Oggetto del Consiglio n. 1178 del 27 gennaio 2020 - Resoconto
OGGETTO N. 1178/XV - Illustrazione del DEFR, per il triennio 2020-2022, del DL n. 45 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2020/2022), del DL n. 46 (Bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2020/2022) e del DL n. 47 (Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale per il triennio 2020/2022).
Rini (Presidente) - Colleghi, apriamo la discussione sulla proposta e sui disegni di legge iscritti rispettivamente ai punti 4, 5, 6 e 7 dell'ordine del giorno. Prima di passare alle relazioni, chiederei una breve sospensione per una riunione dei capigruppo.
La seduta è sospesa dalle ore 15:06 alle ore 15:24.
Rini (Presidente) - Possiamo riprendere con l'esame congiunto di tutti i punti all'ordine del giorno. Nella seduta odierna ci limiteremo semplicemente alle relazioni dei relatori e del Presidente della Giunta; i lavori riprenderanno domani mattina. Il termine per presentare gli emendamenti è le ore 10:00 di domattina. Possiamo procedere con le relazioni. Chi intende prendere la parola? La parola al collega Marquis.
Marquis (SA) - Cari colleghi, mi accingo, nel ruolo di relatore, a introdurre i disegni legislativi che costituiscono il bilancio previsionale 2020-2022, la legge di stabilità e le disposizioni collegate. Considerato l'attuale contesto, ritengo utile e doveroso anteporre alla presentazione dei documenti contabili alcune riflessioni di carattere prettamente politico. Anzitutto sottolineo che il percorso di definizione del bilancio previsionale triennale 20-22, che oggi discutiamo, è stato un percorso inconsueto, sofferto e si è sviluppato in un contesto segnato nella sua fase cruciale da gravi fatti che hanno determinato l'apertura di una crisi politica per la quale non s'intravede al momento una via d'uscita. Tuttavia, più in generale, descrivere l'attuale fase d'instabilità quale esclusiva conseguenza dei fatti contingenti porterebbe, a mio avviso, a un'analisi parziale, giacché le più o meno recenti dinamiche politiche, ovvero quelle degli ultimi anni, hanno origini lontane e sono radicate in un modello politico-culturale che fatica a evolvere e si dimostra, purtroppo, forse non ancora pronto ad affrontare le grandi sfide che interessano la nostra comunità e il nostro territorio.
Il paradigma fondato sulla distribuzione delle risorse affermatosi dagli anni '80 del secolo scorso è andato progressivamente in crisi e ha mostrato tutta la sua inadeguatezza e insostenibilità sul finire del primo decennio degli anni 2000 con la forte riduzione delle entrate regionali in concomitanza alla grave recessione del 2008, dalla quale la nostra Valle tribola più di altre realtà a uscire con un rinnovato slancio. Seppure il livello di benessere in Valle si attesti ancora al di sopra di quello medio nazionale, va detto che il PIL valdostano e altri indicatori del benessere socio-economico sono ancora posizionati a livelli più bassi rispetto a quelli registrati nella fase pre-crisi. Nei cittadini che percepiscono il peggioramento della propria situazione di benessere cresce un sentimento negativo sulle prospettive di medio periodo che porta le giovani generazioni, specialmente quelle più istruite, a essere smarrite e a subire, in un numero crescente di casi, l'attrazione di altre realtà territoriali per affermare le proprie aspettative di vita.
La definizione della programmazione europea 2021-2027 dovrebbe essere una straordinaria occasione per ridisegnare il presente e il futuro della nostra regione e il dibattito dovrebbe essere incentrato sulle strategie per la Valle d'Aosta e favorire soluzioni per uno sviluppo sostenibile più partecipato e condiviso con al centro i cittadini e le imprese, con il pubblico che funga da facilitatore e non da distorsore e da freno all'economia. Invece, come classe politica, ci si occupa di regolamenti di conti interni ai movimenti e si mostra molto più interesse ai social, ai sondaggi di gradimento che a risolvere i problemi della gente. Non traspare ancora la maturazione necessaria per porre al centro dell'agire il confronto su questo tema e sulle grandi criticità strutturali che gravano sulla nostra realtà e che, se non affrontate tempestivamente e adeguatamente, rischiano di cronicizzarsi. Il processo di liquefazione della società si estende anche alla politica nostrana e al Consiglio regionale - sempre più frammentato dalla progressiva nascita di nuovi gruppi consiliari - è richiesto un impegno collettivo improntato alla responsabilità, all'unione delle forze all'insegna di una maggiore tolleranza, alla ricerca di sintesi politica sui numerosi problemi da affrontare, senza il quale prevarranno lo spirito di rivalsa e la litigiosità che non portano nulla di buono ai cittadini per i quali siamo qui a lavorare.
In questi giorni di Consiglio è auspicabile che si sviluppi un dialogo e un confronto costruttivo sia per discutere e approvare il bilancio, sia per eventualmente risolvere la crisi o per approcciare alle lezioni con un progetto per la Valle d'Aosta e non solo per ricercare nuovi equilibri di forza per ciascuno. Diversamente si perderà un'ulteriore occasione per affrontare con senso di responsabilità l'incarico affidatoci dagli elettori solo poco meno di due anni orsono. L'attuale clima politico ha condizionato anche il contributo fornito dalla II Commissione affari generali che ho l'onore di presiedere. Ringrazio tutti i colleghi, commissari e non, che hanno lavorato con la massima disponibilità nei limiti del perimetro d'azione riconosciuto dai gruppi consiliari. A questo riguardo le audizioni ci hanno consegnato un nuovo importante messaggio. I rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo e delle parti sociali, nel fornire la loro visione sul documento di economia e finanza regionale, il DEFR, e sul bilancio hanno avanzato la richiesta di affrontare in modo innovativo e strutturale i temi e le criticità che frenano lo sviluppo della Valle: la debolezza del tessuto produttivo, l'incremento degli investimenti in ricerca e innovazione, l'attrattività della regione, la crisi dell'edilizia, le difficoltà croniche dell'agricoltura, i temi del trasporto, l'istruzione e la formazione, gli aspetti demografici, il lavoro, l'inclusione sociale e la riforma della pubblica Amministrazione.
Pertanto sul tavolo andrebbero poste idee, progettualità innovative e la politica dovrebbe assumere un approccio deciso per attuare nei fatti la riforma della pubblica Amministrazione e per affrontare la gestione dei problemi con modalità compatibili e coerenti con le esigenze attuali e con le condizioni di contesto. A titolo di esempio cito la questione dei mutui agevolati per l'acquisto, la ristrutturazione e la costruzione della casa, sulla quale tornerò e sulla quale si è proposta una soluzione pragmatica e responsabile.
È sempre più indispensabile addivenire alla condivisione di una visione strategica per far crescere l'economia e il lavoro, lo sviluppo turistico, per promuovere il consolidamento dei servizi e delle attività commerciali, rafforzare la sostenibilità dell'agricoltura e rafforzare il tessuto produttivo. A fine di dicembre, non essendovi le condizioni per approvare il bilancio proposto dal Governo dimissionario, il Consiglio regionale, obtorto collo, ha deciso di deliberare l'esercizio provvisorio e di rinviare il documento all'esame della II Commissione con l'intento di ricercare le necessarie condizioni di condivisione. Non tutti i mali sono venuti per nuocere e se questo fatto ha determinato alcune criticità alla gestione amministrativa nel mese di gennaio, ha anche consentito d'intervenire sul documento che oggi viene sottoposto all'attenzione dell'Aula mettendo a disposizione significativi contributi dei Consiglieri su questioni di grande importanza per i cittadini, il tessuto imprenditoriale e gli enti locali, ma ha anche consentito allo stesso Governo di auto-emendare alcune proprie proposte. Qualora a fine dicembre fosse stato approvato il bilancio, cosa ne sarebbe dell'erogazione dei mutui alle più di 700 famiglie che attendono dal 2018? La proposta di soluzione avanzata fornisce una concreta risposta al bisogno dei cittadini relativamente al sostegno per la casa e ossigeno al comparto dell'edilizia privata che ha registrato un forte rallentamento in questi anni. A fronte di una situazione non più sostenibile, si è approcciato in modo innovativo ed efficace con il coraggio necessario per superare le resistenze di sistema e per ridefinire un modello datato e non rispondente in questo momento alle esigenze della gente. Per evitare di fare attendere ancora l'erogazione del mutuo ai cittadini in attesa dal 2018, si propone un intervento di abbattimento degli interessi che i cittadini pagano accedendo liberamente al finanziamento presso una banca convenzionata con la Regione, mantenendo di fatto le medesime condizioni di agevolazione attuale. Questa azione, se sarà approvata, consentirà di risolvere nell'arco di sei mesi, qualora si formerà un nuovo governo, tutta la questione dei mutui, diversamente irrisolvibile, e nell'anno di attivazione della misura determinerà per la Regione un gettito di entrate fiscali superiori alla spesa sostenuta. Se così sarà, tutte le famiglie valdostane interessate potranno attivare nei tempi previsti dalle banche - si parla di un massimo di 90 giorni - mutui per ristrutturare e mettere a valore il proprio patrimonio abitativo.
Sempre per stimolare il recupero edilizio è stata avanzata la proposta di ridurre il 50% dell'IMU per i cinque anni successivi al completamento di un intervento di riqualificazione degli immobili da parte dei privati cittadini.
Sono stati presentati e approvati dalla Commissione anche significativi emendamenti a beneficio del comparto commerciale e degli enti locali. Altresì si ritiene meritevole, su alcune proposte non approvate dalla Commissione, il confronto politico in Aula riconoscendo a essa la sua sovranità. Ciò nonostante, rispetto al grave quadro che ho richiamato all'inizio, anche con tali misure il documento nel suo complesso non pare sufficiente ad affrontare in termini strutturali e di medio periodo il difficile scenario in cui ci si trova. In questa fase sarebbe anche necessario considerare gli effetti della gestione ordinaria ed eventuali elezioni sull'esercizio 2020 e sulla programmazione del futuro della Valle d'Aosta. Nel 2020, al di là dell'attuazione del bilancio, dovrà essere definita, come prima detto, la programmazione dei fondi strutturali 2021-2027. Si parla di 370 milioni di euro, programmazione già in grave ritardo, ovvero la strategia di sviluppo e di selezione degli investimenti che sono funzionali ad affrontare le grandi sfide: la lotta ai cambiamenti climatici, la transizione energetica, il rilancio della crescita dell'attrattività del territorio.
Rivestono urgenza anche le scelte strategiche sul futuro di CVA, sulle infrastrutture di trasporto, su tutto quanto inciderà sul comparto turistico nel lungo periodo e quelle a livello istituzionale relative alla stabilità di governo e alle modalità di gestione associata dei servizi degli enti locali, disciplinata dalla legge 6 del 2015.
Siamo sicuri che l'indifferenza rispetto a queste questioni sia il bene della Valle d'Aosta? Sarà il dibattito in aula a dare una risposta a questo tema sul quale una riflessione politica è più che opportuna.
Al netto di quanto detto, il bilancio di esercizio del 2020 si caratterizza rispetto al precedente per una maggiore disponibilità di risorse quantificabile in circa 30 milioni di euro e per la certezza delle risorse conseguente all'avvenuta definizione della partita relativa al contributo della Regione al risanamento dei conti dello Stato. I fondamentali economico-finanziari sono positivi e va sottolineata anche la potenziale significativa capacità d'indebitamento della Regione per far fronte a eventuali investimenti infrastrutturali. Dal bilancio in discussione emergono alcuni timidi segnali innovativi che però non assumono caratteristica di strutturalità e non lasciano, purtroppo, ancora presagire un cambiamento sensibile di approccio rispetto al passato. Questa premessa si auspica possa essere una traccia utile per stimolare un costruttivo dibattito politico in aula in questi giorni.
Passerei adesso a un'illustrazione per quanto sintetica più tecnica dei disegni di legge. La redazione del bilancio 2020 2022 è stata guidata dal contenuto del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) che discuteremo sempre nell'ambito di questa seduta.
Il bilancio regionale pareggia nell'importo complessivo di euro 1 miliardo e 500 milioni per l'anno 2020, 1 miliardo e 981 per l'anno 2021, 1 miliardo e 424 per l'anno 2022. Come ho detto poc'anzi, non è previsto alcun ricorso all'indebitamento, si richiama una buona gestione complessiva e operativa dell'Amministrazione, che ha consentito che una parte rilevante delle risorse correnti, pari a 110 milioni di euro, potessero essere destinate agli investimenti. Le risorse disponibili al netto delle partite di giro del fondo pluriennale vincolato sono pari a circa 1,4 milioni di euro per il 2020, 1,9 milioni per il 2021 e 1,3 milioni per il 2022. Di questi 102 milioni e 800 mila per ciascuna annualità sono stanziati a titolo di contributo regionale al risanamento della finanza pubblica dello Stato.
Tra le risorse disponibili per la spesa corrente per l'anno 2020, al netto del contributo allo Stato, risulta l'importo pari a 1 miliardo e 40 milioni, mentre gli investimenti saranno 252 milioni di euro, che sono in crescita rispetto all'anno precedente. Considerando il triennio 2020-2022, l'incidenza percentuale media della spesa corrente è pari all'82% circa e quella degli investimenti è pari al 18%. Il totale delle entrate di competenza previste per il 2020, al netto delle partite di giro, è pari a 1.361 milioni di euro; se si raffronta l'entrata prevista per il 2020 con lo stesso dato del bilancio di previsione 2019 pari a 1.411 milioni, l'incremento di entrate previsto è pari a 51 milioni di euro, senza fare ricorso ad entrate straordinarie o una tantum.
Le entrate di natura tributaria, rappresentate nel titolo primo, pari a 1.172 milioni per il 2020 costituiscono l'ottanta per cento delle entrate totali finali e sono rappresentate da 131 milioni di tributi propri e 1.041 milioni di compartecipazione ai tributi erariali. Le previsioni di entrambe le tipologie sono in crescita rispetto al precedente esercizio.
La maggiore previsione rispetto al 2019 delle entrate derivanti dal riparto fiscale che passano da 1.024 milioni a 1.041 è dovuta alla crescita del getto I.V.A. e dell'IRES. Nel triennio sarà prevista un'ulteriore crescita principalmente per l'andamento dell'I.V.A. considerando già la manovra dello Stato per sterilizzare l'aumento dell'aliquota e quindi la previsione formulata ad aliquote I.V.A. invariate.
Le entrate extra tributarie, le cosiddette patrimoniali, rappresentate nel titolo terzo, sono previste per il triennio in esame senza ricorso, come già evidenziato, a entrate straordinarie e si attestano intorno ai 75 milioni di euro. Fra queste le entrate derivanti dalla vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione di beni sono costituite principalmente dai canoni di concessione e sub-concessione dell'acqua a scopo idroelettrico che ammontano a circa 23 milioni di euro.
Quanto alle spese, il totale delle risorse disponibili in parte spesa - al netto del fondo pluriennale vincolato, del contributo al risanamento della finanza pubblica dovuto dalla Regione e delle risorse già impegnate - è pari a 863 milioni di euro sul 2020. Questo dato risente ovviamente del fatto che per l'annualità 2020 le risorse disponibili sono in gran parte destinate a interventi già avviati nell'anno in corso e che pertanto risultano già impegnate.
Passando ad analizzare l'incidenza della spesa corrente, come accennato in precedenza, considerando il titolo primo al netto del contributo allo Stato e del relativo fondo pluriennale vincolato (FPV), essa sul triennio è mediamente pari all'82,06% della spesa totale. Di riflesso agli investimenti intesi come somma dei titoli II e III al netto del fondo pluriennale vincolato è destinato il 17,94% delle risorse previste nel triennio, che in un valore assoluto corrispondono poco più di 672 milioni di euro.
Quanto ai principali interventi previsti per ciascuna missione spesa, posso dare un quadro di sintesi: la missione 1 che tratta i servizi istituzionali ha un ammontare previsto di 141 milioni e 600 mila a disposizione; la missione giustizia che è la missione 2 ha una disponibilità di 170 milioni; la missione 3 ordine pubblico e sicurezza ha una disponibilità di 554 mila euro nel 2020; alla missione 4 istruzione e diritto allo studio sono destinati 197 milioni e 600 mila. La missione 5 tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali ha una disponibilità di 43,7 milioni di euro. La missione 6 politiche giovanili sport e tempo libero ha una disponibilità di 8,4 milioni. Alla missione 7 eventi e turismo sono destinati 20,4 milioni; per la missione 8 assetto del territorio ed edilizia abitativa sono previsti 2 milioni e 91 mila euro. Per la missione 9 sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente 82 milioni di euro e 300 mila. La missione 10 trasporti e diritto alla mobilità: 98,277 milioni. La missione 11 soccorso civile: 28 milioni e 765 mila. La missione 12 diritti sociali, politiche sociali e famiglia: 95 milioni e 779 mila. La missione 13 tutela della salute: 291 milioni e 300 mila euro. Sviluppo economico e competitività - missione 14 - 36 milioni e 258 mila. Alla missione 15 politiche per il lavoro e per la formazione professionale sono destinati 27 milioni e 300. Per la missione 16 agricoltura politica agroalimentari e pesca: 20 milioni e 829 mila. Missione 17 energia e diversificazione delle fonti energetiche: 5 milioni e 933 mila. Alla missione 18 relazioni con le altre autonomie territoriali locali sono destinati 101 milioni e 639 mila. Per la missione 19 relazioni internazionali sono stanziati 179 mila euro. La missione 20 fondi e accantonamenti ha una disponibilità di 151,9 milioni. Nella missione 50 "debito pubblico" trovano copertura le quote interessi e le quote capitale sui mutui in essere e sui prestiti assunti dalla Regione per 49 milioni e 755 mila euro.
Passerei ora in modo molto sintetico al Disegno di Legge 45, ovvero la legge di stabilità, che è composta da 36 articoli raggruppati in sei capi.
Il primo capo contiene disposizioni in materia di entrate; nel secondo capo viene determinato il limite di spesa per il personale dell'Amministrazione regionale; il terzo capo detta le norme di riferimento per il triennio 20-22 per quanto riguarda la finanza locale. Il quarto capo prevede le autorizzazioni per la spesa sanitaria regionale di parte correnti e per investimenti. Nel quinto capo sono raggruppati gli interventi in materia di sviluppo economico, tra i quali si evidenziano quelli di politiche del lavoro, quote di cofinanziamento regionale sulla programmazione europea e la possibilità di finanziare mutui per la prima casa anche con fondi di proprietà di Finaosta. Il capo sesto prevede infine le disposizioni che concernono ambiti diversi che modificano norme già esistenti aventi riflessi sul bilancio regionale.
Venendo al Disegno di Legge 47, che tratta le disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale per il 2020 e il 2029, se siete d'accordo evidenzierei che questo articolato è composto da 19 articoli che trattano tutta una serie di disposizioni legislative che avremo modo poi di discutere in aula e che eviterei in questo momento di leggere e, se siete d'accordo, che darei per acquisiti. Se siete tutti d'accordo potrei completare così la mia discussione augurandomi che si possa svolgere un sereno confronto nei prossimi giorni per arrivare a definire il bilancio della Regione nel modo più condiviso possibile.
Presidente - La parola al relatore Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Carissimi colleghi, anche quest'anno ho l'onore di essere relatore di opposizione, nello specifico in rappresentanza dei gruppi Lega, Vda Libra, Mouv' e Misto di opposizione, anche se la figura non è presente in questo Consiglio, del progetto di bilancio di previsione 2020-22.
Conclusi la prima stesura di questa relazione il giorno di santo Stefano - primo martire - ma non pensavo certo che proprio questo bilancio sarebbe stato de facto il primo martire di questo "governo superstite" e della sua incerta, nei numeri e nei fatti, maggioranza. Certamente qualche dubbio sull'incombenza dell'esercizio provvisorio lo avevo, lo dissi già in Commissione, infatti di quell'allarme ne ho anche pagato le conseguenze morali. Fatto sta che la posizione muscolare assunta dal vostro "governo superstite" proprio in quei giorni sembrava presupporre un andamento differente delle cose. Ma così non è stato e sul finire di un martoriato 2019 l'intero pacchetto di bilancio, il DEFR compreso, è tornato in Commissione.
Per questo motivo è bene che prima di trattare l'analisi della sostanza, si ripercorrano alcune delle tappe fondamentali che abbiamo vissuto da metà dicembre in poi. Perché? Perché chi ha scelto di portare in Aula due volte il bilancio senza avere quei muscoli vantati a parole, e soprattutto i numeri per approvarlo, è responsabile di quel che è accaduto. La memoria corta degli uomini spesso gioca brutti scherzi e aiuta a ribaltare su altri le proprie colpe. Ecco perché quindi è bene soffermarsi un attimo sulla vicenda e sul senso politico dell'accaduto. A seguito dei tristi fatti del 12 dicembre scorso e delle relative conseguenze, il bilancio è stato riportato all'attenzione della II Commissione consiliare per le dovute considerazioni di merito, prima fra tutte l'incertezza sui numeri a favore di questo progetto di bilancio, considerato che ben quattro membri della maggioranza stessa avrebbero dovuto essere surrogati, cosa poi avvenuta venerdì 20 dicembre. Questa situazione apparentemente ha fatto sì che dagli scranni del Governo in primis provenisse il richiamo al senso di responsabilità del Consiglio tutto, in particolare verso noi membri dell'opposizione. Lo voglio dire subito, a scanso di equivoci, sia in aula sia nell'incontro informale di II Commissione del 17 dicembre la nostra disponibilità c'è stata. E faccio un'ulteriore precisazione in merito alla querelle esercizio provvisorio, perché nell'incontro del 17 dicembre il sottoscritto, insieme al commissario collega Cognetta, aveva chiesto la possibilità di valutare a livello di Commissione una possibile bozza di DL per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio e relativa modalità di approvazione, semplicemente per avere contezza delle modalità utili a evitare che la Regione si trovasse senza un bilancio approvato dopo il 31/12 e anche senza copertura normativa per far fronte alle necessità amministrative dei giorni del nuovo anno privi di bilancio. Questo in quanto, come specificato in più sedi, il richiamo al senso di responsabilità non può certo essere letto come un semplice "Votate questo bilancio e basta!", bensì come la concreta volontà di poter cambiare insieme alcune poste di bilancio significative dal punto di vista politico - non certo quelle obbligatorie! - al fine di rendere condivisibile il voto finale del progetto complessivo. Un'intenzione che negli incontri formali avuti con gli estensori del bilancio, principalmente l'Assessore-Presidente pro-tempore, nei giorni immediatamente successivi al 17 dicembre scorso non è stata espressa.
Il bilancio arriva così a ridosso del fine anno in Aula, ecco il secondo forte e significativo stop. La verità di allora? Mancano, perché già mancavano, i voti per approvarlo, ma la prima responsabilità non è certo dei 35 ma di chi quel bilancio lo ha voluto portare comunque in Aula. Non è che la situazione oggi sia cambiata molto, almeno nei rumors che in questi giorni abbiamo potuto sentire però oggi il tratto finale della corsa è iniziato. Tornato in II Commissione, il pacchetto di bilancio a parole doveva diventare un bilancio di Commissione. Caro collega Marquis, che belle parole disse quel giorno, ma lo dissi chiaro e forte nello scorso Consiglio proprio perché vi conosciamo bene: "Paganini non ripete". Così è stato e nel frattempo abbiamo lavorato e insieme ai tre Re Magi abbiamo depositato la nostra proposta di primo emendamento chiaro e netto: l'abbassamento dell'addizionale IRPEF regionale! Sì signori miei, a costo di essere noiosi, noi siamo stati coerenti. Lo dissi nella relazione al bilancio dello scorso anno che il nostro programma è semplice, volto ad abbassare le imposte, qualora possibile. Un emendamento di giustizia fiscale: tolte le marchette, le risorse secondo noi vanno restituite direttamente ai Valdostani. Criticabile, migliorabile, banalizzabile? Ma semplice e chiaro e soprattutto, in un contesto dove tanti dicono che dopo un bilancio ci vuole un governo per attuarlo, per carità tecnica è vero, questo emendamento però è #government free visto che va di moda. Approvatelo e sarà subito applicabile: pas de questions, pas de soucis!
Ma per terminare finiamo con l'assurdo. Nessuna interlocuzione possibile sull'emendamento con il "governo superstite" che, anzi, ha scaricato una sequela di emendamenti, non sempre tecnici, e di contorno abbiamo pure dovuto vivere comportamenti assolutamente non istituzionali da parte di qualcuno; mi spiace dirlo: audizioni rimandate senza troppe preoccupazioni, lunga attesa per avere emendamenti nuovi del Governo e anche una sorta di diktat sull'approvazione. Sì, proprio da parte di chi questo bilancio lo ha portato due volte in Aula senza avere i voti per approvarlo. Questa responsabilità è tutta vostra ed uso il plurale perché un governo per me è una squadra anche se fatta da tanti fantasisti - non a livello di Kakà, lo dico da milanista - come nel vostro caso.
Ecco infine la conclusione, il mistero: il 21 gennaio mattina il Presidente Marquis annuncia urbi et orbi che i voti per approvare il bilancio non ci sono. Ma poi - sarà la provvidenza? - nel pomeriggio i voti arrivano e oggi siamo qua. Oggi quei voti ci saranno? L'analisi di un bilancio, sia esso di natura previsionale o consultiva, è un momento di profonda riflessione che dovrebbe aiutare tutti a fermarsi un attimo e pensare. Permettetemi una considerazione di natura politica anche a fronte della situazione che stiamo vivendo: come più volte ho avuto modo di dire, anche a discapito di simpatie e di speranze, la Valle d'Aosta necessità di misure forti e coraggiose per invertire questa rotta di appeasement - chez nous on dirait "endrumia" - verso una crisi silente ma pericolosissima soprattutto per una realtà di meno di 150 mila anime. Un numero su tutti: la fascia di popolazione più attiva (dai 20 ai 40 anni) è in forte calo nell'ultimo ventennio, quasi il 42% in meno. Ora non è mia intenzione voler semplificare al massimo il tema ma quando qualcuno chiedeva, in sede di audizione, i dati sulla nascita e mortalità delle imprese, per una volta si dimenticava il lato sociale del problema, perché un piccolo economista di montagna, seppur fieramente non keynesiano, sa che senza la forza lavoro, quella più vitale, è inutile pensare al numero di aziende. Perché scappiamo? E lo dico anch'io che sono tra quelli, almeno per ora, che sono tornati. Vedete colleghi, io quello che oggi vedo è l'ennesimo tirare a campare, seppur sotto una tempesta che non sembra affatto finita, anzi, altri eventi dovranno ancora accadere, temo. Da un lato critico e criticherò chi fa finta di nulla, ostenta calma e vende questo suo bilancio come la soluzione a tanti problemi; dico "suo" perché, al di là dei richiami e la condivisione, una vera volontà non c'è mai stata. Sarà anche colpa di tutti, come dirà in questo Consiglio qualcuno, ma si ricordi bene - come lo ricordava a noi nel 2018 - che chi occupa gli scranni più alti dell'aula ha una maggiore e seria responsabilità dei fatti e ancora di più se oggi su alcuni di noi ci sono nuvole funeste di color verdastro; poi se per qualcuno sono già arrivate non lo sappiamo, è diventata un'abitudine.
Noi saremo anche quelli dell'isola felice ma le nostre idee, colleghi, nel bene e nel male, le abbiamo scritte e presentate ai Valdostani, chiare come l'emendamento sull'addizionale IRPEF e quelli che presenteremo.
Ciò detto passo all'analisi dei temi à la une perché sugli altri ci riserveremo punto per punto d'intervenire. Il prolungarsi del percorso di bilancio ha focalizzato l'attenzione su due emendamenti forti e caratterizzanti, quello per l'appunto sull'IRPEF e quello relativo ai mutui casa. Non dico null'altro appunto sugli altri perché mi riserverò di dire quel che penso punto per punto. Crediamo così tanto che ci sia bisogno di un forte segnale di cambiamento che annuncio la ripresentazione dell'emendamento volto a tagliare l'addizionale IRPEF sui primi tre scaglioni di reddito, cioè sino ai 55 mila euro. Sono testone, lo so, o meglio chiedo scusa, testone no, sono testardo. Sì, le sento nuovamente arrivare le critiche sempliciotte di chi dirà alla fine si risparmiano soltanto 184 euro ma credo proprio che questi criticoni si siano dimenticati il senso del denaro perché 184 euro che siano rappresentano sempre risparmi che contribuiscono alle spese del singolo contribuente o della sua famiglia e di questi tempi non sono pochi. Quest'emendamento ha poi un forte significato politico che ci caratterizza: crediamo infatti che la detassazione sia il primo passo per cambiare la Valle d'Aosta. L'applicazione concreta della norma di attuazione ha due significati importanti: dimostrare che la vecchia politica della redistribuzione non può essere il futuro della nostra autonomia e applicare nel concreto una misura di giustizia fiscale a favore della classe media dei redditi minori, che sono la spina dorsale della nostra comunità. Lo criticate, siete contrari? Bene, ditelo chiaramente ai Valdostani che voi le imposte non le volete abbassare. L'impasse che l'erogazione dei mutui casa ha avuto negli ultimi tempi non fa certo bene alle famiglie che ne hanno fatto richiesta né al settore edile oggi fortemente in crisi, ma come ho avuto modo di dire già in Commissione, stiamo bene attenti a creare false aspettative a chi ci ascolta, perché, a seguito della presentazione di quest'emendamento, il messaggio giornalistico - e per amore di verità di alcuni colleghi, non ho citato nessuno - è stato fin troppo semplicistico. Dire che con l'approvazione di quest'emendamento i mutui arriveranno a valanga perché facciamo affidamento al sistema bancario è falso e fuorviante. Le banche, che non sono certo enti caritatevoli, faranno i loro conti, adegueranno i loro tassi in base al contributo in conto interessi erogato dalla Regione, non faranno certo sconti sulle garanzie richieste alla gente e valuteranno bene il mix costo/rischio/redditività di vincolare loro risorse per 20-30 anni, considerata l'attuale bassa resa di prodotti finanziari come il mutuo casa rispetto ad altri di durata più breve e maggiormente redditizi. Potrei andare avanti ma evito. Il problema c'è e va risolto.
In Commissione abbiamo provato a portare alcuni contributi migliorativi - e vedo con piacere che comunque tra l'altro nella nuova versione qualcosa è stato recepito - ma la misura resta a breve, brevissimo termine, e, così come posta, pone nell'interlocuzione con le banche troppa incertezza. La misura del conto interessi l'abbiamo analizzata anche noi, per carità, già quando eravamo al governo, ma alcuni aspetti sono importanti da considerare. Le risorse messo in campo sono pubbliche e vanno usate in primis, a nostro giudizio, per un'utilità pubblica, cioè la prima casa. Il meccanismo del fondo di rotazione si autoalimenta e genera resa per l'ente pubblico, sia esso rappresentato da Finaosta, e nuove risorse che possono essere riutilizzate per altri mutui, cosa che invece con il conto interessi non avviene in quanto l'interesse rifuso è una spesa corrente secca.
Altro aspetto da considerare è quello degli effetti sul settore edile. Vada per la ristrutturazione, la riqualificazione, le iniziative di efficientamento energetico, ma il solo acquisto muove poco o nulla se non finanza vera e propria. Un politico francese, Martin Nadaud, diceva che quand le bâtiment va tout va, ma attenzione alle false speranze. Noi crediamo, e daremo un nostro contributo in tal senso, che il problema vado risolto utilizzando le risorse provenienti dal futuro assestamento di bilancio - che avete già un po' promesso a tutti, per carità - e dagli utili delle partecipate per erogare quanto oggi in lista di attesa e poi rivedere le modalità di erogazione della misura, perché sono quelle il vero problema, ma ci torneremo, o meglio, ci torno, perché chi oggi si dimostra stupito del numero di domande ricevute, soprattutto a fine anno, in concomitanza con la scadenza di validità della delibera attuativa, non si è posto alcun problema allorquando le maglie di concessione furono allargate -fin troppo in senso pre-elettorale - senza programmare il dovuto rifinanziamento del fondo di rotazione. Non diamo ancora una volta una falsa speranza ai Valdostani, prudenza, per favore, soprattutto su questi temi.
Voglio toccare alcuni aspetti che riguardano in particolare il DL45, anche a fronte delle audizioni fatte nel percorso di bilancio; riteniamo da sempre che una seria riforma dell'apparato regionale sia non soltanto necessaria bensì non più procrastinabile nel tempo. Il peso del pubblico sulla Valle d'Aosta è cresciuto negli anni e senza adeguate valutazioni e un piano di profonda riorganizzazione vi è rischio che possa trascinare ulteriormente la spesa complessiva verso livelli che il bilancio regionale non può più permettersi. L'analisi dell'articolato e il percorso di audizione hanno posto in luce il fatto che la politica di rafforzamento della macchina regionale ha tenuto conto dei soli fabbisogni - ovviamente sintetizzo semplificando - espressi dalle singole strutture. Nessuna valutazione di dimensionamento complessivo della struttura regionale, nessuna valutazione puntuale dei carichi di lavoro, nessuna reale volontà di cambiare le cose. Tanto avevo e tanto avrò se non di più di quanto oggi presente. È così che intendete riformare ed efficientare l'Amministrazione regionale? Crediamo che non si possa pensare di riformare la famosa legge 22 con interventi spot o di emergenza e soprattutto non senza un modello di organizzazione nice to have - cioè: quello che vorrei attendere - necessariamente ridisegnato dopo aver compreso reali fabbisogni, necessari potenziamenti, ricollocazioni ed efficienti ristrutturazioni di quelle strutture e processi che non sono più utili alle finalità dell'Amministrazione.
Tante sono le promesse che alcuni rappresentanti di questo Governo - qualcuno se ne è andato per un'altra strada - hanno fatto agli enti locali. Sì, già dalla prima presentazione al CPEL del bilancio dello scorso anno così tanto vituperato soltanto perché gli estensori non piacevano. Peccato che poi le risorse aggiuntive date agli enti locali con le successive variazioni fossero quelle già programmate nel DEFR presentato dal Governo di cui facevo parte e ora ci troviamo con un ammontare di risorse sostanzialmente in linea con quello dell'anno passato. Novità? Solo i fondi arrivati dal Governo centrale. No, no e ancora no! Certo, molti Sindaci e il quadro dirigente del CPEL vi è più amico anche se ultimamente, grazie a Dio, qualcosa anche là si è mossa ed è tutto dire, ma le tante promesse fatte non si sono concretizzate. Curioso poi venire a sapere che già vi siete appunto venduti una parte dell'assegnazione della quota libera del risultato di amministrazione dell'esercizio 2019 all'assemblea dei Sindaci, o forse chi l'ha fatto non c'è più e quindi non vale la promessa.
Un punto a cui tengo particolarmente poi è la questione Aosta capitale, lo dico anche in vista della prossima tornata elettorale perché, grazie a un lavoro iniziato dal governo di cui facevo parte, la Regione potrà recuperare denari interessanti e non utilizzati dal Comune di Aosta, parliamo di circa 3-4 milioni.
Analizzando l'andamento della missione 13, quella della tutela della salute, si riscontra rapidamente che la voce di spesa fortemente indicativa dell'aumento della spesa sanitaria è rappresentata dai fondi assegnati dallo Stato - quelli, per intenderci, che vengono dal tanto criticato accordo finanziario del novembre 2018 - per il complesso ospedaliero Umberto Parini. Bene, ma che ne è stata della valutazione costi/benefici/opportunità che lo scorso anno è stata richiesta in sede di approvazione del bilancio di previsione 2019/21? In sede di audizione l'Assessore ha parlato di fine anno/inizio anno nuovo per conoscerne i risultati ma che comunque questi sono già stati considerati in sede di definizione di questo progetto di bilancio. La sua parola contro il legittimo dubbio: sarà vero, sarà falso? Una considerazione che vale la parola data in Commissione però dopo un anno è un po' poco...
Colleghi, una battuta consentitemi, una pausa sull'articolo 26: ma davvero dobbiamo mettere in legge la necessità di uniformare a livello regionale la livrea dei mezzi del trasporto pubblico? Consiglio a tutti una sessione di training autogeno - ringrazio la collega Minelli per l'ispirazione - in cui pronunciare ventimila volte il sostantivo "marchetta".
In conclusione ho già avuto modo di dirlo in precedenza ma questa quota libera del risultato di amministrazione l'avete già promessa un po' a tutti, enti locali in primis. Il dubbio che mi pongo però è questo: in sede di audizione non ci sono state date delle previsioni, sicuri di non vendere la pelle dell'orso prima del dovuto? E in valle a oggi non ci sono solo i lupi...?
Vado alla conclusione, ho aggiunto dei pezzi su quello che manca, sicuramente anche la relazione del collega Marquis ha parlato di misure di sviluppo economico però sinceramente quello che cito poi nel prosieguo riguarda soltanto il rifinanziamento della legge 8 e sicuramente ci sono degli aspetti che devono essere approfonditi perché nel DEFR troviamo dei punti - penso alla zona franca della ricerca o comunque della strategia carbon-free - e poi non vediamo degli investimenti successivi che sono funzionali ad attirare presso di noi delle realtà produttive nuove, soprattutto degli investimenti nuovi. Poi le misure di defiscalizzazione, sicuramente sono noioso ma lo voglio veramente essere, l'anno scorso si è parlato tanto di IRAP, l'abbiamo un po' persa nel prosieguo delle vicende di governo, troviamo ancora nel DEFR un'indicazione di futuri sgravi, non le abbiamo trovate. Di tutta l'analisi non mi resta che una sintetica e triste certezza: nel prossimo triennio pensato da questo governo superstite c'è soltanto la mera e vecchia abitudine di ridistribuire risorse dei cittadini secondo logiche e finalità che non tengono conto del fatto che il mondo è cambiato e che la Valle d'Aosta deve necessariamente cambiare.
Concludo citando Margaret Thatcher che diceva: "Potresti dover combattere una battaglia più volte per vincerla" e proprio così penso che andrà, perché la battaglia per cambiare la Valle d'Aosta non è affatto finita.
Presidente - La parola al Presidente Testolin.
Testolin (UV) - Abbiamo ascoltato e ho personalmente ascoltato con molta attenzione l'esposizione delle relazioni dei due presentatori, uno di maggioranza, il collega Marquis, e uno di minoranza, il collega Aggravi. Senza voler esprimere al momento delle considerazioni in merito a quanto è stato rappresentato dai colleghi, prima di entrare nel merito del bilancio, per illustrare ed esplicitare a mia volta delle valutazioni sul documento oggetto di lavoro da parte dell'esecutivo sin dal mese di settembre per poi essere presentato alla competente Commissione consiliare il 13 novembre, credo che oggi valga la pena di approcciare questa seduta con alcune considerazioni di carattere generale. Oggi ci troviamo in quest'Aula consiliare a discutere di un documento che ha alla base il frutto di mesi di lavoro, di confronto tra Assessorati, la sintesi di verifiche effettuate sul territorio, di confronti avuti nel tempo con associazioni, con altri amministratori con esigenze e problemi che, dopo essere stati analizzati, hanno poi guidato le scelte calate nel documento stesso, un bilancio che ha cercato di essere coerente con le linee politiche oggetto del programma di Governo della maggioranza che lo ha costruito. Il bilancio approvato dalla Giunta Regionale aveva e ha l'obiettivo di dare risposte sia in continuità con le scelte del passato sia ricercando nuovi percorsi e nuove opportunità per rispondere a quelle esigenze della collettività che - esattamente come le risposte che si è cercato di dare - qualche volta sono coerenti con il passato, mentre altre volte sono esigenze nuove che nascono da mutate situazioni ambientali, sociali, culturali o semplicemente da valutazioni che inquadrano nuove vie e nuove iniziative da mettere a disposizione della nostra Regione.
Oggi ci auspichiamo un dibattito serrato sugli effetti positivi e anche sulle criticità di questo documento finanziario, perché per ben che si lavori, è sempre difficile dare risposte a tutto e a tutti e quando si analizza il lavoro altrui è generalmente sempre più facile trovare dei difetti piuttosto che riconoscere dei pregi, ma questo starebbe nella normalità delle cose, in un confronto che può far parte di visioni a volte veramente e giustamente diverse, perché animate da concetti politicamente o gestionalmente differenti, e a volte diverse invece solo a causa del ruolo che si ricopre.
Oggi confidiamo che il bilancio, le sue scelte, il lavoro che c'è stato dietro non passino in secondo piano per essere utilizzati a semplice pretesto per dare più o meno enfasi alla criticità politica di questo particolare momento o per far passare in secondo piano il disegno complessivo al fine di permettere e di rimarcare solo qualche minimo dettaglio, più caro a qualcuno a discapito del quadro generale. Ci si auspica insomma che non ci si concentri sulla pagliuzza trascurando la trave. Ebbene sì, nessuno può nascondersi da una situazione cambiata profondamente all'interno di quest'Aula dal momento della presentazione del bilancio il 13 novembre e a oggi influenzata, se non drogata, dal possibile ritorno alle urne e comunque da una mutata necessità di marcare in qualche modo il territorio. Una situazione che ha visto nell'ultimo mese un susseguirsi di eventi che hanno portato prima alle dimissioni del Presidente della Regione, di due Assessori, di un Consigliere, poi alla surroga degli stessi con l'inserimento di quattro nuovi colleghi e a una serie di situazioni che hanno portato all'esercizio provvisorio e che oggi vedono una Giunta composta da cinque Assessori, con il sottoscritto a ricoprire la carica di Presidente della Regione e a operare ormai da oltre un mese con vincoli di utilizzo del bilancio in regime di ordinaria amministrazione o per l'approvazione di atti urgenti e indifferibili. Anche il Consiglio Regionale è limitato nella sua operatività, così come il Governo, e in questa fase di ordinaria amministrazione non potrebbe essere convocato se non per l'analisi di atti urgenti e indifferibili proprio come quelli che oggi sono iscritti all'ordine del giorno. Perché queste premesse? Perché evidentemente le dinamiche sopra riportate, peraltro già ampiamente discusse in quest'Aula all'ultima seduta del Consiglio, hanno innescato un insieme di reazioni politiche a catena che in qualche modo hanno inciso sulla possibile tenuta della fu maggioranza e hanno aperto visioni di prospettiva diverse sia all'interno degli eletti al Consiglio Regionale sia all'interno delle diverse forze politiche.
Per quanto concerne la linea d'indirizzo del Governo a 5 che si è assunto l'onere di traguardare la Regione in questo periodo di transizione, l'obiettivo primario e irrinunciabile dichiarato in più di una circostanza era ed è dotare la nostra Regione di un bilancio la cui mancata approvazione accentuerebbe una paralisi della macchina amministrativa, con ripercussioni pesantemente negative in tutti gli ambiti dell'Amministrazione stessa e, a cascata, una serie di ripercussioni non positive sulle dinamiche che toccano i cittadini e il tessuto socio-economico della regione nel suo complesso. Oggi tuttavia, nonostante la chiara volontà dell'esecutivo e il lavoro svolto all'interno della II Commissione competente, dove il 27 dicembre il bilancio è tornato per la terza volta dal 13 novembre quando vi approdò per la sua prima disamina, a seguito di innumerevoli incontri, confronti, valutazioni, modifiche, arricchimenti e implementazioni degli ultimi giorni, si è purtroppo ancora in una fase di non completa certezza sulla sua approvazione. Crediamo che la libertà di voto, di azione, sia qualcosa di assolutamente irrinunciabile ma siamo anche convinti che l'assunzione delle proprie responsabilità e delle proprie azioni debba essere qualcosa di egualmente chiaro. Crediamo che ognuno abbia le proprie priorità e, per quanto ci riguarda, la priorità la s'individua nel cercare di dare alla Regione un bilancio e una sicurezza amministrativa che non porti dei problemi o dei rallentamenti ulteriori oltre a quelli che già ha subito sino a oggi e che l'ordinaria Amministrazione possa continuare a imporre iniziative che devono andare a favore delle aziende, degli enti locali, delle associazioni e dei singoli cittadini. Nella penultima seduta consiliare molteplici sono stati gli appelli di molti Consiglieri al senso di responsabilità e alla necessità di votare la surroga ai nuovi entrati per garantire la possibilità di affrontare la seduta di approvazione del bilancio regionale. Poi nell'ultima seduta nuovi eventi hanno impedito di chiudere il cerchio dell'approvazione portandoci oggi, dopo un ulteriore mese di confronto, a verificare la possibilità di chiudere positivamente il percorso dell'approvazione di quest'importante documento. Per quanto mi concerne, sono assolutamente contento che la discussione del bilancio possa essere finalmente fatta e la sua approvazione sottoposta a quest'Aula. Dai vari interventi usciranno certamente le valutazioni di chi su questo documento ha provato a lavorarci, di chi ha proposto degli arricchimenti e delle integrazioni e di chi invece avrebbe potuto proporre delle modifiche ma non l'ha fatto, di chi l'ha letto solo per trovarci dei difetti, di chi ha contribuito a scriverlo con impegno e attenzione e di chi ha scritto qualcosa senza purtroppo averne una visione complessiva, se non quella animata dagli effetti contingenti delle sue proposte. Poi, come sempre, bisognerà esprimersi: un voto che vedremo dove ci porterà. Il voto a questo bilancio non servirà per sancire il futuro di un percorso amministrativo e non darà prospettive di governabilità, ma ci darà l'indicazione e ci dirà perlomeno se la politica è ancora in grado di mettere davanti a se stessa le priorità della comunità o se questo concetto rimane una chimera. Probabilmente - e giustamente - non abbiamo tutti lo stesso punto di vista, gli stessi obiettivi, le stesse priorità; probabilmente non tutti si sono preoccupati più di tanto rispetto alla gestione provvisoria di quest'ultimo mese e della situazione contingente, ma sicuramente c'è qualcuno, anzi, una collettività intera, che vorrebbe vedere approvato il bilancio della nostra Regione. Al di là delle mere opportunità politiche di critica e di annichilimento delle altrui posizioni e delle variopinte illustrazioni che ognuno saprà dare alla discussione odierna, alla base c'è un documento costruito dal lavoro di tante persone, ivi compresi gli uffici dei vari Assessorati, dirigenti, funzionari e tutto il personale, che in questi mesi si è adoperato con serietà per tracciare il futuro di tutti i settori in cui l'Amministrazione deve cercare con equilibrio di dare le risposte di cui i cittadini tutti hanno bisogno. Dunque questo bilancio va messo al giudizio di quest'Aula prima e della comunità valdostana poi.
Oggi è indispensabile che quest'Aula riesca a dare un forte segnale di responsabilità e ad approvare un bilancio che - indipendentemente da chi in futuro potrà gestirlo amministrativamente - potrà sicuramente rappresentare un'ottima base di lavoro sulla quale nel prosieguo della sua applicazione innestare eventuali variazioni finanziarie o d'indirizzo, proprio come già è avvenuto nello scorso esercizio quando in corso d'anno si è intervenuti con due importanti variazioni di bilancio per correggere una finanziaria scritta da altri. In merito agli aspetti tecnici del bilancio, credo che la relazione del Presidente della II Commissione abbia riassunto il sostegno e l'equilibrio che si è cercato di garantire in tutti i settori, cercando d'incidere maggiormente sul socio-sanitario e sulle opportunità di crescita che gli interventi previsti possono garantire. I numeri attestano un bilancio in crescita e in salute che, rispetto agli ultimi esercizi, può guardare con più serenità verso investimenti che vadano a impattare sulle opportunità di lavoro, cercando di creare i presupposti per sostenere, a vario titolo, uno sviluppo economico legato all'attrattività e al sostegno delle attività industriali e della ricerca, così come della valorizzazione turistico-culturale del nostro territorio ma anche garantendo servizi e sostegno alle famiglie in vari ambiti e potenziando in maniera importante il diritto alla salute, tracciando un percorso di modernizzazione e di efficientamento in sanità che possa accrescere l'attrattività degli specialisti del settore verso il nostro territorio.
Il percorso ci ha portati alla stesura del DEFR prima e alla presentazione dei numeri del bilancio poi; è stato un percorso di analisi e di programmazione che ha voluto trovare nel limite del possibile anche nuove soluzioni tecnico-operative contabili che permettessero, in coerenza con le regole di gestione del bilancio, di creare nuove opportunità per agevolare nuove iniziative d'investimento e di sostegno. In quest'ottica e a seguito di un'accurata analisi del bisogno finanziario dei vari settori, si sono recuperati 10 milioni di euro da destinare fin da subito ai fondi di rotazione della prima casa, mentre l'intervento normativo presente nel DL 45 permetterà alla Finaosta di dedicare subito ulteriori 10 milioni di euro di risorse proprie della finanziaria regionale per dare risposte immediate ai mutui di ristrutturazione di prime e seconde case mantenendo tassi all'1% per i cittadini e senza gravare sulle spese della Regione. Con queste due iniziative, in aggiunta agli ordinari rientri semestrali dei fondi di rotazione, saranno dunque date fin da subito risposte a un totale di 35 milioni di euro di domande di mutuo a favore dell'edilizia residenziale. Rispetto a quest'argomento, come specificato nella relazione del relatore Marquis, e a implementazione delle misure già previste in finanziaria e appena spiegate, è stata elaborata, su stimolo dei Consiglieri di maggioranza, un'ulteriore filiera di sostegno che, nel riconoscere un contributo in conto interessi, potrà accompagnare in questa fase di tassi di mercato particolarmente favorevoli l'erogazione di mutui tramite fondi di rotazione a quella di mutui bancari, con tassi a favore dei cittadini abbattuti da appositi interventi di rimborso regionale, così come già accennato dal Consigliere, appunto. Questa finanziaria mette in evidenza l'ottimo rapporto tra le entrate correnti, quelle che si ripetono ogni anno, e le spese correnti, quelle che servono per la gestione corrente, che si ripetono anche loro ogni anno. Ebbene, oltre 110 milioni di euro delle entrate correnti possono essere utilizzati in Valle d'Aosta per attivare investimenti e sostenere l'economia. Scusate ma non è così scontato che Amministrazioni pubbliche siano in grado di esibire una così ampia disponibilità di risorse correnti da dedicare agli investimenti. Abitualmente in molte Regioni quelle stesse entrate non sono neppure sufficienti a coprire le spese correnti e questo denota, per la Regione Autonoma Valle d'Aosta, un'ottima situazione finanziaria e una capacità globale d'investimento estremamente interessante, basti pensare che mediamente nel prossimo triennio circa il 18% delle spese complessive saranno destinate proprio a investimenti. Una percentuale assolutamente di rilievo che permetterà alla Regione, senza indebitarsi, senza dunque accedere a nuovo credito e senza avere previsto il ricorso a entrate straordinarie, come era successo in passato, di destinare nel solo 2020 oltre 250 milioni di euro a investimenti. Nel triennio gli investimenti previsti saranno oltre 670 milioni e vedranno tra i settori maggiormente coinvolti il settore della mobilità e trasporti che, con poco meno di 110 milioni di euro, assorbirà circa il 16,3% degli investimenti complessivi, al quale seguirà la tutela della salute che con 81,6 milioni di euro assorbirà il 12,15% degli investimenti. E poi di rilievo saranno anche gli investimenti in ambito di sviluppo sostenibile e tutela del territorio che con il 10,6% del totale garantiranno investimenti per oltre 71 milioni di euro nel triennio. L'attenzione del bilancio si è focalizzata anche sulla necessità di chiudere positivamente la programmazione europea del settennio 2014-2020 e di porre le basi per partire con la nuova programmazione 2021-2027. La necessità di programmare spesa nell'ultima parte del programma 2014-2020, finalizzata a garantire il pieno e totale introito delle risorse comunitarie previste nel periodo, e la necessità di avviare celermente e garantire continuità di azione per la nuova programmazione hanno portato a inserire nel documento finanziario circa 20 milioni di euro di risorse regionali aggiuntive, che serviranno a sostenere la spesa appunto nell'ultimo periodo, scongiurando disimpegni di risorse comunitarie e consentendo l'avvio di nuove iniziative in continuità - come ad esempio nell'efficientamento energetico degli stabili pubblici - a valere già sulla nuova programmazione, in modo così da dare certezza di risorse fin da subito alla nuova spesa rendicontabile a Bruxelles.
Saranno inoltre garantiti nel 2022 5 milioni di euro per assicurare agli agricoltori valdostani i pagamenti nel periodo di transizione fra l'attuale e il futuro PSR. La programmazione ha caratterizzato anche le iniziative a favore degli enti locali che nonostante abbiano a disposizione la stessa cifra degli ultimi esercizi per la parte di spesa senza vincolo di destinazione - complessivamente circa 91,5 milioni di euro annuo - vedranno aumentare a circa 102 milioni di euro, in aumento di circa 10 milioni, il sostegno a favore di specifiche leggi di settore che spaziano da iniziative di tutela del territorio a sostegno della gestione delle microcomunità agli asili nido, a interventi d'investimento nei Comuni fino alla completa copertura, da parte della Regione, delle spese riferite allo sportello unico degli enti locali. A favore dei Comuni sarà poi specificatamente previsto nel 2020 un bando di 2 milioni di euro per l'efficientamento energetico degli stabili di proprietà comunale, mentre dal 2021 - e a regime - è stata accantonata, in apposito fondo speciale, una cifra di 5 milioni di euro annui da destinare in parte a investimenti di manutenzione di beni di proprietà comunale e in parte a iniziative di nuova costruzione. Saranno inoltre garantiti agli enti locali risorse per oltre 600 mila euro annui per agevolazioni all'acquisto di auto elettriche o a basso impatto ambientale, mentre sarà implementata la spesa a carico della Regione finalizzata all'esecuzione, tramite le squadre forestali, per l'esecuzione d'iniziative sul territorio segnalate da Comuni o da consorzi di miglioramento fondiario. Rispetto alle iniziative e alle risorse a favore degli enti locali, c'è da segnalare che, in seguito all'approvazione avvenuta a fine anno della finanziaria dello Stato che ha espressamente riconosciuto alla Valle d'Aosta un contributo di 5 milioni di euro annuo per il triennio 2020-2022 per interventi da destinarsi alla salvaguardia della tutela dell'ambiente alpino e dei rischi idrogeologici, le stesse risorse saranno destinate dalla Regione ai Comuni per interventi che gli stessi Comuni potranno attivare sui loro territori attraverso un apposito emendamento presentato in II Commissione che individua le modalità indicate per il trasferimento. È doveroso sottolineare come tali risorse siano state concesse in seguito alla presentazione di un emendamento alla finanziaria concordato tra il Governo regionale e il senatore Lanièce, proposta di emendamento inviata dalla Regione al senatore a metà novembre e poi dallo stesso senatore prima presentata al Governo Nazionale per poi essere accolta con successo in sede di votazione della finanziaria. Crediamo che - senza entrare troppo nel dettaglio ma per sottolineare l'attenzione che si è voluta dare in sede programmatoria al comparto sanità - meritino di essere citati gli altri 13 milioni di euro previsti negli investimenti in tecnologia sanitaria e l'aumento di poco meno di 8 milioni di euro che permetterà d'incrementare le risorse destinate ai livelli essenziali di assistenza, ai livelli essenziali aggiuntivi e ad altre iniziative che consentano di attivare dei percorsi di attrattività sanitaria sul nostro territorio, sia per quanto riguarda i medici e gli operatori sanitari specializzati sia per quanto riguarda l'utenza sanitaria esterna alla Regione. Le risorse aggiuntive destinate al comparto permetteranno altresì di lavorare per ridurre le liste di attesa e per rilanciare le unità territoriali a tutto beneficio dell'utenza lontana dal capoluogo regionale, come anche per abbassare il concorso dei cittadini alla compartecipazione delle spese attraverso l'abbattimento dei ticket sanitari. Si sono poste le basi per continuare a far crescere l'attrattività turistica, motore trainante del nostro sistema economico, non soltanto attraverso gli importanti investimenti legati allo sviluppo degli sport invernali ma anche attraverso il sostegno e la collaborazione con enti territoriali e con associazioni nell'accoglienza d'importanti momenti sportivi internazionali, così come attraverso una sempre più curata valorizzazione del nostro patrimonio culturale che, a seguito degli importanti investimenti passati e futuri, sarà sempre più in grado di rappresentare assieme all'enogastronomia un elemento di attrattività anche destagionalizzata. Nel panorama delle nuove opportunità pensate e programmate in discontinuità rispetto agli esercizi precedenti, rientra anche la volontà di attivare un percorso di valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale non istituzionale, attualmente inserito in un apposito piano di dismissioni e valorizzazioni, in modo da verificare l'opportunità di valorizzazione e redditività d'immobili attualmente non remunerativi per l'Amministrazione stessa e contestualmente disporre il recupero di tale patrimonio immobiliare pubblico a beneficio del comparto edilizio da un lato, e dello sviluppo del miglioramento delle comunità dove insistono tali immobili dall'altro. L'attenzione allo sviluppo delle future politiche del lavoro e le iniziative di potenziamento del trasporto pubblico rappresentano ulteriori punti di forza del bilancio che è stato presentato e che trova nello sviluppo del biglietto unico e nella sperimentazione e attivazione di nuovi servizi in termini di percorsi, orari e tipologia di fruitori; esso potrà dare, affiancato a politiche di agevolazione principalmente legate alla fascia degli studenti, importanti risposte allo sviluppo e alla crescita di quel modello di mobilità sostenibile che la nuova legge recentemente approvata accompagnerà nei prossimi anni anche con i previsti contributi all'acquisto di mezzi elettrici o a basso impatto ambientale.
Il percorso di programmazione che ha accompagnato la costruzione prima del DEFR - che ha voluto dettagliare con oltre 100 schede altrettante iniziative da attivarsi nel prossimo triennio - rappresenta il fil rouge che ha permesso di allegare al documento di programmazione finanziaria il piano dei lavori pubblici del 2020 e di tutto il triennio in modo da permettere, fin da subito, di attivare le procedure di percorsi necessari ad accelerare le iniziative d'investimento che in passato non riuscivano a vedere il via prima di metà anno. Crediamo che anche questa procedura, frutto di un dialogo intenso e coordinato tra le varie strutture, possa contribuire al raggiungimento dell'obiettivo primario dell'Amministrazione che è efficientare e accelerare i processi d' investimento e di spesa che in passato sono risultati un po' rallentati. Prima di concludere, è ancora opportuno sottolineare come la macchinosità dei procedimenti amministrativi e la complessità dei riferimenti normativi e delle regole finanziarie impediscono sovente un proficuo utilizzo di tutte le risorse finanziarie potenzialmente a disposizione ed è per questo che si è cercato di lavorare con una nuova e mirata programmazione interassessorile per identificare percorsi e opportunità di spesa compatibili con le prescrizioni e percorsi normativi e amministrativi previsti per l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione del 2019. Con i suoi oltre 60 milioni di euro previsti potrà, grazie a percorsi progettuali programmati e a specifiche iniziative compatibili all'utilizzo di tali fondi, garantire il completo ed efficace utilizzo prioritariamente nel recupero delle Caserme Beltricco e Giordana, all'interno del costruendo complesso universitario, assicurare la copertura d'investimenti nel settore dell'edilizia scolastica - nello specifico negli adeguamenti antisismici -, garantire congrui finanziamenti a sostegno dei piani di sviluppo della società d'impianti di risalita e garantire infine risorse importanti agli investimenti di messa in sicurezza del territorio contro il pericolo di dissesto idrogeologico. Crediamo che l'iniziativa e il percorso sviluppato per la redazione di questo documento programmatorio abbiano cercato di dare continuità di esecuzione a importanti progettualità che, seppure iniziate da tempo, devono riuscire, anche attraverso le scelte di questo bilancio, a trovare un proficuo avanzamento e completamento della loro realizzazione, così come si è cercato di sostenere settori sensibili ai bisogni della popolazione quali quello della sanità e quello ambientale che, attraverso un insieme d'iniziative tra loro sinergiche, dovrà contribuire al raggiungimento del traguardo di una VDA fossil fuel free al 2040. Si è elaborato un documento programmatorio sicuramente perfettibile ed è in quest'ottica di miglioramento che è certamente andato il lavoro di affinamento, di arricchimento e di completamento avvenuto in Commissione, ma di base rimane il lavoro svolto per cogliere e mettere assieme le potenzialità e le opportunità dei vari settori e dei vari interlocutori da cui è nato un documento che anche attraverso l'analisi delle criticità operative gestionali del passato ha cercato d'indirizzarsi verso una gestione il più attenta possibile ai bisogni dei cittadini e alle caratteristiche del nostro territorio. Ed è con lo spirito di operare nel solo interesse collettivo che, seppure in una situazione così particolare come quella descritta a inizio intervento, crediamo che sia assolutamente importante dare, tramite un voto positivo al bilancio, una traccia chiara e sostenibile al futuro della nostra regione.
Grazie a tutti i colleghi che hanno lavorato per pensare, creare e allestire questo documento, così come a coloro che si sono attivati per arricchirlo e migliorarlo, ma permettetemi soprattutto un grazie sincero a tutte le strutture dei vari Assessorati che dal mese di settembre hanno lavorato e contribuito alla formazione di un documento che deve rispettare dei percorsi normativi e contabili precisi, anche e soprattutto a garanzia della propria efficacia e della sua corretta applicabilità nel rispetto delle regole e della sicurezza delle scelte che da esso derivano. In particolare permettetemi un ringraziamento alle strutture del bilancio e del legislativo che in questi mesi, in quest'ultimo in particolare, hanno profuso serietà, professionalità e anche molto attaccamento al lavoro, affrontando contemporaneamente le concitate fasi di definizione degli emendamenti e delle variazioni del bilancio, assieme alla fase non semplice di gestione dell'esercizio provvisorio per permettere, in una situazione inedita, la minima ricaduta negativa possibile rispetto alle iniziative da portare avanti. Un plauso dunque a quella grande parte di Amministrazione pubblica che lavora seriamente e con passione nell'interesse della collettività, così come spero che da questo confronto di questi tre giorni possa uscire una risposta importante di attaccamento alle necessità del nostro territorio anche da parte di noi tutti Consiglieri.
Presidente - Abbiamo concluso le relazioni, per i colleghi interessati procederemo alla fotocopiatura anche dell'intervento del Presidente. La seduta quindi si conclude e riprenderà domani mattina alle ore 09:00.
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La seduta termina alle ore 16:37.