vero grande assente di questo programma. Il discorso sarebbe amplissimo. Io da circa una settimana vedo che il tema è tornato, anzi, non è tornato, non c'è mai stato, è finalmente stato sollevato, da un'iniziativa che è stata portata nel Consiglio comunale di Aosta dove si dice che ben venti famiglie sono state cacciate dalla loro casa di edilizia residenziale pubblica. Come ricorderà quest'aula, vi ho tediato più volte e mi spiace che gli organi d'informazione non lo abbiano mai riportato, ma da quando siamo qui, io da quando ancora ero nel Consiglio comunale di Aosta, abbiamo sempre evidenziato la necessità di intervenire sulla morosità incolpevole, per fare in modo che andasse a sostenere proprio quei casi che, lo dice la parola stessa, incolpevolmente non potevano pagare un affitto. Lo abbiamo detto dal 2018 ad oggi, lo abbiamo detto negli anni a seguire e, come ricorderete, nel 2021 è arrivata la normativa sulla morosità incolpevole, peccato che questa non si possa applicare ai casi delle famiglie che sono state buttate fuori oggi. Peraltro, prendo atto che viene detto che le venti famiglie che sono state buttate fuori di casa in realtà vanno spalmate nel 2020, 2021 e 2022, dimenticando che nel 2020 e nel 2021 non si poteva buttare fuori di casa nessuno, perché c'era il blocco degli sfratti a causa della pandemia, quindi significa che soltanto nel 2022 sono state buttate fuori di casa venti famiglie in un anno, più di una famiglia al mese.Non più tardi di ottobre 2022 vi mettevamo in guardia e vi abbiamo detto: "Se non intervenite, scoppierà una bomba sociale"; io ho usato esattamente queste parole, a ottobre 2020.In questo programma non vedo niente di tutto questo: niente, neanche una riga sull'edilizia residenziale, sul problema della casa, sul problema degli sfratti; nemmeno una riga! Spero che almeno questo venga riportato nella giornata di oggi dall'informazione, spero che si evidenzi che gli interventi che abbiamo fatto, che i problemi che sono emersi, li avevamo già evidenziati e non sono stati affrontati. Ma ce ne sono tanti altri: l'emergenza abitativa, perché le famiglie che vengono buttate fuori di casa poi non possono essere prese in emergenza; il bando affitti, che è stato fatto in maniera molto complessa; la povertà; le bollette che sono esplose. Nessun aiuto per questo: ve lo avevamo detto che non sarebbero stati sufficienti quell'iniziativa e quegli interventi.Si scrive nel programma che ci si prenderà cura delle persone anziane. Pare, e lo abbiamo denunciato in questo Consiglio, che in alcune strutture ci siano a capo delle persone che non hanno i requisiti più elementari e non conoscono la materia; avremo modo di parlarne nelle prossime settimane, ma pare che sia così. É questo il modo in cui si vuole affrontare il problema delle persone anziane?La natalità, viene citata anche questa nel programma. Io spero che i colleghi di Pour l'Autonomie non dimenticheranno che in quest'aula siamo stati i portatori e i propositori di una misura che abbiamo elaborato insieme e che si chiamava Naître Valdôtain, che mirava proprio a sostenere la natalità, in cui la maggioranza uscente bocciò quell'iniziativa. Io spero vi sia un po' di memoria storica, perché non basta scriverla poi nel programma se si è voluto bocciarla prima.Disabilità: qui ho apprezzato un passaggio. Viene scritto: "Costruzione di un sistema di accompagnamento delle persone giovani in uscita dei percorsi scolastici, in collaborazione con il terzo settore, che tenga conto delle potenzialità e delle aspirazioni di ognuno". Accompagnamento dove? A che scopo? Con quali prospettive? E le persone che invece non sono giovani ma hanno la disabilità, saranno abbandonate a sé stesse? Leggendo questo programma pare di sì, e leggendo anche quello che sta accadendo in questi giorni con gli sfratti di disabili e anziani dalle case popolari.La suddivisione delle deleghe invece merita un discorso a parte. Risulta evidente che, guardando la geografia della Giunta, i problemi individuati sono soltanto negli Assessori uscenti; questo è nei fatti, se uno guarda quello che è accaduto, tant'è vero che tutti si vedono cambiare le deleghe e alcuni vengono sostanzialmente espulsi. Vi ricordo il libro di Primo Levi nel quale si distinguevano i sommersi e i salvati; non so se avete presente. Fra i sommersi possiamo annoverare l'ex presidente Lavevaz e l'assessore Barmasse ai quali non viene riconosciuta nessuna posizione, quasi a indicare che il fallimento di questa maggioranza e le responsabilità delle cose non fatte sia esclusivamente loro, e addirittura un Presidente di Regione uscente non vede assegnarsi nemmeno una delega. I salvati sono gli assessori Caveri e Guichardaz, che con deleghe grandemente dimagrite con l'oscena formulazione del dialogo, delle iniziative intergenerazionali, che non ho capito bene cos'è, a volte inesistenti, vengono tenuti in Giunta perché, si sa, a volte tirare a campare è meglio che tirare le cuoia, come sapevano bene i frequentatori di prima Repubblica. E proprio a proposito della prima Repubblica, al di fuori della classificazione di Primo Levi, non possiamo che riconoscere una terza figura, ovvero quella dei vincitori. Da queste trattative esce un unico vero vincitore, ovvero lei assessore Marzi, lei è l'unico vero vincitore di queste trattative, che con un gruppo costituito da una sola persona, riesce ad avere una delega pesante come quella della sanità e delle politiche sociali. Se si fossero usati gli stessi criteri per tutti i gruppi di maggioranza, oggi avremmo una squadra di diciannove assessori! Quindi, assessore Marzi onore a lei e alla sua capacità di trattativa, di riuscire a rimanere saldamente in sella e addirittura prendere delle deleghe di quel peso, quando colleghi, che hanno un gruppo ben più numeroso del suo, sono stati fortemente rimaneggiati. Complimenti assessore Marzi. Lei è un caso scuola, dovrebbe essere esaminato nelle scienze politiche e dovrebbe essere studiato per la sua ineffabile capacità di solcare le onde. Per contro, andrebbe fatto un approfondimento sulle valutazioni che hanno portato ad assegnarle un assessorato di un tale peso e di tale importanza. Sono certo che ci sarebbero numerose osservazioni da fare, ma tant'è e ne prenderemo atto.Quello che registro con grande rammarico è che non c'è una visione d'insieme sul problema sociale, che riguarda molteplici aspetti, dal sostegno economico al lavoro, dalla casa alle politiche giovanili, e che risultano essere disperse in mille rivoli differenti, con il rischio di vedere un approccio diverso a seconda dell'interlocutore, senza un vero coordinamento. Queste numerose criticità rivelano che, in realtà, la conformazione di questa maggioranza si regge su un delicato equilibrio che purtroppo - bisogna necessariamente dirlo - nasce da un'anteposizione degli incarichi prima delle cose da fare.Non sarà sfuggito infatti che ben prima del laconico comunicato stampa con cui si annunciava il programma elencato per punti, era già uscita quasi una settimana abbondante prima la composizione della Giunta e che questo schema conferma ed evidenzia come gli stessi errori compiuti all'inizio legislatura, quel "troviamo una quadra tra noi per escludere gli altri, dividiamoci i posti a disposizione e poi sul programma la quadra la troviamo", quegli stessi errori che hanno portato a una implosione della maggioranza a ventuno, si possono trovare anche alla base di quest'accordo che, essendo numericamente anche più limitato, rischia di durare ancora meno, o di durare anche fino a fine legislatura, ma con votazioni in bilico, litigi costanti e una paralisi amministrativa che la nostra Regione non merita.Da parte nostra rivendichiamo un atteggiamento costruttivo, imperniato sui temi che abbiamo sempre mantenuto nelle varie interlocuzioni. Non abbiamo mai rivendicato una posizione ma abbiamo sempre lavorato per trovare una strada che potesse garantire benessere, prosperità e sviluppo alla nostra comunità. Una strada che trovasse un approccio pratico e pragmatico alle centinaia di sfide che sono sul tappeto, ma la conformazione di questa traballante maggioranza nascente evidenzia che questo metodo non era condiviso.L'attuale conformazione, infatti, rispecchia pienamente uno schema che riassumere calcisticamente in un 17 + 2. Questo schema si esplica però non nel senso che molti vorrebbero dargli, ovvero l'ingresso dei colleghi di Pour l'Autonomie nella compagine governativa, ingresso che ha causato peraltro l'uscita di una forza politica dalla maggioranza a diciotto, bensì per la presenza di due colleghi di questa maggioranza che si appresta a nascere e che più di tutti hanno preso posizione in maniera netta negli scorsi anni contro il gruppo di Pour l'Autonomie, in particolare contro il collega Augusto Rollandin, e oggi si apprestano a votare con entusiasmo un precario accordo di maggioranza proprio con questo gruppo, contravvenendo a tutto quello che hanno sostenuto nel tempo.Mi si consenta di ricordare due posizioni molto chiare espresse da questi due rappresentanti che si apprestano a votare la fiducia a questa nuova maggioranza. Iniziamo con lei, presidente Bertin, che in un post del 7 agosto 2020 scriveva: "Abbiamo visto cose: il partito di Augusto Rollandin & C - Company è lei, collega Carrel - è certamente una sorpresa, si fa per dire, in negativo, della prossima campagna elettorale". Seguono poi una serie di complimenti non proprio onorevoli nei suoi confronti, collega Rollandin, sancendo che la presentazione della sua lista è una di quelle cose che alla Valle d'Aosta si sarebbe potuta risparmiare. E conclude parafrasando il celebre monologo del film di fantascienza Blade Runner, sostenendo che anche noi avremmo potuto dire "Abbiamo visto cose che voi umani...".Bene, finalmente oggi potremmo prendere atto che le sorprese negative di queste elezioni in questo caso non la disgustano, presidente Bertin. È di tutta evidenza che nel suo caso consensum non olet. In ogni caso, siamo finalmente certi che la sua proverbiale coerenza sui temi, con cui ha costruito la sua immagine fino a oggi, si sbriciolerà inesorabilmente con questo voto di fiducia. Da oggi le persone che hanno creduto in lei, letto quello che ha scritto e sostenuto nel tempo, potranno finalmente avere la certezza che le sue affermazioni di oggi potranno essere tranquillamente e agevolmente smentite domani, e noi l'aspettiamo al varco, presidente Bertin. Già, Presidente, anche su questo ci sarebbe qualcosa da dire, sulla carica di Presidente, perché oggi assistiamo all'irrituale mantenimento della carica di Presidente del Consiglio senza fare un passaggio per assicurarsi la fiducia di tutto il Consiglio, cosa che non era mai avvenuta in passato con i suoi predecessori in caso di cambio di Governo. Tre consiglieri che l'hanno votata, oggi dubito che la voterebbero di nuovo.Gli altri due nuovi acquisti hanno già dimostrato di non gradirla alla presidenza dell'aula, non votando a inizio legislatura. Quindi mi chiedo: perché questo mancato passaggio? Forse aveva paura di uscirne bocciato o forse è il prezzo da pagare per sostenere una maggioranza che comprenda la sua nemesi? Qualsiasi sia la motivazione, lei ha dimostrato che le sue prese di posizione negli anni in quest'aula non sono state altro che chiacchiere e nulla di più. Oggi verrà smascherato, presidente Bertin.Il secondo elemento del +2 è un collega di cui ho già avuto modo di parlare, che quando vi fu il famoso ribaltone che portò alla presidenza Marquis, disse chiaramente che non votava in suo favore, ma contro il collega Rollandin. Oggi, ironia della sorte, quell'odio manifestato senza alcuna remora, urlato ai quattro venti, al punto da produrre numerose comunicazioni social, risulta affievolito, anzi, tramutato, in un vero e proprio amore. Ovviamente sto parlando del collega Padovani, del quale ho estratto una conversazione social del 20 agosto 2020 che, letta con gli occhi di oggi, risulta quasi surreale. Nel post dove annunciava la sua candidatura, una persona che presumo essere un suo sostenitore le domandava: "Posso chiederle quali alleanze farete dopo il voto? O almeno con chi non le farete di certo? Grazie". Lei rispondeva: "Ma, mai e poi mai con Forza Italia, Fratelli d'Italia e la Lega", giustamente. "Avrei desiderato - risponde il suo sostenitore - che la lista comprendesse l'UV e il nuovo movimento di Rollandin", anche qui seguono insulti, ma ormai abbiamo fatto la bocca. "Grazie per la risposta, comunque apprezzo la sua linea politica in generale". Risponde il collega Padovani: "Volevi che facessimo la lista con Rollandin?", con lo smile che ride ovviamente all'assurdità. E il suo sostenitore risponde: "L'esatto contrario, che fosse nella lista dei mai e poi mai". Risponde il collega Padovani: "Guarda, io spero proprio che non entri in Consiglio" e il suo sostenitore risponde: "Andrea, siamo in due". Per sua fortuna, collega Padovani, il collega Rollandin, così come il suo movimento, in Consiglio è entrato e oggi si appresta a diventare una parte fondamentale della maggioranza che lei si appresta a votare.Di esempi come questi, poco edificanti e che trasudano odio e livore contro il collega Rollandin, ce ne sono a decine, peraltro tutti debitamente salvati, a futura memoria; potrei elencarglieli, ne ho qua qualcuno nel caso servisse, ma il nostro tempo ovviamente è contato. Quello che ritengo fondamentale oggi è far vedere a tutte le persone che l'hanno sostenuta, collega Padovani, che anche lei, al di là delle banali e generiche dichiarazioni di principio e rivoluzionarie, altro non è che un bolso politico preoccupato più per il suo futuro e la sua posizione che della difesa di principi che aveva dichiarato di voler difendere. Per lei, collega Padovani, non resta che stabilire quale sarà il prezzo del tradimento dei suoi valori; e se sarà la presidenza di una Commissione, le assicuro che non sarà mai pari rispetto al disprezzo che susciterà nei suoi sostenitori.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - A ventisette mesi dall'inizio di una travagliata legislatura, ci troviamo oggi a discutere e a votare la ricomposizione di una nuova maggioranza e del nuovo Governo. Credo che in questo momento sia necessario fare una piccola analisi politica di quello che è avvenuto in questi ventisette mesi.La legge elettorale valdostana, in esito alle elezioni del 2020, ha dato luogo alla formazione di un Governo di centrosinistra. Un Governo che, con un altro sistema elettorale, non sarebbe mai stato varato, perché in Valle d'Aosta le elezioni le aveva vinte la Lega, movimento di maggioranza relativa, che è stata messa all'opposizione. Questo, sotto il profilo politico, direi che è già una grande anomalia.In quel periodo a Roma c'era in carica il governo Conte II, il Governo giallo rosso, e credo che questo aspetto non sia stato del tutto irrilevante per tener conto dei rapporti nazionali che potevano venire utili ad affrontare le problematiche che viveva la Valle d'Aosta: si è andati in questa direzione. Sono bastati pochi mesi per far emergere tutte le contraddizioni che erano già peraltro emerse nel momento della trattativa post-elettorale.Nel maggio 2021 la collega Minelli lascia la responsabilità dell'Assessorato all'ambiente. Da allora pareva che la Giunta, nell'arco di una quindicina di giorni, dovesse essere reintegrata; dico quindici giorni, perché questo era l'impegno che si era preso il Presidente in Consiglio regionale al momento delle dimissioni. Giacché siamo in un periodo quaresimale, si può dire che il 14 maggio iniziò la Via Crucis dell'allora Presidente, una Via Crucis non di quattordici stazioni ma di ventuno stazioni, ovvero ventuno mesi. Siamo stati ventuno mesi con un interim di un assessorato importante. Per carità, riconosciamo tutte le difficoltà che il Presidente ha incontrato nel cercare di ricomporre il quadro politico, però non possiamo non rimproverargli la mancanza di piglio decisionista, che il ruolo impone e che forse avrebbe potuto raddrizzare la situazione ed evitare questa lunga parabola che, nei fatti, ha creato tanta incertezza, disagio nella comunità valdostana, nei cittadini, nelle imprese. Una tensione di cui non c'era bisogno in un momento storico così difficile per la popolazione valdostana, per la Regione alle prese con il PNRR, con tante transizioni, con tante situazioni di carattere straordinario. Però tutta questa esperienza ha lasciato un insegnamento: i problemi non affrontati, ahimè, non si risolvono da soli, ma sono destinati a incancrenirsi.Le difficoltà poc'anzi richiamate, lei le ha incontrate con il suo stesso gruppo consiliare, che aveva una visione diversa dalla sua su come governare la Valle d'Aosta.È una visione che è stata esplicitata anche nelle lettere che abbiamo avuto modo di leggere, che hanno espresso sostanzialmente in modo molto chiaro la posizione e la visione di ciascuno in relazione alla situazione politica che si stava vivendo. Già la scorsa primavera, prima dell'estate, ci fu un tentativo, non andato a buon fine, di costituire una maggioranza con la Lega. Se vi ricordate, si parlava di una maggioranza a ventidue, quella del cosiddetto "numero magico". Poi sono arrivate le elezioni anticipate, le elezioni politiche che si sono tenute nel mese di settembre ultimo scorso; sono state quella l'occasione per presentare anche in Valle d'Aosta la proposta del centrodestra unito, una proposta nuova, confezionata in poco tempo. Va detto che qualche errore è stato fatto, occorre anche sapere far dell'autocritica: forse con una maggiore convinzione da parte di tutte le forze si poteva ottenere un successo pieno e non solo parziale. La piena affermazione del progetto del centrodestra sarebbe stato forse il presupposto per poter dare alla Valle d'Aosta un Governo a trazione centrodestra; un vero peccato che non sia stato capito.Comunque il risultato delle elezioni politiche di settembre 2022 ha rafforzato anche dentro il gruppo consiliare unionista i dubbi sull'alleanza precaria allora in essere nella Regione. Questo anche in considerazione, così come è stato individuato per mezzo delle dichiarazioni stampa, della necessità di lavorare concretamente e in modo produttivo su degli importanti temi che affliggono oggi la Valle d'Aosta. Se ne è parlato anche questa mattina e li ha elencati il presidente in pectore Testolin: il problema dei due trafori, il problema della concessione delle derivazioni d'acqua a uso idroelettrico, che richiedono un forte impegno, ma anche un forte collegamento con il Governo nazionale.Dopodiché si è arrivati al mese di novembre ed è diventata più che mai urgente la necessità di cercare di trovare una quadra su una situazione che assumeva contorni imbarazzanti. Era il 30 novembre quando è stata chiesta la disponibilità al collega Testolin di guidare un nuovo Governo. Dopo alcuni giorni c'è stata la rinuncia del collega, a seguito della freddezza con cui è stata accolta la proposta da delle forze interne stesse della maggioranza. E allora il presidente Lavevaz è tornato sui suoi passi per evitare che la Valle d'Aosta finisse nel caos e ha formalizzato poi le dimissioni il 25 del mese di gennaio.Dai giornali e dalle lettere che sono state rese pubbliche, si è avuta contezza del lungo e sfinente confronto interno all'Union Valdôtaine, al quale occorre dire che hanno assistito in religioso silenzio sia forze politiche della maggioranza, sia forze politiche dell'opposizione. Il confronto, infine, ha dato luogo ed esito al proseguimento dell'esperienza di centrosinistra, alla quale oggi si propone di dare continuità.Che finisse così era prevedibile, non era richiesto di essere particolarmente intelligenti per comprenderlo, anche perché il 21 gennaio l'allora Presidente dichiarava che l'Union non avrebbe mai fatto un accordo con le forze di centrodestra. Forse se il centrodestra avesse preso in mano l'iniziativa in modo autorevole e unito, saremmo a scrivere magari un'altra pagina della storia della Valle d'Aosta, ma questo non lo possiamo sapere. Io ritengo che quando si hanno i numeri e si ha una maggioranza relativa, come quella che aveva il centrodestra in Consiglio regionale, si ha anche la responsabilità e il dovere di assumere delle posizioni e avere dello spirito di iniziativa.Adesso siamo di nuovo a ricominciare da capo: a metà legislatura tutto si ricomincia, una proposta politica di continuità, al netto dell'ingresso di Pour l'Autonomie, del gruppo di Rollandin; una novità per modo di dire, non so fino a che punto è una novità la presenza di Rollandin in maggioranza. Tutto direi che assume i connotati di una grande surrealtà. Si è affermata la linea politica dell'ex Presidente che voleva mantenere l'alleanza progressista, integrandola all'apporto del gruppo Pour l'Autonomie, ma sono stati chiamati a gestire l'attuazione del progetto coloro che nutrivano dubbi su questa linea e non avevano dato la disponibilità a ricoprire un incarico assessorile nella giunta Lavevaz. Evidentemente, come diceva l'opposizione, allora anche le forze di maggioranza hanno giudicato il lavoro della giunta Lavevaz, ed in particolare del Presidente, insufficiente rispetto a quelle che erano le attese dei valdostani. Diversamente non si può capire qual è la ratio di una proposta politico-amministrativa come questa, perché non vogliamo neanche prendere in considerazione che il tutto sia solo stato fatto per sostituire Lavevaz e Barmasse dai rispettivi incarichi.Al netto di questo, credo che la Valle d'Aosta oggi viva un momento di profonda difficoltà e sia chiamata a delle sfide importanti e impegnative, delle sfide che portano a cambiare un modello, delle sfide più difficili che nel resto dell'Italia, perché noi siamo una regione di montagna con dei piccoli numeri, con una logistica particolare che rende tutto più difficoltoso. C'è una forte esigenza, a nostro modo di vedere come gruppo di Forza Italia, di rafforzare l'economia. Il tessuto produttivo presenta delle grandi fragilità storiche, alle quali bisogna cercare di dare delle soluzioni, ed è solo rafforzando l'economia che si valorizza l'autonomia; diversamente l'autonomia si riduce a uno slogan. E sotto questo profilo forse ci sono altre realtà del Paese che sono più autonomiste della Valle d'Aosta, in questo senso: parlo della Lombardia, del Veneto, addirittura dell'Emilia Romagna, dove viene esercitata l'autonomia e dove viene rafforzata in modo significativo la propria economia. Ma per fare tutto questo c'è un gran bisogno di riforme, al di là di soffermarsi a un'elencazione di quelli che sono i problemi che vive una regione; questo va bene, perché è il primo passo evidenziare quali sono i problemi. Apprezzo che le riforme siano state indicate dal collega Testolin al punto numero uno dei dieci punti che sono stati individuati, perché senza riforme si possono scrivere delle pagine, dei libri di punti, ma poi nei fatti nessuno può venire attuato.Mi soffermo su alcuni punti che ho letto. Riprendo quello che ha detto prima il collega Manfrin quando ha citato il tema della disabilità. Aggiungo un verbo: bisogna proseguire nella costruzione di un sistema di accompagnamento per i giovani nella transizione dalla scuola al divano. Io sono genitore di un figlio disabile, la sua transizione è sul divano a oggi dalla scuola, quindi se si prosegue come si è andati fino adesso, non si risolvono i problemi della gente. Questo ci tengo a evidenziarlo, perché è facile scrivere delle belle parole, ma bisogna essere capaci poi di dargli attuazione.Faccio alcuni altri esempi: le scuole. Le scuole hanno il problema del Piano nazionale di ripresa e resilienza. É notorio a tutti, le prese di posizione dei sindacati, la situazione in cui versano le segreterie scolastiche: nessuna razionalizzazione, non è stato messo personale qualificato a disposizione, né sono stati centralizzati i servizi per far fronte a queste situazioni. Era stato preso un impegno, mi sembra nel mese di novembre, di inserire nella convenzione con INVA il discorso della CUC: a oggi non è ancora fatto, e le assicuro che non sanno da che parte partire le segreterie delle scuole in questa gestione.La casa, è stato detto prima dal collega Manfrin: neanche il nome, neanche citato il problema casa sul programma. Questo è un problema concreto che tocca la realtà valdostana, non solo il discorso dell'ARER ma tutta la questione degli affitti. Mi risulta che ci siano tremila famiglie in attesa di contributi che abbiano presentato delle istanze.La sanità: continuare nell'impegno di riduzione delle liste di attesa. Con questo nuovo passaggio, se quest'impegno porterà a definire le liste d'attesa come quelle dei mutui, di quando l'assessore era ai lavori pubblici, credo che potremmo avere delle grosse preoccupazioni, perché purtroppo il collega non avrà avuto neanche il piacere, tenuto conto che oggi verrà varato un nuovo Governo con cambiamento di deleghe, di assistere alla firma del primo contratto di mutuo delle domande che sono state presentate il primo luglio dell'anno scorso. Mi auguro che sulle liste d'attesa dell'ospedale l'operato sia ben diverso da quello che è stato messo per quanto riguarda la gestione dei mutui.L'agricoltura. Si parla del lupo ovviamente, ma non si dice nulla (faccio un caso) sulla pesca, che boccheggia come una trota allamata: le riserve vengono chiuse, ad esempio il lago di Verney e della Val Ferret, i torrenti e i laghi non sono stati inseminati, quindi sarà un problema anche questo.Le imprese. Mi pare di aver letto che si dica di migliorare la qualità del servizio a favore delle imprese. Ma le imprese hanno bisogno di semplificazione, hanno bisogno di sburocratizzazione, non hanno bisogno di aspettare i riscontri dello studio della Bocconi, perché per semplificare delle procedure, non abbiamo bisogno che ce lo vengano a dire dei luminari: si prendono in mano, con un po' di buona volontà, un paio di procedure per assessorato, sette o otto assessorati, dopo un paio di mesi ci sono quindici o sedici pratiche e procedure che sono state innovate e rese più a misura di chi esercita un'attività.Turismo. Affitti turistici: vedremo e confidiamo nella conoscenza del territorio da parte di chi sarà chiamato a ricoprire l'incarico; chi proviene da una valle laterale, conosce bene quali sono le problematiche degli affitti turistici.Queste sono tutta una serie di considerazioni per evidenziare non che tutto va male, ma di quanto a livello programmatico ci si sia limitati a individuare dei problemi che poi dovranno essere ancora affrontati, perché tutto dipenderà da quello. Per poter risolvere i problemi, bisogna dare un assetto. Abbiamo letto stamattina che c'è un piccolo intervento, mi pare in prima pagina: un minimo cambiamento di organigramma di strutturazione assessorile. Abbiamo una considerazione diversa di cosa significa "minimo cambiamento". Secondo me è un totale cambiamento rispetto alla situazione precedente, ma la cosa clamorosa è che questo cambiamento totale avviene in una situazione di continuità amministrativa. Io lo potrei capire se si fosse fatto un accordo con il centrodestra: cambia tutta l'impostazione e c'è la necessità di ricoprire degli incarichi. Ma se io devo dare una continuità amministrativa, cerco di fare il minimo intervento possibile sulle deleghe, perché diversamente lo faccio solo a una condizione: che l'assessore abbia lavorato male. Se l'assessore ha lavorato male, devo spostarlo perché non ha dato dei risultati.Se voglio dare questa lettura, l'unica figura che è stata valutata positivamente, da come sono andate le cose, è il mio vicino, Vicepresidente della Regione, Bertschy, perché potrà dare continuità al suo lavoro, gli è stato riconosciuto probabilmente qualità per i risultati che ha portato, gli è stata implementata ancora la delega; sarà sicuramente, penso, all'altezza di portarlo avanti. In parte è successo anche con l'assessore Caveri, ma gli altri mi spieghi come si può passare così agevolmente dalla gestione del lupo alla programmazione della costruzione di ponti, di mutui per le case o come si può passare dalla costruzione di ponti e di strade alle sale operatorie. Allora, o partiamo dal presupposto che siamo tutti dei fenomeni omniscienti e che siamo competenti su tutto, o diversamente contiamo che la competenza per noi non vale nulla. Io non so quale è delle due soluzioni, io credo più la seconda, perché in Valle d'Aosta statisticamente nascono pochi fenomeni, siamo svantaggiati sotto il profilo anche delle statistiche e dei numeri.Per quanto riguarda l'organizzazione delle deleghe, a nostro avviso è positivo il ritorno sotto la presidenza delle partecipate, perché corrisponde a un'esigenza di carattere istituzionale e di buon funzionamento della macchina amministrativa, così come le deleghe che si è trattenuto il Presidente. Ma mi consenta di fare una battuta: i detrattori dell'elezione diretta del Presidente della Regione hanno sostenuto in questi anni che è pericoloso in Valle d'Aosta l'elezione diretta, perché si elegge un Presidente Prefetto; un Presidente Prefetto è una figura forte. Invece, sempre gli stessi, quando non sono i cittadini a scegliere il Presidente, ma viene scelto nel petit comité, nella piccola stanza, va bene eleggere un Presidente Prefetto e Assessore alle finanze. Complimenti per la coerenza: a mio avviso non c'è coerenza. A noi non disturba questa scelta, però delle due l'una, perché diversamente le cose non funzionano.In definitiva, per quanto ci riguarda, crediamo che la soluzione dei problemi della Valle d'Aosta non passi per l'enunciazione puntuale di tutta una serie di situazioni, ma deve passare per forza attraverso un cambio di paradigma, come dicevo prima. E questa la riteniamo una proposta politica debole per un cambio di modello, oltretutto una proposta politica che isola politicamente la Regione rispetto alle esigenze dell'affrontare le grandi problematiche nei rapporti con lo Stato. Mai la Valle d'Aosta aveva fatto scelte di questo genere in passato, c'era sempre una maggiore attenzione; ma attenzione, anche in tempi in cui i problemi non erano pesanti come quelli che stiamo vivendo oggigiorno.Noi riteniamo che la gente vorrebbe una scuola efficiente, prospettive di lavoro per i suoi figli, poter intraprendere confrontandosi con un'Amministrazione efficiente, avere il benessere desiderato, una sanità che funzioni, mutui non in otto mesi, ma in tempi adeguati. La gente non è interessata alle discussioni della réunion o non réunion, di cosa fa il centrodestra, di cosa fa il centrosinistra. Chi si alza la mattina e deve alzare la saracinesca della propria attività, ha ben altre problematiche. Vanno bene tutte le riunioni che si possono fare, mettere insieme dei pezzi, ma il tutto dipende sempre da qual è l'obiettivo: perché si mettono insieme quei pezzi, per cosa fare dopo? Se c'è da cambiare il modello, è urgente fare delle réunion, mettere insieme delle proposte di centrodestra o di centrosinistra, ma per farle rimanere un esercizio di stile, o per dei ritorni al passato, non credo che poi ci siano dei riflessi positivi sulla popolazione. È per questa ragione noi, come gruppo di Forza Italia, eserciteremo con grande dignità e con orgoglio in questo momento il ruolo di opposizione, perché purtroppo senza un cambiamento di modello, un'incisiva e coraggiosa azione di riforma, di cui si legge il titolo ma non si riescono a intravedere i presupposti, i valdostani non troveranno le risposte ai loro bisogni. Da parte nostra lavoreremo con impegno nel ruolo di opposizione, per monitorare l'azione del Governo e per proporre delle iniziative che siano improntate a far crescere l'economia della Valle d'Aosta e il benessere dei valdostani. Credo che questo sia un po' il significato della nostra azione.Voglio chiudere con un auspicio. Nell'antica Roma in questi casi, quando si era alla vigilia di convocare delle assemblee importanti per eleggere i rappresentanti del popolo, i magistrati, o andare in battaglia, era consuetudine consultare la volontà degli dei per assicurarsi dei risultati favorevoli. Veniva utilizzata in particolare una pratica di divinazione: gli auspici, che in latino erano gli auspicium o avispici, ovvero l'osservazione degli uccelli, del loro volo e del loro canto. Io non vorrei che in Valle d'Aosta venisse interpretata male quest'antica credenza e si tornasse a interpellare corvi e veggenti.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - Permettetemi di iniziare il mio intervento ricordando che oggi è un anno che c'è una guerra nel cuore dell'Europa; lo dico perché, alla luce di eventi di questa drammaticità, a volte mi sento veramente un pesce fuor d'acqua in quest'aula. Un'aula in cui vedevo un luogo di grande cultura, di elaborazione, e che spesso non è all'altezza di quello che mi immaginavo, dove programmi, valori e principi per me dovevano essere alla base di ogni scelta.Arriviamo ad un mese dalle dimissioni del presidente Lavevaz e dopo sette giorni dall'incarico affidato al consigliere Testolin, oggi dovremmo arrivare all'elezione di un nuovo governo. Testolin, che questa volta ha accettato l'incarico dopo averlo accettato e rifiutato qualche mese prima, ha messo a posto in una settimana le varie caselle, spacchettato e smembrato assessorati, spostato assessori e consiglieri, imbarcato - permettetemi questo termine - Pour l'Autonomie, elaborato con le forze politiche dieci punti programmatici principali, oggi implementati in un programma di legislatura che, da come ci ha detto, avrebbe dovuto tener conto di quello del 2020 ma che, secondo me, dista invece in maniera significativa da quel programma ed evidenzierò in quali punti. Dietro ognuna di queste azioni ci sono dei retroscena, delle conseguenze, che cercherò di sintetizzare, ma che vale la pena ricordare.Partiamo dalla farsa che è sotto gli occhi di tutti. Si sta cercando di far passare questa nuova Giunta come un atto normale, dovuto, come la soluzione a una crisi e alla stabilità del suo futuro Governo che, come qualcuno prima di me ha detto, passerà ben da diciotto a diciannove componenti. Invece, tutto questo arriva a seguito delle dimissioni di Erik Lavevaz, che sono state conseguenza di una sfiducia indicatagli dalla maggioranza dei consiglieri del suo gruppo e portata avanti in modo sistematico dall'insediamento di questo Consiglio. Ecco quindi che rassicuro i colleghi della Lega che la crisi non è nata nel maggio 2021, ma molto prima, e ricorderò alcuni passaggi.Abbiamo assistito, e loro in qualche modo sono stati anche protagonisti in alcuni di questi passaggi, a continui attacchi interni da parte di alcuni consiglieri in maggioranza, in Commissioni, in aula, fino ad arrivare anche a forzature, come la presentazione di mozioni o l'approvazione in Commissione su leggi profondamente criticate dal presidente Lavevaz e dai suoi Assessori; lo ha ricordato prima il consigliere Manfrin, un esempio fra tutti è proprio la legge anti dcpm. Basta guardarsi i resoconti delle Commissioni per ricordare cosa avevano detto sia Lavevaz che Barmasse rispetto a quella legge. Basta leggersi anche i resoconti dei Consigli regionali, perché parte di quegli interventi erano stati ripresi. E non abbiamo assistito solo a questo, ma anche a continue dichiarazioni prontamente rimangiate, come quella della centralità dei movimenti che vengono sentiti a decisione avvenuta, come ieri sera, o della réunification, di cui ormai sentiamo parlare a corrente alternata da oltre dieci anni credo, di maggioranza non stabile a diciotto ma fortissima a diciannove, di persone che, fino a ieri, incarnavano il male assoluto e oggi diventano i salvatori della patria. Ricordiamo poi che, dopo vari tentativi di revisione, tagli e rimpasto, nel mese di ottobre si era arrivati al cambio del vertice, ad una staffetta tra Lavevaz e Testolin alla Presidenza della Valle d'Aosta, frenata dagli stessi alleati che oggi voteranno e, in qualche modo, hanno abbandonato così il presidente Lavevaz.In tutta questa vicenda, quello che mi lascia maggiormente perplessa riguarda proprio le premesse del mio intervento, quello rispetto ai programmi e ai valori che ognuno di noi porta in quest'aula, è l'epilogo. Il cambio di rotta di chi ha fatto cadere il passato Governo, e di cui ho parlato prima, di chi ha sempre osteggiato il progetto iniziale, che ha osteggiato anche l'ingresso di Pour l'Autonomie al Governo e di chi guardava con grande interesse al centrodestra, proprio chi è l'autore di tutto questo, oggi si troverà a portare avanti la linea politica del presidente Lavevaz. Quando nella lettera del Presidente c'era scritto che era semplicemente legato ad ambizioni personali, io ho pensato che fosse ingeneroso da parte sua dire queste parole nei confronti dei suoi colleghi, proprio perché io vedevo in quei colleghi una visione completamente diversa, e quindi avevo in qualche modo immaginato che quei valori, quei programmi e quei principi di cui parlavo fossero alla base. Alla luce di quello che sta succedendo, mi chiedo se devo rivedere il mio pensiero, se forse quanto ha scritto il presidente Lavevaz qualche fondo di verità ce lo aveva.Rispetto al progetto messo in chiaro oggi nell'illustrazione di Testolin, nelle premesse si parla di minimo cambiamento di organigramma di strutturazione assessorile, ma guardando gli assessorati, praticamente nessun assessorato rimane con le stesse deleghe o con gli stessi assessori. Alcuni assessorati vengono spacchettati, si spostano gli assessori, vengono premiati due consiglieri - anche se forse, a differenza del consigliere Manfrin, io non lo vedo molto come un premio prendersi quell'assessorato che sì, ha grandi risorse ma anche grandissimi problemi - e bocciato uno dei pochi assessori che, nonostante le nostre visioni molto diverse su alcuni punti, ha sempre dimostrato grande competenza e ha sempre dimostrato di svolgere il suo lavoro con passione e determinazione. Gli riconosco anche diversi risultati, glieli ho riconosciuti quando ero presidente di Commissione e glieli riconosco ancora oggi, a partire dal cambio del vertice dell'azienda affidato a una persona di elevata competenza, che è sicuramente un punto di riferimento per tutti noi. Dico questo nonostante abbia portato avanti scelte politiche in aperto contrasto con quelle del nostro gruppo, fra l'altro scelte che sono state anche la motivazione della mia dimissione da presidente della V Commissione, ma credo che chiunque di noi in quest'aula riconosca la competenza all'assessore Barmasse. L'unica delega, e qui anch'io vedo un grande premio, che resta in toto uguale, anzi, viene aumentata e avvalorata, è quella dell'assessore Bertschy e mi chiedo come mai per gli altri non è stato così. È stata una valutazione, come diceva il collega Marquis, rispetto al loro operato, è stato un cambio di rotta chiesto direttamente da loro? Quello che è certo è che questo cambio di rotta - chi di noi è un dipendente regionale o comunale lo sa benissimo - e l'interfacciarsi con persone diverse creerà non pochi problemi a quella macchina amministrativa che è già in sofferenza. Come si può pensare di riorganizzare così l'Amministrazione e, soprattutto, a parte l'enunciazione di quei punti prioritari, come la si intende fare? A oggi non l'abbiamo ancora compreso. La suddivisione delle deleghe e la composizione della Giunta allontanano in modo definitivo questo futuro Governo da una qualsiasi visione progressista. Come può un qualsiasi progressista giustificare una Giunta senza nemmeno una donna? Unico caso in tutta Italia. Apprezziamo il fatto che nel programma si dica aborder aussi la question de la représentation équitable des genres au sein du Conseil. Ecco, visto che questo è uno dei punti, e visto che si parla di un rinnovato entusiasmo, forse può essere fatta subito o andava fatta subito, rispettando i principi e gli obblighi legislativi nazionali ed europei.Leggendo i punti programmatici principali e il programma, non possiamo non chiederci dove erano le persone che li hanno scritti fino a ieri, quindi giustifico i colleghi di Pour l'Autonomie, ma su tutti gli altri mi chiedo: ma dove erano?Vediamo con piacere che alcune delle nostre osservazioni fatte in questi giorni siano in qualche modo almeno state riprese, come le quattro righe sulla questione sociale, completamente dimenticata nei dieci punti programmatici prioritari, come il pezzo su istruzione e università, come la modifica del nome Piano socio sanitario in Piano della salute e del benessere o l'inserimento del Piano triennale contro la violenza sulle donne, evidentemente non ritenuto anch'esso prioritario, ma per lo meno che viene considerato. Ho detto con piacere, ma sempre che si tenga conto del programma, visto che sappiamo bene che fra i diciannove c'è chi pensa che il programma non è un totem, quindi magari da domani alcune di queste cose spariranno.Partiamo quindi dai documenti fermi da tempo, mesi, alcuni addirittura da anni, che stazionano nelle Commissioni: il PRT, il PTA, il Piano della salute e del benessere, il Piano contro la violenza sulle donne. Nel programma non ci è chiaro come mai fossero fermi, ma come dicevo, forse il rinnovato entusiasmo, forse l'arrivo del - mi permetta - presidente Rollandin, perché per molti di noi rimane essere questo, forse questo ritrovato entusiasmo farà sì che questi documenti stazionati lì da anni in Commissione, magari prendano l'avvio.Io toccherò solo alcuni punti, perché altri verranno evidenziati dalla collega Minelli. Nei punti prioritari, come nel programma, si parla di assicurare agli enti locali finanziamenti certi e di lungo periodo, ma sappiamo bene che la vera emergenza da affrontare è quella del personale, dei concorsi, ed è la struttura organizzativa da pensare per far fronte a esigenze e competenze sempre più articolate. Il testo unico degli enti locali è stato messo nel cassetto? Di questo non se ne vede traccia.Si parla della costruzione del nuovo ospedale, e permettetemi di non solo sorridere ma di dire: ma fatelo vedere alla popolazione questo nuovo ospedale! Perché basta guardare l'ultima variante per capire che è un'accozzaglia: si aggiungono dei pezzi per poi toglierli, adesso scopriamo che addirittura le camere mortuarie verranno rase al suolo, non sappiamo dove finiranno, ma sarà poi un problema successivo da porci, e in più non conosciamo neanche i costi complessivi dell'opera, che sembravano essere la motivazione del voto dei cinque consiglieri che erano nel nostro gruppo proprio per andare avanti con la variante.Rispetto all'approvazione del Piano della salute e del benessere 2022-2025, diventato nei punti programmatici come dicevo Piano sociosanitario 2023-2025, e oggi nel programma tornato ad essere Piano della salute e del benessere, facciamo notare che questo è in Commissione dall'aprile del 2022; facciamo notare che con il DEFR praticamente tutti i punti sono stati votati da quella maggioranza. Facciamo notare che alcune delle enunciazioni che ci sono anche nel programma, rispetto alla maggiore diffusione sul territorio della domiciliarità piuttosto che dell'assistenza sociosanitaria, siano già stati ampiamente presi in considerazione. Quindi quelle enunciazioni cosa vogliono dire? Un cambio di rotta rispetto a quello che c'è scritto in quel piano? Non ci resta che rimanere ad ascoltare, a vedere, e poi immaginiamo anche che quel piano, essendo passato praticamente un anno, verrà presentato in maniera più corretta e verrà presentato con le nuove modifiche, visto che nel corso del tempo queste sono state fatte.Si parla poi della questione delle liste d'attesa, ma la Giunta poche settimane fa ha approvato un documento che autorizza la chiusura delle agende fino a giugno! Io mi chiedo: ma quella Giunta, organo collegiale, ci è sempre stato detto, "Mica sei un essere da solo! Devi ascoltare gli altri", cosa faceva quando venivano approvati quei passaggi? Naturalmente lo scopriremo quando vedremo i punti per risolvere questa problematicità.Sulla disabilità si parla di revisione delle norme a tutela delle persone con disabilità e dei loro caregiver, ma in gran fretta si era approvata una legge sul garante delle persone con disabilità e a oggi stiamo ancora aspettando la figura che sostiene quel garante. Si parla poi, l'ha detto anche il collega Manfrin, dei giovani con disabilità in uscita dai percorsi scolastici, ma di quelli nei percorsi scolastici, quelli che cambiano in continuazione l'educatore di sostegno, quelli che d'estate si sono trovati respinti nei centri estivi, quelli non li consideriamo? E se non sono più giovani, li possiamo mettere su una strada?Rispetto alla questione Vigili del fuoco e Corpo forestale, secondo me non si è capito nulla. Nuovamente in questo documento si parla solo e soltanto degli aspetti previdenziali, quando quello che chiedono i Vigili del fuoco e il Corpo forestale è ben più articolato di quel semplice punto. Su quel punto si può dire che è colpa della Commissione paritetica, che è colpa dello Stato e via dicendo, ma su molte altre cose le colpe sono tutte della Regione.Accogliamo poi con grande favore, e chiedo a Bertschy di ascoltarmi con attenzione, di saper cogliere le nuove sfide derivanti dai cambiamenti climatici, accompagnate alla valorizzazione degli alpeggi e al censimento delle fonti idriche. Se noi mettiamo queste tre cose insieme, forse il ristorante in cima alla Platta di Grivon, a meno che non si sia trovata una sorgente al Couis, forse si può rivedere?In aggiunta ai punti prioritari consegnatici, vediamo che nel programma a lungo termine trova finalmente spazio l'istruzione, ma anche in questo caso le vere emergenze di questo settore non vengono minimamente considerate. Si parla di mille attività aggiuntive, dalla danza, all'arte, allo sport e via dicendo, ma non si tocca minimamente il problema delle palestre o dell'edilizia scolastica. Non si trova nulla sulla questione dei bidelli, sul carico delle segreterie, a cui alle attività ordinarie molte altre attività dovranno essere aggiunte, e non si affronta per nulla la questione della stabilizzazione dei precari. Respingo già subito al mittente l'osservazione rispetto al contratto nazionale degli insegnanti, perché anche dove abbiamo competenza primaria, anche rispetto alla formazione o agli educatori di sostegno, nulla cambia, e le graduatorie sono piene zeppe di persone.Dalle deleghe poi, magari il collega Testolin interverrà dopo, non si comprende dove finirà l'università.Veniamo a temi completamente scomparsi dal programma di legislatura a qui sembrava ispirarsi questo nuovo programma o comunque a temi di particolare importanza cui non si fa nessun accenno. La presenza mafiosa nella nostra regione, ampiamente dimostrata, è completamente scomparsa. La legge di sobrietà che partiva dalla riduzione degli emolumenti del Presidente del Consiglio è completamente scomparsa. Il grande tema dei rifiuti e delle discariche, nonostante ci sia una richiesta di rinnovo proprio sulla discarica di Pompiod, è completamente scomparso. Questi solo per accennarne alcuni.Esistono poi temi particolarmente sentiti e à la une, come il grande edificio che presto comparirà a Cervinia, in perfetto stile Sestriere, anziché forse ispirarsi alla vicina Zermatt, e anche di questo la nuova Giunta si vede che non pensa a nulla.Dopo le sfilate al Pride notiamo che anche sul tema dei diritti ci si dimentica che da tempo soggiace in Commissione una proposta di legge proprio rispetto al contrasto all'omobitransfobia.Dove stanno quindi i contenuti progressisti? Io sinceramente vi ho fatto un elenco di cose che appartengono al mio mondo e io non ne vedo mezzo. Se ci fossero poi ancora dubbi, basta leggersi i punti programmatici usciti tre giorni fa che continuano a essere assenti di contenuti: continuiamo a leggere una serie di problemi, ma non leggiamo come si intende affrontarli. Eppure la gente fuori di qui sta male, eppure ci sono diciannove famiglie che presto saranno senza casa, eppure ci sono persone che ogni giorno si chiamano perché non sanno come arrivare alla fine del mese. Ancora una volta si sceglie di cambiare tutto per non cambiare nulla, e intanto le emergenze continuano.Rispetto invece alla richiesta di confronto che si trova nell'ultima parte dell'intervento del consigliere Testolin, confermo che non ci siamo mai sottratti al confronto quando siamo stati chiamati, anzi, siamo - come qualcuno ci dice - portatrici anche di temi sollevati da chi sta fuori da questo Consiglio regionale e da molti cittadini che fanno riferimento proprio a chi, in qualche modo, può portare le loro istanze. Credo che su questi e sui grandi temi anche queste persone debbano essere considerate, anche le forze politiche che stanno al di fuori di questo Consiglio regionale, perché soprattutto sulle grandi scelte non credo che siano solo gli eletti a poter dire la loro.È del tutto evidente, da quello che ho detto, che ci troviamo in aperto contrasto con questa nuova composizione della Giunta.
Presidente - Il consigliere Baccega si è prenotato, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Dopo quattro interventi dell'opposizione, evidentemente molte cose sono state dette e sottolineate rispetto soprattutto agli effetti programmatici che dapprima erano contenuti in dieci punti che, come ho detto questa mattina, facevano parte del comunicato stampa, ma poi ci sono state illustrate nelle quattordici pagine di programma che il candidato presidente Testolin ci ha fornito alla fine della mattinata.Quindi c'è il rischio che alcune cose vengano dette per la seconda, terza volta, altre vengano soltanto sfiorate, ma sottolineando che forse oggi si chiude la lunga crisi della politica della nostra Regione e inizia un nuovo percorso, un percorso con un programma di continuità che, come è stato detto, dimentica troppi temi e altri non li approfondisce. Per questo vorrei provare, al di là del programma che ci è stato presentato in modo più robusto questa mattina, a fare due riflessioni di carattere politico, perché nella relazione introduttiva del presidente si parla di temi ma non si parla di politica, non ne ho sentito parlare.Inizierei quest'intervento ringraziando anche i media della nostra regione per la determinazione, la tenacia, la perseveranza che è stata fatta di telefonate, di appostamenti, di interviste, che hanno contribuito a tenere informati i cittadini su questa crisi e, il più delle volte, anche i consiglieri regionali, quelli non coinvolti nelle trattative delle segrete stanze, come il sottoscritto. Certo, hanno fatto il loro lavoro e hanno fatto un buon lavoro. Un impegno stressante per i media, un impegno che è partito dalla proposta del presidente Lavevaz al collega Testolin di assumere il ruolo di Presidente della Giunta regionale, che è proseguito con quella che è stata chiamata la désunion valdôtaine, per passare alla robetta che si doveva scrivere su quel foglio bianco; forse era il programma, ma soprattutto l'individuazione degli attori che avrebbero composto la Giunta regionale, sulla quale farò qualche considerazione più avanti. Una vera e straordinaria partita a scacchi che si è conclusa con l'arrocco. Per chi non gioca a scacchi, l'arrocco è l'unica mossa che consente di muovere due pezzi in un'unica mossa: il re e la torre, e dove il re può muovere due caselle nella stessa mossa. Sembra quasi una metafora, ma giusto ieri Il Fatto Quotidiano parlava della nostra Regione, della crisi che si stava completando, e individuava nel re il già presidente Augusto Rollandin. Nel prendere atto che è rimasta una maggioranza di sinistra, rappresentata dai federalisti progressisti, da Partito Democratico, dagli autonomisti, Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine e Stella Alpina, che all'insegna dell'idea che poi è maturata nel tempo, mai più una maggioranza a diciotto perché a diciotto non si governa, ecco che strategicamente compiono il più straordinario arrocco della storia, determinando l'uscita dalla maggioranza del consigliere Restano che li ha tenuti in piedi tutti questi mesi e che auspichiamo possa evolvere ritornando nel perimetro del centrodestra, e l'entrata dei due consiglieri di Pour l'Autonomie, ai quali ricordo che stanno entrando a far parte di una maggioranza autonomista progressista di sinistra.Certo, un'occasione troppo ghiotta per rientrare alla casa madre, da eroi, dopo essere stati sfanculati - lo dice il Garzanti: sfanculati - dai rottamatori soltanto trenta mesi fa. Io facevo parte di quel gruppo, che sia chiaro, e soprattutto, credo che vada detto, soltanto pochi mesi dopo aver ricevuto le accuse di grande responsabilità per la mancata elezione del candidato progressista al Senato, sottraendo consenso al candidato della formazione autonomista di sinistra, ovvero i voti necessari per la sua elezione. Ormai è chiaro, nei bar si dice: "Adesso arriva lui, sono cavoli vostri".Va detto, anche questo per par condicio, che anche la coalizione di centrodestra in quell'occasione ha avuto il suo disturbatore alla Camera; che fossero tutti d'accordo? Non lo sapremo mai, ma se ci saranno stati degli incroci strani, probabilmente più avanti lo sapremo. Comunque le elezioni politiche del settembre scorso ci hanno consegnato una Valle d'Aosta politicamente spaccata in due e, continuando con questo trend, si apriranno delle voragini con gli elettori, difficili da comporre, le recenti elezioni in Lombardia e nel Lazio ne danno ampia rispondenza.Voi colleghi, con diciannove consiglieri della nuova maggioranza di sinistra, con l'arrocco, pensate di concludere una lunga crisi politica iniziata nel 2021 con le dimissioni della assessora all'ambiente mai sostituita, crisi che passa dal Conseil fédéral unionista del 2 febbraio, quello dei 150 delegati presenti, dove si è deciso in quel contesto che l'alleanza restava a sinistra con l'allargamento a Pour l'Autonomie, e dove due opzioni presentate ai delegati che, consentitemi, dopo averle lette, ho trovato davvero incomprensibili, hanno poi generato un unico documento che ha portato a una fittizia unanimità, dimenticando la votazione precedente di 31 a 38, dove l'Union, seppur con diverse contrapposizioni interne, ha deciso di mantenere ferma l'alleanza a sinistra e far rientrare dal portone principale gli ex colleghi unionisti Rollandin e Carrel. Quindi, un numero ridotto di persone, di valdostani sicuramente autorevoli, ha deciso per il futuro politico e amministrativo della Valle d'Aosta: pochi hanno deciso per tutti. Mentre il Paese guarda da un'altra parte, l'Italia, le più importanti Regioni italiane vanno a premiare la determinazione delle idee, la chiarezza nella comunicazione, l'efficacia dei programmi, del lavoro, del fare e delle forze di centrodestra e dei moderati che, guidati da Giorgia Meloni con la sinergia di Salvini, di Lupi e di Antonio Tajani, ora governano lo Stato italiano per scelta e con il voto degli italiani. Je crois qu'il puisse être plus facile consolider les interlocutions politiques surtout au niveau italien, c'est comme ça qu'il faut faire, monsieur le Président. Nonostante tutto la Valle d'Aosta decide di non cambiare, di consegnarsi nuovamente alla sinistra; non so fino a quando potrà reggere questa scelta. Io ho traguardato il 2025, perché confido di arrivare alla fine di questa legislatura; non fateci sorprese. Poi si voterà e poi credo che gli scenari sicuramente cambieranno, probabilmente nascerà il nuovo raggruppamento autonomista che, dal mio personale punto di vista, si concretizzerà con il rientro di tutti alla casa madre, l'Union Valdôtaine. Ma ve lo immaginate l'Union Valdôtaine che perde il simbolo, il nome e la sua storia? Neanche per sogno. E ammesso che si riesca a fare questa réunion, le forze prettamente autonomiste dovranno decidere nel 2025 con chi creare le alleanze del futuro, a meno che una nuova vera legge elettorale, come quella presentata da Forza Italia, non dia alla popolazione valdostana la possibilità di scegliere quale coalizione premiare alle prossime elezioni, da chi farsi governare e da quale Presidente. In questo momento, colleghi, mi è più facile immaginare cosa succederà a sinistra nella nostra Regione nel 2025, per il resto vedremo. In Valle d'Aosta c'è un gran voglia di politiche liberali, noi siamo pazienti sicuramente e continueremo la nostra seria e incisiva azione di opposizione, con l'auspicio che ulteriori scelte regolamentari non vadano - guardo lei presidente Bertin - a offuscare la possibilità di lavorare democraticamente in quest'aula, senza restrizioni.Presidente, voi chiedete nella vostra relazione programmatica la via di un confronto franco e costruttivo in merito agli argomenti sui quali è necessario trovare un accordo e dove è essenziale trovare convergenze. Ebbene, credo che per quanto ci riguarda noi di Forza Italia, ma credo anche tutte le forze che hanno fatto opposizione finora, abbiano trovato la giusta comprensione in momenti strategici e importanti per la nostra regione e hanno contribuito ad approvare dei provvedimenti importanti. A volte non abbiamo trovato invece la giusta comprensione rispetto agli atti ispettivi che noi mettevamo in campo. Guardate la vicenda del corpo regionale dei Vigili del fuoco che, con lo sciopero del 31 gennaio, quasi non ci faceva fare Sant'Orso, ma la mozione era una due mesi prima, bisognava agire e lavorare in quella direzione.Concedetemi alcune riflessioni sul programma che avete presentato. Io parlo ancora dei dieci punti, presidente (fra poco), e consentitemi di dire che leggere il comunicato del Partito Democratico di ieri, che parla di programma rinnovato e con una squadra motivata, mi fa abbastanza sorridere, scusate! La squadra dei consiglieri è motivata? Avete visto gente motivata? È motivata a sostenere e a votare tutto? La questione del collega Padovani è già stata evidenziata e non la voglio richiamare. Riteniamo che di rinnovato non c'è nulla, non c'è continuità, c'è poco, ma di motivato possiamo solo vedere il presidente, il super presidente con la delega delle finanze, con la delega delle partecipate, con la carica di Prefetto; caspita! C'è il collega Bertschy che è l'unico che è stato promosso là dove era e con una delega in più, ma gli altri mi pare che debbano considerarsi un pochino sfiduciati, oppure non consoni al ruolo che occupavano prima.L'assessore Barmasse, soltanto qualche giorno fa, aveva dichiarato che senza delega all'ERP sarebbe stato disponibile a continuare a fare l'assessore alla sanità. Mi pare che la delega all'ERP non si capisca dov'è, ce lo direte probabilmente, ma non si capisce dov'è, perché non c'è traccia di questo, quindi sarà importante sapere anche questo.Per quanto riguarda il programma di continuità, mi viene da dire repetita iuvant, le cose ripetute forse aiutano ma non risolvono. Voi parlate al primo punto di organizzazione, di Amministrazione regionale: già c'era. Voglio citare un passaggio della relazione programmatica: "Tutto ciò potrà tradursi in un rinnovato spirito di appartenenza e orgoglio del personale, laddove la politica sappia trasmettere segnali di stabilità, di coerenza, di programmazione". Io non lo so se siete certi e convinti di trasmettere tutta questa motivazione al personale. Il programma del 2020 prevedeva: "L'Amministrazione regionale sconta un'impostazione organizzativa datata e fondata su un approccio parcellizzato e settoriale", eccetera; la stessa cosa nel programma del 2023: si parte dalla riorganizzazione dell'Amministrazione regionale innovandola e valorizzandone il ruolo centrale. È tutto un repetita iuvant, colleghi, e questo non va bene. Gli enti locali: certezza nei finanziamenti; già c'era. Trafori alpini, concessioni per grandi derivazioni; già c'era anche questo. La realizzazione del nuovo ospedale, l'ha appena detto la collega Guichardaz, sta nelle cose e stiamoci dentro, vediamo questo progetto, portiamolo in Commissione e cerchiamo di capire. Completamento dell'aeroporto; già cera ed è un intervento finanziato. Cime Bianche: il percorso va avanti, è in itinere. Riduzione dei tempi di attesa per visite ambulatoriali e interventi chirurgici, liste di attesa: lì ormai siamo...! Io ero nel 2019, sono tre anni che lavoriamo su questa cosa, in realtà abbiamo portato a casa dei soldi, ma non si sa bene come sono stati spesi. Soltanto lunedì sera al pronto soccorso del Parini sembrava di essere a Kabul: "Mancano i letti, non riusciamo a ricoverare", diceva un'infermiera o la capo sala in quel momento alle persone che erano in attesa.Lo sappiamo Assessore, e abbiamo sostenuto tutto affinché arrivassero delle risposte, anche se il più delle volte ci sembravano provvedimenti spot che hanno speso tante risorse, ma ancora senza risultati efficaci. Noi di Forza Italia ci siamo prodigati a dare suggerimenti e abbiamo anche affermato che, secondo noi, il problema è soprattutto organizzativo.Un suggerimento al nuovo Assessore alla sanità: dia una svolta, tutti i medici, i chirurghi, i professionisti della sanità che sono impegnati in attività amministrative in assessorato o alla USL, che tornino a fare il loro lavoro, che tornino a fare i medici, gli infermieri, gli educatori, in reparto ospedaliero o nelle strutture degli ambulatori, perché non possiamo più sentirci dire: "Ah ma mancano, mancano, mancano"! Anche quello sarebbe un segnale importante.Vi anticipo che si parla di atto aziendale e vi chiedo di non fare il blitz. Non fate il blitz, perché noi abbiamo recentemente in V Commissione sentito tutte le professioni sanitarie, tutti i sindacati e tutti chiedono di essere partecipi a questo percorso di stesura dell'atto aziendale. Non ne sanno assolutamente nulla. Facciamo delle cose che siano trasparenti, fatte bene ed evitiamo il caos anche su questo tema.Di disabilità hanno già parlato i colleghi. La tutela delle risorse idriche nel Piano di tutela delle acque: è lì dal 2020 che è pronto, ragazzi! La conclusione delle vicende contrattuali per i Vigili del fuoco e per il Corpo forestale: dopo tutte le sollecitazioni che Forza Italia ha fatto negli ultimi mesi, ci mancherebbe che non si andasse avanti. Sappiamo che c'è una bozza di legge che è quasi pronta: andiamo a discuterla, approfondiamola e andiamo a votare.Poi l'ultimo punto che mi fa impazzire è la stabilità di Governo. Alla buon'ora! Abbiamo fin dal 2021 aperto il dibattito sulla legge elettorale con un'interpellanza. Ora siamo stati impegnati, forse anche distratti, sul tema del referendum, ma c'è una legge depositata, una legge di Forza Italia, e noi chiediamo fin da subito - guardo lei presidente Bertin - che vada in discussione il progetto di legge n. 67 da noi presentato a maggio 2022, quanto prima. I partiti si esprimano, la gente poi capirà chi c'è e chi non c'è su questo punto. Presidente Bertin, lo assegni alla Commissione.Questo programma omette, io avevo scritto "omette", ma in realtà omette o sfiora una serie di questioni che riteniamo fondamentali. Parla poco del sociale, parla poco di povertà, del piano della povertà, che dovrebbe essere già consegnato ormai, perché avevamo incalzato all'epoca l'assessore dicendo di dare corpo il piano della povertà. Ma il piano della povertà è stato affidato a terza persona: questa terza persona ho la sensazione che non stia contattando nessuno di quelli che sono i veri attori nell'ambito di una stesura di un piano della povertà.Poi, non ha accolto le problematiche più volte sollecitate dall'opposizione rispetto all'edilizia residenziale pubblica. È di ieri, e arriverà in Consiglio quanto prima, la richiesta del Consiglio comunale di Aosta che chiede finalmente di rivedere la legge n. 3 del 2013 e alcune delibere attuative, tra cui quella sulla morosità incolpevole, votata all'unanimità dalla giunta Nuti, dalla Giunta di sinistra e anche dalle forze di opposizione.Non si parla di azioni concrete mirate allo sviluppo delle attività produttive, del commercio, dell'industria. Si sfiora il tema della scuola nella seconda stesura, così come pure l'agricoltura era dimenticata nella prima stesura, e poi si torna ad accennare a qualcosa sul casinò di Saint Vincent. Quali prospettive? Non se ne vuole parlare? Ne parleremo? Questo lo vedremo.Queste sono alcune tematiche, ma poi qualche perplessità le ha destate anche un po' la composizione della Giunta, come è stato anche detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Non so se chiamarlo turnover o se avete dato delle pagelle agli uni o agli altri. Nella logica del mantenimento del numero degli assessorati e del manuale Cencelli, appare incomprensibile spostare assessori da una delega all'altra a metà legislatura. Di certo devo rilevare che per la prima volta nella sua storia, l'Union Valdôtaine lascia l'Assessorato alla sanità, e gli autonomisti lasciano l'Assessorato alla cultura e all'istruzione. Questo è davvero un fatto storico.Vado a concludere, perché sennò diventa un pistolotto troppo lungo. Questa Regione ha bisogno di un cambiamento di paradigma, e invece si attorciglia tra le baruffe e la difesa di posizioni talvolta anche troppo personali, che sono a questo punto inaccettabili e lontane dalla gente, che diserta le elezioni perché nauseata. Noi diciamo, come Forza Italia, che saremo vigili, saremo incalzanti all'occorrenza, ma anche e soprattutto propositivi nell'interesse della Valle d'Aosta, delle valdostane e dei valdostani.Per ora io mi fermo qui, probabilmente ci sarà la possibilità di replicare altri quindici minuti, lo valuterò sulla base degli interventi che verranno fatti dalla maggioranza.
Presidente - Consigliera Foudraz ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - Questa legislatura, la XVI, ha avuto inizio ventotto mesi fa: era esattamente il 20 ottobre 2020 quando furono convalidate le cariche degli eletti. Ventotto mesi di alti e bassi, direi più bassi che alti. Per il bene dei valdostani, un gruppo di eletti decise di andare contro a quella che era stata l'espressione dell'elettorato che, nelle giornate di domenica 20 settembre e lunedì 21 settembre 2020, si espresse in maniera chiara e inequivocabile. La Lega Vallée d'Aoste fu il primo partito che ottenne il maggior numero di voti, e precisamente ottenemmo un risultato di 15.841 voti, che volevano dire il 24 percento delle preferenze dei valdostani che si recarono alle urne. Ma poiché ovviamente l'unico obiettivo è sempre stato solo il bene dei valdostani, ci fu una corsa ad allearsi tra partiti e movimenti che avevano anime, programmi, ideologie discordanti e dissonanti, e questo solo perché non si voleva che la Lega governasse, ricordatelo sempre, per il bene dei valdostani!Con quello spirito di sacrificio, che contraddistingue alcune forze politiche presenti in quest'aula, venne siglato un patto di alleanza di Governo che, ahimè, non ebbe vita lunga, tanto che a maggio 2021, dopo solo otto mesi dalle elezioni, e dopo sette mesi dalla convalida degli eletti, iniziò a traballare. Il nostro gruppo evidenziò più volte in quest'aula consiliare che era evidente che fosse in atto una crisi di Governo, ma prontamente ci fu sempre detto, in tutta risposta, che non c'era nessuna crisi e né ci sarebbe mai stata, perché la maggioranza c'era ed era comunque a diciotto, pertanto definire questa una crisi di Governo era solo un'illazione; e a dimostrazione che di crisi non si potesse parlare, erano i numeri di provvedimenti legislativi adottati e gli atti che parlavano da soli. Abbiamo sentito più volte frasi del tipo: "Stiamo lavorando bene, stiamo portando avanti numerosi disegni di legge e questa è la prova provata che non c'è proprio alcuna crisi". Siccome la crisi non c'era, siamo arrivati al 25 gennaio 2023. Dopo ventisette mesi il Consiglio regionale ha preso atto delle dimissioni dalla carica di Presidente della Regione del consigliere Lavevaz. Ma mi pare di ricordare che la maggioranza stava lavorando bene, anzi no, io direi benissimo! Parole poi smentite e riportate anche da diversi organi di stampa locali, dove alcuni consiglieri di maggioranza esprimevano quella che per loro era stata la gestione politica di quei ventisette mesi, e qui cito letteralmente quanto è emerso dalle fonti di informazione: "Come una gestione politico-amministrativa che raggiunge con difficoltà la sufficienza". E questa è solo una delle tante affermazioni eclatanti apparsa sui quotidiani locali, a partire dallo scorso mese di gennaio in poi. Il nostro gruppo lo aveva sempre detto, da subito e sempre avevamo evidenziato in quest'aula consiliare questa criticità e questo immobilismo politico.Oggi siamo al 24 febbraio, trentuno giorni di fermo, di blocco di una Regione, per non cambiare niente o poco. Sì, perché vorrei ricordare a coloro che magari non sanno, vuoi perché non seguono i lavori consiliari, vuoi perché stanchi di seguire una politica che tesse una tela a proprio piacimento, vuoi perché non conoscono nello specifico le dinamiche amministrative che seguono alle dimissioni dalla massima carica politica regionale, quello che succede durante i successivi sessanta giorni dalle dimissioni. Dal momento in cui il Consiglio regionale prende atto delle dimissioni del Presidente della Giunta, l'Amministrazione entra in quella che si definisce amministrazione ordinaria, così come previsto dall'articolo 7 della legge regionale n. 21 del 2007, vale a dire che in questo lasso di tempo possono essere adottati solo atti di routine, eccezion fatta per quegli atti indifferibili ed urgenti. Ma traduciamo ancora meglio quanto ho appena esposto, in maniera tale da essere il più chiari possibili, perché a volte qua la chiarezza non è di casa. Tutto questo vuol dire tutto fermo, tutto fermo!Questo stop, vorrei ricordare che è sempre nell'interesse e per il bene dei valdostani, ma sarà effettivamente così? Sarà proprio per il bene dei valdostani questo stop che, a detta dei più, è servito per permettere un cambiamento di rotta? Oppure sarà perché le cadreghe piacciono e fanno gola a tanti? Un periodo di stop per permettere la ricomposizione di un Governo che ha il sapore di una minestra riscaldata. Più o meno le stesse figure che hanno governato fino a oggi, eccezion fatta per poche new entry, e siccome hanno governato bene, portando avanti numerosi dossier, vengono giustamente premiati con un cambio di assessorato. È normale che questi soggetti che, nella prima parte della loro governance, e che per ammissione di parte dei loro componenti, hanno raggiunto a malapena la sufficienza nel lavoro che hanno svolto, abbiano nuovi incarichi di governo in altri assessorati? Mi auguro che non ottengano gli stessi deludenti risultati. Questo valzer di poltrone, con in scena grossomodo gli stessi protagonisti, naturalmente avviene non per una mera spartizione delle poltrone in base ad accordi senza un vero progetto di crescita, ma solo e sempre, ricordiamocelo, per il bene dei valdostani.E vogliamo dimenticare la sanità? Uno dei settori più sofferenti in questo periodo, dove un Assessore, che dovrebbe avere le giuste competenze e conoscenze del settore, viene messo da parte, per essere sostituito da un appartenente a una forza politica a cui si deve dare il giusto risalto per mantenere in piedi una maggioranza che non ha gli stessi obiettivi e non è poi così coesa. Ci poniamo allora questo quesito: avrà questi le giuste conoscenze e competenze nel settore per risanare o migliorare la nostra malandata sanità? E chiedo nuovamente: è normale che quando non si lavori bene in un settore, poi ci si sposti in un altro nella speranza che si possa fare meglio? Queste risposte dovrete darle ai valdostani. Inoltre, bisognerebbe tenere anche conto che tutti questi cambiamenti di deleghe assessorili interessano anche parte del personale che muove la macchina amministrativa regionale, che ormai da diversi anni girano come trottole da un ufficio all'altro. Più o meno ogni due anni si spostano da una parte all'altra, da un settore all'altro e tutti questi spostamenti richiedono tempistiche che non sono sempre attuabili nell'immediato, con la conseguenza che il lavoro viene rallentato per evidenti problemi logistici ma anche informatici. E intanto i valdostani aspettano. Aspettano provvedimenti che possano dar loro un po' di respiro in questo difficile momento di crisi sociale ed economica, ma i valdostani sono persone che hanno molta pazienza, quindi io voglio pensare che tutta questa più o meno nuova maggioranza lo stia facendo per il loro bene. Quegli stessi valdostani che, ricordo, fra due anni - due! - saranno nuovamente chiamati a esprimere il loro voto.Domenica che verrà, domenica 26 febbraio, la nostra Regione festeggerà il 77esimo anniversario della sua autonomia e il 75esimo anniversario del suo Statuto speciale; e allora che la festa abbia inizio. Ritengo che questi ventotto mesi, siano stati i peggiori dello scenario politico valdostano a partire dal 1946. In questi due anni e mezzo avete saputo scrivere le peggiori pagine della politica valdostana, ma lo avete fatto sicuramente per il bene dei valdostani che, mi auguro, ve ne saranno grati e riconoscenti alla prossima scadenza elettorale.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Sulla proposta che è stata formulata quest'oggi dal candidato alla Presidenza della Regione, non posso che ribadire il giudizio negativo che ha già espresso la collega Guichardaz, anzi, un giudizio particolarmente negativo che espliciterò qui di seguito, soffermandomi sugli aspetti più critici di quest'operazione.Parto dalla figura del Presidente della Regione. La candidatura Testolin era stata avanzata dall'Union Valdôtaine già nell'ottobre del 2020, ma aveva incontrato l'opposizione di Progetto Civico Progressista e non solo, anche VDA Unie si era detta apertamente contraria, e non era solo per il fatto che Testolin fosse allora coinvolto in un'indagine sull'attività della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, c'erano anche altre motivazioni. In particolare, stante l'attuale sistema elettorale che, purtroppo, non prevede l'elezione diretta del Presidente della Regione, non è accettabile che il criterio sia quello di affidare l'incarico a chi ha prevalso nella lotteria delle preferenze individuali. Per noi non è un criterio valido, tantomeno in votazioni per cui è stato provato, è stato evidenziato un inquinamento del voto da parte della 'ndrangheta.Sulla ripartizione delle deleghe. Il cambiamento, per quanto riguarda le persone degli assessori è minimo: cinque nomi sono stati confermati, bastava quindi cercare eventualmente una nuova figura per la sanità e ricoprire l'Assessorato all'ambiente e trasporti vacante da quasi due anni, cosa che avrebbe permesso sicuramente una maggiore continuità amministrativa. Invece il presidente incaricato ha voluto cambiare tutte le deleghe, non si sa bene se con l'intenzione di esprimere un giudizio di insufficienza sulla giunta Lavevaz, se per soddisfare delle richieste personali o per recuperare quel rinnovato entusiasmo che è stato citato e che verificheremo presto. In ogni caso i risultati sono molto discutibili. Che senso ha mettere insieme le opere pubbliche e l'ambiente? Si tratta di ambiti profondamente diversi, per certi versi quasi antitetici. E anche la scelta di concentrare sul Presidente dei compiti importanti, come quelli delle finanze e delle partecipate, non è condivisibile.Ad onor del vero io non ho letto le deleghe del Presidente nel programma presentato stamattina, ma immagino che sia così, forse si è dimenticato di esplicitarlo, collega Testolin, o forse avremo delle sorprese, tra l'altro non abbiamo capito a chi spetterà la delega sull'università. La maggioranza precedente, giustamente, aveva voluto che il Presidente della Regione fosse essenzialmente un coordinatore, perché dovrebbe essere quella la principale funzione, insieme alla rappresentanza della Regione e allo svolgimento delle funzioni prefettizie. Invece qui si decide che l'incaricato Testolin fa per tre o quattro; un metodo che noi francamente riteniamo sbagliato.Sulla scelta dei singoli assessori. Il criterio guida dovrebbe essere la competenza: se c'è fra i consiglieri bene, altrimenti si cerca anche fuori. Qui invece sembra che sia stato applicato l'inverso, cioè quello della non competenza, intesa sulla materia specifica, voglio essere precisa e non essere fraintesa, la non competenza messa a dirigere dei settori chiave. L'esempio emblematico è già stato fatto, è quello della sanità, dove un medico come Roberto Barmasse ci stava, e mi sembra che lui avrebbe anche voluto rimanerci, a leggere le notizie di stampa, ma nominare in questo ruolo l'assessore Marzi che aveva un suo ruolo alle finanze, a nostro avviso è illogico; e non è comunque l'unico caso.Sulla rappresentanza di genere in Giunta. L'ha detto la collega Guichardaz: non ci sarà nessuna donna in giunta. È vero, non c'è neanche nessuna donna in maggioranza, ma lo Statuto consente di avere degli assessori esterni, come più volte è anche stato fatto. Quindi mi chiedo: non c'è nessuna donna in Valle d'Aosta che può far parte della Giunta regionale? Non c'è nessuna che ha le competenze? Non c'è nei vostri movimenti? Non sarebbe stata una bella scelta quella di trovare una donna competente e metterla in Giunta al posto giusto? Ma non vi è neanche passato per l'anticamera del cervello, perché il principio qui è quello degli equilibri fra le componenti, delle caselle da coprire con il metodo Cencelli in versione rosso nera.Sui contenuti programmatici. Le linee programmatiche lette stamattina sono sicuramente qualcosa in più rispetto ai punti prioritari annunciati lunedì, ma si tratta comunque di una elencazione di temi senza dire come si vogliono affrontare concretamente i problemi; su questo tornerò più avanti con un maggiore dettaglio. Di certo - lo ha sottolineato la collega - questo non è il programma del 2020 e non so come si faccia a dire addirittura che questo sia il programma di PCP.Siamo in un momento di crisi in cui dopo la pandemia ci sarebbe l'opportunità di un rilancio economico, e anche di azioni innovative sorrette dai rilevanti fondi del PNRR, quindi sarebbe quanto mai utile una forte azione di Governo, con obiettivi chiari e lungimiranti, e invece si è in affanno e non si riesce a cogliere le opportunità che ci sono. Si vive e si agisce alla giornata, e la nascita di una nuova maggioranza senza un programma dettagliato e concrete indicazioni operative, non consente certo di immaginare un'azione incisiva come dovrebbe avvenire nella seconda parte di questa legislatura.La maggiore responsabilità di questa situazione politica è dell'Union Valdôtaine, movimento che continua a considerarsi al centro della politica valdostana e che è stato il principale artefice della lunga crisi che ha portato alle dimissioni del presidente Lavevaz e all'attuale situazione. Alle elezioni del dicembre 2020, l'Union Valdôtaine era al termine di un percorso disastroso, che aveva portato allo scioglimento anticipato del Consiglio, aveva presentato, lo ricordo, una lista incompleta, ma era comunque riuscita a reggere, presentandosi agli elettori come una proposta di cambiamento. Un volto nuovo, come quello dell'allora presidente del movimento Lavevaz. La proposta di un metodo più legato alla base unionista che ai giochi e agli interessi del gruppo consiliare. Un secco no a chi, come Augusto Rollandin, rappresentava un pesante passato con una gestione personalistica, spesso con scelte poco ponderate e con una vicenda di disavventure giudiziarie. Una volontà di cambiamento affermata, anche a rischio di subire una sconfitta elettorale.Ebbene, il cambiamento promesso in questi due anni è stato progressivamente disatteso, smantellato, negato. Oggi si certifica il fallimento di quel tentativo di rinnovamento, si mette da parte il presidente Lavevaz e quello che aveva inizialmente rappresentato, si soccombe ai calcoli di potere degli uomini forti del gruppo consiliare, si stringe un patto con Rollandin, il nuovo che avanza, colui che nel settembre 2020 ha presentato una lista alle elezioni regionali per dividere l'elettorato unionista e che solo pochi mesi fa ha corso per le politiche sfidando gli autonomisti riuniti intorno a due candidature, e oggi eccoci qui! Emblematico anche il fatto che il Conseil fédéral unionista, che ha puntato i piedi nei mesi scorsi dicendo "No" a un'alleanza con la Lega, sia stato riunito solo ieri sera, dopo che era già stata decisa la convocazione del Consiglio regionale e la composizione del Governo. Un atto che suona come una mancanza di rispetto nei confronti del ruolo di un organismo di partito, che dovrebbe essere alla base delle scelte delle decisioni; altro che cambiamento!Se era discutibile in passato la presunzione dell'Union Valdôtaine di essere la guida ineludibile della politica valdostana, lo è ancor più oggi, dopo che ha dimostrato per l'ennesima volta l'incapacità di ragionare nell'interesse della comunità, di porre al centro i contenuti, di fare scelte innovative e coraggiose, come sarebbe stata quella di costruire una squadra basata sulle competenze, anche con apporti esterni.Quanto ai cosiddetti colonnelli unionisti, non crediamo che possano cantare vittoria: il disegno di spostare a destra l'asse delle alleanze politiche è, almeno per ora, fallito. L'operazione ha condizionato tutta la prima parte della legislatura, portato al rinnegamento di parti significative del programma autonomista progressista, alla rinuncia di collaborazioni che avrebbero potuto essere importanti. E alla fine che cosa ha prodotto? Nulla di positivo. Considerare una vittoria l'aver sostituito in Giunta il presidente Lavevaz con il presidente Testolin e l'assessore Barmasse con l'assessore Grosjacques, è quanto mai miserando. E lasciateci dire anche che questa réunification o réunion autonomiste che viene sventolata come la bandiera di un nuovo capitolo indecoroso della politica valdostana, è una cosa del tutto inconsistente, debole fin dalle prime battute, fatta solo di parole per coprire operazioni di potere di alcuni personaggi.Un accenno, ma non molto di più, meritano i cinque consiglieri FP-PD eletti in Progetto Civico Progressista. PCP alle elezioni del 2020 aveva ottenuto gli stessi voti e lo stesso numero di eletti dell'Union Valdôtaine, era l'espressione di una domanda forte, che c'è anche a sinistra tra i progressisti, di cambiare storiche sudditanze, di guidare la Valle d'Aosta sulla base di persone e contenuti nuovi. Io so bene quanto ci siamo impegnate noi per questo nei mesi precedenti al voto, con l'aiuto di decine e decine di persone che hanno contribuito disinteressatamente a quel successo! I cinque consiglieri FP-PD hanno affossato tutto questo, hanno silurato la speranza, si sono appiattiti e adeguati ai giochi di potere, pensando solo a piccoli e squallidi tornaconti personali! Un sistema disgustoso, un tradimento del progetto politico che aveva generato aspettative nell'elettorato di sinistra che si era allora in gran parte ricompattato.Quanto alla Lega, siamo curiosi di sapere quale lezione trarrà dopo questo capitolo, che segnala anche il suo fallimento. Il fallimento di quasi due anni e mezzo di malcelata complicità o accondiscendenza con i cosiddetti colonnelli, per andare dove?! Non pochi elettori e simpatizzanti leghisti e di centrodestra hanno espresso in questi giorni comprensibilmente il loro totale sconcerto e la critica per l'assenza di una reale opposizione.E vengo ora più dettagliatamente al programma. Rispetto alle priorità diffuse lunedì, ci sono degli ampliamenti, e ci mancherebbe altro, ma su molti aspetti essenziali, non ci sono delle indicazioni di prospettiva operativa chiara. C'è un'enunciazione, ma non si dice come si vuole affrontare i problemi. Mi soffermo su alcuni di essi, altri li ha già affrontati la collega Guichardaz.Per il Tunnel del Monte Bianco si scrive: "Prise en charge de la problématique concernant la fermeture temporaire du Tunnel du Mont Blanc avec la définition de solutions alternatives à court terme et d'interventions de longue durée". Cosa vuole dire? È in corso una campagna di Confindustria e delle società autostradali perché la Regione Valle d'Aosta chieda il blocco dei due cantieri test programmati per l'autunno 2023 e il 2024, e punti al raddoppio del tunnel. A nostro avviso si tratta di una richiesta sbagliata, perché solo con i due cantieri test si possono fare delle previsioni sull'entità e sui tempi di lavoro di risanamento del tunnel. E parlo di risanamento, perché uno dei problemi emersi è la presenza di amianto nei manufatti, quindi le due società dei trafori e il GEIE hanno valutato come intervenire; è ora che una prima decisione è stata presa ed è giusto che venga rispettata.Sull'ipotesi del raddoppio del tunnel, che è riemersa dopo vent'anni, ricordo che il Consiglio regionale fra il 1999 e il 2012 si è pronunciato ripetutamente sulla questione, sempre dicendo di no. Aveva chiesto anche all'unanimità, con alcune risoluzioni, cose importanti come la riduzione del 50 percento del transito dei mezzi pesanti, un'azione che avrebbe dovuto essere perseguita coerentemente, ma così non è stato. Prima dell'incidente transitavano 800 mila TIR all'anno, il 50 percento vorrebbe dire 400 mila e siamo adesso a 600 mila. Su questa partita, l'ha già detto qualcun altro prima di me, non si capisce cosa vuole fare la nuova maggioranza: smentire decine di risoluzioni del Consiglio e pronunciarsi per la seconda canna? Chiedere la riduzione del transito dei TIR? Sono questioni programmatiche rilevanti, ma non c'è alcuna chiarezza.Ancora, sui trasporti scrivete: "Occorrerà approvare il PRT". Messa così è un'affermazione ridicola! L'approvazione è prevista da una legge che risale al 1997, sono 26 anni che la Valle d'Aosta aspetta il PRT, che era pronto per l'approvazione oltre due anni fa. Allora di quale PRT parlate? Con quali contenuti? Quello che avevo portato in Giunta a febbraio 2021 e poi trasmesso al Consiglio? Quello che il presidente Lavevaz, a dicembre 2021, annunciava come in dirittura di arrivo per il mese di febbraio? Quel testo che oggi farete con qualche piccola modifica per arrivare infine all'approvazione e adempiere a un obbligo di legge? O cos'altro? Questo non lo sappiamo.Si prevede poi la piena operatività dell'aeroporto regionale. Cosa vuole dire piena operatività dell'aeroporto regionale? Se avete scritto quella frase, non tenete conto della situazione dell'aeroporto regionale, dove l'operatività è ormai da vari anni ridotta al minimo. Il masterplan dell'aeroporto, fortemente voluto nel 2004 dall'allora assessore Caveri, è stato un fallimento totale. Prevedeva intensi voli commerciali con decine di migliaia di passeggeri all'anno, un piano che è stato abbandonato, tant'è vero che nel 2015 con una mozione il Consiglio ha chiesto l'elaborazione di un nuovo masterplan; sono passati otto anni e ancora non c'è. E quando nel febbraio 2021 ho insistito per portare quantomeno in Consiglio una proposta di deliberazione di indirizzo sull'aeroporto, sono stata bloccata. L'unica opera per cui sono ripresi i lavori è l'aerostazione, che è già costata 5 milioni di euro e ne costerà altri 10, ma non per fare un'aerostazione nel vero senso del termine, perché nel frattempo il traffico commerciale non c'è più stato, quindi cosa vuol dire piena operatività?Per concludere, sul tema dei trasporti non può mancare la ferrovia. Silenzio totale sull'Aosta-Pré-Saint-Didier, non una sola parola. Ma sappiamo che questo è un argomento tabù, nonostante le indicazioni che vengono dall'Europa, dal Recovery Fund, siano quelle di implementare il più possibile la mobilità ferroviaria e condivisa e limitare invece il traffico su strada. Ma niente, di questo non se ne parla. Per la tratta Aosta-Ivrea che sarà finalmente elettrificata, c'è solo un accenno ai servizi sostitutivi nel periodo di chiusura della tratta e all'acquisizione dei treni elettrici. Io mi sono chiesta se è uno scherzo: si prospetta un lungo periodo di chiusura della linea, in cui si possono fare tante e importanti opere di miglioramento degli incroci, di velocizzazione della tratta, di eliminazione di alcuni ulteriori passaggi a livello, opere in varie stazioni, a Hône, a Nus, in particolare ad Aosta dove è opportuno cogliere l'occasione per ampliare e completare il sottopasso ferroviario, opere in gran parte già previste dal programma strategico di interventi approvato nel 2019 e con finanziamenti in parte del contratto di programma fra Stato e RFI, ma ancora da realizzare. Sono decine di milioni di investimenti e di tutto questo non intendete occuparvi? È sconcertante!In campo ambientale si accenna a pochi temi: il PTA, la crisi idrica, la fattibilità dell'impianto di risalita del Vallone di Cime Bianche, la promozione di una progressiva decarbonizzazione attraverso una non meglio definita riduzione dell'uso delle fonti fossili. Niente sui rifiuti, sulle discariche, come ha già detto la collega.Per il PTA, scaduto da oltre sei anni, si propone l'approvazione in tempi rapidi del piano già presentato e discusso in Commissione. Siamo in enorme ritardo e si riesce ad affermare che l'iter di approvazione è già concluso?! Sono state presentate varie osservazioni vagliate dagli uffici, ma non si è mai arrivati ad alcuna conclusione, non c'è stata manco la discussione. Vale la pena di rammentare che dobbiamo approvare non un piano di gestione delle acque, ma un piano di tutela delle acque, necessario a causa della progressiva aggressione a questo bene comune per delle finalità speculative private.Poi, a proposito della crisi idrica, si prevede la definizione di pronte azioni di contrasto in merito appunto a questa crisi, predisponendo un accurato censimento delle fonti idriche dei bacini, per realizzare un piano di interventi. Siamo all'emergenza e non può essere quella dei bacini l'unica soluzione, occorre ripristinare il più possibile la naturalità dei corsi d'acqua, con la loro capacità di trattenimento, evitare ogni spreco e intervenire sulle perdite, pensare al riutilizzo delle acque reflue. La crisi idrica è poi strettamente legata al cambiamento climatico, di cui però nulla si dice, tranne che bisogna cogliere la sfida che ne deriva. Eppure, sul cambiamento climatico, che nel vostro programma è citato confusamente insieme a quello demografico e sociale - e questa non l'ho capita - abbiamo un ordine del giorno approvato all'unanimità nel 2018, che prevede una Valle d'Aosta Fossil Fuel Free nel 2040, che non vuol dire ridurre le fonti fossili, vuol dire liberarsene, è una cosa diversa, ma anche su questo non si dice nulla.Su Cime Bianche, leggo, si prevede la prosecuzione dell'iter tecnico giuridico amministrativo finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento intervallivo È una dicitura inaccettabile: è da due anni che si chiede di verificare in via preliminare la fattibilità giuridica delle ipotesi di collegamento, in virtù del divieto stabilito dal decreto ministeriale del 2007, ed è indecente che i cinque eletti nella lista di PCP, in virtù anche della chiarezza programmatica sulla questione di Cime Bianche, non abbiano neppure avuto l'accortezza in maggioranza di richiedere tale verifica giuridica, che ha un probabile costo come consulenza giuridica di diecimila euro; niente! È sconcertante che ci continui a prendere in giro operatori e popolazioni delle valli interessate, vendendo fumo, vendendo delle illusioni. Non fate i conti con quello che abbiamo sentito in audizione: c'è un decreto ministeriale che il Ministero ha applicato in situazioni simili a queste. Abbiamo appreso mercoledì dagli organi di informazione che lo studio di realizzabilità commissionato a ottobre 2020 sarà finalmente inviato dalla Monterosa Sky all'azionista che, secondo l'amministratore delegato Munari, deciderà, cito: "cosa comunicare e come comunicare". Un'espressione che suona come una sorta di censura preventiva. Staremo comunque a vedere. Intanto, noi stiamo ancora aspettando la nota dell'Avvocatura che abbiamo chiesto ripetute volte, sia in aula, sia nelle Commissioni, sia con 116 e stiamo sempre aspettando. Sarebbe stato meglio su quest'argomento essere chiari, dire che quell'impianto, a prescindere dall'opposizione ambientalista, comunque non si può fare e che c'è un'altra proposta in campo per la valorizzazione naturalistica del vallone, che va colta e coltivata.Nei vostri punti parlate di rafforzamento dell'immagine della Valle d'Aosta quale destinazione turistica di eccellenza, in concorrenza con le altre località dell'arco alpino; è una banalità che è buona a tutto e a niente. Prima di rafforzare l'immagine, bisognerebbe capire quali sono le sfide nel settore portante dell'economia regionale, qual è il posizionamento della Valle d'Aosta in un mercato in continua e profonda evoluzione, come preservare le nostre specificità. Ci sono degli interrogativi a cui non si può sfuggire: che cosa ne sarà del turismo invernale? Come trovare del personale valido? Quale mobilità individuale e collettiva? Li conosciamo i turisti di oggi e di domani, le loro aspirazioni? Sappiamo cosa pensano i visitatori dell'offerta turistica valdostana? Di tutto questo neanche l'ombra. Poi si fa riferimento ad altre cose di cui discuteremo in Commissione come gli AMM, l'imposta di soggiorno, eccetera.Per quanto concerne l'energia, gli unici due punti a cui si fa accenno sono l'approvazione del PEAR e la proroga delle concessioni idroelettriche. Beh, è certo che il PEAR va approvato, siamo in ritardo già di tre anni! Il piano energetico ha una grande valenza strategica, ma non si è detto, e non si dice nemmeno oggi in questo documento, che tipo di PEAR vogliamo, un PEAR che, secondo noi, dev'essere coerente con la strategia Fossil Fuel Free che è stata approvata dal Consiglio, declinata nella Road map, mai portata all'approvazione del Consiglio regionale.L'elettrificazione della ferrovia è un passo avanti, ma i consumi energetici della società valdostana attualmente ancora per il 66 percento sono coperti da combustibili fossili e solo al 34 percento da FER.Nel documento programmatico c'è un breve accenno alle comunità energetiche rinnovabili ma niente di più, non si dice che cosa si vuole fare rispetto a questa opportunità, quali sono gli intendimenti sulle CER? Vengono considerate un'attività marginale nel campo della produzione dei consumi energetici, oppure una grande opportunità per incrementare la produzione da FER? Che peso si vuole dar loro? Dovremmo dirlo in un programma aggiornato di legislatura.Non si dice praticamente nulla sul ruolo di CVA, una società che è di totale proprietà della Regione, ma che attualmente agisce al di fuori del controllo della proprietà. Abbiamo visto che non è possibile avere un'interlocuzione, non c'è un'interlocuzione stabile, lo abbiamo visto sul discorso sulle tariffe, un'estrema difficoltà a interloquire con i vertici e abbiamo avuto adesso notizia da fonti di stampa dell'acquisizione di Sistemi rinnovabili, di Bonifiche ferraresi, ma non c'è stata nemmeno un'informativa alla Commissione consiliare; niente!Ma la perla, in campo energetico, sta in quelle due righe a pagina 2: "il est fondamental de travailler à la prorogation des concessions des grandes dérivations hydroélectriques gérées par la société CVA, dans l'attente de s'attaquer à la question plus complexe de leur réattribution". In sostanza, ci venite a dire che nella metà della prossima legislatura vi batterete per la proroga delle concessioni in scadenza e stop. È stupefacente la totale assenza di riferimenti alla norma di attuazione per trasferire la competenza alla Regione in materia di concessione. È stupefacente perché il tema è sul tavolo da anni, in Consiglio, nella Commissione paritetica, eccetera. È stupefacente anche perché in questa nuova maggioranza c'è Pour l'Autonomie, che ha più volte presentato iniziative sulla norma di attuazione e sui lavori della paritetica, ma oggi che entra a far parte del Governo il tema viene dimenticato, derubricato, perché prima c'è la proroga! Nel programma dell'ottobre 2020, sul ruolo di CVA e su questo tema cruciale delle concessioni, c'erano scritte delle parole chiare, potete andarle a rileggere, sono molto diverse da quello che state dicendo ora. Anche allora si diceva che nelle more della norma di attuazione bisognava valutare eventuali proroghe, ma la priorità era la norma stessa e in quello che ne deve seguire, cioè cosa? La legge regionale per disciplinare la riassegnazione delle concessioni. Qui le priorità sono capovolte, anzi, l'impegno della norma di attuazione qui è bellamente dimenticato.Vengo alla legge elettorale. Nel documento per l'ennesima volta si parla di una nuova legge elettorale regionale, ma non si dice che legge si vuole fare. C'è solo un timido accenno alla représentation équitable des genres au sein du Conseil, vedremo cosa intendete con questo. Anche in questo senso il confronto con il programma del 2020 permette di notare che allora qualcosa in più si diceva. C'era scritto, in quel programma, che bisognava partire dall'esito dei lavori della sottocommissione della I Commissione, che aveva concluso i lavori nel novembre 2019 con una proposta di legge che prevedeva l'elezione diretta del Presidente e della maggioranza. Quello c'era scritto negli esiti di quella sottocommissione e a quello si faceva riferimento nel programma di legislatura del 2020. Dopo due anni e mezzo, invece di fare un passo avanti, se ne fanno due indietro.Come ho detto in apertura, diamo un giudizio negativo sull'operazione politica che oggi ci è stata prospettata. Un giudizio negativo che riguarda un progetto che è di mera sopravvivenza di alcune persone e di alcune sigle, che è inadeguato negli organigrammi proposti e debole per quanto riguarda i contenuti. Non è di questa operazione di piccolo cabotaggio che ha bisogno la Valle d'Aosta. Il nostro voto sarà quindi negativo, ma non rinunceremo certo a fare delle proposte, a tentare di portare all'attenzione situazioni e contenuti. Ci sono delle nostre proposte di legge già depositate su temi importanti come la riforma elettorale; non c'è soltanto la vostra, collega Baccega, ne abbiamo presentata una prima di voi, ed è stato bloccato l'iter perché c'era una richiesta di referendum... Voci fuori microfono. ... ce n'è una sulla discriminazione di genere, nei prossimi giorni ne presenteremo una organica e innovativa per lo sviluppo delle comunità energetiche, interverremo con delle mozioni, degli ordini del giorno e ovviamente delle iniziative ispettive.Nelle conclusioni del documento programmatico illustrato stamattina dal candidato Testolin, si legge che ritenete essenziale l'avvio di un confronto franco e costruttivo con tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale, in merito agli argomenti sui quali è necessario trovare un accordo, così come su alcuni punti programmatici, in relazione ai quali è essenziale trovare delle convergenze che possano dare delle risposte alle concrete aspettative della nostra comunità. Per due anni noi ci siamo trovate di fronte ad un muro di no rispetto alle nostre proposte, vedremo quindi se sarà ancora così o se qualcosa cambierà, oppure, e credo che sia l'interpretazione più corretta, se questa apertura è solo nei confronti di qualcuno, verso cui peraltro le aperture sono già state dimostrate più e più volte. Pensiamo però che non potrete andare tanto lontano e raccogliere consensi e fare cose utili senza avere un orizzonte un po' più ampio e una capacità reale di confronto, che noi non abbiamo mai avuto modo di vedere, con le esigenze e le proposte di cambiamento che provengono da più parti.
Presidente - Il consigliere Lucianaz ne ha facoltà.
Lucianaz (UV) - Non sarò troppo lungo, la mia non sarà un'analisi politica, ma mi limiterò a poche considerazioni su alcuni dei punti definiti prioritari di questo programma di Governo.Legge elettorale: non si è voluta la consultazione popolare. Ora, che questa responsabilità ricada sulla maggioranza e faccia partire al più presto i lavori in I Commissione, per poter dare una risposta concreta, rapida e credibile ai valdostani che aspettano una legge per la prossima consultazione regionale.Sui trasporti ho più volte lamentato l'inadeguatezza della linea ferroviaria regionale e dei servizi connessi: treni costantemente in ritardo, che complicano terribilmente la vita a chi opera su Torino e che rischia costantemente di perdere le coincidenze. Si è acquistato un altro treno elettrico, caro naturalmente, ma c'erano in ballo i fondi del PNRR. Quindi, treni nuovissimi, costosissimi, rigorosamente elettrici: molto bello, ma i treni andranno ancora sempre, non mi stancherò mai di ripeterlo, alla velocità della prima locomotiva che arrivò ad Aosta due secoli fa. L'idrogeno lasciamolo fare in altre regioni, ora c'è un accordo di programma in corso con magari una bella stazione rifatta non lontano da casa. E per fortuna che c'è ancora l'endotermico altrimenti, quando inizieranno i lavori che dureranno anni sulla linea ferroviaria, non potremo neppure arrivare a Torino.Abbiamo l'aeroporto, bisogna terminarlo assolutamente, ha sostenuto questa mattina il presidente incaricato: due mila metri quadrati di terminal, mi pare, oltre a 7 milioni di euro, ma neanche un volo di linea in arrivo. Se non ci fosse l'elicottero della Protezione civile avremmo per settimane l'aeroporto deserto, il nulla all'orizzonte; mi ricorda un po' il deserto dei tartari.Le barre del passaggio a livello di Via Paravera, qui insisto ancora: solo ieri, giovedì 23 febbraio, le barre sono state abbassate dalle ore 12:38 alle ore 12:45, quasi otto minuti interi per veder passare il trenino che saliva da Torino alle ore 12:41 e riscendeva alle ore 12:44. Mi chiedo: ma si può?! La strada è intasata, la rotonda bloccata, i pullman fermi! L'ho detto ripetutamente più volte al povero presidente Lavevaz e continuerò a dirlo, vi riempite la bocca di green economy, di sviluppo armonico, di innovazione tecnologica, mobilità sostenibile. Ma è questo il modo di gestire un treno? Otto minuti le barre abbassate nel centro cittadino con il traffico bloccato. Se il vostro intento è di rovinare la vita agli automobilisti, ditelo, siate sinceri, non volete le auto sulle strade, non volete affrontare i problemi dei parcheggi e neppure discuterlo in aula? Vi soddisfano le tariffe autostradali? Volete punire gli automobilisti? A me non piace questo, a noi valdostani non piace, quindi lo combatteremo.Prima di prendere in carico la problematica relativa alla prospettata chiusura temporanea del Tunnel del Monte Bianco e individuare delle soluzioni alternative, provate a risolvere questioni abbastanza più semplici. Con un passaggio a livello forse dimostrate che le cose si possono realizzare; realizzare una seconda canna al Monte Bianco, lo vedo molto più problematico. Però ci sono sempre in mezzo i fondi del PNRR, e qua c'è da sguazzarci dentro.Io non posso che esprimermi personalmente a favore di un nuovo ospedale, posizionato in una zona dove possa atterrare un elicottero, ad esempio, dove non ci sia il traffico caotico dell'incrocio di via Roma, dove ci sia qualche albero, un parco, un prato, un po' di verde insomma, il minimo vitale per chi è ricoverato in un ospedale. Questa continua accozzaglia di elementi che si aggiungono a un progetto datato più di vent'anni e in continuo cambiamento, non mi ha convinto, non mi convince e non convince tantissimi valdostani, che lo combatteranno.C'è un punto del programma prioritario che mi suscita apprensione: è la realizzazione del Centro unico di ricerca, che prevede la delimitazione di un territorio ben perimetrato, in cui le imprese insediate accedono poi a incentivi finanziari mediante la valorizzazione di tutte le realtà già presenti sul territorio, come leggo nel punto del decalogo diffuso i giorni scorsi. Ma mi chiedo: "tutte le realtà" sta a indicare che cosa? Vuole dire che sono così poche le realtà valdostane da starci tutte in quel determinato territorio circoscritto? Ad esempio, immagino l'ex TECDIS di Châtillon o le Pépinières. Oppure c'è una ricerca di certe iniziative solo per l'interesse di un assessore, che magari lo conosce già bene questo mondo. Io su questi criteri chiederò sicuramente delle delucidazioni. Tra l'altro, non mi risulta che sia ancora partita la procedura della legge sull'imprenditoria giovanile e femminile che abbiamo votato nei mesi scorsi.Come sappiamo bene, la zona franca di ricerca e sviluppo della Valle d'Aosta, si può inquadrare nell'alveo delle ZES, zone economiche speciali, che sono aree geografiche nell'ambito delle quali vengono offerti incentivi a beneficio delle aziende che vi operano, attraverso la previsione di strumenti finanziari e la concessione di agevolazioni che agiscono in regime derogatorio. Riporto a questo proposito un interessantissimo lavoro a cura di Robert Louvin, distribuito qualche mese fa a tutti noi consiglieri: il titolo era "Flessibilità fiscale e zone franche", e ne faccio ben volentieri pubblicità. C'è un'interessante analisi, condotta dalla World Bank Group del 2017 sulle ZES, zone economiche speciali, in cui si rivela che le ZES, dopo un periodo iniziale, rallentano nel tempo il proprio dinamismo economico, tendendo poi a seguire l'andamento delle aree circostanti e che, contrariamente alle aspettative, sono state le aree a bassa tecnologia e alta intensità di lavoro a essere state economicamente più dinamiche.Sarebbe invece, a mio avviso, molto più interessante e richiesto dal mondo economico valdostano, uno sforzo maggiore della Compagnie Valdôtaine des Eaux. Continuiamo quotidianamente a sentire difficoltà economiche da parte delle imprese valdostane, mi riferisco alle micro e mini imprese valdostane, che essendo pur azionisti, come lo siamo tutti noi della CVA, e ricordiamoci che voi amministratori siete pagati per amministrare il bene pubblico che non è vostro, quindi sarebbe richiesto uno sforzo maggiore da parte della CVA. Come ci è stato anche detto durante l'ultima riunione della IV Commissione, avevano un'intenzione di modificare il regime tariffario per le Partite IVA; stiamo ancora aspettando probabilmente delle risposte. Questi valdostani si aspettano che la CVA dia delle risposte più concrete e lo fanno soprattutto perché la sentiamo nostra la CVA, è nostra e sarebbe anche giusto dare delle risposte più dinamiche. In ogni caso, sulla zona franca avanzeremo prossimamente delle iniziative.Sul piccolo commercio e l'attività nelle zone svantaggiate ho sentito solo buone intenzioni; vedremo presto come questa maggioranza riuscirà a impedire lo stillicidio delle piccole e medie imprese locali.Quant à la langue française, collègue Testolin, en français vous avez avancé des considérations fortes et appréciables sur la question de l'éducation scolaire. Je suis totalement d'accord avec vous sur les bonnes intentions, mais je crois que vous avez commis une seule grosse erreur : vous n'avez pas choisi le bon assesseur. Je ne connais pas les dynamiques de cette majorité, mais je crois que le conseiller Guichardaz aurait pu occuper un ministère où il avait sûrement des compétences plus solides. Qui a participé, comme quelqu'un d'entre nous, le 15 février passé à la rencontre SOS Culture, organisée par Patouè eun Mezeucca, il a bien aperçu que la figure de l'assesseur Guichardaz n'est pas des plus appréciés et que ses décisions et ses choix ne vont pas dans la direction souhaitée par les sociétés savantes que vous venez de citer. Donc, je crains qu'on aura sûrement un grand combat à faire. Surtout, comme l'a bien dit le collègue Baccega, c'est la première fois que l'Union Valdôtaine abandonne le ministère de la culture et de l'instruction, donc on va dans une direction bien établie.L'ultimo punto con cui vorrei tediarvi, e poi la smetto, è il PNRR. Vedo che qui a qualcuno piace sguazzare nel milioni, c'è un mucchio di milioni che arrivano dai fondi europei, quasi una parodia di Paperon de Paperoni mi verrebbe da dire: programmi di cofinanziamento, il quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030, utilizzo di fondi europei per le politiche di coesione 2021-2027, ci si è specializzati a definire gli accordi di partenariato stipulati tra Italia e Commissione europea, a definire strategie e priorità per l'utilizzo dei fondi per il settennio, avete in mente di indirizzarvi verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi continentali per un'economia climaticamente neutra, il Green Deal, e per una società più giusta e più inclusiva, sempre appiattiti coerentemente sull'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, prevedete l'accordo di partenariato che continui a sostenere i presidi di comunità nei territori interni, assieme alla manutenzione attiva del territorio, la salvaguardia delle risorse naturali e culturali, sostenete la tenuta complessiva del sistema Paese, la produzione di servizi ecosistemici!Come ci organizziamo? Vi siete inventati il NUVAD, supporto metodologico del dipartimento delle politiche di coesione, il NUVEC, agenzia per la coesione territoriale, ma per selezionare le aree interne vi siete inventati il NUVAL, dipartimento politiche strutturali e affari europei che ha richiesto il supporto dei membri appunto esperti. Per realizzare il Piano di ripresa e resilienza 2021, il precedente Governo ha istituito la cabina di regia regionale per il PNRR, che non è composto che dai membri della Giunta regionale. Questa cabina di regia deve garantire il coordinamento dei tavoli bilaterali che saranno attivati con la Regione, assicurare il monitoraggio dell'avanzamento degli interventi, questa cabina di regia per il PNRR riferisce periodicamente al Consiglio regionale - io da quando sono qui non ho ancora sentito nulla -, si avvale del NUVAL, un altro nucleo di valutazione dei programmi con finalità strutturali della VdA e della NUVOP, nucleo di valutazione e verifica delle opere pubbliche, queste entrambe sezioni del NUVV, nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Ma non finisce qui, a latere della cabina di regia è stata istituita la Task Force per il PNRR, presieduta dal segretario generale della Regione e composta dai dirigenti delle strutture, tanto che si chiama Task Force dei dirigenti: attraverso la costruzione specifica di tavoli tematici nei quali potranno essere coinvolti altri componenti, un tavolo permanente per il confronto partenariale sulla politica regionale di sviluppo 2021-2027.Ancora, la Task Force dei Presidente è stata integrata con il presidente del Consorzio permanente degli enti locali, CPEL, e il Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta, avendo il piano territoriale, come si sa, ricadute sul territorio. E ancora, con un'altra delibera la governance regionale del PNRR è stata integrata dalla struttura temporanea di project management, funzionale anche a fornire supporto alla cabina di regia e alla Task Force le per attività di indirizzo e coordinamento. Adesso la smetto, perché ce ne sarebbe ancora per due pagine. L'ultimo accenno: la Task Force con mille esperti, per un valore di quasi 5 milioni di euro; un altro progetto bandiera per altri 5 milioni di euro, sempre due progetti del PNRR a conduzione regionale. Erano state previste 46 unità, 12 istruttori amministrativo-contabili, tecnici, ingegneri, informatici, geometri, ragionieri o comunque amministrativo-contabili. Queste 46 unità erano, a quanto pare, il fabbisogno straordinario di personale a tempo determinato per poter ovviare a tutti questi investimenti e progetti. Ad esempio sulla Missione 1, che ne richiedeva già dieci (tre istruttori amministrativo contabili, tre ragionieri, due istruttori tecnici e due geometri), veniamo a sapere a fine gennaio che Agile Arvier richiede, solo lei, sei figure, con la difficoltà di non andare avanti con le progettazioni e i bandi.Non dico di più, l'unica cosa che mi viene da dirvi è: attenti all'ingordigia, perché a forza di ingozzarvi si stramazza.
Presidente - A questo punto sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso e riprenderà tra circa un quarto d'ora.
La seduta è sospesa dalle ore 17:18 alle ore 17:38.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo la discussione generale riguardo all'elezione del Presidente della Regione. Altri vogliono prenotarsi per intervenire? Invito nel caso a iscriversi. Rinnovo l'invito a prenotarsi a chi fosse interessato e volesse intervenire. Se non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale e chiedo al candidato Presidente di replicare. A questo punto, se non vedo ulteriori richieste, chiudo la discussione generale... consigliere Distort proprio in extremis, a lei la parola.
Distort (LEGA VDA) - Ci aspettavamo almeno qualche intervento da parte della imminente maggioranza proprio per un sano rapporto di turnazione, allora cercherò di portare il mio contributo. Io vi confido che, leggendo le quattordici pagine del programma che è stato esposto questa mattina dal presidente in pectore Testolin, stavo cominciando a fare tutta una serie di riflessioni, di analisi e approfondimenti per poter dare una risposta, poi alla fine cosa succede? Succede che la filosofia ha segnato nella mia indole una sorta di modus operandi, quindi mi sono chiesto: ma a che cosa serve che io vada ad analizzare punto per punto? Anche perché fondamentalmente o il programma è diverso rispetto al programma portato avanti dalla maggioranza fino adesso - e allora se fosse diverso, i diciassette rimasti si smentirebbero -, o il programma è uguale - e allora se è uguale, l'ingresso di Pour l'Autonomie è un ingresso che è minato da un imbroglio, quindi fate attenzione... un imbroglio ai vostri danni -, oppure il programma è volutamente fluido per adattarsi ai diversi equilibri nei vari appuntamenti ed effettivamente sinceramente lo si percepisce, perché, com'è già emerso da altri interventi, il programma dice e non dice, il programma rimane generico, è giusto che un programma non entri nel dettaglio, perché altrimenti, anziché quattordici pagine, probabilmente ce ne sarebbero volute settanta, ottanta, cento, però anche strategicamente fluido per poter far sì che ci sia la giusta dose di continuità ma nello stesso tempo l'apertura al cambiamento. Allora a questo punto, con queste condizioni, il programma personalmente non mi interessa e vi do l'appuntamento nelle varie fasi di attuazione di questo programma con gli interventi di commento, saranno i fatti che racconteranno quello che sarete capaci a fare.La riflessione quindi si sposta sul piano fondamentalmente politico, politico strategico, pertanto voglio prestare la mia voce per esprimere quello che pensa ogni Valdostano che usa buon senso e si aspetta buon senso. In merito al buon senso in questo periodo così delicato, voi, reduci da una passata maggioranza traballante, frutto non tanto per problemi di programma, perché il programma mi pare sia stato condiviso a inizio legislatura e più volte ripreso nelle varie edizioni del documento di economia e finanza, nelle varie edizioni di bilancio, ma fondamentalmente per un problema legato a un'assenza di un minimo comune multiplo dal punto di vista della struttura ideologica, e ribadisco che, quando parlo di ideologia, io parlo di qualcosa di alto, perché, quando si parla di idee e di dimensione intellettuale, si parla di qualcosa che rappresenta la grandezza dell'uomo e della capacità di dialogare in ambito di una società. Il problema quindi era quello, il problema era un'eterogeneità di visioni e infatti è emerso dopo qualche mese con l'uscita della collega Minelli e della collega Guichardaz, e poi in seguito da ulteriori uscite. Allora anziché affrontare coraggiosamente la riprogettazione di una maggioranza, perché questo portava la logica, non un interesse politico - e riprogettare non vuol dire rimescolare e stabilire un altro ordine, ma vuol dire riprendere, ricostruire e ridelineare, dare un assetto nuovo -, vi siete limitati a un esercizio di maquillage, con nuovi esperimenti di spartizione dei ruoli aggiungendo ai diciassette rimasti, perché nel frattempo poi il numero si è ridotto a diciassette, una forza politica che viene in soccorso a stampellare, mi permetta Pour l'Autonomie di utilizzare questo termine che esprimo dal punto di vista tecnico non certo di giudizio, può rafforzare o a puntellare una maggioranza debole e orientata a Sinistra, è un dato di fatto e questa riflessione non è frutto della mia visione personale, né della visione del mio gruppo politico, ma è una riflessione che fanno in tanti e, attenzione, anche tante persone all'interno delle vostre rispettive forze politiche. Qua arriviamo al nocciolo del ragionamento: la maggioranza che si configura ora è ancora più vulnerabile, non perché sto gufando, perché i rapporti di forza si sono spostati dalla precedente debole maggioranza a diciotto a una nuova maggioranza a diciassette più due, anzi, una maggioranza a quindici più due, più due, perché ci sono due componenti dell'area PD, che sono gli avversari storici e naturali del partito di Rollandin e sono gli altri due. È indubbio quindi, questo l'aveva già citato e messo in evidenza il collega Manfrin, ma non è una dissertazione di tipo politico finalizzata a dimostrare... no, vuole evidenziare effettivamente gli elementi, perché comunque sarà una maggioranza abitata da due elementi, due fazioni, due più due, che in qualche modo sono conflittuali tra di loro e questo è il progetto di stabilità che è stato costruito in questo mese. Indubbiamente, io sto facendo una lettura, non vi sto dicendo: "siete cattivi, siete degli incapaci", questo dico. Queste due coppie antagoniste diventano non solo l'ago della bilancia, ma la permanente condizione di scacco matto di questa nascente maggioranza. Vi sembra quindi di aver risolto la debolezza della maggioranza Lavevaz? Questa frase finisce giustamente con un punto interrogativo, ma grande punto interrogativo.C'è poi un'altra riflessione, si sa che ogni scelta comporta una rinuncia, così come comporta effetti collaterali, delle vittime sacrificali. Questa diversa maggioranza, non dico nuova perché non è nuova, è solo una riedizione. Questa maggioranza genera effetti collaterali, come si usa nel mondo militare: nel mondo militare l'effetto collaterale normalmente è indicato con i morti, ma un primo effetto - senza scendere nel dramma - riguarda la macchina amministrativa che ora dovrà perdere tempo - l'ha detto anche la collega Foudraz -per riorganizzarsi nuovamente adeguandosi alle geometrie variabili derivate dal maquillage di rimescolamento delle deleghe. Un altro effetto collaterale, e non secondo in ordine di importanza, lo registra la comunità valdostana, in particolare quella parte produttiva che ha assistito al fluire di altro tempo in assenza di attività legislativa e amministrativa in un periodo invece in cui è assolutamente urgente procedere al passo con le sfide quotidiane, ma questi effetti collaterali sono anche fisiologici, non è che ho scoperto l'acqua calda, potrebbero essere anche giustificati - non sto ammorbidendo il tono, voglio veramente portare avanti una riflessione intellettuale, razionale, sostenuta da ragione, sostenuta da logica, sostenuta dai fatti. Questi effetti fisiologici quindi potrebbero essere giustificati se l'attività di questa maggioranza si preannunciasse essere all'altezza delle aspettative, ma potrà esserlo? Esistono degli indicatori che ne preannunciano la natura. Probabilmente qualcuno di voi sta già elaborando una replica e mi dirà: "Luca, l'albero si riconosce dai frutti, proprio a te lo diciamo, tu particolare e fervente testimone del Vangelo". È vero, verissimo, l'albero si riconosce dai frutti e quindi sarebbe lecito spostare il giudizio a posteriori, ma è altrettanto vero che, sempre rimanendo nelle citazioni bibliche, ognuno raccoglie quel che ha seminato. Questa frase addirittura ricorre in più punti: Galati, prima Corinzi, seconda Corinzi, a sua volta richiama i proverbi, e finisco qui la mia dissertazione biblica. Ognuno raccoglie quel che ha seminato, la semina è l'attività propedeutica all'azione, cioè la fase di costruzione di questa maggioranza è avvenuta sulla base solida della compatibilità dei programmi perché voi lo sapete meglio di noi: si tratta di partire da questo punto di vista, com'è stata costruita, com'è avvenuta la semina, perché per raccogliere i frutti è importante questa fase di semina e la semina se è solida, parte dalla costruzione di programmi, condividere i punti, condividere gli elementi, condividere dove si vuole andare, come si vuole andare, o invece è partita da preconcetti ideologici? Tipo mi viene a mente uno, non a caso: "non con la Lega", ma non lo dico da amante respinto, assolutamente: lo dico semplicemente come analisi, oppure un'altra possibilità: sulla base di equilibri di nomine, prima ancora di parlare di programmi. Questo lo sapete voi, sono domande cruciali e ognuno di voi darà risposta, perché ognuno di voi ha una coscienza. Questa risposta in coscienza non è soltanto un richiamo morale, non è un moralismo, ma è il fatto che la nostra credibilità passa attraverso la coerenza, con una coscienza personale e una coscienza collettiva, che può essere la coscienza dei gruppi, dei singoli gruppi, coscienza. Il buongiorno si vede dal mattino e in questo mattino davvero mi auguro che possiate essere artefici di una realtà che perlomeno non deluda, perché il campo di battaglia di questi equilibrismi di potere non è l'arena politica ma è la comunità valdostana. Dicevo il buongiorno si vede dal mattino, questo mattino permettetemi di dire, alla luce di queste riflessioni, non ha grandi presupposti per considerarsi un buongiorno e mi auguro comunque non abbiate in futuro sulla coscienza - torno a usare questa parola - troppi danni, perché la comunità valdostana merita un governo all'altezza delle proprie aspettative. Questo meritano i Valdostani, nulla di meno.Stranamente sono già alla conclusione. Concludo ricordando che a volte esiste un delicato confine tra la soluzione temporanea e l'errore permanente. Questa è una situazione di dilemma che potrebbe definirsi dilemma cornuto. Mi immagino che sappiate che non sto dando del cornuto al dilemma, ma il dilemma cornuto è un tipo di dilemma dove i due corni del dilemma e le due soluzioni del dilemma in ogni caso sono soluzioni critiche, quindi ritorno a leggere. "un delicato confine tra la soluzione temporanea (soluzione 1) e l'errore permanente (ipotesi 2), i due termini del dilemma. Il fatto è che voi, volenti o nolenti, vi trovate su questa linea di confine, senza altra soluzione. Da parte mia, del mio gruppo e per la Valle d'Aosta, e anche un po' per un legame umano nei vostri confronti, quindi veramente io formulo tanti auguri.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Enfin, après presque un an de crise politique d'abord annoncée, puis déclarée, le Conseil est convoqué pour trancher la question. Pendant la première moitié de législature nous avons été des alliés fiables, correctes et loyaux, nous avons assumé les différents problèmes au prix même de sacrifier notre identité démocratique libérale. Je voudrais aussi vous rappeler ce que j'avais dit dans ce Conseil lors de la discussion de la démission du président Lavevaz: nous voulons signifier aujourd'hui notre volonté d'entretenir des relations constructives avec les forces politiques qui entendent trouver une réponse efficace à la crise actuelle et non des réponses visant uniquement à des ajustements personnels. La crise que nous avons traversée était une crise anormale, pas la crise de toute une majorité, mais plutôt la crise d'une partie de celle-ci, pour être précis, la crise interne d'un des mouvements de la majorité. Ce sont des choses qui peuvent passer.Mi sia consentito, colleghi, di compiere una sommaria analisi a nome e per conto di Evolvendo sullo stato della crisi in atto, premettendo che le dimissioni del presidente Lavevaz e la presentazione odierna della Giunta Testolin non hanno finora sortito quel chiarimento politico atteso da chi le aveva auspicate e hanno per contro drammatizzato e ulteriormente complicato i rapporti tra le forze politiche regionali, tema sul quale potrei spendere qualche parola più avanti.In realtà, le dimissioni di Lavevaz sono state precedute e accompagnate dalla contestuale riapparsa di un tema sempre evocato e mai praticato: quello comunemente definito della réunion, che, a quanto pare, è risultato sufficiente ad oggi per consentire ai sedicenti autonomisti di portare a casa la massima concentrazione di potere e il massimo utile politico per sé stessi, a fronte della marginalità delle forze alleate.Permettetemi una battuta, colleghi del PD: questa sera, quando tornate a casa, controllate la cintura dei pantaloni, potreste aver perso anche quelli.Anche se Evolvendo non vuole essere un partito politico, ma piuttosto un sodalizio culturale, intende comunque giocare nel complesso quadro politico regionale un ruolo propositivo, vogliamo sostanziare il nostro impegno civico in forme innovative ed efficaci, fondate su di un approccio creativo e razionale ai problemi posti dalla politica. In altre parole vogliamo continuare la politica con mezzi e metodi diversi dalle forme fin qui sperimentate e meno soggette ai personalismi - personalismi di corto respiro, dettati unicamente da legittime ma non sempre lodevoli aspirazioni a ricoprire cariche elettive -, certamente veicolando idee, progetti e propositi che ci appartengono per intero, ma soprattutto cercando di trovare utili convergenze con quei soggetti che, presentando con noi apprezzabili affinità elettive, potrebbero avere il comune obiettivo di dare vita a quelle stesse riforme, riforme quasi da tutti ritenute ineludibili e tuttavia parcheggiate malinconicamente sul binario delle buone intenzioni.E ora vi chiederete: ma che cavolo ci azzecca tutto questo con la réunion? Conveniamo intanto che su questo lungo tormentone che va sotto le insegne della sedicente réunion, occorre perlomeno fare un po' di chiarezza lessicale e interpretativa. Chiediamoci, sempre inizialmente, cosa potrebbe rivelarsi questa vagheggiata réunion per la cui esistenza fino ad ora ben poco è stato fatto e molto invece si è favoleggiato. Non posso a questo punto esimermi dal far osservare che il recente annuncio fatto dall'Union Valdôtaine di voler ripristinare con effetto immediato un tavolo di confronto politico ideologico sull'argomento, ma riservato esclusivamente alla famiglia degli autonomisti titolati storici, se a qualcuno è parsa una concessione al vintage imperante, ad altri - noi compresi - è sembrata un'improvvida caduta di stile e in termini di rappresentanza politico-amministrativa oggi coinvolgerebbe poco più del 30 percento degli eletti in Consiglio regionale. Mi risulta infatti che gli amici di Pour l'Autonomie di Rollandin non abbiano aderito a quest'iniziativa e potrebbe apparire molto strano che l'uomo che in passato ha fatto crescere l'Union, l'ha fatta risorgere non aderisce alla réunion. L'autonomista per eccellenza ne resta volontariamente escluso, staremo a vedere se questo corrisponde alla verità. Risulta invece, e mi complimento con lei, collega Rollandin, che è uno tra i vincitori di quest'operazione politica, mi devo complimentare, la sua entrata in maggioranza porta il diciannovesimo Consigliere, voi siete in due, il diciottesimo e diciannovesimo. Come ha detto il collega Baccega, vi tiene per gli zebedei, cosa che naturalmente io non sono stato in grado di fare nei due anni e mezzo di competenza.Tanto più, riprendendo il discorso che ho fatto prima dell'improvvida caduta di stile in termini di rappresentanza politica amministrativa, tanto più è improvvida quanto la questione regionalista in Valle d'Aosta è ormai generalmente avvertita come un traguardo ampiamente conseguito unitamente - questo dobbiamo dirlo - alla buona qualità della sua democrazia. Riaprirla, facendo ricorso a degli antistorici privés per affrontare in una sorta di petit comité, e rubo le parole di altri colleghi, qualunque tipo di suo approfondimento suonerebbe come un'inutile provocazione che non gioverebbe alla causa del nostro particolarismo, che non può oggi non fondarsi su di una cittadinanza a tutti gli effetti autonomista, tanto più quando il comune sentire dei Valdostani di origine e di adozione sui temi che un tempo furono dirimenti, i temi degli anni Cinquanta e Sessanta, che andavano sotto la voce della questione valdostana, oggi è riconosciuto come un traguardo ampiamente e pacificamente conseguito, di cui tutti noi possiamo andar fieri. Se da un lato quindi possiamo affermare che soprattutto la fase ideologica della nostra vicenda statutaria e quella successiva dell'avvio gestionale della sua amministrazione sono pacificamente avvenute all'insegna di una sorta di vera e propria egemonia culturale del ceppo storico dell'Union, e questo va riconosciuto, dall'altro si deve ammettere come l'identità di questo patrimonio politico-culturale, affermandosi abbia subito nel corso del tempo contaminazioni liberaldemocratiche, che, peraltro, l'hanno arricchito e irrobustito.Da quanto ho appena detto, a nostro modo di vedere, si possono trarre due conclusioni: una buona e una un po' meno buona. La buona è che l'azione politica dell'Union Valdôtaine, sia pure nell'alternanza tra vittorie, sconfitte, cessioni ed eventuali réunions con cui ha dovuto misurarsi in questi settanta anni di vita si è rivelata positiva e funzionale alla crescita democratica complessiva della nostra comunità, quindi chapeau. Quella un po' meno buona, o se vogliamo cattiva è che i risultati fin qui conseguiti hanno provocato una sorta di logorìo e ha fortemente compromesso la compattezza e la progettualità della sua classe dirigente, che, smarrita quella iniziale spinta propulsiva, si sta rivelando un pochino fragile per affrontare la sfida di quella che noi chiamiamo la seconda autonomia. Ci dobbiamo allora domandare cosa fare per uscire da questa impasse politica in cui ci troviamo e che vede disinvoltamente nella réunion un antidoto salvifico che ha quasi del miracoloso. Su questa vicenda e sui suoi possibili sviluppi Evolvendo si rende disponibile a dire la sua, auspicando che il confronto tra gli Unionisti di vieille famille, i rientranti e quelli di più recente obbedienza, non si impantanino nella ricerca di nuove egemonie da esercitare o di nuovi principati da inventare, ma punti direttamente all'individuazione di quei nuovi orizzonti del possibile, atti a superare quella impasse tra volere e potere che sta fiaccando la nostra intera comunità e ci impedisce di praticare quella cultura dei risultati alla quale noi da liberal democratici riformisti ci ispiriamo.L'abbiamo già detto in più occasioni, ma qui oggi lo ribadiamo: poiché non riteniamo Evolvendo il centro del mondo, né possiamo vantare crediti nella vicenda storica della conquista dell'autonomia, consci di tutti i nostri limiti, dichiariamo con serenità fin d'ora la nostra disponibilità a dialogare utilmente e con pari dignità con tutte quelle forze politiche interessate a praticare la cultura dei risultati, al posto di quella delle chiacchiere, quelle forze politiche che improntano la propria azione ai principi liberal democratici riformisti. Ritornando alla questione dell'autonomia, come si può procedere per fare tutto ciò? Esplorando e se si è in grado, indicando gli orizzonti del possibile, aprendo una nuova fase ricostituente, che, per semplicità lessicale, abbiamo battezzato "fase della seconda autonomia". Ci è veramente dispiaciuto riscontrare nel decalogo che avete presentato - dopo vi siete corretti, colleghi, ma quanto scritto e divulgato noi l'abbiamo letto - la mancanza al primo punto del tema dell'autonomia, e non solo, mancava pure il tema della zona franca, era stato ripreso in uno degli ultimi punti come zona franca di impresa. Probabilmente in quel momento non era al vertice dei vostri interessi, solo successivamente questo punto è stato ripreso e indicato nel programma di governo laddove deve essere collocato, però vedere relegata la zona franca al decimo posto ha provocato un certo dolore a chi tiene tanto a questi temi.Comunque in sintesi, colleghi, ci auguriamo e vi auguriamo che la réunion trovi soddisfazione, ma, cari colleghi, dovete prendere atto che l'Union Valdôtaine e, come dice ADU, i suoi satelliti, che mirano alla réunion, non sono i depositari dell'unica concessionaria di patente da autonomista o perlomeno non lo sono più. Io mi chiedo: ma chi è che deve dichiarare se una persona è autonomista o non lo è? Se è un vero autonomista, se è degno di certificazione, siamo noi stessi che lo dobbiamo dire, non dobbiamo essere soggetti al giudizio di terzi, di chi si sente in qualche modo sopra gli altri, lo dobbiamo fare noi, è un comune sentire, ci deve fare solletico al cuore, perché siamo stati educati sfruttando l'autonomia, sfruttando le prerogative della nostra Regione, quindi non accettiamo, a qualunque forza si possa appartenere, che terzi possano dire: "sì, tu sei un autonomista". In questo riconosco l'azione forte del collega Rollandin fino ad oggi. Sul tema delle autonomie la Valle d'Aosta rischia di essere sorpassata per così dire a destra da altre Regioni, con la partecipazione, colleghi, molto attiva, anzi, direi da protagonista, del Governo Meloni, che ha presentato un DDL sulle autonomie differenziate, che notoriamente si riferisce alle funzioni citate dall'articolo 117 della Costituzione, che sono notevoli. Così, permettetemi due battute, mentre in Valle d'Aosta, da un lato, si accende la réunion e, dall'altro, all'interno dell'Union si vive la révolution des colonels, in Italia si discute di autonomie differenziate, ma non preoccupiamoci, tanto c'era il carnevale e tutti eravamo alla festa di Sant'Orso. Da autonomista, colleghi, auspico che se la réunion deve avvenire, non si tratti di una fusione a freddo, non sia il frutto della somma tra il numero di Consiglieri unionisti, sette, e il numero dei Consiglieri di Alliance, quattro, e, guarda guarda, la somma fa undici, tanti quanti i Consiglieri leghisti per eventuali future operazioni. Questa potrebbe essere un'operazione non compresa, sarebbe un'operazione definita di palazzo.Così, colleghi, piano piano sono scivolato sulla questione della crisi di Governo, ma non intendo trattarla, intendo utilizzare il mio tempo per fare altre considerazioni. Dobbiamo chiederci però cos'è opportuno fare, ce lo dobbiamo chiedere tutti, a volte, rileggendo la storia, qualcosa si impara.Vengo invece rapidamente al programma di governo. Il titolo: "I punti programmatici per il rilancio della Valle d'Aosta" lascia qualche dubbio interpretativo, perché l'approccio è quello del rilancio, potrebbe lasciare intendere che prima vi è stato un po' di lassismo nell'esercitare quest'attività di governo. Quasi quasi si nega quanto affermato durante i Consigli che ci hanno preceduto sull'attività del Governo precedente e, come vedremo, se ci arriverò più avanti, sull'operato dei singoli. Si individuano nel rafforzamento dell'autonomia e delle prerogative del proprio Statuto speciale gli elementi portanti dell'azione politica, questo è quanto ho detto prima, è vero, ci ritornerò dopo. Si cita un seppur minimo cambiamento, credo che i colleghi abbiano già ampiamente discusso di questo, alcuni colleghi di Giunta sono stati sostituiti, ben lungi da me dare un giudizio sul loro operato, parecchi si dovranno occupare di argomenti che non avevano trattato in precedenza. Qualche interrogativo uno se lo pone, perché se mi spostano di Assessorato, allora significa che non ho operato nella maniera corretta laddove mi sono tanto impegnato. Io non intendo dare giudizi sull'operato dei colleghi. On s'occupe de la fermeture du Tunnel du Mont Blanc, de la prorogation des concessions des grandes dérivations hydroélectriques et on parle du dialogue avec l'État. Si dice che è necessario lavorare di concerto con le collettività locali della Valle d'Aosta al fine di assicurare loro dei finanziamenti certi e a lungo tempo, in ragione anche di una distribuzione equilibrata dalle risorse finanziarie. A tale proposito, colleghi, vi ricordo che nel 2021 è stata depositata e distribuita a tutti i gruppi consiliari una bozza di riforma della legge definiamola 54, poi 6, che è stata cambiata parecchie volte nel tempo. Siamo sempre in attesa delle considerazioni delle parti politiche e in quell'occasione si era parlato anche della riforma della 48, per addivenire ai finanziamenti agli Enti locali. Sarebbe stato interessante un cenno sulle intenzioni circa la modifica della 48 perché è un argomento di primaria importanza. Rilevo però, colleghi, che manca un qualsiasi rapporto con Roma, non sono stati fatti cenni ai rapporti con Roma ma soprattutto con i nostri Parlamentari, che, ritengo, in maniera diversa dal Governo regionale, possono essere molto utili per i rapporti con le Istituzioni romane e possono essere anche utili per i progetti quali la zona franca, che sembrerebbe non interessare molto, perché ci si limita, come ho detto prima, alla zona franca di impresa, io credo che i nostri Parlamentari abbiano un ruolo importantissimo. Si cita la legge elettorale, e su questo tema ci spendiamo tutti, sarebbe stato interessante capire qual è l'indirizzo che si vuole dare a questa norma per poi confrontarsi a livello di gruppi di appartenenza. Si parla, come ho detto prima, del tema dell'autonomia, della cooperazione con le altre autonomie speciali e si dice che è fondamentale elaborare iniziative da sottomettere alla Commissione paritetica riguardo all'applicazione del nostro Statuto speciale. Non c'è molto di nuovo rispetto a quello che viene di solito detto. Come vi abbiamo accennato, per quanto ci riguarda, il tema dell'autonomia è il tema principale sul quale si deve lavorare e non bisogna limitarsi, a nostro modo di vedere, ad affermare che si devono elaborare delle iniziative da sottoporre alla Commissione paritetica. Mi viene così un'immagine di vedere il Presidente intento a scrivere da solo nella sua stanza le modifiche da fare, mi perdoni la battuta, collega Testolin. Non deve essere così, deve essere tutt'altro da parte nostra, deve essere intesa come una ricchezza di idee il lavoro sull'autonomia, deve essere una ricchezza di confronto, ma soprattutto ci deve essere molta chiarezza. Questa per noi è la battaglia principale, dalla quale poi discenderanno tante altre modifiche ma è una battaglia che i Valdostani devono portare avanti nei confronti del Governo romano, devono confrontarsi ma è anche necessaria per mantenere il nostro livello rispetto alle altre Regioni. Ho paura delle autonomie differenziate, ho paura del confronto, è lì che ci va l'approfondimento, che ci vanno le idee, tutti insieme dobbiamo mettere le risorse per addivenire a quest'obiettivo, perché l'autonomia, come ho detto, non è il patrimonio della réunion, e anche di Evolvendo o della Lega, ma è il patrimonio di ogni singolo Valdostano.Si è parlato poi di sanità e permettetemi, colleghi, di fare un piccolo inciso, qui si vede un po' di confusione, si vede un po' di confusione definiamola politico-amministrativa, perché io vi chiedo: lo Staphylococcus aureus, il Coronavirus, collega Testolin, che si è occupato di Coronavirus, da dove arriva? Sono dei virus, dei batteri che vengono dall'ambiente. Il collegamento tra l'ambiente e la sanità oggi è fondamentale, è scritto a caratteri cubitali ovunque. Pensate che l'Arpa ha isolato il Coronavirus dalle fogne molti giorni prima che questo si diffondesse in una collettività; altri uffici hanno isolato il Coronavirus sui banchi dei bar prima che avvenisse la diffusione. Allora per noi è importante... e ci sta con i lavori pubblici, guardo il collega incaricato dei lavori pubblici e ambiente, perché ha un significato, ma oggi è molto più importante sanità e ambiente, è importante indirizzare l'Arpa e questi sono indirizzi politici che dobbiamo dare ai nostro dirigenti rispetto a un lavoro di questo tipo. La collaborazione con la sanità, con la prevenzione, di questo, colleghi, mi dispiace ma non c'è scritto niente, e questo è il tema principale, perché a questo si collega la salute pubblica, il lavoro, il turismo. È su questi temi che ci giochiamo la partita, dopo naturalmente la sfida dell'autonomia. L'atto aziendale lo approveremo, è un atto molto importante, il piano socio-sanitario, come oggi si chiamerà, pure, abbiamo fretta di farlo, vi ricordo solo tutte le audizioni che abbiamo fatto, non buttiamole via e apportiamoci i dovuti correttivi. La cosa più importante sono le giuste deleghe, le vedremo nelle macro-strutture, ormai sono annunciate, è una suggestione che do all'Assessore che si occuperà di ambiente per quanto riguarda la collaborazione con il collega che si occuperà di sanità.Riguardo al turismo e all'immagine della Valle d'Aosta, collega Marguerettaz, la chiamo in causa ma bonariamente, abbiamo tanto avuto l'occasione di ascoltarla in un intervento sul piano di marketing, vi siete dimenticati di indicarlo, c'è scritto il potenziamento, lo avete richiamato, mi sarebbe piaciuto capire quali sono le modifiche che il nuovo Assessore intenderà apportare al piano di marketing o se magari deve ancora approfondire, ce lo dirà in altra occasione. Ci siamo dimenticati di indicare i percorsi ciclabili, un argomento che abbiamo trattato, siamo impegnati a portare una norma, quello è il futuro del turismo, colleghi, non riguarda solamente l'ambiente e quindi i tracciati, ma riguarda la sicurezza, i turisti e quant'altro, ma soprattutto un'attività turistica che ha uno sviluppo tremendo, nel piano di marketing potrà esserci un cenno.Passiamo ai trasporti, collega, glielo ho già anticipato, non c'è un cenno alla motorizzazione civile, siamo in carenza di dipendenti, una volta ce n'erano venti, oggi ce ne abbiamo undici, è vero che le pratiche non si accumulano ma le do un suggerimento: a volte non si accumulano se non si accettano, quindi evitiamo di fare le lunghe liste d'attesa. Avrei gradito da un collega della sua esperienza, che è già stato seduto lì, un piccolo cenno su quest'argomento, che, è vero, è più amministrativo che politico e prima parlavo che è importante fare politica, ma io faccio un piccolo rappel sperando nel suo impegno, so che è un uomo d'azione e lo farà.Colleghi, non abbiamo parlato di sport, lo sport è salute. Sembra - e faccio un'altra piccola battuta - che ci troviamo davanti a un bancario che eroga un mutuo, un finanziamento, tante piccole regole: "ti do questo, ti do quello, ti do quell'altro". Bisogna far sognare. Non c'è un cenno allo sport di cittadinanza, che è la base per la crescita futura dei nostri ragazzi, perché qua tanto si fa, ma non ci si rende conto che è dato dall'impegno dei singoli, è una somma di tante cose, dobbiamo mettere quattro idee, lo sport di cittadinanza e lo sport per i disabili. La riforma della legge 3, collega Grosjacques, è necessaria e urgente e lo sport soprattutto per le persone della terza età, perché lo sport non è solo risultati, si fa un cenno alle grandi manifestazioni e ai risultati, quelle sì che hanno bisogno di soldi, naturalmente bisogna cambiare la norma ma avrà poi modo di vederlo, però lo sport per gli anziani, insieme a una legge sugli anziani, una legge specifica che non avete dichiarato, è una pietra miliare per il vivere sereno e in salute dell'anziano, i campioni nascono lo stesso. Avete fatto nella parte dell'istruzione un cenno sulle attività motorie, per me il problema è il binomio sport-istruzione e non istruzione-sport, c'è una sottile differenza ma è importante.Certe attività fatte a scuola hanno un significato, fatte in altre sedi, dove abbiamo i veri professionisti... ma i professionisti non nascono perché noi glielo imponiamo con una legge: "fai il professionista della montagna", è come l'autonomia, devono viverla la montagna e la vivono grazie alle società, grazie ai professionisti della montagna che attraggono le simpatie dei nostri ragazzi e poi permettono loro di sacrificarsi, di studiare, di andare avanti e diventare dei veri professionisti della montagna.Mi fermo qui, riprenderò più avanti.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Ormai sono già diverse ore che siamo qui a parlare e a commentare la nascita di un ipotetico nuovo Governo, un atto sicuramente fondamentale per la Valle d'Aosta, che però era del tutto evitabile se si fossero fatte certe scelte in passato. Mi è però venuta in mente una frase qualche giorno fa di Bernardo di Chartres: "siamo come i nani sulle spalle dei giganti". Ebbene, qui di nani ne vediamo un sacco, ve ne sono tantissimi, nani politici ovviamente e fino a poco tempo fa c'era il capo dei nani ed era seduto esattamente lì e come tutti, bene o male, questi nani cercava un pochino di governare. Aveva un po' delle fattezze strane perché non sembrava un nano in carne e ossa, sembrava un pochino di quei nani da giardino, in terracotta, quelli con il sorriso che hanno sempre la stessa posa, che non patiscono niente. Infatti l'Amministrazione di chi era lì prima, se ne sono visti i risultati, è stata immobile. Ebbene, come capita spesso quando ci sono questi nani da giardino, ci sono anche magari dei mascalzoni, dei bambini un po' birichini che se ne prendono un po' gioco, che li buttano per terra ed ecco che il nano politico che era lì ha perso entrambe le braccia, il collega di PCP, e ha perso una gamba, il collega Marquis, ed è un po' rimasto in equilibrio lì per diversi mesi fino a che questi bambini cattivi sono tornati e dalle frazioni alte di Verrayes l'hanno buttato giù per una scarpata, tanto da arrivare giù a Champagne sulla statale totalmente distrutto e questo nano politico ha dovuto fare un passo indietro.Stamani mattina ci è stato consegnato questo programma con il discorso del presidente Testolin, per carità, è un programma e, come tutti i programmi, è difficile su alcune cose non trovarsi d'accordo, è difficile trovare quello che veramente è divisivo, perché, finché è mettere giù delle idee, siamo tutti capaci, il problema poi è realizzarle. È stato detto più volte anche dal collega Testolin, futuro incaricato Presidente, che questo programma riprende molto dal programma del 2020, ha solamente piccole modifiche. Allora in questi due anni e mezzo cos'è stato fatto se il programma è quello? Non so, il presidente Lavevaz ci ha dipinto la sua squadra di governo come una squadra molto attiva, che portava avanti diversi dossiers, che hanno portato avanti tot disegni di legge e avanti così, ma se il programma bene o male è lo stesso, cosa significa? Che non si è fatto niente. Purtroppo è un dato di fatto, uno si chiede: ma il Governo precedente quali sono i risultati che ha portato? Ebbene, ce li ho i risultati, sono qui, è un foglio bianco. Per cosa verrà ricordato il Governo Lavevaz? Per nulla. Per cosa verrà ricordato il Governo Testolin? Per nulla. Io non è che prevedo il futuro, se le persone sono le stesse, non si può immaginare di avere un cambiamento nella linea politica, eh no, poi uno guarda un pochino le deleghe e dice: "ma effettivamente gli Assessori sono stati bravi" e potevano essere confermati nei loro posti per avere un minimo di prosecuzione nel lavoro, perché altrimenti se cambiamo tutto di nuovo in tale legislatura e si riparte praticamente da zero per diverse strutture, è un problema. Sappiamo tutti le difficoltà di rimettersi in marcia: l'amministrazione, coordinamenti, dirigenze; ci vuole del tempo, e perché si è dovuto stoppare a metà dell'opera? Non ha assolutamente senso.Poi appunto si vedono un pochino gli Assessori che in gran parte sono stati confermati rispetto a quelli della Giunta Lavevaz, con deleghe diverse appunto, ma ci sono diverse sfumature che fanno anche capire un pochino forse chi ha lavorato un pochino meglio, chi un pochino meno e ci sono degli esempi, cioè l'assessore Caveri, purtroppo è stato letteralmente spennato e mi ha fatto venire in mente un cartone animato che lei magari - parlerà dopo eventualmente - guardava magari anche con i suoi bambini di Beep Beep e Willy il Coyote, in cui Willy il Coyote è lì che cerca di rincorrere questo volatile per prenderlo e ne combina di ogni colore ed ecco che a lei, che verrà ricordato essenzialmente per le sue gaffe in questi due anni e mezzo, è stato chiesto magari o imposto di fare un passo indietro, di avere qualche delega in meno, soprattutto un pochino forse meno delicata, perché la scuola sappiamo benissimo che è un contesto molto delicato. L'assessore Bertschy, anche lì, io me lo ricordo alla premiazione della Fiera di Sant'Orso, era gasatissimo, sembrava Damiano dei Maneskin, di Hône, pronto a lanciarsi sulla folla, purtroppo però questa folla non solo non l'ha tenuto su, ma ha piantato uno di quei voli per terra che se lo ricorderà per tutta la vita, perché purtroppo le sue aspirazioni giuste, legittime di diventare Presidente sono naufragate bellamente a causa di scelte politiche.Per quanto riguarda il consigliere Grosjacques che prenderà l'Assessorato del turismo, l'altro giorno ci eravamo un po' chiesti i motivi per cui alla base si era guadagnato quest'Assessorato e la cosa che era venuta fuori era una sorta di premio per aver sopportato per due anni le colleghe di PCP lì vicino a lui. L'Assessorato del turismo credo sia un premio ma dico anche che è un po' riduttivo, cioè non basta credo, dovrebbe essere dato addirittura qualcosina in più al collega Grosjacques perché per stare due anni e mezzo vicino alle colleghe di PCP è molto dura. Io la butto lì, io gli intitolerei anche una piazza al collega Grosjacques, tanto c'è una piazza quassù in mezzo alla città che ormai ha perso di qualsiasi significato, intitoliamola "Piazza Giulio Grosjacques martyr des Valdôtains" perché tanto ormai Piazza Chanoux che senso ha? Cosa rappresenta più? Emile Chanoux chi era? Boh? In questo Governo, passato, futuro, presente dov'è Chanoux? Dove sono gli ideali dell'Union Valdôtaine che dovrebbero esserci? Non ci sono! Si parla da anni di réunion, avanti così, ma è mai possibile che non sia fatta sui temi una réunion? E chi se ne frega, basta! Tanto i Valdostani hanno capito che è una cosa che è fantascienza ad oggi, non c'è la volontà! Eh no, questi ideali... ma sì, li citiamo qualche volta... Lì c'è una frase: "la causerie sur la Suisse". Io farei una proposta: togliamo questa frase. Noi non siamo degni di questa frase, perché invece di puntare a essere come la Svizzera, stiamo diventando come certe Regioni del sud Italia. Togliamo questa frase, almeno non abbiamo questo imbarazzo lì davanti, questa frase che in qualche maniera dovrebbe vincolarci a lavorare bene e invece no, si è sempre qui a parlare di poltrone, a parlare di idee, di programmi e poi nella concretezza cosa si fa? L'attitudine che ha avuto questo Governo passato e che avrà questo Governo futuro su certe tematiche si è vista, non basta scriverlo nei fogli, non basta parlare di questione linguistica, di difesa della montagna, poi si vede nei fatti come certe cose vengono bocciate, evidentemente è così, e non mi auspico di sicuro nessun tipo di cambiamento, non lo vedrò, perché tanto appunto le persone sono le stesse, la mentalità è la stessa, la voglia di lavorare su certi temi è la stessa, però poi noi che siamo qui spesso ci mettiamo a parlare, commentando certe elezioni, anche dell'astensionismo. Ci sono state le elezioni in Lombardia e sono andati a votare in quattro gatti. Tutti ci siamo detti: ma c'è effettivamente un problema alla base. Ma voi credete che questo genere di giochi giovi alla partecipazione dei Valdostani alle urne o li allontani? Evidentemente allontanerà i Valdostani dalle urne, non stupiamoci se si tornasse a elezione fra chissà quando e una buona parte dei Valdostani non vada a votare, perché è ovvio che i Valdostani sono stufi di questo genere di situazione, poi ci sono anche Valdostani di un tipo e Valdostani di un altro. Io mi chiedo dove sia finito un minimo di orgoglio, anche per gli stessi Assessori della Giunta Lavevaz. Allora se io credo di aver lavorato bene, "perché mi dovete spostare?", quando le deleghe sono state decise così nel suo ufficio appunto dal collega Testolin. Ma la dignità dov'è? Un minimo di orgoglio dov'è nel difendere ciò che si è fatto. Troppo facile dire: "mannaggia, mi ha spostato, stavo portando avanti questi dossiers ora, se vanno male, è colpa di chi prende il mio posto, se vanno bene, avevo fatto io un attimo lavoro". Non lo so veramente dove andremo a finire, però appunto in quest'esperienza vi capiterà di incontrare tante persone, è ovvio, la Valle d'Aosta è una Regione piccola e troverete una categoria di persone che vi stupirà, una categoria di persone che vedrete un pochino strane, perché saranno quelle persone che cammineranno a testa alta, non ce ne sono tantissime. Un giorno magari quando usciremo da qui, troverete qualche dipendente pubblico che fa il suo lavoro in maniera giusta, corretta, al servizio dei cittadini, magari combattendo contro alcuni dirigenti e alcuni coordinatori che gli mettono i bastoni fra le ruote o contro alcuni colleghi che non li lasciano lavorare, alcuni dirigenti che diranno: "ho bisogno di personale, non ho gente nei miei uffici, non ho direttive", o se vi muoverete un po' di più, troverete gente che porta avanti aziende di famiglia, imprenditori tartassati ad oggi dal caro energia a cui, bene o male, tutti assieme abbiamo cercato di dare un minimo di risposta nei mesi scorsi e su cui sicuramente bisognerà intervenire, troverete allevatori che si alzano alle ore 04:00 di mattina e che adesso hanno paura della prossima stagione estiva e anche primaverile perché la siccità quest'anno rischia di essere peggiore dell'anno scorso; troverete giovani che hanno voglia di lavorare e investire nella propria Valle, ma spesso se ne devono andare perché qui non si danno risposte; troverete poi qualcuno che decide di tornare una volta che se n'è andato, perché magari dentro di sé ha coraggio; troverete qualcuno che invece decide di restare appunto perché ha un grande cuore e ci crede nella propria terra, nei propri valori dei vecchi e delle prossime generazioni. Ecco, una cosa è certa: queste persone non saranno rappresentate da questo Governo perché appunto camminano a testa alta e certi giochi e certe questioni loro non le accettano e questa maggioranza di Valdostani, che è molto spesso silenziosa, si muove magari un pochino nel sottobosco, e che dovrebbe alzare di più la voce ebbene un giorno o l'altro uscirà fuori molto potente e individuerà chi li ha difesi e chi no e prenderà le sue scelte alle elezioni. È normale. Questo Governo ancora una volta è il risultato di una restauration, ancora una volta si ritorna di nuovo a un punto di partenza, ma questo ritorno non sarà infinito, perché i Valdostani fuori stanno capendo com'è la solfa, come si direbbe. Appunto queste persone che camminano a testa alta le vedrete tutte, chi sosterrà questo Governo le vedrà in faccia e ne sentirà quasi il timore perché in queste persone batte ancora qualcosa: la fierezza di sentirsi valdostani, fierezza che purtroppo, troppo spesso, è stata rovinata da certe scelte e da certi personaggi, Valdotèn, su la tita [traduzione dal patois: Valdostani, alzate la testa].
Presidente - Consigliere Perron, a lei la parola.
Perron (LEGA VDA) - Mi atterrò, come al solito, a considerazioni un po' di ordine più generale. Il Consiglio attuale è frutto delle elezioni del 2020, è chiaro, è stato già detto da molti altri ma ogni tanto ripetere giova, che hanno sancito come vincitore un partito in maniera inequivocabile, cioè la Lega, con quasi il 24 percento del risultato, che è praticamente quasi un Valdostano votante su quattro. Le restanti forze di Centro-Destra non sono entrate in Consiglio per un soffio, con il recupero successivo di Forza Italia come tutti sappiamo, ma la mancanza di altri interlocutori della nostra area ci ha sicuramente penalizzati all'indomani del risultato elettorale di qualche anno fa. Dall'altra parte invece il mondo autonomista si è presentato frazionato, figlio di innumerevoli diaspore e divisioni. Si è presentato disunito ma ha poi colto perfettamente l'occasione per unirsi in seguito, lasciando il nostro partito, che, ripeto, è stato scelto in maniera inequivocabile dagli elettori, in minoranza, con un numero consiliare di undici, che chiaramente è un numero grande e che da solo, almeno teoricamente, rappresenta una garanzia in termini di stabilità. Dovranno quindi certamente cambiare le regole del gioco, perché noi possiamo non piacere a qualcuno, certamente non piacciamo a qualcuno, ma in democrazia sono gli elettori che scelgono e, quando scelgono, vogliono essere rappresentati. Non ho sentito - ma forse non ho sentito bene io, forse non ho seguito completamente il dibattito anche sui giornali delle settimane scorse - uno solo dei grandi democratici né della Sinistra, né dell'autonomismo ricordare per la composizione del nuovo Governo il risultato delle elezioni che hanno portato a questo Consiglio, non l'ho sentito praticamente da nessuno.Proprio il mondo della Sinistra, invece, estendo l'analisi, nel 2020 aveva trovato una certa unità, effimera, perché dopo pochi mesi dallo stare in maggioranza quel mondo si è trovato in conflitto con la parte che rappresenta un po' tutti gli estremismi dei radical chic, radical chic per differenziarli dagli estremismi, quelli della Sinistra, quelli da centro sociale, qua in Valle non credo ce ne sia nemmeno uno, forse una volta c'era il Centro Anita, io ci andavo pure a suonare, ma centri sociali qua sono ambienti, non so... "Piloto io" di tantissimi anni fa, vi era il mondo anarchico, ma diciamo che quel mondo lì in Valle non c'è. Abbiamo però il mondo di radical chic, quindi parliamo di comitati, di associazioni, della politica fatta con altri mezzi eccetera, quel mondo lì. In questo caso nella Sinistra c'è stato un conflitto con la maggioranza che c'era prima di tutti tranne di uno, in questo caso il collega Padovani, che, per quanto pensi che la gente scappi dagli USA per andare a Cuba piuttosto che il contrario, quanto meno ha il coraggio di definirsi Comunista e, mi creda, io sono un idealista puro e quindi in questo la rispetto, a mille miglia da me ma almeno lei è Comunista, dice: "sono in una maggioranza e io sono Comunista", poi probabilmente vota un po' qualsiasi cosa, come immagino farà più tardi, ma questo è un altro discorso, perché d'altra parte, pur di far stare all'opposizione il vero nemico, sovranista, populista, neofascista, giustamente qualche compromesso bisogna farlo e si arriva al risultato, queste sono tattiche e giustamente ognuno fa le sue. E così nasceva il primo Governo autonomista progressista e ricordo le parole riportate dai giornali, anche ultimamente, correggetemi se sbaglio, si disse: "la Lega potrà anche vincere le elezioni ma non governerà", così è stato e bisogna dare atto a chi ha voluto quella linea di essere riuscito nel proprio intento, al di là del "Signore degli anelli" con gli elfi, i nani, i guerrieri, eccetera, a me piacciono i fantasy, io però, per onestà intellettuale, quando i risultati non li vedo, faccio autocritica e riconosco a chi ha avuto linee diverse dalle mie e che ha avuto i risultati - mi auguro ancora parziali e temporanei chiaramente - di essere riuscito nel suo intento, quindi lo riconosco.Intanto però le cose a livello italiano cambiavano, perché stava per cadere il Governo Draghi e arrivavano così le elezioni politiche. Il 26 settembre il Paese, con un risultato straordinario e ampiamente pronosticato, svolta a Destra. La coalizione di Centro-Destra, che rappresenta la famiglia politica dei liberali, con eccezione del terzo polo, che sono i liberali di Sinistra, e dei conservatori, con l'appoggio di una parte del mondo cattolico di Centro, trova una sintesi nel Governo nazionale più a Destra del dopoguerra; Governo, che, ovviamente ai nostri occhi, sta facendo bene, con battaglie storiche per noi, come l'affermazione dei valori tradizionali della società, la lotta alle droghe, la lotta all'immigrazione clandestina, l'affermazione del garantismo e la riforma della Magistratura, l'obiettivo di ridurre la burocrazia e la tassazione alle piccole e medie imprese, vedi la flat tax, il traguardo di raggiungere autonomie regionali forti, mentre PD e 5 Stelle abbiamo visto, specie durante il periodo pandemico, il primo, il peggior centralismo che ci potesse essere... e l'obiettivo poi di avere una Nazione forte a livello europeo per evitare che le competenze nazionali, cioè la nostra sacrosanta, ripeto, sacrosanta sovranità non finisca in mano all'euroburocrazia di Bruxelles, dove ci sono tecnocrati che responsabilità dirette ne hanno pochissime, che i territori non sanno nemmeno cosa siano e che diventano facilmente preda delle peggiori ideologie egualitarie, delle lobby finanziarie, addirittura di Stati stranieri, come gli scandali recenti hanno dimostrato. Tranne quindi che per poche altre eccezioni regionali, quattro mi pare, cinque, che hanno radici storiche nel mondo della Sinistra: Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Campania, eccetera, ancora una volta la Valle ritorna oggi con un Governo risicatissimo, chiaramente è risicato, di stampo autonomista progressista, quindi di Centro-Sinistra, che prova a contare soltanto su un rappresentante a Roma che sta all'opposizione e basta. Badate, colleghi, e di nuovo per il discorso di onestà intellettuale, io le vostre scelte le comprendo anche, sono sbagliate ovviamente dal mio punto di vista, però comprendo la ratio, perché c'è anche chi da questa parte al canto delle sirene non ha mai dato molto retta, e senza neanche farsi legare all'albero della nave, come il divino Ulisse, però semplicemente io i discorsi in Consiglio li ascolto, li ho sempre ascoltati e leggevo anche le cose che venivano scritte.Allora al di là dei punti programmatici, che sono di tipo amministrativo, io oggi li ho guardati pochissimo, ma tanto sono i temi che trattiamo, tratteremo ancora e i colleghi di tutte le aree hanno già ampiamente sviscerato, non ci ritorno su, so già più o meno cosa aspettarmi dalla parte prevalente dal punto di vista politico. In generale l'adesione alle agenzie sovranazionali, a tutti i mantra dell'integrazione europea, che adesso ci impone leggi sulle case, che equiparano il Nord Europa ai borghi italiani; alla faccia delle visioni differenziate, con costi enormi per molti cittadini, andando a colpire la ricchezza distribuita e legata alle abitazioni private del nostro Paese, che sono una delle nostre forze insieme al risparmio privato, sudate dai nostri nonni e bisnonni, ognuno di noi può ancora vedere... anche i nostri Valdostani hanno tante case, si sono sudati le case risparmiando e adesso si ritroveranno grossi problemi. Sempre con quella visione, ci si impone folli leggi sulle auto a benzina, degne del peggior ambientalismo, più volte stigmatizzato anche qui, quello che ha coniato il termine "giustizia climatica", bisogna avere una giustizia climatica, è una roba assurda. Nel 700 o nel 600, nella piccola era glaciale morivano come mosche dal freddo, altro che giustizia climatica! Fa più caldo? Sì. Avremo un sacco di problemi? Sì. Ma giustizia climatica è una roba che non si può sentire. Quel mondo lì che si genuflette, tra l'altro, davanti a una ragazzina di 13 anni che insegna a tutti i leader mondiali come vivere. Anche questa è una cosa che probabilmente 50 anni fa se l'avessero vista, ci avrebbero preso tutti per dei pazzi e invece no, però quelle posizioni estreme che qua stigmatizziamo e che spesse volte vediamo rappresentate dalle colleghe di PCP, che qua sono in minoranza, ad altri livelli sono la maggioranza e dagli alti livelli ci vengono imposte qui a catena.Mi aspetto poi totale adesione alle leggi ideologiche legate al genere e all'orientamento sessuale di cui non comprendete nemmeno un decimo degli aspetti e delle implicazioni, specie sui nostri giovani, ma che voterete probabilmente per far contenti tutti. Mi auguro quanto meno che un po' di sano scetticismo e buon senso su queste cose arrivi dagli ex colleghi di opposizione, ancora qui vicini a me per adesso, quanto meno di Pour l'Autonomie, con i quali varie volte abbiamo ironizzato su certe follie che ci arrivavano addosso. Auguro a loro in particolare buon lavoro visto che qui sulla linea di confine, come spesso si scherzava, abbiamo sempre intrattenuto ottimi rapporti di vicinato. Perché se la linea che prevale invece è quella che ho letto qualche mese fa, e già l'ho accennato al collega Chatrian, dalla sua analisi estiva sul voto nazionale, penso che avrò poche sorprese. Infatti sono andato a riprendermi il suo articolo, un po' anche per deformazione professionale, mi piace leggere, mi piace analizzarlo, ho preso un po' il suo articolo e vedo che il collega parla, al riguardo della questione nazionale del nuovo Governo, di promesse pericolose, che faranno aumentare la disparità, che peseranno sul futuro dei giovani, dice: "si perderanno i diritti civili sotto il cappello sovranista autarchico della Destra al Governo, che ricorda momenti storici molto particolari. Sembra di ritornare al Medioevo, bisogna stanare le idiozie becere che vanno per la maggiore". Allora, collega, visto che ci tiene, io direi cominci proprio dal cliché del Medioevo come periodo oscuro e regressivo, perché non è affatto così, ascolti qualche video e podcast di Alessandro Barbero, che, tra l'altro, era pure venuto e vedrà la convincerà molto meglio di me che il Medioevo non è affatto quel mostro di cui lei parla, ammesso che arrivi adesso, non credo, ma comunque sia... si riattivizzi un po' in questa memoria storica. Poi dice che bisogna difendere la diversità, la libertà di parola, di espressione, di genere, di sesso e di cultura, che bisogna riportare al centro l'individuo. Sull'individuo guardi, collega, che il progressismo oggi è sinonimo di globalizzazione, di cultura della cancellazione, politicamente corretto, di omologazione. Nel nostro continente è il gruppo Identità e Democrazia guidato dalla Lega, insieme ai gruppi conservatori europei, a remare contro a un processo di integrazione europea che scavalcherà non solo i Parlamenti nazionali, come sta già succedendo per grandissime scelte che ci arrivano, ma anche a catena i Parlamenti, perché questo è un Parlamento. Se sono bypassati i Parlamenti nazionali, immaginatevi quelli come il nostro. L'Europa delle Regioni, già citate stamattina dal collega Aggravi e di cui si è fatto uno studio, lo ricordo, l'avevo dato l'altro giorno al collega Lucianaz, tra l'altro, non l'ho più ripreso in mano... ma prendeva atto dal fallimento del bel sogno che molta parte del mondo autonomista progressista ha accarezzato di un'Europa delle Regioni, ma che è fallito o probabilmente non è mai esistito e di cui voi stessi avete preso atto. Poi, certo, arrivano i soldi del PNRR, le milionate che citava il collega Lucianaz, nel settennato 2021-2027, che sono in gran parte debito, spesso per cose che non ci servono a nulla, come far iscrivere, ad esempio, alle materie scientifiche le ragazze nelle materie STEM, tanto per fare un esempio. Noi faremo del debito, spenderemo dei soldi, ci sono persone che lavorano per queste cose qua, mentre noi siamo senza infermieri, siamo senza medici di base, siamo senza OSS, oppure sotto organico sempre più grave in mille aspetti della Pubblica Amministrazione: ad esempio, nelle scuole che hanno poi da gestire anche dei progetti sul PNRR, quindi hanno altro lavoro in più e quindi non ci stanno dietro. Abbiamo bisogno di altra burocrazia per intercettare questi fondi, fondi presi per tematiche delicate, che a volte meriterebbero qualche analisi in più, come, ad esempio, il discorso della digitalizzazione a tappe forzate di ogni aspetto della vita, scuola compresa, quando abbiamo le nuove generazioni che sono lobotomizzate dal cellulare e dagli strumenti tecnologici. Andate a chiedere, io sto facendo un po' di colleghi ai licei e mi raccontano di cose assurde. Abbiamo dei ragazzi con una marea di problemi, sicuramente la digitalizzazione e queste cose, come abbiamo visto durante il periodo della pandemia, li possono aumentare. Attenzione, andiamo tutti dritti facendo finta che queste cose non esistono, invece esistono, è un tema importante e andrà affrontato prima o poi.Poi, sempre riferito al collega Chatrian, sono i liberali e non i progressisti quelli che difendono l'individuo dallo Stato, non i progressisti che fanno una legge dopo l'altra e che vedono lo Stato sempre più grande a limitare le libertà di espressione e di parola. Siamo noi che proteggiamo in tutti i modi in Europa il made in Italy e il potenziale agricolo nazionale, altro che autarchia, di cui lei parla in maniera dispregiativa, "made in Italy" di cui i prodotti valdostani in senso generico fanno parte e che sono minacciati oggi e domani da carni sintetiche, da insetti, poi magari "coltiveremo" insetti anche in Valle d'Aosta, non lo so, magari funzionerebbe, nuova imprenditoria: gli insetti in Valle d'Aosta. Non so con la fontina come sarebbero, però si potrebbe provare, che vi devo dire? Siamo noi, tra l'altro, che tentiamo di proteggere le comunità tradizionali dalle follie del mondo ideologico, LGBTQ, che qua sono minoritarie ma che punta al mondo della scuola e alle menti dei nostri ragazzi, già oggi fragilissimi, come dicevo prima, per la scomparsa di ogni punto fermo nella società.Proponga magari, collega, di portare il Gay Pride in qualche piccolo villaggio della Valle e vedrà le reazioni delle persone che ci abitano, vedrà qual è la differenza tra le comunità che si sono costruite nei secoli e le comunità costruite a tavolino dall'ingegneria sociale, quella post moderna. Chieda alla gente che cosa ne pensa dell'ultimo Sanremo, ad esempio, e vedrà dove sta il buon senso e dove stanno invece le minacce.In conclusione quello che noi rappresentiamo con il nostro movimento, come visione del mondo è molto chiaro, siamo stati votati per attuarlo, esattamente com'è avvenuto poi a livello nazionale. Che piaccia o meno questa è la democrazia con la sua legittima alternanza, per la seconda volta da inizio legislatura invece pare, perché in effetti la discussione non è finita, si voterà dopo, il diritto dei Valdostani di essere rappresentati da chi hanno scelto, in questo caso il 25 percento parla chiaro, è stato in qualche modo calpestato. Tutto legittimo, ci mancherebbe, non siamo mica qui a fare le vittime, il gioco è questo, le regole attuali sono queste e dovranno essere cambiate, il gioco delle parti è questo, ma resta profondamente sbagliato - ripeto - questo gioco, tanto più perché è attuato da chi usa il termine "democrazia", guarda caso, per definire sempre sé stesso e poi come una clava, guarda caso, per accusare gli avversari di non essere democratici mai o mai abbastanza.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Dopo tutti questi interventi, sostanzialmente dalle forze di opposizione, vorrei dare il mio contributo alla discussione. Ci sono questi interventi che hanno affrontato sia aspetti specifici del programma e altri che hanno affrontato temi politici, hanno scomodato la coerenza, hanno scomodato gli ideali. In un momento come questo credo che tutti gli interventi vadano ascoltati e vadano presi in considerazione. Qualcuno, secondo me, è andato un po' oltre, si è un po' lasciato prendere, però, come qualcuno dice: "sono ragazzi" e quindi si lanciano su argomenti: nani, ballerine. Io sarei un po' più prudente perché, vedete, noi siamo qua in virtù di una scelta elettorale e se noi guardiamo, questi risultati elettorali non è che sono scritti su tavole di pietra. Qualcuno ha preso un po' i risultati che abbiamo avuto poco tempo fa in Lombardia, nel Lazio, ma avete visto gli svarioni? Avete visto il risultato della Lega nella sua roccaforte? Allora, quando abbiamo iniziato questa legislatura, non ebbi a gradire particolarmente le dichiarazioni in allora della vostra leader, che aveva in qualche modo un po' esagerato anche lei nel dire che la Valle d'Aosta era marcia e, proprio nel contestare, le posi una domanda: "quanti degli undici Consiglieri della Lega che sono entrati in Consiglio regionale sono stati eletti per le loro qualità? E quanti per il brand che in allora andava per la maggiore?". Signori, le risposte stanno anche nei numeri, abbiamo dei Consiglieri regionali che hanno poco più di 200 voti, quindi il salire in cattedra e il dare dei "nani" personalmente non l'ho gradito, perché le parole devono essere pesate. L'autorevolezza di chi parla deve essere poi rappresentata e dire: "ma nella vita che cosa hai fatto? Cosa hai dimostrato?". Ecco che credo un po' di prudenza... io personalmente ascolto con attenzione tutte le suggestioni e molte di queste io potrei anche sottoscriverle, ma immaginate questo dibattito con uno scenario diverso: immaginiamo un'alleanza autonomisti e Centro-Destra. Guardate che il copione non sarebbe diverso, cambierebbero gli attori, ma le cose che verrebbero dette più o meno sarebbero le stesse. La coerenza, il remember, "cosa hai detto", poi magari qualche piccolo aneddoto mi toccherà farlo.Anni fa, quando ero Assessore ai trasporti, collaboravo con un Assessore, secondo me, molto bravo della Regione Piemonte: l'assessore Balocco, che mi diceva: "io sono in difficoltà perché una parte dei miei colleghi - parlava del PD - quando erano in minoranza e c'era la Giunta Cota, facevano i fenomeni. Oggi siamo noi ad amministrare e le critiche che facevano me le devo rimangiare", perché, quando si governa, bisogna cercare di mettere insieme le risorse, i mezzi, per dare delle risposte". In questi giorni probabilmente organi di stampa e televisioni non particolarmente allineate con il Governo Meloni ripassano tutta una serie di dichiarazioni che aveva fatto in allora il capo della minoranza. Vi ricordate le accise? "Bisogna togliere le accise, è una vergogna!". Le accise non sono mica state tolte. Ho seguito particolarmente le accise perché anche lì le critiche che sono state fatte a livello regionale... c'era con me Caveri quando, in virtù di norme europee, i buoni benzina che non erano nient'altro che un'esenzione dall'accise di certi contingenti, erano state dichiarate non più sostenibili, cioè l'accisa zero non poteva esserci, e anche allora dicevano: "avete venduto la nostra autonomia", ma cosa abbiamo venduto? Purtroppo quella situazione non era gestibile, è chiaro che quando sei in minoranza e quando non hai i compiti, è facile dare delle rappresentazioni di inettitudine e di non salvaguardia. Abbiamo parlato di zona franca, abbiamo fatto un convegno molto interessante, c'era il professor Louvin e c'erano una serie di professori provenienti anche da Regioni a statuto speciale, che hanno definito esattamente le potenzialità della zona franca: ecco perché anche nei programmi, bisogna cercare di scrivere delle cose che siano sostenibili e non bisogna prendere in giro le persone, perché se noi abbiamo in mente ancora la zona franca dove possiamo immaginare un commercio senza avere nessun tipo di imposizione, probabilmente prendiamo in giro le persone. Questo non vuol dire che noi non dobbiamo portare avanti la nostra battaglia cercando di ottimizzare quelli che sono oggi gli strumenti. Quando mi dite: "pensate di aver presentato la soluzione migliore?", io non mi nascondo mai dietro un dito, non posso e l'ho detto in più occasioni: io avrei gradito una soluzione diversa, "una soluzione diversa" cosa vuol dire? Vuol dire un'adesione trasversale a un progetto, in modo da non avere degli steccati ideologici. Qua dobbiamo mettere la Valle d'Aosta davanti a tutto e questo blocco di Destra, di Sinistra probabilmente non è più attuale. C'è stata un'indagine particolare, una statistica, dove hanno chiesto agli elettori della Meloni se si consideravano di Centro-Destra. Una parte importante ha detto: "no, non mi considero di Centro-Destra, ma considero che la Meloni in questo momento è più credibile rispetto ad altri" e se voi vedete l'alternanza di questi risultati, è chiara. Qualche anno fa Renzi aveva il 41 percento, dopodiché Renzi è diventato un reietto della politica, ma in quel momento Renzi interpretava il sentimento popolare che dava delle garanzie. Allora io non avrei trovato assolutamente anomalo il fatto di avere un Governo fino al 2025 che raccoglieva una serie di istanze, laddove c'erano delle divisioni ognuno si sarebbe tenuto la propria idea ma su alcuni argomenti e io questi argomenti li vedo... andate a vedere quanti provvedimenti sono stati approvati con trentatré voti - ho fatto una promessa di non parlare dei due trentacinquesimi - ma trentatré voti, questo cosa vuol dire? Che su tutta una serie di argomenti c'è un comune sentire. Ora, vedete, anche chi è appassionato di politica e chi ci ascolta probabilmente ha assistito a un dibattito che era ampiamente prevedibile, perché qualcuno ha cercato di gestire la pesca sportiva; per "pesca sportiva" cosa intendo? Andare a prendere eventualmente qualcuno deluso nell'attribuzione delle cariche per dire: "ti hanno trattato male, cerca di prendere le distanze, vendicati". Qualcun altro ha fatto sfoggio di coerenza, e questo va bene, ma la cosa che mi ha un po' infastidito è mettere sul tavolo degli imputati l'Union Valdôtaine, come se tutti i mali di questo mondo fossero imputabili a delle presunte diatribe interne all'Union Valdôtaine. Io sommessamente mi attengo ai dati, noi sette eravamo e sette siamo rimasti. Il fatto che ci siano discussioni all'interno del movimento non mi pare, anzi, credo sia proprio il motivo per il quale uno è eletto e per il quale uno fa politica e coloro che oggi ci accusano... diciamo che, attingendo termini dall'amico Sapinet che si gestiva l'agricoltura, sono affetti da nomadismo, nel senso che hanno cambiato diverse casacche. Quando vi ho detto prima che io avrei auspicato una soluzione diversa, vuol dire che io faccio parte di un movimento, all'interno del movimento le decisioni assunte sono state diverse ma faccio ancora parte del movimento e rispetto le sue decisioni, non faccio come qualcuno che, in virtù di una presunta coerenza, saluta e se ne va, noi rimaniamo perché riteniamo che la coerenza non vada dichiarata ma vada praticata, che è una cosa diversa.Qualcuno ha detto: "il foglio è bianco, non avete fatto nulla", si metta d'accordo anche con il collega Aggravi, per esempio, che ha detto - e io sono d'accordo con lui - che la Lega e la minoranza hanno contribuito a provvedimenti importantissimi, dando il suo contributo e questi sono risultati veri. Quando eravamo in piena pandemia, quando c'erano i problemi del Covid, abbiamo cercato di mettere insieme le nostre esperienze, le nostre intelligenze, quello che era il sapere in nostro possesso per cercare di dare delle risposte e credo che queste risposte abbiano avuto un gradimento.Vedete che, tornando al discorso delle elezioni, dobbiamo cercare di dare una rappresentazione corretta della nostra autonomia di questa nostra realtà ed evitare di vantarci di risultati che molte volte non sono dei risultati da imputare al nostro lavoro ma al lavoro di qualcun altro. È come avere un negozio in franchising, ma se in quel momento il prodotto del franchising scende... ora qualcuno ha accusato: "ma avete parlato poco di povertà, avete parlato poco di crisi". In realtà, non è vero, ma, dal punto vista filosofico, noi vorremmo agire per impedire la povertà, per cercare di dare delle risposte, per cercare di dare lavoro, solo così tu eviti di avere il problema della povertà, perché, a forza di dare solo elemosina, o sostegni o aiuti... non dico che non bisogna darli, attenzione, non mi mettete in bocca cose che non dico, bisogna aiutare chi è indigente, ma dobbiamo creare le condizioni per far lavorare. In questi mesi, non voglio dire che è merito del Governo della nostra maggioranza, è una situazione particolare, ma il prodotto neve è quello che dà mangiare a migliaia di persone, le persone vengono a occupare i nostri alberghi per andare a sciare. Abbiamo la clientela internazionale che viene per questo e spende e dà lavoro, ecco che le scelte che facciamo, non sono delle scelte per cementificare e per distruggere l'ambiente, ma per permettere a una comunità di sopravvivere, così facendo noi diamo delle opportunità di lavoro ai nostri ragazzi. Ecco perché credo che sia giusto intervenire e aiutare chi ha problemi, ma è giusto fare delle azioni politiche che diano delle risposte, l'occupazione, ed eviterei a questo punto sempre dei ragionamenti che, torno a dire, non mi appartengono, anche perché se qualcuno ha ascoltato e ha registrato, abbiamo sentito le due colleghe al mio fianco dire: "in questo programma argomenti progressisti di Sinistra non ce n'è", dall'altra parte noi abbiamo gli amici della Lega che dicono: "un programma tutto di Sinistra". Capite che alla fine siamo poco credibili.Io cercherei di concludere e non demonizzerei il fatto che vi siano dei cambiamenti anche a metà legislatura. Il collega Baccega ha detto: "io trovo un po' singolare che ci sia un cambio così importante di Assessorati alle stesse persone a metà della legislatura". Forse non si ricorda quando è passato dalle Finanze ai Lavori pubblici nella XIV legislatura, ha fatto la stessa cosa, collega, nel senso che lei era Assessore al bilancio, c'è stata una crisi e lei è andato a fare l'Assessore ai lavori pubblici. Ebbi a dire anche qui che la memoria non è esattamente la qualità più importante da parte dei politici. Al collega Marquis quando dice: "siamo partiti con un risultato elettorale e abbiamo votato, ancorché la Lega abbia avuto un grande risultato, un Governo di Centro-Sinistra", io dico: vero ma l'hai votato anche tu. Questo lo dico perché se noi continuiamo a dire: "quello che ha detto Bertin", "quello che ha detto Padovani" non finiamo più| Se noi riavvolgiamo il nastro, salvo coloro che non hanno mai avuto un ruolo di governo e quelli che sono stati catapultati per la prima volta in Consiglio regionale, di contraddizioni ne troveremo migliaia, io dico che probabilmente più che questo esercizio, che serve a denigrare l'avversario, dovremmo lavorare per mettere insieme - lo dissi già ma lo ridico - le cose che ci accomunano. Da questo punto di vista, io prendo per buone le dichiarazioni che ha fatto i colleghi Manfrin e Restano quando hanno detto: "saremo disponibili a lavorare sugli argomenti"; questo mi porta a dire che da parte nostra... l'ha detto anche Baccega, ma adesso mi ero concentrato sul tuo salto di Assessorato... ma queste dichiarazioni, poi magari qualcun altro le ha fatte, le prendiamo per buone e cerchiamo di dare il meglio di noi stessi per dare delle risposte alla comunità.
Presidente - Consigliere Carrel, a lei la parola.
Carrel (PA) - È stata una discussione lunga, sicuramente interessante, in cui abbiamo preso appunti e da cui sicuramente possiamo prendere spunto. Credo che sia necessario innanzitutto tranquillizzare il collega Distort, non stiamo andando a fare la stampella di nessuno e non stiamo andando in soccorso a nessuno, ma continuiamo, come esattamente da due anni e mezzo a questa parte, a dialogare per cercare di risolvere i problemi. Questo lo dico citando il collega Restano, credo che Pour l'Autonomie, con il suo atteggiamento in aula, con le sue posizioni come movimento e con i voti dei propri Consiglieri, abbia dato più volte atto della propria cultura dei risultati, perché crediamo che questo sia il vero motivo che ci spinge ad approvare o non approvare una nuova maggioranza. Crediamo che il percorso che ci ha visti partecipi in questo mese di trattative, dalle dimissioni del presidente Lavevaz sino ad oggi, sia un percorso che ha visto il Presidente incaricato accogliere e ascoltare le nostre prerogative, le nostre esigenze e, secondo noi, i punti cardine su cui dobbiamo assolutamente agire e agire con un passo diverso rispetto a quanto accaduto in passato, perché noi l'abbiamo detto più e più volte, l'abbiamo detto anche in riunione della maggioranza: vogliamo assolutamente dare e ottenere dei risultati diversi, questo ce lo siamo detti e lo abbiamo condiviso. A partire da cosa per essere concreti? A partire dalla Commissione paritetica che ha citato il collega Aggravi, una Commissione paritetica che non ha dato ad oggi i risultati che noi più volte abbiamo chiesto, non ha dato quelle leggi, quelle norme di attuazione su cui noi, con tutti i colleghi di opposizione, ci siamo concentrati in questi due anni e mezzo. Per questo motivo abbiamo condiviso proprio nella riunione di maggioranza la necessità anche di cambiare un attimo l'impostazione e di vedere la Commissione paritetica più a contatto con il Consiglio regionale, di vedere la Commissione paritetica più vicina al Consiglio regionale e alla Giunta regionale per poter tradurre le nostre esigenze e i nostri desiderata in norme di attuazione per rendere vivo il nostro Statuto, che credo sia l'obiettivo di tutti, quindi è un tema su cui, collega Aggravi, ci siamo confrontati. Non posso dirle oggi se otterremo dei risultati, quei risultati che spereremmo, ma sicuramente abbiamo portato sul tavolo delle trattative anche al Presidente incaricato questo tema e ci siamo confrontati su questo.Il Tunnel del Monte Bianco è un tema che abbiamo trattato da due anni e mezzo, su cui abbiamo posto l'attenzione e sappiamo benissimo che le problematiche due anni e mezzo fa erano tante, oggi sono tantissime, ma ci preme sottolineare soprattutto la proroga delle concessioni del Tunnel del Gran San Bernardo, un tema che con il collega Rollandin abbiamo sottolineato anche con un ordine del giorno al DEFR, approvato poi da tutta l'Aula. Un altro tema quindi su cui Pour l'Autonomie si è impegnata in questi due anni e mezzo che è stato accolto dal Presidente incaricato e inserito nel programma.Potremmo continuare e dire tanti altri temi su cui ci siamo confrontati e abbiamo trovato degli accordi, delle intese di massima per come lavorare in futuro e per come affrontarli, mi preme però innanzitutto soffermarmi sui temi riguardanti l'agricoltura, tema che abbiamo discusso sia con l'assessore Sapinet, sia con il Presidente, temi che abbiamo sempre trattato in quest'aula, il collega Planaz, il collega Ganis, insieme al collega Rollandin... abbiamo portato numerose iniziative su queste deleghe e affrontato diverse problematiche. Il tema "lupo" in primis, un tema su cui il collega Rollandin è stato il primo firmatario di una proposta di legge, poi firmata anche dai colleghi della Lega e, se non erro, c'era solo la Lega perché non si erano creati altri gruppi all'opposizione, poi è stata ripresa dal Governo regionale, abbiamo trovato una mediazione e abbiamo di fatto legiferato una legge molto importante, su cui vi è il nostro impegno e la nostra volontà di attuarla, perché c'è la legge, l'assessore ci ha detto più volte di aver avviato un percorso, è nostra intenzione continuare in questo percorso e portare dei risultati all'attenzione di questo Consiglio. Altro tema sicuramente fondamentale è il Corpo forestale, un Corpo fondamentale per la nostra Regione, un Corpo che, di fatto, rappresenta in questo momento anche un po' la nostra autonomia, perché, di fatto, il Corpo forestale c'è in tutta Italia ed è entrato all'interno dell'Arma dei Carabinieri, ma in Valle d'Aosta è rimasto distinto e ha un ruolo fondamentale per la sicurezza, per la tutela, per la valorizzazione, anche per le nostre comunità, le nostre Vallate, di supporto alla sicurezza nelle nostre Vallate e credo che questo sia un aspetto importante su cui abbiamo già iniziato a lavorare anche dall'opposizione, perché, non nascondiamoci, siamo tutti amministratori e abbiamo cercato, ognuno con le proprie responsabilità, ognuno con le proprie possibilità, di portare avanti i problemi. Sul Corpo forestale abbiamo più volte ribadito, oltre alle pratiche contrattuali, la necessità di andare a coprire tutti i posti vacanti e con l'assessore Sapinet avevamo anche approvato un ordine del giorno durante la discussione del DEFR che andava proprio in questa direzione per utilizzare al meglio le graduatorie esistenti e andare a verificare, se è necessario effettuarne e crearne altre, perché crediamo che dare delle risposte dal punto di vista organizzativo e personale al Corpo forestale sia una delle questioni più importanti da affrontare e che il nuovo Governo dovrà sicuramente portare avanti. Abbiamo poi portato il nostro contributo attraverso i colloqui con il Presidente, andando a sottolineare l'importanza del patrimonio boschivo della nostra regione, valorizzazione e gestione dello stesso. Un'iniziativa che abbiamo portato in aula circa un anno fa e su cui vogliamo confrontarci e vogliamo provare a interagire, a provare a fare e a realizzare un piano, perché la crisi energetica è una crisi che tutti noi conosciamo, ma come la affrontiamo? Noi dall'opposizione avevamo fatto delle proposte, ovviamente ci siamo confrontati con l'assessore, oggi ci tocca, se ovviamente questa maggioranza verrà approvata insieme a tutto il Governo, provare a trovare delle soluzioni, anche perché dietro al patrimonio boschivo vi possono essere posti di lavoro, vi possono essere sviluppi di imprese, quindi lavoro e occupazione, dunque non solamente crisi energetica ma anche occupazione. Questo è un altro dei piccoli tasselli su cui ci siamo confrontati con il Presidente incaricato, proprio per cercare di portare il nostro contributo. Potremmo poi sicuramente parlare della valorizzazione dell'enogastronomia, io credo - e qui lo dico per metterlo a fattor comune ma avremo sicuramente possibilità in futuro di confrontarci maggiormente su questo tema - che abbiamo delle eccellenze dal punto di vista enogastronomico, dobbiamo però essere capaci, oltre a valorizzare il prodotto finale, a capire che questo è il risultato di un'azione di diverse imprese, di diverse persone che lavorano per arrivare a questo risultato. Faccio l'esempio della fontina per tutti e tranquillizzo sicuramente il collega Perron che non è nostra intenzione creare allevamenti di grilli, vogliamo continuare a valorizzare il nostro patrimonio enogastronomico ma per questo è necessario andare a valorizzare tutti i singoli passaggi, perché crediamo sia fondamentale che anche l'allevatore che si alza alle ore 04:00 di mattina debba giovare del beneficio del prodotto della fontina, quindi questa è sicuramente l'ottica entro la quale cercheremo di lavorare. Infine il tema più importante, un tema che abbiamo trattato forse poco, il tema più importante, secondo me, dei prossimi due anni: il tema della siccità, una crisi che ci sta colpendo, ci colpirà quest'estate, questa primavera e molto probabilmente ci colpirà anche nei prossimi anni. Dobbiamo trovare delle soluzioni e le soluzioni richiedono investimenti e gli investimenti, è inutile negarselo, richiedono anche tempo. Ecco che con il collega Rollandin, quando ci siamo recati a discutere del programma, a discutere dei temi che volevamo portare avanti... perché, ripeto, noi siamo per i risultati, quindi il gruppo, che era di tre e oggi è di due, ha dialogato in questo senso, non Centro-Sinistra, Centro-Destra, autonomisti, réunion, non è questo l'input e l'idea che ci ha guidati fino ad oggi. Siamo stati guidati dal mettere sul tavolo determinati problemi e verificare se vi era la disponibilità e la possibilità di affrontarli nel modo in cui abbiamo chiesto in questi due anni e mezzo dall'opposizione per cercare tutti assieme di risolverli. Non so dirle se oggi riusciremo a risolverli, non sicuramente immediatamente ma i bacini di accumulo che vengono citati nel programma crediamo che siano un punto fondamentale su cui è necessario lavorare, perché il piano siccità è fondamentale, lo abbiamo chiesto più volte, la Valle d'Aosta è una, diverse sono le vallate, sin dai ru, dalle antiche storie dei ru, vi sono le guerre per l'acqua, oggi siamo in una situazione simile, sappiamo che vi sono delle zone svantaggiate, delle zone che invece hanno e patiscono meno questo problema, dobbiamo lavorare su questo tema e dobbiamo investire. Ci vorrà del tempo ma è necessario iniziare a lavorarci.Questi sono i temi su cui abbiamo discusso con il Presidente incaricato e su cui ci siamo confrontati e abbiamo trovato, da parte del Presidente, un clima collaborativo e la possibilità di affrontare questi temi in un modo che, dal nostro punto di vista, ad oggi è fattivo, è produttivo ed è utile per la Valle d'Aosta ed è per questo motivo che Pour l'Autonomie ha deciso di aderire a questa compagine ed è per questo motivo che siamo convinti che lavorando e confrontandoci, come abbiamo fatto sino ad oggi, possiamo ottenere alcuni risultati che sono fondamentali, perché il nostro gruppo, il nostro movimento ha quest'unico grande obiettivo: portare dei risultati ed è una delle critiche che non neghiamo abbiamo rivolto al Governo quando eravamo all'opposizione, bene, l'ha detto prima il collega Marguerettaz, un conto è stare all'opposizione, un conto è stare al Governo, abbiamo provato a portare alcuni temi, questi sono alcuni dei temi che ho presentato al Presidente, sono stati accolti, e per questo motivo il nostro gruppo lavorerà in questa direzione per cercare di dare delle risposte che tutti noi dobbiamo dare alla popolazione.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Ancora una volta i cittadini valdostani sono costretti ad assistere all'ennesimo cambio ai vertici del Governo regionale. Da una maggioranza debole e risicata, che non poteva governare a lungo la nostra Regione, vediamo oggi nascere l'ennesima maggioranza che non avrà certo vita facile; perché dico questo? Perché la vecchia maggioranza, che ha governato la Valle d'Aosta dal 2020 ad oggi, con l'ingresso di Pour l'Autonomie cercherà di portare avanti un nuovo o vecchio progetto di governo, cambiando le deleghe e gli incarichi? Basterà? In tutto questo quello che più rattrista, e voglio sottolinearlo, è vedere come la volontà popolare scaturita dal risultato elettorale del settembre 2020 venga nuovamente messa in disparte. Il nostro gruppo, il più votato e il più rappresentato rimarrà coerentemente all'opposizione. Il responso delle urne era stato chiaro: i Valdostani volevano un Governo regionale con la Lega protagonista. Il cambio ai vertici di questi giorni rende chiaro ed evidente che, per dare una stabilità politica al Governo regionale, sia necessaria una nuova legge elettorale, così come già ampiamente discusso in Consiglio regionale, e l'ha anche ricordato il collega Testolin, una legge non partorita in fretta e furia per farne una questione di bandiera o come alcuni comitati avrebbero voluto fare, ma una legge elaborata congiuntamente da tutte le forze politiche valdostane al fine di trovare un punto di incontro e una soluzione al problema. In questa situazione, che vede oggi la nascita di un nuovo Governo, il nostro gruppo continuerà a lavorare in maniera costruttiva e propositiva, cercando di portare all'attenzione di questo Consiglio temi importanti e attuali, ricordo gli aiuti a famiglie e imprese, tutte le iniziative ispettive e le varie interpellanze, sono circa 617, finalizzate a portare sostegno ai cittadini valdostani. Dalle parole ai fatti, questo è da sempre il nostro modo di far politica, il Governo regionale attuale, fondato sempre e comunque su una maggioranza alquanto debole e instabile, troverà sicuramente, a nostro avviso, molte difficoltà, d'altronde sono i numeri che contano. La nostra Regione ha bisogno di essere rappresentata da una solida forza politica fondata su dei saldi valori e sui principi comuni, con una maggioranza forte e coesa. Tutto questo perché? Perché i Valdostani hanno bisogno di risposte, soprattutto in un momento difficile come questo, dove "caro energia", inflazione, siccità - l'ha ricordato bene il collega Carrel - post pandemia e guerra la stanno facendo da padroni, mettendo in ginocchio intere famiglie valdostane.Permettetemi due considerazioni costruttive a mio avviso: per quello che concerne il programma di legislatura 2023-2025, viene soltanto abbozzata un'ipotesi di revisione della normativa sul commercio, che, in realtà, necessita di un importante lavoro di riscrittura della legge regionale che disciplina il commercio, la n. 20/1999 modificata in data 25 febbraio del 2013, una legge obsoleta che non tiene conto delle problematiche odierne e della situazione economica attuale, una situazione già evidenziata in Consiglio regionale dal nostro gruppo.Per quanto riguarda il marchio ombrello della Valle d'Aosta e la creazione di un ente unico di promozione turistica, non è una cosa nuova. Faceva già parte dell'inizio di programma di legislatura 2020-2025 e mai portato a termine, forse perché in questi due anni qualcuno se n'è dimenticato.Concludo facendo una considerazione sulla legge regionale n. 11 del 18 maggio 2021, che prevede misure di prevenzione e di intervento concernenti la specie del lupo. Molte sono state iniziative, come ha ben ricordato il collega Carrel, portate in Consiglio regionale dal nostro gruppo di opposizione, ma ad oggi nulla è cambiato. Gli agricoltori sono senza dubbio quelli maggiormente colpiti, ma non solo, anche la fauna selvatica sta subendo la presenza costante del lupo. La legge è in vigore ma non è mai stata approvata. Devo ammettere che il discorso sempre del collega Carrel mi fa ben sperare. Avremo modo, lo spero, di portare all'attenzione di questo Consiglio regionale altre iniziative da parte del nostro gruppo di opposizione, volte a dare delle risposte ai vari problemi che attanagliano i cittadini valdostani, in particolar modo quelli che riguardano la sanità, il mondo del lavoro, il problema della povertà, lo ha ben evidenziato il collega Manfrin. Questi sono i temi di assoluta priorità, a cui la politica deve dare delle risposte, ma non solo, deve recuperare credibilità agli occhi dei cittadini valdostani.Al di là delle considerazioni personali, vorrei fare gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente della Regione Testolin e ai nuovi assessori Carrel e Grosjacques. Gli altri componenti della Giunta non me ne vogliano, li conosciamo già tutti.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Quelques considérations de nature politique. J'ai écouté les interventions de nature administrative de beaucoup de collègues, j'ai pu noter une échelle des criticités générales : sur cette chose on peut faire mieux, sur une autre on doit faire d'une façon différente, mais je vous avoue que je n'ai pas entendu beaucoup quelles sont les solutions qu'on essaie de trouver dans les prochaines années à l'intérieur du Conseil régional. Je pense que le président Testolin a bien élaboré le programme 2023-2025, donc je ne voudrais pas aborder des thèmes mais, comme j'ai dit, je voulais faire quelques considérations de nature plus politique. Il y a exactement à peu près un mois, le 24 de janvier, le président Lavevaz présentait sa lettre de démission, nous croyons un passage très délicat, certainement souffert, mais significatif du sens de responsabilité, de la maturité politique de Lavevaz qui a renoncé à des positions personnelles à bénéfice de la solution de la crise, donc de la Communauté. Nous croyons cela très important et pour ce motif nous tenons à le remercier, à remercier le Gouvernement et toute la majorité. Tout comme nous sommes reconnaissants à tous ceux qui, à différents titres, ont travaillé pour définir le plus rapidement possible une formation de Gouvernement et une majorité qui soient à même de conduire la Vallée d'Aoste dans cette deuxième partie de législature. Je voudrais adresser vraiment un grand merci à ceux qui ont fait des pas en arrière pour faire des pas en avant au projet, pas facile, très délicat. J'aimerais remercier ceux qui nous ont rejoint en adhérant au projet, pas facile, mais le même, le deuxième, et même ceux qui se sont toujours conduits correctement en tant qu'alliés mais ont décidé en ce moment, en toute liberté, de ne pas être de la partie pour le moment. Nous souhaitons donc toutefois qu'avec ces derniers les rapports de collaboration sur les thèmes d'envergure pourront poursuivre dans les intérêts de la Région. Dans sa lettre de démission le président Lavevaz souhaitait que la décision puisse rendre plus facile le dialogue entre "l'intérieur" et entre les mouvements et il faut reconnaître que les mouvements et les partis en ces dernières semaines ont joué un rôle important dans la recomposition de la crise. Pour nous cela est extrêmement important. La confrontation politique qui semblait être devenue l'apanage seulement des élus s'est déplacée à l'intérieur des organes des mouvements, ce que pour nous est positif, c'est le débat politique qui doit être à la base de l'action administrative pour rendre celle-ci plus solide mais surtout plus partagée, même ce petit morceau pas tout à fait facile. Nous, qui sommes à l'intérieur des institutions, nous avons parfois la tentation de suffire à nous-mêmes et bien c'est une tentation que nous devons combattre puisque nous devons admettre que l'échange et les rapports entre les mouvements et les élus sont nécessaires et doivent être constamment alimentés. C'est ce qui s'est vérifié pour ce passage de réorganisation de la majorité et c'est ce qu'il faudra continuer à faire car le débat, le partage, la collégialité sont plus difficiles à gérer. Oui, c'est vrai, mais ont l'avantage de rendre les décisions plus fortes et les actions même plus efficaces.Le candidat président Testolin a parlé beaucoup dans son intervention de la partie de l'administration publique, d'essayer d'être plus efficaces et plus performants, il n'est pas facile, on ne peut pas le faire dans deux jours ou deux semaines, mais c'est très important, indispensable nous croyons. La décision de ne pas changer de champ politique et d'ouvrir à une autre force autonomiste est le fruit du débat politique, qui s'est développé à l'intérieur des mouvements et a mis en évidence, sans rien enlever aux alliés de majorité, la centralité des autonomistes et la volonté de ne pas s'aplatir sur les logiques centralistes. C'est pour nous un passage important et le défi sera encore plus important. Sur ces prémices et sur la base du document qui a été approuvé hier soir par l'exécutif d'Alliance Valdôtaine et VdA Unie et le Comité fédéral de l'Union Valdôtaine, je disais, dès les semaines prochaines s'ouvrira pour les mouvements autonomistes une partie importante, l'après-midi on a entendu beaucoup aborder et parler de la recomposition de l'aire autonomiste, donc la centralité des autonomistes, le fait d'essayer donc de donner jambes au projet de nature politique censé à réunir les différentes composantes, les groupes, les personnes qui se reconnaissent dans les valeurs de l'autonomie et du fédéralisme. Dans le document qu'on a approuvé dans les Exécutifs de hier soir et du Comité de hier soir on a même fixé déjà une première date pour une première assemblée, donc on a mis noir sur blanc qu'on doit partir. On doit partir vite et surtout on doit essayer de bien aborder le parcours. En même temps sur le plan plus administratif la nouvelle Junte régionale guidée par le président Testolin à laquelle nous souhaitons un bon travail s'engagera dans la réalisation des points programmatiques illustrés par le Président chargé. Permettez-moi de porter l'attention en particulier sur deux thèmes qui nous sont à cœur, qui paraissent dans l'agenda et sont de stricte actualité, même beaucoup de collègues les ont déjà abordés cet après-midi: je me réfère au problème de la gestion de l'eau sous toutes ses formes, du manque d'eau en particulier sur l'attention qu'il faudra avoir, ainsi que sur les actions concrètes qu'il faudra adopter, l'eau est notre richesse principale et il faudra éviter de la gaspiller, de la stocker, l'utiliser correctement et ceci dès maintenant et nous croyons d'être dans le bon sillon. Pour faire cela, mais non seulement, il sera capital de garantir de bonnes conditions opérationnelles aux autonomies locales, aux Communes qui doivent pouvoir compter sur des ressources certaines, on l'a fait il y a quelques mois, dans le mois de décembre, quand on a approuvé un bon bilan pour les Communes, pour les administrateurs, mais surtout pour la Communauté, leur permettant une programmation correcte parce que c'est des autonomies locales que dépendent les services de base, les services qui font la différence dans la qualité de la vie des Valdôtains dans la vallée centrale où on a beaucoup de services, mais faisons toujours attention même aux habitants qui restent dans les villages situés plus en haut dans la montagne. Il y a du travail à faire dans tous les secteurs. Il y a la possibilité de faire de la bonne administration en partant de ce qu'on vient de réaliser dans ces dernières semaines sur le plan politique. Sans le plan politique nous croyons très difficile essayer de bien faire de la bonne administration. Je veux conclure en souhaitant bon travail à tous, chacun dans son rôle de majorité ou de minorité, avec la certitude qu'il y aura toujours un espace pour le dialogue et la confrontation entre les différentes forces, à condition, bien entendu, qu'au centre il y a avant tout l'attention aux citoyens et à la Communauté valdôtaine toute.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Vorrei innanzitutto, prima di fare l'intervento che avevo previsto, fare una brevissima premessa in ordine ad alcune cose che sono state dette dall'altra parte della sala, in particolare dal consigliere Marguerettaz, dal capogruppo di Union Valdôtaine, che ha giustamente rivendicato l'unità, la solidità del proprio gruppo. Allora io volevo appunto replicare, giustamente per orgoglio, con l'osservazione che se è vero quello che diceva chi era molto più esperto di me, molto più saggio di me e molto più politico di me nel passato, se è vero che il potere logora chi non ce l'ha, figuratevi quanto siamo solidi noi che siamo undici e siamo sempre gli stessi undici.Per quanto riguarda invece questa sorta di amnistia che sarebbe stata proposta sempre dal consigliere Marguerettaz in ordine alle dichiarazioni che i politici fanno, quindi sul fatto che molto spesso non sono affatto coerenti, non sono perfettamente d'accordo, nel senso che è vero che a volte si dicono certe cose, è vero che qualche volta magari si esagera o si fanno delle affermazioni che poi non trovano riscontro nei comportamenti successivi, ma è anche vero che, per carità, senza arrivare al livello dei Cinque Stelle che dicevano: "sono cambiate delle cose quindi da ieri a oggi è tutta un'altra roba", anche chi dice: "mai con"... "è stato detto da una parte, è stato detto dall'altra", anche qui mi piacerebbe richiamare una cosa che ho letto un po' di tempo addietro credo dell'ex presidente Cossiga, che diceva a un altro esponente politico della Sinistra: "va beh, d'altronde se hai detto una cavolata, non è detto che tu debba anche farla", quindi questo è un altro tema abbastanza importante e credo che sia abbastanza sagace questo tipo di osservazione.Dei soliti discorsi fatti dal politico di turno che parla agli altri politici e ormai pochi ascoltano invece mi sono immaginato cosa potrebbe pensare l'elettore medio come si dice, cioè l'elettore mediamente informato che sa della politica per quello che legge sui giornali, che ascolta dal TG3, che sente parlando con gli amici e i colleghi di lavoro. Questo ipotetico lettore medio, quindi dotato anche di una quantità media di buon senso e di buone capacità intellettive, avendo ben compreso che in Valle d'Aosta con una maggioranza a 18/19 non si può governare efficacemente e soprattutto sicuramente non si fanno grandi riforme, leggi elettorali e quant'altro, si chiederebbe innanzitutto perché il Governo regionale, oltre a essere andato avanti per quasi due anni con un Assessorato vacante, si è trascinato per sedici mesi con una maggioranza a diciannove e quasi per un anno a diciotto. Soprattutto si chiederebbe oggi perché dopo tutto questo attendismo, degno del miglior Quinto Fabio Massimo, famoso temporeggiatore, si fa una nuova maggioranza a diciannove. Subito dopo il nostro elettore medio, ignaro ma dotato di buon senso pratico, si chiederebbe come mai il presidente in pectore Testolin, in favore del quale il presidente effettivo Lavevaz aveva fatto un passo indietro nello scorso autunno, oggi va bene come nuovo Presidente, mentre solo quattro mesi fa non andava bene per malumore negli alleati, che sono gli stessi di oggi, con ritiro della disponibilità da parte dell'investito, all'epoca Testolin. In proposito il nostro stimabile ipotetico elettore porrebbe mente ad alcune dichiarazioni sugli organi di stampa fatte dal consigliere della Sinistra Padovani, che nell'ottobre scorso diceva: "io ho dato fiducia al Governo Lavevaz e a un progetto progressista autonomista, se Renzo Testolin assumerà la carica di presidente della Regione, farò le mie valutazioni, ma per ora non c'è niente". Ora c'è eccome Testolin, l'elettore andrebbe a cercare le dichiarazioni del consigliere Padovani sulle sue valutazioni ma non ne troverebbe, ma, poiché però il nostro elettore è sì solo mediamente informato ma sufficientemente dotato di cervello, attenderebbe di vedere quali saranno gli incarichi del nuovo Governo, anche quelli di sottogoverno, magari di Presidenza di Commissioni, per cercare di comprendere quali siano state le nobili valutazioni politiche e ideologiche di principio a cui il consigliere si riferiva. Messo da parte quest'argomento, al nostro elettore valdostano balenerebbe un altro dubbio, all'elettore verrebbe in mente che su "Le Peuple Valdôtain" del 23 febbraio del 2022, organo ufficiale dell'UV, si leggeva testualmente: "le "présidentialisme" qui se propage aujourd'hui est peut-être l'espoir de ceux qui ne supportent pas la séparation des pouvoirs et les garanties statutaires. Les difficultés rencontrées par le Conseil régional ont laissé place à la solution la plus simpliste, si la stabilité fait défaut, alors il suffit de placer une seule personne au pouvoir en lui donnant une large autonomie vis-à-vis du pouvoir législatif. Le risque, non négligeable, c'est d'aller vers une gestion hégémonique du pouvoir par le Président de la Région, conséquence de la concentration excessive des pouvoirs en sa personne". "Concentrazione eccessiva quindi dei poteri della persona del Presidente" dice l'elettore e pensa: "ma allora - dice sempre l'elettore medio che, grazie ad un buon sistema scolastico valdostano, capisce bene anche il francese - come mai il signor Testolin, oltre a fare il Presidente della Regione, vuol fare anche l'assessore alle finanze e alle società partecipate?". Deleghe molto pesanti che prima erano distribuite addirittura a due diversi Assessorati. Non è forse un ruolo analogo a quello del presidente Lavevaz, che per quasi due anni ha gestito, oltre alla Presidenza, anche un intero e ulteriore Assessorato e non di poco conto: ambiente e trasporti, e abbiamo visto com'è andata. Non è una concentrazione di poteri inopportuna in evidente contrasto con i principi e le dichiarazioni del suo partito? L'elettore comincia qui a essere un po' confuso, anche perché gli sorge un'altra perplessità: se era vero, come il presidente Lavevaz ha sempre dichiarato nelle interviste in Consiglio regionale, e ancora nelle ultime sedute consiliari, che il Governo in carica andava benone, le cose si facevano regolarmente, addirittura approvando una quantità di leggi superiore alla media degli ultimi anni, perché si è dimesso? Ma soprattutto perché il Presidente si è dimesso se poi chi gli subentra fa un Governo dove i quattro quinti dei partiti sono gli stessi e dove entrano due nuovi Consiglieri e ne esce uno? Ma poi perché non hanno dato l'Assessorato a una forza politica perché di fatto era dotata di un solo Consigliere e poi danno Assessorati importantissimi e pesanti a un'altra forza politica che è dotata anch'essa di un solo Consigliere? Valutazioni queste un po' ingenue, fondate più sul buon senso che sulle raffinate alchimie politiche, però chi vota vorrebbe avere spiegazioni semplici e soprattutto di buon senso, credibili. In 19 come prima, come all'inizio dell'inesorabile discesa, solo un pelo in più della maggioranza minima e risicata dei 18 che ha fatto arenare il presidente Lavevaz. Ci chiederebbe il nostro elettore: se in 19 si riescono a fare riforme della legge elettorale, degli Enti locali, della pubblica Amministrazione, se si può avere la forza di affrontare temi altrettanto importanti e numerosi nei due anni e mezzo che restano ormai a fine legislatura.Il nostro ormai sempre più confuso elettore poi farebbe una riflessione: questo mancato cambio, meglio sarebbe dire questo minimo rimpasto di maggioranza, con praticamente gli stessi protagonisti, si è cercato di nobilitarlo politicamente con l'ormai famigerata réunion o réunification, un intento politico che ormai è diventata come l'araba fenice, come si diceva nel Metastasio: "che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa", che invece che un fine sembra essere diventato un mezzo, sembra infatti più che altro il mezzo per giustificare la sopravvivenza di alcuni, una chiusura a riccio verso il cambiamento, lo strumento di chi ormai, perso lo slancio innovativo, propositivo e quindi il consenso elettorale, per giustificare l'immobilismo amministrativo e politico, lo nobilita con un fine superiore, che si realizzerà quando? Prima o poi. Eppure l'elettore pensa: ma la nostra Regione ha bisogno oggi di Governi stabili e forti, mica quando ci sarà la réunion e si voterà di nuovo finalmente con gli autonomisti tutti di nuovo felicemente riuniti nella stessa casa. In buona sostanza le legittime perplessità del nostro elettore medio, di medio buon senso sono ancora molte, ma la vera unica domanda che alla fine legittimamente si pone è: ma cos'è cambiato? Perché si dovrebbe credere che il progetto e l'azione che non hanno funzionato e che hanno portato alle dimissioni del presidente Lavevaz dovrebbero funzionare con qualche rimescolamento di deleghe assessorili di poltrone? Se fosse bastato questo, perché non farlo due anni fa? Se invece non ce n'era bisogno, perché parlo adesso? Infine, sentendo leggere in Consiglio un programma di governo la cui genericità è disarmante, com'è già stato sottolineato dai miei colleghi, che persino lui da profano avrebbe potuto scriverlo, l'elettore che stiamo immaginando non ha avuto la minima risposta alle sue numerose perplessità e nessuna rassicurazione su un cambio di passo del Governo.Lasciamo in chiusura il nostro povero e confuso elettore e passiamo alla triste realtà. Se è così che la politica spera di riavvicinarsi agli elettori, se è così che si pensa di dare credibilità a un nuovo Governo regionale, non illudiamoci di far tornare le persone a votare; l'elettore ipotetico di cui ho parlato stasera avrà gli stessi identici dubbi che aveva ieri, questa sera che è venerdì, mentre noi saremo ancora qui con le nostre schermaglie, e lo siamo adesso, andrà a farsi un aperitivo con gli amici e sicuramente commenterà con ironia o piuttosto, purtroppo, con amaro sarcasmo, che tanto sono tutti uguali e pensano solo alla poltrona, ma non sono altrettanto sicuro che questo nostro elettore valdostano, quando sarà chiamato alle urne la prossima volta, andrà di nuovo a votare. A questo avrebbe dovuto pensare chi sta varando il Governo che nascerà oggi, invece che mettere una pezza e perseverare su una strada che non ha portato e non porterà a nulla di buono.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Si je savais qu'il y avait cette requête de la part du collègue, peut-être j'aurais renoncé à parler. Je crois qu'il y a une justification valable pour ce qui est en train d'imaginer cette possible personne qui est étonnée de ce qui est en train de se passer aujourd'hui. Je crois que le système, qui est en train de trouver des solutions positives... car si on va lire même le programme de législature - qui est à lire et à prendre en considération -, on met en évidence ce qu'on veut faire pour maintenir celle qui est l'exigence de la part des intéressés et surtout de maintenir le tout dans le temps, ce qui évidemment n'a pas été ainsi... étant donné qu'on est aujourd'hui à travailler à une autre solution. Mais je voudrais rappeler qu'en effet la position nécessaire était justement celle de faire une évaluation de ce qui s'est passé pendant ce temps, ce qu'on imagine de pouvoir faire en sachant qu'il y a une considération générale de prévoir ensemble de dépasser les difficultés qu'on a eues pendant cette dernière période. Voilà, peut-être que cette personne ne sera pas contente, mais quand même l'aspect important c'est qu'on ne va pas essayer de trouver d'autres solutions, il s'agit seulement de mettre à côté certains passages et d'utiliser au mieux ce qu'on peut faire et ce que, en tant que responsables, on peut porter de l'avant. En effet, même dans le programme on a eu justement la possibilité de mettre en évidence cette possibilité. S'il y a quelqu'un qui doute, qui imagine qu'il faudrait changer certaines choses, il s'agit de discuter pour trouver la solution, de ne pas avoir quelqu'un qui dit : "non, on ne peut pas le faire et c'est fini", c'est une des aptitudes plus difficiles à dépasser. Si quelqu'un vient justement à demander de prévoir qu'il y ait un changement, il faut qu'il y ait une possibilité, après si elle est suffisante, mieux, autrement peut-être même que pour l'intéressé elle ne soit pas si satisfaisante, mais quand même qu'il y ait la possibilité de dire : "bon, il y a quand même une possibilité de le faire" et c'est ce qu'on voudrait reprendre, on essaie de porter de l'avant ensemble. On n'est pas contre. Cette requête qu'on est en train de faire ce n'est pas contre, c'est pour, justement c'est plus facile de dire : "contre", c'est plus difficile d'être à même de soutenir une disponibilité, comme on est en train de faire, pour le futur, cette situation va être gagnante d'ici quelque temps. Il faut avoir avant tout la disponibilité pour travailler dans ce sens et surtout être à même d'écouter ceux qui ne sont pas certainement sensibles à ce qui s'est passé dans cette période. Voilà, alors sans doute je ne suis pas à même "d'être" dans la réponse immédiate, quand même c'est important qu'il y ait aujourd'hui la possibilité de travailler en sachant qu'il y aura des changements dans le temps, même dans ce secteur, ce n'est pas un secteur qui est figé avec une solution et on ne change pas. C'est à examiner avec le marché qui se dépasse de l'avant et, par conséquent, essayer de maintenir pour la personne intéressée ce qui veut justement trouver dans un secteur si difficile comme celui de l'agriculture.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - La prima cosa che ci tengo a dire è che parlerò brevissimamente, in maniera quasi ecumenica ecco, mettiamola così, vista la giornata sicuramente complessa, in un momento nel quale si sta procedendo a compiere una delle massime prerogative di questo Consiglio, quindi dare un Governo alla Valle d'Aosta, è, secondo me, assolutamente corretto da un punto di vista politico parlare brevemente di politica. Sposo assolutamente i commenti che ci sono stati in aula da parte di tantissimi colleghi rispetto al fatto che, se si è voluto incentrare il proprio intervento in termini di dibattito politico, e quindi di richiamo a tutta una serie di aspetti e di declarata del presente e del passato quanto più lontano possibile o vicino, in realtà questo attiene a una normale prerogativa del Consiglio stesso che è quello di dividersi in parti: maggioranza e minoranza.A mio modesto avviso, invece dobbiamo brevissimamente... almeno voglio, come Stella Alpina, brevissimamente dire una cosa. Comincio con il ringraziare i colleghi Lavevaz e Barmasse per il lavoro che hanno compiuto nella precedente parte di questa consiliatura, portando a casa un risultato politico in un momento molto particolare per la storia umana e anche per la storia della Valle d'Aosta, con delle connotazioni politiche che non sono assolutamente sminuite da quanto è avvenuto nelle ultime settimane, anzi, è stata assolutamente centrata politicamente l'azione che si è portata avanti, perché, ahimè, nonostante quanto è stato richiamato da più parti, soprattutto della maggioranza, rispetto all'azione politica che il precedente Governo ha posto in essere... sicuramente, la lettura che la mancanza di alcune parti del Governo, senza entrare nel merito del perché e del per come, è stata data all'esterno di quest'Assise, purtroppo in una prima parte è stata assolutamente positiva, quindi il fatto che in una qualche maniera ci fosse qualcosa... come dire? da chiudere politicamente era superato dalla quantità di azioni amministrative politiche poste in essere... invece mano mano che i giorni passavano, ci siamo trovati nella condizione di dover, per forza di cose, chiudere politicamente un passaggio per dare la possibilità di ridare un Governo alla Regione. Naturalmente, da questo punto di vista, bisogna assolutamente fare i complimenti al presidente incaricato, e mi auguro a brevissimo presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta Renzo Testolin, per la capacità di sintesi e di responsabilità di prendere in un momento come questo in mano un progetto politico e di chiuderlo, perché se da oggi questo progetto politico, buono o cattivo che sia, si chiuderà, sicuramente da domani saremo nelle condizioni, sia politicamente che amministrativamente di dimostrare che in realtà esiste una maggioranza e una maggioranza che funziona e sicuramente senza alcuni tipi di falle saremo anche in grado all'esterno di rappresentare il fatto che tutti quanti noi cercheremo di fare il meglio possibile. Non entro assolutamente nel merito di tutti quanti i colleghi che giustamente dalla parte della minoranza cercano con attrito, con un senso di rotolamento, di rappresentare il fatto che sicuramente non sono d'accordo con quanto sta avvenendo.Dico invece una cosa a un collega che conosco molto bene, che andrà a fare l'assessore per la Stella Alpina, rispetto al fatto che con tutti quanti i colleghi che rappresenteranno e faranno parte del futuro Governo, in realtà dovrà essere estremamente umile. Ricordo a quel simpatico cicciottello signore che, nel momento in cui venne nominato per la prima volta il 21 di ottobre del 2020 da Assessore, la narrazione che si faceva era: "il povero cristo come mai potrà in una qualche maniera sopportare un Assessorato così ampio sicuramente, viste anche le dimensioni e il senso di gonfiore, nel giro di breve tempo scoppierà". Ora, da un punto di vista operativo, l'allora pargolo cicciottello già un po' se la faceva nelle mutande, quindi con estrema umiltà ha provato a sopravvivere.Auspica che, da questo punto di vista, anche per il prossimo futuro ciò riguarderà con umiltà l'azione che il Governo regionale porrà in essere. Credo quindi che tutti quanti i colleghi che entreranno a far parte del Governo Testolin avranno assolutamente l'umiltà e la capacità di cercare di fare il meglio possibile; penso che nessuno di loro si sentirà una sorta di genio che pensa di salvare la Valle d'Aosta, ma avrà semplicemente un pragmatismo che vuole assolutamente fare in modo che in un momento molto delicato come quello attuale si trovino le migliori soluzioni possibili.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - È mia abitudine scrivere gli interventi proprio per sintetizzare e non uscire dal solco e la mia soddisfazione è che molti passaggi sono stati fatti già precedentemente da colleghi sia di maggioranza che di minoranza.Non è passato nemmeno un mese e, di fronte alla crisi emergenziale, siamo qui a sostenere il nuovo Governo regionale per uscire dall'ordinarietà e rendere operativa e competitiva la macchina amministrativa sia in continuità con la precedente e ora in condivisione con il gruppo Pour l'Autonomie, un percorso iniziato a ottobre 2020.La proposta che facemmo come attuale gruppo Federalisti Progressisti e Partito Democratico, di cui faccio parte - e ricordo che domenica ci saranno anche le primarie -, a cui tre di noi fanno riferimento... e anche a giugno 2022 abbiamo sostenuto la coalizione autonomista progressista, un progetto che ha ancora la sua validità in una Regione a statuto speciale che dovrà difendere le sue peculiarità e non in una Regione che da alcuni è definita con troppi privilegi, fuori dai nostri confini, anche in funzione delle novità legate all'autonomia differenziata. Bisogna capire cosa prevede e soprattutto analizzare quali saranno le conseguenze per la gestione delle Regioni ordinarie di materie importanti, sottolineando i pro e i contro, cercando di mantenere un equilibrio tra funzioni e il sostegno, in equilibrio con il passato, senza intaccare le nostre prerogative desunte dallo Statuto. Nasce molta preoccupazione per le piccole Regioni italiane che vedono il rischio di essere danneggiate sia in termini di risorse che di prestazioni sanitarie. Agiamo affinché non siano intaccate le nostre prerogative, insomma, una norma da attenzionare puntualmente. Sarà importante seguire l'iter nella Commissione paritetica Stato-Regione in particolare nell'esercizio delle funzioni e dell'erogazione dei servizi connessi all'autonomia, ma in modo da salvaguardare i principi di finanza pubblica ed equilibri di bilancio, senza creare sperequazioni tra norme esistenti e modifiche pericolose.La ricomposizione del quadro politico, con l'allargamento alla maggioranza nell'area autonomista e progressista, era un obiettivo spiccato da tempo e il Governo precedente è stato da noi sostenuto responsabilmente ed era fortemente mirato a mantenere gli obiettivi malgrado una serie di eventi che hanno distolto l'azione legislativa principale di questo Consiglio verso il sostegno per le categorie produttive attraverso leggi necessarie a compensare le attività e i redditi, con aiuti mirati ma puntuali. Per noi la volontà di mantenere compatto il fronte autonomista e progressista è il mandato principale datoci dal nostro elettorato, evitando di consegnare ai partiti di Destra la nostra Regione. Per noi rappresenta un risultato importante, lo sbarramento puntuale ha permesso di frenare alcuni impulsi latenti, malefici e a inizio legislatura. Questi impulsi hanno dovuto fare i conti con coloro che nell'area autonomista si riconoscono ancora, e dico "ancora", in un pensiero resistente, fatto di ricordi non troppo lontani nel tempo, oltre che di ideologia progressista radicata nel territorio, che passa attraverso uno sviluppo sostenibile e armonico del Paese, non fermo e inamovibile che pensa alle nostre risorse naturali, alle nostre fonti rinnovabili, alle nostre potenzialità, che in uno sfruttamento consapevole creano occupazione, reddito e redistribuzione dei benefici economici.Attraverso il nuovo accordo vogliamo arrivare al termine della legislatura e dovremo da qui alla fine della stessa assieme supportare coerentemente l'azione del Governo nelle Commissioni, nelle iniziative e nelle proposte, consapevoli delle difficoltà e dei numerosi temi a cui dare risposte, in particolare i cambiamenti climatici che già da oggi possiamo leggere e vedere, senza dimenticare tutti gli altri temi in un continuo aggiornamento condiviso. Lo faremo come gruppo con il consueto senso di responsabilità che ci ha contraddistinto anche in questa fase, anche in considerazione delle attribuzioni previste dal nostro Statuto speciale, con il confronto con il Governo centrale degli eletti perché prima come ora bisogna confrontarsi a livello istituzionale e raccordarsi con lo Stato centrale, i suoi Ministeri e le sue strutture e gli eletti. Diverso è il livello politico e il rispetto fondamentale esistente nelle Istituzioni, non va confuso nei rapporti delle sue emanazioni, nel suo specifico e negli approcci necessari. A proposito siamo in una zona montana e le sfide in una zona montana sono sempre le più difficili da superare: l'orografia, le quote altimetriche, la viabilità, la denatalità, i costi energetici; insomma tante sfide che per i piccoli Comuni, i loro amministratori e i loro abitanti cominciano a pesare. Diventa necessaria una riforma degli Enti locali, del personale, delle responsabilità dei Sindaci, una fiscalità nuova per le zone montane; dare una copertura digitale per attivare e sviluppare il telelavoro, l'e-commerce e i servizi digitali, medicina e istruzione, ad esempio, per mantenere i servizi alla persona e per creare lavoro nei paesi.Le ultime notizie ci prospettano crisi idriche progressive e siamo ancora in un mese invernale. La crisi climatica è ormai conclamata, dobbiamo programmare interventi urgenti ed efficaci, facendo programmazione a breve e a lungo termine. La riduzione del patrimonio zootecnico ha un forte impatto sul territorio, visibile a tutti, in particolare nelle zone di pendio. Malgrado la meccanizzazione moderna, l'incolto procede velocemente, il non razionale sfruttamento zootecnico non è da addebitare a nessuno, se non alla riduzione dei capi allevati che non possono sfruttare tutte le superfici se non le migliori. Mantenere lo status quo è impossibile, verrà il tempo delle scelte tecniche ed economiche, ma fino ad allora dobbiamo dare un concreto sostegno alle aziende che investono che, a costo di diventare resilienti in località amene, sono le prime sentinelle del territorio, le prime che ci segnalano il degrado e il rischio per le comunità a valle.Il programma è intitolato "Il rilancio della Valle d'Aosta", dieci punti possono sembrare pochi, certo è necessario stabilire delle priorità, un elenco preciso e facilmente attaccabile da chi non condivide né il percorso, né il programma, ma l'atteggiamento oggi è un'occasione di confronto e stimolo e va letto così, come abbiamo dichiarato coralmente. Le direttrici proposte spaziano da temi ricorrenti, legate al posizionamento strategico in termini geografici della Valle d'Aosta, zona di frontiera, con due tunnel che collegano il sud delle Alpi con il nord, opere importanti ormai datate e quindi con la necessità di interventi strutturali.Sotto l'aspetto normativo, dobbiamo pensare a intervenire per le concessioni delle grandi derivazioni per la CVA, certamente una considerazione fatta in fase di stesura del programma riguarda la contabilità amministrativa, le scelte fatte nei primi 28 mesi di legislatura. Non sto a riportare tutte le azioni in itinere richiamate nel programma odierno che devono essere perfezionate e alcune concluse, altre proseguiranno nella prossima legislatura e forse oltre come le grandi opere, non da meno il rilancio delle società partecipate del territorio, come sostenuto anche al recente intervento al Congresso della CGIL: attrarre imprese e attività per utilizzare al meglio il grande patrimonio in strutture esistenti utilizzabili.Ho letto da qualche parte, non ricordo dove, che non abbiamo accennato al problema emergenziale delle condizioni economiche delle famiglie valdostane. Ebbene, sul comunicato stampa sono stati riportati i punti essenziali del programma sul tema, lo abbiamo fatto prima, lo faremo ora senza tanti proclami, infatti nel testo depositato si citano ora i cambiamenti sociali e demografici, il che la dice tutta la sua intenzione... del programma di governo. Infine, ma necessario, lo sguardo deve essere rivolto al futuro con la realizzazione di un centro unico di ricerca, nello specifico settore nella creazione di bacini di accumulo multifunzionali in quota per le risorse idriche e la gestione del PNRR da chiudere nel 2026.In questo programma si possono leggere elementi di continuità e di novità, un programma perfettibile sicuramente ma, secondo me, reale e concreto. Siamo dell'idea di concedere poco all'improvvisazione e a impulsi di scritture insostenibili. Siamo dell'idea di sostenere la continuità con intesa sul contenuto e sulla bontà della proposta di base, senza voli pindarici, consci del momento difficile poiché, in merito alla guerra, alla crisi energetica, economica e ambientale, non abbiamo ancora visto il peggio.Ringrazio i gruppi di maggioranza per il sereno confronto e la scrittura condivisa del programma in un puntuale e paziente coordinamento del presidente incaricato Testolin, giusto in tempo per ripristinare la consiliatura in un solo mese.Ora avanti verso il 2025, abbiamo due anni per consolidare questa maggioranza in prospettiva futura, senza divisioni, ambiguità e con una squadra motivata.Poiché io non do per scontato nessun risultato elettorale, diversamente da altri in questa sala, sono sicuro che la gente tornerà a votare, a meno che certi interventi qui non aiutino a risollevare la percentuale di tutti quelli che non votano, perché l'esempio a volte non è così calzante. Bien faire et laisser dire.
Presidente - Altri? Non vedo altre richieste... si è prenotato il consigliere Testolin a cui passo la parola.
Testolin (UV) - Credo sia opportuna una piccola disamina di quella che è stata la giornata di oggi, iniziata con la presentazione di un programma che noi consideriamo serio e soprattutto condiviso tra le forze che fanno parte di questa coalizione; un programma che onestamente non può che prendere il "la" da un percorso che è già iniziato due anni e mezzo fa ma che ha anche un po' la presunzione e l'ambizione di trovare degli stimoli nuovi che non sono dettati da una mancanza di reattività di chi ha governato fino adesso, ma anche da situazioni che si sono verificate. Penso che bisogna quindi portare a casa quelle opportunità che qualche volta le situazioni negative ci pongono di fronte.Qualcuno si è stupito che siamo riusciti a presentare un programma articolato, per poi trovarne evidentemente delle lacune, delle carenze, o qualche piccola incongruità, ma sarebbe stato ingenuo pensare che il nostro programma presentato oggi fosse rappresentato dai soli dieci punti che abbiamo utilizzato per lanciare questo momento di ripartenza tramite un comunicato stampa. Credo che il lavoro che è stato fatto per sviluppare un programma condiviso da parte di chi ha amministrato fino ad oggi e da parte di chi ha vissuto la macchina amministrativa negli anni passati sia frutto di una conoscenza puntuale del territorio, delle problematiche e anche di qualche idea per dare delle soluzioni.Ho apprezzato molto l'intervento di qualcuno in aula che ha giudicato opportuno dare le pagelle strada facendo, mano a mano che ci si confronterà sui problemi, mano a mano che si verificheranno o meno le soluzioni che il Governo saprà proporre e saprà portare all'attenzione di quest'Aula, ai disegni di legge e alle soluzioni amministrative che si porranno sul tavolo. Ho apprezzato anche l'aspetto più politico che qualcuno di voi ha voluto toccare. Io, volutamente, non sono entrato nella parte politica, perché ho reputato più interessante per lo stesso cittadino che citava prima il collega Sammaritani sapere che quest'Amministrazione vuole dare delle risposte, delle risposte serie e concrete sulle problematiche che ogni giorno deve vivere il cittadino e focalizzarmi di meno su quelle che sono state delle diatribe. Soprattutto non volevo entrare in situazioni che sono già state ampiamente trattate dai giornali negli scorsi mesi in maniera qualche volta opportuna, qualche volta inesatta, qualche volta inopportuna e che sono state rivangate molto spesso anche all'interno di quest'Aula guardando gli altri e non facendo autocritica.Penso che, dal punto di vista della politica, l'intervento del collega e capogruppo Marguerettaz abbia dato le risposte che il nostro movimento doveva dare e che toccano un po' la debolezza del mondo politico in generale.Credo sia estremamente interessante, è stato anche piacevole in certi passaggi ascoltare delle suggestioni, delle quali sia io che alcuni miei colleghi, penso quasi tutti comunque, hanno preso buona nota di quelle che possono essere le carenze di questo programma o i punti che possono essere sviluppati in maniera comune.Ritengo che ci sia spazio e non era una plaisanterie quella che ho indicato alla fine dell'intervento di questa mattina, ci possono essere dei momenti di confronto importante, delle tematiche che assolutamente vanno condivise e vanno valorizzate per quello che potranno essere, per il bene della comunità e per dare soprattutto a chi verrà ad amministrare dopo di noi la certezza di poterlo fare con dei numeri sufficientemente ampi per poter dare delle risposte, per poter prendere delle decisioni magari più forti di quelle che saremo capaci di prendere noi.Una cosa però ci tengo a dirla e all'interno del programma penso che possa trasparire in maniera abbastanza evidente: l'attenzione al lavoro, l'attenzione alle opportunità per valorizzare all'interno del nostro territorio le tante professionalità che ci sono e le potenzialità dal punto di vista occupazionale sono la base di una filosofia, una filosofia che non vuol essere né di Destra, né di Sinistra ma per qualcosa e per qualcuno, in questo caso per i Valdostani.Penso, come ha detto qualcuno prima di me, che ci siano dei momenti dove non ci si può dimenticare dei più deboli ma il non dimenticarsi dei più deboli impone di fare delle scelte che possano permettere di non rendere nessuno così debole, perché la necessità di avere un lavoro, di avere un reddito, di potersi fare una famiglia deriva dal fatto di crearlo e non si crea lavoro dicendo sempre di no a qualsiasi tipo di intervento, a partire da quelli degli impianti di risalita. Credo che la filosofia e la volontà di dare determinate risposte possa anche spingere a capire che fra 30-40 anni, quando non ci sarà più neve, si saranno fatti comunque degli investimenti che permetteranno a tutti, anche d'estate, di usufruire di questa opportunità. Ci sono tanti aspetti che vengono presi - scusate il bisticcio di parole - per partito preso, senza darne una lettura più ampia e più consona alle necessità, ai bisogni e alle opportunità di questa comunità.La nostra priorità oggi è quella di raccogliere i voti sufficienti per partire con un nuovo Governo e per incominciare da domani mattina a lavorare con serietà, con le carenze e con i limiti che abbiamo, convinti anche che le espressioni che si sono sentite oggi in quest'Aula possano essere concrete, in un confronto che voglia essere costruttivo e non di contrasto esclusivamente, come qualcuno continuamente insiste a fare, per trovare delle sintesi e delle sinergie su quelle tematiche grandi e importanti e anche su quei temi che istituzionalmente ci toccheranno nei prossimi mesi, con quei contatti che qualcuno millanta e che sarebbe interessante mettere a disposizione della comunità, al di là del ruolo che all'interno di quest'aula si compie e al di là di quelle che possono essere delle opportunità a tendere fra due anni-due anni e mezzo.Credo che ognuno di noi in coscienza potrà fare delle valutazioni e potrà anche capire se il fatto di essere utili alla Valle d'Aosta potrà essere premiato, a difetto della propria angolazione del momento, del proprio punto di vista, la propria opposizione. Penso che siamo chiamati a una responsabilizzazione prima di tutto non come maggioranza o come minoranza ma come politici, come amministratori di questa Regione. Io, prima di entrare in Consiglio regionale, come molti di voi, ho dedicato alcuni anni, molti anni, abbastanza anni, all'amministrazione di una piccola comunità.Credo che lo spirito debba essere un po' di tornare a quei momenti, quando ci si dava da fare al di là della posizione di maggioranza o di minoranza, ma perché si conoscevano personalmente le persone, perché ci si metteva la faccia, perché il problema che oggi è di qualcun altro domani può essere il mio, l'ha detto bene anche il collega Marguerettaz nel suo intervento, e penso che questo debba essere lo spirito che ci deve animare nei prossimi due anni e mezzo per chiudere questa legislatura con dignità e dando qualche risposta alla popolazione.
Presidente - Se non vi sono altri interventi in dichiarazione di voto, passerei alla votazione. Siamo alle ore 20:30, ve lo ricordo. Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Credo che sia stata una giornata molto lunga per tutti noi e soprattutto credo che nessuno di noi pensasse che quei dieci punti inviatici fossero il programma di legislatura, quindi anche in Conferenza dei Capigruppo ci siamo stupiti quando qualcuno pensava questo, perché era naturale che si arrivasse con un programma più serio. Quello che abbiamo rilevato è che quei dieci punti erano le priorità e nell'intervento precedente sia mio che della consigliera Minelli abbiamo rilevato le gravi carenze all'interno dei dieci punti principali, quelli che sono anche nel programma presentato oggi, ma accogliamo con favore quanto detto dal futuro presidente Testolin di aver preso comunque nota delle osservazioni di tutti noi. Spero che quando si dice: "di tutti", siano comprese anche le due Consigliere di PCP, perché credo che soprattutto su alcuni pezzi importanti... e credo riconosciate anche il lavoro che facciamo, molto probabilmente possono essere utili per tutta la comunità.Entro nel merito di quanto detto da diversi di voi, ossia che spesso si è votato a trentatré e che - mi sembra che lo dicesse il consigliere Sammaritani - anche il programma di oggi è di una genericità disarmante, effettivamente non può essere connotato, secondo me, né a Destra, né a Sinistra, perché non ci sono punti qualificanti e punti importanti per definire questo un programma effettivamente progressista. Ecco che anche rispetto alla questione di nuovo tirata fuori degli impianti di risalita, vorrei ricordare che invece quel voto sulla legge 8 è stato dato da 35 consiglieri e non da 33, perché, quando si tratta di scelte che in qualche modo servono alla comunità, non ci siamo mai sottratte. È normale però che, quando si tratta invece non di impianti di risalita ma di mega ristoranti, piuttosto che di collegamenti che non si possono fare, a quel punto il nostro voto non lo avete avuto, quindi credo sia molto poco rispettoso anche dei voti dati fino ad oggi quanto è stato detto da alcuni Consiglieri prima di noi.Rispetto alla questione povertà, apprendiamo che non è tra i punti essenziali, che non si ritiene di dover in qualche modo intervenire con urgenza ma che si pensa di intervenire per impedire la povertà. Io vorrei sottolinearvi che purtroppo la povertà c'è ed è molto presente nella nostra Regione, forse basterebbe guardare i dati per comprenderlo. Ricordo solo alcuni dei voti a 33: i due tunnel votati ultimamente, quindi quello di La Thuile, il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco e la legge sull'idrogeno. Entrambi questi provvedimenti sono in aperto contrasto sia con il programma di legislatura, sia con gli ideali e i valori dei movimenti che noi rappresentiamo e faccio i complimenti all'Union Valdôtaine, che è riuscita a rispettare le decisioni del proprio movimento e oggi alla carica di Presidente ci sarà proprio una persona che forse non era perfettamente d'accordo con quelle posizioni, purtroppo nel nostro gruppo così non è avvenuto perché quanto era stato deciso dalle forze politiche è stato completamente disatteso dalle persone che poi hanno deciso di abbandonare quel gruppo, naturalmente per ricoprire importanti poltrone che continuano in qualche modo a ricoprire anche oggi.Come dicevo, non ci sottraiamo a quel confronto e non ci sottraiamo neanche, e questo lo dico principalmente per quello che riguarda la mia persona, avendo una storia da autonomista, appartenendo non solo a una storia ma a un'associazione che è quella di Area democratica-Gauche autonomiste, che è sempre stata la Sinistra autonomista anche all'interno del Partito Democratico, per dire che essere autonomisti - e lo diceva anche Restano prima di me - non credo dipenda dall'essere sotto un leone rampante o meno, dipende dalle politiche che portiamo avanti, dipende dai valori che riconosciamo, dipende da quello che abbiamo fatto nella nostra vita... è il secondo intervento...
(voce della consigliera Minelli, fuori microfono)
Presidente - Continui.
Guichardaz E. (PCP) - ...scusate l'interruzione ma è naturale che in questo momento Testolin non poteva parlare da Presidente, quindi siamo ancora in discussione generale e questo è il mio secondo intervento, quindi dura quindici minuti.Come dicevo, essere sotto il cappello di autonomisti credo non voglia dire stare sotto un movimento che ha il leone rampante, ma vuol dire capire quali sono i nostri valori e i nostri ideali che io ho scomodato e che a qualcuno ha dato fastidio, ma ritengo che anche e soprattutto in questo momento valori e ideali siano alla base anche dell'azione politica che ognuno di noi deve portare avanti. Sotto questo punto di vista, ribadisco il nostro impegno, come c'è stato fino ad oggi, per portare all'interno delle Commissioni il nostro contributo, credo che i colleghi possano confermare il fatto che, pur essendo in due, in quasi tutte le Commissioni noi abbiamo partecipato e partecipato anche in maniera costruttiva e questo continueremo a farlo di qui in avanti.Mi dispiace che il consigliere Rollandin voglia andare a casa ma lo terrò qui fino a quando... sinceramente quindi, rispetto a quanto ci è stato detto quest'oggi, spero che la genericità di questo programma sia in qualche modo implementata, ma ne sono sicura, perché conosco anche il consigliere Testolin e conosco bene la sua caparbietà, quindi sono certa che dal dibattito di oggi non possa che in qualche modo cogliere con favore anche le proposte costruttive che sono arrivate un po' da tutti noi, soprattutto da chi si è concentrato credo soprattutto sull'aspetto di contenuti e di programmi.