Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1165 del 20 dicembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1165/XV - Discussione generale congiunta sulla convalida dell'elezione dei neo-consiglieri Alessia Favre, Carlo Marzi, Luisa Anna Trione e Erik Lavevaz e loro giuramento.

Rini (Presidente) ? Alla presenza di 31 colleghi possiamo iniziare i lavori trattando subito i punti n. 1, n. 2, n. 3 e n. 4.

In seguito alle dimissioni dei Signori Laurent Viérin, Antonio Fosson, Stefano Borrello e Luca Bianchi, di cui il Consiglio regionale ha già accettato le dimissioni nell'adunanza in data 16 dicembre 2019, il Consiglio deve oggi procedere alla convalida dell'elezione dei neo Consiglieri regionali in loro sostituzione.

Dal verbale dell'Ufficio elettorale regionale presso il Tribunale di Aosta, riguardante l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta avvenuta il 20 maggio 2018, risulta che:

- nella lista n. 5 avente il contrassegno "Union Valdôtaine Progressiste" il primo dei candidati non eletti risulta essere la Signora Alessia Favre, con una cifra individuale di 616 preferenze;

- nella lista n. 1 avente il contrassegno "Area Civica - Stella Alpina - Pour Notre Vallée" il primo dei candidati non eletti risulta essere il Signor Carlo Marzi, con una cifra individuale di 933 preferenze, il successivo candidato non eletto risulta essere la Signora Luisa Anna Trione, con una cifra individuale di 898 preferenze;

- nella lista n. 8 avente il contrassegno "Union Valdôtaine" il candidato che segue per numero di voti i Consiglieri Giovanni Barocco e Flavio Peinetti risulta essere il Signor Domenico Avati, con una cifra individuale di 815 preferenze, il quale, con una nota in data 19 dicembre 2019, ha comunicato di rinunciare a ricoprire la carica di Consigliere regionale. Il successivo candidato non eletto della lista n. 8 avente il contrassegno "Union Valdôtaine" che ha riportato il maggior numero di voti è il Signor Erik Lavevaz, con una cifra individuale di 788 preferenze.

Visto che il Signor Giovanni Barocco, la cui convalida e il cui giuramento sono già avvenuti, sostituisce il Signor Luca Bianchi in qualità di Consigliere regionale effettivo, il Signor Erik Lavevaz deve essere convalidato quale Consigliere supplente.

Gli uffici, con apposita relazione che è stata distribuita, hanno proceduto d'ufficio a esaminare la condizione degli eletti ai fini dell'adempimento di convalida previsto dall'articolo 56 della L.R. 12 gennaio 1993 n. 3, dall'articolo 8 della L.R. 7 agosto 2007, n. 20 e dall'articolo 4 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio.

Si procede ora alla convalida dei nuovi eletti aprendo prima una discussione, così come deciso in seno alla Conferenza dei Capigruppo, ogni Consigliere avrà diritto a 15 minuti di tempo per l'intervento e 5 minuti in fase di dichiarazione di voto. La discussione sarà congiunta e poi le votazioni saranno singole. Apro la discussione, ha chiesto la parola il collega Vesan.

Vesan (M5S) - Solo per mozione d'ordine, la discussione generale viene fatta su tutti i punti insieme, ma, poiché la votazione deve essere separata, volevo conferma del fatto che i 5 minuti per la dichiarazione di voto fossero per ogni votazione.

Presidente - È assolutamente in questa maniera, quindi ora facciamo il dibattito generale sul tema, che è proprio quello delle sostituzioni in generale; poi le dichiarazioni di voto saranno fatte prima dell'apertura della votazione di ogni singolo eletto. Grazie. Apro la discussione generale; ci sono richieste di intervento? Anche per organizzare il dibattito, chiedo se sia possibile già avere un elenco di coloro che intendono prendere la parola in modo da agevolare la discussione in aula. Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Il mio intervento riguarda la nomina di cui al punto n. 1; voglio fare una premessa che sia chiara in maniera che non ci siano poi dei malintesi: il mio intervento va a toccare una questione di merito e l'opportunità di una scelta, la posizione etica, morale e non la singola persona o le sentenze delle inchieste che devono essere ancora scritte.

Come avevo già detto precedentemente, noi dobbiamo assumere ora delle decisioni eticamente intransigenti e ineccepibili alla luce di quanto è successo, non vorrei che oggi si facesse passare, per puro interesse di poltrona o di sopravvivenza di questa maggioranza, la sostituzione di quattro Consiglieri dimissionari indagati nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti politica-'ndrangheta come un atto dovuto. Con la solita filastrocca con la quale, quando c'è da combattere con la lingua la mafia, sono tutti in prima linea - facciamo l'Osservatorio antimafia regionale, sentiamo in Commissione le Forze dell'ordine e della Magistratura - ma quando poi invece concretamente bisogna dare dei segnali chiari con prese di posizioni nette, forti, inequivocabili, allora si iniziano a trovare le scuse, magari dicendo che la sostituzione è un atto dovuto, che bisogna garantire il funzionamento del Consiglio e altre scappatoie del genere, che poi sicuramente qualcuno tira poi fuori successivamente.

Di dovuto oggi in quest'Aula non c'è niente di niente, d'altronde se chi ha fatto la legge che prevede la surroga, cioè la sostituzione di Consiglieri dimissionari, ha previsto che ci sia una votazione e non una presa d'atto del Consiglio, cioè una votazione che può essere favorevole, sfavorevole, o può portare a un'astensione, io penso che ci sia una motivazione. L'approvazione delle nomine sopra ogni cosa compete alla responsabilità dei singoli Consiglieri, oggi qui non siamo chiamati a una semplice presa d'atto, ma dobbiamo sostanzialmente manifestare la nostra sensibilità, la sensibilità delle nostre coscienze rispetto a quanto è successo. La Valle d'Aosta ha già avuto e avrà in futuro, a seguito di questo irreparabile danno di immagine, delle conseguenze che non possiamo nemmeno immaginare: ci hanno già sbattuto fuori da alcuni Comitati nazionali trattandoci sostanzialmente come degli appestati.

Qual è allora il segnale che dovremmo, a mio avviso, dare oggi? È il segnale dell'unico partito autonomista del "facciamo finta di niente"? È il segnale del "stiamo zitti e intanto andiamo avanti"? Se fosse così, mi viene il dubbio che qualcuno voglia mandare un segnale non alla società civile, ma ad alcuni "compari" o, peggio, ad alcuni "mammasantissima". Non si tratta oggi certo di stabilire colpevoli o innocenti, lo ribadisco perché so che qualcuno poi andrà con l'uncinetto su queste cose, sulle quali invece bisogna andare con la spada. Non sono in ballo questioni che riguardano la persona, ma se dalle intercettazioni dei capi della cupola 'ndranghetista risultano dei presunti interessamenti elettorali, nelle elezioni comunali del 2015 per il tramite di un Consigliere regionale a favore di chi ora dovrebbe assumere la carica in sostituzione proprio di uno dei quattro che hanno dato le dimissioni, io ritengo in coscienza che il voto non possa essere dato a cuor leggero su questa nomina. Il garantismo non c'entra niente, non cerchiamo, mi raccomando, di confondere le acque, qui non si tratta di garantismo o non garantismo. Noi oggi con un voto, che, a mio avviso, dovrebbe essere convintamente contrario alla nomina, dobbiamo rendere giustizia e rispetto all'immenso lavoro che è stato fatto dalle Forze dell'ordine e dalla Magistratura, non disprezzarlo con superficialità: dobbiamo dimostrare che all'interno del Consiglio regionale in questa situazione, che è una situazione straordinaria, non è una situazione ordinaria, c'è una tensione morale altissima, un senso delle Istituzioni che va oltre qualsiasi altro discorso, che diventa secondario, per una ragione di opportunità, di integrità, di onestà, oggi non possiamo concederci nessuna sbavatura.

Noi Consiglieri, lo rammento a tutti - soprattutto ad alcuni Consiglieri della maggioranza con i quali in passato ho condiviso delle battaglie, ho condiviso dei momenti in cui si aveva una visione comune delle cose - non agiamo, ripeto, con vincolo di mandato e non dobbiamo prendere ordini su questioni come questa da nessuno, se non dalla nostra coscienza, anche se questo rappresentasse la fine di questa variopinta maggioranza. La situazione della tenuta democratica: in questo momento in Valle d'Aosta corre un rischio gravissimo; lo stesso Consiglio regionale è tuttora fortemente delegittimato sussistendo ormai la certezza di un voto pilotato che ha ferito a morte la democrazia valdostana nelle precedenti elezioni regionali.

Su alcuni Consiglieri poi che siedono ancora in quest'aula e dovranno votare l'entrata in Consiglio dei candidati non dimentichiamo che incombe già minacciosa l'ombra di collusione col sistema mafioso. Ecco che allora oggi è assolutamente indispensabile, sussistendo nei confronti del Consigliere subentrante non questioni personali, ma un dubbio su possibili attività di voto di scambio, di cui sarebbe stato oggetto o che abbiano coinvolto indirettamente un voto... il nostro voto qui non può essere che fermamente contrario alla nomina; perché? Perché nel più triste momento storico della Valle d'Aosta che purtroppo stiamo vivendo ci sono richiesti penso da quella fetta sana della società civile un rigore, un rispetto, una tensione morale che rappresentano il migliore esempio per esprimere veramente la volontà di volere farla finita, di voltare questa vergognosa pagina che stiamo leggendo della storia valdostana e che, purtroppo, è stata scritta in parte da persone che rappresentano oggi la maggioranza di Governo, un Governo che è politicamente morto, seppellito e non merita nessuna benedizione.

Io spero che oggi davanti ai Valdostani ognuno si assuma la propria responsabilità e che non esca, perdonatemi il tono, il vigliacco di turno che chieda il voto segreto.

Presidente - Ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola la collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - "Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della Magistratura e delle Forze dell'ordine a occuparsi esse solo del problema della mafia... e c'è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la Magistratura, non potendone accertare le prove, non l'ha condannato, ergo quell'uomo è onesto... e no, questo discorso non va perché la Magistratura può fare solo un accertamento giudiziale, può dire: "ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest'uomo è un mafioso", però i Consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest'uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto... Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo". Non so, care colleghe e cari colleghi, se vi sia venuto in mente l'autore di queste intense riflessioni che mi ha fatto davvero impressione rileggere alla luce delle ultime gravissime vicende: sono le parole del magistrato Paolo Borsellino, che ci ricorda come essere onesti non significhi solo non aver commesso reati e che oltre e prima del piano giuridico c'è quello etico. Noi di ADU VDA le abbiano cercate quelle parole per trovare una chiave di interpretazione nel buio creato dagli ultimi edificanti eventi che hanno sbattuto la Valle d'Aosta sui principali media locali, nazionali e pure internazionali, senza che la Regione partecipi come parte civile al processo peraltro.

Pare davvero tanto surreale trovarci qui ora per la terza volta dall'inizio di questa legislatura da cui mi aspettavo sinceramente tutto un altro livello di esperienza e con un ulteriore sentimento di sconcerto, di rabbia e di profonda delusione a fare il gioco delle parti in una tragicommedia che riguarda la ritualità della sostituzione, questo giro di ben quattro colleghi Consiglieri con cui abbiamo condiviso 18 mesi di duro lavoro nell'attesa che possano chiarire - e speriamo in fretta - la loro precisa posizione singola rispetto alle infiltrazioni della 'ndrangheta nella più alta Istituzione politica valdostana. Sotto il profilo istituzionale, nessuno di noi può, credo, impedire, nemmeno se ne avesse la seria volontà, il subentro di chi, ai sensi della legge vigente, ha i requisiti per diventare Consigliere.

Noi vogliamo fare ora un discorso di tipo politico ed è in questa dimensione che ci permettiamo di essere ipercritici, senza alcuna intenzione di offendere la sensibilità di qualcuno sul piano personale, fatta salva la presunzione d'innocenza che riaffermiamo con forza nella nostra posizione convintamente garantista. L'angosciante caso che stiamo vivendo, nostro malgrado, rende evidente a tutti quelli che non si coprono gli occhi con le fette del lardo di Arnad - che infatti con le castagne e il miele sta senz'altro meglio nello stomaco che non sugli occhi - che l'intero sistema politico ma anche sociale valdostano sono inquinati da comportamenti illegali mascherati da ordinaria amministrazione, coperti dal "così hanno sempre fatto tutti e tanto non vale la pena provare a essere diversi, perché in giro c'è solo corruzione e i politici tanto sono tutti uguali e attaccati con la colla Uhu alla poltrona".

Com'è nostra consolidata attitudine, vogliamo essere trasparenti con tutti nelle nostre prese di posizione, ribadiamo quindi con forza che in ragione della gravità di questa situazione, che è oggettivamente nuova, situazione di cui la cittadinanza sembra più consapevole della sua capacità di destabilizzazione rispetto almeno a parte dei politici... è necessario che tutti aprano gli occhi, che li spalanchino proprio e abbiano il coraggio alle prossime elezioni - prossime anche nel senso di vicine - di scelte coerenti con le accuse che muovono in continuazione alla classe politica, dimenticando che è da qui che partono le decisioni che poi hanno conseguenze su tutti e su ciascuno, è forse il caso che siano i migliori e non i peggiori - i migliori, come diceva Aristotele - a occuparsi della cosa pubblica.

Ora, pur nella certezza che i 731 baci che ho ricevuto per cui mi trovo qui, anziché a scuola, sono voti puliti e disinteressati, la mia disponibilità a scollarmi dalla poltrona, che vi assicuro poi non essere così comoda come sembra dall'esterno: dico questo perché non credo che a tutti fuori esca costantemente il fegato dalle orecchie, come invece capita a me da quando sono qui. Le mie dimensioni vengono qui e ora e per l'ennesima paranoica volta confermate; attendo le altre necessarie e contestuali - perché il clima qua dentro, malgrado i sorrisi, spesso è da notte dei lunghi coltelli - 17 firme per fare le valige. La mia è pronta da quasi un anno, tanto che la roba dentro è persino stropicciata, ma se fossi da sola a fare questo passaggio, non cambierebbe la situazione, anzi verrei allegramente sostituita.

Cari colleghi, ostinarsi nella parte dell'ultimo Giapponese che non si arrende alla disfatta, come sembra volere ancora fare qualche Consigliere, è lesivo della vita democratica, offende le Istituzioni che noi tutti qui rappresentiamo e manca di rispetto alle madri e ai padri nobili di quella autonomia che troppo spesso qui viene evocata a sproposito, non basta infatti sostituire quattro Consiglieri che invitiamo fin da subito a dimettersi, mi spiace come accoglienza non è granché, ma l'invitiamo subito a dimettersi anche loro dopo l'approvazione del bilancio.

Mi spiace dirvelo ma siete arrivati nel momento peggiore o state arrivando nel momento peggiore della storia locale, perché è l'intero Consiglio a essere delegittimato nel suo insieme. Noi infatti siamo un insieme e non semplicemente una sommatoria di individui e di gruppi politici, ognuno responsabile solo per conto proprio, di fatto non sappiamo quali siano i voti infiltrati, se ci siano degli atti collusi e delle pressioni a cui qualcun altro ha ceduto. Noi non possiamo cedere a inutili arroccamenti, la Costituzione ci ricorda che noi siamo qui in rappresentanza non solo di chi ci ha eletti ma di tutti i cittadini, ed è nelle loro mani... per cercare di salvaguardare l'alto senso della politica che è stata umiliata, che produrrà nuovo tragico astensionismo, è per il rispetto di questa oltraggiata Istituzione che dobbiamo rimettere tutti quanti il mandato ai cittadini. Se la gente poi anche in Valle d'Aosta crederà davvero che la Lega sia il cambiamento di cui abbiamo assoluto bisogno con il suo uomo forte, che oggi è venuto qui con la bava alla bocca, come uno sciacallo affamato, o se crederà che sia giusto che chi ha dato l'allarme 'ndrangheta tante volte in quest'Aula continui a sostenere tutti i Governi che si cercherà di rimettere in piedi pur di non confrontarsi con gli elettori, o se crederà che sia un'ancora di salvezza rifugiarsi per paura del nuovo in un autonomismo che ha fatto per lo più solo finta di rivedere criticamente i suoi troppi passi falsi, malgrado il grande impegno che riconosciamo a qualcuno con cui sentiamo stranamente prima ancora dell'entrata un'insolita sintonia, quando dice con coraggio: "prima il bilancio e subito dopo tutti a casa". Allora la popolazione valdostana si prenderà le sue responsabilità per l'ulteriore débâcle, perché, come diceva il sommo maestro Fëdor Dostoevskij: "ogni uomo è tragicamente libero, libero anche di farsi del male", allo stesso modo anche se i nuovi colleghi rappresentassero quel nuovo, quella svolta di cui c'è urgente bisogno in quest'Aula e nella nostra Comunità tutta, non bastano neanche loro a togliere tutto il fango in cui questa Istituzione è stata di recente trascinata.

Ci dispiace che capiti adesso, anche perché siamo certi che, senza nulla togliere ai simpatici maschietti che stanno per entrare, il rafforzamento della presenza femminile non possa che migliorare questo clima pesante, con lo spirito di dialogo, la lucidità delle analisi che di solito ci caratterizza, oltre all'apporto di nuove competenze. Noi di ADU non vogliamo rassegnarci alla decadenza, che a volte, è vero, sembra inesorabile; noi crediamo che si debbano urgentemente rivedere i criteri di scelta nel momento in cui si selezionano le candidature nei movimenti e nei partiti e poi nel momento di grandissima responsabilità civile in cui si è soli di fronte alla propria coscienza nella cabina elettorale, facendo memoria di quale conquista storica sia stato il diritto di voto universale, per noi donne in particolare, tenendo a bada quella nonchalance con cui, per qualche oscura convenienza personale o familiare, quando non per minaccia, che in caso va prontamente denunciata, qualcuno traccia la crocetta sulla scheda elettorale, dimenticandosi che ogni scelta individuale è anche e sempre una scelta collettiva per le sue conseguenze che si irraggiano su tutti, come ci ha insegnato la migliore tradizione filosofica.

Concludo dicendo che riflettere criticamente con coraggio sull'accaduto è, secondo noi, l'unica strada affinché i cittadini e i loro rappresentanti eletti lavorino per l'urgente rinnovamento delle Istituzioni su programmi di sviluppo che siano seri e credibili, espellendo le ambiguità, i clientelismi, gli affarismi e le gravissime pressioni o compravendite dei voti, che ledono ogni sano principio di libera rappresentanza democratica e che nessunissima nuova legge elettorale potrà davvero evitare se non ci sarà ora un sussulto di indignazione e quindi di dignità collettiva, anche perché forse è bene ricordare - fuori mi pare che non sia così chiaro - che l'ultima legge elettorale regionale è stata approvata senza il nostro voto solo lo scorso giugno 2019, con spoglio centralizzato...

Presidente - Vi chiedo un pochino di silenzio, si fa fatica a seguire la collega, per cortesia... ma non deve concludere lei, devono concludere di fare questo brusìo, sennò non si riesce a seguirla...

... non c'è problema, posso urlare di più... con spoglio centralizzato, dicevo, anticontrollo del voto e con preferenza unica per far tornare i soliti vecchi volponi della politica locale, quelli con la pelliccia spesso spessa.