Oggetto del Consiglio n. 1072 del 1° dicembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1072/XVI - Interrogazione: "Contributo regionale alla richiesta avanzata al Ministro della transizione ecologica per l'assunzione di responsabilità politica in ordine al divieto di immissione in Italia di alcune specie ittiche alloctone".
Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto n. 10. Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - A seguito delle modifiche apportate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 102/2019 dal decreto del Ministero dell'ambiente del 2 aprile 2020, l'attuale normativa in materia di conservazione degli habitat naturali prevede che le immissioni in natura di specie non autoctone sono generalmente vietate, possono essere autorizzate dal Ministero, a seguito di apposita istanza da parte delle Regioni, solo per motivate ragioni di rilevante interesse pubblico connesse a esigenze ambientali, economiche, sociali e culturali e comunque in modo che non sia recato alcun pregiudizio agli habitat naturali, alla fauna e alla flora selvatiche locali. L'autorizzazione ministeriale è subordinata alla valutazione di uno specifico studio del rischio che le emissioni comportano per la conservazione delle specie e degli habitat naturali, predisposto dagli enti richiedenti. In assenza di tale autorizzazione, le emissioni di specie non autoctone non possono avere luogo, questo era per fare un po' il sunto, poi veniamo alle risposte. In assenza di tale autorizzazione quindi le immissioni di specie non autoctone non possono avere luogo. La normativa ha bloccato in tutta Italia le immissioni di molte specie ittiche, allevate e utilizzate da molti decenni, e considerate ormai parte del patrimonio ittico italiano, fra cui la trota Fario e il salmerino alpino.
Considerata la scarsità di materiale autoctono presente nelle acque italiane e le difficoltà di reperimento e riproduzione, le Regioni hanno dunque iniziato a elaborare degli studi del rischio per l'immissione delle specie non autoctone da sottoporre al Ministero per la prevista autorizzazione. Questo è un problema che ha, e ne avevamo già parlato in altre iniziative, coinvolto ovviamente anche la nostra Regione, e ringrazio i colleghi dell'interrogazione così faremo di nuovo il punto della situazione aggiornando tutto il Consiglio. A tal proposito poi colgo anche l'occasione per informare che lo studio relativo alla nostra Regione predisposto dal Consorzio regionale pesca è stato trasmesso al Ministero per il parere.
Venendo invece ai quesiti, comunico che per la nostra Regione sabato 13 novembre 2021 a Milano era presente un delegato del Consorzio Pesca Valle d'Aosta con il quale il confronto è costante. Il sottoscritto purtroppo non ha potuto essere presente per impegni sia istituzionali che tecnici, questi ultimi relativi alla questione della fauna purtroppo non delegabili. Purtroppo sin dai primi confronti con il Ministero sono emerse molte difficoltà per il rilascio delle autorizzazioni con la richiesta da parte del Ministero di modifiche e integrazioni di difficile realizzazione.
Poiché, come detto, il blocco delle immissioni sta provocando ingenti danni economici al settore della pesca sportiva, il sistema delle Regioni nei mesi scorsi ha condiviso e segnalato ai Ministeri interessati le forti criticità attuative della normativa.
Il 29 ottobre scorso poi la Commissione delle politiche agricole ha stilato uno specifico documento che il 3 novembre è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e trasmesso ai Ministri competenti ed ai Capigruppi parlamentari. Il documento impegna il Governo e i Ministri delle politiche agricole, alimentari, forestali e della transazione ecologica ad avviare tutte le iniziative per garantire:
- il mantenimento di un'adeguata politica di gestione delle popolazioni di salmonidi nell'intero territorio nazionale, con particolare riferimento all'arco alpino e appenninico anche mediante idonea attività di immissione di specie ittiche;
- l'adozione di procedure rapide e snelle per l'ottenimento dell'autorizzazione all'immissione di specie ittiche para-autoctone e non autoctone già presente da decenni e da secoli nelle acque italiane, se necessario anche mediante adozione di uno specifico provvedimento concernente l'immissione di specie ittiche e l'adozione di un apposito decreto di individuazione delle specie para-autoctone di cui ho parlato in premessa;
- definire e approvare una disciplina transitoria per consentire la prosecuzione della gestione delle stesse in condizioni di legittimità limitando i danni a carico del settore della pesca sportiva e professionale, dell'indotto turistico, produttivo e commerciale causati dal blocco delle immissioni;
- provvedere, in considerazione delle criticità già espresse dalle Regioni e dalle Province autonome, a concordare con esse le necessarie proposte di modifica del citato decreto direttoriale con particolare riferimento all'articolo 3: "Criteri per le immissioni in natura di specie o popolazioni non autoctone" e all'allegato 3 bilanciando in modo più equo le esigenze di conservazione con quelle economico e sociali e armonizzando con carte ittiche i piani ittici regionali.
Rispondo anche al secondo quesito: si evidenzia che la nostra Regione ha partecipato a tutte le riunioni portando il proprio contributo sia con la componente politica che con i funzionari degli uffici competenti che la problematica è stata più volte anche affrontata in coda nel punto "Varie ed eventuali" nelle diverse riunioni della Commissione delle politiche agricole nell'ambito dei lavori di programmazione del nuovo PSR.
Si condivide ovviamente le preoccupazioni per la situazione venutasi a creare e non si può che confermare e continuare a porre il massimo impegno e la massima attenzione alla questione portando avanti di continuo un'azione condivisa con le maggiori associazioni dei pescatori nazionali e locali.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - La ringrazio, Assessore, per la risposta in merito a questo tema sulla pesca, un settore che, come abbiamo letto su tutti i media, ha delle grandi criticità in questo periodo per le motivazioni che anche lei ha citato nelle premesse della sua risposta. Un settore che, come possiamo vedere anche dai dati forniti dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva, stima in Italia che i pescatori siano circa 2 milioni, ci siano 15 mila negozi che trattano attività legate al settore pesca e il fatturato annuo del comparto pesca, compreso l'indotto, ammonta a circa 3 miliardi di euro. Si contano 600 impianti di itticoltura che occupano circa 6 mila persone e contando l'indotto si arriva a 18 mila persone.
Credo che questi dati facciano riflettere molto sull'importanza che ha questo settore e la grande attenzione che richiede viste queste criticità che si sono manifestate negli ultimi mesi, infatti vi è molta attenzione da tutte le associazioni, da tutti i settori, abbiamo visto che in Lombardia, in Trentino, su tutti i media sono comparse notizie inerenti alle prospettive che non sono sicuramente rosee, infatti l'ultimo incontro che ho citato del 13 novembre a Milano era per capire se vi era stato qualcuno, qual era l'attenzione, qual era stato il contributo della nostra Regione in merito perché noi siamo convinti, lo abbiamo già detto diverse volte attraverso le nostre iniziative, che questo è un settore e un campo che ha delle grandi potenzialità sul quale si può lavorare molto bene per il futuro dove si possono ottenere delle grandi soddisfazioni anche in quei mesi che a volte magari sono meno prevalenti dal punto di vista turistico. Noi quindi ci auguriamo che ci sia d'ora in poi una continua attenzione e collaborazione con tutti gli Assessori all'agricoltura delle altre Regioni, con la Conferenza delle Regioni per cercare di ottenere nel più breve tempo possibile delle deroghe o delle soluzioni che permettano di dare continuità al settore della pesca e soprattutto di non andare indietro perché molti pescatori ci stanno dicendo e riportando che se la situazione sarà questa, non saranno più disponibili a prendere il permesso. Cerchiamo quindi con tutte le forze e con tutti gli strumenti di porre rimedio a questa criticità e riuscire a trovare una quadra che dia l'importanza giusta al settore della pesca.