Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1870 del 6 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1870/XVI - Interpellanza: "Introduzione di corsi-concorsi per la selezione del personale dirigente regionale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 25. Per l'illustrazione, consigliere segretario Distort.

Distort (LEGA VDA) - Rimaniamo nel solco dell'argomento in qualche modo aperto dal collega Rollandin su concorsi. In questo caso ci concentriamo sui concorsi per la pubblica amministrazione, per quanto riguarda la qualifica di dirigente. Con quest'interpellanza è del tutto evidente che noi stiamo cercando di portare avanti un percorso, attraverso le nostre iniziative in Consiglio, che possa diventare un richiamo al Governo regionale, perché si impegni ad andare nella direzione del buon governo, con la dovuta sensibilità e il dovuto approfondimento dei temi.

Il tema di quest'interpellanza discende dalle esigenze di personale rilevato in ambito della pubblica amministrazione per le varie fasce di competenza, in particolare nella qualifica di dirigente. A tal proposito sono del tutto note le normative, sia nazionali che regionali: la legge regionale 22 del 2010, il decreto legislativo 33 del 2001, il decreto legislativo 95 del 2012, il decreto legge 101 del 2013, la direttiva n. 3 del 24 aprile 2018 e il decreto legge 80 del 2021, salvo errori e omissioni. Questo inquadramento normativo è semplicemente per dire quanta attenzione è posta su questo tema. Ma perché? Perché la pubblica amministrazione è l'anello che congiunge le scelte politiche, quindi le scelte dell'esecutivo, le scelte del Governo regionale, e il conferimento di servizi ai cittadini. Una buona politica presuppone una buona amministrazione, quindi quest'anello che lega la politica al cittadino è fondamentale e deve funzionare bene, nei confronti dei cittadini e nei confronti anche dello stesso ambito dei lavoratori.

Io con questo non voglio minimamente intestarmi una battaglia sindacale; assolutamente. Io ho intenzione, come gruppo, di rappresentare una battaglia di buon senso, di buon funzionamento. Noi sappiamo, da quanto abbiamo dedotto, che i concorsi per la qualifica di dirigente avvengono in maniera - voglio semplificare, non entro nei dettagli tecnici - per cui fondamentalmente c'è un'impostazione di valutazioni su temi assolutamente molto generali, che spaziano in tante competenze. Ovviamente, siccome è un ruolo dirigenziale e quindi ha un certo spessore, ogni domanda va assolutamente nello specifico; quindi, c'è un'estensione dei confini di competenza e, nello stesso tempo, un approfondimento del livello qualitativo.

È chiaro che questa visione fa capire il tenore del ruolo del dirigente, però permettetemi di fare alcune riflessioni. È questa la strada giusta? Perché, come sappiamo, io provengo dal mondo della libera professione, che fino a poco tempo fa non conosceva i meccanismi della pubblica amministrazione, e ho ancora tanto da imparare. Ma in questo mondo immagino un'impresa di un certo livello che presuppone una certa organizzazione, per la quale diventa assolutamente fondamentale avere un rapporto e una visione che consenta la selezione del personale innanzitutto che mi serve, dove mi serve, che abbia le maggiori competenze possibili esattamente per il ruolo che deve ricoprire.

Qui io ho in qualche modo espresso nove brevi punti di riflessione. In realtà ne cercavo dieci per poter dire "ho trovato un decalogo", ma sono rimasti nove; comunque sappiamo che il nove, come il sette, erano i due numeri cari a Dante Alighieri, quindi posso ritenermi soddisfatto da un punto di vista formale.

Ritornando nel tema, è proprio con questo parallelo dell'azienda che vuole massimizzare: l'azienda del mondo dell'economia reale che vuole massimizzare i suoi risultati, non è tanto diversa dalle dinamiche che intercorrono all'interno della pubblica amministrazione, perché è un'azienda pubblica che dev'essere condotta con questo spirito.

Primo punto di una riflessione. Le funzioni affidate al personale regionale, in particolare quello dirigente, prevedono una formazione e una competenza manageriale, commisurata al rispettivo livello di impiego e alle rispettive competenze, che dipendono dal luogo, dalla struttura di inserimento.

Secondo punto. L'ente pubblico deve avere costantemente chiara la propria esigenza di personale, in particolare del personale dirigente, monitorando oculatamente le esigenze di personale, compresa la visione sui flussi del personale destinato al pensionamento.

Terzo punto. L'ente pubblico, come ogni impresa ad alto livello, ha tutto l'interesse a bandire i concorsi in modo da indirizzare esattamente le varie competenze degli esaminandi verso le specifiche competenze dei ruoli da ricoprire.

Quarto punto. Un bando di concorso - vedete che è abbastanza veloce questo mio non decalogo - deve per logica manageriale ottimizzare le risorse, sia a livello di spesa per la costruzione e lo svolgimento del bando stesso, sia a livello dell'efficacia delle assunzioni. In questo concetto di spesa, è chiaro che è estremamente importante che il pensare di investire di più per ottenere un miglior risultato e più immediato, non è una maggior spesa, ma è un miglior investimento, e questo apre al concetto che si vuole sviscerare.

Quinto punto. Se serve personale che svolga mansioni di settore economico finanziario, è logico costruire un bando che evidenzi questi requisiti e si svolga nell'ambito della materia di competenza, così come se invece serve personale con competenze giuridiche, si dovrebbe applicare la stessa logica selettiva, e lo stesso vale anche nei casi in cui serve personale con competenze in ambito tecnico. Se io ho bisogno nella mia azienda, in una grande azienda, di figure che abbiano competenze strutturali, io lo rivolgo verso gli ingegneri, non vado ad aprire un bando generico per poi sapere che tanto io ho bisogno dello strutturista. Quindi, questo è un discorso innanzitutto di andare a vedere le selezioni, di pensare di poter dire: "Che cos'è che mi serve? Quali sono le competenze dal punto di vista di formazione accademica del personale che parteciperà ai bandi?".

Ma non è tutto, e qua torno al discorso del magari spendere di più per ottenere un risultato migliore, e questo trasforma la spesa in investimento. Il concetto è quello dei corsi, perché non è detto che la semplice competenza a livello accademico soddisfi le esigenze del ruolo che si va a ricoprire. È del tutto evidente che la nostra società si sta muovendo verso sempre maggiori specializzazioni e quindi anche l'attività amministrativa presuppone specializzazioni. È vero che esistono poi i percorsi di formazioni ex post - ben vengano! - ma immaginiamo cosa significa pensare di adottare, di mettere in campo corsi specifici per esattamente le varie funzioni che si vogliono ricoprire, che permetterebbero, prima di tutto, una sorta di preselezione, perché se io sono un architetto e vado a un corso dove mi è richiesta competenza giuridica, probabilmente io ho già capito che quello non è un esame che fa per me, che non è un concorso e un bando che fa per me; questa è già una preselezione estremamente importante. Secondo, se io ho una vocazione da Pico della Mirandola, una visione enciclopedica e voglio assolutamente imparare un argomento che fra l'altro non dipende dalle mie competenze, ho bisogno comunque di avere una formazione.

È questo lo spirito della nostra interpellanza. Con questo spirito chiediamo al Governo regionale quale sia la visione presente, futura, soprattutto visione futura, per quanto riguarda la soluzione di questo tema nevralgico per il benessere della Valle d'Aosta.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Ritengo quest'interpellanza di grande interesse, se non altro perché è una tematica sulla quale ci confrontiamo con gli uffici da tanto tempo. Sono in atto delle analisi sul presente, sulle selezioni in atto, su quelle che sono iniziate da poco e soprattutto in prospettiva futura.

Credo che il tema in generale della riforma della pubblica amministrazione, a livello locale e a livello statale, sia una di quelle cose di cui si parla spesso, di quei cantieri sempre aperti, che non trovano delle soluzioni nel breve termine, o perché cambiano i governi, o perché comunque sono tematiche per le quali è molto complesso mettere insieme tutte le diverse problematiche e giungere a una soluzione che sia definitiva.

Credo che per fare chiarezza occorra condividere i riferimenti normativi essenziali che lei ha citato in maniera veloce. Il primo sicuramente è l'articolo 28 del decreto legislativo 165 del 2001, il cosiddetto testo unico del pubblico impiego, che prevede il corso-concorso selettivo di formazione, bandito peraltro dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quale modalità alternativa al concorso, quindi comunque facoltativa, per i dirigenti di seconda fascia solo nelle amministrazioni statali, quindi a esclusione delle restanti amministrazioni pubbliche tra cui le Regioni. Questo solo per fare il quadro della situazione a livello nazionale.

A livello regionale, visto che lei chiede la fotografia a oggi, il riferimento è la legge regionale 22 del 2010, di cui parleremo anche dopo in un'iniziativa sempre da voi proposta, quella più in prospettiva. In particolare, l'articolo 18 prevede per l'accesso alla qualifica unica dirigenziale il concorso per esami. Quindi è evidente che, se vogliamo fare qualcosa di diverso, dobbiamo andare a modificare la legge regionale 22. Questo per fare una fotografia.

Vero è che la legge regionale 14 del 2019 ha disciplinato per l'anno 2019 ed eccezionalmente per la selezione dei Segretari comunali, un corso-concorso per il reclutamento di questi segretari. Questo, come ricorderà, è avvenuto qualche anno fa; peraltro, l'Agenzia dei Segretari sta valutando adesso le procedure per il nuovo concorso che dovrà essere bandito a breve. Bisogna anche dire che il requisito d'accesso per questo concorso era la laurea magistrale, invece per l'accesso alla qualifica unica dirigenziale del comparto è sufficiente, a oggi, la laurea di primo livello. Non c'è di fatto una disparità tra i due tipi di selezione.

Per venire invece più ai quesiti dell'interpellanza, bisogna dire, sempre rimanendo sull'oggi, che la selezione che è attualmente in atto ha dovuto appoggiarsi sulla normativa attuale che prevede appunto il concorso. Confesso però che, e torno all'inizio della mia risposta, è una questione sulla quale stiamo facendo dei ragionamenti in maniera approfondita e ampia, perché io condivido in buona parte tutta l'analisi che lei ha fatto e il suo decalogo meno uno lo condivido in buona sostanza tutto. In particolare, la questione che le competenze accademiche spesso non sono sufficienti a svolgere poi appieno il lavoro che viene richiesto a un dirigente che deve avere, per definizione, delle competenze o delle attitudini manageriali. Quindi, uno può avere una formazione scientifica o tecnica impeccabile, ma non avere le attitudini a essere manager. Questo lo abbiamo anche visto, c'è anche chi ha provato a fare il dirigente e ha detto: "No, no, questo non fa per me, sono un ottimo tecnico, faccio bene il mio lavoro, fare il dirigente è un altro mestiere". Su questo indubbiamente c'è un ragionamento e ci sono dei ragionamenti da fare.

Sul come fare e sul come mettere in atto, è chiaro che le questioni afferiscono poi alla pratica, nel senso che ci sono dei concorsi che sono molto specifici. Ad esempio, per un dirigente tecnico con una competenza specifica è un concorso che ha ovviamente un requisito e anche delle conoscenze richieste molto specifiche; altri concorsi invece sono più larghi come competenze. L'area giuridica è comunque molto vasta, l'area economica è comunque abbastanza vasta, quindi anche un candidato dirigente che parte per un'avventura, per un concorso comunque non banale, richiede comunque una preparazione molto ampia, ha comunque un ventaglio davanti abbastanza ampio.

Venendo al sodo, qual è il problema: il corso quanto può essere specifico, se è un corso preliminare al concorso? Se il concorso è ampio e richiede tutta una serie di competenze ampie perché, come spesso avviene, viene fatto un concorso per magari due o tre posti dirigenziali che sono vacanti, magari sempre nella stessa area giuridica, ma comunque con specialità un po' diverse, - e questo è il ragionamento che ho fatto anche con l'ufficio personale - che al di là della questione che condivido, lei ha detto che un corso preliminare al concorso in qualche modo può anche essere una forma di preselezione, io la vedo un po' al contrario, nel senso che un corso fatto dopo può essere molto più specifico. Quindi io faccio il concorso e poi faccio un corso specifico sulla materia e sulla specialità del lavoro anche pratico che il candidato o comunque la persona poi selezionata si troverà a fare.

Ci sono due aspetti: uno è quello di carattere più generale, diciamo dell'area manageriale che può essere orizzontale e più o meno uguale per tutti; invece ci sono delle questioni magari più tecniche e più pratiche che devono essere affrontate in maniera specifica proprio sul posto che uno va a ricoprire, in modo da essere subito operativi ed essere sul pezzo.

Sicuramente c'è una tematica di ottimizzazione della risorsa, che è uno dei punti del suo decalogo, che anche secondo me è importante, nel senso che dobbiamo cambiare probabilmente il paradigma e il ragionamento in generale sulla selezione e tanto più sulla selezione della classe dirigente. Su questo oggettivamente facciamo dei ragionamenti anche rispetto allo studio che sta andando avanti nella maniera giusta e sta iniziando a dare qualche prospettiva, portato avanti con l'Università Bocconi anche proprio in questo senso. Si facevano dei ragionamenti con il professor Pallotti dell'Università proprio sulla probabile necessità di un cambiamento di paradigma sulla selezione del personale, in senso molto generale e venendo anche a quello che diceva lei, quindi non tanto sulle competenze accademiche, ma sull'attitudine e su tanti altri aspetti che non afferiscono propriamente alla preparazione universitaria ma più all'attitudine del singolo.

È sicuramente un tema che va affrontato, che stiamo affrontando, per il quale probabilmente sarà necessaria una piccola rivoluzione probabilmente rispetto a quello che si faceva, per cambiare e per essere da un lato più efficienti ed efficaci nell'azione amministrativa e di conseguenza più puntuali nella scelta delle persone, che poi vanno a coprire in particolare le cariche apicali dell'amministrazione del territorio.

Presidente - Per la replica, il consigliere segretario Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Presidente Lavevaz per la risposta. Mi permetto in replica due ulteriori suggerimenti. Il primo, il fatto che l'articolo 28 del testo unico ponga una condizione di facoltatività di esecuzioni di corsi e concorsi, non vuol dire che essendo facoltativo noi possiamo permettercelo. Perché io penso, da valdostano per il senso di onore e di appartenenza, e declinando l'autonomia, il senso e lo spirito di autonomia, che noi non dobbiamo essere semplicemente dei buoni esecutori di quanto riguarda l'assetto normativo nazionale; noi dobbiamo osare e diventare i migliori! Usiamo in questo modo la nostra autonomia per essere i migliori.

In quest'obiettivo, l'efficienza della macchina amministrativa, chiamiamola così con tutto il rispetto, ma, anzi, proprio inteso proprio come elemento propulsore, corollario dell'efficienza è l'immediata operatività. Quindi, ribadisco che il corso permetterebbe anche un'immediata operatività, perché va a preparare le persone in modo tale che siano già pronte, il giorno dopo loro sanno già come muoversi, hanno già delle basi che non provengono da conoscenze generali che gli hanno permesso di superare un esame, gli è andata bene, sono già indirizzati. Questo è un primo suggerimento che mi sento di ribadire in replica.

Il secondo. Effettivamente qual è il messaggio che discende dall'attuale assetto, dall'attuale impostazione, motivo per cui invito a questa rivoluzione copernicana. Di che cosa avremo bisogno? La Regione ha bisogno di tuttologi o ha bisogno di specialisti? Io penso che abbia bisogno di specialisti che siano immediatamente operativi.

Concludo dicendo semplicemente che questa mia replica in qualche modo vuole ovviamente spingere il Governo a dare il meglio di sé, perché così deve fare un governo: siete voi al governo, siete voi che vi prendete onori e oneri; e in questo caso, se noi abbiamo da manifestare delle lacune, le manifestiamo. Sta a voi la capacità di gestire queste nostre sollecitazioni, queste nostre critiche, questi nostri attacchi sani della politica e farli diventare delle opportunità per il benessere della Valle d'Aosta.

Ma concludo dicendo che fondamentalmente, più che la mia replica di un consigliere che ha come formazione l'architettura, che ha curriculum un'attività privata - che vale quello che vale, nel senso che con questo non voglio attuare un'umiltà pelosa - le ricordo che il giudizio che conta sulla sua risposta non è la mia replica, ma è quanto ha rilevato dalle sue parole tutto il personale incardinato nell'Amministrazione regionale, che conosce bene l'argomento trattato e ha capito perfettamente dove, lei con il suo Governo, sta portando la Regione.