Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 11 del 21 ottobre 2020 - Resoconto

OBJET N° 11/XVI - Continuation du débat sur le programme de gouvernement.

Marguerettaz (Presidente) - Alla presenza di 35 Consiglieri, iniziamo i lavori. Prima di procedere con il punto 6 all'ordine del giorno, solo due note preliminari. Questa mattina si è tenuta la capigruppo con l'Ufficio di Presidenza, ringrazio Alberto Bertin, collegato via Zoom, che mi ha chiesto, proprio per questo fatto, di presiedere i lavori di questa mattina.

Le risultanze della capigruppo hanno portato a definire un calendario iniziale dei lavori del Consiglio, quindi il prossimo Consiglio si terrà il 4 e il 5 novembre. A beneficio di coloro che vorranno presentare atti ispettivi, la scadenza termini sarà quindi venerdì.

La capigruppo ha anche definito gli spazi da assegnare ai singoli Consiglieri per aree omogenee, per gruppi, e quindi direi che le attività sono state definite.

Per le Commissioni, daremo poi conto nei punti successivi di quanto la capigruppo ha definito.

Possiamo iniziare i nostri lavori. Ricordo a tutti che ogni Consigliere ha diritto a un primo intervento di 30 minuti e a un secondo intervento di 15 minuti. Vi è poi la possibilità di fare una dichiarazione di voto di 5 minuti.

Chiedo ai Consiglieri di prenotarsi per il prosieguo della discussione generale. Se non ci sono altre richieste, immagino che il candidato alla Presidenza della Regione voglia procedere per il secondo intervento.

Ha chiesto la parola il Consigliere Erik Lavevaz, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Oui, quelques petites considérations en réplique des interventions qui dans la journée de hier ont été faites. Je remercie d'abord tous ceux qui sont intervenus dans cette discussion : il y a eu des suggestions et des considérations que je crois qu'ils sont toutes de quelque façon à retenir comme point de réflexion dans le débat que j'espère sera toujours franc et constructif pendant cette législature qui a débuté hier.

On a évoqué - je crois à juste raison, je dirais même à très juste raison - l'importance du dialogue. Une importance évidemment que je partage complètement, toujours et à tous niveaux. On a aussi rappelé, je l'avais déjà fait en partie dans ma relation initiale, le parcours qui avait apporté à l'approbation de la loi 5 et de la loi 8, comme exemple je l'avais même dit, comme exemple de collaboration entre les différentes forces politiques à l'intérieur du Conseil de la Vallée et comme forme de collaboration, tout simplement, à l'intérieur du Conseil de la Vallée. Je veux seulement souligner, évidemment sans aucune polémique, et rappeler que le Conseil était dans cette phase dissous depuis des mois, depuis le mois de février, et qu'on sait très bien que une majorité n'était plus présente dans cette salle et le vote de soutien à ces mesures, qui a été donné par les forces de l'opposition sortante, je crois qu'il a été un vote utile pas à nous, mais - je dirais avec une forte prise de responsabilité, ou prise de conscience de la part de la minorité - il a été un vote utile pour tous les Valdôtains. Un passage qui a sûrement été apprécié par la majorité sortante, qui a été aussi apprécié par les Valdôtains : je crois que c'est un passage qui est appréciable à retenir. Mais je crois tout de même que ce type de passage ne peut pas être utilisé ou considéré tel qu'une lettre d'échange politique pour le futur et pour les parcours à construire.

Il dialogo e quindi i rapporti in generale credo che in politica, un po' come nella vita, si costruiscano nel tempo, quindi una comunicazione, che può viaggiare fra parti diverse della politica, tra schieramenti diversi, tra schieramenti anche opposti, la comunicazione viaggia anche da/a livelli diversi: penso a un leader politico, un rappresentante politico che parla non comunica soltanto con la sua base, non parla soltanto ai sostenitori del suo movimento, anche se magari quello ovviamente è il suo obiettivo, ma viene ascoltato anche da altri, viene ascoltato anche dalle basi di altri movimenti. Quindi quando - giusto o sbagliato non lo so, ognuno sceglie le sue linee comunicative - si decide di portare avanti per anni una forma di comunicazione abbastanza aggressiva - e non voglio citare nessun tipo di esempio o di slogan utilizzato in questi anni - quando si adotta un approccio che viene utilizzato soprattutto verso qualcuno, soprattutto verso una storia politica in particolare, credo che con quella scelta non si costruiscono certo delle basi propizie per costruire qualcosa per il futuro, anche se magari - come qualcuno lo ha detto, io lo condivido assolutamente - sulla carta ci sono alla base delle affinità politiche, o meglio delle affinità ideologiche, anche alla base della storia dei movimenti, però poi quello che è, quello che fa la politica, sono anche gli atteggiamenti e le attitudini e poi i fatti che le persone portano avanti.

È stata più volte sottolineata l'apparente contraddizione del fatto che il partito di maggioranza relativa in questo momento sia all'opposizione; qualcuno lo ha già ricordato ieri, credo il collega Marguerettaz. Questo non è un vilipendio alla democrazia, come qualcuno ha voluto sottolineare. È stato ricordato che solo due anni fa eravamo in posizioni esattamente opposte, nel senso che, magari con scarti di voti meno evidenti, l'Union Valdôtaine era il primo partito con circa 12 mila voti e la Lega era il secondo partito con circa 10 mila voti. È stato fatto un Governo regionale con la Lega al Governo e nessuno si è scandalizzato di questo.

È chiaro che questo scenario era in qualche modo anche già prevedibile, visto il modo in cui è stata portata avanti la campagna elettorale e le dichiarazioni dei mesi precedenti. Io ho un amico che in campagna elettorale mi aveva chiesto con chi avrebbe governato la Lega che dichiarava di voler liberare la Val d'Aosta e mi ricordo di avergli risposto che, a mio modo di vedere, probabilmente la Lega pensava di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi, di avere diciotto seggi, perché sennò non riuscivo a spiegare con chi avrebbe avuto intenzioni di governare la Lega, dichiarando dappertutto di voler liberare la Valle d'Aosta, immagino dagli autonomisti che hanno governato negli ultimi tempi.

Con il sistema proporzionale è evidente che a volte chi è stato votato da un Valdostano su quattro stia all'opposizione e che alla maggioranza vadano gli altri che sono stati votati da tre Valdostani su quattro; il sistema proporzionale permette questo tipo di passaggi, giusti o sbagliati che siano.

Quasi tutti gli interventi fatti dai Gruppi dell'opposizione, naturalmente e giustamente, sono stati incentrati sul programma di legislatura presentato, in particolare sottolineando in qualche modo come manchino degli argomenti, come manchino degli elementi importanti. È assolutamente vero ed è assolutamente naturale, perché è impossibile che all'interno di un programma di Governo sia presente il dettaglio di ogni aspetto che verrà affrontato nei cinque anni di legislatura.

Il nostro programma è stato frutto di un lavoro lungo, anche con un confronto che è stato un po' diverso dal solito, nel senso che abbiamo parlato per quindici giorni solo di argomenti, solo di programma, abbiamo cercato di fare un'analisi puntuale dei nostri programmi, delle forze politiche che fanno parte di questa coalizione, e da lì abbiamo fatto non una sintesi ma abbiamo scritto un nuovo programma, ovviamente ispirato dai contenuti dei programmi elettorali presentati dai Gruppi.

Ve lo assicuro, senza nessuna polemica, perché non è assolutamente nel mio stile fare polemiche, e non lo voglio fare, ma qualcuno si è anche divertito a contare le righe: cinque righe alla cultura, due righe alla musica eccetera, mi riferisco soprattutto ai Consiglieri neo-eletti della Lega che hanno fatto questo tipo di esercizio, ebbene, consiglio loro di andarsi a leggere il programma di legislatura che la Lega ha presentato due anni fa, che era un programma di circa una pagina e mezzo e io non voglio dire che il programma di diciassette pagine sia meglio del programma di una pagina e mezzo, tutt'altro, perché non è così, però è evidente che sono delle scelte i modi con i quali il programma viene scritto, ma è di tutta evidenza che è impossibile, all'interno di un programma di legislatura scrivere i dettagli di ogni tema.

Poi qualcuno - penso al collega Carrel, che ringrazio - ha fornito dei suggerimenti anche interessanti relativi ad aspetti del mondo della cultura: una legge sulla cultura, la digitalizzazione eccetera; io, ovviamente, lo dico adesso e cercherò di portarlo avanti: fin quando potrò, ascolterò i consigli di tutti e per le buone idee non farà differenza se arriveranno dai banchi della maggioranza o dell'opposizione. Mi ha incuriosito la suggestione di Carrel e sono andato a cercare sul programma elettorale del Gruppo Pour l'Autonomie, per capire un po' di più quale fosse questa proposta, solo che non ho trovato neanche citata la cultura in quel tipo di programma, quindi probabilmente è stata una dimenticanza, ma mi rendo conto che non si può mettere tutto.

Collega Distort, io contraccambio con sincerità, mi può credere, la sua simpatia nei miei confronti e aggiungo che nei suoi confronti nutro anche stima, glielo assicuro, quello che però non credo sia corretto - e che in qualche modo non posso accettare - è il fatto di dire che questa Giunta che sta nascendo sia una Giunta nata da indicazioni romane, perché sono altri a essere abituati ad avere indicazioni o da Roma o da Milano. Per fortuna noi abbiamo atti congressuali del nostro Movimento, ovviamente il nostro Movimento è solo una parte di questa maggioranza, ma per quanto riguarda il nostro Movimento abbiamo degli atti congressuali che spiegano molto bene da dove arrivino e da dove siano dettate le nostre linee: dai trecento-quattrocento delegati al nostro congresso che arrivavano dai quattro angoli della Valle d'Aosta, che hanno dato delle linee molto chiare sui processi da seguire, sia per la costituzione delle liste sia per le future alleanze da costruire.

Quindi noi abbiamo semplicemente cercato, come commissioni politiche e come Movimento, di portare avanti le linee che i nostri aderenti, i nostri simpatizzanti ci hanno dato. Non è certo Zingaretti o non è certo Salvini - che magari volevano mettere la bandierina rossa piuttosto che la bandierina verde sulla Valle d'Aosta - ad aver deciso, almeno per quanto ci riguarda, quali erano le linee da seguire.

Adesso, al di là ovviamente di queste piccole repliche che secondo me andavano fatte, in maniera anche costruttiva, vorrei sottolineare soprattutto gli aspetti positivi e costruttivi nati dal dibattito di ieri e la suggestione che vorrei raccogliere, come la più importante, è quella che indica la necessità di un confronto continuo tra maggioranza e opposizione, di un confronto continuo tra Governo e Consiglio, la necessità di avere un confronto in qualche modo pragmatico e costruttivo e sicuramente la necessità di ascolto che io, in primis, cercherò di mettere in campo, così come tutti i mie colleghi del nascente Governo; ma quello che sogno è un clima un po' diverso, un clima generale, parlo di clima politico, parlo di clima in Consiglio, spero in un clima che sia diverso da quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni-due anni e mezzo, perché credo che la Valle d'Aosta e i Valdostani, soprattutto in questo momento, abbiano bisogno innanzitutto di altro, abbiano bisogno di riferimenti sereni, mi verrebbe da dire, vista la situazione molto difficile che c'è, sia a livello sanitario sia a livello sociale. Sicuramente abbiamo bisogno, tutti insieme, di essere un poco più consapevoli di questo e più maturi nei nostri atteggiamenti verso i Valdostani.

Presidente - La parola al collega Manfrin, per secondo intervento.

Manfrin (LEGA VDA) - Ho preso buona nota di tutto il dibattito che si è sviluppato, soprattutto di quanto è stato detto dai pochi, pochissimi esponenti di questa presunta futura maggioranza che, come sempre, rifuggono un po' il dibattito un po' per paura di dire la cosa sbagliata e un po' perché, ovviamente, a certi rilievi è difficile rispondere.

Rispondo io a una serie di rilievi che ci sono stati fatti e ringrazio anch'io per gli spunti forniti in diversi interventi, perché effettivamente, al netto di tutto, è proprio dal confronto che magari scaturisce anche un'idea, una mediazione, una proposta, un diverso modo di vedere e comincio subito - visto che purtroppo, o per fortuna, ho una certa esperienza sulla materia elettorale - nel configurare e nello specificare meglio quello che ho voluto dire ieri nel mio intervento che è stato anche ripreso da qualche collega relativamente ai numeri in campo.

Ho detto e confermo che per la prima volta nella storia della nostra regione il partito che ha il maggior numero di Consiglieri all'interno di quest'aula non va a governare la Valle d'Aosta. L'ho detto e lo confermo, perché al netto del fatto che c'era una differenza di voti, e questo è assolutamente verissimo, devo ricordare due fatti: il primo era che le urne nel 2018 hanno restituito una composizione dei Gruppi fra Lega e Union Valdôtaine identica per numero, e quindi sette un Gruppo e sette un altro, a prescindere dal numero di voti, e uno dei due Movimenti che avevano preso il maggior numero di Consiglieri ovviamente è andato a governare.

Il secondo particolare è che l'Union Valdôtaine in realtà ha perso praticamente immediatamente subito uno di quei Consiglieri, diventando un gruppo di sei e non di sette e quindi evidentemente quello che ho detto e confermo è che non è mai successo nella storia che il partito che assommasse il maggior numero di Consiglieri non andasse a governare.

Ma questo non è un rimpianto, attenzione, questo è semplicemente un prendere atto di quello che è successo, soprattutto ricordare che evidentemente se non era mai accaduto dal dopoguerra a oggi evidentemente una motivazione ci sarà stata e quindi probabilmente si sono fatti degli errori di valutazione, lo vedremo, chiaramente, nel prosieguo di questa consiliatura.

Allo scorso giro, quando abbiamo giustamente in un certo senso anche esultato, celebrato, abbiamo esplicitata la nostra felicità per il risultato elettorale di essere passati da zero a sette Consiglieri nel giro di un'elezione - e a questo punto mi sento anche di ricordarlo - da qualche rappresentante che è ancora qui all'interno di quest'aula è stato detto: "eh sì, da zero a sette è facile, è dopo che viene il difficile". Il dopo è che siamo passati da sette a undici, quindi evidentemente non era un fuoco di paglia come alcuni movimenti all'interno di quest'aula hanno fatto, ma, evidentemente, in questi due-due anni e mezzo la Lega ha avuto la capacità di farsi apprezzare, di spiegare la propria proposta politica e di coinvolgere un numero maggiore, ripeto cinquemila persone in più, che hanno deciso di accordare la propria fiducia al nostro movimento.

Quindi non è che oggi si mette l'opposizione un quarto dei Valdostani perché all'interno di quest'aula in realtà, come ripeto una quarta volta, la Lega rappresenta il 33 per cento dei Valdostani, un terzo praticamente più o meno di questo Consiglio e, ovviamente, aggiungendo anche la parte dei colleghi di Pour l'Autonomie si arriva a cifre ben superiori.

Ma io credo che sia stata detta una cosa importante: innanzitutto io la ringrazio, Presidente, per aver voluto intervenire nel merito dei programmi che in realtà era quello che ci aspettavamo, cioè abbiamo fatto una serie di rilievi, credo puntuali, sulle mancanze facendo anche degli accenni e delle proposte rispetto a quello che manca e a quello che non è stato trattato.

Lei ha, e giustamente, sottolineato la differenza fra il programma della maggioranza del 2018, guida Lega, e la differenza con il vostro programma, ma c'è una differenza molto importante fra una serie di punti programmatici che s'intendono perseguire e un programma invece articolato e dettagliato come avete fatto voi, c'è una grande differenza, e ricordo che, anche in quest'aula e anche quando fu il 2018, ci piovvero molte critiche proprio dai suoi banchi, oltre che da quelli dei suoi colleghi, perché avevamo fatto un programma che non parlava di alcuni argomenti, quindi non è che siamo i primi a fare un certo tipo di critica ma, proprio volendo andare al di là di questo, abbiamo fatto una critica costruttiva, spiegando quali erano le criticità, e io penso, nel mio piccolo, di aver evidenziato con dovizia di particolari le mancanze, perché non avete inserito nel vostro programma soprattutto quelli che erano, secondo me, gli argomenti che, almeno visto che avete voluto fare un programma dettagliato, avreste dovuto mettere diciamo tendenzialmente anche soltanto per deleghe. Se all'interno di un Assessorato ci sono quattro-cinque deleghe, io penso che in un programma dettagliato come avete fatto voi avreste dovuto mettere almeno una frase per ogni delega, invece questo non è stato fatto e credo che sia un problema e ho evidenziato anche, citando i riferimenti normativi, quali sono i problemi per esempio del settore delle politiche sociali, quali sono i problemi del settore dell'edilizia residenziale pubblica, ma non voglio tornarci perché lei purtroppo ha pensato bene, nella sua replica, di rispondere a quello che forse magari faceva più gioco nella dialettica politica: "ah, avete detto questo, non avete fatto quello" ma non ha deciso di rispondere nel merito invece delle segnalazioni puntuali arrivate, molte da tutti i colleghi da questa parte del tavolo, ne sono arrivate molte, ma lei non ha risposto a nessuna, nello specifico, di queste segnalazioni.

Lei ha evidenziato però una cosa che ritengo molto importante - soprattutto alla luce della votazione che c'è stata ieri - e cioè quella dei modi di comunicare. Allora abbiamo oggi immediatamente l'occasione di testare soprattutto quella che lei ha rivendicato essere una libertà scevra da imposizioni, da bandierine a livello nazionale, e soprattutto la capacità comunicativa e l'attenzione ai dettagli quando si comunica e quando si ricoprono certe cariche istituzionali.

Io invito tutti i colleghi - magari alla fine del mio intervento perché ci penserò io adesso a esplicitarvi, ma per sincerarvi che non vi sto dicendo il falso - ad andare sulla pagina del neo presidente del Consiglio Alberto Bertin che, come ho già ricordato ieri e come ricordavano certi comunicati stampa e certe dichiarazioni del 2018, si è detto che deve essere un Presidente super partes e quindi deve essere superiore alle parti perché quando si siede su quello scranno e quando s'interpreta quella carica istituzionale, non si rappresenta una parte politica, non si rappresenta una parte del Consiglio, ma si rappresenta tutti quanti, dal primo all'ultimo, compresa questa parte del tavolo che evidentemente non gli è molto gradita.

Allora chi va a ricoprire quel tipo di carica si spoglia della mentalità politica che magari lo ha contraddistinto in campagna elettorale, o anche in altri momenti, e diventa super partes, garante di tutti.

Sapete cosa ha fatto e cosa ha pubblicato il neo presidente del Consiglio Alberto Bertin sui social? Un bel post dove c'è scritto "sconfitti ancora", dove c'è la fotografia di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi e le seimila sardine celebrano con ignoranza istituzionale senza pari - ritenendo che le elezioni di Alberto Bertin alla Presidenza del Consiglio rappresenti il fatto che un Partito di Sinistra abbia preso la Presidenza della Giunta non capendo la differenza fra Presidenza del Consiglio e Presidenza della Giunta, ma targando politicamente quel tipo di votazione - quel tipo di nomina dicendo: "li abbiamo sconfitti ancora perché ci sarà un Presidente che sarà della nostra parte politica".

Ora io chiedo a tutti voi, scevri da qualsiasi condizionamento di maggioranza e di opposizione, di dire, se avete coraggio, all'interno di quest'aula, se questo sia un atteggiamento legittimo da tenere all'indomani della sua elezione da parte di un Presidente del Consiglio che dovrebbe essere super partes e garantire la rappresentanza di ogni parte politica all'interno di quest'aula. Questo atteggiamento secondo noi, secondo anche il modo di comunicare che lei ci ha appena raccontato, incaricato Presidente o candidato Presidente Lavevaz, secondo noi quest'atteggiamento è profondamente sbagliato perché viola quella terzietà di cui il Presidente dovrebbe essere garante.

Quindi invito lei, in qualità di futuro Presidente della Giunta e tutta la sua maggioranza, a fare gli opportuni passaggi e a prendere gli opportuni provvedimenti perché chi rappresenta quest'Aula non sia Presidente di una parte politica ma sia Presidente di tutti quanti noi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (PA) - È sempre complicato intervenire in una giornata come questa, quando da una parte sei ancora Assessore alla sanità e dall'altra sei sull'uscio, e dire "sto uscendo, vado a fare l'opposizione", però due considerazioni mi sento assolutamente di farle. Io faccio parte di quel mondo autonomista che credo si possa chiamare il mondo di sotto, perché di fatto siamo stati esclusi da qualsiasi percorso di confronto e di approfondimento, capiamo anche quali sono le dinamiche che hanno portato a questo, ma lo capiamo fino a un certo punto.

Ieri, appunto, l'onorevole Caveri sottolineava che il mondo autonomista ha trovato una sintesi. Il mondo autonomista ha trovato una sintesi troppo a sinistra dal mio punto di vista, e questo mi preoccupa non poco, perché quello che abbiamo vissuto in occasione dell'approvazione della legge 5 e della legge 8, francamente ci preoccupa non poco.

Ma, detto questo, io vorrei anche capire chi sia quel fenomeno della narrativa che ha raccolto i programmi delle ultime cinque legislature e li ha riassunti in quello che ovviamente è stato presentato nel vostro programma. Per onestà intellettuale va anche sottolineato che ci sono importanti elementi di novità che ci fanno guardare con una certa fiducia al futuro ma ci sono pure degli elementi di novità che vanno a complicare la vita, lo ha sottolineato ieri il collega Carrel: questa rivoluzione delle deleghe porterà a una confusione inenarrabile, a una situazione in cui i colleghi che sono ancora in Giunta con me - che lo sono stati fino a qualche minuto fa - sanno dove porti la carenza di personale e la pandemia che è in atto che cosa ci porterà? A bloccare i concorsi e quindi saremo ulteriormente in difficoltà. So che gli uffici sono in fibrillazione.

Quindi si parla di sburocratizzazione bene o male, ben venga, ma quello che vi apprestate a programmare porterà via parecchio tempo e questo non è possibile, questa valle non ha più tempo di aspettare. Noi abbiamo vissuto drammaticamente la situazione di una Giunta in prorogatio che poteva fare certe cose e altre non le poteva fare; l'esercizio provvisorio non ci permetteva di andare oltre a quello che si poteva fare, questo era preoccupante, dal nostro punto di vista.

Direi che su molti temi che sono stati toccati avremo modo di confrontarci, quindi non entro nel merito delle questioni della sanità piuttosto che del turismo piuttosto che della cultura eccetera, avremo modo di confrontarci attraverso iniziative mirate che saranno iniziative che andranno nella direzione non di colpire l'avversario politico o comunque l'Assessore di riferimento, ma per dare un contributo serio a questa regione, per dare un contributo di idee, un contributo di confronto e di rilancio di alcuni temi che sono stati forse nel cassetto troppo tempo.

Quindi c'è sicuramente bisogno di lavorare, c'è l'esigenza di dare a questa regione uno slancio, un rilancio e credo che questo sia un po' il tema che sottolinea il vostro programma, un programma corposo, un programma dove mancano davvero molte cose: io condivido con il collega Manfrin il fatto che sia sparita l'ERP, l'edilizia residenziale pubblica, e i mutui prima casa sono ad appannaggio di chi? Chi dovrà gestire tutto quel percorso? Non c'è scritto da nessuna parte, c'è confusione. Mi dicono che vanno ai servizi sociali. Ben venga, era un'idea che nel passato si era anche perseguita. Bisogna capire bene come portare avanti questo percorso.

Dico , e mi avvio a concludere, che saranno due i momenti strategici: la presentazione del documento di economia e finanza che ovviamente questa maggioranza dovrà mettere a disposizione, lì vedremo se questo programma trova il giusto spazio ma soprattutto non tanto il bilancio che sarà presentato, perché sarà un bilancio tecnico che richiamerà e riporterà esclusivamente le partite del bilancio 2020-2022 sul 2021, ma la prima variazione di bilancio, quella determinerà davvero con chiarezza cosa questa maggioranza sarà in grado di fare con questa rivoluzione delle deleghe. Sono un po' preoccupato, ve l'assicuro.

Presidente - Si è prenotato via zoom il Presidente del Consiglio Alberto Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (PCP) - Intervengo perché sono stato tirato in ballo, preciso che da un punto di vista pratico ho condiviso un post anche piuttosto ironico delle sardine e nulla più.

Per quel che riguarda la questione super partes, ognuno di noi è di parte, vuoi per storia politica, per l'attività che ha sempre fatto ma non bisogna essere al servizio di una parte. Sono sempre stato di una parte ma mai al servizio di una parte e non sarò al servizio di nessuna parte nel gestire quest'Aula e nel rivestire il mio ruolo. Peraltro... quella di non essere al servizio di nessuno.

Pertanto da questo punto di vista credo che le sottolineature del collega Manfrin non abbiano un grande significato, ripeto, una cosa è essere di una parte, appartenere a una storia politica: sono un autonomista progressista e negli ultimi quindici anni ho partecipato all'attività politica con alterni risultati, vittorie e sconfitte dei referendum di parecchi anni fa, alcuni vinti, alcuni persi, a elezioni politiche sostenendo candidati di quell'area autonomista e progressista eccetera, per cui ognuno di noi ha una parte e non può spogliarsene. Resta il fatto che non sono e non sarò mai al servizio di una parte per l'esercizio delle mie funzioni, ciò nonostante le mie idee rimarranno sempre le stesse.

Ne approfitto anche per fare alcune considerazioni sul dibattito di ieri. Ieri pomeriggio abbiamo seguito un dibattito lungo e articolato che si è caratterizzato per lo più con interventi mirati, dai toni pacati, riguardanti soprattutto il programma, un dibattito che si può definire serio da questo punto di vista, anche interessante per alcuni spunti che sono stati sollevati sia dalla maggioranza che dall'opposizione.

Vi è stata poi una parte, soprattutto caratterizzata dalla Lega, nella quale si sono manifestati degli aspetti più legati allo stato d'animo e al sentimento che all'analisi politica, forse è anche la conseguenza della cocente delusione del risultato elettorale. Dopo aver invocato le elezioni in modo ripetuto: "elezioni, elezioni, elezioni", le elezioni sono arrivate e il risultato non è stato proprio quello sperato e quello atteso. Il capitano Salvini, come lo chiamano i leghisti, invitato dai leghisti si era anche autoproclamato liberatore della Valle d'Aosta ma i Valdostani gli hanno risposto "no grazie".

La Lega ha ottenuto oggettivamente un buon risultato, ma la stragrande maggioranza dei Valdostani, i tre quarti, più dei tre quarti, ha detto che non voleva essere governata dalla Lega, lontano dal 50 percento delle percentuali venete, per fare un esempio.

La Lega valdostana è finita all'opposizione, di fatto per sua responsabilità, succede. Io sono un esperto nel perdere le elezioni, non bisogna fare un dramma.

Questo è il sistema parlamentare e il modello elettorale proporzionale. Con il 24 percento si è molto lontano dalla maggioranza e bisogna prenderne atto, un certo vittimismo non è giustificato.

Peraltro la Lega è stato il maggior sostenitore del mantenimento dello status quo, quando alla fine della legislatura passata si era abbozzata una proposta di cambiamento del sistema di governo e proprio la Lega si era opposta, pertanto verrebbe da dire chi è causa del suo male pianga sé stesso, senza magari assumere questi atteggiamenti un po' vittimistici.

Questo mi permette anche di rispondere, visto che sono stato tirato in ballo anche ieri, riguardo alla fine della passata legislatura. Per quanto mi riguarda, ho sostenuto il prolungamento della legislatura, un prolungamento di cinque mesi, perché alla fine è proseguita soltanto cinque mesi, da luglio a dicembre, con due obiettivi: cambiare la forma di governo di questa Regione per permettere maggiore trasparenza - e anche per dare ai cittadini maggiore potere decisionale - e sospendere la quotazione di CVA in borsa, quest'ultimo obiettivo è stato raggiunto, il primo no.

Sarebbe stato utile cambiare la forma di governo. Abbiamo introdotto il cambiamento importante, strutturale, quello della preferenza unica che certamente ha reso il sistema più trasparente e ha dato dei vantaggi agli elettori, come la maggiore libertà di espressione e di consenso. Sarebbe stato importante completarlo, cambiando la forma di governo, ma non è stato possibile. Queste due riforme avrebbero permesso anche di garantire una maggiore impermeabilità del sistema alle infiltrazioni mafiose. Purtroppo, lo ripeto, non è stato possibile.

Due gli obiettivi, quello della preferenza unica e del cambiamento di forma di governo per i quali mi sono speso per molti anni erano, parlavo in precedenza dei referendum di una decina di anni fa. Un obiettivo è stato raggiunto, a mio avviso, significativo, quello della preferenza unica, quell'altro no, neanche in questo caso.

Ritornando al vittimismo, non è causa del destino cinico e baro, facendo una citazione di qualche tempo fa, se si finisce all'opposizione, nella politica è così. Bisogna anche sottolineare il fatto che il vostro capitano Salvini dall'estate del 2019 dalla spiaggia di Milano Marittima non ne ha più azzeccate tante e da questo punto di vista un po' anche la Lega valdostana si è ispirata al capitano Salvini.

Ieri peraltro ho sentito che molti interventi della Lega accennavano e riportavano spesso la parola "ideologia", una parola passata di moda e che personalmente non ho mai utilizzato, anche perché con il tempo ha assunto una valenza un po' negativa ma, al di là delle ideologie, è emersa anche un po' di confusione: alcuni esponenti leghisti sembrano non ricordare o non avere ancora assimilato in modo un po' strumentale che la Lega di oggi, la Lega di Salvini, non ha più niente a che fare con quella di Bossi. La Lega di Bossi era nata federalista, non ne condividevo alcuni aspetti d'impostazione magari, ma oggettivamente aveva un impianto di tipo federalista.

La Lega di Salvini è tutt'altra cosa, la Lega di Salvini è un partito nazionalista e sovranista che non ha niente a che fare con l'autonomismo e il federalismo. Sovranità e federalismo - lo dico, io sono un po' un vetero federalista - non hanno niente in comune, sono l'antitesi uno dell'altro. Non a caso Salvini è l'alleato, è il discepolo di Marine Le Pen, della Destra nazionalista europea. Nessun autonomista dell'Europa occidentale è vicino a questi movimenti nazionalisti di Destra, è un fatto comune a tutte le comunità autonome dell'Europa, dalla Catalogna a tutte le altre, per fare un esempio. Il nazionalismo non ha mai portato niente di buono, soprattutto in Italia. Abbiamo stima e pure una certa simpatia per il collega Distort, al di là dei suoi entusiasmi risorgimentali nel voler difendere i sacri confini patri del Monte Bianco. Da federalista questo approccio non mi entusiasma, sapere dove passano i confini del Monte Bianco non è la mia principale preoccupazione. Vorrei che il Monte Bianco diventasse patrimonio dell'umanità e un bene protetto dall'Unesco, questo sì, simbolo dell'Europa, della Valle d'Aosta e della Savoia, e poi i confini sono un fatto soltanto cartaceo che appassionano i cartografi ma per la politica... e chi, almeno come me, è un federalista e un europeista convinto, francamente fa fatica a capire e non si appassiona.

Ritornando alle cose meno generali e "ideologiche", ho capito che alla Lega questa nuova maggioranza non piace, al di là del programma, proprio non piace.

Al contrario devo dire che personalmente la nuova minoranza che si è costituita in questo Consiglio non mi dispiace, sono anche convinto che fra queste due nuove minoranze si troverà un modo di collaborare, magari riprendendo vecchie intese passate come per le elezioni comunali del 2010 nelle quali la Lega sosteneva con entusiasmo il candidato Bruno Giordano, tra l'altro poi diventato candidato vice Sindaco nel 2020 nella Lega, o l'alleanza del 2013 che determinò con l'apporto della Lega il mancato ballottaggio per uno schieramento autonomista progressista con Alpe in un altro schieramento.

Come dico magari anche lì si potranno trovare delle intese che ieri invece abbiamo visto piuttosto difficili.

Ma torniamo a questa maggioranza, questa maggioranza nasce anche per interpretare in modo diverso dalla Lega la richiesta di rinnovamento e di cambiamento che l'elettorato valdostano continua a esprimere. Certo questa è una sfida e il Presidente Lavevaz ben rappresenta questa necessità di rinnovamento. Una sfida che non è vinta, che è difficile, a volte ci sono anche dei ritorni nostalgici, ma certamente è qualcosa d'importante, una sfida che dobbiamo accettare e che dovremo cercare di portare a termine.

Presidente - Ci sono altri Consiglieri che ritengono d'intervenire? Chiedo gentilmente di prenotarsi. Ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Solo due brevi considerazioni, intanto volevo ringraziare il presidente Bertin per aver risposto al collega Manfrin: abbiamo capito come gestirà la Presidenza del Consiglio, e non aggiungo altro. Poi lo conosciamo, è bravissimo a difendersi e va tutta la mia stima nella sua capacità politica, ma penso che le sue parole abbiano confermato le preoccupazioni del mio capogruppo.

Per quanto riguarda invece i programmi, perché a parlare di ideologie, di nazionalismi, di sovranismi, di federalismi, di autonomia, siamo tutti bravi e potremmo stare qui delle ore a parlare, ma chi è fuori e anche chi è dentro alla macchina amministrativa vuole delle risposte concrete, perché è facile parlare di capitani, è facile parlare di Salvini, è anche facile parlare di Zingaretti, ma poi quando si parla di cose concrete, e io di concretezza, mi spiace e lo dico con auspicio al candidato Presidente Lavevaz, ne ho vista un po' poca e ne abbiamo parlato poco; ma ci sarà il tempo, on aura le temps, anche perché, come abbiamo già detto, ci sarà un lavoro, ci saranno delle Commissioni e i temi penso che non mancheranno, soprattutto quelli dell'emergenza che, purtroppo, capisco benissimo, poco si sono visti nel programma di Governo, perché giustamente chi, nuovo comunque arriva, deve comprendere qual è lo stato dell'arte.

Il collega Baccega ha detto qualcosa che mi ha in parte ispirato e a cui pensavo ieri: si parla di nuova organizzazione, si parla di bilancio, di DEFR e di quant'altro, sarà interessante capire - e lo so, è un argomento un po' tecnico ma lo voglio sottolineare - che cos'è rimasto oggi come risorse che si potranno poi impegnare, perché è bene tirare la riga prima di pensare a grandi organizzazioni, perché quest'inverno che ci aspetta, come ho già detto ieri, non sarà un bell'inverno e bisognerà capire quanti soldi ci sono in cassa e si potranno utilizzare per le imprese, per le famiglie e per quello che verrà, perché comunque tanto è già stato utilizzato, perché lo sforzo è stato notevole, sia sul lato sanitario sia sul livello economico, e quello che è stato approvato con la legge 8 non basta a livello economico, perché la crisi sta cambiando e muterà e bisognerà mutare anche le misure. Lì capiremo non quanto si è bravi ma quanto si è duttili nel leggere la crisi e soprattutto quanto si è bravi a fare sintesi con degli alleati su cui, per carità, la comunanza oggi sta nel mettere all'angolo qualcuno, ma non voglio parlar di numeri perché in quest'aula tutto è possibile, siamo in un regime parlamentare, è giusto, è anche possibile, non ascoltare completamente la volontà dei cittadini, non solo sul risultato delle elezioni ma su tante questioni.

Quello che dicevo è la concretezza, perché è vero, candidato Presidente Lavevaz, non tutto si può scrivere in un programma, ieri l'ha sintetizzato benissimo il collega Marguerettaz, è anche un working in progress, vedremo il progress quale sarà, io vi auguro un buon progress ma penso che la linea sia già stata dettata da alcuni elementi della maggioranza e sarà curioso proprio vedere quale sarà l'abilità di sintesi perché, ripeto, parlare e trovare una comunanza sulle ideologie o sulle critiche o sul posizionamento è molto facile, quando invece poi bisogna capire come risolvere determinati problemi, e lo cito di nuovo: CVA, quello è un grosso problema, perché è un valore economico che dovrà trovare prima o poi uno sbocco, perché qui abbiamo visto un ulteriore scenario, ne manca un quarto, se li mettiamo tutti insieme possiamo fare quella valutazione che noi abbiamo chiesto nella scorsa legislatura.

Ci pensi, può esserle utile, anzi, secondo me è un punto che potrà essere a vantaggio della sua azione di governo.

Sono d'accordissimo sull'importanza della comunicazione e sul fatto che le parole abbiano un peso, lo dico da sempre, cerco di pesare le mie parole e penso che lo faremo tutti, per primo il mio Gruppo, ma penso a tutti i Gruppi che sono in aula, perché comunque le parole "dialogo" e "confronto" le ho sentite da parte di tutti, questo non vuol dire che saremo tutti degli agnellini, io per primo se devo dire la mia la dico e penso che anche i miei colleghi già l'abbiano dimostrato e lo dimostreranno, però il dialogo è necessario anche perché, davvero, non è per un semplice refrain, ma io penso che non ci aspetteranno dei mesi facili e anche su altre determinate scelte, come quelle, ripeto, degli enti locali, lo diceva ieri meglio di me il collega Sammaritani, serve una riforma complessiva. Forse è il momento che la cosa si possa fare e qui lo dico soprattutto a un candidato presidente che è stato amministratore di un comune: gli enti locali non sono patrimonio solo di una parte politica, tutti amiamo i nostri enti locali, tutti pensiamo che il Comune debba essere difeso come primo baluardo dell'Amministrazione, non soltanto a parole, e lo dice uno che non ha avuto purtroppo la simpatia del voto dei Sindaci quando era Assessore, e mi dispiace questo, ma continuo e continuerò a dialogare con loro, anche se la pensano in modo diverso e spero anche negli amministratori, spero che quello che è successo nella scorsa monca legislatura non avvenga più, cioè che si rispettino comunque i ruoli di quest'Aula che è stata bistrattata, anche correttamente, per carità di Dio, ci stava, però comunque è un livello di governo diverso, perché all'interno di una struttura federale come quella che vogliamo definire i livelli di governo contano moltissimo.

Sulla capacità di ascolto e il clima diverso beh, questo sta a lei, perché in parte ha vissuto l'esperienza della Giunta Fosson e con il Presidente Fosson ci sono state a volte difficoltà di dialogo; sarà una difficile impresa ma, come già le ho detto e non voglio ripetere, avrà una problematica di dialogo più interna che esterna, mi creda, e lo vedremo poi sui fatti.

Presidente - Vi sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (AV-SA) - Ho apprezzato in questi due giorni di Consiglio i toni pacati, i toni diversi rispetto a quelli che abbiamo vissuto nell'ultima legislatura, e anche i richiami al dialogo che sono stati fatti da parte di tutti. Ho ascoltato anche le ricostruzioni dei risultati elettorali, debbo sottolineare che nessuno, a mio avviso, ha la verità in tasca in politica, sono tutte ricostruzioni di parte, secondo quella che è la propria visione. Qualcuno che mi ha preceduto ha fatto dei riferimenti entrando nel merito del risultato, facendo dei carotaggi in questo senso, e credo che sia apprezzabile il risultato che ha avuto la Lega, così come è stato sottolineato, però è del tutto evidente che bisogna tener conto della realtà in cui si è. Siamo una realtà democratica, siamo una realtà dove si cerca di fare delle sintesi sotto il profilo politico e credo che il pluralismo sia una ricchezza, che non debba essere visto come un limite, è un valore per la democrazia, e credo che in questo momento ci sia la necessità a tutti i livelli, perché siamo chiamati, anche a livello sovranazionale, a delle grandi sfide che interessano tutta la comunità, sfide che richiedono l'approccio e il contributo di tutti, e ne dà anche la dimostrazione l'Europa dove si può solo approcciare in modo plurale, perché diversamente ci si isola sotto questo profilo politico, tant'è che credo che in questi giorni abbiamo vissuto anche delle valutazioni a livello politico europeo da parte di grandi gruppi che avevano fatto della purezza delle idee, dell'isolamento anche politico - a quel livello una bandiera - una valutazione di riposizionamento politico per cercare di trovare delle soluzioni, perché diversamente non si può incidere a risolvere i problemi comuni.

Ho sentito anche parlare di società civile, io credo che non sia corretto questo approccio perché non ci sono da una parte i rappresentanti della società civile perché questo presupporrebbe che dall'altra parte ci fossero quelli della società incivile e credo che non sia così, perché dalla lettura dei dati quella che oggi si presenta essere la futura opposizione ha raccolto circa 20 mila voti, tutti dignitosi, del popolo valdostano. Da questa parte ce ne sono 32 mila voti espressi a favore di questa proposta politica, pertanto non credo che ci siano 32 mila incivili Valdostani, ci sono 32 mila Valdostani che si sono riconosciuti, in un modello elettorale di tipo proporzionale, in una proposta politica e hanno espresso la loro preferenza. Quindi credo che occorra fare queste analisi con molta attenzione.

Ho apprezzato le parole del presidente Lavevaz con riferimento al ricostituire la centralità del Consiglio Valle e credo che questo sia un atto fondamentale per affrontare le nuove sfide politiche. Abbiamo bisogno di un Consiglio Valle che diventi centrale, che diventi la culla delle decisioni, delle proposte portate per dare un contributo di riforma alla nostra valle per affrontare le terribili sfide che abbiamo davanti. Abbiamo avuto modo in quest'anno di toccare con mano quanto male ci stia facendo un nemico invisibile: una piccola particella ha messo in difficoltà il mondo intero, ha rimesso tutto in discussione, un modello di sviluppo, ha messo in discussione delle sfide che ci attengono sotto il profilo sanitario per mettere in sicurezza la vita di una comunità ma ha anche riverberato tutta una serie di effetti negativi a livello economico e sociale che dovranno inevitabilmente essere affrontati in questa fase con carattere di urgenza e di priorità accanto a delle situazioni di cambiamento di sistema, di riforme, per adeguarci ai tempi.

Anche il Presidente ha evidenziato che c'era necessità di adeguare la macchina alle nuove sfide, e questi credo che saranno dei contributi importanti che la comunità valdostana si attende da tutti noi.

E credo che il Consiglio Valle debba riposizionarsi nei rapporti con lo Stato, nei rapporti con l'Europa e per questo serve un'unità di visione interna, la capacità di confronto tra le varie componenti e soprattutto la capacità di fare sintesi, che deve essere frutto del dialogo.

Per questo ci va anche stabilità, la mancanza di stabilità negli ultimi anni ha nociuto al potersi rapportare anche con lo Stato, sia l'instabilità a livello locale che l'instabilità a livello statale, ne è un esempio la Commissione paritetica che è da un anno che non funziona, che non è stata ricostituita da parte dello Stato per l'instabilità che c'è stata a Roma e abbiamo la necessità oggi di renderla al più presto operativa. Credo che i rapporti con lo Stato e con gli enti sovraordinati devono essere rapporti improntati alla leale collaborazione, così come deve avvenire in un normale sistema democratico, e non improntati alla cultura dell'amicizia a leader o al principe di turno, perché abbiamo già avuto modo di sperimentare che sul lungo periodo questo approccio non porta dei grossi risultati. Ci va la collaborazione leale, dicevo, perché è solo così che ci si può confrontare attraverso l'utilizzo dei principi che la nostra Costituzione e la carta costituzionale valdostana offrono.

Credo per questo che occorrano delle alleanze ma delle alleanze con chi vive i problemi della montagna, bisogna valorizzare i rapporti nella convenzione delle Alpi, con EUSALP, con tutti coloro che vivono la nostra situazione e le stesse difficoltà. È solo così che ci possiamo confrontare in modo corretto, costruttivo e produttivo per portare dei risultati che possono essere utili alla nostra comunità.

Quello che è stato richiamato prima da parte del collega Manfrin, del post uscito questa mattina, è l'evidente prova nei fatti che a livello nazionale non si conosce la nostra realtà perché se è vero che oggi si dice che il centrosinistra ha preso in mano la Valle d'Aosta, è anche vero che il giorno delle elezioni si diceva che il centrodestra aveva preso la guida della Regione Valle d'Aosta.

Questo significa o non conoscere o strumentalizzare un territorio per dei fini diversi da quelli che mirano al perseguimento dei nostri obiettivi. È qui che credo che occorra valorizzare la cultura autonomista, la cultura di prossimità del territorio, perché solo chi conosce il territorio può dare soluzioni ai problemi che si vivono in loco.

Credo che ci si debba confrontare con chi è all'esterno della Valle d'Aosta con un proficuo dialogo ma non si possono prendere delle direttive o essere strumento di finalità che possono essere utili per sviluppare delle azioni di partito ma non sono sicuramente utili a dare soluzioni ai problemi dei Valdostani.

Concludo questo breve intervento con l'auspicio che le competenze che ci sono all'interno di quest'Aula possano dimostrare la capacità politica e amministrativa e soprattutto metterla a disposizione in un momento di grave difficoltà che sta vivendo la comunità valdostana per affrontare i grandi problemi che attengono il nostro territorio e per riuscire a ricreare le condizioni di benessere che tutti si aspettano.

Presidente - Chiedo ai Consiglieri di prenotarsi per l'intervento. Ha chiesto la parola per il secondo intervento il collega Carrel, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Dialogo, lo abbiamo detto tutti e anche nella risposta del futuro Presidente della Regione si è parlato molto di dialogo, si è parlato molto del perché non dialogare con la Lega. Lo abbiamo capito. Perché non dialogare con altre forze autonomiste invece ci è forse un po' più oscuro, o forse no, forse lo possiamo intuire anche se, onestamente, guardando tutti coloro che partecipavano alle trattative di questo gruppo dei quattordici, credo che non ci siano più problemi con chi ha fatto la storia dell'Union Valdôtaine e dell'autonomia in Valle d'Aosta.

Noi stiamo qui e continuiamo a essere disponibili a dialogare anche con voi e, se avrete appunto la cortesia di ascoltare le nostre proposte, cercheremo di collaborare al meglio, per il bene della Valle d'Aosta appunto.

Oggi però a parte capitani e attacchi più o meno utili al dibattito, credo che sia urgente approvare il Governo e iniziare a lavorare. Ho ricevuto numerosi messaggi di persone preoccupate, che non sanno se gli impianti di risalita apriranno, che non sanno che cosa stia per succedere e quali sono le risposte che noi qui dentro il Consiglio regionale ma in primis la Giunta può dare. Questo è il vero problema oggi per chi sta fuori da quest'aula.

Per il resto io dico che sì, nel programma mancano degli elementi importanti, ma è altrettanto vero che ci sono degli elementi altrettanto importanti che sono trattati ma di cui non si capisce quale sia la linea della maggioranza. Questo è il problema. Non sappiamo quale sia la linea sull'Ospedale, non sappiamo e non capiamo, forse per incapacità mia, se vogliamo fare una riforma istituzionale che, come qualcuno in quest'aula aveva sostenuto, divida la figura del Presidente da quella del Prefetto. Non sappiamo e non capiamo se lo Stato non fa quella legge per approvare l'apertura dei Bond in CVA che cosa succede a CVA? Questi sono i veri problemi. Non sappiamo neanche qual è realmente l'idea dei ventuno Consiglieri che dovrebbero comporre la maggioranza sui collegamenti intervallivi.

Sono queste le domande a cui vorremmo una risposta, prima d'insediarsi, e poi collaboreremo su alcuni temi se la vedremo nello stesso modo e faremo opposizione su altri se invece non la vedremo, ma in questo momento non mi è chiaro e non ci è chiaro qual è la linea su questi temi, sui temi che avete citato, questi sono tutti temi che avete citato sul vostro programma.

Non la capisco, quindi chiedo, se possibile, a qualcuno della maggioranza di specificare qual è la linea dei ventuno Consiglieri su questi temi.

Presidente - Il collega Chatrian ha chiesto la parola e ne ha facoltà.

Chatrian (AV-SA) - Un ultimo pilastro - di cui volevo mettere in evidenza non le criticità ma la necessità di affrontarlo - è quello della scuola, quindi se da una parte il primo è la sanità, quello subito a fianco è il come affrontare l'accompagnare il mondo del lavoro e come accompagnare l'istruzione, il mondo della scuola in questo momento di grandissima difficoltà.

Io penso che siano queste le questioni principali e poi per tutti i quesiti che sono stati posti, anche dai diversi colleghi, io penso che da questo pomeriggio ci sia spazio per poter dare delle risposte, per poter affrontare e trovare delle soluzioni, ma non ci sarà "a domanda c'è una risposta". A domanda ci sono diverse risposte, diverse soluzioni. Apriamo gli impianti a fune? Se ci saranno le condizioni dobbiamo aprirli, se ci saranno le condizioni sanitarie dobbiamo affrontarlo, se ci saranno le condizioni sanitarie dovremo essere in grado anche probabilmente d'inventarci o di accompagnare questa situazione con delle novità, con delle idee e soprattutto essere molto pragmatici e molto chiari nel momento in cui si decide un percorso, mantenendo sempre la barra dritta in una visione però globale, perché altrimenti ognuno guarda il suo piccolo orticello e magari ci si perde invece in una visione più generale dove il sistema Valle d'Aosta deve avere la capacità di affrontare le sfide.

Presidente - Prima di dichiarare chiusa la discussione chiedo se ci siano ancora interventi per coloro che non hanno usufruito del primo o per coloro che vogliono fare il secondo intervento. Dichiaro chiusa la discussione. Prima di procedere al voto, coloro che ritengono di voler fare una dichiarazione di voto hanno la possibilità d'intervenire e hanno cinque minuti a disposizione.

Collega Manfrin per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Come abbiamo diffusamente già illustrato negli interventi di tutti i colleghi, per la composizione di una parte della Giunta, la composizione politica di questa maggioranza, per le carenze programmatiche evidenziate, la Lega voterà convintamente no alla Presidenza e alla Giunta che è stata proposta in quest'aula e approfittiamo della possibilità di dichiarazione di voto per chiedere il voto in cabina.

Presidente - Altre richieste per dichiarazione di voto? Si è prenotato il collega Carrel per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà

Carrel (PA) - Noi come gruppo Pour l'Autonomie, visto quanto abbiamo segnalato durante il dibattito, abbiamo deciso di astenerci dalla votazione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Jordan, ne ha facoltà.

Jordan (VdA Unie) - Merci. C'est avec beaucoup d'émotion que je prends la parole pour ma première intervention au Conseil de la Vallée d'Aoste. Dans ce lieu qui est aussi important pour tous les Valdôtains, je m'engage, je mets à disposition pour vous tous mon expérience et mon aptitude à travailler. Je vais m'engager pour faire progresser notre belle région.

È con grande responsabilità che ci troviamo in questa assemblea; i nostri rispettivi ruoli, le nostre competenze devono servire esclusivamente a favorire lo sviluppo del nostro territorio e le proposte che saranno formulate, così come le eventuali critiche costruttive, dovranno avere come unico fine il benessere dei Valdostani.

Come Gruppo di Vallée d'Aoste Unie abbiamo con piacere contribuito alla creazione di questa maggioranza, dapprima confrontandoci con la componente autonomista della costituenda maggioranza e successivamente con la sinistra, con la quale abbiamo avviato un serio e costruttivo confronto sulle parti del programma che differivano; un confronto non scontato, così come è già stato detto, che ci ha visto seriamente lavorare alla ricerca dei punti di incontro; un confronto non al ribasso, ma sempre finalizzato a un serio e credibile sviluppo della nostra regione.

Sosteniamo pertanto il programma presentato dal collega Erik Lavevaz, un programma serio, credibile e concreto. Sosteniamo la squadra di Governo e soprattutto sosteniamo un Presidente che saprà fare bene, un Presidente pronto all'ascolto e al confronto con tutti.

Annuncio pertanto il voto favorevole da parte del nostro Gruppo alla proposta formulata dalla maggioranza.

Presidente - Altri interventi per dichiarazione di voto? Mi comunicano che è prenotata per dichiarazione di voto la collega Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Anticipo che il nostro Gruppo voterà, naturalmente, per il presidente Lavevaz, per questa maggioranza e per il programma che è stato presentato. Qualcuno l'ha detto prima di me, è un programma serio e costruito sul confronto, sicuramente potrà essere implementato e comunque, vista la grande apertura di questi giorni da parte dei Gruppi di minoranza, credo che sarà opportuno lavorare tutti insieme perché forse è il momento di guardare meno i social e di metterci testa bassa a lavorare.

Sotto questo punto di vista conosco bene il futuro Presidente e sono certa che sarà garanzia e rispetto di tutti noi.