Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 623 del 26 maggio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 623/XVI - Interpellanza: "Azioni a sostegno dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilità durante la sospensione della didattica in presenza".

Bertin (Presidente) - Punto all'ordine del giorno n. 34. Per l'illustrazione dell'interpellanza, passo la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Con la presente interpellanza intendo raccontare una vicenda che anche qui di edificante purtroppo ha ben poco. Il 15 aprile - questa interpellanza purtroppo arriva con un pochino di ritardo - abbiamo appreso la notizia secondo la quale un dirigente, più precisamente il Dirigente dell'Einaudi, aveva chiesto il rientro in classe di alcuni studenti di seconda e terza media per il supporto ai loro compagni con difficoltà. Avevo personalmente apprezzato e condiviso questa iniziativa, che mirava ad abbattere concretamente le barriere che, purtroppo, questa direi terribile dannatissima didattica a distanza ormai ha creato fra gli studenti e in generale fra tutte le persone che hanno voglia di un minimo di socialità, ovvero questa distanza che si è creata fra gli alunni, senza alcuna problematica, che sono confinati a seguire le lezioni in remoto, mentre quelli con disabilità o difficoltà confinati in classe, quasi ghettizzati, certo sicuramente favoriti dalla didattica in presenza ma di certo isolati all'interno delle classi vuote.

L'iniziativa del Dirigente era ed è tutt'ora in linea con le misure compensative che sono state disposte dal Ministero dell'istruzione e che danno la possibilità di formare piccoli gruppi di 7-8 studenti per classe proprio per evitare questa ghettizzazione e quindi permettere, nonostante i limiti della zona rossa, a questi gruppi di potersi recare in classe con il supporto relazionale con i ragazzi con disabilità o con altre difficoltà. Una logica che in questo caso è assolutamente evidentemente inclusiva che in Valle d'Aosta viene già praticata in molte scuole, ma che si è purtroppo scontrata con un nemico insospettabile.

Gli insegnanti infatti - e qui cercherò di essere molto preciso anche attenendomi a quella che è stata la loro comunicazione agli organi d'informazione, perché si sono dimostrati particolarmente suscettibili - hanno giudicato le disposizioni del Dirigente non confacenti al corretto iter così come riportato dal loro comunicato stampa che vado a leggervi: "la circolare del Dirigente datata 8 aprile 2021 relativa ai piccoli gruppi e che dava seguito al decreto-legge n. 44 del 1° aprile 2021 e la possibilità, se e dove applicabile, di svolgere l'attività in presenza per mantenere le relazioni educative e l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, è stata inviata il 9 aprile 2021 ai genitori delle classi seconde e terze e contemporaneamente ai docenti delle classi seconde e terze della scuola secondaria per ragioni di tempo ma non a tutto il collegio docenti. I docenti delle istituzioni hanno quindi ritenuto opportuno chiedere una riunione straordinaria dell'intero Collegio per potersi confrontare ed esprimere in merito alle iniziative didattiche da intraprendere. Durante tale riunione svoltasi il 14 aprile 2021, in prospettiva di una prossima zona arancione, i docenti si sono espressi a maggioranza a favore del ricorso temporaneo alla didattica a distanza non come soluzione ottimale in assoluto, ma come male minore in questa specifica situazione".

Ora, io leggo in maniera burocratica questo comunicato stampa, però mi permetto di fare delle osservazioni personali. Quali che siano le motivazioni che hanno portato al ritiro della politica dei piccoli gruppi, risulta evidente che a uscire sconfitti siano sicuramente gli studenti: tanto gli studenti disabili quanto i componenti dei piccoli gruppi, che avrebbero sicuramente potuto spezzare l'isolamento forzato che la didattica a distanza ha costretto loro e avrebbero potuto sostenere i propri compagni in presenza, ma, purtroppo, non avevano fatto i conti con la burocrazia.

Alla luce di questo purtroppo triste evento, anche se sono perfettamente conscio del fatto che ci avviciniamo alla fine dell'anno scolastico, ma è bene essere preparati, si vis pacem, para bellum mi permetto di ripetere sempre, evidentemente è un motto che a qualcuno può anche risultare indigesto, ma è sempre stata la mia filosofia di vita. Alla luce di questo evento, le chiedo, Assessore, se sia a questo punto intenzione dell'Amministrazione regionale porre in essere ogni azione necessaria atta a realizzare l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità anche nell'eventualità della nuova sospensione, ci auguriamo ovviamente che non accada, della didattica in presenza.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Io ho una risposta molto articolata, che magari poi le darò, così come darò anche le risposte che avevo promesso. Sostanzialmente tutto quello che è avvenuto è regolare, il Dirigente scolastico aveva gettato il cuore oltre l'ostacolo partendo dal presupposto che la normativa nazionale, che poi le darò perché è inutile che vi tedi con decreti ministeriali e circolari... aveva deciso di adeguarsi a un principio che emanava dalle disposizioni nazionali, quello di dire: va benissimo che vadano a scuola i bambini e i ragazzi in difficoltà ma fra le difficoltà che loro possono avere c'è anche quella di ritrovarsi in classe in una situazione di isolamento, cioè andava benissimo per chi è in difficoltà essere seguito dal vivo, perché sappiamo che questo significa avere personale d'appoggio, assistenti o cose di questo genere, però nella ratio che io personalmente condivido si diceva: ci deve essere anche una piccola percentuale, non tutti naturalmente, di compagni di classe perché c'è bisogno di stare assieme, cioè è un isolamento in casa la DAD, la didattica a distanza, è un isolamento lo stare in classe senza i propri compagni di classe.

Il Dirigente scolastico è stato richiamato ai regolamenti, c'è stata una protesta di tipo sindacale, che ha innescato poi una protesta più generale degli insegnanti, che ha portato a un atto del tutto legittimo da parte degli insegnanti, rispetto al quale, tra l'altro, noi non abbiamo particolari competenze, perché, come voi sapete, le regole principali che reggono la scuola sono regole di tipo nazionale e, tra l'altro, indicano nel dirigente scolastico una responsabilità e direi anche dei poteri che nessun dirigente regionale normale ha. Loro hanno dei poteri enormi che però sono attenuati da un sistema di condivisione molto specifico.

Molti colleghi qui in aula mi hanno fatto presente all'indomani di questo episodio che è stato ovviamente citato dai giornali... però io devo dirle con molta franchezza, visto che lei fa un discorso anche di tipo prospettico, che io credo che l'unica soluzione, nel caso in cui dovesse oggi tornare un'emergenza di questo genere, sia quella di contemperare il principio dell'autonomia scolastica, che è presente addirittura in un riferimento all'articolo 117, così come modificato nel 2001, che rischia, a mio avviso, in determinate situazioni di creare dei feudi, cioè delle situazioni nelle quali paradossalmente... io l'ho visto durante l'epidemia ci sono state su regole nazionali delle interpretazioni diverse derivanti dal carattere, dalla personalità dei dirigenti scolastici o dalla decisione dei cosiddetti "organi collegiali".

Da notare che gli organi collegiali sono quelli per i quali io protestavo come studente del quarto ginnasio nel lontano 1975, tanto per dire come l'organizzazione scolastica... ogni tanto qualcuno dice: "questa è la scuola del ministro gentile", è la scuola del passato, nel senso che c'è un'organizzazione che è fatta così, non perché si debba essere più decisionisti ma forse, se ci saranno di nuovo delle misure di questo genere, bisogna, come dicevo, contemperare l'autonomia scolastica anche con le esigenze di chi nella scuola c'è.

In questo caso io non voglio polemizzare con nessuno perché oramai è una situazione che è statica, si è decisa e lo stesso Dirigente scolastico ha poi interpretato in positivo la decisione assunta dal Collegio docenti, però io credo che effettivamente in futuro, qualora ci fossero queste necessità, bisogna capire che la presenza di altri compagni di classe è un elemento importante della nostra umanità. Vanno benissimo quindi i decreti ministeriali, i Dpcm, i regolamenti, le strutture, le burocrazie, però credo che in futuro, se si creassero casi di questo genere, forse nelle normative nazionali bisogna essere più chiari e coordinati laddove si manifestino situazioni di questo genere.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente l'Assessore che con tutta evidenza non ha potuto far altro che prendere atto della correttezza sicuramente delle scelte adottate dagli organi collegiali, i famigerati organi collegiali, e che quindi ovviamente non si possono contestare perché hanno seguito il regolamento. È altrettanto vero che si può seguire il regolamento alla lettera e far mancare il servizio, e una di queste modalità è quella che chi ha studiato economia o scienze politiche o giurisprudenza conosce come la modalità dello sciopero bianco, ovvero l'interpretazione pignola e maniacale delle regole che evidentemente... per esempio, è famoso il caso delle poste, non permettono di eseguire il servizio e quindi adottano una protesta pur lavorando e quindi non viene nemmeno sospeso lo stipendio.

Quello che però, secondo me, era necessario evidenziare, quello che si potrebbe fare, così le do un prospetto del mio pensiero... da una parte ritengo ci sia stata, ed è da condividere e premiare, la volontà del Dirigente, che ha deciso in maniera assennata, secondo me, di voler spezzare questo isolamento che si era creato con la didattica a distanza e lo ha fatto appunto proprio con spirito di condivisione, con spirito sicuramente positivo, perché io credo proprio che forse lo sforzo minore sarebbe stato quello di non modificare nulla, quindi di non scegliere di fare qualcosa di più rispetto alla DAD. È stata adottata questa scelta, è stata proposta questa soluzione per venire incontro alle esigenze di studenti, ma anche perché uno dei maledetti effetti di questa pandemia, oltre alla questione economica che spesso viene evidenziata, io in prima persona ho spesso evidenziato gli effetti negativi di questa crisi... il punto è che questa crisi pandemica ha introdotto questo concetto che è un concetto che io trovo orribile: il concetto del distanziamento sociale promosso a verbo, quasi evocato come un dogma: "bisogna adottare il distanziamento sociale". Che bello, siamo tutti felici perché siamo distanti. Un Presidente del Consiglio utilizzò anche questa locuzione: "stiamo distanti oggi per abbracciarci con più forza domani", poi abbiamo visto come sono finite le cose... però il distanziamento sociale io trovo che sia un qualcosa di terribile, un qualcosa che deve essere combattuto, cancellato e dimenticato il prima possibile e un'azione di questo tipo, che va esattamente in quella direzione, invece di avere una burocratica trattazione all'interno di un organo collegiale che decide per motivazioni che oggettivamente non sono riuscito a comprendere, perché si definisce questa soluzione non come soluzione ottimale in assoluto ma come male minore in questa specifica situazione... io non ho compreso esattamente quale sia il male minore di un insegnante, che, invece che avere un alunno disabile in classe - solitamente ha una classe di 20-22 alunni - che segue la lezione, ne può avere 7-8 che seguono la lezione assieme a quell'alunno. Non ho capito oggettivamente quale sia la limitazione, quale sia il problema.

Allora chiudo, visto che è sera e magari sono tutti desiderosi di terminare il Consiglio, dicendo che probabilmente non si potrà contestare quella decisione, anzi, sicuramente non si può contestare quella decisione, ma probabilmente sensibilizzare la categoria degli insegnanti, piuttosto che gli organi collegiali, che in gran parte abbiamo visto poi presenti nelle piazze protestare contro la didattica a distanza... sensibilizzarli sui benefici e sulla necessità di andare a spezzare questo isolamento nel caso - e ci auguriamo che non accada mai - dovesse ripetersi questa terribile esperienza, potrebbe essere un'azione che per quanto labile sicuramente assolverebbe una funzione sociale che noi tutti qui in questo Consiglio dobbiamo assolvere.