Oggetto del Consiglio n. 2106 del 15 dicembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2106/XVI - Interpellanza: "Azioni volte ad assicurare una celere refertazione degli esami di laboratorio relativi a screening oncologici".
Bertin (Presidente) - Punto n. 44. Illustra la consigliera Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - L'interpellanza trattata pone l'accento sulle tempistiche di consegna dei referti degli esami di laboratorio che riguardano lo screening per la ricerca di eventuali tumori al seno nelle pazienti colpite da questa malattia. Sono al riguardo pervenute delle segnalazioni in merito a probabili ritardi nella consegna dei referti di questi esami di laboratorio, stiamo parlando di una consegna di referti che avviene dopo quasi due mesi dall'esecuzione della mammografia o di altro esame similare. La problematica esposta sembrerebbe essersi già verificata nel passato. È noto che chi ha dovuto affrontare il doloroso percorso della malattia, oltre alla sofferenza di tipo fisico per le cure che sono più o meno invasive alle quali si è sottoposti, la persona ha subito particolari stress anche dal punto di vista dell'emotività, della sessualità, della psiche, dell'accettazione della malattia stessa e direi anche di riuscire ad accettare il proprio corpo, quel nuovo corpo che in alcuni casi ne è uscito mutilato. Sono passaggi che provano e segnano la persona sotto tanti punti di vista.
Evidenziato dunque che tali ritardi nella consegna dei referti generano particolare stress emotivo nelle persone interessate e cosa ancora più grave potrebbe risultare tardivo e poco efficace un eventuale intervento medico nel caso di una recidiva; considerata l'importanza di intervenire nell'immediato nel caso di soggetti che dovessero ripresentare una ricaduta della malattia oncologica per non vanificare il lavoro svolto precedentemente e circoscrivere nel più breve tempo possibile la malattia, per queste motivazioni si interpella quindi l'Assessore per conoscere se le segnalazioni corrispondono a verità, quale sia la tempistica in termini di giorni nella consegna dei referti degli esami di laboratorio per l'eventuale ricerca della malattia, qualora le segnalazioni risultassero veritiere, come si intende risolvere la problematica e con quale tempistica.
Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Grazie consigliera Foudraz per l'interpellanza in cui parliamo di un argomento che ovviamente mi è sempre molto caro per il quale magari facciamo un po' di chiarezza sulla terminologia e sui controlli che devono effettuare le pazienti operate alla mammella.
Riferendomi in questo caso alle segnalazioni circa i ritardi nella consegna dei referti di esami di follow-up periodici in cui le donne a cui è stata diagnosticata una forma neoplastica, già sottoposte a intervento chirurgico di asportazione del tumore a seguito dell'effettuazione degli screening mammografici, non sono a conoscenza di tali ritardi. Questo perché queste donne sono sottoposte a controlli di follow-up periodici nell'arco di dieci anni, cercherò qui di essere abbastanza chiaro, in quanto le pazienti operate all'interno dello screening per dieci anni vengono controllate ogni anno. Annualmente, quando vengono controllate, c'è la presenza sia del radiologo sia del chirurgo, quindi i referti sono immediati e almeno dal punto di vista verbale, la comunicazione viene effettuata immediatamente. Queste sono pazienti operate che per dieci anni rimangono in controllo a carico dello screening, poi ci sono le donne che sono già uscite dallo screening perché superano i 74 anni di età, perché è l'età massima per lo screening, queste invece devono prenotarsi con un'impegnativa medica e attendere l'esito del referto, però anche in questo caso il referto viene sempre anticipato, perché quando si fa quello che noi chiamiamo un controllo di clinica, a differenza dello screening in cui c'è solamente il tecnico di radiologia, che esegue la mammografia e poi la lastra va refertata, e quindi c'è un ritardo, di cui parleremo dopo, nei controlli di clinica che è sia per le pazienti oncologiche, sia per una paziente sotto i 45 anni, anche in quel caso c'è il medico radiologo presente alla mammografia che molte volte fa anche l'ecografia e quindi almeno verbalmente il risultato è immediato. È per questo che le dicevo che in questi casi di follow-up non mi risultano dei ritardi. Come dicevo, invece è diversa la situazione dei controlli di primo e secondo livello degli screening mammografici, cioè quando una paziente fa lo screening mammografico, ovvero va a fare una mammografia e quindi deve aspettare che questa radiografia debba essere letta, ed è una doppia lettura, perché nello screening la stessa lastra viene letta da due radiologi, fintanto che non c'è la lettura, quindi si può immaginare che c'è un doppio impegno, questa non vuole essere una giustificazione ma per spiegare un po' come funziona il tutto. Qui i ritardi sono la conseguenza ovviamente di un'attività fortemente incrementata per effetto del piano di rientro delle prestazioni di primo livello di screening, stiamo recuperando tutto l'arretrato e sono in fase di attuazione nel 2022 per il recupero appunto di quanto accumulato nel biennio precedente.
Per quanto riguarda la seconda domanda: "quale sia la tempistica in termini di giorni nella consegna dei referti di esami di laboratorio - io penso che per "esami di laboratorio" intendiamo il referto radiografico, radiologico - per l'eventuale ricerca della malattia", nei follow-up periodici in quelle donne in cui è stata diagnosticata una forma neoplastica il referto, come le ho già detto, viene consegnato subito. Relativamente invece agli screening mammografici di primo e secondo livello, premesso che l'esame non è un esame di laboratorio ma radiologico come ci siamo chiariti, i tempi di attesa sono 48 giorni per le letture degli esami mammografici di primo livello ed entro 30 giorni per l'effettuazione degli esami di secondo livello con esito immediato. Cos'è il primo livello e cos'è il secondo livello? Il primo livello è la donna che fa l'esame di screening e le viene dato il referto. Se in questo referto dovesse esserci un dubbio, questo diventa un esame di secondo livello e passano altri 30 giorni. Relativamente alla refertazione del primo livello, i tempi eccedono quindi di diciotto giorni, quello che viene considerato il gold standard secondo lo standard del gruppo italiano screening. Negli esami di primo livello il risultato è peggiorato rispetto al pre-Covid per due ragioni: il già ricordato effetto del piano di rientro delle prestazioni di primo livello di screening mammografico predisposto e un elevatissimo numero di esami che comporta un allungamento dei tempi di refertazione, come ho già detto prima, ci vuole una doppia refertazione, un incremento del numero delle ecografie di completamento, un numero maggiore di approfondimenti di secondo livello, tale eccezionalità cesserà a breve con il termine dell'azione di recupero delle prestazioni non rese che avverrà nel breve periodo, e gli aumentati volumi non riescono a trovare compensazione con adeguato incremento di organico per le note difficoltà al reclutamento di specialisti formati, ciononostante le carenze sono state vicariate almeno parzialmente dalla sottoscrizione da parte dell'Azienda USL di convenzioni con società di servizi.
Nel terzo punto dell'iniziativa si dice: qualora le segnalazioni risultassero veritiere, come si intende risolvere la problematica...", per quanto riguarda, come dicevo prima, i controlli delle pazienti oncologiche, non ci sono ritardi, ma, a dire il vero, ci può essere una situazione di ritardo, adesso poi magari gliela spiego, quindi diciamo che in questo caso non ci sono. Riguardo invece gli screening mammografici di primo e secondo livello, rientra nello standard ottimale, potrà avvenire progressivamente alla fine del recupero del pregresso e con il reclutamento di altri specialisti radiologi. Con l'aumento di personale specializzato sono in corso ovviamente le procedure concorsuali sia per il personale medico radiologo, sia per i tecnici di radiologia e se non andasse a buon fine per mancata partecipazione dei candidati che hanno effettuato domanda, con una rinegoziazione delle convenzioni con strutture esterne all'USL Valle d'Aosta. Per essere più corretti, quindi devo dire che anche nelle pazienti oncologiche potrebbe esserci un ritardo in questo senso, nel senso che la paziente oncologica, quindi già operata che è all'interno del programma di screening, ma che dopo dieci anni non esce dallo screening, quindi che non fa un controllo di clinica, rientra nello screening normale. Facciamo un esempio pratico: dopo 10 anni una donna che è stata operata di un tumore al seno a 50 anni, viene controllata dallo screening annualmente senza ritardi fino a 60 anni, dai 60 anni rientra nello screening, quindi viene chiamata nello screening, un anno fa la mammografia con lo screening e un anno di clinica, nell'anno di clinica ovviamente il referto è immediato, nell'anno invece di screening passano questi 48 giorni prima di avere il referto. Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Presidente - Per replica, ha chiesto la parola la consigliera Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - Grazie assessore Barmasse per la spiegazione, è stato chiarissimo. È importante che le donne che hanno affrontato questo doloroso percorso in questi primi dieci anni dall'insorgere della malattia abbiano quindi questo riscontro immediato dell'esito degli esami ai quali vengono sottoposte con una scadenza, come avviene correttamente, però sarebbe, secondo me, altrettanto importante che anche successivamente, anche dopo che sono trascorsi questi dieci anni, nel momento in cui si presentano per sottoporsi agli esami di screening, avessero le risposte in tempi brevi o, meglio, ragionevolmente brevi. Perché le dico questo? Perché i casi che mi sono stati segnalati sono casi di donne tra i 50 e i 55 anni che hanno subìto l'intervento di asportazione di parte del seno undici anni fa, quindi, da quello che ho capito, rientrano nello screening di primo livello e praticamente mi è stato segnalato che l'esito della mammografia, piuttosto di un altro esame che hanno effettuato, ma penso mi parlassero della mammografia, è arrivato dopo 53 giorni, quindi non i 48 giorni che lei mi ha detto, quindi 53 giorni che lei può capire per una donna che ha già subito un passaggio dolorosissimo sono 53 giorni di paure dove si scatena di tutto nella mente umana. Io credo che sarebbe veramente importante riuscire a dare delle risposte nei tempi più brevi possibili e mi auguro che si riesca ad arrivare al più presto al recupero del lavoro pregresso causato da tutti i vari problemi che conosciamo per giungere alla situazione ottimale e per dare le risposte in tempi brevi.
Presidente - Per una precisazione di un minuto, la parola all'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Solo una precisazione, nel senso che concordo, c'è sempre stato un grosso dibattito interno su questi dieci anni, sono un po' delle regole antecedenti. Effettivamente in questo momento c'è un carico di lavoro su questo tipo di attività, nel momento in cui ci fosse il recupero del pregresso e tornassimo alla situazione di normalità, io penso ma non solo io ma molti clinici, che sia il caso di fare dei controlli annuali oltre i dieci anni a tutte le pazienti senza utilizzare questo sistema. Non sarà fattibile nell'immediato ma appena la situazione si normalizza un po,' è sicuramente una strada da perseguire.