Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 536 del 22 aprile 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 536/XVI - Interpellanza: "Azioni per la definizione del Piano di monitoraggio e sorveglianza regionale per la gestione dei rifiuti".

Bertin (Presidente) - Punto 49. Per l'illustrazione dell'interpellanza, il collega Brunod.

Brunod (LEGA VDA) - Richiamate le risoluzioni n. 1 e 2 relative al punto 40.03, petizione popolare promossa dal Comitato "La Valle non è una discarica", aventi come oggetto controllo radiometrico dei rifiuti e piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, approvati durante la seduta del Consiglio regionale tenutasi in data 13 e 14 gennaio 2021; ricordato che la risoluzione n. 1 impegnava il Governo regionale, in particolare l'Assessore competente, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire un percorso amministrativo atto a richiedere l'implementazione di un sistema di controllo radiometrico finalizzato alla rilevazione della radioattività con l'obiettivo di evitare che all'impianto di Chalamy, Pontey e Pompiod pervengano accidentalmente rifiuti che anche naturalmente possano presentare criticità per concentrazione di radioisotopi.

Ricordato che la risoluzione n. 2 impegnava il Governo regionale, e in particolare l'Assessore competente, anche in considerazione della citata revisione del piano regionale di gestione dei rifiuti, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire uno specifico piano di monitoraggio e sorveglianza regionale coordinato dalla Regione Autonoma che preveda, disciplini e programmi le attività future che le strutture regionali - l'Arpa, il Corpo forestale o ogni altro ente, agenzia o organismo competente - potranno mettere in atto per il protocollo delle modalità con le quali vengono svolte le attività di esercizio delle discariche di rifiuti speciali siti in Regione in tutte le relative fasi.

Evidenziata la grande importanza del piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, in quanto avrebbe lo scopo di promuovere maggiori azioni di controllo e trasparenza sulla tematica con un impegno a una sorveglianza superiore e che consentirebbe la piena operatività degli enti preposti alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica, dotandoli delle risorse economiche necessarie allo svolgimento di attività programmate definite.

I Consiglieri interpellano l'Assessore competente per conoscere cosa sia stato fatto della risoluzione n. 1dall'Assessorato competente nell'arco dei tre mesi trascorsi dalla data di approvazione, cosa sia stato fatto della risoluzione n. 2 dall'Assessorato competente nell'arco dei tre mesi trascorsi dalla data di approvazione e, come terza domanda: a fronte delle attività condotte e delle relative risultanze, quali siano le ulteriori attività che si intendono porre in essere sul tema.

Credo che il collega Ganis, come primo firmatario della risoluzione numero uno, abbia da aggiungere qualcosa in merito.

Presidente - Consigliere Ganis, per i minuti restanti.

Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Brunod. Nella seduta consiliare del 14 marzo, l'Assessore competente aveva espresso le seguenti parole: "Bisogna studiare fin da subito come intervenire. Non è sufficiente contare esclusivamente sul piano regionale dei rifiuti che sarà pronto fra molti mesi, si rischia di rimanere senza una norma per limitare fortemente l'afflusso dei rifiuti speciali verso le due discariche".

Detto questo, noi, come Gruppo Lega, avevamo proposto due risoluzioni: la prima riguardava l'implementazione del sistema di controllo radiometrico, la seconda definire un piano specifico di monitoraggio e sorveglianza regionale da attuare da parte dei soggetti competenti, entrambe finalizzate a controllare, sorvegliare e monitorare le procedure di smaltimento e gestione dei rifiuti.

A oggi stiamo ancora aspettando una risposta e - data l'importanza della questione relativa alle discariche sulla gestione dei rifiuti e alle preoccupazioni dei cittadini valdostani per quanto riguarda la salute pubblica - è evidente che certe soluzioni andrebbero prese nell'arco dei tempi stabiliti. Resta il fattore importante che il Consiglio regionale ha approvato entrambe le nostre risoluzioni.

In merito a queste considerazioni, vorremmo evidenziare che tutti gli investimenti che verranno fatti da oggi in poi saranno mirati a tutelare la salute dei cittadini valdostani e a salvaguardare le generazioni future e l'ambiente circostante. Questo è il nostro impegno.

Presidente - Per la risposta, l'assessora Minelli.

Minelli (PCP) - Premetto innanzitutto che l'impegno delle risoluzioni nei confronti del Governo regionale, così era scritto, è, nel caso di specie, corretto e pertinente in quanto l'argomento coinvolge le competenze di più Assessorati.

Le attività di sorveglianza ambientale sono infatti in capo al Corpo forestale della Valle d'Aosta, supportato sotto il profilo tecnico e scientifico da Arpa.

Successivamente all'approvazione delle risoluzioni 1 e 2 in data 14 gennaio, gli uffici competenti del Dipartimento ambiente di Arpa e del Corpo forestale della Valle d'Aosta hanno lavorato congiuntamente alla definizione di un documento di analisi di fattibilità di quanto richiesto nelle risoluzioni approvate.

Tale documento è stato redatto entro i tre mesi previsti dalla risoluzione ed è stato trasmesso agli Assessori competenti nella prima settimana di aprile. Il testo sarà esaminato quanto prima dalla Giunta, l'ho trasmesso al Presidente della III Commissione e provvederò a inviarlo agli interpellanti.

In sintesi, gli aspetti salienti relativi ai due quesiti della relazione di analisi fatta dagli uffici si possono così evidenziare: relativamente al primo quesito, la risoluzione impegnava il Governo, in particolare l'Assessore, a verificare entro tre mesi la possibilità di definire un percorso amministrativo atto a richiedere l'implementazione di un sistema di controllo radiometrico.

Dalla relazione emerge il fatto che l'assenza in Italia di una normativa organica e di requisiti tecnici specifici rende la situazione estremamente variegata sul territorio nazionale e, in diversi casi, per le autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni è difficoltoso imporre l'obbligo dell'installazione del portale di controllo radiometrico.

Vista la complessità della materia per la messa in atto delle azioni richieste dalla risoluzione, si ritiene pertanto necessario approvare preventivamente un atto d'indirizzo regionale che definisca casistiche e tecnologie da adottare per la misura radiometrica dei rifiuti conferiti nelle discariche di rifiuti inerti speciali non pericolosi.

L'installazione di un portale dotato di un sistema di controllo radiometrico presso le tre discariche oggetto della risoluzione implica, successivamente all'adozione di un atto d'indirizzo, la necessità di una modifica delle autorizzazioni in essere tesa a introdurre una prescrizione che imponga l'installazione di tale tipo di strumentazione. Sia l'installazione dei portali sia la loro gestione comporta ovviamente dei costi e i costi d'installazione e gestione per i tre siti dovranno essere sostenuti, sulla base del principio di "chi inquina paga", dal gestore.

Tali costi andranno recuperati in tariffa con degli incrementi che saranno a carico delle imprese che conferiscono.

C'è un ulteriore aspetto che emerge dalla relazione: stante le motivazioni alla base della petizione, si ipotizza che debba essere prevista la possibilità di un monitoraggio in remoto da parte del Corpo forestale e di Arpa, in tal caso andrà prevista la copertura dei costi di personale e di reperibilità in capo al Corpo forestale e all'Arpa stessa.

Le azioni conseguenti all'approvazione di un'implementazione di un sistema di controllo radiometrico presso alcuni siti di discarica per essere attuate comporteranno la messa a disposizione di somme aggiuntive nei capitoli di bilancio e un incremento della dotazione organica di alcune strutture dell'Amministrazione, aspetti, questi, che dovranno essere attentamente valutati e approvati.

Relativamente al secondo quesito, la risoluzione impegnava, anche in considerazione della revisione del pano dei rifiuti, a verificare la possibilità di definire un piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, come avete citato.

La relazione esamina anche la questione del monitoraggio e della sorveglianza, evidenziando in sintesi i seguenti aspetti: le attività di controllo ambientale sul territorio regionale sono svolte dal Corpo forestale della Valle d'Aosta, avvalendosi del supporto tecnico-scientifico di Arpa. I controlli sono eseguiti periodicamente sull'intero spettro previsto dalla normativa ambientale nazionale e su tutte le installazioni previste sul territorio. Data la vastità delle casistiche e del numero di impianti da verificare, questi controlli sono condotti attualmente nel limite delle risorse umane ed economiche disponibili. Esiste comunque un piano d'ispezioni ambientali che prevede l'esecuzione programmata di una serie di controlli fiscali di tipo amministrativo e analitico eseguiti dal Corpo forestale e da Arpa.

I costi di questi controlli sono attualmente sostenuti, ai sensi della normativa vigente, dal gestore.

Per andare oltre l'attuale sistema di controlli e definire per le tre discariche oggetto della risoluzione uno specifico piano di monitoraggio e sorveglianza, occorre mettere in atto una programmazione normativa, organizzativa e finanziaria.

Analogamente a quanto già illustrato per la disamina della risoluzione numero 1, occorre, anche in questo caso, predisporre anzitutto un atto regionale d'indirizzo che definisca i criteri tecnici e organizzativi per l'elaborazione di uno specifico piano di sorveglianza e controllo e le relative coperture economiche per lo svolgimento di questa attività.

La Giunta dovrebbe dunque decidere di procedere all'approvazione di un documento di linee guida che stabilisca esattamente i siti oggetto dello specifico piano e soprattutto la periodicità delle ispezioni, le tipologie delle verifiche da eseguire e disporre inoltre le misure per la relativa copertura economica.

Questa attività richiederà infatti un incremento del personale addetto alla sorveglianza e al controllo ambientale e i costi saranno a carico dell'Amministrazione regionale.

Sotto il profilo economico, la relazione ritiene che la copertura dei costi aggiuntivi di personale e di laboratorio possa essere stimata in almeno 200 mila euro annui.

Relativamente al terzo quesito, le attività da porre in essere sono già emerse analizzando i due punti. Anzitutto occorre l'esame e l'approvazione della relazione di fattibilità, che è stata trasmessa dagli uffici, e, a seguito o contestualmente all'approvazione del documento di fattibilità, dovranno essere messe a disposizione le adeguate risorse economiche prefigurate nel documento in capo alle strutture coinvolte e, in fase di definizione del piano di fabbisogno del personale, le necessarie dotazioni aggiuntive, anch'esse prefigurate nel documento. Entrambe le condizioni sono ritenute dalla relazione indispensabili per l'effettivo avvio delle attività.

A seguito della messa a disposizione di risorse economiche e del personale, sarà possibile definire - come io personalmente ritengo sia opportuno - uno specifico piano operativo di controllo radiometrico e un dettagliato piano pluriennale di monitoraggio e sorveglianza delle citate discariche di rifiuti speciali.

Come ho evidenziato poc'anzi, il documento dovrà essere esaminato ora dalla Giunta e si dovranno fare le opportune valutazioni nel merito.

Prima di concludere, ritengo che non si possa evitare un accenno alla sentenza della Corte Costituzionale di cui siamo venuti a conoscenza ieri e che interviene proprio sulla materia delle discariche di rifiuti speciali.

I temi dell'interpellanza e i provvedimenti da assumere dipendono ovviamente anche dalle dimensioni che nei prossimi mesi e anni avrà in Valle d'Aosta il fenomeno delle discariche per queste tipologie di rifiuti. La sentenza purtroppo cancella una norma regionale di tutela del territorio, che ho votato, e quindi, a mio avviso, si rende necessario un ulteriore e urgente intervento legislativo da parte della Regione.

Come è noto, fin dal mese di gennaio gli uffici dell'Assessorato all'ambiente, supportati dall'ufficio legislativo e dall'Avvocatura regionale, avevano predisposto un testo di legge che forse avrebbe potuto evitare la sentenza che è stata pronunciata. Un'azione scaturita dalle preoccupazioni derivanti dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale di leggi molto simili alla nostra, come quella della Regione Molise, cassata in autunno, che rendeva quindi prevedibile l'attuale risultato.

Su questa proposta non c'è stato un consenso sufficiente per giungere a un positivo risultato, ma i contenuti sono stati sostanzialmente recepiti in una proposta di legge depositata dai Consiglieri di Progetto Civico Progressista.

Ora è urgente che la Commissione competente riprenda subito in mano tale materia, senta i legali per le loro valutazioni sulla sentenza ed è opportuno che tutto il Consiglio lavori per un nuovo e urgente provvedimento legislativo in materia.

Da parte dell'Assessorato all'ambiente c'è, come c'è stata nei mesi scorsi, la piena disponibilità a lavorare in tal senso.

Presidente - Consigliere Aggravi per la replica.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Assessore, lei ha iniziato rispondendo che l'impegnativa delle due risoluzioni è onere di tutto il Governo regionale e, giustamente, cita il Corpo forestale e l'Arpa.

Io fossi un membro del Governo regionale la sua chiusura non l'apprezzerei, ma questa è una cosa che dovete gestire in seno alla maggioranza, penso.

Sono contento che due risoluzioni abbiano potuto dare un contributo futuro e mi auguro che i fondi si troveranno, mi auguro che le procedure verranno definite, però questa tipologia di soluzione è una soluzione che si occupa di una parte del problema perché, vede, c'è un problema di fondo che è soprattutto di natura politica, perché è facile dall'esterno o da certi banchi fare delle promesse o fare degli slogan, un'altra cosa è quando poi si va a governare.

Io dicevo spesso alla sua collega Pulz che è facile dire agli altri cosa fare, ma poi quando si ha una responsabilità, ovviamente, lì di solito ci si guarda intorno e si conta quanti si è e che forza si può avere.

Ci sono dei comitati che al di fuori lanciano delle proposte e delle provocazioni e qualche volta, mi spiace dirlo, invece che le soluzioni si lanciano soltanto dei semplici slogan di natura politica e c'è chi su questo ha sì fatto e ha sì ipotecato un certo tipo di consenso.

Ma non voglio andare troppo fuori tema, voglio concentrarmi su questi due aspetti; ripeto, queste due proposte... e, in particolare, in generale un piano di monitoraggio dell'esistente e anche del futuro permette di gestire una parte del problema che è la sicurezza di quello che c'è perché, non raccontiamoci storie, quello che c'è va gestito, non si può eliminarlo con un colpo di penna e io su questo farei tesoro di quello che la sentenza dice e puntualizza, ovvero si parla fortemente all'interno della sentenza dello strumento di pianificazione, o meglio degli strumenti di valutazione e soprattutto della previsione del territorio.

La rivisitazione del piano dei rifiuti sarà sicuramente fondamentale, perché si dovrà ovviamente mettere mano e cercare di rendere il piano dei rifiuti più green - penso che apprezzi questa definizione - ma quello che c'è, non raccontiamoci storie, è inutile - qualsiasi bandiera non tiene - va gestito e non va gestito soltanto dal punto di vista normativo, va gestito anche dal punto di vista dei rapporti con chi oggi ha la gestione di queste società, al netto di altre cose che dovranno fare il loro corso.

Perché dico questo? Perché ripeto, e torno a bomba, è facile a un certo punto quando si hanno responsabilità guardarsi intorno e vedere in quanti si è e, soprattutto, guardare da questa parte del tavolo e dire che tutto il Consiglio deve darsi da fare, perché si chiama sempre tutto il Consiglio quando c'è una difficoltà.

Ora che il bastone del comando ce l'ha lei, la leadership ce l'ha lei su questo argomento, la invito a farsi promotrice di quello che fuori è stato riportato e di quello che anche - mi perdoni, ma so che lo capirà - in parte lei ha cavalcato, perché le soluzioni che vanno date devono essere le soluzioni serie e percorribili, non dei sogni, perché purtroppo la realtà è diversa e fuori spesso si danno delle aspettative su cui poi la gente fa leva ed è brutto poi invece trovarsi a cercare per forza di attribuire la colpa a qualcuno. Purtroppo la situazione che c'è è tale e va gestita.

Quindi io la invito non soltanto a proporre proposte di legge, non soltanto a proporre ai suoi colleghi di Governo degli atti d'indirizzo che vanno benissimo e che recepiscono un lavoro che è stato fatto insieme, lo dico da parte di tutto il Consiglio, ma io la invito soprattutto a proseguire nella sua attività di Assessore all'ambiente nel novero di quello che è stato promesso al di fuori, perché altrimenti è facile parlare bene e poi, mi perdoni, razzolare male.

Presidente - Consigliere Manfrin, per mozione d'ordine.

Manfrin (LEGA VDA) - Solo per chiedere una breve sospensione a nome dei gruppi di minoranza.

Presidente - Va bene.

La seduta è sospesa dalle ore 15:25 alle ore 15:37.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo. Vedo una richiesta d'intervento da parte del Consigliere Manfrin, che ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Per chiedere, a nome dei gruppi di minoranza, una riunione della conferenza dei capigruppo.

La seduta è sospesa dalle ore 15:37 alle ore 15:58.