Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2064 del 12 dicembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2064/XVI - Illustrazione abbinata del D.L. n. 82 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2023/2025) e del D.L. n. 83 (Bilancio di previsione per il triennio 2023/2025).

Bertin (Presidente) - Passiamo ora, come anticipato, all'analisi dei punti 3.09 e 3.10, vale a dire D.L. 82 e D.L. 83.

Come previsto, si inizierà con l'illustrazione delle relazioni da parte dei relatori di maggioranza e minoranza. Si è prenotato il consigliere Malacrinò, ne ha facoltà.

Malacrinò (FP-PD) - I documenti che mi auguro andremo a licenziare al termine dei lavori di questa settimana si riferiscono al disegno di legge regionale n. 82, avente come oggetto "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione autonoma Valle d'Aosta, legge di stabilità regionale per il triennio 2023-2025. Modificazioni di leggi regionali" e al disegno di legge regionale n. 83, avente come oggetto "Bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2023-2025", entrambi presentati dalla Giunta regionale in data 2 novembre 2022.I documenti che verranno esaminati nel corso dei lavori del Consiglio regionale di questa settimana sono stati oggetto di numerosi approfondimenti durante le audizioni avvenute in II Commissione. Il percorso sul bilancio ha preso avvio in data 14 novembre con la nomina dei due relatori, il consigliere Aggravi per la minoranza e il sottoscritto per la maggioranza, e la programmazione delle sedute successive.I lavori sono continuati in data 21 novembre con l'audizione del Presidente della Regione e dell'assessore Marzi e successivamente di tutto il Governo regionale.Il documento più importante dell'ente, l'atto politico di programmazione per eccellenza che mette in campo le risorse per l'attuazione dei programmi e mette in gioco l'Amministrazione, al fine di risolvere le problematiche che interessano la nostra comunità, il nostro territorio, aprendo il confronto sulle criticità che colpiscono la nostra realtà, è stato quindi portato all'attenzione di tutti i principali stakeholder.Nelle sedute successive, infatti, sono stati coinvolti nell'analisi dei documenti i rappresentanti di Finaosta, Chambre Valdôtaine, Confindustria, Confcommercio, Coldiretti, CIA, Arev, Adava, CSV, CPEL, oltre ad Adiconsum, Federconsumatori, Association Valdôtaine Consommateurs et Usagers, le Organizzazioni sindacali, CGIL, CISL, UIL e SAVT.Credo che si possa affermare che nel confronto con i vari portatori d'interesse, oltre a qualche puntuale critica, siano giunte parole di soddisfazione e apprezzamento sia per i documenti in visione che per le numerose misure messe in campo nel corso di questi anni, a sostegno di imprese e famiglie, che hanno consentito in qualche modo all'economia di ripartire.Chambre Valdôtaine infatti ci ha rappresentato un quadro che vede una crescita dello 0,5% del saldo del numero delle imprese nel terzo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; si tratta di un importante segnale d'inversione di tendenza rispetto al passato.Risultati positivi anche per quanto riguarda il tasso di crescita dello 0,46% che vede la Valle d'Aosta registrare un valore doppio rispetto a quello nazionale.L'andamento economico positivo in tutti i settori, che dura dal secondo semestre del 2021, è stato confermato anche a novembre dal documento di aggiornamento congiunturale di Banca d'Italia; importanti segnali, se rapportati allo scenario economico in cui ci troviamo, legati alle incertezze generate dalla guerra in Ucraina innestata su un contesto reso già difficile dal perdurare della pandemia che ha portato a un generale rialzo dei prezzi delle materie prime e dell'energia. Rialzo dei prezzi che ha inciso anche sulle difficoltà di reperimento delle materie prime e non ha sempre consentito alle imprese di produrre a pieno regime.Secondo una recente indagine di Confindustria, in risposta ai rincari dell'energia, le imprese hanno fatto ricorso prevalentemente all'aumento dei prezzi di vendita e alla contrazione dei margini di profitto; in un quarto dei casi sono stati realizzati investimenti in macchinari a minor consumo energetico che, insieme al maggior ricorso all'autoproduzione di energia elettrica, dovrebbero rimanere le strategie più diffuse nei prossimi mesi.In quest'ottica, nel corso delle audizioni, è emersa un'attenzione particolare da parte del Governo regionale con l'introduzione del Bonus Entreprises; ricordo che con questa misura era possibile investire con un contributo che, nel caso di efficientamento del risparmio energetico, poteva arrivare al 45%. É stato evidenziato, come in un particolare momento di crisi economica, le imprese valdostane hanno comunque saputo reagire, esaurendo in poco tempo le risorse messe a disposizione, sintomo che gli imprenditori, nonostante tutto, hanno ancora voglia di restare e di investire in Valle d'Aosta.Da più fronti è emersa però la preoccupazione in merito alla necessità di dare copertura a tutte le domande presentate e rimaste in sospeso.Abbiamo già fatto riferimento alla vertiginosa crescita dei prezzi quasi ovunque nel mondo, l'inflazione è in aumento e riduce il potere di acquisto delle famiglie frenando i consumi.L'inflazione in Italia schizza all'11,9% a ottobre 2022, crescita ai massimi dal 1984. Tutto si ripercuote, con effetto negativo, sulla domanda, che rallenta la produttività e sulle famiglie che sono costrette a pagare di più qualsiasi cosa.Come già detto, l'aumento dei costi energetici e di riscaldamento sono quelli che più preoccupano i nostri cittadini e numerose sono le misure che tentano di contrastare l'impatto dei rincari energetici sul potere di acquisto delle famiglie in condizioni di difficoltà economica.Il Governo nazionale ha varato una serie di misure, tra cui il potenziamento dei bonus sociali di elettricità e gas.Secondo i dati, la quota di utenza di Valdostani beneficiari dei due bonus alla fine dello scorso anno era pari rispettivamente al 4% e al 7%; queste quote sono sicuramente aumentate nel corso del 2022 per effetto dell'innalzamento della soglia Isee, passata dai circa 8 mila ai 12 mila euro.In aggiunta, la Regione Valle d'Aosta, tramite la sua partecipata CVA, ha effettuato uno sconto del 40% sulla componente energia per coloro che provenivano dal servizio maggior tutela, tariffa che verrà confermata anche per tutto il 2023.Il Governo valdostano ha inoltre istituito, a valere sul proprio bilancio, un ulteriore contributo per le famiglie residenti con un Isee fino a 20 mila euro, cumulabile con tutte le misure nazionali.Stiamo parlando del Bonus Social VDA, oggetto di approfondimento nelle audizioni con le Associazioni dei consumatori e le Organizzazioni sindacali.In questi giorni stanno arrivando alle famiglie le comunicazioni in merito al contributo che verrà concesso: sarà di un importo che varierà in base ai parametri presi in considerazioni, tali come Isee, nucleo familiare, presenza di persone con disabilità.Da quanto ci è stato rappresentato, circa il 57% delle domande riceverà un contributo compreso tra i 640 e i 1.000 euro, il restante 43 una cifra compresa tra i 1.000 e i 1.500 euro, stiamo dunque parlando di cifre nettamente superiori rispetto a quanto erogato in passato con il Bon Chauffage, il cui contributo si attestava ai 350 euro per nucleo familiare composto da una sola persona.

Inoltre, grazie all'algoritmo utilizzato per il calcolo che prevedeva, tra l'altro, come parametro il conteggio del numero delle domande, tutti coloro che hanno inviato la propria richiesta riceveranno il contributo. Sempre grazie a questo nuovo sistema, sono stati evitati fenomeni spiacevoli come il "Click Day", che avrebbero danneggiato quella parte di popolazione meno avvezza all'utilizzo dei mezzi informatici, generalmente i più anziani e più bisognosi; questo sistema di calcolo però ha ritardato la procedura di liquidazione perché si è dovuto attendere il termine del 15 novembre, ultimo giorno utile per la presentazione delle domande.

In ogni caso si prevede che le somme comunicate siano rese disponibili sui conti correnti degli aventi diritto prima della fine dell'anno.

Alcune perplessità sono comunque emerse da parte dei portatori d'interesse durante le audizioni; secondo una nostra proiezione i potenziali beneficiari si attestavano intorno agli 11 mila; in realtà, secondo quanto ci è stato comunicato, le domande sono state 8.342.

Le motivazioni sono da ricercare nella difficoltà di utilizzo dei mezzi informatici, alla mancata conoscenza dell'iniziativa, al poco tempo a disposizione per la richiesta Isee, alla paura di perdere delle agevolazioni come il reddito di cittadinanza o l'assegno unico, e purtroppo - ma bisogna dirlo - in tanti sono a disagio nel doversi recare in un ufficio e dire che necessitano di un contributo.

Oltre a ciò, l'aver aumentato l'importo a 20 mila euro di Isee ha ricompreso una fascia di popolazione che generalmente non accede a nessun tipo di beneficio, motivo per il quale non ha mai avuto la necessità di richiedere il calcolo di quest'indicatore.

Un'altra considerazione va fatta sull'utilizzo della piattaforma: dai dati forniti risulta che circa 6 mila domande sono state inserite direttamente dall'utente, il che è sicuramente un dato positivo che ne certifica la facilità di utilizzo.

Facendo un rapido calcolo, questo provvedimento ha comunque raggiunto più del 7% della popolazione residente, sicuramente con una migliore informazione e più tempo a disposizione avremmo potuto raggiungere una platea più ampia;, viste le difficoltà e i tempi necessari, considerato che numerosi contributi nazionali, come il Bonus Gas e il Bonus Energia funzionano in automatico e visto che le soglie di accesso a contributi potrebbero ulteriormente cambiare, per il futuro sarebbe auspicabile una maggior sensibilizzazione da parte di tutti gli interessati affinché la richiesta del calcolo Isee diventi una consuetudine annuale.

Veniamo ora all'analisi dei documenti finanziari partendo dal disegno di legge n. 83.

Il bilancio 2023-2025 è redatto nel rispetto dei principi contenuti nel Decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, recante "Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti locali e dei loro organismi".

La programmazione finanziaria per il triennio risulta coerente con il contenuto del Documento di economia e finanza regionale, DEFR, previsto dall'articolo 36 del Decreto legislativo 118/2011 approvato dalla Giunta in data 12 ottobre 2022.

Il bilancio regionale pareggia nell'importo complessivo, compreso i residui differiti, il fondo pluriennale vincolato, le contabilità speciali e le partite di giro in euro 1.723.053.439,77 per l'anno 2023, euro 1.570.942.629,40 per l'anno 2024 ed euro 1.525.606.649,86 per l'anno 2025.

Nella parte spesa, nella missione 20, trova evidenza l'accantonamento per il contributo alla finanza pubblica che, come previsto dall'accordo recentemente siglato dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Presidente della Regione, è determinato in annui 82.819.846,06 euro, contestualmente al bilancio di previsione, nell'ottica di rendere sempre più forte il legame tra i diversi documenti di programmazione e più chiaro l'utilizzo delle risorse stanziate nel titolo II della spesa, vengono approvati anche il programma regionale dei lavori pubblici e dei servizi di architettura e ingegneria per il triennio 2023-2025 e relativo elenco annuale.

Al fine di una corretta valutazione del documento di bilancio, è importante ricordare, soprattutto in riferimento agli investimenti, che essi vengono contabilizzati in modo pluriennale, sulla base del cronoprogramma di avanzamento dell'attività, in corrispondenza dell'effettiva esigibilità degli interventi finanziati.

Si precisa inoltre che le previsioni di entrata includono i residui attivi differiti e riaccertati nel triennio in esame e il fondo pluriennale vincolato, così come gli stanziamenti di spesa includono i residui passivi e il fondo pluriennale vincolato.

Il totale delle entrate di competenza previste per il 2023, al netto delle partite di giro, è pari a 1.522 milioni di euro; la previsione per i due anni successivi evidenzia un andamento decrescente per effetto del normale andamento della previsione dei fondi statali e derivanti dalla programmazione europea.

Il totale delle entrate di competenza previste per il 2022 era significativamente inferiore, pari a 1.387 milioni; il totale complessivo delle entrate per il 2023 è pari a 1.723 milioni di euro.

Le entrate del titolo I sono pari a 1.215 milioni per il 2023, sono costituite da circa 134 milioni di tributi propri e da circa 1.081 milioni di compartecipazione ai tributi erariali.

Le previsioni di entrambe le tipologie di entrata sono migliori rispetto a quanto già formulato per il 2023 nel bilancio di previsione in corso; le previsioni per i tributi tengono conto della norma che dispone di reiterare, per l'intero triennio di previsione, la misura di esenzione dell'addizionale Irperf per la fascia più debole della popolazione, con un reddito annuo inferiore a 15 mila euro.

Il costo della norma per il bilancio regionale è stato quantificato in 2,3 milioni di euro annui.

I valori più alti della compartecipazione ai tributi erariali sono spiegati principalmente dall'aumento del gettito Iva, l'inflazione e la crescita intrinseca dei prezzi delle materie prime hanno infatti contribuito a determinare tale andamento nel corso del 2022, per cui la previsione per il 2023 è stata aggiornata dagli attuali euro 325 milioni già iscritti per il 2023 a euro 380 milioni.

Anche il gettito Ires è previsto in crescita sulla base dell'andamento che si sta verificando nel corso del 2022, sulla base delle prospettive delle principali imprese.

Ricordo, tra l'altro, che tra le compartecipazioni ai tributi erariali del bilancio di previsione, risultano inoltre stanziati ulteriori trasferimenti per 45 milioni, quale ultima tranche per la mancata devoluzione della compartecipazione sui versamenti delle accise birra ed energia elettrica per il periodo 2011-2014 stabilito dalla legge 232/2016.

Le entrate tributarie, cosiddette patrimoniali, rappresentate nel Titolo III, sono previste pari a 145 milioni per il 2023, in crescita rispetto ai 115 già iscritti in previsione per il 2023 sul bilancio in corso, e poi si riducono nel 2024 e nel 2025.

Le entrate di trasferimento ricomprese nei Titoli II e IV, rispettivamente per le entrate correnti e di investimento, sono entrate cosiddette a destinazione vincolate e sono caratterizzate principalmente da trasferimenti statali, dall'operatività della programmazione europea che ricomprende i fondi europei, i relativi cofinanziamenti statali, il PNRR e il PNC.

Non è inoltre previsto un ricorso al debito per il triennio in esame.

Per quanto riguarda il quadro delle spese, sono riconducibili al netto delle partite di giro e del fondo pluriennale vincolato a poco meno di 1.582 milioni per il 2023, di 1.441 milioni di euro per il 2024 e 1.412 milioni per il 2025. Di questi, 82.819 mila euro, per ciascuna annualità, sono stanziati a titolo di contributo regionale al risanamento della finanza pubblica.

Tra le risorse disponibili, la spesa corrente per l'anno 2023, al netto del contributo dello Stato, risulta pari a poco meno di 1.200 milioni di euro, mentre gli investimenti previsti ammontano a 327 milioni di euro, ed erano 247 nel 2022.

Per quanto concerne la distribuzione complessiva delle spese per missioni, ovvero i macro ambiti di competenza definiti dalla normativa contabile nazionale, su tutte spiccano - per quanto riguarda la missione 13 - la tutela della salute, cui è destinato il 23,61% delle risorse, considerando lo stazionamento complessivo sul triennio rispetto al totale del bilancio e la missione 4, istruzione e diritto allo studio, con il 12,42%; insieme rappresentano il 36% degli stanziamenti complessivi.

Anche quest'anno si è scelto di destinare buona parte delle risorse disponibili sul sistema sanitario, tema che riguarda la salute di tutti i Valdostani.

Per quanto riguarda il D.L. 82, la legge di stabilità è la legge che a tutti gli effetti adegua l'ordinamento regionale in materia finanziaria, al fine di predisporre le autorizzazioni successivamente recepite nel bilancio regionale.

Le previsioni di bilancio infatti sono effettuate a legislazione vigente, a cui si aggiungono le ipotesi di modificazione inserita appunto in legge, per questo ruolo essa viene definita legge ponte e il contenuto obbligatorio è riconducibile di fatto a materie che corrispondono ai capi di riferimento, cioè alle entrate, e si compone di 43 articoli per complessivi nove capi.

Il capo I, recante "Disposizioni in materia di entrate e tributi regionali" si compone di tre articoli.

L'articolo 1, già citato nella relazione relativa al bilancio, conferma l'esenzione dell'addizionale regionale Irpef per la fascia più debole della popolazione anche per il triennio 2023-2025.

L'articolo 2 reca "Modificazione della legge regionale 23 novembre 2009 n. 40". l'articolo 3 dispone "Acquisizione al bilancio regionale delle somme giacenti e non destinate ad alcun utilizzo nel fondo di gestione speciale costituito presso Finaosta".

Il capo II recante "Disposizioni in materia di personale" si compone di nove articoli e il Capo III reca "Disposizioni in materia di finanza locale" e si compone di quattro articoli.

Con l'articolo 13 vengono determinate le risorse destinate alla finanza locale, che corrispondono a milioni 226,80, in crescita di 10 milioni rispetto al passato.

L'articolo 14 dispone un trasferimento straordinario corrente a favore dei Comuni per garantire la continuità dei servizi erogati per 6,3 milioni.

L'articolo 15 proroga gli interventi a favore dei Comuni per l'adeguamento, la ristrutturazione e la realizzazione di opere minori di pubblica utilità.

L'articolo 16 dispone un trasferimento straordinario per il funzionamento dell'azienda regionale di edilizia residenziale.

Il capo IV recante "Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali" si compone di cinque articoli.

L'articolo 17 prevede il finanziamento della spesa sanitaria regionale, sia per la parte corrente che per investimenti.

L'articolo 18 definisce la modalità di attuazione del progetto formazione ed educazione di prevenzione del suicidio.

L'articolo 19 stabilisce la modalità di compartecipazione agli oneri del corso di formazione specifica in medicina generale.

L'articolo 20 dispone "Modificazioni alla legge regionale 25 ottobre 1982 n. 70".

L'articolo 21 reca "Disposizioni in materia di interventi formativi nell'ambito del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni".

Il capo V recante "Interventi in materia di sviluppo economico" si compone di nove articoli.

Il capo VI recante "Interventi in materia di istruzione" si compone di quattro articoli.

Con l'articolo 31 vengono autorizzati interventi per la realizzazione del secondo lotto del Polo Universitario di Aosta.

Con l'articolo 32 viene introdotta l'educazione motoria nelle scuole primarie della Regione autonoma Valle d'Aosta.

Con gli articoli 33 e 34 vengono date disposizioni per estendere l'assegnazione gratuita dei libri di testo.

Il capo VII recante "Interventi in materia di trasporti pubblici" si compone di due articoli.

L'articolo 35 è finalizzato all'acquisto di un ulteriore treno elettrico.

L'articolo 36 proroga il termine relativo alla gratuità dei mezzi pubblici per i profughi provenienti dall'Ucraina e per i richiedenti asilo titolari di protezione internazionale.

Il capo VIII recante "Interventi in materia di sport e turismo" si compone di tre articoli.

L'articolo 37 dispone un'integrazione del fondo di rotazione a sostegno dei muti per le strutture ricettive.

L'articolo 38 modifica la legge regionale del primo aprile 2004, la n. 3.

L'articolo 39 proroga il progetto "Scivolare a scuola".

Il capo IX recante "Disposizioni in materia di contabilità e finale" si compone di quattro articoli.

L'articolo 40 determina l'autorizzazione di spese recate da leggi regionali.

L'articolo 81 attribuisce al Collegio dei revisori dei conti la competenza di attestare la copertura finanziaria dell'onere derivante da contrattazione collettiva.

L'articolo 42 stabilisce un rimborso spese per i componenti del Collegio dei revisori dei conti.

L'articolo 43 stabilisce l'entrata in vigore.

L'iter della Commissione per l'analisi dei disegni di legge 82 e 83 ha preso il via, come già ricordato, in data 14 novembre, i lavori sono proseguiti nelle date del 21, 22, 25 e del 28 novembre con le audizioni del Governo e le principali stakeholder.

Il Consiglio permanente degli Enti locali ha espresso parere favorevole in data 22 novembre.

Il Collegio dei revisori dei conti si è espresso positivamente in data 4 dicembre.

Infine la II Commissione consiliare permanente - sentita in data 7 dicembre la replica del Presidente della Regione Lavevaz e dell'Assessore Marzi - ha espresso a maggioranza il parere di competenza.

Ne approfitto per ringraziare tutti i colleghi, i soggetti esterni auditi e gli uffici per il lavoro svolto.

Presidente - Dopo la relazione del consigliere Malacrinò per la maggioranza, per la minoranza la relazione del consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Prima di dedicarmi alla relazione, si permetta anche a me di ringraziare innanzitutto i colleghi commissari di minoranza per la fiducia dimostratami, gli uffici che hanno lavorato all'elaborazione dei documenti in esame, i colleghi di II Commissione per il lavoro fatto insieme, nonché tutti coloro che hanno partecipato, a vario titolo, nelle audizioni organizzate ai fini dell'esame di questo bilancio.

L'esame dei disegni di legge 82 e 83 arriva subito dopo la discussione avuta nel corso dell'ultima seduta del Consiglio regionale in merito ai contenuti del Documento di economia e finanza regionale per il triennio 2023-2025, capiterà quindi inevitabilmente che alcune considerazioni, alcune valutazioni e alcune analisi potranno ripetersi nel corso dell'esame degli argomenti su cui questa relazione si concentrerà; di questo mi scuso in anticipo ma al contempo credo altresì che ciò possa non di manco essere utile a focalizzare l'attenzione di questo Consiglio e di chi se ne interesserà, rispetto a talune problematiche che la nostra Regione autonoma si trova e si troverà a dover affrontare negli anni a venire a noi prossimi.

Tengo a dire che, nella presente relazione, la mia attenzione si concentrerà sulla natura e prospettiva dei numeri di bilancio piuttosto che sui contenuti delle disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale. Non me ne vorranno i principali proponenti ma rispetto a quelli di altri anni, anche prossimi, vi si trovano davvero pochi elementi caratterizzanti.

Non banalizzerò il fatto dicendo che questa volta non si scorge, nemmeno in lontananza, l'ombra di uno sciacallo dorato; per questo motivo la mia attenzione - così come in realtà già fatto nell'esame del DEFR - verterà sui numeri e le loro particolarità, perché il triennio 2023-2025, come abbiamo già avuto modo di dire, è tutt'altro che di poca importanza per il futuro della nostra autonomia, quella finanziaria in particolare.

Per queste motivazioni, è meglio fare un passo alla volta.

Va detto che, per questioni di tempo, energie ed anche opportunità, spesso e volentieri l'analisi dei documenti di bilancio avviene senza troppo guardare al passato, anche prossimo, dei risultati; tuttavia, al fine di poter comprendere meglio le dinamiche sottostanti e i numeri che si presentano, è bene analizzare quanto accaduto negli anni precedenti.

Rispetto al passato, l'emergenza determinata dalla pandemia ci ha portato a guardare con maggiore attenzione l'interesse politico al risultato presunto e poi al rendiconto dei vari bilanci.

Questo per capire sicuramente lo spazio finanziario da dedicare a misure e norme emergenziali utili a tamponare la crisi economica e sociale che si stava concretizzando giorno dopo giorno, ma anche e soprattutto per capire la magnitudo dell'uso senza vincoli degli avanzi di bilancio, misura anch'essa di carattere emergenziale oggi terminata seppur ancora sognata da tanti.

Se si prendono i dati relativi al periodo intercorrente dal 2018 a oggi, si può chiaramente notare come non vi sia un univoco e un costante razionale di andamento dei risultati, vuoi per le due annualità fortemente influenzate dagli effetti della pandemia, vuoi per l'uscita dalla condizione di disavanzo nel 2018, vuoi perché l'andamento dei conti, nel concreto il binomio previsioni-impegno, è sempre più dipendente dalle fasi di instabilità politica, bensì anche dalle varie assegnazioni delle deleghe dei vari Assessorati nei repentini cambiamenti di maggioranza di questi anni.

Una condizione che non permette certo un buon governo della spesa pubblica a livello di singola struttura amministrativa, un'analisi che meriterebbe di essere condotta asetticamente e che, così almeno ritengo, ci dovrebbe portare sempre più a considerare la necessità di definire ex ante le strutture degli Assessorati. Una scelta che, credo, andrebbe a vantaggio della continuità amministrativa delle strutture al di là della guida politica presente di volta in volta, di caso in caso, di crisi in crisi.

Con riferimento poi ai livelli di avanzo libero che la macchina genera, è bene fare anche un'altra considerazione: tutti si concentrano oggi sull'ammontare del gruzzolo o tesoretto che ogni rendiconto porta con sé, ma al di fuori delle fasi di crisi, va detto che con tutta probabilità qualcosa non torna. Forse anche in questo caso potrebbe valere la pena - sono diplomatico nella forma ma lo credo necessario nella sostanza - prevedere un'analisi approfondita degli elementi che generano l'avanzo e soprattutto del relativo perché.

Questo sia per limitare quel "vizio trascinamento" che si genera in tempi di crisi ma rischia, al contempo, di diventare tout court prassi, e ciò non è bene, sia per identificare ambiti di spesa che possono essere stanziati a previsionale con maggiore efficienza ed efficacia.

Confrontando gli esercizi di programmazione d'interesse per il prossimo triennio, emerge chiaramente come quello più ricco sia l'esercizio chiuso al 31/12/21 con l'approvazione del relativo rendiconto e utilizzo dell'avanzo disponibile con una magnitudo complessiva di spesa pari a euro 1 miliardo e 700; una notevole differenza rispetto al 2022 di programmazione, ovvero anche a quelli del triennio, sempre in termini programmatori, 2023-2025.

Tale importante differenza è generata sia dall'utilizzo in corso d'anno dell'avanzo di Amministrazione, esercizio 2021, sia, di conseguenza, dai rientri - ovvero anche dai riversamenti di competenza della cosiddetta gestione speciale di Finaosta - sia grazie ai fondi assegnati a vario titolo dallo Stato provenienti da fonte comunitaria, parliamo di FESR e di PNRR; tale particolarità pone l'attenzione sull'importanza, sempre più marcata, che i fondi extra programmazione rivestono nella capacità di spesa della nostra Amministrazione.

Nel pratico, provocatoriamente, si potrebbe quasi affermare che al di là della presentazione dei bilanci di previsione triennale, il reale momentum politico di governo della spesa regionale sta diventando la seduta di Consiglio regionale dedicata all'utilizzo dell'avanzo disponibile in corso d'anno.

Tornerò su questo punto nella parte conclusiva della relazione.

Questo fatto andrebbe, in parte mi ripeto e comunque mi ripeterò ancora, indagato con maggiore attenzione e dettaglio.

In sintesi, perché si genera un avanzo così significativo? Ci sono voci di spesa previsionale che ciclicamente non vengono impegnate? Il ciclo attuale di "programmazione-impegno-pagamenti-rendiconto" per alcune strutture è meno performante di altre?

Si badi bene, queste domande non vogliono assolutamente trovare un colpevole, sia esso politico o tecnico, bensì porsi un interrogativo che, in senso lato, dovrebbe interessare ogni livello amministrativo.

Gli avanzi negli ultimi anni, e parlo anche di quelli pre-Covid, sono molto significativi e rischiano così di far perdere senso alle politiche di programmazione con orizzonte temporale oltre l'anno di riferimento.

Analizzati i dati assestati dell'ultimo esercizio rendicontato, dedichiamoci ora al triennio di programmazione di questo bilancio. É evidente a livello macro come il 2023 sarà l'anno più ricco del periodo e, cosa tutt'altro che scontata, di portata maggiore rispetto all'esercizio di programmazione 2022 - sono 180 milioni in più - ma i due dati che più ci devono interessare, se vogliamo per l'appunto fare delle considerazioni di natura prospettica, riguardano gli altri due esercizi, il 2024 e il 2025. In tal senso le risorse complessive di questi due, rispetto al 2023, sono nettamente inferiori. Nel primo caso sono meno 150 milioni, nel secondo meno 197 milioni.

Caratteristica non banale, questa, che incide non poco sullo slancio prospettico di questo bilancio.

Di fatto la maggior quota del 2023 rispetto al 2022 la si perde rispettivamente in ognuno dei due prossimi esercizi di programmazione. Un fatto che determina, e non poco, la capacità programmatoria della nostra Amministrazione oltre l'anno; inoltre, se consideriamo l'ammontare presunto del prossimo avanzo disponibile stimato in euro 136 milioni circa, ecco che le considerazioni sinora fatte si confermano.

Nella relazione al disegno di legge 83, in particolare nel commento relativo al quadro delle entrate, così come in parte già fatto in sede di DEFR, la parte tecnica quantifica i trasferimenti correnti previsti, titolo II, in euro 61 milioni per l'esercizio 2023, mentre con riferimento al resto del triennio questi ammontano sino a euro 20 milioni sul 2025.

Nello stesso commento si afferma come la cifra di 61 milioni sul 2023 rappresenti un livello sostanzialmente più alto rispetto al trend storico e conferma il fatto che la provenienza di tali fondi deriva anche dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nonché da fondi della programmazione europea a cui, in quota parte, vanno sommati anche i fondi statali.

E proprio in tal senso si conferma il fatto che, come è ovvio, in corso di esercizio altre risorse saranno iscritte a bilancio anche con riferimento agli esercizi successivi sulla base degli atti formali di assegnazione degli stessi dalle competenti autorità nazionali ed europee.

Ecco, qualcuno nella vis politica, spesso - anche in questi ultimi tempi - ha fatto scudo verso ogni possibilità di cambiamento politico parlando di velate minacce in stile politica dei rubinetti.

Molto bene, ma quella che stiamo già vivendo come la vogliamo chiamare?

Voluta o meno - e penso che al di là dei complottismi vari questa tendenza generalizzata derivi direttamente da una malattia che potremmo chiamare "Dirigismo eurocomunitario" - questa è la realtà che stiamo già vivendo e che rischia di caratterizzare significativamente la nostra politica di spesa pubblica dei prossimi anni.

Come è ormai noto, la principale voce di spesa del nostro bilancio è quella relativa alla missione 13 "Tutela della salute", che corrisponde sostanzialmente a un quarto della spesa iscritta a bilancio, un terzo se sommata alla missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia", di fatto il complesso delle deleghe oggi assegnate all'Assessorato sanità, salute e politiche sociali.

Un andamento che negli anni, gli ultimi in particolare, ha segnato un costante trend di crescita arrivando, e qui parlo solo della missione 13, a complessivi euro 422 milioni sull'esercizio 2022 assestato.

Va detto che in corrispondenza di tale voce, si riscontra un significativo aumento, e ho sommato per comodità il programma 13.005-007, le cui voci principali di spesa riguardano gli investimenti, anche per effetto dei fondi provenienti dallo Stato centrale e dal PNRR. Un fatto senza dubbio positivo per la nostra infrastruttura sanitaria che tanto ne ha bisogno.

Tuttavia, dall'analisi dei dati di programmazione, si riscontra che, a fronte degli euro 406 milioni stimati sul 2023, l'ammontare complessivo della missione 13 decresce significativamente nei successivi due esercizi di programmazione, arrivando sino a una differenza di meno 29 milioni circa tra il 2023 e il 2025, un dato tutt'altro che di poco conto, soprattutto se si pone in evidenza il fatto che la maggior parte di questa differenza deriva dalla diminuzione di 19 milioni riferiti alla sommatoria dei programmi 13.001-002 relativi al finanziamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Buono rispetto al passato, come si diceva, invece è il livello di stanziamento previsto nella parte relativa agli investimenti, dato che forse ci fa ben sperare per lavori che da tempo si aspettano, anche se poi la relativa loro concretizzazione sarà tutta da verificarsi in corso di esercizio, ovvero a chiusura del relativo rendiconto.

Due ultime considerazioni relative alla spesa sanitaria: se consideriamo le differenze intercorrenti tra il dato dell'esercizio 2022 assestato e quelli previsionali nel triennio 2023-2025, troviamo un trend di differenze che va dal 4 al 10%, un dato che potrebbe permetterci oggi di stimare l'effetto che potranno avere le risorse che verranno iscritte a bilancio a seguito della relativa assegnazione da parte dello Stato della Comunità Europea, un valore che sul 2022 pesava per una differenza di circa il 16%. Sicuramente il 2022 è influenzato dalla pandemia, ma sono dei numeri che vanno considerati.

Questi non sono numeri banali e consegnano una responsabilità non da poco sulle strutture a cui è e sarà affidata la gestione delle procedure di spesa, valori che fanno ben capire quanto ci costi il nostro sistema sanitario regionale, quanto questo sia importante in termini di ricaduta sulle vite di noi tutti e dei nostri cari, quanto altrettanto sia importante la funzione di chi lo governa e lo governerà; chissà se a vario titolo questo peso lo stiano sentendo. Buon lavoro.

Chiudo le considerazioni sulla spesa sanitaria, ponendo a confronto i valori della mobilità sanitaria attiva e passiva che, a oggi, si prospettano tutt'altro che rosei, o meglio, utili a valutare ancora con più attenzione i contenuti del Piano regionale per la salute e il benessere sociale, oggi in esame.

I dati prospettici prevedono un incremento della voce contabile relativa al fondo sanitario regionale per la mobilità sanitaria passiva.

In premessa lo si annunciava, nessuno sciacallo dorato in vista! Forse bisogna tenere conto del fatto che in corso d'anno sono già state approvate molte leggi caratterizzanti che hanno, tra l'altro, spesso trovato una grande convergenza all'interno di questo Consiglio, vedi la legge sull'imprenditoria, quella sul contenimento dei costi energetici delle famiglie a favore degli investimenti delle imprese, così come anche quella che in gergo ancora chiamiamo tutti Omnibus, che è già stata esaminata a settembre.

Ma, detto sinceramente, in questo bilancio di previsione, oltre al sottostante che si è cercato di analizzare più in dettaglio precedentemente, non si trova molto altro. Non che quello sia poco importante, anzi, per la carità, e lo si è anche dimostrato argomentandolo e analizzandolo, ma dall'analisi dell'articolato del D.L. 82 si trova soltanto continuità e timida prudenza, vuoi anche forse, ma so già che su questo punto troveremo puntualmente le contrariate rimostranze, anche attese, di chi dalla maggioranza dirà che non è vero, un bilancio di attesa rispetto ad una soluzione politica di questa fase di mista impasse ed endrumia tattica che si fa attendere da tempo.

Ciò detto troviamo la conferma della resa strutturale dell'esenzione dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche per tutto il triennio di competenza all'articolo 1; all'articolo 14 il sostegno aggiuntivo degli enti locali per la continuità dei servizi erogati a fronte della crisi; all'articolo 16, interventi straordinari in materia di edilizia residenziale pubblica; al 18 il sostegno a progetti relativi a prevenzione dei suicidi; al 22 interventi importanti in materia di politiche del lavoro; all'articolo 31 interventi per la realizzazione del secondo lotto del Polo universitario, al 35 il finanziamento per l'acquisto di treni elettrici e il rifinanziamento del fondo di rotazione a sostegno delle strutture ricettive al 37. Tutte misure, e ne ho citate alcune, interventi senza dubbio utili, ma che, senza alcuna vena polemica, bensì come pura e semplice constatazione, non incidono certo sulle storiche prossime problematiche della nostra comunità.

Emendamenti ed ordini del giorno da ogni parte politica contribuiranno senza dubbio ad approfondire e rafforzare e magari anche alcuni ambiti che questo bilancio non considera o lo fa parzialmente, ma restano sul tavolo non poche incognite che dovranno essere risolte da qui alla chiusura del prossimo rendiconto.

Una su tutte? Le tante domande di cui alla legge 21 (quella del Bonus Social e sul Bonus Entreprises) che a oggi non hanno trovato copertura. Le attese erano tante, gli spazi di domanda forse molto ampi - e su questo converrà tornare per capire, perché no, come poter far meglio in futuro - fatto sta che a oggi le domande non ammesse a contributo per indisponibilità sopravvenuta di fondi sono tante.

In conclusione, l'analisi condotta con questa relazione ha cercato di sondare quali fossero le motivazioni degli andamenti complessivi, e anche di dettaglio - ad esempio vedi la natura dell'assestato e la spesa sanitaria - di questo bilancio. Una serie di particolarità e trend che, come ho avuto già occasione di dire nel corso della discussione del DEFR, dovrebbe determinare una serie di ragionamenti e conseguenti iniziative per capire come meglio poter governare le politiche di spesa pubblica nei prossimi anni. Prossimi esercizi di programmazione dove verranno o meno risorse storiche ma che saranno, molto probabilmente, caratterizzati dall'assegnazione di risorse da parte dello Stato e dell'Europa, al di là del PNRR, che determineranno la necessità di rivedere le attuali modalità di gestione del ciclo di programmazione e impegno della spesa regionale.

Sarà anche necessario dare vita, lo credo da sempre, a una sorta di controllo di gestione dei conti pubblici regionali, al fine di capire dove si potrebbe far meglio già in fase di programmazione, ovvero dove le cose andrebbero cambiate anche in maniera, perché no, radicale.

Il capo secondo del disegno di legge 82 riporta le disposizioni in materia di personale con annesse deroghe ai limiti assunzionali.

Ecco che torna il discorso già fatto in sede di DEFR sul lavoro che si sta conducendo per riformare la macchina amministrativa regionale, tra le voci di spesa c'è ovviamente quella significativa che riguarda il personale, così come le tante strutture in cui è suddivisa l'Amministrazione.

Mi auguro che le valutazioni che si stanno conducendo riguardino anche quest'aspetto, e quindi la validità della strutturazione a oggi della macchina amministrativa, perché forse partendo da lì, qualche nuovo ragionamento, anche in termini di spesa, si può e si deve fare.

Allo stesso modo, e già lo avevo sottolineato nella discussione del DEFR, è bene considerare la necessità di riformare anche i meccanismi di finanza derivata attiva verso i nostri Enti locali, così come quelli di finanza derivata passiva verso o da lo Stato centrale.

C'è la necessità ormai non più derogabile di riformare nel complesso il nostro ordinamento finanziario o tutte queste scadenze, il trend della spesa e l'andamento del quadro delle entrate regionali, sommate poi ai rischi che incidentalmente si presentano - come la questione del tunnel del Monte Bianco, di quello del Gran San Bernardo, così come anche l'evoluzione dell'attuale congiuntura economica e sociale colpita da inflazione della crisi energetica - finirà per caderci addosso da un giorno all'altro, trovandoci impreparati e dovendo così trovare soluzioni immediate non sempre a costo zero, e non sto parlando solo di effetti finanziari.

Per concludere, spesso la politica si interessa fin troppo al dettaglio, al particolare, dimenticandosi la visione di insieme delle cose che oggi ci fornisce e di non pochi segnali del futuro che ci attende.

La domanda che nondimanco resta aperta è sempre la stessa e riguarda il fatto di comprendere se abbiamo interpretato correttamente quello che ci aspetta, così come se sapremo affrontarlo adeguatamente nell'interesse di tutta la comunità valdostana.

Concludo dicendo che qualcuno spesso ha richiamato la necessità, anche questa non più derogabile, di una seconda autonomia. Vero, anzi verissimo, ma credo proprio - e quanto detto sino ad ora penso lo confermi - che senza una nuova forma, una riforma del nostro ordinamento finanziario, questa fase non si potrà avviare concretamente al di là di mere considerazioni di filosofia della politica.

Presidente - Dopo la relazione del consigliere Aggravi per la minoranza, come previsto, interviene l'assessore alle finanze Marzi. Ne ha facoltà.

Marzi (SA) - - Il bilancio che ci apprestiamo a discutere nasce da una scelta politica di umiltà e responsabilità che si colloca nel solco della continuità amministrativa data da venticinque mesi di Governo consecutivi.

Il documento che affronteremo è frutto di un lavoro che anche attraverso l'approvazione da parte di quest'Aula del DEFR 2023-25, come richiamato, ha permesso di programmare in modo più concreto ed efficace l'azione amministrativa attraverso il finanziamento d'importanti investimenti, mantenendo la centralità sulla persona e l'attenzione al territorio in tutte le sue espressioni.

Ci troviamo soprattutto a costruire un bilancio che scaturisce da una nuova maturità derivante dal susseguirsi di eventi emergenziali che ci hanno costretto, in una prima fase, ad affrontare le emergenze contingenti con immediatezza, e in una seconda fase a lavorare tenendo presente l'importanza di una pianificazione mirata che si è concretizzata anche attraverso interventi e investimenti sul territorio a favore delle comunità e delle imprese.

Il percorso che si è intrapreso, improntato all'ascolto e alla condivisione, è già stato avviato attraverso le audizioni dei rappresentanti degli Enti locali e del tessuto socio-economico regionale, come ricordato dal Presidente della II Commissione, che ringrazio.

Nell'ambito della Commissione stessa, l'esame delle leggi di stabilità di bilancio per il triennio 2023-25 ha visto un percorso che vede la centralità dell'organo consiliare e che risulta sostanziale per giungere al successivo aggiornamento e assestamento dei documenti finanziari e programmatici, in aderenza alla finalizzazione del programma di governo.

Dalle audizioni, come richiamato, e dal confronto con le rappresentanze sindacali e datoriali, emerge una generale soddisfazione nell'analisi di questo documento che si traduce in un giudizio positivo riguardo ai contenuti, apprezzando il senso di responsabilità e l'attenzione posta rispetto alle esigenze delle imprese del territorio, nell'auspicio che le misure introdotte possano favorire la ripresa economica e lo sviluppo dell'economia regionale.

Pertanto assumono rilevante importanza e significato le proposte emerse nel confronto in sede di Commissioni e rese alla parte politica dai rappresentanti del CPEL, dalle Organizzazioni sindacali, dai rappresentanti del tessuto socio-economico regionale, quali la Chambre Valdôtaine, e naturalmente da Confindustria, dalle organizzazioni dei settori del mondo agricolo, del commercio, dell'artigianato e dei servizi, da Finaosta, dai referenti del terzo settore e dei consumatori.

Una programmazione che si inserisce in un quadro di estrema complessità ancora caratterizzato da una fase storica di generale incertezza economica in cui alle conseguenze dell'emergenza sanitaria sono seguite quelle dovute agli eccezionali aumenti dei prezzi delle materie prime e dell'energia, ulteriormente aggravate dal conflitto in Ucraina tutt'ora in corso.

Infatti, l'impatto sull'economia regionale dei rincari dei prodotti energetici riflette una struttura produttiva più sbilanciata rispetto a quella nazionale in comparti ad alta intensità energetica.

La maggiore esposizione è ascrivibile non solo al comparto metallurgico, ad alto consumo sia di elettricità che di gas, ma anche a quello dei trasporti terrestri (in particolare a quello relativo a funicolari, skilift e seggiovie, a forte consumo di gas) e a quello energetico, quest'ultimo dato, se da un lato è ad alto consumo di input energetici, dall'altro garantisce alla regione una quasi totale autosufficienza nella fornitura di energia da fonti rinnovabili.

In base ai dati infatti la Valle d'Aosta - a fronte di consumi compresi come quelli per uso domestico che incidono solo per 0,3% circa del totale italiano - ha prodotto in media nel triennio 2018-20 circa l'1,3% dell'energia elettrica nazionale con un contributo che sale a quasi il 7% se si considera il solo comparto idroelettrico.

È evidente che questo bilancio si colloca in un delicato contesto a livello nazionale e internazionale in termini di impatto sulle famiglie, sul tessuto imprenditoriale e professionale, sulla tenuta di equilibri sociali già precari a rischio di ulteriori stati di esclusione e povertà.

Si è reso quindi necessario destinare ulteriori risorse sia in ambito sanitario e sociale, per il contrasto all'emergenza sanitaria, sia in ambito di sviluppo economico, turistico e territoriale per il superamento della pandemia nelle conseguenze della pandemia stessa.

Per quanto concerne la parte contabile, il bilancio regionale, come richiamato, pareggia nell'importo complessivo di euro 1.723.053.439,00 euro per l'anno 2023, nel triennio di bilancio non è previsto alcun ricorso all'indebitamento ma concorrono al raggiungimento del pareggio di bilancio entrate derivanti dal rientro di fondi della gestione speciale presso Finaosta, iscritte nel titolo III dell'entrata.

L'articolo 3 della legge di stabilità dispone l'acquisizione al bilancio regionale delle somme disponibili presso il fondo in gestione speciale costituito presso Finaosta, che andranno ad alimentare il bilancio regionale nell'annualità 2025 per euro 25 milioni.

L'articolo 4 della legge di stabilità stessa 2022-2024 già prevedeva dei rientri per l'anno 2023 pari a euro 28 milioni e per l'anno 2024 pari a euro 14 milioni.

Tali importi sono stati incrementati in sede di assestamento al bilancio 2022 dalla legge regionale 18/2022 per euro 27 milioni nel 2023 e per euro 26,7 nel 2024.

Complessivamente, per l'effetto della sedimentazione normativa, il bilancio 2023-25 è sostenuto da risorse provenienti dalla gestione speciale per euro 55 milioni nel 2023, 40,7 nel 2024 e 25 nel 2025.

Tale tipologia di entrate, originariamente prevista straordinariamente, assume pertanto un connotato maggiormente strutturale, come si è già avuto modo di evidenziare in sede di presentazione del DEFR relativo al medesimo periodo, e quindi al 2023-25.

Il totale delle entrate di competenza previste per il 2023, al netto delle partite di giro, è pari a 1.522 milioni di euro, con un incremento di 135 milioni, cioè del 9,7%.

Come già richiamato, la previsione più alta della compartecipazione ai tributi erariali, è spiegata principalmente dall'aumento del gettito dell'Iva, l'inflazione e la crescita intrinseca dei prezzi delle materie prime hanno infatti contribuito a determinare tale andamento nel corso del 2022, per cui la previsione per il 2023 è stata aggiornata dagli attuali euro 325 milioni già iscritti per l'anno stesso a euro 380 milioni.

La tipologia "Rimborsi ed altre entrate correnti", che costituisce gli altri due terzi delle previsioni del titolo III, include il rientro dei fondi della gestione speciale presso Finaosta S.p.A per euro 55 milioni per il 2023, 41 per il 2024 e 25 per il 2025.

Su queste entrate è meglio essere ridondanti per la terza volta in pochi giorni.

Le entrate da trasferimenti ricompresi nei titoli II e IV, relativamente ad entrate correnti o di investimento, sono entrate cosiddette a destinazione vincolata e sono caratterizzate principalmente da trasferimenti statali, dall'operatività della programmazione europea (quest'ultima - come noto - ricomprende sia i fondi europei che i relativi cofinanziamenti statali) ma ammonta, per quanto riguarda il FESR nella programmazione 2021-2027 a 76 milioni di euro e per quanto riguarda l'FSE a 67 milioni di euro.

Le spese. Le risorse disponibili, al netto delle partite di giro e del fondo pluriennale vincolato, sono pari a poco meno di 1.582 milioni di euro per il 2023, 1.441 per il 2024 e 1.412 per il 2025.

Gli investimenti previsti ammontano a 327 milioni di euro, erano 247 nel 2022.

Considerato il triennio 2023-2025, l'incidenza percentuale media della spesa corrente è pari all'82% circa (era l'83% nel 2022), quella degli investimenti al 18% (era solo il 17% nel 2022); valori sostanzialmente in linea con le previsioni appunto dei passati bilanci.

Nell'anno invece 2023, l'incidenza della spesa corrente sarà pari al 78,58% e gli investimenti pari al 21,42%, mentre nell'anno 2022 l'incidenza della spesa corrente era pari all'81 e gli investimenti erano pari al 18,3%.

Quindi, soprattutto per ciò che concerne la spesa per investimenti, c'è un saldo rilevante.

I dati in aumento infatti, sulla spesa complessiva in conto capitale, per gli investimenti quindi passano dai 247 del 2022 ai 327 milioni di euro del 2023.

Destinare 80 milioni di euro in più per gli investimenti connota in maniera positiva l'utilizzo delle maggiori entrate, dandogli una destinazione volta a creare sviluppo economico.

Per quanto concerne la distribuzione complessiva delle spese per missioni, ovvero i macro ambiti di competenza definiti dalla normativa contabile nazionale, sono già stati fatti dei riferimenti rispetto alle due missioni che da sole - quindi la missione che riguarda la tutela della salute e la missione che riguarda il diritto allo studio -ricoprono il 36% degli stanziamenti complessivi.

È però secondo me utile dare una lettura più specifica e anche più contabile di queste missioni, perché di fatto ne parliamo ogni seduta di Consiglio ma hanno una connotazione politica che, vista nel loro complessivo, può dare una visione d'insieme del perché. É vero che alla fine della fiera il bilancio è un documento che nella distribuzione delle spese vede la politica, ma a mio modesto avviso, dando loro un valore di assolutezza, naturalmente anche di rispetto politico, un quadro assolutamente positivo.

Partiamo quindi dalla missione n. 13, quella della tutela della salute. È pari al 23,61% per un importo totale di quasi 407 milioni di euro ma vi è un incremento pari a 44,5 milioni di euro.

Tra le altre spese correnti, ci sono 307,3 milioni sul 2023 e questi sono assolutamente a tutela del finanziamento ordinario corrente per quanto riguarda la garanzia dei LEA.

Ci sono inoltre 2 milioni per quanto riguarda i livelli di assistenza superiori ai LEA e 3,5 milioni di euro di ulteriore spesa in materia sanitaria.

Per la spesa in conto capitale, la fa naturalmente da "padrone" lo stanziamento per l'Ospedale Parini di 181,8 milioni di euro.

Veniamo alla missione n. 4, "Istruzione e diritto allo studio", è pari al 12,42% delle spese complessive del nostro bilancio per un importo di 213.970.000: vi è un incremento pari a 7,5 milioni di euro, e tra queste sicuramente sono molto importanti i trasferimenti da 8,15 milioni di euro all'Università e un intervento da 7,7 milioni di euro per gli studenti con disabilità.

Sono inoltre importanti anche le spese richiamate in conto capitale per l'iscrizione, finalmente sul triennio, della partenza dello stralcio della nuova Università, della realizzazione del secondo lotto del Polo universitario, che, per tutti e tre gli anni, fa 16 milioni di euro.

La missione 10, "Trasporti e diritto alla mobilità", è pari al 7,28% della spesa complessiva per un importo di 125.409.000 euro e vede un incremento pari a 25,5 milioni di euro.

La missione n. 18, "Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali", è pari al 7,13% delle spese complessive e vede, con un importo di 122 milioni di euro, un incremento, anno su anno, pari a 10 milioni di euro.

Tra questo - tra l'altro è stato richiamato anche nelle relazioni dei due colleghi, sia il collega Malacrinò che il collega Aggravi - anche il richiamo ai 6,3 milioni di euro a favore, come trasferimento corrente straordinario, dei Comuni, oltre ai 2 milioni di euro per quanto riguarda il trasferimento senza vincolo alle Unités, un milione e mezzo per il CELVA e un milione e mezzo anche per il Comune di Aosta.

La missione n. 12, "Diritto sociale, politiche sociali e famiglia", vede un importo complessivo di 115.125.000 euro, pari al 6,68% della spesa complessiva, e vede un incremento - anche qui io direi rilevante - pari a 15 milioni di euro.

La missione n. 9, "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio dell'ambiente", è pari al 5,22% della spesa complessiva, per un totale di importo di 89.967.000 euro e anche qui l'incremento è pari a 7 milioni di euro. Qui si va dai rapporti con l'Arpa fino al Mont Avic e a tutte quante le Fondazioni di riferimento, per arrivare quindi alla missione n. 5, "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", pari a 44.800.000 euro con un incremento di 1,5 milioni.

La missione n. 14, "Sviluppo economico e compatibilità", è pari a 40.385.000 euro con un incremento di 3 milioni di euro.

La missione n. 15, "Politiche per il lavoro e la formazione professionale", è pari a 35 milioni di euro e vede un incremento di oltre 11 milioni di euro.

La missione 7, "Turismo", è pari a 25.540.000 euro con un incremento di 4 milioni e mezzo.

Per quanto riguarda la missione 6, "Politiche giovanili, sport e tempo libero", 20 milioni di euro con un incremento di 6 milioni e mezzo di euro.

Potrei andare avanti nella lettura di tutte quante queste missioni ma l'oggetto di riferimento è quello di incarnare in un principio, che è quello del 118/2011, che cosa vuol dire il fatto che durante il dibattito consiliare, ovviamente stiamo parlando di un documento che viene presentato da chi in questo momento governa e quindi giustamente dà una lettura positiva di quest'atto, ma nel caso specifico la diamo noi, ed è stata data anche da tutti coloro i quali ce l'hanno sentita raccontare, perché di fatto si è cercato di fare il meglio possibile.

Meglio possibile che si incarna anche nella lettura assoluta di questi valori e, come avrete potuto notare, questi valori sono quasi tutti stati rappresentati non soltanto in incremento ma anche in incremento rispetto a valori fondanti che, secondo me, una pubblica amministrazione regionale, nel rapporto corretto con gli enti locali deve avere.

Il bilancio della Regione, lo diciamo come prima affermazione nella relazione accompagnatoria, è redatto ai sensi del Decreto legislativo 118/2011, che ha uniformato e contestualmente stravolto la contabilità pubblica della Regione e degli altri Enti locali in Italia.

Il Decreto legislativo 118/2011, se da una parte ha introdotto l'auspicata uniformità dei bilanci pubblici, dall'altra, come è noto, ne ha cambiato le regole e ha introdotto, tra gli altri, il principio della competenza finanziaria potenziata che prevede che gli impegni di spesa vengano imputati alle annualit sulla base della presunta scadenza delle obbligazioni e non più sulla base del momento di assunzione delle stesse.

Ciò è stato fatto per evitare che la massa di residui che fanno parte normalmente della pubblica Amministrazione italiana fosse confusa con il debito pubblico che, regolarmente, negli anni precedenti all'introduzione del Decreto legislativo 118/2011, è stato sovrastimato da parte degli istituti e dagli uffici, soprattutto della Commissione europea.

Questo fenomeno è associato anche a un'ulteriore complessità nelle procedure di affido e realizzazione delle opere pubbliche, acquisti e forniture che pertanto registrano fisiologici aumenti nei tempi intercorrenti tra la decisione di stanziamento e la "messa a terra" della spesa.

Con l'occasione dell'introduzione del 118, inoltre, il bilancio è stato strutturato, come abbiamo appena finito di leggere - è per quello che ho voluto prima leggervi ogni singola missione per quello che è in missioni e programmi uniformi in tutto il territorio nazionale e si è voluto superare la consuetudine precedente che era d'uso di classificare la spesa del personale in un unico aggregato contabile, indipendentemente dalle funzioni svolte dal personale relativo agli stanziamenti.

Questa nuova modalità ha fatto sì che si moltiplicassero i capitoli di spesa e si irrigidissero, inoltre, le procedure contabili conseguenti allo spostamento delle persone all'interno della medesima organizzazione regionale.

Il bilancio, tuttavia, non è diventato un budget aziendale e ha mantenuto la sua connotazione autorizzatoria. Da ciò è derivata la necessità che le previsioni di spesa, ripartite in una miriade di capitoli, siano nel loro complesso più ampie al fine di evitare il proliferare di variazioni di bilancio.

Sempre il D.Lgs 118/2011 ha inoltre inspiegabilmente richiesto che la contabilizzazione degli stanziamenti per i fondi europei fosse distinta, oltre che per missione, programma e titolo, anche per fonte di finanziamento.

Anche questo ha comportato il proliferarsi di capitoli di spesa che, per meccanismi simili a quanto è avvenuto per la spesa del personale, hanno richiesto previsioni di spesa più ampie, senza che, a fronte delle stesse, corrispondesse un reale impegno di spesa.

Sempre il 118, inoltre, impone rilevanti accantonamenti nella parte spesa che non sono tecnicamente "impegnabili", per cui si trasformano, a esercizio chiuso, in avanzo.

In sintesi, tutti questi fattori sono i principali determinanti della crescita degli avanzi di amministrazione su cui assiste la nostra amministrazione, come molte altre amministrazioni in Italia.

Se qualcuno di voi ha avuto il piacere di leggere la relazione di giugno da parte della Banca d'Italia, ha visto che - anche per quanto riguarda il concetto di avanzi di amministrazione liberi, letti soprattutto rispetto al pro-capite per abitante della Valle d'Aosta e la capacità di spesa del Comune - i dati rilevavano questi fattori e li rilevavano anche in maniera positiva, oltre a rilevare l'utilizzo che, per motivi molto tristi quali le crisi che abbiamo dovuto affrontare nel corso dell'ultimo anno, la parte di avanzo pro-capite a favore dei cittadini valdostani ha visto in maniera assolutamente positiva tutte quante le leggi, dalla 8 alla 15, alla 22, che sono state messe sul territorio per intervenire in un periodo di crisi eccezionale. Questi dati sono rilevati dai dati della Banca d'Italia di giugno.

I nostri Comuni, la montagna in generale, hanno vissuto un momento di forte difficoltà, di solitudine e di incomprensione generalizzata. È sempre più necessario far sì che la lettura del nostro territorio sia resa all'esterno in modo da superare le evidenti difficoltà che, a livello centrale, impediscono di conoscere e di riconoscere le nostre particolarità e la stessa struttura del nostro storico concetto di comunità locale.

La lettura dei numeri di questo bilancio, l'interpretazione politica che si può dare alle spese, perché come già richiamato sono le spese a dare i numeri e di fatto quindi a essere la chiave di lettura di un'azione di Governo, rendono evidente una tensione e un ritorno diretto ai servizi fondanti il concetto di comunità: la salute, l'istruzione, il sostegno alle famiglie e alle persone in difficoltà. Al contempo è forte l'immagine di un orientamento e di una via prioritaria per tracciare una visione di sviluppo del futuro che viene anch'essa resa evidente da numeri negli ambiti del turismo e degli impianti a fune, delle attività produttive, dell'ambiente e della tutela del territorio.

Tutto ciò però interpretato in un rapporto prioritario e di confronto con i Comuni e con le comunità locali in una logica di sussidiarietà e compartecipazione.

Per concorrere a realizzare questi propositi sarebbe fortemente utile e auspicabile un ritorno a una solidarietà pragmatica tipica delle nostre piccole comunità a tutti i livelli, a partire da quello istituzionale.

Veniamo adesso alla parte che normalmente vi fa più ridere delle mie relazioni al bilancio, anche quelle che, in una qualche maniera, rendono lieto il collega Distort, perché farò uso di una parola per parlare di numeri e soprattutto per dar loro un orientamento.

Questa parola è "Eudemonia" - "Eu daimon" vuol dire genio, spirito buono - ed è la felicità intesa come scopo della vita e come fondamento dell'etica.

In altri termini è una felicità cui viene dato un ruolo preciso nell'indirizzare la propria condotta.

Proprio perciò l'eudemonia si rivela una risorsa interessante, non si concentra infatti tanto sul contenuto inafferrabile del concetto di felicità, ma sulla sua posizione e sul suo orientamento. Lascia in silenzio ciò che significa e ce la rende però come valore pratico.

Quindi è nel perseguire il bene di una comunità, non individuale, non rivolto ai singoli, che va tracciata la via per risollevarsi da una serie di eventi tragici quali quelli che stiamo vivendo.

Un confronto politico serrato, diretto, anche più che deciso, se rimane nel solco di un corretto agire politico, tiene alto il livello del confronto politico stesso.

Una visione politica di comunità e di relazioni umane tra cittadini rende evidente un obiettivo: dalle difficoltà si deve uscire tutti assieme.

Concludo asserendo che questo bilancio, tra mille peripezie, interne ed esterne, traccia nel migliore dei modi possibili la via per il prossimo triennio, assegnando il compito a tutti i soggetti decisori, a qualsiasi livello, di ascoltare le necessità collettive, sapendo mediare tra gli interessi di tutte e tutti.

Presidente - Come anticipato, segue l'intervento del Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Qualche breve considerazione anche da parte mia, dopo gli interventi puntuali che mi hanno preceduto. I documenti di programmazione finanziaria, approvati dal Consiglio regionale l'anno scorso, si collocavano in un momento di ripresa socio-economica importante, in un contesto che credevamo essere anche di uscita definitiva dalla crisi pandemica, sia nei problemi più di gestione sanitaria, sia di reale e definitiva ripartenza dell'economia del nostro Paese e quindi della nostra regione.

Come è noto, non siamo neanche usciti da una crisi mondiale per entrare in un'altra, non certo più semplice e con minori ricadute sul nostro tessuto economico rispetto alla tragedia della pandemia.

È bene ricordare che nel quadro di grande incertezza generale nel quale ci troviamo oggi, in uno scenario mondiale caratterizzato da una situazione geopolitica altamente instabile e da una crisi energetica che non ha precedenti dal dopoguerra, si colloca ancora una situazione sanitaria che subisce a tutt'oggi i pesantissimi contraccolpi lasciati dai due anni di pandemia sulle strutture sanitarie e soprattutto sul personale.

La difficoltà generalizzata a reperire il personale medico e infermieristico, in un momento di nuova strutturazione, sta creando una situazione post-pandemica sulla sanità dagli effetti pesantissimi.

Questo tema ha attirato una grande attenzione nella relazione degli strumenti di programmazione che andiamo a discutere, anche se una componente intrinseca del problema sanità richiede determinazioni che esulano dal carattere finanziario programmatorio e addirittura ha delle cause esogene e generali difficilmente governabili a livello locale.

Il bilancio 2023-2025 ha, di conseguenza, ancora una natura di programmazione di transizione, nella quale dobbiamo guardare una prospettiva di medio e lungo termine con interventi strutturali per l'economia nella nostra regione. C'è però un impegno molto alto, sia in termini di risorse economiche che umane, sulla complessa gestione delle contingenze causate dalla crisi attuale.

Le priorità degli interventi sono ancora dettate quindi, almeno in parte, da una situazione esterna che influenza pesantemente i tempi e le scelte della politica, e quindi anche quella regionale.

Abbiamo senza ombra di dubbio davanti a noi anni di grande fermento e di grandi possibilità d'investimenti, come forse non mai nella storia recente del nostro Paese.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con tutte le difficoltà e le contraddizioni che incarna, rappresenta una possibilità imprescindibile anche per la nostra regione.

La vera sfida per noi, come per tutte le amministrazioni pubbliche, è quella di rientrare nei dettami del Piano, spesso non proprio solidi e chiari come dovrebbero essere, rispettando le rigide milestone imposte dall'Unione Europea e spesso scompostamente ribaltate sulle Regioni, avendo ancora delle grandi zone di incertezza sugli interventi, sulle coperture degli aumenti esponenziali dei costi, solo per citare la criticità più evidente.

Le risorse del PNRR che iniziamo a leggere nei numeri del nostro bilancio, hanno in parte contribuito a fare in modo che il totale delle entrate previste, al netto delle partite di giro, sia di 1 miliardo e 522 milioni rispetto a 1 miliardo e 887 milioni del corrente esercizio finanziario, come ampiamente detto.

La legge di stabilità e il bilancio di previsione per il prossimo triennio che presentiamo all'attenzione del Consiglio sono stati costruiti su dati finanziari che vedono un leggero aumento delle risorse a disposizione, un dato che seppur positivo sul piano dell'economia del bilancio regionale, non è da leggersi in senso generale in modo altrettanto positivo.

L'aumento delle entrate, in particolare relative all'Iva, come ha detto l'Assessore, indica infatti un andamento inflattivo della nostra economia. Sono segnali di attenzione che non possono certo essere ignorati e che richiedono una particolare attenzione, in particolare sulla programmazione triennale.

Sul piano più tecnico, come già per l'anno scorso, la programmazione finanziaria ha dovuto tenere conto in maniera completa dei dettami del Decreto legislativo 118/2001, in particolare sull'impossibilità di utilizzo degli avanzi di amministrazione per spese correnti.

Usciti definitivamente dalle norme derogatorie legate allo stato di emergenza, questo aspetto non banale ha richiesto una programmazione molto più attenta del titolo I, anche rispetto alla finanza locale e a tutti gli enti che vivono di finanza derivata.

Senza voler riprendere le considerazioni fatte qualche settimana fa con l'approvazione del Documento economico finanziario regionale che, di fatto, è stata la matrice sulla quale è stato costruito questo bilancio, vorrei porre l'accento su alcuni aspetti caratterizzanti.

Sul piano delle infrastrutture e degli investimenti va sicuramente citato il nuovo Ospedale, il 2023 sarà finalmente l'anno nel quale verrà espletata la procedura di gara per l'affidamento dei lavori per la costruzione della nuova struttura nell'area est e verrà affidata la progettazione dell'area storica.

Una delle opere più attese e discusse degli ultimi anni vedrà finalmente la luce.

La nuova Università, che nel prossimo anno accademico sarà popolata finalmente da studenti e professori poi potrà contare sul completamento del campus nel suo complesso.

In questo senso non bisogna dimenticare gli interventi strutturali sul territorio, pensati per attuare una medicina territoriale efficiente, prevista nella pianificazione in analisi, e il piano di edilizia scolastica altrettanto importante e oggetto di rilevanti allocazioni di risorse.

Guardando in prospettiva di ripresa definitiva, l'aspetto forse più importante è quello dello sviluppo economico, in particolare legato a corrette politiche d'inclusione e del lavoro.

La gestione attenta dei fondi europei permetterà di sfruttare importanti risorse in tutti i settori dell'Amministrazione, andiamo in questo senso oltre al mondo dell'industria, il lavoro nella nostra realtà regionale vuol dire in buona parte turismo e agricoltura, settori che richiedono una programmazione strutturale e di prospettiva.

Il 2023 sarà un anno ancora molto importante, come lo è stato l'anno in corso, per il completamento di considerevoli piani strategici e di grande importanza prospettica per la nostra regione, penso al Piano regionale per la salute e il benessere sociale, penso al Piano di tutela delle acque, penso al Piano regionale dei trasporti; sono solo alcuni dei documenti strategici che peraltro hanno iniziato i propri iter in Commissione, oltre alla definitiva attuazione degli strumenti di adattamento sui cambiamenti climatici e le strategie di decarbonizzazione.

Per quanto riguarda il mondo degli enti locali, per il secondo anno saranno trasferiti alla finanza locale più risorse di quante previste della legge regionale 48/95 che, come noto, fanno riferimento ai nove decimi del 95% del gettito IRPEF, del 2021 in questo caso. È un dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti, che conferma la volontà di definire una gestione stabile e certa delle risorse per gli enti locali.

Il lavoro in questo senso non è certo completato, un processo di revisione degli enti locali, in particolare della finanza locale, in senso complessivo e articolato non è ormai più procrastinabile e richiede un impegno da parte di tutti, senza posizioni o preconcetti.

Nel bilancio 2023 è stato istituito un fondo ulteriore di 6.300.000 per far fronte alle maggiori spese correnti da parte degli enti locali: dagli aumenti dei costi energetici, all'aumento della fornitura di beni e servizi, fino agli aumenti contrattuali del personale.

Gli aspetti economici e finanziari riguardanti la finanza locale hanno ancora una natura di transitorietà, occorre andare verso una definizione più strutturale che passerà attraverso una revisione definitiva dell'impianto della legge 48, una revisione che - a sua volta - dovrà essere susseguente a una riforma ordinamentale degli enti locali, in corso da tempo e non più rinviabile anche questa nella sua definizione definitiva.

Il modo degli enti locali è coinvolto in questo processo, che in parte è già iniziato; una visione complessiva che porti a una riforma organica e condivisa è più che mai necessaria.

Gli enti locali valdostani sono lo scheletro fondamentale del nostro sistema delle autonomie e come tali devono avere autonomia funzionale in una logica realmente federalista.

Sul piano più organizzativo dell'Amministrazione regionale, il triennio prossimo sarà il periodo nel quale sarà definitivamente strutturata una riforma senza precedenti: è una revisione che, seppur non abbia grandi ricadute sul bilancio triennale oggi in esame, avrà un impatto rilevante sui bilanci futuri in termini di economie, ma soprattutto in termini di maggiore efficienza del sistema pubblico regionale, con evidenti benefici su tutti i settori dell'amministrazione pubblica.

Ringrazio anche io tutti i Consiglieri per il lavoro fatto, proficuo e attento nelle discussioni in Commissione, ringrazio anche tutti gli intervenuti in Commissione con osservazioni utili a migliorare il documento, a partire dagli enti locali, alle parti datoriali e parti sindacali, e ringrazio ovviamente i colleghi di Giunta per il lavoro fatto, non sempre facile, di quadratura e naturalmente tutte le strutture tecniche dell'Amministrazione regionale.

Auguro quindi un buon lavoro a tutti per questi giorni di confronto sulla legge di stabilità e di bilancio, un dibattito che spero franco e corretto nell'interesse di tutta la nostra comunità.

Presidente - Con quest'intervento, si chiudono i lavori pomeridiani del Consiglio che riprenderanno domani mattina con la discussione generale, come previsto.

Chiudiamo i lavori del Consiglio e chiedo ai capigruppo di rimanere per una rapida capigruppo, come richiesto.

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La seduta termina alle ore 16:46.