Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 886 del 23 settembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 886/XVI - Interpellanza: "Obiettivi per la riforma del modello organizzativo di medicina di base della Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 47. Per l'illustrazione, il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza richiama altre iniziative che il Gruppo Lega ha fatto riguardo alla medicina di base e prende ispirazione da fonti di stampa, in particolare un articolo del Sole 24 Ore di qualche settimana fa laddove si riportava la cronaca dell'attività che si sta svolgendo in conferenza delle Regioni per quello che riguarda l'obiettivo che ci si sta dando di rivedere il contratto nazionale e, tra l'altro, il modello organizzativo della figura del medico di medicina generale e, tra l'altro, si cita anche i pediatri di libera scelta.

In particolare si evidenzia la necessità di cambiare un modello che deve anche pensare alla gestione di multicronicità, aumento di fragilità, programmazione e assistenza domiciliare, soprattutto l'articolo citava il fatto che in questa fase di emergenza ovviamente le USCA hanno sopperito alle difficoltà della medicina generale ma dovendo poi pensare - ed è già stato occasione anche di discussione in altri momenti in questo Consiglio - anche al dopo: come far tesoro, se possiamo dire, delle inefficienze evidenziate per poi dopo rivedere il modello.

In particolare si diceva, dalle notizie di stampa, che le Regioni hanno sottolineato nel loro agire la volontà di garantire l'obbligo di partecipazione a forme organizzate da parte dei medici, fornitura di prestazione programmata dalla Regione, indicatore di garanzia di presa in carico, si parla anche delle strutture PNRR visto che ieri ne abbiamo parlato, e quindi di tutta una serie di aspetti che dovranno essere toccati dai lavori e in particolare dalla riforma.

A tal riguardo, chiediamo se la Regione Autonoma, i suoi rappresentanti, sino ad oggi siano stati coinvolti nelle attività condotte in seno alla Commissione Sanità della conferenza delle Regioni: capire qual è il livello di coinvolgimento della Regione in queste attività, quali siano i contributi e le richieste presentate dalla Regione alla conferenza nell'ambito della riforma e se nell'ambito del processo di riforma sono state prese in esame problematicità inerenti alle realtà turistiche o di Valle o dei Comuni di montagna; è già capitato più di una volta di parlare di questioni legate a necessità che in Comuni turistici ovviamente aumentano nel momento della stagionalità, ovvero di realtà - magari per conformazione territoriale e per bacino di utenza - un po' particolari perché distanti dall'asse centrale della Valle e soprattutto perché durante determinati periodi dell'anno non c'è un bacino di utenza tale da giustificare determinati livelli di presenza dell'assistenza; capire se in questa riforma c'è - o meglio nei contributi portati c'è stata - anche la presentazione d'istanze in tal senso e capire quali siano i provvedimenti che il Governo regionale, a fronte di quanto si sta appunto conducendo in conferenza delle Regioni, intende fare per riformare il modello organizzativo della medicina di base valdostana e io direi - legandomi a un'interpellanza che avevo già presentato - per anche sopperire alle mancanze che oggi sono evidenziate o che si evidenzieranno nel breve periodo in termini di fabbisogno di medici.

Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Grazie, consigliere Aggravi, per la domanda che ovviamente è pertinente sia per il periodo sia per l'importanza del problema sanitario e della carenza di medici al quale lei ha accennato.

Per quanto riguarda l'oggetto dell'interpellanza, informo che l'Assessorato alla Sanità Salute e Politiche Sociali, per il tramite delle proprie strutture competenti nelle singole materie, segue regolarmente e periodicamente i lavori che vengono svolti nell'ambito dei tavoli tecnici e dei gruppi di lavoro interregionali anche con la partecipazione dei rappresentanti ministeriali.

Oltre all'ordinaria partecipazione, i citati tavoli di lavoro, informo che la Regione Autonoma Valle d'Aosta, per il tramite appunto dell'Assessorato alla Sanità, e più specificamente della struttura Assistenza Territoriale Formazione e Gestione del personale sanitario, partecipa con le Regioni Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Marche, Umbria e Sardegna al gruppo di lavoro a regia Agenas per la cabina di regia costituita presso il Ministero della Salute in relazione al Patto per la salute 2019-2021.

I lavori hanno preso avvio la primavera scorsa e hanno portato alla redazione di un documento tecnico volto alla definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale; i contenuti di tale documento costituiranno il riferimento per la redazione di un decreto ministeriale dedicato, il cosiddetto DM71, il quale in parallelo al DM70/2015, centrato sull'assistenza ospedaliera, detterà le nuove linee guida dell'assistenza territoriale a cui le programmazioni regionali dovranno conformarsi, anche tenuto conto delle importanti risorse messe a disposizione sulla missione 6, dedicata alla salute del piano nazionale di ripresa e resilienza.

In particolare, il documento propone schede di dettaglio concernenti il distretto, la casa della comunità, l'infermiere di comunità, le unità speciali di continuità assistenziali, cioè le USCA, la centrale operativa territoriale, cioè la COT, la centrale operativa 116- 117, l'assistenza domiciliare, l'Ospedale di comunità, l'Hospice nella rete delle cure palliative, i servizi per la salute mentale, le dipendenze patologiche, la neuropsichiatria infantile, i servizi per la salute della donna e del bambino, i servizi per le attività di promozione e prevenzione della salute, i sistemi informativi e standard di qualità, la telemedicina.

Con riguardo alla riforma dell'assistenza territoriale, secondo le indicazioni di cui alle lavorande disposizioni nazionali, come ho già avuto modo più volte di evidenziare, l'Assessorato sta ultimando la definizione del piano della salute del benessere sociale 2022-2025 che rappresenterà il documento di programmazione regionale per le prossime annualità e che già tiene conto della nuova impostazione dei servizi territoriali.

Sull'argomento informo altresì che l'Assessorato ha già preso parte a un primo confronto con il direttore generale dell'Agenas, il dottor Mantoan, in data 25 maggio e che un secondo incontro è programmato per lunedì 27 settembre; quest'ultimo appuntamento sarà l'occasione per definire in modo concreto alcuni presupposti che daranno formalmente avvio alla riforma dell'assistenza territoriale, per la quale anche la nostra Regione percepirà importanti risorse finanziarie dal PNRR.

Con più specifico riferimento alla riforma del modello della medicina generale, anche dal punto di vista della riforma del contratto di lavoro, la competente struttura dell'Assessorato partecipa ai preposti tavoli tecnici, secondo le convocazioni che pervengono dai livelli centrali.

Ad oggi, come è noto anche dalle prime notizie divulgate dagli organi d'informazione, sono al vaglio tre diverse ipotesi, alle quali lei ha già fatto riferimento, cioè il passaggio alla dipendenza con il Sistema Sanitario Nazionale per tutti i medici oggi convenzionati; la possibilità di mantenere la convenzione per i professionisti in attività e rapporto di dipendenza, invece, per i nuovi entrati e la fine della convenzione con i singoli professionisti in favore di forme di accreditamento dei servizi di medicina primaria.

Su tali ipotesi le Regioni si stanno confrontando per elaborare una proposta unitaria da sottoporre al Ministero della Salute e ai sindacati. A tal proposito le posso dire che questo documento è stato redatto l'altro ieri in Commissione Salute e verrà oggi consegnato al Ministero della Salute.

Lo specifico contributo che la Valle d'Aosta intende portare all'attenzione del tavolo delle Regioni è quello di una sfida volta a ridisegnare il modello di assistenza territoriale regionale che da un lato sia adempiente ai requisiti richiesti a livello nazionale e ai correlati finanziamenti del PNRR e dall'altro possa dare quelle risposte urgenti e concrete alle peculiarità del nostro territorio di montagna, particolarmente complesso sia dal punto di vista morfologico sia dal punto di vista demografico.

In tale ottica, pertanto, la riorganizzazione dovrà attuare politiche di razionalizzazione e di efficientamento, ma nel contempo sarà imprescindibile continuare a garantire l'assistenza in modo capillare sull'intero territorio regionale, pur nella consapevolezza che il Sistema Sanitario Regionale, fatto essenzialmente di medicina di montagna, dovrà in questa sfida scontrare dei costi più elevati rispetto alle altre Regioni. Nei progetti di adattamento del programma nazionale dal punto di vista della sanità territoriale alcuni ragionamenti sono stati fatti, ci sono state già delle interlocuzioni con le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, questo da mesi.

Per esempio, una delle cose che noi ovviamente potenzieremo sarà la telemedicina - proprio per portare un servizio sanitario nelle zone sicuramente più distanti dalla centralità del servizio sanitario, che rimane sempre il fondovalle - e un'altra è mantenere gli ambiti, questo in modo da permettere che ci sia una fidelizzazione sul territorio del medico di medicina generale che in questo momento tende magari a recarsi sul fondovalle lasciando magari scoperte le parti più periferiche delle vallate, che, a mio avviso, invece, devono essere presidiate.

Questo comporterà ovviamente magari degli investimenti economici maggiori ma è dovuto alla peculiarità del nostro territorio e quindi la sanità va portata anche nelle vallate laterali, e soprattutto mantenuta.

Intanto, posso confermare che il documento che viene presentato al Ministero della Salute è un documento essenzialmente legato ai nuovi tipi di contratti ed obblighi che dovrebbero avere i medici di medicina generale, con la possibilità di un doppio contratto, quindi o la dipendenza o l'attuale contratto, che è di tipo convenzionato, con l'obbligo per fare delle associazioni, dei gruppi; questo è essenziale anche per far funzionare le case di comunità, e quindi per poter dare un servizio 24 ore su 24 sette giorni su sette anche nelle zone più periferiche. Non possiamo nasconderci - questo è un mio punto di vista, ma penso che sia condivisibile - che il problema ancora adesso rimane quello dei medici, nel senso che c'è comunque una grossa carenza di medici di medicina generale.

L'Azienda sanitaria sta elaborando un progetto di attrattività che non riguarda solamente l'aspetto ospedaliero, ma anche quello territoriale, e questo verrà presentato a breve anche ai sindacati.

Il problema dell'attrattività di medici di medicina generale a mio avviso diventa forse ancora più importante e forse di più difficile risoluzione di quello ospedaliero, anche se sappiamo che già quello ospedaliero ha delle forti criticità.

Dal punto di vista economico, per il medico di medicina generale - ovviamente parlo dei massimalisti - direi che ci può essere già una certa gratificazione, poi, per carità, sicuramente si può fare di più, però vanno supportati anche con dei servizi ulteriori, quindi con assistenza dal punto di vista amministrativo soprattutto per chi è organizzato in associazioni. Dal punto di vista, ovviamente, infermieristico: permettere quindi ai medici di medicina generale di lavorare meglio e di dare un miglior servizio, questo indipendentemente dai contratti collettivi nazionali.

Questa è la situazione, ovviamente l'Assessorato ci sta lavorando molto. Come ho potuto già dire precedentemente, i contatti a livello nazionale sono abbastanza costanti, precisi, in cui il nostro apporto anche a livello nazionale è costante. Devo dire che le zone di montagna soffrono sempre un po' di carenza di attenzione, ma in questo cercheremo ovviamente di supplire.

Questa è la situazione attuale.

Presidente - Per la replica, il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Grazie per aver fatto un quadro completo e per averci anche reso edotti dell'attività svolta e anche della rappresentanza in seno ai tavoli tecnici. Sicuramente l'attenzione per i territori di montagna - quelli, ripeto, più lontani dall'asse centrale - è fondamentale, anche perché - al di là del Covid, che secondo me ha aumentato ancora di più questa percezione - sappiamo che ci sono tipologie di turisti e soprattutto di domanda turistica che verificano in maniera molto approfondita l'assistenza sanitaria, soprattutto se pensiamo al Sud est asiatico e anche al Giappone, che fanno dei controlli veri e propri per decidere anche laddove passare le vacanze e sono dei mercati ovviamente in crescita che non possiamo sicuramente perdere.

Dall'altro lato, l'assistenza anche continua nei confronti dei cittadini e ben venga la telemedicina, poi speriamo che le reti siano adeguate perché altrimenti è inutile avere un buon sistema se poi non si riesce a trasmettere... e soprattutto la parte finale della sua risposta riguardo l'attrattività dei medici di medicina generale, perché spesso ce ne dimentichiamo ma quello, lo diciamo, è il primo baluardo ovviamente medico, per evitare il sovraccarico della medicina ospedaliera, cosa non banale.

Sicuramente ci sono delle difficoltà, scontiamo spesso quelli che, magari una volta, erano dei punti di forza sui numeri piccoli, oggi rischiamo, però - e quelli siamo attualmente come residenti - e dobbiamo fare forza sulle nostre caratteristiche.

E sono anche contento rispetto al discorso del PNRR - perché forse il treno in questo caso lo prenderemo - e quindi dei fondi arriveranno rispetto ad altri fondi che, l'abbiamo visto ieri nell'altra mia interpellanza, sono molto aleatori, e poi lì dobbiamo ancora capire come e quando arriverà alla stazione l'altro treno, ma questa è una battuta. In questo caso bene che vengano i fondi, ci sarà sicuramente occasione - l'ha annunciato con la presentazione del Piano salute e benessere sociale - poi per discuterne. L'importante è che ci sia una costante attenzione sui territori di montagna e sulle necessità di comunità come la nostra che meritano un'attenzione al di là dei numeri che non sono sicuramente quelli di grandi centri urbanizzati.