Oggetto del Consiglio n. 2047 del 30 novembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2047/XVI - DL n. 81: "Interventi regionali per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile, femminile e da parte dei disoccupati di lunga durata nei settori dell'industria e dell'artigianato".
Bertin (Presidente) - Punto n. 7.01 all'ordine del giorno. Il disegno di legge è composto da quattordici articoli, è stato depositato un emendamento da parte della II Commissione consiliare e tre emendamenti da parte dei gruppi Lega, PLA e FI. Il relatore è il consigliere segretario Jordan a cui passo la parola per l'illustrazione della relazione.
Jordan (AV-VdA Unie) - Il presente disegno di legge, proposto dall'Assessorato dello sviluppo economico, formazione e lavoro, si propone di favorire la creazione e il sostegno dell'imprenditoria giovanile femminile nei settori dell'industria e dell'artigianato attraverso la concessione di contributi una tantum a fondo perduto.
L'imprenditoria è la capacità delle persone di tradurre le idee in azione, in ciò rientra la creatività, l'assunzione del rischio e l'innovazione, oltre che la capacità di pianificare e gestire progetti per raggiungere obiettivi. Queste è tra le competenze utili a tutti nella vita quotidiana e nelle società serve per saper cogliere l'opportunità e tradurle in lavoro, in impresa.
È evidente che l'impresa non si crea da un giorno all'altro, sono necessarie idee, capacità imprenditoriali e mezzi ed è per questo che un Paese, una Regione che vuole assicurare una crescita economica deve favorire la nascita di nuove imprese.
Il nostro ruolo, colleghi, è di individuare strategie operative a sostegno del contesto socio-economico attuale, perché in un momento così delicato e difficile è importante non solo far passare un messaggio di vicinanza e aiuto al settore produttivo da parte delle Istituzioni, ma anche far conoscere quali possono essere effettivamente le opzioni che vengono messe a disposizione di cittadini e imprenditori.
Con questo provvedimento si è ritenuto opportuno, tenuto conto anche degli obiettivi del Piano delle politiche del lavoro 2021/2023, al fine di invertire il trend negativo del lavoro indipendente, di definire una misura di finanziamento a sostegno dell'imprenditoria femminile e giovanile come strumento di sviluppo della nostra Regione.
Si vuole nel contempo garantire ai giovani imprenditori e alle imprenditrici di avere certezze economiche finanziarie per l'avvio delle loro iniziative imprenditoriali.
L'approvazione di questa proposta legislativa crediamo sia un importante passo per dimostrare concretamente e in modo significativo di dare fiducia ai giovani, alle loro idee imprenditoriali, oltre che alla risorsa imprenditoriale femminile.
Per quanto riguarda l'occupazione femminile, riteniamo necessario segnalare che il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e dell'emancipazione di tutte le donne rappresenta uno dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile che gli Stati europei si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
La centralità delle questioni relative al superamento delle disparità di genere viene ribadita anche nel piano nazionale di ripresa e resilienza per rilanciare lo sviluppo nazionale in seguito alla pandemia. Il piano infatti individua la parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni che compongono il Piano.
Oggi si contano in Italia 1,3 milioni di imprese femminili, pari al 22 percento del totale, imprese che danno lavoro a quasi 3 milioni di persone. In Valle d'Aosta, con una percentuale leggermente superiore, contiamo 2.900 imprese al femminile su circa 12.000. È evidente quindi che ci sia da colmare un importante gap.
Entrando nel merito del provvedimento, il presente disegno di legge ha come obiettivo di rilanciare l'imprenditoria femminile in Valle d'Aosta rivolgendosi ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e alle donne a prescindere dalla fascia di età che intendano avviare un'attività imprenditoriale.
Rispetto alla previgente legge regionale 23 gennaio 2009 n. 3 che viene in questa sede abrogata, il presente disegno di legge incrementa il contributo massimo concedibile ed estende l'accesso, oltre ai giovani, a tutte le donne, a prescindere dalla fascia di età.
Inoltre il disegno di legge in oggetto introduce quale obbligo la presentazione di business plan da parte dei potenziali beneficiari, prevedendo una maggiore selettività per l'accesso ai contributi rispetto al passato.
L'intervento è rivolto all'industria e all'artigianato, in quanto settori che hanno necessità di maggior sostegno per stimolare la nascita di nuove realtà imprenditoriali, anche in considerazione della difficoltà dell'attuale congiuntura economica che perdura ormai da diversi anni.
Un obiettivo politico potrebbe essere il coordinamento e la razionalizzazione delle misure già attive con lo stesso obiettivo della presente legge anche in altri settori dell'Amministrazione.
L'intervento si concretizza principalmente nella concessione di contributi agli investimenti a imprese di nuova costituzione, al fine di fornire alle stesse uno strumento facilmente accessibile e immediato, oltre che nella possibilità di cumulo con i mutui a tasso agevolato.
Tali peculiarità dell'intervento rendono l'intervento agevolmente rendicontabile sui fondi strutturali, in quanto... in particolare tale iniziativa è coerente con l'obiettivo di policy "OP1-Un'Europa più intelligente" di cui alla programmazione europea 2021-2027, nonché nella missione 5 Inclusione e coesione, componente 1 delle politiche del lavoro del PNRR.
Le principali novità rispetto alla previgente legge regionale n. 3/2009 riguardano:
- i beneficiari: come già indicato, il presente disegno di legge non si rivolge solo ai giovani ma estende l'accesso a tutte le donne, a prescindere dalla fascia di età;
- l'entità dell'agevolazione: il presente disegno di legge prevede la concessione di contributi una tantum a fondo perduto nella misura massima del 60 percento della spesa ammissibile rispetto al precedente 30 percento.
- il limite minimo di spesa ammissibile per poter accedere ai contributi: con il presente disegno di legge il limite minimo viene ridotto a 10 mila euro rispetto al limite precedente di 15 mila e il limite massimo del contributo concedibile viene innalzato da euro 60 mila a euro 80 mila.
Il disegno di legge si compone di 14 articoli dei quali di seguito si riassumono gli aspetti più significativi.
L'articolo 1 individua oggetto e finalità dell'intervento normativo.
L'articolo 2 individua i destinatari dei contributi, ovvero i giovani di età compresa tra 18 e 35 anni e le donne, in particolare è definito il concetto di nuove imprese, comprensivo, oltre che di quelle di nuova costituzione, anche di quelle costituite da non più di due anni alla data della presentazione della domanda.
L'articolo 3 quantifica l'entità del contributo concedibile di cui già ho indicato precedentemente l'ammontare.
L'articolo 4 prevede la possibilità per le imprese beneficiarie dei contributi di accedere anche ai mutui previsti dalla legge regionale 6/2003, inoltre stabilisce la cumulabilità dei contributi con eventuali contributi previsti dalla normativa statale ed eurounitaria.
L'articolo 5 dispone, quale requisito oggettivo per l'accesso ai contributi, il possesso da parte dell'impresa beneficiaria di un business plan, prevedendo la possibilità per le imprese che non ne dispongono uno di avvalersi del servizio di tutoraggio erogato dalla struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro e della formazione.
L'articolo 6 definisce le tipologie di spese ammissibili a contributo che si sostanziano in particolare in immobilizzazioni materiali e immateriali, classificabili interamente quali spese di investimento.
L'articolo 7 disciplina i casi di alienazione, mutamento di destinazione e sostituzione dei beni.
L'articolo 8 definisce le modalità di concessione dei contributi.
L'articolo 9 dispone in merito alla revoca dei contributi concessi al verificarsi di specifiche circostanze.
L'articolo 10 prevede la verifica del rispetto degli obblighi previsto dal presente disegno di legge.
L'articolo 11 dispone che la Giunta regionale definisca con propria deliberazione ogni ulteriore requisito o aspetto, anche procedimentale, per l'accesso ai contributi previsti dal presente disegno di legge. Come già detto, l'articolo 12 abroga la legge regionale 3/2009 e la legge regionale 9/2003.
In conclusione l'articolo 13 reca le disposizioni finanziarie pari a 230 mila per l'anno 2023, come già detto, in aggiunta alle risorse individuate si ipotizza, ove compatibile, l'utilizzo di risorse eurounitarie previste nell'ambito dei fondi FESR.
L'articolo 14 dispone infine che la legge entri in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2023.
Colleghi, il disegno di legge è stato analizzato dalla IV Commissione consiliare attraverso le audizioni, oltre che dell'assessore Bertschy con le sue strutture dirigenziali, dalla Finaosta e dalla Chambre che hanno entrambi espresso apprezzamenti per l'iniziativa. La Commissione ha approvato il disegno di legge all'unanimità.
Presidente - Con la relazione possiamo aprire la discussione generale sul disegno di legge 81. La discussione generale è aperta. Non vedo richieste di intervento, se non ci sono prenotazioni, chiudiamo la discussione generale... pardon, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Intervengo in discussione generale in realtà anche per approfittarne e presentare gli emendamenti che con i colleghi di Forza Italia e di Pour l'Autonomie abbiamo presentato.
In realtà sono tre emendamenti che hanno un'unica ratio, ovvero quella di andare ad inserire tra i soggetti beneficiari di quest'intervento anche i disoccupati di lunga durata; questo un po' perché abbiamo fatto, a seguito degli approfondimenti anche della Commissione - e su questo ringrazio i colleghi della Commissione che hanno esaminato il disegno di legge e anche gli intervenuti nelle audizioni che ci hanno permesso di capire un po' meglio la situazione non solo delle aziende in Valle d'Aosta, ma anche delle procedure che poi dovranno essere condotte per la messa in funzione di questa legge -, una valutazione che tiene anche conto di quelle che oggi sono le direttive, o comunque le linee di intervento che a livello nazionale e a livello europeo stanno sostenendo la creazione di nuove imprese con riferimento non soltanto ai giovani e alle donne ma anche ai disoccupati di lunga durata, che, sappiamo, sono, tra l'altro, un ambito complesso anche da mappare, perché ne abbiamo già discusso con delle iniziative in Consiglio, se ne è anche parlato nel Consiglio politiche del lavoro, spesso identificare o individuare questi soggetti non è sempre facile.
Tra l'altro, nell'ambito delle azioni strategiche del piano politiche del lavoro 2021/2023, è anche prevista l'idea di attuare una misura rivolta ai disoccupati di lunga durata, così come sappiamo che ci sono anche delle iniziative che riguardano il programma GOL riguardo sempre ai disoccupati di lunga durata. L'idea quindi era cercare di mantenere nell'alveo di queste tre tipologie di possibili beneficiari una ratio e una consequenzialità, tenuto anche conto di quelle che sono state le evidenze delle casistiche interessate già dall'applicazione della norma precedente e quindi anche a fronte delle audizioni che ci sono state, abbiamo ritenuto che potesse essere utile, ai fini di questa legge, inserire anche la categoria dei disoccupati di lunga durata tra i possibili beneficiari di questi interventi.
Ricordiamo che oggi la normativa nazionale vigente definisce disoccupati di lunga durata coloro che, dopo aver perso un posto di lavoro o cessato un'attività di lavoro autonomo, e forse in una situazione di crisi questa seconda categoria rischia di essere maggiore della prima, siano alla ricerca di una nuova occupazione da più di dodici mesi, nel caso dei giovani da più di sei mesi, e quindi comunque anche tangente rispetto alle previsioni dell'articolo 2.
L'idea era quella di fornire un ulteriore potenziamento di questa linea di intervento prevedendo questa categoria con tre emendamenti che vanno a inserire i disoccupati di lunga durata all'interno degli articoli 1 e 2 della legge.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Brevemente per dire che voteremo questo disegno di legge perché riteniamo che sia importante rivolgere un'attenzione all'imprenditoria sia giovanile che femminile.
Dico anche due cose, la prima sull'emendamento che ha anticipato il collega Aggravi, che ci vede altrettanto favorevoli. La seconda è una perplessità, che avevo in parte sollevato anche durante l'audizione in Commissione: quest'intervento è rivolto ai settori dell'industria e dell'artigianato che sono stati considerati importanti e che necessitano di un impulso.
Avevamo chiesto come mai non sono rivolti ad altri settori, quale quello dell'agricoltura e quello delle attività turistiche che vedono anche lì forse in questo momento un'attenzione da parte di queste categorie di giovani e di donne, che però, se hanno un sostegno ulteriore, ovviamente ne possono trarre beneficio.
L'assessore Bertschy ci aveva detto che il disegno di legge è stato costruito sulla base delle competenze dell'Assessorato dello sviluppo economico e quindi che in sostanza si concentrava l'attenzione su quei settori.
È una valutazione, è una spiegazione, ma a noi sembrerebbe però che su un tema di questo genere, così importante qual è l'occupazione, sarebbe forse necessario un ragionamento un po' meno a compartimenti stagni, ma più ampio e che vada a coinvolgere i vari settori produttivi.
Al di là di quest'osservazione, comunque questo disegno di legge avrà il nostro voto.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Solo per esprimere un parere sul disegno di legge n. 81, un importante disegno di legge che si inserisce in un contesto economico e sociale complicato, ma che potrebbe attrarre iniziative che vanno sostenute per una sana imprenditoria giovanile e femminile, apprezzato nelle audizioni dalle categorie: ad esempio, la Chambre.
Lo scopo è di riattivare quei settori importanti nell'industria e nell'artigianato con una bella e importante concessione di contributi del 60 percento nelle spese ammissibili, come ha già detto il relatore. Certo, è necessario redigere un business plan e sfruttare anche un tutoraggio per la compilazione e per le prospettive future. Oltre alla percentuale di aiuto, anche il tetto dello stesso è esteso a 80 mila euro.
Credo sia importante attrarre attività sane nel nostro territorio che potenzialmente offrono grandi possibilità di sviluppo e magari anche assunzionale e che possono accumulare anche i mutui a tasso agevolato della legge n. 6/2003 e sarebbe il massimo averle anche insediate nelle tante strutture disponibili sul territorio. À tour de rôle abbiamo negli anni fatto le visite a queste strutture ma al momento grandi risultati non ci sono.
Se guardiamo i dati forniti dalla Chambre, le imprese rosa hanno un peso locale maggiore rispetto all'Italia, quindi l'efficacia di questa legge potrebbe essere letta anche in questo senso.
Proprio la Chambre ritiene positiva la scelta e l'iniziativa, pensando anche alle aziende costituite non più di due anni... in considerazione del fatto che anche in pandemia c'è qualcuno che non si è demoralizzato e si innova e investe comunque. Magari si fa accompagnare con la forma del tutoraggio, come ho detto prima, per un approccio consapevole ed efficace.
Sugli emendamenti siamo d'accordo perché ci sono molti esempi in Italia e anche qualcuno in Valle d'Aosta, che dalle competenze acquisite in anni di attività hanno le capacità e uno spirito imprenditoriale e riescono a decidere di iniziare un'attività per conto proprio ex novo, assumendosi la responsabilità con assunzione eventualmente di colleghi per dare un posto di lavoro.
Siamo quindi perfettamente d'accordo sulla proposta dell'assessore Bertschy su questa norma di legge.
Presidente - La parola al consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Riteniamo che il disegno di legge sia positivo perché propone sostanzialmente un'attenzione verso la nuova imprenditoria giovanile e femminile, tra l'altro, ci è stato dato anche un segnale di accettazione degli emendamenti che sono stati predisposti per renderlo più estensivo, quindi non possiamo che essere favorevoli a questa proposta. Una proposta che capita in un momento anche molto particolare di grande difficoltà, di debolezza del nostro tessuto economico e produttivo, quindi riteniamo che tutto quello che va nella direzione di incentivare l'avvicinamento dei giovani e delle categorie che hanno maggiori difficoltà a entrare nel mondo del lavoro a costituire impresa sia una cosa molto positiva. Così come è positiva anche all'interno del provvedimento tutta la parte di approccio al tutoraggio per creare un aiuto, sostanzialmente per formare e far crescere la capacità di fare impresa con la predisposizione dei business plan e con l'accompagnamento da parte delle strutture delle politiche del lavoro per chi ne vorrà accettare questa facoltà.
Riteniamo che, seppur sarebbe stato bello che il provvedimento fosse stato esteso a livello trasversale a tutte le categorie, ma ci rendiamo conto che in questo momento non è stato possibile, è stato limitato alla componente artigianato e industria, annuncio il nostro voto favorevole all'iniziativa.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Alcune considerazioni le avevo già fatte nel corso delle Commissioni riguardo questa legge, poi da buon bastian contrario le ripeto anche qui oggi, anche perché, grazie a Dio, nel mio partito c'è libertà di espressione e di vedute non sempre univoche. Ho poco da eccepire e non ho mai avuto nulla da eccepire riguardo all'intervento verso i giovani, che era già la ratio, com'è stato detto, della legge n. 3 del gennaio 2009 che da questo nuovo intervento legislativo viene abrogata, ampliata e riproposta con l'aggiunta di contributi poi alle donne senza limiti di età. Perché non ho grandi cose da dire riguardo ai giovani? Perché mi pare chiaro che, riguardo all'accesso al credito, e quindi alle attività imprenditoriali, le generazioni, probabilmente già dentro la mia, hanno avuto una difficoltà maggiore di accesso al credito rispetto a generazioni più vecchie, anche solo per fare un esempio banalmente, per dare un dato oggettivo, l'assenza di contratti a tempo indeterminato che la mia generazione ha visto replicarsi in moltissime fasi, in moltissimi modi, quindi la mancanza di un contratto indeterminato ha fatto sì che l'accesso al credito per molti della mia generazione e quelli che vengono dopo sia stato certamente ridotto.
Dall'altra parte anche una sorta di tutoraggio riguardo ai business plan, eccetera, per i giovani di ambo i sessi ovviamente, ha, secondo me, un certo significato, un certo senso, perché c'è una sorta di apprendistato per entrare in un mondo complesso quale quello dell'imprenditoria.
È sulla questione femminile che io ho espresso varie volte le mie perplessità, perché quanto meno oggi resta agli atti che un certo spirito critico non è sopito, nonostante tutta la propaganda che si fa su questi temi.
Trovo anche interessante giustamente che questo Governo, che è di tipo autonomista progressista, fa uno dei propri mantra quello dell'inclusione in generale, poi dopo, quando si va a realizzare degli interventi, anche questo lo avevo sollevato in Commissione, una categoria e un genere a un certo punto non c'è, non viene contemplato. Dalle nostre parti, ad esempio, parlando dei principi e parole chiave, abbiamo la parola chiave "merito", piuttosto che "inclusione", il merito ha il sacrosanto effetto positivo di essere non discriminante perché chi è bravo, chi è capace ha accesso, riesce a realizzarsi e non abbiamo bisogno di categorie preferenziali. Vi dico, riflessione sempre mia, immaginiamo se avessimo fatto una proposta di legge in cui si lasciava il canale preferenziale invece al genere maschile, quante critiche elevate di scudi ci sarebbero state, giustamente, ci mancherebbe; invece no, perché certi principi sono ormai passati nella mentalità comune e non si vede più infatti alla base che cosa c'è. Questi principi sono passati perché passiamo dai grandi obiettivi dell'agenda ONU per lo sviluppo sostenibile del 2030, passiamo poi per il PNRR dove andiamo a fare in alcuni casi del debito per eliminare presunte storture nella società, in questo caso la stortura riguarda il genere femminile, come il fatto che si iscrivano, ad esempio, meno le ragazze alle materie STEM, oppure alla distorsione che si fa della questione del gender pay gap, che, come viene posta sul tavolo, è una bufala gigantesca, ma viene utilizzata in questo modo, fino ad arrivare poi contro la lotta contro gli stereotipi di genere da fare nelle scuole, magari già negli asili, come già abbiamo visto anche sui giornali regionali in questi giorni.
Con questi interventi noi andiamo ad aumentare l'intervento pubblico nell'economia e nella società con direttive dall'alto che poi vengono incanalate e alle quali tutti ci adeguiamo. Io parlo criticamente, però questo è, ma questi interventi in economia poi portano a delle storture successive, bisogna almeno tenerle in considerazione, è ovvio che in questo caso probabilmente non sarà granché la stortura che ci sarà perché l'intervento è limitato ma ci sono. Conosco uomini, ad esempio, che vorrebbero aprire un'attività e mi dico: "mi interesserebbe una legge di questo tipo". Non lo so, dirò loro di far fare la domanda alla moglie, gli dirò: "falla aprire a tua moglie o se hai una figlia, dille di farlo a tua figlia, alla sorella", magari le amanti le istituzionalizziamo in questo modo, non lo so. Ovviamente capiamo che ci possono essere delle distorsioni quando si interviene in queste cose. Così poi guarderemo i dati dell'imprenditoria femminile giustamente e diremo: "abbiamo fatto grandi passi verso l'uguaglianza di genere" e saremo tutti contenti per aver raggiunto i risultati, in realtà sono molto discutibili. Ci sono interi settori lavorativi, ad esempio, che sono dominati dalla presenza maschile, come il mondo dell'edilizia, mentre altri dalla presenza femminile, come il mondo della scuola in genere. Tanto per dire il dato 2020 in Valle d'Aosta in scuola dell'infanzia le maestre sono il 99,3 percento, sono tutte donne, e via via salendo poi negli ordini scende un po' la percentuale ma sono tutte donne. Allora io mi dico: faremo delle leggi ad hoc anche lì? Interverremo, in questo caso a livello nazionale, con dei concorsi solo per i maestri maschi? Vediamo, facciamo ingegneria sociale nella società, vediamo dove c'è la discriminazione, la presunta e interveniamo, però da qualche parte sì, da qualche parte no.
Comunque sia queste sono le mie considerazioni estremamente personali, che però si basano su fatti e sui numeri. Abbiamo proposto un emendamento che va ad allargare alla platea dei disoccupati ma, come dicevo, da liberale quale io sono, abbiamo un altro concetto di economia, preferiamo creare le condizioni abbassando tassazione e burocrazia, rendendo l'accesso all'habitat più facile, le condizioni migliori e poi chiunque abbia capacità, non ha importanza sesso, religione, etnia, orientamento, nessuna cosa di questo tipo, il terreno è favorevole e il merito poi a sviluppare...
Con questa visione, a nostro avviso, gli Stati nel mondo che la applicano hanno creato benessere, hanno creato un maggiore sviluppo, hanno creato maggiore libertà; dall'altra parte gli interventi nell'economia e nella società hanno sempre dei side effect li definirei, effetti negativi, che possono essere pericolosi, negativi dal nostro punto di vista ideologico e quanto meno oggi volevo mettere a fattor comune.
Presidente - Vi sono altri interventi in discussione generale? Non vedo altre richieste. Chiudo perciò la discussione generale. Per il Governo interviene in replica l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Innanzitutto dico che gli emendamenti proposti dalle forze di opposizione e sostenuti dal gruppo PCP saranno accettati dalla maggioranza perché sono in linea con l'obiettivo che la legge si propone di raggiungere: dare maggior vigore alle politiche a sostegno di categorie, di generazioni di persone, di genere di persone che oggi hanno necessità di maggiore aiuto e sicuramente estendere questa legge, oltre che ai giovani, al genere, alle persone che sono in disoccupazione da più di dodici mesi va in questa direzione. Noi dobbiamo dare delle opportunità di riequilibrio sociale attraverso le politiche pubbliche e per una persona in disoccupazione avere un doppio canale di rientro nel mondo del lavoro, da lavoro dipendente piuttosto che da imprenditore è in linea.
Mi ricordo di averlo detto anche nella fase di confronto in Commissione, su questo tema avevamo avuto anche noi un confronto con le strutture tecniche e con gli attori che avevano lavorato con noi al provvedimento e si era deciso di proporlo così ma riteniamo che l'analisi politica che è stata fatta non possa che produrre sì un'estensione della platea, ma dall'altra parte un'opportunità in più.
Ringrazio quindi sia per il voto in Commissione, ringrazio il Presidente di Commissione per aver condotto sia velocemente ma anche con efficacia il lavoro, con lui ci siamo confrontati sulle proposte di emendamento presentate, ringrazio il relatore per la dettagliata relazione e anche per il sostegno politico al provvedimento. Raccolgo anche le osservazioni costruttive che sono emerse dal dibattito e ci lavoreremo, in particolare con l'assessore Guichardaz c'è un confronto su questo provvedimento, come su degli altri, per estendere sempre più la possibilità ai giovani di esprimersi anche in settori che vadano oltre a quello dell'agricoltura, che ha già dei suoi provvedimenti, a quello dell'industria e dell'artigianato, anche del turismo, del commercio, piuttosto che altri settori lavorativi.
Il provvedimento è parte di una strategia che ci ha visto già in azione con un progetto sperimentale che è quello della neo-imprenditoria, che ovviamente sostiene progetti di impresa di un livello diverso ed è rivolto in maniera particolare alle persone disoccupate. Anche lì c'è un premio all'impresa di genere proprio perché si vuole garantire a chi crede in un momento di difficoltà nella necessità di reinvestire nella propria iniziativa personale attraverso il lavoro di impresa più strumenti possibili e credo che sarà importante anche cercare di costruire dei moduli per le persone iscritte ai centri dell'impiego, dei moduli magari brevi, ma che possano dare delle informazioni al riguardo, delle informazioni sui business plan, sui bilanci, sulle regole fiscali e tutto quello che può essere un po' utile per motivare delle persone a mettersi in gioco e a cercare di esprimere competenze e conoscenze.
Non possiamo che rilevare con piacere il sostegno all'iniziativa che dà un'ulteriore spinta verso un dato... che il lavoro che abbiamo fatto di analisi in questi anni e che continueremo a fare evidenzia un problema sul quale investire, cioè il lavoro indipendente deve essere parte di una progettazione che ci permetta di dare a più nostri cittadini l'opportunità di lavorare non semplicemente con un'unica visione professionale, che è quella dello stare all'interno di un'azienda, piuttosto che di un comparto pubblico, ma piuttosto di mettersi in gioco e di provare a lavorare con progetti di impresa da noi sostenuti.
Nel dibattito, com'è successo in Commissione, il collega Perron ha espresso una sua visione ideologica, una sua analisi sul provvedimento che ovviamente non mi vede concorde, e non parlo a nome di altri, perché ci sono un paio di modi di esprimere le politiche e di costruire dei provvedimenti. Sono provvedimenti che possiamo definire di carattere trasversale, cioè che possono essere rivolti a tutti, con una visione politica di sistema e ci sono delle politiche che, per forza di cose, per la natura che deve avere un provvedimento legislativo, vanno a incidere per dare maggiore forza, maggiore aiuto ai soggetti più deboli; possono essere nei servizi, possono essere in casi come questi, perché le politiche servono anche per costruire azioni che rendano una migliore coesione sociale della comunità.
Sbagliato o giusto che sia, a mio avviso, le leggi servono per andare a colmare delle lacune, per cercare di implementare della progettualità, per cercare di rendere nell'insieme questi provvedimenti utili a sostegno dei soggetti, che, come in questo caso, hanno bisogno di un sostegno maggiore. Ognuno può leggere nella sua maniera e come ritiene giusto nella società senza per questo iscriversi al partito di chi è a favore o meno delle politiche a sostegno del genere piuttosto che di altro.
Io lo dico anche da educatore e da padre, a mio avviso, noi dobbiamo educare i nostri figli, maschi e femmine, a costruirsi dei progetti di vita e cercare di conquistare gli obiettivi della vita con le loro forze e con le loro energie, ma non se non si riesce a leggere oggi che questa società non garantisce pari opportunità ai generi, probabilmente si vede gli occhi con mondi diversi e, per fortuna, che siamo diversi.
Presidente - Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al consigliere Padovani.
Padovani (FP-PD) - Io che non sono un liberale sono molto favorevole all'intervento pubblico in economia, soprattutto quando si tratta di correggere storture, iniquità e disuguaglianze e questo provvedimento è utile penso a correggere quell'iniquità, quella disuguaglianza che c'è nel mondo del lavoro tra il genere maschile e il genere femminile, ce lo dicono i dati, non ce lo dicono le ideologie: i dati in Valle d'Aosta dicono che su 12.000 imprese ce ne sono 2.900 create da donne, sono numeri, non è ideologia, sono dati, è un fatto e a questo fatto va posto rimedio, va posta una correzione.
È evidente che anche i giovani sono in sofferenza per quanto riguarda il mondo del lavoro, ce lo dicono anche qui i dati, quindi io penso che questo sia un provvedimento, oltre che giusto, più che giusto, perché è vero che in un mondo ideale il merito dovrebbe essere il punto di riferimento per quanto riguarda la creazione del lavoro, la propria carriera; è anche vero che in un mondo che non ci fa partire dalle stesse condizioni sociali, di vita, economiche il merito non esiste, è una balla, è una balla...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...bugia... chiedo scusa se ho offeso qualcuno usando questo termine, mi sembrava abbastanza di uso comune.
Penso che in una società nella quale i giovani e le donne, a maggior ragione le donne, trovano una disuguaglianza per quanto riguarda il reddito, la possibilità di carriera, la possibilità di aprire un'impresa io penso che un intervento come questo sia sacrosanto, giusto e indispensabile. Ribadisco quindi il nostro voto a favore per questo provvedimento.
Presidente - La parola al consigliere Perron per dichiarazione di voto.
Perron (LEGA VDA) - Innanzitutto penso che questa sia forse la più vera discussione politica in sé che si possa fare in questo Consesso.
Assessore, io la ringrazio anche per la stima che indirettamente mi dà, ma non è un'opinione mia in realtà, questa è proprio la visione, ripeto, dalla parte non progressista. Lei giustamente appartiene a un partito che ha il progressismo nel suo DNA, quindi ci sta; dall'altra parte c'è un'altra visione, ma è proprio il grande successo dell'ideologia oggi dominante, il progressismo, è proprio questo, che non si possa mettere in discussione i fondamenti. Si parte dal presupposto che quello che dice quell'ideologia sia tutto giusto e non ce ne sia un'altra, invece è sbagliato, perché politicamente ce n'è un'altra.
Vede, anche nella filosofia politica ci sono due modi di ottenere l'uguaglianza: c'è l'uguaglianza di opportunità, che, secondo noi, è già raggiunta, e poi c'è l'uguaglianza di risultato. Per andare ad avere le uguaglianze di risultato su ogni settore, bisogna intervenire ovviamente, c'è un intervento statale per forza, che, dalla mia parte, non piace, perché preferiamo arrivare all'uguaglianza di opportunità, perché l'unico modo di rendere il mondo fatto di persone completamente uguali sapete qual è? Quello di togliere completamente la libertà. Infatti l'hanno fatto, i sistemi comunisti l'hanno fatto, hanno tolto tutte le libertà e si arriva all'uguaglianza completa ed è questo che a noi non piace!
Ripeto: legittimo da parte vostra, quindi ci mancherebbe, questa è proprio una visione politica di base, non è la mia da questa parte, ripeto, ci sono interi settori dove c'è una prevalenza totale del mondo femminile, ho fatto l'esempio della scuola. Perché da una parte si interviene e dall'altra no? Perché è una visione ideologica semplicemente, ma è legittima, però è legittimo che noi ne abbiamo una nostra, perché altrimenti non è più dibattito politico, è pensiero unico e questo a noi non piace.
Grazie quindi, ho potuto fare questa precisazione, non è mia però io la sposo.
Presidente - La parola al consigliere Chatrian.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione, anche perché il collega Jordan ha ricoperto il ruolo da relatore, oltretutto è entrato nel merito di questa nuova legge, di questa proposta, dettagliando bene quali sono i suoi punti di forza e poi il nostro Assessore di riferimento ha messo in evidenza non solo la bontà, questo è un primo tassello, quindi perché intervenire? Intervenire per il fatto che sicuramente questo è un passaggio importante, rispetto l'intervento del collega Perron, oltretutto supportato anche da dei dati e delle considerazioni, ma se, da una parte, lo rispettiamo, dall'altra siamo distanti anni luce ed è corretto che questo venga messo in evidenza, tant'è vero che, essendo un primo tassello questa legge, in altri campi gli aiuti diretti proprio per le pari opportunità ci sono: cito l'agricoltura, probabilmente in altri campi, tipo turismo o altri ancora, c'è lo spazio per poter intervenire e accompagnare, anche perché le pari opportunità non ci sono.
Sul piano politico ci trova assolutamente d'accordo nel sostenere quest'intervento legislativo proprio perché abbiamo una visione autonomista progressista che deve creare quelle condizioni per poter far crescere non solo tutti alla stessa maniera, ma chi oggi parte più indietro rispetto ad altri. Penso che questo disegno di legge vada proprio in questa direzione e dovremmo cercare, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, di farne di più di questi disegni di legge che vanno ad accompagnare chi è più fragile, chi ha meno opportunità e chi, in un momento comunque delicato, può mettersi a questo punto in discussione e il pubblico può accompagnarlo per raggiungere determinati obiettivi.
Bene questo passaggio, bene che la platea è molto larga e quindi non ci sono limiti di età, che sia il ventenne o la ventenne in questo caso o la cinquantenne, a maggior ragione cerchiamo di elaborare, quindi proporre a questo Consiglio, che siano disegni di legge o proposte di legge, altre iniziative che vadano in questa direzione.
Per quanto ci riguarda, per quanto riguarda Alliance e VdA Unie, ci trova assolutamente d'accordo proprio sul piano politico e, di conseguenza, anche amministrativo.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Per ribadire il voto favorevole a questo disegno di legge e per fare due considerazioni che sono sui dati, rimango sui dati. La disoccupazione femminile in Italia è pari al 10,2 percento, quella maschile all'8,2 percento, quindi abbiamo un gap del 2 percento, che, tradotto in cifre, significa un numero considerevole di persone.
Per quanto riguarda l'occupazione femminile, il nostro Paese è al penultimo posto della classifica europea, quindi credo che alcune delle considerazioni che ho ascoltato, come ha detto anche il collega Chatrian, considerazioni su cui ci sentiamo davvero distanti anni luce, siano personali, le opinioni sono tutte ammesse, ma quanto meno queste sono un po' anacronistiche. Così come il riferimento alla prevalenza femminile nel mondo della scuola: sappiamo tutti che questo è stato tradizionalmente l'unico o pressoché l'unico settore produttivo nel quale è stato in qualche modo - e lo dico tra virgolette - "permesso" alle donne di lavorare, perché sappiamo che in tanti altri settori la preclusione c'è stata, e per moltissimo tempo.
L'ultimo riferimento che faccio è legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza a cui in qualche modo mi sembra che questo disegno di legge dia delle risposte e aderisca. Il PNRR stabilisce di destinare ai giovani under 36 e alle donne circa il 30 percento dell'occupazione aggiuntiva creata con l'assegnazione di fondi ed è stato proprio richiesto dall'Unione europea all'Italia di promuovere l'innalzamento dei tassi di occupazione femminile e giovanile, proprio questi, non altri: i tassi di occupazione femminile e giovanile, con l'obiettivo ultimo per il triennio che va dal 2024 al 2026 di arrivare a un incremento del lavoro femminile di almeno il 4 percento, che è una percentuale, a nostro avviso, ancora molto bassa, ma siamo perfettamente in linea nel promuovere delle iniziative di questo tipo per andare a dare delle risposte che vengono richieste a livello anche più generale di quello che sia una Regione o un Paese.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, ringraziando i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito e confermando il voto favorevole a questo punto su tutto l'intero provvedimento, comprensivo anche degli emendamenti con i quali pensiamo di aver fatto qualcosa di utile, anche in prospettiva soprattutto, perché su questa categoria c'è molto da lavorare e, visto che prossimamente comunque verrà affrontato anche il tema del rinnovo o dell'evoluzione del Piano delle politiche del lavoro, pensiamo che possa rendere anche più coerente questa prima, direi, misura d'intervento.
Io non voglio entrare, perché non sono esperto di tutta una serie di tematiche di cui altri colleghi sono esperti e portano numeri e altri ne parlano, credo, citando un passaggio che abbiamo anche fatto all'interno al nostro movimento, non soltanto parlando di questo disegno di legge ma in generale, sicuramente ci sono dei soggetti... e penso a una libera imprenditrice, a una professionista, che ovviamente può portare avanti il suo lavoro da sola e sappiamo che in certe situazioni, come nel caso della maternità, ha dei problemi maggiori rispetto a altre situazioni. Vedete però proprio in questo caso e proprio su quest'aspetto, sentendo parlare altri colleghi di correzioni o di interventi nell'economia, mi dico: caspita, ma chi sino ad oggi quelle componenti, quelle frazioni, nel senso tedesco del termine, rosse - e lui lo apprezzerà - che hanno tanto portato avanti queste politiche a sostegno delle donne, dei giovani, delle situazioni di difficoltà... se nel 2022 dobbiamo ancora portare avanti questi interventi, forse qualcosa non funziona. Perché dico questo? Io non andrò oltre la cortina, che quando c'era, forse si stava meglio, ma io vado a nord e nei tanto citati Paesi del nord Europa sappiamo che c'è un sostegno alla maternità e soprattutto al lavoro che permette alle donne lassù di poter portare avanti meglio anche la propria occupazione anche in prima persona, mi chiedo: ma fino a oggi i Governi o le ideologie di Centro-Sinistra e di Sinistra che cosa hanno fatto? Perché se siamo ancora a questo punto, caro collega Padovani, queste correzioni mi sa che non vanno proprio bene e sappiamo che correzione può essere anche ambivalente. Un po' di autocritica quindi forse è il caso di farla, perché un conto è parlare, un conto è fare.
Ripeto: tante volte dalla sua parte politica si è parlato di correggere storture che si imputano ad altri, ma se fino ad oggi, chi ha portato avanti certe misure e certe politiche, non è certo di questa parte del tavolo, mi chiedo una seria autocritica su quello che è stato fatto e non è stato fatto, ovvero non è stato risolto un problema o in parte, perché sappiamo che certi problemi non si possono risolvere al 100 percento... allora forse qualcuno vive di questi problemi, allora forse qualcuno ci fa propaganda, allora forse qualcuno non ha tutto questo interesse a risolvere o a correggere, oppure sa qual è il problema? Che chi vuole correggere in realtà non è capace a farlo.
Presidente - La parola al consigliere Carrel per dichiarazione di voto.
Carrel (PA) - Abbiamo ascoltato il dibattito, non entro nel merito in quanto hanno già ben esposto tutti i colleghi la questione dell'introduzione dell'aspetto delle donne all'interno di questa legge. Io credo che nella Commissione siano stati esposti dei dati che sono sicuramente interessanti sullo sviluppo dell'imprenditoria giovanile, purtroppo in pochi fanno parte e usufruiscono di questa legge. Credo che questo sia il punto di partenza, dopodiché possiamo sicuramente discutere sull'opportunità di aggiungere altre categorie e ringrazio l'Assessore e il Governo per aver accettato gli emendamenti proposti come gruppi di opposizione che mirano appunto ad ampliare la platea che può aderire a questa legge.
Questa legge nasce per l'imprenditoria giovanile, purtroppo però i dati dicono che viene utilizzata poco per i giovani ed è qui che dobbiamo interrogarci, perché abbiamo una legge, oggi la modifichiamo e l'ampliamo, ma questa legge ha portato a pochi risultati; perché? Cosa sta succedendo? Cosa possiamo fare di diverso? Ovviamente mi aggrego a quanto ha detto anche la collega Minelli: non è un problema solamente di due settori, quali l'industria e l'artigianato, ma io credo che è bene approvare questa legge, ma dobbiamo porci un altro quesito: cosa non ha funzionato sui giovani? Dopodiché, per quanto riguarda le donne, per quanto riguarda i disoccupati e l'inattività di lunga durata, credo che questo sia un segnale positivo, ma lascio questo interrogativo, che, dal mio e, dal nostro punto di vista, non è secondario e con questo comunque dichiariamo di votare favorevolmente al disegno di legge.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, non vedo altre richieste di intervento, passiamo alla votazione dell'articolato. Iniziamo con l'emendamento n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Stesso risultato per l'articolo n. 1, modificato come da emendamento. Emendamento all'articolo n. 2. Stesso risultato. Articolo 2 modificato come da emendamento. Stesso risultato. Stesso risultato per l'articolo n. 3? Stesso risultato. Articolo 4. Stesso risultato. Articolo 5. Stesso risultato. Articolo 6. Stesso risultato. Articolo 7. Stesso risultato. Articolo 8. Stesso risultato. Articolo 9. Stesso risultato. Articolo 10. Stesso risultato. Articolo 11. Stesso risultato. Articolo 12. Stesso risultato. All'articolo n. 13 c'è l'emendamento della II Commissione. Stesso risultato. Stesso risultato anche per l'articolo n. 14. Possiamo adesso votare la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
La legge è approvata all'unanimità.
Con questo punto all'ordine del giorno i lavori di questa mattina sono terminati. I lavori riprenderanno alle ore 15:00.
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La seduta termina alle ore 13:05.