Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2111 del 15 dicembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2111/XVI - Approvazione di mozione: "Espressione di ferma condanna per il danneggiamento del monumento ai martiri delle Foibe sito in corso XXVI Febbraio ad Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 49. Illustra la mozione il primo firmatario, consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - La Giornata del ricordo, istituita con legge dello Stato, la legge n. 92/2004, è una giornata per restituire una dignità a una tragedia tutta italiana, quella ovviamente delle foibe, che riguarda l'esodo di centinaia di migliaia di persone dai luoghi natii con una deportazione forzata, quella appunto dell'esodo che ha distrutto famiglie, storie, tradizioni, culture e che ha privato 350 mila persone di ogni cosa, una tragedia nella tragedia, se pensiamo alla fine terribile riservata ad un numero che ancora oggi purtroppo non è certo. Gli storici non concordano, c'è chi dice 5 mila, c'è chi dice 20 mila, tendenzialmente la cifra su cui si è più o meno concordato è quella di 10 mila persone infoibate. Queste 10 mila persone vennero massacrate in maniera orribile, spesso prelevate da casa con la forza, con la violenza, alcune stuprate, abbiamo ricordato più volte in quest'aula anche la figura di Norma Cossetto, altre orribilmente torturate e poi giustiziate dopo aver cercato di far confessare loro, con queste indicibili torture, qualcosa di assurdo, qualche segreto militare, qualche cospirazione contro chi governava all'epoca, le truppe titine ovviamente, e poi dicevo giustiziate, gettate a volte da sole, a volte in gruppi nelle profonde e frastagliate doline carsiche. Una tragedia su cui si è espresso anche, e a ragione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando come per molto tempo a questa sciagura nazionale non sia stato attribuito il dovuto rilievo. Perché noi oggi parliamo, alla vigilia delle festività natalizie, di una giornata che si svolge il 10 di febbraio? Perché nel mese di ottobre è stato vandalizzato da ignoti il monumento ai Martiri delle foibe sito in corso XXVI Febbraio ad Aosta e, nello specifico, sono state spezzate le rose in metallo che fanno parte del monumento. Su questo tema fortunatamente si è già espresso il Consiglio comunale di Aosta, che, nell'ultima seduta, ha espresso la propria ferma condanna verso questo atto ignobile e ha stabilito di aggiustare quanto prima il monumento oggetto dell'atto vandalico. Ecco perché, proprio anche per venire allo spirito che ha sempre animato questo Consiglio, dove fortunatamente si è sempre trovata una certa concordia rispetto alla tragedia delle foibe e all'esodo di centinaia di migliaia di Istriani, Fiumani e Dalmati, vogliamo impegnare il Governo regionale a esprimere la più ferma condanna per il danneggiamento perpetrato e riaffermare la propria solidarietà a tutte le vittime della strage delle foibe e dell'esodo di Istria, Fiume e Dalmazia.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Come già ben ricordato dal collega Manfrin, il tema di questa tragedia, ormai istituzionalizzato a livello italiano, patrimonio della Nazione a partire dal 2004, quando fu istituito il Giorno del ricordo, ma non solo, anche a livello europeo è stata votata l'equiparazione dei crimini nazisti e comunisti con la famosa risoluzione del 19 settembre del 2019, ovviamente a livello europeo sappiamo che ci sono Paesi che furono coinvolti ed erano sotto la cortina in ferro, quindi dalla parte di là della cortina di ferro, quindi hanno avuto conoscenza di certi periodi storici e certe ideologie applicate, ma questa memoria è stata spesso avversata per decenni da una parte ideologica e politica e questo tema ancora oggi fa una certa fatica, per gli stessi motivi, a entrare nelle istituzioni, nelle scuole e nella stessa coscienza collettiva. Anche dalla maggioranza del Comune, ad esempio - lo ricordava il collega Manfrin -, è stata votata la mozione ma ci sono state delle resistenze e anche delle difficoltà; perché questo? Perché bisogna ammettere che le foibe sono il capitolo nostrano del più terribile ciclo di vittime del Comunismo nel mondo, che si contano, come si sa, in decine di milioni, forse si arriva a 100 milioni, ed è di questo che si fa un po' fatica a parlare. Le foibe vengono così destoricizzate, a volte ridotte a una manifestazione isolata poco significativa, al di là del macabro balletto delle cifre, purtroppo, che a livello di storici si fa, si deve fare. Se deve rientrare in una storia più grande, spesso la questione delle foibe rientra nelle reazioni al Fascismo e al Nazismo, così spesso viene derubricato, "sì, ma c'erano i Fascisti prima, gli altri hanno reagito", questo è un po' in sintesi quanto viene detto da alcune parti. Bene, allora se vogliamo fare un discorso di questo tipo, è interessante, perché se vogliamo vedere chi viene prima, mettiamo quattro date di storia insieme, mettiamole una dopo l'altra: ad esempio, punto primo, è chiaro che la rivoluzione russa del 1917, Lenin scrive le sue famose tesi d'aprile proprio in quell'anno e da lì la rivoluzione russa prende un altro corso, sono i quattro anni di guerra civile e poi prevale la parte bolscevica, ma siamo nel 1917. La Marcia su Roma, ad esempio, è dell'ottobre 2022, Hitler diventa cancelliere il 30 gennaio 1933. A quel punto quindi uno potrebbe dire l'esatto contrario, ci sono tesi storiografiche che vanno in quella direzione, ne cito una: Ernst Nolte, ad esempio, non dico che io sposi quella tesi ma ci sono e appunto vedono il contrario, l'Europa preda di una guerra civile che reagì anche con il Fascismo e il Nazismo alla minaccia della... rivoluzionaria comunista. Si dimentica spesso che in Italia l'ascesa del Fascismo venne favorita da quello che è stato il Biennio rosso, qualcuno l'avrà studiato spero.

Punto 2, i gulag esistono prima dei lager, anche questo va detto, esistevano già nella Russia zarista i campi di lavoro, ad esempio si chiamavano katorga. Se qualcuno ama la letteratura, oggi quella russa è un po' disprezzata perché c'è il politicamente corretto, ma chi ha letto Dostoevskij, immagino e spero che qualcuno lo abbiamo fatto, più di uno... "Delitto e castigo", "I fratelli Karamazov", "I demoni", ebbene, Dostoevskij fu internato in uno di quei campi di lavoro, facciamo anche un po' di letteratura ogni tanto che male non ci fa, poi vennero trasformati nei gulag negli anni Trenta. Ad esempio il famigerato articolo 58 del Codice penale della Repubblica federale socialista sovietica di Russia, è l'articolo che puniva le cosiddette "attività controrivoluzionarie" e venne introdotto il 25 febbraio 1927, da lì poi si andò verso le purghe staliniane successive.

Basterebbe quindi conoscere un po' di studi al riguardo, ad esempio, cito l'ultimo trovato: A. Applebaum, si trova facilmente, è uno studio del 2003, "Gulag, storia dei campi di concentramento sovietici", oppure basterebbe conoscere "Arcipelago gulag", molto famoso, un saggio scritto tra il 1958 e il 1968 da Alexander Sol?enicyn. L''opera fu pubblicata in Occidente solo nel 1973, ci furono resistenze a pubblicare opere di questo tipo in Europa, in Italia nel 1974, ad esempio, l'accoglienza dei "grandi tromboni" dell'intellighenzia di Sinistra fu tiepida all'epoca, perché è dal dopoguerra che grandi intellettuali lucidano un po' le terga, al Comunismo sovietico ieri e al progressismo più fanatico oggi, con alcune eccezioni rimarcabili, ad esempio, mi viene da dire Cacciari e anche il professor Barbero, che hanno votato ultimamente quell'appello contro l'utilizzo della Schwa, meno male. Poi basterebbe leggere "La fattoria degli animali" di Orwell, o il suo classico "1984", o il suo libro "Omaggio alla Catalogna", ad esempio, dove descrive le purghe staliniane in Spagna, io ci ho fatto la tesi sopra, contro gli anarchici, perché a volte ci sono lotte intestine belle grosse. Lo stesso Orwell, ad esempio - pochi lo sanno - ma sfuggì al pelo a queste purghe interne e rischiò di morire perché lui aveva combattuto nel POUM, che era un partito marxista. I crimini del Comunismo applicato sono stati volutamente taciuti in Italia e ancora oggi fanno fatica a far parte del dibattito, perché c'era il tabù allora certo della cortina di ferro a dividere i due monti, perché in Italia avevamo il Partito Comunista tra i più forti dell'intero mondo atlantico, anomalia tutta italiana nel mondo occidentale, il quale aveva rapporti diretti con Mosca e aveva avallato, per rimanere nel tema specifico delle foibe, con Togliatti la presenza del IX Korpus jugoslavo nel Friuli. Poi si sa, poi arrivò il 1968 con l'esaltazione a Sinistra della grande rivoluzione culturale di Mao, tra Stalin e Mao probabilmente arriviamo a circa 80 milioni di morti e del periodo del terrorismo rosso, dei Compagni che sbagliano. Ci fu anche ovviamente il terrorismo nero, totalmente da condannare, ci mancherebbe, ma ricordo che l'ultimo, o uno degli ultimi omicidi a matrice terroristica in Italia è proprio di matrice comunista: Marco Biagi nel 2002, consulente, tra l'altro, del ministro del lavoro e delle politiche sociali Roberto Maroni, all'epoca del Governo Berlusconi II, quindi non stiamo parlando di secoli fa ma di vent'anni fa.

C'è quindi tutto un mondo culturale che in Italia è prevalso, che ha spostato l'asse della visione del mondo tutta a sinistra e quindi ha coinvolto l'arte, l'Università, i media, eccetera, e poi c'è tutta una vulgata storiografica che tira l'acqua al proprio mulino perché così attira fondi pubblici, tra l'altro, da politici della propria area, è un classico, non dico che sia illegittimo ma succede, c'è, va detto, e alla quale oggi bisogna finalmente contrapporre anche un'altra visione della storia, un'alternativa, una vulgata che è quella storica liberale e conservatrice, c'è.

I risultati elettorali del nostro Paese io credo dimostrino che questo sia anche il momento storico per cui questo procedimento, questo tentativo deve essere fatto. Per quel che mi riguarda, darò il mio contributo possibile a quest'operazione, nel mio piccolo ovviamente, l'ho già fatto anni fa quando da studente universitario ho fatto una tesi sulla Valle d'Aosta e la guerra civile di Spagna 1936-1939, dove, pur non avendo una parte politica precisa, studiai tutti, compresi i Fascisti e i Valdostani che andarono a combattere con oggettività, perché questo fa uno storico, l'ho già fatto, l'ho fatto poi quando sono stato e quando sarò insegnante, l'ho fatto e lo farò ancora, e cerco oggi di farlo con coerenza anche nella mia attività politica.

Presidente - Ci sono altri interventi? Consigliere Chatrian, a lei la parola.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Non entrerò nel merito della mozione presentata dai colleghi, nel senso che la storia è sempre molto importante conoscerla nel dettaglio, darle il giusto peso. In questo caso, per quanto ci riguarda, con i colleghi proponenti, abbiamo trovato penso la sintesi migliore, quella che ha un obiettivo principale: quello di condannare chi ha danneggiato il monumento; di conseguenza, si è trovata una sintesi su un nuovo testo, diciamo asciugato, leggo solo proprio la parte finale dove il Consiglio regionale impegna il Governo regionale a esprimere la più ferma condanna per il danneggiamento perpetrato. I gruppi di maggioranza condannano fermamente quelli che sono comunque dei momenti non civili, c'è assolutamente da prenderne le distanze nella maniera più totale.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Anch'io non entro nel merito della ricostruzione che è stata effettuata dai colleghi, in particolare sulla parte della ricostruzione storica che per alcuni elementi non condivido, così come anche alcune valutazioni sulla letteratura, non solo russa, ma internazionale mi vedono su una valutazione un po' diversa. Non entro nel merito perché credo che sulla storia e sulla storiografia si aprirebbe un ampio dibattito e forse non è questo il momento per farlo, ma ci saranno sicuramente altre occasioni... ci potrebbero essere altre occasioni per discuterne. Mi attengo alla mozione, in modo particolare alla sintesi che è stata trovata e cioè al fatto che è importante esprimere una ferma condanna per il danneggiamento del monumento del XXVI febbraio perché atti vandalici di quel tipo - ce ne sono già stati purtroppo e speriamo che non ce ne siano altri - vanno comunque in ogni caso condannati.

Presidente - Posso mettere in votazione? Metto in votazione... la parola al consigliere Padovani in extremis.

Padovani (FP-PD) - Chiedo scusa, Presidente, volevo intervenire in dichiarazione di voto ma intervengo adesso come dichiarazione di voto. L'atto vandalico ai danni del monumento dedicato al Giorno del ricordo va fermamente condannato, come tutti gli atti vandalici d'altronde. La vicenda storica delle foibe va affrontata senza alcuna ambiguità, contestualizzando i fatti con serietà storiografica. Sappiamo bene invece come venga strumentalizzata dall'estrema destra neofascista o postfascista, come d'altronde è fatto anche oggi, ma questo non può e non deve giustificare simili atti di vandalismo. Voterò ovviamente questa mozione.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Per ringraziare ovviamente la maggioranza per la mediazione trovata che vede nella sua esplicitazione un testo che prende atto dell'esistenza di un monumento: quello dei Martiri delle foibe, per il quale si è lavorato in maniera importante sul Comune di Aosta e che, a fronte di un danneggiamento che evidentemente porta alle sue radici un odio politico, storico, culturale... decide di sfogarsi per cancellare un simbolo che fortunatamente però non riesce a farlo e, anzi, ottiene l'effetto contrario.

Sono felice che finalmente il collega Padovani riesca a rimanere in aula per una volta e votare un'iniziativa che parla delle foibe, smentendo così le sue tattiche assenze già utilizzate in passato.

Presidente - Metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

La mozione è approvata all'unanimità.