Oggetto del Consiglio n. 1444 del 27 aprile 2022 - Resoconto
OBJET N° 1444/XVI - Communications du Président de la Région.
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 2 all'ordine del giorno. Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Venerdì scorso, insieme a un'ampia delegazione di sindaci dei territori dell'Unité Grand-Paradis, delle guide alpine valdostane, dei nostri Parlamentari, del Presidente e del Direttore della Fondation Grand Paradis e altri Valdostani, ho partecipato a Roma all'evento di apertura delle celebrazioni per il centenario della fondazione del Parco nazionale del Gran Paradiso. Un evento onorato anche dalla presenza del Presidente della Repubblica, che rappresenta il primo di una serie di eventi che culmineranno in Valle d'Aosta il 3 dicembre, giorno della costituzione del Parco, al castello di Sarre. Un'occasione per celebrare un'eccellenza mondiale che ha saputo essere, nel suo secolo di storia, laboratorio per la biodiversità delle nostre montagne e luogo di sperimentazione e di valorizzazione di specie a rischio di estinzione, come lo stambecco e il gipeto. Voglio associarmi ai ringraziamenti espressi dal Presidente del Parco Italo Cerise durante il suo intervento. Un ringraziamento a tutte le donne e a tutti gli uomini che in questo secolo hanno dedicato il proprio lavoro e la propria vita al parco, dai guardiaparco, ai tecnici, ai direttori e ai presidenti che si sono susseguiti.
Come ricordato dal Presidente poco fa, con la sentenza n. 90, depositata in data 11 aprile 2022, la Corte costituzionale ha accolto il ricorso per conflitto di attribuzione tra enti proposto dalla Regione, per la dichiarazione di non spettanza allo Stato e per esso alla Corte dei conti, Sezione Terza giurisdizionale centrale di appello, del potere di adottare la sentenza n. 350 del 2021, depositata in data 30 luglio 2021, la quale, in parziale riforma della sentenza della Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Valle d'Aosta n. 5 del 2018, depositata in data 25 ottobre 2018, aveva accertato la responsabilità amministrativa, con conseguente condanna per danno erariale, dei consiglieri regionali che avevano votato per l'approvazione della deliberazione del Consiglio regionale n. 823 del 23 ottobre 2014, di ricapitalizzazione della società per azioni a totale partecipazione pubblica Casinò de la Vallée.
La Corte costituzionale ha conseguentemente annullato la sentenza suddetta, nonché tutti gli atti e i provvedimenti consequenziali o comunque connessi. La Corte costituzionale ha ritenuto, infatti, che la sentenza della Corte dei conti avesse determinato la lesione della sfera di competenza costituzionalmente riconosciuta alla Regione, con riferimento alla guarentigia dell'insindacabilità dei consiglieri regionali per le opinioni espresse o i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, prevista dall'articolo 24 dello Statuto speciale. In particolare, valorizzandolo la peculiare collocazione della Casa da gioco nell'ordinamento giuridico della Regione, la Corte costituzionale ha osservato come la deliberazione di aumento di capitale, pur configurandosi come atto formalmente amministrativo, fosse sostanzialmente manifestazione della funzione di indirizzo politico spettante al Consiglio regionale, contenendo valutazioni di ordine eminentemente politico strategico, come tali riconducibili entro l'ambito di applicazione della garanzia di cui all'articolo 24 dello Statuto.
Una sentenza che finalmente ha fatto chiarezza sul ruolo del Consiglio, della sfera giuridica delle responsabilità, delle scelte di indirizzo politico e amministrativo. Oggi sono in corso, da parte degli uffici competenti, le attività conseguenti la sentenza, in ordine alla restituzione delle somme incassate in esecuzione della sentenza stessa.
Presidente - Consigliere Marguerettaz ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Ringrazio il Presidente della Regione per aver voluto chiarire la portata della sentenza della Corte costituzionale. Mi stupisco sempre dell'atteggiamento di qualche collega e in particolare qualcuno immaginerà che la collega Minelli occupa i miei pensieri. Ma dopo le dichiarazioni roboanti nel settembre 2021, la collega Minelli non interviene e non dice nulla!
Io vorrei riprendere alcune considerazioni che sono state fatte in allora: "Mi sembra una prova rischiosa che difficilmente potrà portare a qualcosa di buono", ha detto la Minelli. Dopodiché, come fanno sovente, si lanciano in considerazioni particolarmente stravaganti. Addirittura nell'intervento in aula ha deriso, come fanno di solito, coloro che non la pensano come loro, a partire dal professor Guzzetta che è stato considerato sostanzialmente un azzeccagarbugli che ha uno spessore giuridico molto contenuto, molto limitato, ma è andata a riprendere le valutazioni del professor Guzzetta in merito al referendum propositivo di allora sulla legge elettorale. Minelli: 2 a 0! Perché l'avvocato Guzzetta ha detto sostanzialmente le cose che hanno detto oggi i saggi, dicendo che quel referendum non è accoglibile. È esattamente quello che le ho detto io quando lei, rappresentante dei comitati, come una clava diceva: "Ci sarà il referendum propositivo"; e le dissi: "Guardi, io ho dei dubbi sul fatto che questo referendum possa essere accolto".
Non solo il silenzio della collega Minelli, anche quello della deputata Tripodi. Riporto una dichiarazione che è stata scritta sulla stampa; ormai la collega Tripodi è un tutt'uno con il movimento PCP. La deputata del Movimento 5 Stelle eletta in Valle, Elisa Tripodi, scrive che "La classe politica non si fa problemi a calpestare l'autonomia e a strumentalizzarla solamente per salvaguardare i propri privilegi". Dopo la sentenza spariti, dopo la sentenza non abbiamo più sentito una parola!
Allora vedete, tutta una componente usa la giustizia come uno strumento politico e quando la giustizia non va nella loro direzione, non condividono. I tre saggi hanno ritenuto che la proposta referendaria non sia accoglibile: bene, hanno sbagliato tutto. Anche quando fate le riunioni del PCP, quando in allora, perché eravamo agli albori della frattura all'interno del PCP, dove voi eravate le interpreti autentiche, il gruppo che fa riferimento a voi ovviamente ha lanciato delle accuse terribili nei confronti dei cinque componenti che oggi sono sotto - come gruppo consiliare - l'emblema del PD e federalisti, accusandoli sostanzialmente di essere dei "poltronari".
Io credo che questa sentenza non debba essere accolta solo da coloro che erano in qualche modo coinvolti, ma sia da accogliere come un segnale dove, nel momento in cui ci sono degli atti legittimi, degli atti adottati da un Consiglio regionale, si rientra nella sfera delle scelte politiche.
Chiudo dicendo che, nei giornali di ieri e nei telegiornali, credo non sia sfuggito a nessuno che la casa da gioco sta iniziando di nuovo ad assumere, quindi in buona sostanza tutta l'attività che è stata fatta, è stata fatta per dare lavoro in Valle d'Aosta, non solo proclami.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Mi unisco alle parole del collega Marguerettaz riguardo alla sentenza della Corte costituzionale, perché ritengo che sia una sentenza che abbia un grosso significato per la Valle d'Aosta, la sua storia e il rispetto delle sue prerogative. Ricordo ancora nel mese di settembre quando c'era molto imbarazzo in aula e ho svolto con grande responsabilità il ruolo di relatore della proposta di ricorrere alla Corte costituzionale.
Io avevo già ristorato il danno, però l'ho fatto con la convinzione non di difendere dei colleghi, ma di difendere le prerogative della Valle d'Aosta. E credo che oggi possiamo registrare una grande soddisfazione, perché finalmente a distanza di cinque anni è stata fatta giustizia. Una giustizia che tocca l'aula, ma tocca tutti i valdostani, perché qui dentro quest'aula tante persone si sono assunte delle responsabilità per salvaguardare un asset importantissimo della Valle d'Aosta, il casinò.
Come ha detto il collega Marguerettaz, la società è stata oggetto di un piano di risanamento, un piano importante e finalmente si iniziano a cogliere i primi segnali positivi, che portano a ben sperare e portano a guardare con serenità al futuro, diversamente non so cosa ne sarebbe successo.
Credo che sia importante lottare sino in fondo per una giustizia che sia giusta e non fare del giustizialismo, e sicuramente non portare avanti questi temi come battaglia per denigrare gli avversari politici. Questo credo che sia un aspetto sul quale tutti dobbiamo riflettere.
Credo che vada anche annotato il fatto - questo lo ritengo molto negativo - che l'aula quel giorno, nel mese di settembre, ha votato questa delibera con solo ventidue voti! Io mi auspicavo che ce ne fossero trentacinque voti favorevoli, riguardo a una posizione che era da prendere nei confronti dello Stato, per difendere le prerogative della Valle d'Aosta. Perché questo significa difendere l'autonomia della Valle d'Aosta più che tanti slogan, questo significa avere responsabilità nei confronti dei valdostani e di tutti i cittadini, perché diversamente facciamo solo delle grandi parole. Io credo che l'autonomia la si difenda con i fatti, con la responsabilità e con il coraggio.
Presidente - Consigliera Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz Erika (PCP) - Come è stato detto dai colleghi, si è conclusa una vicenda molto complessa che si è trascinata per cinque anni. Sono passati cinque anni da quando si scrisse quella prima condanna per danno erariale e otto anni da quella prima delibera del voto che veniva contestata. Tanti anni che hanno avuto ripercussioni dal punto di vista umano sicuramente importanti e significative; su questo rispedisco al mittente quanto detto dal collega Marguerettaz, perché mai si è parlato di persone, si è sempre parlato della vicenda. Anche perché lui spesso dice che io ho un capobastone, un guru e altre robe simili: quella persona era inserita in quel contesto come lui, quindi a maggior ragione quest'accusa la rimando al mittente.
È per me assai incomprensibile capire, però, come mai il conflitto di attribuzione ora sollevato non era stato preso in considerazione in passato, cosa che io più volte avevo chiesto, evitando forse a quelle persone un simile calvario. Ma giustamente non sono un avvocato e se si riprendono le considerazioni fatte in quel Consiglio di settembre, si potrà ritrovare nella nostra posizione l'idea che andasse fatto un approfondimento proprio per chi quella vicenda poteva non conoscerla.
La sentenza della Corte costituzionale - vorrei sottolineare - divide gli atti di indirizzo politico da quelli di natura amministrativa e proprio per questo naturalmente non entra nel merito delle scelte relative al casinò e ai relativi finanziamenti che noi continuiamo a ritenere sbagliati. Quindi, chi usa questa sentenza per dire che ha salvato il casinò, dovrebbe spiegare come mai, a distanza di pochi anni, si è dovuto far ricorso a una procedura fallimentare come il piano di concordato. La sentenza della Corte costituzionale indica infatti che la magistratura contabile non poteva occuparsi della vicenda, ma non certifica la qualità della spesa di quei soldi pubblici.
PCP, come altri partiti presenti in Consiglio regionale, lo ha ricordato il consigliere Marquis, non ha sottoscritto quella lettera di convocazione e ribadisco che non lo abbiamo fatto proprio per una questione... Intanto nessuno ce l'ha chiesto, sinceramente, dopodiché per noi era importante approfondire la vicenda.
Rispedisco al mittente quanto detto e quanto estrapolato da un dibattito molto più ampio. Invece vedo che, mentre si tende a parlare di questioni come queste e ribadire i fatti personali e via dicendo, viene congelato un dibattito in Consiglio regionale sulla situazione politica: nelle comunicazioni non troviamo nulla, come se invece questa parte dovesse essere dedicata alle segrete stanze e non a quest'aula. Ne prendiamo atto, ma naturalmente non siamo d'accordo, perché il lavoro in Commissione che sembrava essere bloccato dalle due consigliere che erano passate in minoranza, oggi nessuno lo solleva più. Ci è stato ricordato dal Presidente del Consiglio che sono state scaricate legge importanti come quella sulle nomine, il piano salute, adesso il servizio idrico integrato, ma naturalmente non è più un problema che non ci siano i numeri in Commissione. Anche su questo molto probabilmente una riflessione deve essere fatta.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ha parlato correttamente la collega Guichardaz sulla questione più importante, della Corte costituzionale. Intervengo brevemente solo per aggiungere una cosa: non solo io, come ha detto lui stesso, sono nei pensieri del collega Marguerettaz, ma evidentemente sono diventata anche un incubo. Trovo infatti molto singolare che, intervenendo sulla questione importante della sentenza della Corte costituzionale nelle comunicazioni del Presidente, abbia mescolato la questione della sentenza con la decisione della commissione per i procedimenti referendari, arrivando addirittura a dare suggerimenti o a criticare - prendiamola come vogliamo - le posizioni che sono state espresse da noi nei confronti dei cinque ex consiglieri di PCP. Quindi un minestrone che non so bene quale scopo abbia, se non quello ovviamente di fare ancora una volta della polemica, perché il tema invece era particolarmente importante.
A un certo punto è stato anche detto che io in quest'aula avrei ridicolizzato, o ha usato un'altra espressione che non ricordo esattamente, il parere del professor Guzzetta. Io ho qui l'intervento che avevo fatto in aula: avevo riferito di quel parere e avevo detto che non era un bel precedente, era stato un tentativo fallimentare che mi induceva a prendere con le pinze le valutazioni del professor Guzzetta. Se questo è ridicolizzare il parere di un giurista... a me non pare, ma evidentemente qui si dice tutto quello che si vuole.