Oggetto del Consiglio n. 1379 del 23 marzo 2022 - Verbale

Oggetto n. 1379/XVI del 23/03/2022

RELAZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE SULLA PARTECIPAZIONE ALLA CONFERENZA SUL FUTURO DELL'EUROPA E SULLE PROSPETTIVE PER LE AUTONOMIE REGIONALI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A QUELLE SPECIALI. (APPROVAZIONE DI UNA RISOLUZIONE)

Il Presidente BERTIN dichiara aperta la discussione sull'argomento in oggetto, iscritto al punto 4 dell'ordine del giorno dell'adunanza e, dopo aver illustrato la relazione, comunica che è stata depositata una risoluzione a firma dei Consiglieri BERTIN, CARREL e dei Consiglieri componenti la I Commissione consiliare permanente.

Intervengono i Consiglieri CHATRIAN, MARQUIS, AGGRAVI, MANFRIN, CRETIER, TESTOLIN, JORDAN e SPELGATTI.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,59 alle ore 11,16.

Alla ripresa dei lavori, chiusa la discussione generale, replica l'Assessore all'istruzione, università, politiche giovanili, affari europei e partecipate, CAVERI.

IL CONSIGLIO

Richiamata la legge regionale 16 marzo 2006, n. 8, recante "Disposizioni in materia di attività e relazioni europee ed internazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta" e, in particolare, l'articolo 2, comma 2, lettera a), in base al quale la Regione, nell'esercizio delle attività di rilievo europeo nelle materie di sua competenza, provvede a promuovere e favorire iniziative di studio, di ricerca, di scambio di esperienze, di informazione e di divulgazione volte alla promozione dell'unità europea, con particolare attenzione alle iniziative dirette al consolidamento, tra i giovani, dell'identità europea;

Richiamata la dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell'Europa, sottoscritta, il 10 marzo 2021, dal Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dal Primo Ministro portoghese António Costa, a nome della Presidenza del Consiglio, e dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen;

Richiamate le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza:

- n. 101 del 7 dicembre 2021, recante "Promozione della partecipazione del Consiglio regionale alla Conferenza sul Futuro dell'Europa e organizzazione, in collaborazione con l'Assessorato all'Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate, per il tramite di Europe Direct Vallée d'Aoste, e con l'Università della Valle d'Aosta, dell'iniziativa "Nuove idee per l'Europa", ai sensi della l.r. 3/2011. Approvazione e prenotazione di spesa";

- n. 112 del 22 dicembre 2021, recante "Convenzione tra i Consigli delle Regioni autonome Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano e l'Università degli Studi di Udine, di cui alla deliberazione n. 16/2021. Approvazione progetto speciale di ricerca e relativo piano finanziario, ai sensi degli articoli 5 e 7, ultimo comma, della stessa".

Considerato che la prima Commissione consiliare permanente, con riferimento all'iniziativa "Nuove idee per l'Europa", ha audito, in data 17 febbraio 2022, gli studenti rappresentanti i tre gruppi di lavoro sulle tematiche individuate ("Il futuro della realtà alpina in Europa", "Pluralismo linguistico nello spazio europeo" e "Regolamento e geopolitica dell'acqua") e, successivamente, con riferimento al progetto speciale di ricerca, ha esaminato gli esiti dell'approfondimento confluito nel documento "Per un ruolo riconosciuto ed attivo delle autonomie regionali speciali nell'ordinamento dell'Unione europea", parte integrante della relazione;

Ritenuto fondamentale non perdere l'occasione, presentata dalla Conferenza sul futuro dell'Europa, per far sentire la voce anche delle autorità regionali e, in particolare, per ribadire la centralità delle autonomie regionali, presenti nella struttura costituzionale di alcuni degli Stati membri dell'Unione;

PRENDE ATTO

della relazione stessa.

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Successivamente il Presidente propone di procedere all'esame della risoluzione presentata dai Consiglieri BERTIN, CARREL, RESTANO, GROSJACQUES, CHATRIAN, CRETIER, Erika GUICHARDAZ, LAVY, MARQUIS, PERRON e SAMMARITANI.

Prende la parola, per mozione d'ordine, il Consigliere MANFRIN.

Risponde il Presidente del Consiglio BERTIN.

Interviene il Consigliere DISTORT che chiede una breve sospensione dei lavori del Consiglio.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,45 alle ore 11,55.

Alla ripresa dei lavori, prende la parola, per mozione d'ordine, il Consigliere SAMMARITANI.

Il Presidente BERTIN dà lettura della risoluzione.

Intervengono i Consiglieri PERRON, SAMMARITANI, ROLLANDIN, Erika GUICHARDAZ e BACCEGA.

IL CONSIGLIO

- ad unanimità di voti favorevoli (presenti e votanti: trentacinque);

APPROVA

la sottoriportata

RISOLUZIONE

"Per un ruolo riconosciuto ed attivo delle autonomie regionali, e delle autonomie regionali speciali, nell'ordinamento dell'Unione europea"

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D’AOSTA/VALLÉE D’AOSTE

VISTO l’art. 4, par. 2, del Trattato sull’Unione europea, ai sensi del quale "L’Unione rispetta l’uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali. [?]";

VISTO l’art. 117 della Costituzione, in particolare, il 5° comma che prevede che "Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza";

VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante "Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3";

VISTA la legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante "Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea";

VISTO l’Accordo generale di cooperazione tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano per la partecipazione delle regioni e delle province autonome alla formazione degli atti comunitari. Accordo ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131 (G.U. 30 marzo 2006, n. 75);

VISTA la legge regionale 16 marzo 2006, n. 8, recante "Disposizioni in materia di attività e relazioni europee ed internazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta";

VISTA la legge 24 gennaio 1979, n. 18, recante disposizioni in tema di "Elezione dei rappresentanti dell'Italia al Parlamento europeo";

RICHIAMATA la dichiarazione comune sottoscritta, in data 10 marzo 2021, dall'allora Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dal Primo Ministro portoghese António Costa, a nome della Presidenza del Consiglio, e dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sulla cui base ha preso avvio, il successivo 9 maggio, la Conferenza sul Futuro dell'Europa, un processo partecipativo dal basso, diretto a coinvolgere i cittadini europei – e le autorità nazionali, regionali e locali rappresentative degli stessi – nella riflessione sull'avvenire dell'Unione;

EVIDENZIATO che l'intento della Conferenza è quello di dare vita ad uno spazio di discussione quanto più aperto ed inclusivo possibile che porti alla formulazione di raccomandazioni e proposte di modifica e rivitalizzazione dell'attuale ordinamento eurounitario, da parte di tutti i soggetti, istituzionali e non, che lo compongono;

EVIDENZIATO che, in quest'ottica, il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha ritenuto di prendere parte attivamente al processo, puntando sulla valorizzazione di determinate peculiarità della realtà valdostana suscettibili di acquisire rilevanza nel contesto europeo;

RICHIAMATE, in tal senso:

- la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 101/2021, con cui è stata promossa la partecipazione alla Conferenza sul Futuro dell’Europa e l’organizzazione, in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate, per il tramite di Europe Direct Vallée d’Aoste, e con l’Università della Valle d’Aosta, dell’iniziativa "Nuove idee per l'Europa", grazie alla quale si è raggiunto il duplice scopo di coinvolgere giovani studenti valdostani su tematiche specifiche ("Il futuro della realtà alpina in Europa"; "Pluralismo linguistico nello spazio europeo"; "Regolamentazione e geopolitica dell'acqua") e di offrire loro un’occasione di confronto diretto con le istituzioni;

- la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 112/2021, con cui è stato approvato, nell’ambito della convenzione in essere tra i Consigli delle Regioni autonome Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano e l’Università degli Studi di Udine, l’avvio di un progetto speciale di ricerca, curato dal Gruppo ASA (Autonomie speciali alpine);

ESAMINATO, anche in sede di prima Commissione consiliare "Istituzione e autonomia", il documento "Per un ruolo riconosciuto ed attivo delle autonomie regionali speciali nell'ordinamento dell'Unione europea", prodotto dal Gruppo ASA, in esito al progetto speciale di ricerca;

EVIDENZIATO che, in sintesi, lo studio rileva che, nell’ordinamento eurounitario attuale, la partecipazione delle autonomie subnazionali degli stati membri federali e regionali alla legislazione e alle politiche dell’UE dipende dalla sinergia fra gli ordinamenti sovrannazionale e nazionali i quali, benché distinti, sono in realtà interattivi e complementari, oltreché dalla volontà delle stesse autonomie subnazionali di farsi parti attive e propositive nell’ambito dei processi di rilevanza europea;

EVIDENZIATO, altresì, che a rilevare risulta, essenzialmente, un duplice piano: da un lato, quello della rappresentanza istituzionale in sede europea; dall’altro, quello della compartecipazione (insieme al livello statale) alla definizione e all’attuazione della normativa e delle politiche eurounitarie;

CONSIDERATO che, in relazione ad entrambi i profili, l’intervento regionale si rivela, ad oggi, ancora poco incisivo e le aspettative delle autonomie territoriali – e delle corrispondenti comunità – risultano in larga parte insoddisfatte;

EVIDENZIATO come tale constatazione risulti particolarmente significativa per le articolazioni federali o regionali che, nei rispettivi ordinamenti interni, dispongano di uno status di specialità, costituzionalmente e/o statutariamente garantito, dal momento che, in un contesto sempre più multilivello, il rischio è che le relative competenze legislative, amministrative e di indirizzo politico vengano compromesse;

Tutto ciò premesso e nella consapevolezza che i primi soggetti responsabili di una migliore qualificazione e valorizzazione dei propri spazi di partecipazione siano le stesse autorità substatali cui, in sinergia con il rispettivo livello statale, spetta l'onere di intraprendere un percorso sempre più attivo nell’ambito della governance dell’Unione;

RITIENE fondamentale non perdere l'occasione, presentata dalla Conferenza sul Futuro dell'Europa, per ribadire la centralità delle autonomie regionali, presenti nella struttura costituzionale di alcuni degli Stati membri dell'Unione, e per sollecitare una sempre più coerente e sostanziale corrispondenza tra tale centralità e gli spazi di rappresentanza e operatività delle autonomie regionali stesse, con particolare attenzione a quelle speciali,

e, a tal fine,

IMPEGNA

i Presidenti della Regione e del Consiglio Valle:

- a condividere, rispettivamente, in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome - e, in particolare, all'interno di quest'ultima, in sede di "sub-coordinamento speciali" -, l'appello "Per un ruolo riconosciuto ed attivo delle autonomie regionali, e delle autonomie regionali speciali, nell'ordinamento dell'Unione europea" (All. 1), da indirizzare, poi, altresì alla CALRE (Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee con poteri legislativi), nonché alle istituzioni europee promotrici della Conferenza sul Futuro dell'Europa (Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione, Commissione europea) e al Comitato delle Regioni;

- a ribadire, nelle sedi opportune di livello nazionale, l'urgenza della revisione della legge 24 gennaio 1979, n. 18, riguardante l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, nell'ottica di garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, ed eventualmente a procedere con la formulazione di una proposta di legge di iniziativa regionale, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione.

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All. 1

Appello

"Per un ruolo riconosciuto ed attivo delle autonomie regionali, e delle autonomie regionali speciali, nell'ordinamento dell'Unione europea"

La Conferenza sul Futuro dell’Europa rappresenta un appuntamento cruciale per le sorti dell’Unione che pone al centro delle riflessioni sull’Europa di domani i suoi cittadini e le sue cittadine, oltreché i relativi rappresentanti istituzionali, ai vari livelli.

Coerentemente con gli approdi eurounitari più recenti, l’ottica attraverso la quale guardare all’avvenire dell’Unione non è più solo quella dell’integrazione statale, ma è anche – e soprattutto – quella dell'integrazione dal "basso".

In questa prospettiva, si ritiene indispensabile una sempre più sostanziale valorizzazione delle autorità subnazionali, federali o regionali, aventi poteri di tipo legislativo, presenti negli ordinamenti costituzionali di alcuni degli Stati membri dell’Unione.

In un contesto sempre più multilivello, la tutela costituzionale delle competenze legislative, amministrative e di indirizzo politico rischia di venire, di fatto, compromessa se, alla stessa, non corrisponde, nell’ordinamento dell’Unione e in quello nazionale, un’effettiva garanzia di rappresentanza e di partecipazione alla legislazione e alle politiche dell’UE, tanto nella fase di definizione (ascendente) quanto in quella di attuazione (discendente).

Progressivamente, l’ordinamento dell’Unione, rispettando "l’uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali" (art. 4 TUE), insieme a quello degli Stati membri decentrati, federali e regionali, ha creato le condizioni perché le autorità regionali svolgano un proprio ruolo.

Tuttavia, non sempre le aspettative delle autonomie territoriali – e delle corrispondenti comunità – risultano soddisfatte.

Guardando al futuro, tale aspetto non può essere ignorato.

Ne va della tenuta stessa dell'Unione che, sebbene difficilmente potrà mai qualificarsi come "Europa delle Regioni", ben potrebbe, invece, aspirare a divenire un’"Europa con le Regioni".

Solo una valorizzazione delle autonomie regionali, nella loro essenza, assicurerà il pieno rispetto del principio di uguaglianza territoriale sostanziale e consentirà un esercizio effettivo della sussidiarietà attiva.

Nella consapevolezza che i primi soggetti responsabili di una migliore qualificazione e valorizzazione dei propri spazi di partecipazione sono le stesse autorità substatali cui, in sinergia con il rispettivo livello statale, spetta l'onere di intraprendere un percorso sempre più attivo nell’ambito della governance dell’Unione, si ritiene fondamentale non perdere l'occasione offerta dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa per rilanciare la relativa azione sul piano europeo.

A tal fine, nell’eventuale processo di revisione delle fonti primarie dell’Unione o, comunque, nei seguiti cui il processo in corso condurrà, si evidenziano alle istituzioni europee promotrici della Conferenza sul Futuro dell'Europa (Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione, Commissione europea) e al Comitato delle Regioni, le seguenti priorità :

1. la necessità diriconoscere, e distinguere come tali, le autonomie territoriali espressione di indirizzi politici propri, con attenzione specifica a quelle "speciali". In particolare:

- riconoscere la presenza, all'interno di taluni Stati membri, di autorità subnazionali (regionali e federate) rilevanti non solo in ottica "funzionale", ma anche e soprattutto in ottica "istituzionale", in quanto titolari di competenze legislative, amministrative e di indirizzo politico su cui incidono direttamente le competenze esercitate dall'Unione;

- riconoscere il fatto che le stesse autorità subnazionali (regionali e federate) presentano caratteristiche differenti da Stato a Stato e che, tra esse, ve ne sono alcune dotate – per ragioni storiche, culturali, economiche, sociali anch’esse di rilievo costituzionale – di uno status speciale di autonomia;

2. conseguentemente, la necessità di riformare il Comitato delle Regioni, nell’ottica di renderlo non più un mero organo consultivo, ma un’autentica Camera di rappresentanza dei territori federati e regionali, compresi quelli speciali, dotato di potere di indirizzo, di iniziativa legislativa e di controllo;

3. la necessità di promuovere, nell'ottica di una sempre maggiore democraticità e prossimità delle istituzioni europee ai cittadini, la riforma delle legislazioni nazionali per l'elezione dei membri del Parlamento europeo, al fine di assicurare la rappresentanza di tutti i territori regionali, in particolare, quelli sopra richiamati;

4. la necessità di guardare al fenomeno regionale con accresciuta maturità politica, nella consapevolezza che le autorità federate e regionali e, in particolare, quelle "speciali":

- non possono, nell’ottica dell’Unione, essere meramente accostate alle autonomie locali e alle autonomie regionali rilevanti esclusivamente sul piano amministrativo, ma devono essere valorizzate quali soggetti espressione di capacità istituzionale propria e, in quanto tali, interlocutori diretti (e necessari), negli ambiti di rispettiva competenza, delle istituzioni europee;

- non devono correre il rischio di essere ridotte a mero stakeholder partenariale, al pari di altri soggetti, pena la compromissione delle rispettive competenze costituzionalmente o statutariamente previste e garantite.