Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2085 del 14 dicembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2085/XVI - Interrogazione: "Notizie in merito al ruolo della Regione nell'ambito dei lavori della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 17 novembre e posizione manifestata in quella occasione con riferimento al progetto di autonomia differenziata" e interpellanze: "Risultati dell'interlocuzione Stato-Regioni sull'autonomia differenziata e intendimenti in merito al ruolo della Regione quale soggetto protagonista nel processo di riforma" e "Relazione al Consiglio in merito alla partecipazione della Regione al confronto sulla riforma dell'autonomia regionale in Italia".

Sammaritani (Presidente) - Essendo stata ritirata l'interpellanza n. 22 all'ordine del giorno, passiamo alla trattazione unitaria dell'interrogazione n. 10 dell'interpellanza 23 e 24, oggetti che hanno un argomento affine. Quindi passiamo alla descrizione. Per la presentazione, la parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Preso atto del fatto che in data 17 novembre 2022 si è tenuta la prima riunione della conferenza Stato-Regioni presieduta dal nuovo ministro Roberto Calderoli, nella quale sono state avviate le interlocuzioni in materia di autonomia differenziata, considerato il ruolo fondamentale che la nostra Regione può avere nella discussione di questi temi, quale titolare di un'autonomia che si può ormai definire storica e consolidata; ricordato poi l'esito molto favorevole dei referendum che le Regioni del Nord Italia a suo tempo hanno promosso per ottenere un'autonomia che rispetti i dettati costituzionali, si interpella il Presidente della Regione per conoscere quali siano i risultati del primo incontro tra Stato e Regioni del 17 novembre 2022 e se la Regione Valle d'Aosta, con il suo Governo e grazie alla sua esperienza, abbia intendimento di essere soggetto protagonista di quest'azione del Governo nazionali e con quali concrete attività.

Presidente - Per la presentazione del secondo oggetto, la parola al consigliere Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Continuo sullo stesso argomento, anzi, addirittura le tre iniziative dimostrano quanto il gruppo consiliare della Lega Vallée d'Aoste segua con interesse quanto affermato dal Presidente il 16 scorso, in particolare la sua dichiarazione "Tra il Governo centrale e le Regioni si è aperto un confronto sulla riforma dell'autonomia regionale in Italia".

Si tratta di un tema che è stato messo sul tavolo del ministro Calderoli con la presentazione di una bozza di disegno di legge che è il punto di partenza di un confronto cui parteciperanno nei prossimi giorni prima di tutte le Regioni, quindi un tavolo che riunisce Regioni e Province a statuto speciale.

Continuava poi dicendo: "Anzitutto con altre realtà a statuto speciale parteciperemo perché siano salvaguardate le peculiarità che ciascuna delle nostre realtà ha sviluppato nei decenni". Io più che sviluppato, direi che ha perso nei decenni. Comunque, a parte questo, ci ha anche parlato bene, ieri l'altro, dell'incontro, delle prime edizioni del festival, e immagino che sia relativo a queste iniziative.

Le mie domande erano in particolare: "Quali siano i contenuti della proposta avanzata dal Ministro fino ad oggi". La seconda: "Se verranno coinvolti nel confronto anche i due rappresentanti valdostani a Roma" e "In quali circostanze e in quale modo il Presidente intenda tenere aggiornato il Consiglio", magari anche con atti o documenti, e, infine, "Quali saranno le richieste avanzate dal Governo valdostano, oltre alla classica salvaguardia della peculiarità, ma in futuro come penserà il nostro Governo di tutelare la storica autonomia ottenuta nel 1945".

Presidente - Per la risposta. La parola al presidente Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Come detto già in queste comunicazioni e anche forse in quelle dell'ultimo Consiglio, questo è sicuramente un tema di assoluto interesse a livello generale, perché la riforma del Titolo V della Costituzione, portata avanti con la legge costituzionale n. 3/2001, è una riforma importantissima a livello generale e lo è anche per noi che ci professiamo convinti federalisti.

È una discussione molto interessante, ripeto, che è stata avviata con delle prime interlocuzioni nell'incontro che il Ministro Calderoli ha voluto con le Regioni in data 17 novembre; ce ne sono state altre nei giorni seguenti e l'organizzazione del Festival delle Regioni è stata anche un'occasione nella quale abbiamo ancora fatto dei passi avanti, nelle discussioni formali ma anche nelle discussioni informali, perché devo dire che quest'incontro è stato proficuo soprattutto poi negli incontri informali, come spesso avviene, soprattutto nel momento in cui anche i Presidenti di Regione si vedono quasi settimanalmente ma si vedono quasi sempre a distanza, quindi questo permette di portare avanti il lavoro formale, ma manca un po' il contatto umano che invece permette di fare dei ragionamenti che sono comunque importanti, a latere magari delle riunioni ufficiali.

Solo per inquadrare la questione, senza nessuna pretesa di fare lezioni di diritto costituzionale perché non ne sono assolutamente in grado, la questione è abbastanza nota: parliamo dell'articolo 116 che è stato novellato con questa legge costituzionale nel 2001. È noto che quello che riguarda le Regioni a statuto speciale e le Province autonome è il primo comma dell'articolo 116 che è quello che prevede appunto che il Friuli, Sardegna, Sicilia, le Province autonome - questa è una delle modifiche introdotte con la riforma del Titolo V - quindi la definizione delle due Province autonome del Trentino e Sud Tirolo e la Valle d'Aosta, dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia secondo i rispettivi statuti.

Il terzo comma invece è quello di cui si parla in queste settimane, che invece dice che "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, in alcune materie che poi sono definite in maniera più definita, possono essere attribuite ad altre Regioni", quindi parla delle Regioni a statuto speciale e poi dice "Per le altre Regioni si possono attribuire ulteriori forme di autonomia nel rispetto" eccetera, poi definisce i passaggi anche formali di come questo dev'essere fatto.

Lo scorso 17 novembre il Ministro Calderoli ha presentato alla Conferenza delle Regioni un primo documento di lavoro che, in buona sostanza, è una sorta di disegno di legge che va a definire i principi generali per l'attribuzione di queste ulteriori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario.

Si tratta quindi di un disegno di legge ordinaria, quindi non di rango costituzionale, che traccia i procedimenti, i principi, le tempistiche per l'attuazione di questo terzo comma dell'articolo 116 della nostra Costituzione.

Al di là dei titoli dei giornali, più o meno roboanti, se così si può dire, come spesso avviene, si tratta veramente di un primo abbozzo di discussione, anche perché poi, all'interno delle Regioni, in particolare dei Presidenti, le visioni sono anche piuttosto distanti e comunque necessitano di passaggi di maturazione che non sono proprio di immediata attuazione. Si parla, ad esempio, di primi passaggi prodromici a quei passaggi formali di attuazione del comma terzo che sono ad esempio l'individuazione dei LEP, dei cosiddetti livelli essenziali di prestazioni, che sarà un passaggio non certo semplice, perché uniformare a livello nazionale - poi lasciamo fuori le speciali - i livelli - e penso alla sanità che è stato poi l'oggetto più discusso come esempio tra la Lombardia o la Campania o la Calabria - oggettivamente è molto complicato.

Nella riunione della settimana successiva, quella del 24 novembre, il confronto è poi proseguito ed è stato concordato che le Regioni predisporranno una sorta di decalogo delle principali questioni che ritengono imprescindibili, mentre il Ministro Calderoli si è impegnato invece a trasmettere una nuova proposta di legge che già tenga in qualche modo conto di questi primi passaggi fatti all'interno di queste prime riunioni.

Per quanto riguarda le domande, quindi, ad esempio, adesso non ricordo in quale iniziativa si chiede quale sia la posizione espressa dalla Valle d'Aosta, - se ci fosse bisogno di farlo, per quanto riguarda la mia posizione, ribadisco che in qualche modo rappresento la Valle d'Aosta all'interno della Conferenza delle Regioni - su questo non abbiamo aperto ancora un dibattito e lo dovremo aprire, secondo me, in Consiglio regionale, anche se questa è una riforma che ci vede in qualche modo spettatori molto interessati, ma comunque spettatori, perché riguarda le altre Regioni a statuto ordinario. è una riforma che non può che vederci in qualche modo favorevoli in un processo che sviluppi un regionalismo importante in Italia, con un livello di federalismo importante, con attribuzioni importanti di competenze alle Regioni.

Ricordo anche, al riguardo, che le materie interessate da questo discorso sono indicate al terzo comma dell'articolo 117, cioè l'articolo successivo, che sono: la tutela della salute, la valorizzazione di beni culturali, la promozione e organizzazione di attività culturali, che sono materie di legislazione concorrente; ci sono altre materie che sono invece stabilite dal secondo comma sempre dell'articolo 117, e che sono materie di legislazione esclusiva dello Stato quali la tutela dell'ambiente, i beni culturali e le norme generali sull'istruzione.

Queste sono le materie oggetto di quest'attribuzione alle Regioni ordinarie.

Nell'avvicinarci alla riunione del 24, ma in realtà anche prima del 17 ma poi in particolare nella settimana tra il 17 e il 24, ci siamo confrontati spesso tra Presidenti di Regione a statuto speciale e Province autonome per condividere in buona sostanza una linea rispetto a questi passaggi, perché comunque riteniamo che - e su questo siamo tutti d'accordo - sia un passaggio che non è pericoloso per le autonomie speciali e che soprattutto non toglie loro nulla, ma va visto come un'opportunità che in qualche modo va colta.

Quindi abbiamo preparato, tutte le Regioni speciali, un documento che abbiamo condiviso e sottoscritto e che abbiamo presentato poi al Ministro Calderoli nella riunione del 24 novembre; abbiamo anche chiesto al Ministro, e l'abbiamo ribadito nell'incontro a Milano, la necessità poi di un incontro più ristretto solo con le autonomie speciali per fare dei ragionamenti, ma in buona sostanza in questo documento è stato richiesto che le ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia riconosciute alle Regioni ordinarie vanno garantite anche alle Regioni a statuto speciale, laddove questi siano inerenti a competenze non già attribuite dai nostri Statuti, per fare in modo che, come dice la Costituzione, le competenze ulteriori attribuite alle Regioni ordinarie non superino quelle delle Regioni a statuto speciale e, laddove questo possa succedere, che anche queste ultime possano in qualche modo avere lo stesso trattamento, se così si può dire, ma anche perché - torno alle premesse - i passaggi sono molto diversi.

Adesso è vero che si tratta di un primo disegno di legge che andrà definito poi nei dettagli ma, come dicevo, quello che si prevede per l'attribuzione di queste forme di autonomia è il principio d'intesa, con una legge ordinaria, quindi con un iter comunque abbastanza snello rispetto al nostro che ha un livello ordinamentale molto più alto, perché lo statuto ha un livello costituzionale, quindi attraverso le norme di attuazione: i passaggi sono più complessi, ma danno anche dall'altro lato delle forme di garanzia molto più ampie.

Detto questo però non dobbiamo e non possiamo rimanere indietro rispetto alle ordinarie.

Questa è la prima cosa che chiediamo.

La seconda cosa, richiesta nella riunione, è la seguente: occorre ripristinare le competenze attribuite agli statuti di autonomia. Negli ultimi due anni, questo è stato oggetto di confronto con i tre Ministri alle autonomie che si sono succeduti: prima il Ministro Boccia, poi la Ministra Gelmini e adesso il Ministro Calderoli, ai quali le Regioni a statuto speciale hanno sollevato la necessità di ripristinare questa forma di "rispetto" - adesso uso un termine poco corretto, però lo dico per intenderci - dell'attività legislativa delle autonomie speciali: infatti, negli ultimi anni c'è stato un aumento evidentissimo delle impugnative seguite poi, nell'espressione della Corte costituzionale, dalle bocciature di norme che, attraverso una visione trasversale delle competenze esclusive dello Stato, hanno un poco invaso il nostro campo.

Poi la terza richiesta è che, in analogia a quanto previsto per le Regioni ordinarie, vadano definite anche per le speciali delle procedure che siano certe sia nei flussi sia nelle tempistiche, che si dia il giusto valore al lavoro delle Commissioni paritetiche e, soprattutto, una tempistica e una definizione del processo di approvazione delle norme di attuazione che sia chiaro e definito.

Questo, peraltro, è un aspetto che abbiamo affrontato nelle prime riunioni, fatte quasi due anni fa, con la parte regionale della nostra Commissione paritetica, proprio perché era già evidente la necessità di dare un po' di ordine nelle procedure; poi ne abbiamo parlato anche qui diverse volte con le vostre iniziative.

Quindi chiediamo al Governo se da un lato si fa ordine nelle procedure con il principio di intesa, di fare la stessa cosa anche nelle procedure più complesse e di un livello diverso, a livello ordinamentale, ma che questo venga fatto anche per le Regioni a statuto speciale.

L'ultima cosa che chiediamo è un aspetto invece legato più agli assetti finanziari delle Regioni a statuto speciale: in un momento in cui il Governo sta riprendendo a margine, o comunque parallelamente alla riforma del Titolo V, tutte le questioni legate agli assetti finanziari, alle questioni di bilancio e a una riforma fiscale più ampia a livello nazionale, andando questo a toccare anche probabilmente il gettito dei maggiori tributi, su cui poggiano in particolare le finanze delle Regioni a statuto speciale, devono essere tenute nella giusta considerazione nei ragionamenti che il Governo sta facendo.

Non so se ho risposto a tutte le domande, ma questa è la situazione attuale.

Posso dare la mia massima disponibilità a tenere aggiornato il Consiglio nelle forme che terremo più opportune, o in I Commissione piuttosto che in Consiglio, perché credo che sia un dibattito di interesse per tutti e anche di assoluta importanza per il futuro del nostro Paese.

Presidente - Per la prima replica, la parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Innanzitutto le ricordo che l'interrogazione aveva un quesito al quale lei non ha risposto: "Quale ruolo ha avuto la Regione Valle d'Aosta nell'ambito dei lavori di cui alla conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella data del 17 novembre".

Questo glielo dico soltanto per onor di cronaca, ma è chiaro che voglio fin da subito sfatare un fraintendimento, lo spirito di questi interventi... Chiedo tra l'altro al Presidente di tener conto che, siccome io rispondo in replica alle interpellanze e in replica all'interrogazione, di tener conto della somma dei tempi, grazie, con ciò conto comunque di rimanere sintetico, anche perché vorrei che l'efficacia di questa risposta rimanga un po' lapidaria.

L'intendimento non è un intendimento polemico, lo spirito assolutamente è tutt'altro.

Lo spirito piuttosto è, anziché di un'azione critica, di un'azione motivazionale, e questo se me lo permette, presidente Lavevaz, lo posso attuare sia per una sorta di deformazione legata a un mio passato che tutti ben conoscete, legato a una sorta di attenzione all'aspetto spirituale, motivazionale e di indirizzo della coscienza dell'animo, l'altro per il fatto che io ho qualche anno più di lei, quindi ho anche una sorta di diritto biologico legato all'aspetto anagrafico per poter dispensare consigli.

Ed è proprio questo il tenore, di poter condividere con lei dei consigli; consigli che sono fondamentalmente legati a un detto famoso, intelligenti pauca, a buon intenditor poche parole.

Quindi con queste poche ma doverose parole io vorrei ricordarle che quando si ha qualcosa a cuore, si sente il bisogno sia di parteciparvi e sia di condividerla questa cosa.

Questi sono tra l'altro i due tratti tipici dell'agire umano, del pathos che si attua di fronte a ciò che si riconosce come bene, l'ho detto diverse volte, ho richiamato il mio grande maestro spirituale culturale Tommaso D'Aquino, lui parlava di appetitus boni, cioè questa tendenza dell'essere umano a essere attratto dal bene, però ovviamente bisogna riconoscerlo come bene, e quindi vale anche il contrario. Questo serve per un sano confronto con la propria coscienza, anche in un ambito che non è l'ambito spirituale ma è l'ambito dell'attività politica, perché comunque è un ambito in ogni caso in cui la motivazione e il pathos sono fondamentali, devono essere motori, sempre.

Quindi vale anche il contrario come regola, se non avverti uno di questi due bisogni di partecipazione e di condivisione, vuol dire che il cuore è altrove.

Allora io non metto in dubbio che il suo cuore sia un cuore fortemente legato alla dimensione autonomista, all'autonomia della nostra regione di cui, tra l'altro, nell'Interpellanza si parla della Valle d'Aosta come titolare di un'autonomia che ormai è storica e consolidata, io non lo metto assolutamente in dubbio, però mai abbassare la guardia. Questo me lo permetta, mai abbassare la guardia, perché il fatto di considerarsi come figura che incarna, quindi ruolo Valle d'Aosta, Regione che incarna questo spirito di autonomia, deve metterci al primo posto e deve generare in noi questa volontà di esserci sempre e di poter dire esattamente la nostra e di poter avere anche questa sana ambizione di essere caposcuola.

Mi permetta, ma lei, presidente Lavevaz, nella sua risposta diverse volte, vada anche ad ascoltarsela, ha usato un intercalare "In qualche modo", è un intercalare tipico di lei, ognuno ha il suo intercalare, non immagino quali possano essere le critiche sui miei intercalari, però in questo suo "In qualche modo", mi permetta di dire, non vorrei che si nascondesse una sorta di contrazione di questo pathos.

Si lasci andare, nel senso di questo amore per l'autonomia, lei incarna il popolo valdostano come Presidente della Regione, quindi lo spirito è proprio questo. Lei veramente giochi questo ruolo fino in fondo, con passione.

Quindi sul fatto che alla riunione del 17 lei non ha potuto partecipare, lo sappiamo perfettamente, lei era in Consiglio anche se comunque avrebbe avuto più che mai la giustificazione ad assentarsi al Consiglio per partecipare a questo primo incontro, quello che normalmente si definisce "chi ben comincia è a metà dell'opera", "il mattino ha l'oro in bocca", e tutto il senso e il significato dell'incipit, dell'inizio del primo incontro.

Allora con questo spirito, questo era l'obiettivo dell'interrogazione, era l'obiettivo dell'interpellanza, spronare la Valle d'Aosta a far sentire la sua voce, a far sentire che il cuore batte in questa direzione, e avere anche la sana presunzione di essere caposcuola.

Questo le è richiesto, niente di meno che questo. Buon lavoro.

Presidente - Per la seconda replica, la parola al consigliere Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Confesso che sono proprio in difficoltà dopo questa retorica che mette veramente in imbarazzo, comunque, sarà la retorica del collega Distort, questa volta devo complimentarmi con il Presidente per la risposta articolata e completa, io ci ho trovato anche un po' di passione, quindi anche la mia replica che voleva essere più pungente, sarà invece molto più soffice.

La ringrazio per questa risposta che sono convinto che chi ha anche seguito il dibattito avrà sicuramente apprezzato il suo intervento, perché è stato completo, ha relazionato io trovo in modo dettagliato. Non ho capito bene a proposito dell'articolo 117 se i livelli essenziali di prestazioni sono previsti anche per le Regioni a statuto speciale, immagino di sì, quindi avremo anche noi da attenzionare gli aspetti del sociale, dei trasporti, dell'istruzione e della salute, immagino tutte le problematiche dei LEP.

Ho poco da aggiungere a quanto detto dal collega Distort, se non che seguiremo sicuramente con attenzione tutti i suoi passi ricordando, ed è bene ricordarlo tutte le volte, che l'autonomia della Valle d'Aosta, così come quella della Sicilia e della Sardegna, sono precedenti alla Repubblica italiana, sono solo degli istituti promessi dallo Stato italiano garantiti, quindi c'era ancora la monarchia, e queste peculiarità vanno difese assolutamente a livello centrale, poi io le critiche ve le faccio a livello aostano.