Oggetto del Consiglio n. 5 del 20 ottobre 2020 - Resoconto
OBJET N° 5/XVI - Élection du Président du Conseil.
Baccega (Presidente) - Siamo al punto 4 all'ordine del giorno. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 7 del Regolamento interno, per l'elezione del Presidente è richiesta la presenza in remoto o in presenza di almeno due terzi dei consiglieri assegnati, ovvero 24, e che il Presidente è eletto con votazione a scrutinio segreto a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.
Visto che esiste il numero legale per deliberare, dichiaro aperta la discussione sulla proposta di elezione del Presidente. Qualcuno intende prendere la parola? Ha chiesto la parola la collega Minelli, ne ha facoltà.
Minelli - A nome dei gruppi della costituenda maggioranza, la proposta per la nomina a Presidente del Consiglio della Valle d'Aosta è per il consigliere Alberto Bertin.
Presidente - Qualcuno vuole prendere la parola? Se nessuno intende prendere la parola, credo che si possa passare alla votazione. Per la votazione segreta a ogni consigliere verrà consegnata una scheda su cui potrà essere scritto un solo nominativo. Ricordo che in caso di omonimia dovrà essere scritto sulla scheda oltre al cognome anche il nome di battesimo. La cabina di votazione è posta alla destra del bancone del Presidente, l'urna per le schede è al centro della sala. Ricordo che i consiglieri collegati in videoconferenza voteranno attraverso delega a un altro soggetto presente in aula, preventivamente individuato dai rispettivi gruppi, che procederà alla compilazione della scheda sulla base delle indicazioni ricevute. Il consigliere Segretario chiamerà uno alla volta in ordine alfabetico i consiglieri per la votazione.
Il collega Manfrin ha chiesto la parola. Prego, ne ha facoltà.
Manfrin - Per un breve intervento al termine del quale chiederò il voto in cabina. Intervengo a nome del gruppo Lega per fare un pochino di storia all'interno di quest'aula, leggendo solo qualche notizia che ci separa da un paio di anni rispetto all' elezione che c'è stata in questa aula del Presidente del Consiglio a giugno 2018. Lo faccio leggendo una Ansa che riportava alcune dichiarazioni che erano state fatte all'interno di quest'aula, alcune dichiarazioni che riprendevano il pensiero dei gruppi dell'allora minoranza, Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, Impegno Civico e Movimento 5 Stelle, che contestavano la designazione dell'allora Presidente del Consiglio sostenendo che non vi fosse stato alcun confronto con i gruppi dell'opposizione sulla candidatura proposta dalla maggioranza, che si tratta invece di una figura primus inter pares e super partes, spiegava l'allora capogruppo di Impegno Civico. Anche Renzo Testolin dell'Union Valdôtaine lamentò il passaggio forzato della maggioranza dicendo che c'erano movimenti che chiedevano ad altri di dare segnali importanti e poi non hanno la stessa filosofia della loro condotta.
Io credo che esattamente questi comportamenti stigmatizzati da chi allora ai tempi ci voleva fare qualche lezione di bon ton istituzionale probabilmente sono sicuramente stati replicati, per lo meno nei termini in cui avevano proposto la volta scorsa. Ma la cosa che mi preme ricordare con maggior trasporto sono invece le dichiarazioni che il collega Bertin affidò a Facebook in un post del 2 luglio 2018, che vado testé a leggervi: "Nuova Giunta, vecchie abitudini. Nei due giorni di Consiglio il nuovo governo della Lega ha più volte chiesto la collaborazione e un'apertura di credito nei suoi confronti. Ma al momento di condividere alcuni organi di garanzia o la direzione di commissioni che si occupano di riscrivere le regole per tutti, nella neo maggioranza ha prevalso la solita logica spartitoria. La nuova maggioranza ha voluto occupare sistematicamente tutte le poltrone, sedie e sgabelli a disposizione nella rigida applicazione del vecchio manuale spartitorio di scuola democristiana, il cosiddetto manuale Cencelli. L'inizio non è stato dei migliori e il rischio che il tanto richiamato cambiamento si traduca nella solita sostituzione è reale. Sostituire tizio con caio, come abbiamo visto in passato, non è sufficiente. Parafrasando una famosa battuta pronunciata dall'attore Humphrey Bogart in un film degli anni '50, questa è la vecchia politica bellezza".
Oggi ci si accinge a candidare alla Presidenza il collega Bertin che faceva questa dura filippica contro la logica spartitoria. Vedremo alla fine di questa giornata se effettivamente il collega Bertin terrà fede a quanto aveva scritto e quindi rifuggirà la logica spartitoria, oppure se in questa logica spartitoria di, come definiva lui, poltrone, sedie e sgabelli, effettivamente la sua maggioranza e la maggioranza che probabilmente va a formarsi in questa giornata, si confermerà in toto.
Per questi motivi riteniamo, così come sostenuto spesso da alcuni movimenti come ALPE, ma anche come Impegno Civico, che probabilmente per presiedere questa aula potrebbe essere in questa situazione, nella quale un buon terzo dei valdostani viene escluso dal governo di questa Regione, potrebbe essere una buona opportunità quella di concedere la presidenza all'opposizione. Ecco perché riteniamo quindi di poter proporre una candidatura alternativa e il gruppo Lega voterà convintamente il collega Carrel.
Presidente - Si voterà in cabina come richiesto dal collega Manfrin. Il consigliere Carrel ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Carrel - Ringrazio per la fiducia il gruppo Lega. Anche noi, come gruppo Pour l'Autonomie purtroppo non siamo stati coinvolti in questa scelta, quindi non voteremo ovviamente una scelta presa al di fuori da questa aula e senza condivisione, soprattutto in merito alla presidenza del Consiglio. Annuncio quindi che noi voteremo scheda bianca.
Presidente - Possiamo procedere alla votazione, se non ci sono altri interventi. Andiamo con calma in quanto aspettiamo ovviamente le comunicazioni che arrivano dai colleghi che sono in remoto. La votazione è aperta, invito il consigliere Segretario a procedere all'appello.
Votazione per schede in cabina (per delega per i consiglieri collegati in videoconferenza)
Esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 35
Schede valide: 35
Schede bianche: 3
Bertin: 21
Carrel: 11
Il consigliere Bertin è il nuovo Presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Porgo a nome mio e di tutto il Consiglio le felicitazioni al nuovo Presidente. Io lascio a lui assumere la Presidenza. Concedetemi solo di ringraziare gli uffici della Presidenza del Consiglio, con i dirigenti che sono qui al mio fianco, per il grande lavoro svolto in questi giorni difficili e complicati, affinché si potesse arrivare a rendere efficace questa seduta del Consiglio. Buon lavoro a tutti. La parola al presidente Bertin, ne ha facoltà.
Dalle ore 10:08 assume la Presidenza il presidente Bertin.
Bertin (Presidente) - Cari colleghi e colleghe, permettetemi innanzitutto di ringraziare per la fiducia che mi è stata data eleggendomi alla Presidenza del Consiglio della Valle. Sono grato per il delicato ruolo che da oggi mi è stato affidato, un ruolo di garante dell'assemblea che qui voglio e devo rappresentare unitariamente.
Questa legislatura si apre in un momento estremamente difficile per la nostra regione, non solo per la tanto temuta seconda ondata della pandemia che si sta manifestando. Abbiamo un sistema sanitario, economico e sociale già provato dagli accadimenti di questa primavera che rischia di essere di nuovo sotto pressione. Una situazione che accresce ancor di più le responsabilità di questa assemblea. Dal 16 dicembre 2019 la nostra Regione è senza un Governo legittimato dalla fiducia del Consiglio regionale. Una situazione anomala che certo non ha favorito l'azione necessaria in questi mesi di stress pandemico.
Un Consiglio regionale, inoltre, travolto da vicende giudiziarie gravi, innanzitutto perché vedono partecipe la ?ndrangheta, una delle organizzazioni criminali di stampo mafioso tra le più pericolose del pianeta, in relazione con la politica e rappresentanti delle nostre istituzioni. Un'organizzazione che ha come finalità e obiettivo, per conseguire sempre più potere, di infiltrare e condizionare la politica, come abbiamo letto anche nelle recenti sentenze riguardanti la presenza della ?ndrangheta in Valle d'Aosta. Fatti che hanno gravemente minato la credibilità di questa istituzione e macchiato l'immagine della nostra regione.
Con questa nuova legislatura, questo nuovo Consiglio Valle deve voltare pagina. Deve riscattarsi. Lo dobbiamo alla storia gloriosa della nostra regione, all'avvenire di questa terra e a noi stessi. Dobbiamo isolare il malaffare, prendere le distanze dalle degenerazioni di questi anni, innanzitutto dalle modalità di raccolta del consenso. È un compito che riguarda tutti. L'autonomia e la democrazia non possono convivere con la ?ndrangheta. Un Consiglio regionale rinnovato deve darsi questo obiettivo. Questa Presidenza perseguirà anche questo obiettivo. Una comunità che cede sulla legalità, occorre ricordarlo, mette gravemente a rischio il proprio benessere e il proprio futuro.
Il Consiglio Valle è il rappresentante della sovranità popolare valdostana e come tale deve ritrovare la sua centralità, ridiventare il luogo del confronto e delle decisioni più importanti per la nostra comunità. Deve ritrovare efficienza ed efficacia nell'organizzazione e nell'azione, indispensabili per recuperare credibilità nei confronti della cittadinanza, quella che in questi anni forse è mancata.
Vérité et avenir : ces deux mots sont gravés sur le mur de notre assemblée législative, dans la citation d'Emile Chanoux. Deux mots que le martyr de la Résistance avait écrit en pensant aux peuples suisses: deux mots qui doivent éclairer notre action et notre vision du futur en faveur du peuple valdôtain.
Il Consiglio Valle deve anche sapersi rinnovare nelle modalità di rapporto con l'esterno, sempre più trasparente e aperto verso i cittadini. Un Consiglio Valle che sappia innovarsi anche nelle sue funzioni, come sta avvenendo in tutte le assemblee del mondo, dando maggiore importanza agli aspetti valutativi, rinnovandosi nelle sue regole di funzionamento, aumentando anche la sua autonomia funzionale rispetto ad altre istituzioni. Sono convinto che un Consiglio autonomo, autorevole e propositivo possa essere di supporto e di stimolo all'azione del Governo stesso nella sua funzione esecutiva e amministrativa.
Ci aspettano momenti difficili ed è necessario il contributo di tutti. Nel ruolo di Presidente del Consiglio non potrò che impegnarmi a essere il garante delle regole, nel rispetto della rappresentanza democratica, come deve essere per un organo di garanzia. Un organo di garanzia per tutti, come tutti dobbiamo essere consapevoli in questa Assemblea dell'importanza del ruolo che i cittadini e le cittadine ci hanno affidato, consci che dobbiamo essere noi per primi a esserne oggetto di verità e portatori di futuro attraverso la nostra attività e la nostra azione. Grazie.