Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1437 del 6 aprile 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1437/XVI - Interrogazione: "Organizzazione dell'assistenza e dell'accoglienza dei profughi ucraini".

Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto n. 8 dell'ordine del giorno. Per la risposta il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Cerco di estrapolare la risposta, perché l'avevo preparata in maniera congiunta con l'interpellanza successiva. Le richieste dell'interrogazione sono: il numero di rifugiati ucraini suddivisi tra uomini e donne, minori accompagnati e non accompagnati e la previsione dei futuri arrivi. I numeri attuali, per quanto riguarda i dati comunicati e aggiornati a ieri, attestano un numero complessivo di 364 cittadini ucraini arrivati in Valle d'Aosta, transitati attraverso gli hub attivati a Villeneuve e gestiti dalla Croce Rossa, di cui vi avevo già dato conto nei Consigli precedenti, e a Fénis gestiti dai volontari della Protezione Civile per quanto riguarda gli arrivi massivi.

Al 4 aprile scorso, tenendo presente che la situazione cambia ogni giorno, le presenze effettive in Valle d'Aosta erano 346, dato che 18 cittadini ucraini hanno nel frattempo lasciato il territorio regionale dopo il loro arrivo. Le 346 persone presenti sul territorio sono 228 donne, di cui 59 minorenni e 118 uomini di cui 91 minorenni. Non sono, per fortuna, presenti al momento minori non accompagnati.

Si chiede poi come è stata ripartita a oggi l'accoglienza tra familiari, strutture pubbliche e privati. Su questo punto, anche rispetto a quanto era poi stato chiesto nell'interpellanza, non c'è un criterio di riparto tra i comuni, ma c'è una commissione interistituzionale, diciamo così, in cui ci sono figure di Protezione Civile, delle politiche sociali, dell'istruzione e del terzo settore, che cercano di inserire queste persone all'interno di alloggi, tenendo conto di diverse particolarità: in primis la possibilità che ci siano dei contatti con conoscenze dirette in quel territorio, dando quindi una collocazione che abbia già un aiuto diretto da parte di queste persone; dall'altro un ragionamento di tipo scolastico, quindi di vicinanza rispetto ai plessi scolastici per i quali questi ragazzi, nel caso ci siano, possano frequentare. Sono ragionamenti di questo tipo, non c'è una suddivisione tabellare rispetto ai comuni.

Venendo ai numeri, attualmente 222 cittadini ucraini sono alloggiati presso conoscenti, amici e parenti, e 124 sono invece alloggiati presso appartamenti che sono messi a disposizione gratuitamente dai Valdostani, per i quali abbiamo messo in piedi, come sapete, anche un appello già a inizio emergenza. Al 4 aprile scorso una persona appena arrivata era in attesa di essere alloggiata presso un appartamento privato. Al momento i Comuni in cui sono presenti i cittadini ucraini sono: Aosta, Quart, Nus, Introd, Sarre, Gressan, Aymavilles, Saint-Marcel e La Salle.

Si chiedono poi le modalità con cui è stato applicato il decreto-legge 21 del 2022, nonché le procedure in essere rispetto all'accoglienza, all'istruzione, alla tutela, alla salute e alle altre necessità. Come già detto anche nelle comunicazioni negli scorsi Consigli, abbiamo intrapreso un'iniziativa che è già arrivata decisamente prima del decreto che è del 21 marzo, perché noi già pochi giorni dopo l'inizio della guerra, il 24 febbraio (vado a memoria) avevamo convocato un tavolo di coordinamento, con la partecipazione della Protezione Civile, che poi è stata incaricata in maniera formale della gestione e come soggetto attuatore della gestione dell'emergenza, i servizi sociali, il terzo settore, Caritas, i Comuni, proprio per dare questo primo servizio di accoglienza. Questo è stato gestito in maniera autonoma ben prima del decreto.

Quello che abbiamo cercato di fare era di mettere a fattor comune, quindi di gestire in maniera organica e razionale l'accoglienza fin dai primi momenti dall'arrivo, anche in riferimento a una corretta profilassi di tutti i vaccini, non soltanto del vaccino Covid, anche perché, in Ucraina ci sono dei focolai anche abbastanza importanti sia di tubercolosi che di altre malattie che qua, per fortuna, sono scomparse. Da questo punto di vista si è posta in atto un'attenzione molto puntuale, con l'aiuto in particolare della Croce Rossa con l'hub di prima accoglienza di Villeneuve e poi con l'azienda sanitaria che ha posto in essere, con il coordinamento dell'Assessorato alla sanità, un sistema di profilassi precisa di tutte queste persone.

Per quanto riguarda l'aspetto scolastico, come dicevo prima, è stato, per quanto possibile, assicurato l'inserimento nelle scuole vicine ai luoghi di accoglienza di questi nuclei cercando, in qualche modo, di non disperdere quella rete di relazioni che i nuclei familiari, magari, già avevano e comunque di favorire l'incontro anche con le comunità ucraine già presenti sul nostro territorio. Al primo aprile risultano iscritti nelle nostre scuole ventinove alunni ucraini, sette alunni all'infanzia, quattordici alla primaria, sei alunni alla scuola secondaria di primo grado e due alunni alla scuola secondaria di secondo grado.

Presidente - Per la replica consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Anche lei ha evidenziato l'importante ruolo del volontariato e dei valdostani che hanno, anche in questo caso, dato una risposta celere e significativa, con una mobilitazione straordinaria della società civile, di famiglie e di associazioni. Però non dovrebbero essere a carico né delle associazioni, né della società civile. Sottolineiamo il fatto che aver tagliato servizi come il servizio migranti, utile evidentemente non soltanto alla città migrante, ma anche a tutti i servizi regionali, e aver messo in piedi un sistema basato solo sui progetti e quindi non con un'organicità che sarebbe importante, è sicuramente uno dei tasselli di questa vicenda.

Abbiamo, immagino anche lei, molte segnalazioni di cittadini che si sentono un po' abbandonati, perché denunciano una mancanza di coordinamento, ma anche l'impressione di essere un po' soli. Sono segnalazioni che sono venute e che abbiamo anche letto sugli organi di informazione, dove si fa notare che spesso le pratiche burocratiche, piuttosto che alcune spese che non erano state preventivate dai cittadini, in questo momento sono a carico loro. Sicuramente il dpcm e l'ordinanza della Protezione Civile parlano di un contributo per ogni profugo e quindi, anche sotto questo punto di vista, immagino che in futuro ci saranno iniziative (mi sembra che in quella dei colleghi c'era la domanda) per capire come si pensa poi di gestire questa parte.

Ci risulta inoltre che, lei non l'ha accennato ma magari lo potremmo approfondire in altre iniziative, è stato sottoscritto un accordo tra la Protezione Civile e ADAVA, finalizzato ad assicurare l'ospitalità di persone provenienti dall'Ucraina, quindi anche questa parte potrebbe in qualche modo aiutare, perché nelle varie domande c'era anche la questione dei futuri arrivi che lei non ha citato, magari perché non ne è a conoscenza, ma immaginiamo che non finiscano qui gli arrivi.

Anche la gestione rispetto a tutti questi contributi naturalmente sarà sicuramente un onere non di poca rilevanza. Come sottolineavo in premessa, secondo noi la necessità di avere comunque un servizio, come era l'allora servizio migranti, visto che non è la prima volta che succede e molto probabilmente la storia ci dice che non sarà nemmeno l'ultima, un servizio rivolto alla cittadinanza con competenze specifiche forse potrebbe essere d'aiuto in situazioni come quella che stiamo vivendo oggi.

Presidente - Sospendiamo brevemente per arieggiare i locali. Riprenderemo tra un quarto d'ora.

La seduta è sospesa dalle ore 10:57 alle ore 11:16.