Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 111 del 2 dicembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 111/XVI - Interrogazione a risposta immediata: "Riscontri del Governo italiano in merito alla classificazione in zona rossa della Regione e alle modalità di avvio della stagione invernale"

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto 3.01 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Prima di esporre questa interrogazione a risposta immediata, presidente Lavevaz mi perdoni, ma devo fare una battuta. Il presidente Fosson non faceva comunicazioni e la cosa non ha portato bene.

Ciò detto, questa interrogazione permetterà di sostituire probabilmente le non comunicazioni di questa mattina per cercare di mettere anche un po' di ordine rispetto, mi perdoni, al caos che abbiamo visto in questi ultimi giorni. Quando abbiamo presentato l'interrogazione non c'era ancora la nota vicenda dello screening totale, o un'occasione persa come l'ha chiamata qualcuno, quindi forse potremmo avere anche delucidazioni su questo. Ma l'obiettivo è quello di capire, a fronte della missiva che è stata diffusa più a mezzo social che con il mezzo istituzionale, che lei ha inviato il 28 novembre al ministro Speranza - di questi tempi il cognome del ministro Speranza è tutto un dire! - se ci sono stati dei riscontri io spero ufficiali a questa missiva e soprattutto capire se, a fronte della avvenuta zonizzazione da parte del decreto del Ministro, ci siano dei tempi certi sull'avvio della stagione invernale, oppure se dovremo subire ancora per decreto non quelli che potremmo definire chez nous, ma quelli che arrivano direttamente da Roma, da un Governo che ricordo tra l'altro ha organicamente e fortemente una componente politica che condividete e che ha gli stessi obiettivi della componente di questa maggioranza; sto parlando in particolare del Partito Democratico, viste anche le dichiarazioni sia degli esponenti politici locali sia anche di membri della sua Giunta, e separo volutamente l'ambito della maggioranza rispetto all'ambito governativo.

Presidente - Per la risposta il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Immaginavo già la battuta sulle comunicazioni, ma la questione è molto semplice: non ho fatto comunicazioni, perché quelle che avrei fatto nel punto precedente sono sostanzialmente inserite all'interno del contenuto della risposta di questa interrogazione a risposta immediata e della successiva, quindi mi sarei ripetuto.

Come è facilmente intuibile, negli ultimi giorni e nelle ultime settimane gli incontri e le interlocuzioni con il Governo, in particolare con i ministri competenti e con la Conferenza delle Regioni, sono stati continui, direi giornalieri. Rimango però sulle vicende richiamate nell'interrogazione e quindi sui fatti degli ultimi giorni che in ogni caso, a prescindere dall'interrogazione, avrei portato all'attenzione del Consiglio nell'ambito delle comunicazioni.

Prima di rispondere puntualmente al quesito, ricorderei brevemente i fatti. Riguardo al giorno, venerdì scorso, in cui era previsto l'aggiornamento delle classificazioni delle regioni, ai sensi del Dpcm del 3 novembre, nella giornata ho avuto interlocuzioni telefoniche sia con il ministro Boccia durante la mattinata che con il ministro Speranza nella serata. Durante la mattinata erano ancora in corso i lavori della cabina di regia del ministero, quindi il ministro Boccia non ha saputo darmi informazioni aggiornate. Durante il pomeriggio poi sono iniziate a essere pubblicate indiscrezioni, secondo le quali le regioni Piemonte, Lombardia e Calabria sarebbero passate da una situazione da scenario 4 a scenario 3, quindi da rosso ad arancione. Avendo chiari quali fossero i dati della nostra situazione presi a riferimento per la classificazione delle regioni, la classificazione che è stata poi ufficializzata che vedeva la Valle d'Aosta ancora in zona rossa non era quella attesa.

Nella serata ho sentito il ministro Speranza che mi ha dato le sue spiegazioni, ossia che secondo l'interpretazione del ministero la decorrenza dei quattordici giorni in cui la Regione si deve trovare in una situazione migliore rispetto alla sua classificazione, quindi nel nostro caso con dati da scenario 3, cioè da zona arancione, per essere riclassificata ai sensi del comma 3, devono decorrere dalla riunione dell'unità di crisi del Ministero della salute, nella quale si prende atto della mutata situazione epidemiologica; nel nostro caso, quindi, dalla riunione dell'unità di crisi del Ministero del 20 novembre. Secondo l'interpretazione del ministero non importa che l'unità di crisi nella seduta del 20 novembre abbia preso atto che la Valle d'Aosta, oltre ad avere un andamento molto positivo dei dati e delle curve, ha dei dati compatibili con uno scenario di tipo 3 dalla settimana del 9 novembre, ma che la data di riferimento debba essere il 20 novembre. Mi sono permesso di dissentire e sabato mattina ho inviato una nota in cui si chiedeva di rivedere la classificazione, facendo riferimento a quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 3 del Dpcm del 3 novembre.

Al di là dei tentativi di polemica e dei tentativi di sminuire il lavoro del Governo regionale e di alcune forze politiche, soprattutto di quelle che non sono più presenti in Consiglio regionale e forse per questo meno presenti sul pezzo, si evince chiaramente che la diversa riclassificazione in questa fase del Piemonte e della Lombardia è dovuta al fatto che seppur di poco le due regioni si trovavano con dati da scenario 3, quindi da zona arancio, già nella settimana del 2 novembre. Nello specifico la Lombardia aveva un indice Rt 1,46, il Piemonte 1,31 e la Valle d'Aosta 1,74. Ricordo che il limite tra la zona rossa e arancione è un indice Rt di uno e mezzo. Quindi in questo sistema, peraltro molto contestato da tutte le Regioni, noi oggi siamo in uno scenario di tipo 4 rispetto alla Lombardia che è classificata in uno scenario di tipo 3, pur avendo oggi dati molto migliori e soprattutto una progressione molto migliore della Lombardia, per il fatto che un mese fa circa loro avevano dei dati leggermente migliori dei nostri. Detto questo ho ritenuto, d'accordo con l'unità di supporto dell'emergenza e della Giunta, di predisporre una ordinanza che permetta, visti i dati compatibili con uno scenario di tipo 3, di aprire da ieri con una specifica ordinanza regionale le attività di commercio e di vicinato.

Come sapete domani scadrà il Dpcm emanato il 3 novembre e dovrà esserne emanato uno nuovo che andrà a dettare le regole per tutto il periodo festivo. Il contenuto del nuovo Dpcm è stato oggetto di riunioni della Conferenza delle Regioni, nelle quali sono state avanzate alcune richieste puntuali: percorso procedurale più chiaro per il superamento dei termini per il passaggio tra le diverse fasce, rendendo nel contempo trasparenti i dati e le modalità di applicazione di parametri; ristori per tutti i settori colpiti dalle chiusure disposte con ordinanza regionale; programmazione in totale sicurezza della riapertura delle scuole, che la maggioranza delle Regioni ritiene opportuno prevedere a gennaio; l'apertura dei servizi di ristorazione e assimilati fino alle ore 23:00, questo ovviamente in zona gialla; si richiede di consentire l'attività di palestre, piscine, centri nuotatori e centri benessere all'interno di alberghi; si richiede di consentire l'attività venatoria. Ma si chiede soprattutto - su questo hanno lavorato soprattutto le Regioni alpine, anche con gli assessori competenti - di valutare l'apertura degli impianti di sci, con alcune proposte di compromesso che le Regioni hanno fatto.

Ad esempio, di aprire gli impianti per chi pernotta almeno una notte nelle strutture ricettive o chi è in affitto o chi possiede una seconda casa, nel pieno rispetto ovviamente dei protocolli di sicurezza, nonché, e questo ancora ieri, è stata richiesta una certezza sulle date e sulle condizioni di apertura degli impianti.

Nella serata di oggi, dopo il passaggio in Parlamento di Conte e Speranza per illustrare il contenuto del nuovo dpcm, il decreto ci verrà inviato e solo allora potremo appurare quanto di quello che è stato chiesto dalle Regioni sarà stato preso in considerazione e quindi come dovremo gestire la difficile fase delle vacanze.

Presidente - Per la replica il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Prendiamo atto, come avete preso atto voi, che quindi la logica che si è data a Roma, semplifico, è una logica che non segue l'effettività attuale degli indicatori, seppur sempre sul filo del rasoio in alcune situazioni, ma sono logiche più di agenda del comitato, e questo è molto grave. Forse questo dimostra ancora di più la necessità di fare una legge, non per il caos, come dicono effettivamente anche delle forze che sono al di fuori di questa aula, ma per mettere ordine ed esercitare effettivamente la nostra autonomia.

Io spero che le motivazioni che lei ha utilizzato nei confronti del ministro Speranza vengano poi utilizzate sempre da lei nelle sedi opportune, e su questo penso che il Consiglio sia d'accordo, per giustificare e chiedere a gran forza quegli eventuali non voglio chiamarli ristori ma giusta restituzione di quello che ci è tolto tramite decreto -e non c'è emergenza che tenga - rispetto a una disattenzione da parte delle istituzioni romane come mai c'è stato nei nostri confronti.