Oggetto del Consiglio n. 637 del 27 maggio 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 637/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla sperimentazione del 5G sul territorio regionale".
Bertin (Presidente) - Ci scusiamo per il leggero ritardo nell'iniziare i lavori del Consiglio, che è stato determinato in ragione di un prolungamento dei lavori della Commissione Regolamento più del previsto.
Alla presenza di 33 Consiglieri, possiamo iniziare i lavori del Consiglio regionale.
Siamo al punto n. 47 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione dell'interpellanza, il vice presidente del Consiglio Sammaritani ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Iniziamo questa seduta parlando di 5G, un tema molto importante perché si apre a quello che spesso è un confronto, direi di difficile soluzione, fra lo sviluppo tecnologico e scientifico e la salute pubblica, un tema che naturalmente non può essere trascurato da un'assemblea legislativa come questa. Quindi ci siamo occupati di questa tematica anche di fronte alla circostanza che si è costituito di recente anche in Valle d'Aosta un comitato che si interessa appunto di questa tematica, il Comitato Valle d'Aosta 5G salute e ambiente, e quindi richiamando anche precedenti iniziative della scorsa legislatura, quando per esempio nel novembre del 2019 si discusse una mozione che richiedeva la sospensione della sperimentazione sul territorio regionale del 5G, ricordata anche l'importanza da un lato della necessità di adeguare anche la nostra Regione alle nuove tecnologie - ne abbiamo già parlato anche qualche interpellanza fa -, ma dall'altro di non trascurare il tema della salute pubblica nel rispetto dei principi della prevenzione, della precauzione, ormai riconosciuti, anche a livello di Unione Europea, come fondamentali presidi di tutte le esplicazioni dell'agire pubblico, allora interpelliamo l'Assessore competente per conoscere quale sia lo stato dell'arte della sperimentazione del 5G in Valle d'Aosta e se l'attuale Governo regionale abbia assunto delle linee di condotta programmatiche in tema di gestione di tale tecnologia della relativa sperimentazione e dell'intervento degli operatori del settore sul nostro territorio; se l'Arpa abbia proceduto a effettuare studio o controlli sulle emissioni elettromagnetiche connesse alla tecnologia 5G e quali siano gli intendimenti del Governo regionale in ordine alla sperimentazione del 5G, anche in relazione alle manifestate preoccupazioni da parte di alcuni Sindaci valdostani.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Marzi.
Marzi (AV-SA) - Riguardo alle premesse dell'iniziativa, ritengo doveroso ricordare che la mozione del 6 novembre 2019, alla quale fa riferimento il collega, non è stata approvata dal Consiglio regionale e che pertanto non esiste a oggi alcun atto formale d'indirizzo su questo tema.
Condivido invece sulla necessità di adeguare la nostra regione alle nuove tecnologie senza trascurare il tema della salute pubblica, nel rispetto dei principi della prevenzione e della precauzione.
L'applicazione dei principi di prevenzione, di precauzione non può però tradursi nel non fare sempre e comunque. Ritengo che nell'azione politica e amministrativa sia fondamentale formulare strategie e fissare obiettivi - valutando e ponderando tutte le opzioni consultando gli esperti del settore - e operare per diffondere una conoscenza obiettiva e autorevole. Un approccio quindi di matrice ecologista e non ambientalista.
Per questo motivo, incuriosito dalla materia e dalla sensibilità rivolta al tema, ho deciso di scrivere il 29 aprile 2021 all'ente regionale incardinato nell'Assessorato all'ambiente, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente stessa, e cioè l'Arpa, da lei citata, e ho scritto quanto segue:
"Oggetto: tecnologia 5G. Lo sviluppo della tecnologia 5G rientra tra i principali obiettivi dati dall'Europa entro il 2025, prevedendo appunto una copertura 5G ininterrotta per le principali città, nonché per le principali vie di comunicazione. A tale proposito, il Governo regionale sta promuovendo la diffusione della rete pubblica in fibra ottica su tutto il territorio, con l'obiettivo di: assicurare la connettività nelle aree agricole montane; migliorare l'accessibilità alla rete per gli edifici scolastici e le strutture socio-sanitarie sul territorio; monitorare i flussi turistici; realizzare la comunicazione dei rischi in tutti i punti critici del territorio stesso; implementare la tele-medicina e la tele-assistenza e così via.
Come è noto, la tematica 5G raccoglie una serie di sensibilità che vanno al di là della valenza tecnologica e di sviluppo che questo tipo di reti porta con sé, a partire dai piani di sviluppo europei succitati.
Per quanto sopra esposto, al fine di fare massima chiarezza sull'argomento, si chiede a codesta agenzia, per quanto di competenza, quali siano le iniziative poste in essere e quelle previste a fini sia di controllo che di studio, nonché di divulgazione e confronto con il territorio" eccetera eccetera.
La risposta dell'Arpa del 4 maggio - ricordiamo che le Arpa sono enti terzi dotati di personalità giuridica e autonomie proprie - ha contribuito a impostare la risposta alla presente iniziativa.
Nella nostra regione Arpa è una struttura organizzativa che non solo deve svolgere questi compiti da un punto di vista istituzionale, ma possiede anche le competenze tecniche e scientifiche per supportarci su questi temi, e Arpa ha operato in tal senso con professionalità e competenza non solo da adesso, ma sin dalla primavera del 2020 quando si sono diffuse sui giornali e sui social considerazioni d'interventi molto critici sulla tecnologia 5G.
Tali affermazioni, basate a volte su considerazioni prive di accertamenti scientifici, se non addirittura false o assurde, generavano persino tesi complottistiche ipotizzanti l'utilizzo delle radiazioni del sistema 5G per diffondere la pandemia.
I tecnici dell'agenzia regionale hanno redatto e pubblicato sul sito agenziale diversi contributi di approfondimento sul tema ricchi di rimandi bibliografici. Tali documenti sono anche presenti nell'archivio degli articoli divulgativi: "Il ruolo dell'Arpa nell'autorizzazione e nel controllo dell'emissione degli impianti del sistema 5G" e "5G l'importanza di conoscere - incontri con i Sindaci".
Il messaggio chiave degli articoli è che il termine 5G sta per tecnologia di quinta generazione, che si inserisce quindi in un flusso di continuo sviluppo delle radiocomunicazioni.
La tecnologia 5G è l'evoluzione di quella esistente e non una novità assoluta, pertanto l'apparato normativo, sia per le autorizzazioni sia per i controlli sui valori emessi, è già presente e mantiene la sua assoluta validità.
Il principio cautelativo viene dunque mantenuto. Quando si inserisce una nuova tecnologia, non si possono in ogni caso superare i limiti normativi consentiti. Gli impianti 5G sono infatti assoggettati a tutti i passaggi autorizzativi applicati da circa venti anni sui progetti d'impianti per radiotelecomunicazioni sia in base a norme nazionali sia regionali, la legge regionale 31/2000, divenuta poi legge regionale 25/2005.
Per esemplificare al momento le tecnologie utilizzate sono: il 2G, e cioè il GSM che verrà molto probabilmente mantenuto ancora per un po' di tempo, il 3G destinato a essere spento quasi ovunque, il 4G e il 5G che sono destinati a convivere per molti anni, basti pensare che il passaggio da 3G a 4G è stato avviato nel 2012 e che ancora oggi queste due tecnologie convivono.
Se un gestore decidesse di spingere al massimo della potenza consentita una delle tecnologie già presenti, ad esempio il 2G, lo potrebbe fare andando evidentemente a togliere potenza alle altre tecnologie.
Questo aspetto sgombera il campo dall'idea che aggiungere una nuova tecnologia porti a un incremento indiscriminato della potenza autorizzata e quindi del campo elettromagnetico emesso; deve essere chiaro che non è così, perché il limite di emissione che può essere raggiunto rimane sempre lo stesso.
Questo è uno degli argomenti che sono stati toccati il 27 luglio 2020 durante l'incontro con gli amministratori dell'Unité des Communes valdôtaines Mont-Emilius che avevano chiesto un'occasione di confronto tecnico per poter rispondere a istanze dei cittadini.
Iniziativa analoga è stata chiesta qualche mese fa dai Sindaci di La Plaine di Aosta, ma risulta ancora da realizzare a causa della pandemia.
Per quanto riguarda il confronto con i cittadini, Arpa riceve richieste di accesso alla documentazione a cui risponde puntualmente, proponendo anche incontri di approfondimento.
Arpa partecipa inoltre attivamente ad attività di elaborazione di linee guida nell'ambito di gruppi di lavoro del sistema nazionale di protezione dell'ambiente, finalizzate a mettere a punto metodologie omogenee sul territorio nazionale al fine di perfezionare le simulazioni modellistiche e rilievi strumentali di segnale 5G.
Ancora un tecnico dell'agenzia partecipa ai lavori del comitato elettrotecnico italiano, CEI, l'ente preposto alla stesura di norme tecniche in campo elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni nel comitato CT 106 "Esposizione umana ai campi elettromagnetici".
Infine l'agenzia nel mese di ottobre 2019 ha presentato un progetto di ricerca, avviato nel 2018 dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare inerente ai rischi connessi alla esposizione a campi elettromagnetici a bassa e alta frequenza che copre anche le emissioni del sistema 5G.
Sul progetto, realizzato insieme ad altre componenti del sistema nazionale di protezione dell'ambiente, nell'ambito del programma di protezione di attività e ricerche di sperimentazione tecnico scientifica nonché di coordinamento dell'attività di raccolta di elaborazione e di diffusione dei dati al fine di approfondire i rischi connessi all'esposizione a campi elettromagnetici a bassa e alta frequenza, il Ministero ha chiesto alcune integrazioni alla documentazione proposta e dovrebbe esprimersi nei prossimi mesi sulla approvazione e sul relativo finanziamento.
In sintesi, l'agenzia non ricopre solo le necessarie funzioni in termini di controllo e di monitoraggio dei predetti impianti di nuova tecnologia, ma - grazie all'attività di ricerca finalizzata cui ha inteso partecipare in ambito nazionale - può anche svolgere un adeguato supporto tecnico per le attività che l'Amministrazione intende porre in atto sul territorio regionale.
Venendo al primo quesito, la delibera n. 231/18 dell'autorità delle garanzie delle comunicazioni in merito alla sperimentazione del servizio 5G, riporta quanto segue:
"Area di sperimentazione 5G: l'area geografica ove possono essere realizzati i progetti di sperimentazione pre-commerciali per reti e servizi 5G, ai sensi dell'avviso pubblico del Ministero del 16 marzo del 2017, le aree di riferimento per la sperimentazione sono quelle delimitate nei confini amministrativi e delle seguenti aree: area metropolitana di Milano, Prato, l'Aquila, Bari, Matera", pertanto in Valle d'Aosta non era prevista né è stata svolta alcuna sperimentazione.
Il disciplinare di gara per l'assegnazione delle frequenze per il servizio 5G nel Ministero dello Sviluppo Economico di cui al bando di gara pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 80 del luglio 2018, quinta serie speciale Contratti Pubblici contiene: l'elenco dei comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti per i quali sono definiti tempi e modi per garantire l'obbligo di copertura di cui all'articolo 12 comma 4 della delibera 231/18 dell'autorità per le garanzie delle comunicazioni nel quale, per la Valle d'Aosta, sono inseriti i Comune di Bionaz, Perloz e Cogne; l'elenco di tutti i comuni nazionali con un numero di abitanti inferiore a 5 mila che non sono inclusi nelle liste d'obbligo per i quali sono definiti i tempi e i modi per garanzia alla copertura obbligatoriamente, a meno di eventuali richiedenti priorità, nel quale per la Valle d'Aosta sono inseriti i Comuni di Oyace e di nuovo Perloz.
L'Arpa ha confermato che ci sono da un paio d'anni richieste per la tecnologia: fino a metà del 2020 non erano ancora entrati in funzione impianti già autorizzati con parere favorevole rilasciata dall'Arpa stessa.
Dalla seconda metà del 2020 è anche avvenuta l'accensione di qualche impianto di cui Wind ha pubblicato l'avviso del DSS che è la condivisionale del segnale 5G in banda LTE, cioè 4G.
L'Amministrazione regionale non dispone di piani di realizzazione e attivazione delle reti cellulari che sono di competenza degli operatori di telecomunicazioni, così come previsto dalla normativa vigente.
L'amministrazione stessa intende però svolgere attivamente un duplice ruolo: da un lato di studio e approfondimento delle tematiche di sicurezza attraverso Arpa, dall'altro di valutazione delle potenzialità che questa tecnologia può apportare alla connessione sul territorio regionale nell'ambito e nel completamento del programma di realizzazione della banda larga.
In relazione alle difficoltà derivate dall'orografia del territorio montano, abbinate alla distribuzione delle utenze, ricordo poi la norma regionale di settore, la 25/2005.
Le autorizzazioni vengono rilasciate sulla base di simulazioni di campo elettrico generato come se tutti gli impianti insistenti su una porzione di territorio fossero contemporaneamente accesi alla massima potenza definita dalla normativa; nel caso della tecnologia 5G quindi, avviene come se tutti i fasci possibili sintetizzabili dall'antenna fossero contemporaneamente attivi, cosa che per la tipologia di funzionamento della tecnologia in questione è statisticamente improbabile.
Ci si pone così nelle condizioni peggiori che si possano verificare in termini di esposizione.
Con riferimento al secondo quesito, ribadisco che ad Arpa, accanto alle funzioni di studio che ho evidenziato prima, spetta anche la funzione di controllo.
Al momento la rete è in via di realizzazione, i terminali mobili sono ancora poco diffusi tra la popolazione e i segnali irradiati sono di bassa intensità.
Parallelamente allo sviluppo della rete, i costruttori di strumenti stanno iniziando a proporre sul mercato sistemi di misura portatili come devono essere quelli che i tecnici Arpa utilizzano quando si recano presso abitazioni o luogo di lavoro per eseguire i rilievi.
L'agenzia ha in previsione l'acquisto di un analizzatore portatile specifico per segnale 5G nei prossimi mesi: già adesso è comunque in grado di misurare il segnale 5G, ma senza distinguerlo dall'insieme dei contributi di tutte le altre sorgenti radio.
Rispetto al terzo quesito, informo che recentemente mi sono state presentate le conclusioni di uno studio sulla possibilità di sviluppo dell'Internet in Valle d'Aosta, nel quale l'espansione dei servizi digitali è connessa allo sviluppo di un'efficiente rete infrastrutturale in grado di supportare lo scambio di dati e del quale la tecnologia 5G è una componente importante.
Questo è uno degli argomenti che riguardano l'innovazione digitale sui quali propongo un'informazione specifica in Commissione consiliare, non per discutere astrattamente sul 5G ma per verificare quale deve essere l'impostazione della crescita dei servizi digitali nella nostra regione e di come sviluppare l'infrastrutturazione digitale del territorio.
Parallelamente è già avviata, ma dovrà essere potenziata, l'attività d'informazione di studio che Arpa sta portando avanti su questi temi incontrando i cittadini e gli amministratori locali.
Naturalmente la risposta è articolata e quindi gliela fornirò.
Presidente - La invito a essere però un po' più sintetico nelle premesse. Passo la parola al consigliere Sammaritani per la replica.
Sammaritani (LEGA VDA) - Assessore, comprendo che lei abbia fatto le corse per leggere tutto quello che era stato preparato; il tema è molto importante perché come dicevo già nelle premesse dell'illustrazione, siamo sempre lì in una situazione in cui dobbiamo conciliare o tentare di conciliare da un lato il progresso tecnologico, e quindi sicuramente non vogliamo rinunciare a questo, anche perché probabilmente è addirittura impossibile nel nostro tipo di società, per altro verso però ci poniamo dei problemi in ordine alla salute pubblica soprattutto quando si introducono tecnologie di cui in realtà non si conosce esattamente perfettamente la natura, la si conosce dal punto di vista scientifico, è corretto quello che lei dice, stiamo parlando di radiofrequenze, cosa che ormai conosciamo da tanto tempo, anche se è importante sottolineare come questo tipo di frequenza, questo tipo di emissioni, quindi non ionizzanti, sono di natura essenzialmente umana, nel senso che le produciamo noi con queste apparecchiature ma in natura ce ne sono in misura abbastanza bassa a differenza di altre radiazioni che hanno natura diversa.
Quindi bisogna stare molto attenti perché io ho cercato di andarmi a documentare, chiaramente non è facile, è un ambito molto complesso questo e scientificamente anche articolato.
Ho ascoltato anche il Webinar che c'è stato due settimane fa, organizzato appunto da questa associazione che è operativa anche in Valle d'Aosta il cui approccio mi è piaciuto peraltro perché non era sicuramente un approccio di tipo complottista, cioè "no a priori". È un approccio corretto, io credo, le giuste preoccupazioni per una tecnologia che è vero, conosciamo già da tempo ma che comunque è un'evoluzione molto importante.
Lei stesso ha citato nell'acronimo "IOT" inglese, Internet delle cose, Internet of things in inglese appunto, perché consente un passo avanti in questo tipo di tecnologia e soprattutto - molto importante e molto peculiare per il nostro territorio - se ne è già parlato, lei stesso ha fatto cenno quando appunto si discuteva, tempo fa, l'interpellanza della collega Spelgatti sulla banda ultra larga, il Wi-Fi: il nostro territorio è morfologicamente molto particolare e quindi per far arrivare anche il 5G, come altre tecnologie, e diffonderlo in tutto il nostro territorio, ci vorranno ancora più antenne rispetto al normale: se in pianura con un'antenna raggiungi un certo tipo di utenza, in Valle d'Aosta di antenne ce ne vorranno di più.
Sono andato a vedere un rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità del 2019 dove si parla appunto di 5G ed effettivamente diciamo che il rapporto ha un approccio naturalmente di certo tipo, non è sicuramente allarmistico, è un po' come la sua risposta, governativa evidentemente, non può che essere così, però ci sono dei punti abbastanza critici. Quando si dice per esempio: "Si è intensificata la ricerca su eventuali effetti nocivi di esposizioni prolungate ma di intensità inferiore ai livelli raccomandati per la protezione degli effetti nocivi accertati". Allora gli effetti nocivi accertati non si sa neanche bene quali siano, ma comunque si adottano certe misure. Si capisce che chiaramente stiamo ancora brancolando abbastanza nel buio, così come su altre tematiche; è una tecnologia ancora in fase di sperimentazione e questo comporterà - lo dice questo stesso rapporto - sostanziali modifiche alle infrastrutture delle reti di antenne installate sul territorio.
A differenza di quello che adesso sono le reti fino al 4G attualmente attive, in maggior parte il 5G porterà effettivamente dei cambiamenti, proprio per la natura del sistema tecnologico che adotta. Dice ancora questo rapporto a pagina 18: "L'introduzione della tecnologia 5G potrà quindi portare scenari di esposizione molto complessi con livelli di campo elettromagnetico fortemente variabili nel tempo, nello spazio e nell'uso delle risorse delle bande di frequenza".
Questo naturalmente comporterà in automatico delle interazioni anche con le cellule umane.
Quindi un tema che sicuramente è da attenzionare in modo molto importante, perché questo è il nostro ruolo, non possiamo chiudere gli occhi e girare dall'altra parte lo sguardo solo perché la tecnologia è nuova e in quella direzione bisogna andare.
Io dico quindi, come dicevo prima, che per questo Comitato che si è costituito l'approccio deve essere corretto, non integralista, non di un rifiuto aprioristico, ma sempre guardando quei principi di prevenzione e precauzione appunto che devono essere dei presidi che non possono essere negoziati.
Quindi a questo punto noi, come rappresentanti di questa collettività, dobbiamo farci carico di questa tematica e approfondirla. E lo faremo sicuramente.