Oggetto del Consiglio n. 468 del 25 marzo 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 468/XVI - Dibattito sulle misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Come anticipato a inizio del pomeriggio, il Presidente della Regione ha chiesto di fare alcune brevi comunicazioni riguardo la situazione legata alla pandemia, agli incontri di oggi e alle determinazioni dei prossimi giorni. Presidente della Regione Lavevaz a lei la parola.
Lavevaz (UV) - Come ho accennato poc'anzi durante la seduta, non per non voler anticipare alcunché, questo pomeriggio semplicemente eravamo ancora in corso di valutazione di alcuni aspetti più tecnici che adesso vi illustro brevemente.
Come ho detto questa mattina abbiamo riunito l'unità di supporto di gestione dell'emergenza per valutare un pochettino la situazione generale aggiornata ad oggi, con i dati di oggi e sostanzialmente abbiamo preso atto che sia l'incidenza dei casi, quindi dei contagi settimanali ad oggi, ha superato ormai ampiamente i 250 casi ogni 100 mila abitanti, che era uno dei parametri previsti nel DPCM sostanzialmente come discrimine per il passaggio dalla zona arancione alla zona rossa.
Abbiamo in più ricevuto, come di consueto il giovedì, i dati informali per quanto riguarda il report settimanale della settimana scorsa e anche qui sostanzialmente abbiamo preso atto che anche il nostro RT ormai è da zona rossa, come peraltro era attendibile guardando i dati dell'incidenza.
Come sapete, è sufficiente una di queste due condizioni per il passaggio in zona rossa. Noi attualmente li abbiamo tutti e due, quindi abbiamo sostanzialmente preso atto della certezza di essere classificati con la prossima revisione, quindi da lunedì, in una zona rossa. Peraltro poi abbiamo preso atto di alcune altre questioni, in particolare dell'incidenza dei casi all'interno dell'Ospedale, che sono aumentati in maniera abbastanza importante negli ultimi giorni, ormai è cosa nota in questo anno, ahimè, di esperienza si è visto e si è ripetuto nel tempo che dopo un aumento di contagi segue abbastanza in maniera regolare dopo una settimana circa un aumento dei casi di ospedalizzazione, eccetera, quindi effettivamente ad oggi siamo in una situazione in cui è sostanzialmente necessaria l'apertura del terzo reparto Covid. Oltre a questo, abbiamo anche preso atto del fatto che ci sono alcune situazioni un pochettino più critiche, ne abbiamo già parlato ieri mattina nell'ambito delle comunicazioni, in alcuni comuni in particolare dove l'incidenza ha superato abbastanza ampiamente i 250 casi ogni 100 mila abitanti. In più oggi c'è stata l'individuazione di una variante che è stata isolata nel comune di Ayas: la cosiddetta "variante nigeriana", per la quale al momento non si conoscono ancora troppo le ricadute dal punto di vista sanitario. Sembra essere una variante un pochettino più resistente ai vaccini, però è tutto ancora un po' da verificare.
Quello che è stato evidenziato in maniera abbastanza chiara è che un po' tutti i cluster, i focolai che si sono creati in queste ultime settimane si sono creati sostanzialmente in ambito o familiare o comunque in ambito di momenti di svago o di convivialità, si è parlato addirittura anche a livello nazionale del caso di Ayas del cosiddetto "cluster", che sembrerebbe, ma ci sono ormai evidenze abbastanza chiare, legate a una partita di bocce, che sembra essere stata il punto di partenza di tutta una serie di contagi che al momento danno il comune di Ayas come il comune con più alta incidenza in Valle d'Aosta.
Come sapete, anche l'ultimo DPCM e anche il decreto-legge in realtà prevede che al raggiungimento di determinati indici di incidenza siano le Regioni a poter o, meglio, dover prendere delle iniziative restrittive per arginare il contagio, ovviamente sempre con i passaggi poi settimanali di riclassificazione, che rimangono ovviamente validi. Con l'unità di supporto quindi questa mattina abbiamo fatto dei ragionamenti su delle iniziative da mettere in atto già durante il week-end, inizialmente avevamo pensato ad anticipare la zona rossa a sabato avendo comunque la certezza di partire da lunedì, poi abbiamo trovato una mediazione, che va un po' nella logica di salvaguardare quelle attività economiche che sono ancora aperte nell'attuale zona arancione e che poi sarebbero comunque dovute chiudere lunedì, in particolare penso alle attività dei servizi alla persona, agli esercizi di vicinato, quindi parrucchieri, eccetera. La mediazione che abbiamo trovato quindi è di istituire da sabato mattina una limitazione sugli spostamenti e sostanzialmente da zona rossa, quindi dove gli spostamenti possono essere fatti solo per ragioni di necessità, che sono le famose necessità ormai ripetute: salute, lavoro o necessità legate alle attività che si possono svolgere. Ovviamente in questo caso anche le attività che sono aperte possono essere considerate spostamenti per necessità, faccio l'esempio: se il parrucchiere è aperto, come sarà, l'andare dal parrucchiere diventa una necessità possibile con questi spostamenti, quindi nella sostanza fino a domenica lasciamo le attività così come sono oggi, andiamo a introdurre un divieto di spostamento laddove non ci sia l'effettiva necessità di farlo. Per intenderci, quindi un divieto di spostamento che è nell'ambito di quello che il DPCM individua nel capo V, quindi nella cosiddetta "zona rossa". Questo è legato proprio al fatto che, come dicevo prima, l'evidenza dei contagi in ambito familiare e non in ambito lavorativo e neanche in ambito scolastico, di cui adesso parleremo in seguito, chiede questo tipo di limitazione per il week-end, perché il week-end ovviamente è il momento in cui le attività anche familiari sono più libere, quindi è necessario introdurre una limitazione che anticipi un pochettino le misure della zona rossa. Si è invece poi discusso ampiamente di cosa fare da lunedì, perché da lunedì, avendo comunque la certezza di avere un'ordinanza poi del ministro Speranza che ci colloca in una zona rossa, come abbiamo fatto con le altre ordinanze, abbiamo cercato di capire quali potessero essere le misure di mitigazione, o comunque di adeguamento, come abbiamo sempre fatto, della norma nazionale al nostro territorio. Per quanto riguarda gli spostamenti, quindi l'idea è di mantenere la possibilità di muoversi nei comuni vicini sempre e soltanto per necessità, come avevamo già fatto nelle altre zone rosse, quindi non andiamo a introdurre limiti di comuni confinanti, piuttosto che altre cose, stiamo nell'ambito dei comuni vicini, però deve esserci ovviamente lo stato di necessità per muoversi, così com'era prima.
L'ambito su cui ci siamo concentrati di più questa mattina però è l'ambito della scuola, perché, come abbiamo detto ieri mattina nell'ambito delle comunicazioni, l'attività di screening che è stata fatta ha portato dei risultati comunque incoraggianti e quindi questo credo sia utile da mettere in campo in un ragionamento come questo dove c'è un passaggio in una fascia di rischio più alta e quindi con l'unità di supporto si è sostanzialmente convenuto di forzare un pochettino la mano sull'apertura delle scuole. Mi spiego: prendendo proprio come base di partenza il risultato degli screening, che ha dato appunto un tasso comunque di incidenza abbastanza basso sulle scuole, ovviamente, come sapete, gli screening sono stati fatti sulle scuole degli ordini più elevati, delle scuole superiori sostanzialmente, però possono essere con buona approssimazione ampliati anche agli ordini di scuola inferiore, quindi vorremmo aprire con la nostra ordinanza la scuola primaria, la scuola dell'infanzia e gli asili nido, questo ovviamente per venire incontro innanzitutto alle esigenze dei bambini, perché anche qui ci sono, ahimè, delle evidenze scientifiche per le quali - e ne abbiamo anche parlato in quest'aula con diverse iniziative - soprattutto i più piccoli hanno patito in maniera molto importante tutta la prima fase di lockdown soprattutto dell'anno scorso, dall'altro lato mettere a frutto un pochettino questo risultato di questo screening e - perché no? - ampliarlo anche un pochettino, nel senso che, nel momento in cui dalla settimana prossima le scuole superiori e le scuole medie saranno in didattica a distanza, avremo anche le squadre che abbiamo predisposto per lo screening che comunque saranno libere e quindi potranno essere utilizzate eventualmente o per uno screening sulle scuole primarie o - questa sarà una valutazione che dovremo fare nelle prossime ore - piuttosto effettuare degli screening sulle zone, in particolare penso al comune di Ayas, piuttosto che Pont-Saint-Martin, Donnas e Courmayeur anche, che hanno delle situazioni un pochettino più da tenere sott'occhio. Da un lato, quindi, apriamo queste scuole, questi ordini di scuola; dall'altro, cerchiamo di fare degli screening o sulla scuola o, meglio, sulla scuola e sui territori che sono maggiormente da attenzionare in questa fase.
A essere precisi, per quanto riguarda la questione scuola, la questione è un pochettino più complicata perché sia il DPCM che il decreto-legge prevedono che, per quanto riguarda le misure più restrittive, ci sia la necessità di una comunicazione della Regione al Ministero, per quanto riguarda invece le misure più ampliative, quindi quella della scuola oggettivamente è una misura ampliativa rispetto al DPCM e al decreto-legge, che esse possano essere fatte previa intesa con il Ministro, quindi io mi sono premurato questo pomeriggio di scrivere al ministro Speranza spiegando la situazione, spiegando il perché vorremmo aprire la prossima settimana, motivando ovviamente, questi ordini di scuola, mettendo eventualmente anche a disposizione del Ministero lo screening che abbiamo fatto, perché peraltro si sta parlando anche a livello nazionale di fare degli screening sulla popolazione scolastica e quindi sostanzialmente chiedendo l'intesa. Io non so se da qua a lunedì riusciremo a chiuderla, però è un passaggio che andava fatto anche per motivare questo sforzo che facciamo rispetto al mondo della scuola per la prossima settimana.
Questo è un pochettino il quadro generale, quindi andremo a fare un'ordinanza per il sabato e la domenica per dare questa restrizione sugli spostamenti e poi sarà fatta una nuova ordinanza per la prossima settimana, che non poteva essere la stessa ordinanza per il semplice fatto che ad oggi non abbiamo lo strumento su cui appoggiare la nostra ordinanza, che sarà l'ordinanza del ministro Speranza che verrà fatta domani, quindi la nostra ordinanza può operare solo nei due giorni che rimangono da qua a domenica e poi l'altra ordinanza chiamiamola interpretativa, come abbiamo sempre detto negli ultimi mesi, sarà fatta da lunedì appoggiandosi all'ordinanza di Speranza che verrà fatta nella giornata di domani.
Spero di essere stato chiaro nell'illustrazione seppure in maniera sintetica.
Presidente - La parola al consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - È con un po' di difficoltà che intervengo dopo le sue parole, Presidente, per dirle ovviamente per quanto concerne il nostro gruppo che non condividiamo nel merito e nel metodo quello che lei ha appena comunicato a quest'aula.
Cominciamo dal metodo dove torniamo a comunicare le cose, ovvero le chiusure, gli sbarramenti, le limitazioni, la limitazione di movimento il giovedì sera per il sabato. Non è sicuramente la modalità migliore di comunicazione per qualcuno che deve ovviamente programmare le sue attività, sa benissimo che se lei dispone anche soltanto le aperture delle attività e poi limita gli spostamenti, avrà comunque un effetto inevitabile su quelle che saranno le attività e non condividendo nel metodo appunto di comunicazione, di tempistica e quant'altro, non condividiamo nemmeno nel merito, nel senso che, da una parte, è evidente che ci si nasconde sempre più, ma questo non solo lei, Presidente, dietro le unità di emergenza, i comitati tecnici scientifici non utilizzandoli per avere dei dati sulla base dei quali decidere ma lo si fa dicendo: "lo ha detto lui e quindi noi lo facciamo", abbiamo preso visione dei dati che attualmente ci riportano gli organi di informazione, perché noi non disponiamo di altri dati dove scrivono che ci sono 24 ricoverati di cui due in terapia intensiva, quindi non mi pare ci siano numeri da seconda guerra mondiale, peraltro vedevo una statistica nazionale che diceva che la Valle d'Aosta era ultima come numero di occupazione di terapie intensive con solo il 10 percento degli spazi occupati.
Riteniamo quindi, a fronte di questi dati, che evidentemente chiusure frettolose abbiano poco senso e hanno poco senso soprattutto, Presidente, nel momento in cui... non è chiaro perché ci ha detto, Presidente, che lei chiude gli spostamenti ma le attività rimangono aperte, quindi se io devo andare dal parrucchiere, lo posso fare perché è un'attività essenziale, però gli spostamenti sono chiusi.
Allora io sinceramente non capisco se sia un'operazione di facciata dove lei dice che chiude e in realtà non chiude, oppure un metodo per scoraggiare gli spostamenti, non è ben chiaro qual è il suo modo di muoversi, invece mai come in questo momento i Valdostani hanno bisogno di chiarezza, lasciamo perdere le partite di bocce e cluster e quant'altro che sfiorano il limite del ridicolo, ma questa è una considerazione personale.
Credo che invece i dati dello screening siano evidenti, cioè il fatto di avere 2.000 screening con 3 soli positivi sulla scuola credo sia un dato che parla da solo, quindi evidentemente quello che abbiamo detto e sostenuto è che in sicurezza, e continuiamo a sostenerlo, le attività non possono essere fermate.
Sono lieto che lei citi l'articolo 33 al comma 2 ovviamente del DPCM, così come l'articolo 38, sempre al comma 2, che le permettono di aprire ulteriormente, caso vuole però che lei si ricordi di questi compiti del DPCM e del decreto soltanto quando lei vuole chiudere, ma se ne dimentichi nel momento in cui le danno anche la facoltà di poter aprire. È straordinario, cioè lei si ricorda che noi abbiamo facoltà di negoziare con il Ministero soltanto quando vuole chiudere e non quando vuole aprire. È un po' curioso ma credo che sicuramente di questo ovviamente i Valdostani le chiederanno conto.
Presidente - La parola al consigliere Carrel.
Carrel (PA) - Abbiamo ascoltato le parole del presidente Lavevaz e avevamo già letto, come alcuni colleghi avevano già anticipato, certe notizie sui giornali. Certo che la confusione è tanta, chiudiamo lo spostamento ma permettiamo di andare nelle varie attività che rimangono aperte e poi da lunedì chiudiamo ma nei confini o, meglio, nei Paesi, comunque nei comuni ci si può muovere per determinate ragioni. Lo abbiamo chiesto dall'inizio dell'emergenza, chiediamo di essere molto chiari, questa è la prima volta che abbiamo avuto modo di confrontarci prima che l'ordinanza venga emessa e quindi questo è un vantaggio forse anche perché capita proprio in un giorno di Consiglio, ma chiediamo appunto che questa ordinanza sia più chiara possibile e che le comunicazioni vengano fatte e siano molto chiare e lineari perché chiudere agli spostamenti, ma permettere di andare dal parrucchiere e al ristorante anche solo per l'asporto capite bene che crea molta confusione e rischia di essere una non chiusura o, meglio, una chiusura finta. Dobbiamo quindi capire se stiamo dalla parte delle chiusure oppure dalla parte delle aperture.
Io non ho i dati, i dati che abbiamo sono i dati che riportano i giornali e non voglio assolutamente sostituirmi né a lei, né ai comitati che sono composti dalle persone che devono prendere delle decisioni, perché hanno delle competenze specifiche per prendere delle decisioni, però il nostro compito, e in questo caso il suo compito in primis, è appunto quello di essere chiaro e di definire al meglio qual è questa situazione.
Mi preme sottolineare, come gruppo, che proprio ieri abbiamo discusso un'interpellanza sulla richiesta di tenere aperte le scuole o comunque di contrattare, d'intesa con i Ministeri, e di cercare di capire quali fossero le possibilità dell'apertura delle scuole o almeno di alcuni gradi di scuola anche in zona rossa, l'ha presentata il collega Rollandin e, rispetto a quanto avevamo intuito ieri, cioè che non si poteva fare assolutamente niente in caso di zona rossa, siamo contenti di aver svolto al meglio il nostro ruolo di pungolo e quindi abbiate avuto modo di rifletterci e almeno di provare a tenere le scuole aperte per questi tre giorni che mancano prima della pausa pasquale.
Presidente - Non vedo altre richieste di intervento. Per la replica, ha chiesto la parola il presidente della Regione Lavevaz, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Ringrazio i colleghi per le sollecitazioni, ovviamente provo a rispondere nel merito, è chiaro che le comunicazioni dal giovedì al sabato vorremmo evitarle tutti ma, la situazione è tale per cui la gestione dell'emergenza richiede, come abbiamo visto nell'ultimo anno, anche una tempistica molto spesso anche molto, molto peggiore rispetto a iniziative dal giovedì al sabato.
Ho trovato sinceramente l'intervento del collega Manfrin alquanto contraddittorio perché ha fatto tutta un'elencazione di misure che abbiamo preso in maniera restrittiva quando di fatto siamo qua a parlare di ampliamenti delle misure, sia di quelle che abbiamo preso, e parlo di spostamenti... non so, chiedo a lei, collega Manfrin, se le risultano che ci siano altre Regioni che hanno dato la possibilità di muoversi all'interno di tutto il territorio regionale in zona arancione o che in zona rossa abbiano almeno tentato l'apertura delle scuole. Questo non credo che sia stato fatto, così come non è stato fatto nessun tipo di forzatura sulle attività, ad esempio, di personal trainer e di tante altre cose che in queste settimane abbiamo cercato, come abbiamo sempre detto, di utilizzare con il buon senso nell'ambito della nostra realtà territoriale, quindi cercando di adeguare le norme alla nostra realtà territoriale.
Ovviamente non dobbiamo neanche fermarci all'analisi dei dati, ad esempio, dell'Ospedale che lei citava ad oggi perché sennò non faremmo un buon servizio alla popolazione. Come ho detto già nell'illustrazione, i dati ospedalieri seguono in maniera molto precisa e con una cadenza temporale abbastanza definita l'andamento delle curve dei contagi, quindi abbiamo delle curve predittive sia per quanto riguarda le curve dei contagi che i dati sull'ospedalizzazione che ci dicono che il nostro Ospedale potrebbe già, dopo Pasqua, andare nuovamente in crisi se non cerchiamo di appiattire queste curve, perché le curve predittive si basano sulla situazione dei dati attuali e cercano di estrapolare l'andamento e quindi di predire quello che avviene nei giorni successivi. Anche qui ormai abbiamo circa un anno di esperienza per dire che effettivamente queste curve predittive, se non si cambiano le condizioni a contorno - così si dice in matematica -, cioè gli aspetti che stanno portando la curva a comportarsi in questo modo, e quindi vuol dire i nostri comportamenti, questa curva non cambia il proprio andamento. L'unica cosa quindi che possiamo fare è cercare di porre delle misure che in qualche modo cambino l'andamento di questa curva, quindi appiattiscano e facciano di nuovo scendere questa curva. Queste quindi sono le motivazioni per le quali abbiamo cercato di porre in essere queste misure così come quando abbiamo deciso di porre delle limitazioni sugli spostamenti intraregionali.
Se non c'è chiarezza - e qua vengo anche alla risposta del collega Carrel -, io lo capisco che ci possa essere ovviamente una non lineare conseguenza tra quello che si fa il sabato e la domenica e quello che si fa il lunedì, questo lo si è fatto soltanto perché si è cercato, per quanto possibile, di salvaguardare quello che era possibile salvaguardare il sabato e la domenica, perché l'alternativa era, ed era molto più semplice, molto più lineare e molto più facile da spiegare, di anticipare la zona rossa a sabato mattina, però si è detto: "siccome queste attività sono comunque attività che con la zona arancione sono comunque aperte, sono comunque gestibili dal punto di vista della sicurezza sanitaria, faccio l'esempio sempre del parrucchiere, perché è semplice da spiegare e da capire, se io ho il parrucchiere che è aperto sabato e domenica, lo spostamento sarà ammesso per andare dal parrucchiere semplicemente perché il parrucchiere è aperto il sabato o la domenica, così com'è ammesso in zona rossa lo spostamento verso il negozio di alimentari, perché il negozio di alimentari è aperto il sabato e la domenica, quindi questo è il ragionamento che abbiamo fatto. Sono assolutamente d'accordo che sarebbe stato più lineare e più facile da spiegare una zona rossa tout court dicendo che è tutto bloccato, i parrucchieri sono chiusi perché in zona rossa sono chiusi, gli esercizi di vicinato sono chiusi perché in zona rossa sono chiusi. Se uno sforzo è stato fatto, è stato per cercare di salvaguardare per il possibile ancora in questi due giorni queste attività. L'alternativa semplicemente era l'altra, quindi questo è.
Spero di aver risposto alle suggestioni.
Presidente - Vedo una richiesta da parte del consigliere Manfrin a cui passo la parola, invitandolo a non trasformare in un "botta e risposta" le sue valutazioni, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Se le regole che ci siamo dati in Capigruppo valgono, non era previsto una replica da parte della Giunta per cui io a quello stavo. Dal momento in cui viene prevista una replica della Giunta, penso che possiamo utilizzare i minuti rimanenti per la discussione.
Presidente - Non per porre altre domande.
Manfrin (LEGA VDA) - No, non pongo nessuna domanda ma sono stato chiamato in causa e quindi correttamente rispondo.
Presidente - Assolutamente risponda pure.
Manfrin (LEGA VDA) - Vede, Presidente, lei ritiene che io sia contraddittorio, però le dimostro brevemente che non è così, perché, vede, effettivamente la Valle d'Aosta ha avuto una possibilità di spostamento superiore rispetto alle altre Regioni, ma lei si è domandato perché è stata concessa questa possibilità di spostamento? Lo sa benissimo perché: perché la conformazione del nostro territorio ci permette evidentemente di non avere le possibilità che tutte le altre Regioni e tutti gli altri centri, ovviamente dalle altre parti del nostro Paese hanno, perché ci sono località, ci sono comunità che non hanno accesso ad alcune attività, ci sono località soprattutto che sono molto isolate e che evidentemente non risentono, per esempio, delle curve di contagio che possono risentire le zone maggiormente antropizzate, a meno che lei non mi voglia dire che i dati del contagio, dati, per esempio, di Aosta e Plaine sono perfettamente sovrapponibili a quello che accade nella comunità di Rhêmes o nella comunità di Chamois, non credo che sia così evidentemente. È quindi per questo motivo che la nostra comunità ha goduto e gode di una possibilità di movimento maggiore.
Quello che però effettivamente è contraddittorio invece nel suo atteggiamento è esattamente questo, cioè lei dice: adesso non si muove più nessuno, limitiamo gli spostamenti ma se voglio andare nelle attività, posso spostarmi. Oggettivamente quindi è un comportamento contraddittorio perché con una mano lei dice: gli spostamenti non si possono più fare ma se devo spostarmi per andare nell'attività, posso farlo. Quale delle due? Glielo ha già detto il collega Carrel, o c'è della chiarezza, oppure evidentemente si vogliono applicare delle misure ma si vuole dire che non lo si fa e quindi questo stare nel mezzo evidentemente non fa bene a nessuno. Questo è quello che abbiamo contestato e questo è quello che continuiamo a contestarle.
Presidente - La parola al consigliere Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Ovviamente non siamo qua a fare polemica e nel legittimo confronto credo che si debba dare atto al Governo regionale, al presidente Lavevaz, laddove ci sono stati i margini, di interpretare nel modo più estensivo le norme per consentire una certa movimentazione all'interno della nostra regione, solo per dire che nella zona arancione in cui siamo ancora oggi tutta una serie di spostamenti nelle altre regioni non erano consentiti, questi spostamenti non erano consentiti salvo il ragionamento del raggio, per cui tutta una serie anche di controlli che sono stati fatti in Valle d'Aosta, per esperienza personale, delle Forze di Polizia le hanno contestate, salvo poi prendere atto di un'ordinanza che era quella fatta dal Governo regionale che consentiva questo spostamento, così come tutta un'altra serie di attività.
Allora io capisco la difficoltà di chi deve prendere delle decisioni perché abbiamo tutti memoria, c'è un'inchiesta della Procura di Bergamo perché contesta agli Enti locali, alla Regione, piuttosto che al Governo, di non aver chiuso tutto quando c'era una certa crescita nei contagi. Allora io credo che, dal punto di vista dell'onestà intellettuale, sia dare atto che si sta facendo di tutto per poter coniugare le necessità sanitarie con le esigenze di condurre e di soddisfare le esigenze primarie, per cui ci si può spostare per andare nei negozi, ci si può spostare per acquistare dei beni di prima necessità, dopodiché se si vuole trovare la contraddizione, si può trovare, dice: "ma perché è aperta la ferramenta e non è aperto il negozio dei vestiti?", per carità di Dio, potremmo fare delle pagine, però, da questo punto di vista, io credo che il Governo regionale, coloro che devono prendere delle decisioni le prendono non a cuor leggero, le prendono con la consapevolezza di limitare la libertà delle persone, ma dall'altra parte cercare di salvaguardare la salute pubblica.
Io quindi chiederei, da questo punto di vista... è troppo facile, l'ho detto in un'altra circostanza cavalcare il malumore, perché effettivamente questa cosa è veramente pesante, coloro che hanno dei rapporti con farmacisti sanno benissimo che stanno aumentando gli utilizzi di psicofarmaci, di calmanti, di prodotti per l'insonnia. Allora anche noi come istituzione credo che dobbiamo dare un messaggio, c'è un Governo regionale, ci sono delle strutture che stanno cercando di dare una risposta affinché questa pandemia si fermi e dall'altra parte un plauso all'assessore Barmasse e a coloro che stanno seguendo l'aspetto dei vaccini perché siamo ai primi posti in Italia con la percentuale più alta di vaccinazioni.
Da questo punto di vista, quindi, perlomeno acquisiamo una volta tanto il fatto che abbiamo delle persone che lavorano bene.
Presidente - Non vedo altre richieste, possiamo chiudere questo punto all'ordine del giorno... il consigliere Rollandin in extremis, ne ha facoltà. Ha i cinque minuti restanti.
Rollandin (PA) - L'aspetto che emerge questa sera è uno solo: la difficoltà di capire come ci siamo spinti, perché si vorrebbe quasi dire che noi ci siamo spinti ad andare oltre a quello che dalle altre parti fanno. Io francamente, da quello che è stato detto, non la vedo questa spinta, cosa abbiamo noi in Valle oggi di diverso? Dov'è? Io non voglio speculare su niente, però dico solo che se c'erano delle possibilità di poter far valere quello che alcuni hanno già detto, credo che non fosse andare contro quello che è il sistema, anzi. Non entro nel merito del fatto se devono essere aperti i parrucchieri piuttosto che altre situazioni, però... è stato detto che bisogna modificare la curva in base alla quale poi vengono fatti determinati calcoli, giustamente, ma chi è che fa quel lavoro? Chiaramente non potrà farlo solo lei, dovrà farlo tenendo conto di una serie di fattori e stamattina, quando si sapeva già ormai che saremmo arrivati a questo punto, ho detto: prendiamo del tempo per vedere che cosa possiamo fare. Prendiamo atto che non si è potuto fare nulla, perché anche sul discorso delle scuole dove si era fatto un ragionamento, tutta una serie di considerazioni che andavano nella direzione di poter "essere nel giusto", lasciando che le scuole potessero agire, c'erano tutti i presupposti, sennò non capisco chi è che gestisce il "sì" o il "no". Questo è l'unico spunto che diventa difficile poi spiegare perché non si riesce già difficilmente a capire. Gli aspetti principali li conosciamo tutti ormai tra televisione e radio, però qui oggi, a parte quello che è successo ad Ayas, e siamo tutti dispiaciuti, sul resto, sugli altri Comuni, su quello che si è fatto cos'è che abbiamo voluto in più? A me non risulta. Non abbiamo mica chiesto nessun atteggiamento particolare. Io quindi dicevo: visto che il sistema Valle d'Aosta per quel poco che stiamo dicendo, correttamente è stato detto, ha funzionato bene e ne siamo orgogliosi, allora perché noi non possiamo attenerci a delle situazioni che sono nostre, che possiamo garantire e che possono essere fatte? Così però non c'è, è solo questo che ci dispiace. Poi siamo in questa situazione e francamente è un po' difficile da spiegare non perché uno voglia speculare... ben lungi, sono tutti o un po' per una cosa o per un'altra... c'è obiettivamente un po' difficoltà nella gente di adeguarsi, subito di dover leggere che cosa posso fare, che cosa non posso fare, non posso andare a trovare l'amico o devo andare a prendere il pane per trovare l'amico. Non tutti riescono a capire il perché e questo è l'unico aspetto che francamente ci lascia un po' perplessi.
Non entro nel merito perché tanto è inutile, ormai è così. Anche il fatto che si debba aspettare l'autorizzazione, se non ho capito male, è stato detto che, per quanto riguarda l'autorizzazione, si aspetta ancora domani un'autorizzazione che deve arrivare per la scuola, ho capito male? Mi sembra che sia stato detto così, quindi bisogna ancora aspettare che... per il resto ci diciamo delle cose che non aiutano niente.
Presidente - Consigliere Planaz per i minuti restanti al suo gruppo, credo due minuti.
Planaz (LEGA VDA) - Cercherò di essere il più breve possibile.
Oggi siamo tutti qua e adesso in questo momento qua il presidente Lavevaz ha fatto le sue dichiarazioni e io so già che quando uscirò mi chiederanno: "cosa facciamo con il rosso? Cosa facciamo con l'arancione?".
Ci sono delle attività... sono stati consentiti certi lavori tipo lei ha fatto l'esempio del parrucchiere che la domenica è chiuso, abbiamo consentito il servizio mensa, sarà consentito anche nella zona rossa, che differenza c'è... in questi due giorni creare questa "piccola confusione" che forse se certe attività sono consentite, certi spostamenti sono consentiti nella zona rossa com'è successo prima... perché, quando è successo un po' di tempo fa a zona rossa, poi alla fine tra l'arancione e il rosso c'era pochissima differenza... il collega Marguerettaz ha detto: "parleremo fino a domani", dispiace a tutti, però bisognerebbe essere chiari per quali attività è consentito fare determinate scelte perché la gente che deve lavorare lo deve sapere: "apro, non apro, faccio l'asporto, faccio il domicilio". È solo quello, presidente Lavevaz, io non è che voglio essere più polemico, l'ho già detto ieri che la situazione è grave, lo stiamo vedendo adesso, fortunatamente in Ospedale non abbiamo tanti ricoverati, però ci sono molte altre persone che hanno delle patologie gravi che non possono essere curate e a volte rischiano anche il peggio, perché sapete benissimo anche voi che non si muore solo di Covid ed è per quello... io non è che voglio essere polemico, però se è chiaro quando fa le ordinanze cosa si può fare e cosa non si può fare, perché se, come ho capito, blocca i Comuni nella zona rossa, bisogna capire e spiegare alle attività cos'è consentito fare.