Oggetto del Consiglio n. 1150 del 12 gennaio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1150/XVI - Interpellanza: "Intendimenti per consentire l'utilizzo delle strutture di somministrazione di cibi e bevande ai lavoratori privi di Green pass rafforzato".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 22 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - È chiaro che quando io avevo redatto questa interpellanza, era la data del 30 dicembre. Poi è avvenuto quanto è avvenuto nel Consiglio dei ministri del 5 gennaio, dal quale sono emerse una serie di misure di irrigidimento, di rafforzamento del contrasto epidemiologico, rendendo ancora più flebili le speranze contenute in questa interpellanza. Pertanto, qual è lo spirito di questa interpellanza? Potrebbe essere testardaggine? Potrebbe essere invece una indomabile voce di resistenza? Questa piace di più a me e forse molto di più alla collega Guichardaz; non si ritenga depositaria della parola "resistenza". Oppure una terza ipotesi, una volontà di riflessione in un contesto dove la conflittualità, su entrambi i fronti, ruba la scena all'attività critica della ragione umana.
Giusto per inquadrare - e vado subito al quesito - l'obiettivo è esaminare se esista un percorso, e di conseguenza una volontà da mettere in atto, per far sì che i lavoratori - i lavoratori! - che non sono in possesso del super green pass, possano utilizzare un servizio di ristorazione equiparabile a un servizio di mensa, anziché prendersi il cibo da asporto e portarselo in ufficio, nelle migliori delle ipotesi, oppure in un cantiere, oppure sul bordo di un marciapiede, oppure seduti su una panchina, soprattutto in un contesto climatico come quello della Valle d'Aosta, e come tante altre regioni alpine, in cui le condizioni meteorologiche fanno sì che consumare un pasto a temperature rigide comporta effetti di tutta evidenza sulla salute umana.
La riflessione è proprio in questi termini, l'oggetto è questo e il voler riflettere si pone sotto il profilo del sub solco del pensiero occidentale, così come lo definiscono Reale e Antiseri nella loro storia della filosofia; il pensiero occidentale è il pensiero della filosofia, cioè il pensiero che si pone degli interrogativi attraverso dei percorsi logici. Un percorso logico appunto è la relazione transitiva, quella che in matematica si chiama proprietà transitiva. Allora, è su questo filone, su questo percorso logico, che io voglio effettuare questa riflessione con il Governo.
La proprietà transitiva. Il primo elemento dell'insieme è che sul finire del 2020, quando in un contesto sanitario ben più drammatico rispetto a quello di oggi, in quanto eravamo in assenza di vaccini, colti di sorpresa sotto il profilo organizzativo, con conoscenze limitate rispetto alle terapie, tuttavia si è provveduto, sì anche nel solco del dpcm, ma comunque si è provveduto con l'ordinanza del Presidente della Regione, la n. 486 del 6 novembre 2020, nella quale al punto 4 si consentiva alle attività di somministrazione di cibi e bevande, che si fossero convenzionate con le aziende a titolo di servizio di mensa per i rispettivi dipendenti, lo svolgimento delle proprie attività di ristorazione in deroga alle restrizioni imposte su tutto il territorio nazionale a seguito delle misure per il contenimento della diffusione del Covid. Questo è il primo elemento dell'insieme della relazione transitiva.
Ora il secondo elemento, vale a dire oggi noi ci troviamo in una situazione di indubbia minore gravità rispetto al medesimo periodo dell'anno scorso, per quegli ovvi motivi elencati. Abbiamo i vaccini, abbiamo individuato cure, abbiamo oltretutto una situazione epidemiologica che ha un virus che ha mutato le sue caratteristiche; non entro nel campo medico, perché ho giusto a pochi metri da me un medico vero e quindi non intendo entrare in argomenti che non mi appartengono, però giusto per leggere la situazione.
Abbiamo una posizione del Governo centrale che rafforza ulteriormente le misure e prevede che chi non è in possesso del green pass rafforzato non possa minimamente accedere a un servizio di ristorazione o di somministrazione di cibi e bevande. Allora, io torno proprio al concetto della proprietà transitiva e dico: quando noi eravamo in una situazione ben più grave, abbiamo trovato un percorso che consentisse ai lavoratori di non esporsi a ulteriori rischi; così come alle attività di poter svolgere il proprio ruolo, esattamente nella linea con cui il buon padre di famiglia amministra, così il Governo regionale ha tentato di amministrare la comunità valdostana.
Ecco che l'interrogativo che conclude la proprietà transitiva è questo: oggi, rispetto alle analogie - mutatis mutandis, chiaramente - non esiste la possibilità di percorsi amministrativi che permettano la riproposizione di quegli stessi principi messi in atto l'anno scorso, per favorire l'attività di tutte le categorie di lavoratori? È o non è negli intendimenti di questo Governo regionale prendere in considerazione l'argomento, al fine di percorrere tutte le strade possibili per consentire l'utilizzo delle strutture di somministrazione di cibo e bevande durante le pause inter-lavorative da parte dei lavoratori della pubblica amministrazione e del settore privato che non siano in possesso di green pass rafforzato?
Volutamente non mi sono addentrato nel capitolo spinoso delle scelte personali che regolano l'accettazione di un percorso vaccinale, oppure no. Prescindo da questi discorsi, ormai sono diventati discorsi tabù con i quali si perdono addirittura le amicizie. Partendo semplicemente come istituzione dal rispetto della libertà costituzionale, dalla lettura di una situazione esistente, dalla presenza nella nostra comunità di un disegno di posizioni varie, tale per cui risulta questo problema e questa situazione, io ribadisco e chiedo quali siano le intenzioni del Governo per dirimere, per trovare soluzioni e per dare risposta a questa situazione.
Presidente - Risponde il presidente della Regione Lavevaz, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Partirei con due considerazioni, una tecnica e una più politica. Quella tecnica di fatto l'ha già superata lei, nel senso che c'era un refuso nell'interpellanza, perché faceva riferimento a una ordinanza di novembre del 2021, in realtà è novembre del 2020 e l'ha già giustamente corretta lei, perché questo cambia il quadro della situazione epidemiologica nella quale è contestualizzato il tutto.
L'altra questione più politica, senza nessun tipo di provocazione o di polemica. Ricordo solo che il Governo che ha approvato questo decreto è lo stesso in cui il suo partito in parte ha votato questo tipo di iniziativa. Come era già successo anche in altri momenti della pandemia, si chiede al Governo regionale di fare delle forzature su una norma che il vostro partito ha approvato. Questa come considerazione di fondo.
Come giustamente ha ricordato lei, nel novembre del 2020 ci trovavamo in una situazione dal punto di vista generale molto diversa da quella di oggi, proprio in un'altra epoca parlando ovviamente di pandemia. Eravamo in una zona rossa, eravamo in un lockdown sostanzialmente totale. Peraltro, la nostra regione entrava in quel periodo nella zona rossa e, come ricordate, è anche la regione poi che ci è rimasta di più, per tanti motivi sempre legati ai nostri numeri e a questioni più statistiche che sanitarie. In quel periodo lì, se vi ricordate bene, i servizi di ristorazione erano proprio chiusi, erano proprio sospesi, a eccezione della ristorazione da asporto e delle mense.
In quel momento la necessità era veramente di dare la possibilità di poter accedere, di poter fruire di un pasto per chi lavorava.
Oggi la situazione, come ha giustamente ricordato lei, è molto diversa - lo ricordo ancora, l'ho già fatto oggi in apertura dei lavori - perché il 78 percento e più della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, quindi siamo in una situazione che ci permette di affrontare la pandemia e di convivere con il virus, mantenendo le attività economiche e sociali aperte in qualche modo. La sostanziale differenza rispetto al 2020 è che per il 99 percento dei casi - adesso dico una percentuale così per dire, ma credo di non allontanarmi di tanto - chi non ha il green pass, non lo ha per una scelta sua legittima; io non voglio entrare, come ha detto lei, nel merito della discussione e sono assolutamente d'accordo su questo. Però la differenza sostanziale, rispetto al novembre 2020 dove i ristoranti erano chiusi, è che non c'era la possibilità, non era una scelta, di poter fruire di un pasto caldo durante il proprio lavoro. Oggi siamo in una situazione diversa, come conseguenza anche e soprattutto per un quadro normativo che è profondamente mutato e diverso rispetto al 2020, sia in materia di ripresa delle attività economiche e sociali, sia in materia di obblighi vaccinali. Non in ultimo, lo ha ricordato anche lei, abbiamo una mutazione degli obblighi vaccinali di qualche giorno fa rispetto agli over 50.
Si tratta, come anche qui giustamente lei ha ricordato, con gli ultimi decreti di misure che sono di fatto diventate via via sempre più stringenti e lo saranno ancora ulteriormente dal 15 febbraio. In particolare, in materia di certificazione verde il contesto normativo si colloca all'interno di un ambito che è quello di un restringimento delle facoltà. Di fatto, quello che compete al green pass e alle certificazioni verdi è materia che rientra in una riserva di legge non derogabile, come peraltro l'obbligo vaccinale. Su questo non abbiamo veramente nessun margine di azione per interpretare in maniera diversa la norma, rispetto a quello che è previsto a livello nazionale. Come è noto al momento, da quanto previsto dalle normative vigenti, l'accesso ai servizi di ristorazione, sia all'aperto che al chiuso, è possibile solo con la certificazione verde rafforzata, a eccezione delle mense aziendali e dei servizi di catering continuativo su base contrattuale, per le quali è ammessa la certificazione di base. In questa casistica non rientrano gli esercizi convenzionati per il consumo di buoni pasto.
Presidente - Per replica il consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Le dico subito con chiarezza che la ratio profonda dell'interpellanza era basata sul ragionamento, sulla condivisione di un problema, dove l'oggetto e la posta in gioco non è il fatto che io sia il consigliere di opposizione appartenente alla Lega e lei il presidente della maggioranza in capo all'Union Valdôtaine. La posta in gioco è una fetta della popolazione valdostana.
Il fatto che la forza politica che io rappresento, partecipando al Consiglio dei ministri, abbia accettato una posizione, sapendo anche comunque i vari retroscena che non sto a elencare perché non sono pertinenti al tema, ciò si riferisce - giusto per capire un attimino la dinamica - all'intero territorio nazionale. Ma è chiaro che in un contesto come il nostro, di tutto l'arco alpino, dove si registrano delle temperature dal punto di vista delle condizioni meteorologiche e dal punto di vista di temperature, ben diverse da quanto si registra a Catania, è chiaro che una disposizione statale prende in considerazione tutta l'intera situazione dello Stato, quindi abbia una visione che va molto più generale. È per questo che dalle Regioni, e in particolare da una Regione autonoma, io come tutta la comunità valdostana, si aspetta una posizione quanto meno di porre in attenzione il tema.
Io sono a conoscenza di come funzionino le conferenze Stato-Regioni, ma mi sarei aspettato sinceramente una risposta del tipo: "Grazie Distort, è interessante il tema che hai proposto; neanche io come Presidente della Giunta entro in merito alle distinzioni e alle disquisizioni sulle scelte vaccinali o meno di queste persone; prendo atto che c'è una parte, una componente del tessuto sociale della nostra comunità che non ha aderito alla scelta vaccinale, porto in conferenza Stato-Regioni questo argomento; ci saranno sicuramente altri territori che hanno le nostre caratteristiche dal punto di vista di temperature e di condizioni; probabilmente mi diranno di no, 'ciao, picche, eccetera' ma almeno io lo faccio"; è questa la proposta".
Lei mi dirà: "Distort, non conosci le dinamiche della Conferenza Stato-Regioni", può darsi. Però le dico sinceramente che alla comunità valdostana non interessa che io della Lega porti questo argomento quando la Lega a Roma, per altre dinamiche, ha preso certe posizioni; non interessa che lei, dell'Union Valdôtaine abbia certe posizioni. Alla comunità valdostana interessano delle risposte che sono: "prendo in carico il tema", punto!
Questa mia interpellanza ero sul punto di ritirarla, sa perché? Perché avrebbe potuto generare quella dinamica che avviene in pallavolo quando uno alza e l'altro schiaccia e segna. In questo caso, paradossalmente, io avrei alzato, lei avrebbe schiacciato e segnato un punto, perché avrebbe dimostrato di prendere a cuore l'interesse di questa parte di popolazione.
È questo lo spirito. Adesso di fronte all'interpellanza non c'è spazio per una sua replica, ma io confido nella sua intelligenza personale, confido nella morale e confido nelle dinamiche di funzionamento del Governo. Le attività che vengono svolte e discusse in questa aula incidono sul Governo non per un gioco di opposizione e maggioranza, ma devono incidere anche su effetti di secondo ordine. I ragionamenti che lei, la sua Giunta e la sua maggioranza faranno dopo un minuto dalla conclusione di questo intervento, saranno importanti per la popolazione, perché la scelta non è tra il bene o male di un partito piuttosto che di un altro o di uno schieramento piuttosto che di un altro, è il bene di una comunità con tutte le sue sfaccettature.
Presidente - Il Presidente della Regione brevemente.
Lavevaz (UV) - Telegraficamente solo per dire che in Conferenza delle Regioni funziona come dice lei. Io la proposta, per la risoluzione del problema, l'ho fatta, però è diversa dalla sua. Io ho proposto l'obbligo vaccinale per tutti.