Oggetto del Consiglio n. 2108 del 15 dicembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2108/XVI - Interpellanza: "Introduzione della figura dell'Utente e Familiare Esperto (UFE) nell'ambito dei servizi della salute mentale".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 46. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Mi conceda dieci secondi per sottolineare quanto detto prima perché mi è arrivato un messaggio un po' polemico... forse è stato interpretato male... il medico che mi è stato assegnato non è che perché è ucraino che l'ho enunciato, sono lieto che un medico ucraino sia arrivato a lavorare in Valle d'Aosta e ribadisco che è anche bravo, perché è uno che ti coccola, ti cura, quindi spero di smentire alcune voci che potrebbero girare giornalisticamente.
Tornando all'interpellanza che ci occupa, la delibera di Giunta che porto all'attenzione del Consiglio regionale e che approva i requisiti per l'autorizzazione riguardo alle strutture residenziali e semi-residenziali dei servizi psico-socio-educativi territoriali per la salute mentale, per le dipendenze patologiche e i disturbi del comportamento alimentare apre un dibattito che vogliamo affrontare e che, attraverso quest'interpellanza e con la successiva mozione, ci mette in condizioni di capire cosa succede in quel comparto estremamente delicato della sanità e anche dal punto di vista sociale, e che va affrontato con il giusto piglio, soprattutto in questa che possiamo considerare una fase di post pandemia. Parlo della delibera n. 1727 del 30 dicembre 2021, che ha come oggetto: "Approvazione dell'aggiornamento dei requisiti per l'autorizzazione di strutture residenziali dei servizi psico-socio-educativi per la salute mentale, le dipendenze patologiche e i disturbi del comportamento alimentare", aggiornamento che vede una revisione che accorpa in un unico documento per una sua ottimizzazione i requisiti e per una razionalizzazione delle informazioni, quindi strutture residenziali, strutture semi-residenziali e, per quanto riguarda i servizi territoriali, psico-socio-educativi per il disturbo della salute mentale.
È quindi un provvedimento, che, tra le altre cose, supera la logica dei minutaggi per paziente e per figura professionale, e questa è una buona cosa, inserendo la logica del piano di lavoro quotidiano individuale. Introduce il concetto di budget di salute e soprattutto, e qui veniamo ai quesiti, introduce il concetto di supporto familiare tra pari, il peer support, quindi quel ruolo che gli utenti familiari esperti dovrebbero avere. Diciamo che il concetto "gli utenti familiari esperti" dovrebbe essere approfondito come nuova figura e abbiamo fatto degli approfondimenti, si tratta di utenti e familiari di supporto che, attraverso il loro percorso, sicuramente un percorso difficile, hanno raggiunto la capacità di poter offrire il loro sapere, per mezzo delle loro esperienze acquisite, che si rendono particolarmente idonee a offrire ad altri utenti e ad altri familiari che vivono contesti di salute mentale appunto un supporto, quindi direi un ruolo attivo in quest'ambito e soprattutto magari legato al volontariato.
Ci pare che si parta da un nuovo scenario di operatività del volontariato, che però, a seguito di questo contesto che spesso si trasforma in azioni di aggressività e di difficoltà di gestione della persona, diventa preoccupante. Sono molteplici le vicende che si sono trasformate in dramma, devo dire le più recenti sono note ma non voglio neanche citarle perché è davvero fastidioso, questo perché non seguiti da personale adeguatamente formato. Si parla di fare un'adeguata valutazione sui soggetti che possono essere qualificati come UFE (Utenti Familiari Esperti), conoscere il dettaglio dei profili di studio, delle qualifiche, credo che non basti solo l'esperienza vissuta in una pari situazione. Ci chiediamo se sono previste delle risorse per l'eventuale formazione degli UFE e se si ritiene che questo debba essere continuativo, ma immaginiamo di sì e quale sarebbe il riferimento con il Dipartimento di salute mentale regionale.
Noi chiediamo in quest'interpellanza cosa si intende per UFE, che qualifiche devono avere gli UFE per fare assistenza ai loro familiari e ai familiari di altri, quali strumenti verranno assegnati agli UFE, quindi che formazione, che professionalità si richiede, se si intende prevedere una retribuzione per queste figure di sostegno, quindi un sostegno anche economico-finanziario e soprattutto lavoreranno solo presso le abitazioni, sul territorio, avranno dei riscontri anche in ambito ospedaliero? Si tratta un po' di capire. Mi pare di non aver visto nel piano salute e benessere sociale, ma magari l'ho letto troppe volte e questo mi è sfuggito, che questa figura sia inserita nel suo contesto.
Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Grazie consigliere Baccega per parlare di questo argomento, che è sicuramente un argomento che riteniamo innovativo, sicuramente il Dipartimento di salute mentale e ciò che ne consegue è una realtà molto complessa e particolare, cambiare un po' quelle che possono essere considerate delle procedure, delle linee guida del trattamento in questo tipo di patologie è sempre molto difficile e complesso. Se pensiamo allo storico, quando sono stati aboliti i cosiddetti "manicomi", possiamo già capire con che difficoltà si è cambiata la rotta, per cui ogni cambiamento in tale ambito è sicuramente difficile, nessuno ha la sfera di cristallo ma si cerca per capire quanto queste innovazioni possano portare effettivamente dei benefici... è proprio per questo che si fa riferimento a realtà in cui queste novità sono state introdotte già parecchi anni fa. In queste realtà abbiamo potuto così capire quali potevano essere gli esiti e ci sono dei cambiamenti radicali nell'interpretazione della malattia mentale e di come può essere curata, evitando per quanto possibile le ospedalizzazioni prolungate.
Parliamo delle UFE, la prima domanda. L'UFE, come ha già detto, è l'Utente e il Familiare Esperto, è una figura introdotta nell'ambito dell'assistenza che consiste nel coinvolgere utenti dei servizi e anche i familiari i quali sono portatori di un sapere unico, cioè il cosiddetto "sapere esperienziale", che deriva proprio dalle esperienze che hanno vissuto in prima persona come ammalati e come caregiver. Possono considerarsi quindi esperti del settore. Questo è un concetto che noi stiamo cercando di estendere non solamente al Dipartimento di salute mentale ma alle patologie in genere, perché se pensiamo che chi ha già passato... chi ha già avuto una patologia importante sia comunque una grande risorsa per coloro che si trovano in difficoltà in questo momento. Come dicevo prima, sono ammalati e come caregiver possono quindi considerarsi esperti del settore; non si tratta di professionisti con specifici titoli di formazione bensì di soggetti che per il sapere esperienziale che portano in loro risultano le figure che nei percorsi di cura producono da subito empatia ed efficacia di azione verso i pazienti.
L'esperienza rivoluzionaria del "fareassieme", così si chiama il progetto di Trento nell'ambito della salute mentale, rappresenta un caso con ineguagliabili livelli di efficacia nella gestione delle risposte assistenziali. Nel caso specifico, gli UFE sono reclutati dall'Associazione Onlus "Il Cerchio fareassieme", la quale, nel rispetto di specifici requisiti organizzativi, ha ricevuto il rilascio dell'accreditamento da parte della Provincia autonoma di Trento per l'erogazione di servizi socio-sanitari e quindi ha poi stretto un accordo contrattuale, una convenzione con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari, l'APSS, dunque sono quindi reclutati e formati dall'Associazione e affiancano nei servizi le figure professionali reclutate alle dipendenze dell'APSS.
Con l'obiettivo di far conoscere il ruolo di quest'importante figura, alla fine del mese di ottobre scorso, si sono svolte due giornate di formazione rivolte agli operatori dell'Azienda USL della Valle d'Aosta e a quelli di tutte le strutture del privato sociale operanti nel territorio regionale, nonché l'Associazione dei pazienti durante le quali i referenti della Provincia di Trento hanno portato testimonianza delle azioni che vengono svolte nel loro territorio provinciale ormai da decenni, responsabile di queste due giornate ovviamente è stato il Dipartimento di salute mentale che ha anche provveduto a organizzare quest'attività.
La figura dell'UFE è stata inserita nell'ambito della risposta assistenziale della salute mentale in Valle d'Aosta dalla DGR n. 1727 del 30 dicembre 2021, che dovrà caratterizzare le azioni di riorganizzazione dei servizi che il DSM dell'Azienda USL dovrà porre in essere sin dal prossimo anno 2023. In concreto la via che si intende perseguire vede il reclutamento delle figure di cui trattasi in capo agli enti del terzo settore che già oggi erogano i servizi per conto dell'Azienda USL in virtù dell'accreditamento delle relative convenzioni. I termini della collaborazione saranno definiti nelle singole convenzioni e potranno benissimo vedere affiancate figure di UFE in rapporto di dipendenza con i privati accreditati a figure professionali in rapporto di dipendenza con l'Azienda USL della Valle d'Aosta, così come avviene nei servizi della salute mentale della Provincia di Trento, vedasi, per esempio, il CSM dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari dove l'accoglienza degli utenti è gestita direttamente dagli UFE.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Baccega.
Baccega (FI) - Grazie Assessore. Io apprezzo la sua considerazione iniziale soprattutto in questo ambito, in questo settore, per la salute mentale cambiare è davvero molto difficile. Questo sapere esperienziale che viene messo in campo viene messo in campo da parte di associazioni che fanno parte del terzo settore e di personale che va a reclutare e mette alle sue dipendenze dell'Associazione, o comunque della cooperativa che si formerà, come "Il Cerchio" nel Trentino, altro personale ed è una riorganizzazione che partirà dal 2023. Staremo a vedere, verificheremo, io ci andrei molto cauto, perché qui davvero ci si può far del male, le situazioni sono davvero critiche, molto complicate, difficili e in alcuni ambiti anche pericolose. Valuteremo, sono assolutamente convinto che si debba fare un percorso, che si possa tranquillamente andare a migliorare, ma ci andrei cauto.