Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1942 del 20 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1942/XVI - Interpellanza: "Attività di controllo del corso dei torrenti presenti sul territorio regionale al fine di prevenirne le esondazioni".

Marguerettaz (Presidente) - Passiamo al punto n. 47. La parola al collega Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Quest'iniziativa riprende in parte altre già presentate in questo Consiglio regionale dal nostro gruppo di opposizione. Negli ultimi anni il nostro Paese è stato oggetto di numerosi eventi calamitosi che stanno creando sempre più danni e devastazioni. A pagarne le conseguenze sono i nostri cittadini, le case, le nostre infrastrutture, i beni pubblici e privati e spesso anche le attività agricole e commerciali.

Le cause principali di queste situazioni sono dovute a molteplici fattori, tra i quali la deforestazione, la presenza di abitazioni costruite in prossimità degli argini, le piogge abbondanti e torrenziali, ma la causa principale rimane senza alcun dubbio la mancata pulizia di argini, fiumi e torrenti. Non bisogna dimenticare che ogni genere di materiale gettato in maniera irregolare tende a finire nelle falde acquifere impedendo il normale scorrimento delle acque. Inoltre, la mancata pulizia di fiumi e torrenti provoca un innalzamento degli alvei dovuta alla deposizione cronica di sedimenti e di trasporto, provocando così, in caso di piogge intense e con grandi quantità d'acqua, esondazioni e allagamenti. Per questo motivo è importante e necessaria una costante pulizia e monitoraggio di fiumi e torrenti.

Altro fattore importante è il mantenimento del bosco nei pressi dei fiumi. Nei luoghi montani, come nella nostra regione, l'ostruzione dell'alveo da parte della vegetazione che in alcuni torrenti cresce a dismisura e l'accumulo di sedimenti possono precedere pericoli di divagazioni di flussi torrentizi, come ho già evidenziato. Rimane quindi di assoluta importanza e come priorità osservare e monitorare i torrenti evitando che all'interno dell'alveo ci possano essere materiali detritici o sedimenti di trasporto che possono causare impedimenti al normale deflusso delle acque, in vista anche di eventi atmosferici estremi. Tra l'altro, rileggendo la risposta dell'assessore Marzi, in merito all'interpellanza presentata il 7 ottobre avente come oggetto: "Interventi volti alla soluzione delle problematiche concernenti il deflusso delle acque del torrente Beaucueil in comune di Issogne", l'Assessore mi evidenziava il concetto di rischio mettendolo in discussione, perché, a suo giudizio, c'era un margine di casualità che distingue il rischio e la certezza, me lo sono riletto. Ora, mi permetta una considerazione forse un po' grottesca ma personalmente, se vedo un tronco che ostruisce il regolare deflusso delle acque o se intravedo un accumulo di sedimento che crea un rialzo dell'albero, mi limito a definirlo un rischio. A questo punto una domanda mi viene spontanea: perché il lavoro di manutenzione dei torrenti non è stato fatto, tant'è che molti torrenti sono ancora colmi di vegetazione o di altri impedimenti?

In base a queste considerazioni, il sottoscritto interpella l'Assessore competente per conoscere "se la manutenzione dei torrenti sia opportunamente eseguita. In caso negativo, quali provvedimenti intenda assumere per controllare il corso dei torrenti e se risultano essere pervenute presso il vostro Assessorato o al Corpo forestale valdostano segnalazioni di relative problematiche a torrenti che vertono in situazioni di criticità".

Presidente - Per la risposta, la parola al collega Marzi.

Marzi (SA) - Inizio la risposta all'iniziativa elencando i dati relativi all'ultimo triennio dei lavori eseguiti dalle competenti strutture dell'Assessorato delle finanze, innovazione, territorio e opere pubbliche. Interventi programmati:

- anno 2020: diciotto torrenti interessati dagli interventi per complessivi euro 390 mila circa a cui aggiungere cinque lotti di manutenzione per aree territoriali che hanno riguardato interventi su ulteriori ventisette torrenti per complessivi 538 mila euro;

- anno 2021: dieci torrenti interessanti dagli interventi per complessivi euro 336.530;

- anno 2022: dodici torrenti interessati dagli interventi per complessivi euro 1.088.960, tutti in fase di affidamento in queste settimane, a cui aggiungere tre torrenti con interventi significativi di adeguamento della loro funzionalità idraulica (il Baudier d'Oyace, il Flassin a confine tra Saint-Oyen e Saint-Rhémy-en-Bosses e il Bagnère al confine tra Saint-Christophe e Quart) per complessivi euro 2.315.000 e tre torrenti ove, in virtù di alcuni risparmi che dovrebbero risultare dalle aggiudicazioni in corso, potrebbero essere affidati interventi manutentivi per stimati euro 108 mila.

Interventi svolti in somma urgenza dalla struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani, quella maggiormente competente al riguardo:

- anno 2020: trentotto torrenti coinvolti di cui trentaquattro a seguito degli eventi alluvionali di ottobre 2020 per euro 1.926.315;

- anno 2021: sette torrenti coinvolti per euro 254.163;

- anno 2022: tredici torrenti coinvolti, di cui quattro interventi ancora da concludere, per euro 1.263.631.

Gli importi complessivi destinati sono quindi euro 2.853.759 per il 2020, euro 590.693 per il 2021 ed euro 4.775.591 per il 2022.

In sede di risposta alla precedente interpellanza da lei richiamata sul tema del maggio 2021 presentata sempre dal suo gruppo, ebbi modo di rappresentare, rispetto alle premesse della medesima, che cosa si intende per manutenzione degli alvei e soprattutto quali sono le effettive esigenze idrauliche, frutto di analisi tecniche però, che rendono necessari questi tipi di intervento. Apprezzando l'assoluta attenzione al tema che anche quest'iniziativa rende manifesta, è opportuno sottolineare come anche le premesse di quest'interpellanza però non colgano appieno le risultanze delle valutazioni delle attività tecniche svolte dagli uffici. Devo pertanto richiamare quanto espresso allora, puntualizzando che nei corsi d'acqua valdostani non vi sono condizioni di accumulo di materiali in alveo tali da costituire un elemento di aggravamento del deflusso in caso di piena o di impedimento del deflusso delle acque.

Quanto espresso non attiene a una mia valutazione politica, in quanto il mio compito è di soffermarmi assolutamente sui fatti, ai quali va pertanto ricondotta, negandola però, la seguente affermazione citata nelle premesse di quest'iniziativa: "nel nostro territorio molti torrenti laterali non presentano da anni segni di intervento di manutenzione finalizzati a rimuovere detriti, arbusti e vegetazione spontanea presente negli alvei". L'ho citata con i numeri espressi naturalmente in premessa. Gli interventi necessari sono sempre stati svolti e, dove non lo sono stati, è perché non vi è stata ravvisata la necessità a seguito di verifiche. La crescita di un arbusto o di una serie di arbusti oppure il deposito di materiale, non rappresentano infatti gravi e insormontabili problemi al deflusso delle acque. Per questo motivo propongo che gli aspetti di materiale alveo e le sue possibili interferenze in caso di piena possano essere oggetto, d'accordo con il Presidente della III Commissione, di approfondimento tecnico in sede di Commissione consiliare competente naturalmente se tutto ciò può essere ritenuto utile.

Richiamando quindi quanto già affermato nella precedente succitata iniziativa, per manutenzione degli alvei tecnici si intende l'insieme delle azioni continue volte a ridurre i rischi di degrado della terra e delle opere presenti sia nei territori di monte che di valle. Nel caso di corsi d'acqua, si tratta di mantenere l'assetto delle opere e degli alvei attraverso interventi di rimozione di materiali trasportati dalle piene, potature e taglio di alberature di ostacolo al deflusso delle piene ricorrenti dall'alveo e dalle sponde, rinaturazione e protezione delle sponde dissestate, se non lo sono, non si interviene, in fase di erosione, ripristino della sezione dell'alveo del deflusso con rimozione di depositi alluvionali o di altri materiali, manutenzione degli argini e delle opere accessorie, ripristino degli spondali a diversa tipologia, ripristino e consolidamento di briglie e soglie e le opere naturalmente di contenimento dei fenomeni di instabilità dei versanti.

Gli uffici hanno operato e stanno operando con le finalità prima esposte su tutto il reticolo idraulico regionale, individuando le situazioni di pericolo, progettando e realizzando gli interventi necessari, compresi l'asportazione dall'alveo laddove il materiale inerte e le piante riducono in maniera consistente le sezioni di deflusso delle acque stesse. Le segnalazioni da parte dei Comuni arrivano solitamente per il tramite dei tecnici referenti di zona che verificano le priorità da assegnare a quanto richiesto. Rispetto al terzo quesito, le procedure di gestione e controllo del territorio derivanti dalla legge n. 5/2001 prevedono che la situazione di manifesta criticità e pericolo sia segnalata alla Protezione civile dal Sindaco territorialmente competente, che attiva le verifiche da parte della competente struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani.

Secondo quanto riportato, tra gli altri, dagli uffici del collega Sapinet, il Corpo forestale provvede, attraverso le proprie stazioni, alla redazione di rapporti semestrali sulla conservazione delle opere idrauliche. In particolare l'esame formulato riguarda, oltre allo stato di efficienza di manufatti idraulici, le condizioni idrauliche legate alla presenza di vegetazione in alveo e naturalmente di materiale alluvionale. Anche le Amministrazioni comunali annualmente effettuano richieste relative alla predisposizione del piano degli interventi ai sensi delle leggi regionali n. 44/1989 e n. 67/1992 del Dipartimento risorse naturali e Corpo forestale, richieste che spesso vengono fatte in collaborazione e su segnalazione dei Consorzi di miglioramento fondiario il cui prezioso compito di custodi del territorio è assolutamente noto.

Ci tengo in chiusura a esplicitare un concetto che, secondo me, è assolutamente fondamentale che riguarda tantissima parte degli ambiti della vita di tutti quanti noi. Fondamentalmente, nel momento in cui si utilizzano in maniera libera due termini, il termine di pericolo e il termine di rischio, in realtà è importante capire fondamentalmente due aspetti logici fondamentali. Questo lo dico perché il concetto di rischio è un concetto che può riguardare tanti ambiti della vita privata. Ad esempio, il sottoscritto si occupava di rischio in un ambito che nulla ha a che fare con gli alvei, di natura finanziaria, ma il concetto fondamentale è questo: un pericolo esiste o non esiste? Nel momento in cui un pericolo esiste, per tutte le strutture del caso che possono esistere, nel caso specifico quelle che gestiscono gli alvei dei torrenti della Regione autonoma Valle d'Aosta, l'unica azione che si può porre in essere è quella di mitigazione del rischio. Nel momento in cui c'è un pericolo, l'unica azione che spetta a un soggetto che si occupa della gestione del rischio è quella di mitigarlo. Il rischio può essere solo mitigato, non può essere assolutamente evitato. Nel momento in cui si dovesse arrivare in senso logico e anche da un punto di vista pragmatico a far coincidere la possibilità di eliminare completamente un rischio, evidentemente questo non esisterebbe e, di conseguenza, si starebbe tornando al concetto di pericolo esistente o meno.

Al concetto di rischio è collegato un aspetto profondamente umano della vita che è quello di alea, la capacità di intervenire sulla percentuale che esiste tra rischio, alea e, di conseguenza, esistenza o meno del pericolo, è fondamentalmente il compito di tutti quanti noi. Un esempio classico in tal senso, da un punto di vista logico e anche da un punto di vista etimologico, è quello del concetto di premio assicurativo. Nella vita di tutti quanti noi continuamente e concretamente esiste un concetto a cui tutti quanti noi facciamo riferimento nel nostro quotidiano: il concetto appunto di assicurazione. L'assicurazione interviene nel mitigare dei rischi o nel sostituire, attraverso un concetto di mutualità, il concetto di rischio stesso. Vi siete mai chiesti perché quando si paga l'assicurazione della macchina, l'RCA obbligatoria in Italia dal 1969, si paga un premio assicurativo? Si paga un premio assicurativo - mi sto divertendo perché mancano ancora 24 secondi e li uso tutti perché poi tanto so che la replica di fatto non tratterà questi temi - è legato al fatto che fondamentalmente il termine "premio" deriva dal latino praemium: paghi prima per una cosa che forse succederà dopo. Il fatto che si paghi prima per una cosa che forse succederà dopo è fondamentalmente legato al fatto che il rischio nella vita umana e anche in tutte le accezioni del caso non può mai essere azzerato, altrimenti non esisterebbe.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il collega Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Parlando di fiumi e non di assicurazioni vorrei ringraziarla per avermi reso edotto del numero di lavori eseguiti, però le porterò a breve tutta la documentazione quella fotografica, così avrà modo di rendersi conto della situazione in cui versano molti torrenti.

Mi dispiace in parte contraddirla, ma la pulizia dei torrenti non è eseguita alla perfezione, ci sono torrenti situati nella parte dell'Envers che da anni non presentano segni d'intervento e di manutenzione, infatti la vegetazione cresce tranquillamente. Poco importa quindi se gli interventi sono di manutenzione ordinaria o straordinaria, l''importante è che questi ultimi vengano eseguiti a regola d'arte. Poi che nessuna segnalazione sia pervenuta presso il vostro Assessorato o al Corpo forestale valdostano lo immaginavo già, ma credo che questa giustificazione, a mio avviso, venga utilizzata in modo ridondante. Vorrei far presente che le segnalazioni da parte dei Consiglieri regionali vanno prese in considerazione appunto perché si basano su segnalazioni oggettive o su segnalazioni da parte di cittadini che non fanno altro che evidenziarci queste criticità.

Torno a ribadire che la presenza di alberi, tronchi o di vegetazione, in caso di precipitazioni possono ostruire la sezione del torrente e ostacolare il passaggio dell'acqua, aumentando così il rischio di esondazione. Questo è un dato di fatto e non un dato politico. Bisognerebbe, secondo me, tenere conto di due aspetti fondamentali: uno è quello di dragare i fiumi e torrenti dove ci sono accumuli di sedimento al fine di ottenere un beneficio idraulico, l'altro è quello di tenere pulito l'alveo dalla vegetazione o dai tronchi al fine di rendere più fluido il flusso torrentizio. Entrambi sono interventi mirati a mantenere puliti i corsi d'acqua.

Vorrei inoltre far presente che c'è un disegno di legge: il n. 216, presentato in Senato e che sta seguendo il suo iter finalizzato a semplificare le procedure di manutenzione straordinaria di fiumi e torrenti. Vorrei inoltre evidenziare un altro aspetto: spesso le autorizzazioni, i permessi e i pareri seguono un iter lento e farraginoso, ma non solo, ci sono delle leggi che rischiano di pesare in modo eccessivo sulla sicurezza idraulica.

Resta evidente, a mio avviso, che bisognerebbe lavorare su scale di priorità, mettendo in evidenza il preminente interesse idraulico.

Termino ricordando l'alluvione di 20 anni fa che ha colpito la nostra regione, molte furono le vite spezzate e i danni furono ingenti. Ancora oggi molte ferite non sono del tutto rimarginate.