Oggetto del Consiglio n. 1151 del 3 dicembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1151/XV - D.L. n. 48: "Modificazione alla legge regionale 7 dicembre 1993, n. 84 (Interventi regionali in favore della ricerca e dello sviluppo)". (Approvazione di un ordine del giorno).
Rini (Presidente) - Punto 51 all'ordine del giorno. Per la relazione la parola al relatore collega Barocco.
Barocco (UV) - Un tema come questo sulla ricerca genera senz'altro attese ed è anche un tema à la une: la strategia della ricerca di ogni impresa permette di posizionarsi sul mercato, di operare con delle attività innovative, la ricerca permette di dare risposte anche a tanti giovani, la cosiddetta "fuga dei cervelli". Questa modificazione di questa legge permetterà a un maggior numero d'imprese e di aziende valdostane di partecipare ai benefici introdotti dalle normative vigenti. Il processo di ricerca, come vi dicevo, è un processo che richiede un'attenzione particolare per rendere il tessuto economico sempre più competitivo in un contesto economico internazionale. Noi abbiamo avuto questo disegno di legge in Commissione, abbiamo avuto l'audizione dell'Assessore e del dirigente. Permettetemi solo di dire alcune cose: mi piacerebbe che sulla ricerca ci fosse un po' più di attenzione e si prendesse anche il tempo per rivedere la legge nel suo complesso, perché è una legge del '93 e probabilmente ha bisogno di essere adeguata. Questa legge è arrivata in Commissione con una certa urgenza, urgenza dettata probabilmente da tanti fattori, probabilmente anche non in capo all'Assessore che ha la responsabilità del dicastero ma mi è parso che nell'estensione di questo disegno di legge ci sia stato qualche ritardo, e questa cosa mi va di sottolinearla perché penso che i front man sono gli Assessori, però ci sono anche i dirigenti o alcuni che devono lavorare e mantenere un'agenda e i tempi. Quello che mi ha fatto strano, ed è per quello che dico i tempi, perché noi abbiamo approvato questa legge il 25 e da quanto sembra questa legge è funzionale al CMP3, il centro di ricerca regionale, e guarda caso il 27 novembre c'è stata una conferenza stampa che dava conto di tutta una serie di attività. Devo dire che ho avuto un'interlocuzione anche via mail con l'Assessore, questo è un tema che ha suscitato anche la mia attenzione e devo dire che avevo bisogno di capire alcune cose di questo CMP3, un progetto senz'altro interessante che ha una profondità però di cinque anni, almeno: mi è stata inviata la delibera madre che è di alcuni anni fa e poi ho letto i resoconti stampa su questo progetto. Io non voglio entrare, perché qualcuno stamattina diceva pacta servanda sunt, quindi ci sono dei patti stipulati dall'Amministrazione, quindi non si può tornare indietro, ma senz'altro permettetemi di dire che leggendo questa delibera madre qualche dubbio mi ha suscitato questa delibera e devo dire che, cercando negli atti del Consiglio, ho avuto qualche informazione da interrogazioni presentate dall'opposizione e ho cercato di farmi un'idea. Senz'altro è un progetto che deve essere portato a termine, ma io penso che la ricerca in Valle d'Aosta debba essere finalizzata non con dei progetti a termine di cinque anni che poi creano delle aspettative. Diciannove ragazzi, 19 borsisti, e dopo i cinque anni? Il dossier che ho avuto è questo, probabilmente ci sono già delle risposte, però nella delibera e nel deliberato non c'è tanto se non degli impegni generici a protrarre quest'impegno. Nella compagine che ha vinto il concorso vi sono senz'altro aziende di primaria importanza sia a livello nazionale che a livello internazionale, però con pochi riflessi in Valle d'Aosta e questo mi lascia un po' perplesso ma, come dicevo, questo è un impegno che l'Amministrazione si è presa e quindi penso che debba portare a termine. Io vedo i progetti di ricerca, la ricerca come qualcosa di strutturato; mi è parso strano e vorrei capire come è nata questa idea del genoma, perché si faccia ricerca sul genoma in Valle d'Aosta. Qual è la domanda di ricerca che è stata intercettata, quali sono le prospettive che abbiamo, soprattutto perché non abbiamo un'università che abbia determinate esperienze in campo medico, c'è la Città della scienza di Torino che senz'altro ha dei know out in merito. Noi parliamo di biotecnologie con l'Institut Agricole, qualcosa si era fatto negli anni, mi ricordo, ed è citato nella delibera, e ovviamente viene citato o fa parte di un raggruppamento... - scusatemi ma ho percepito una certa difficoltà ad avere delle informazioni - partecipa pure l'Osservatorio di Nus Saint-Barthélemy e penso che in questo raggruppamento d'impresa l'Osservatorio di Nus Saint-Barthélemy possa portare senz'altro le sue metodologie di ricerca, le sue capacità di calcolo e le sue conoscenze di tipo fisico matematico, però questo è. Ma perché il genoma in Valle d'Aosta? Mi sono posto il problema. E le risposte non le ho, almeno dalla lettura della documentazione non traspaiono, non sono stato in grado di percepirle. Si parla di un gruppo di persone, un campione di alcune migliaia, forse questo può far piacere ad alcuni nostri colleghi perché parla di "origine valdostana", però questo potrebbe generare dei problemi di carattere etico. Il comitato etico di ricerca sarà stato senz'altro interessato, ma questo è un altro di quei problemi. Quindi tutta questa serie forse un po' arruffata di miei dubbi li pongo e li metto a fattor comune, ma questo è un progetto di ricerca che deve andare avanti, quindi oggi senz'altro approveremo, spero, questa variazione di bilancio che poi non andrà solo a favore di questo progetto di ricerca ma penso anche per gli altri. Quello che penso è che però sulla ricerca si debba riflettere, sul DEFR ci sono alcune iniziative lodevoli di ricerca però io vorrei che l'Amministrazione, la Regione Autonoma Valle d'Aosta, avesse una strategia de plus longue haleine. Quindi perché non trovare delle risorse, anche europee, come è stato fatto qui? Questo è un progetto che è di svariati milioni di euro, perché non un centro di ricerca regionale che raggruppi al suo interno tutte le branche della ricerca e finalmente si riesca a dare un'anima anche alla nostra università? Perché se vogliamo essere innovativi, se vogliamo essere moderni, se vogliamo che la nostra autonomia sia un'autonomia moderna ed europea, dobbiamo guardare anche a queste nuove forme di ricerca. In questo bando di gara, in questo progetto, si parla di tante cose, si parla anche di big data, i big data non sono 25mila genomi, sono svariati milioni di dati in genere quando si parla di big data, però è chiaro che è senz'altro uno strumento per partire a ragionare su questi temi. Quindi vorrei che su questo tema si potesse fare degli approfondimenti maggiori e soprattutto, se si farà in futuro della ricerca, trovare e capire perché si va in una direzione piuttosto che in un'altra, perché non mi sembra che questa sia... poi probabilmente sarò smentito, ma mi piacerebbe capire soprattutto cosa c'è, cosa si è studiato e analizzato per arrivare a proporre un bando di gara di questo tipo. Queste sono alcune riflessioni che mi sento di fare in questa relazione, probabilmente sono addirittura estranee alla modifica che andiamo oggi ad apportare all'articolo 1, però il tema della ricerca penso che richieda un'attenzione particolare, e soprattutto anche quando qualche dirigente viene in Commissione e ci dice che la ricerca di base in Italia è fatta dal pubblico - peccato! - perché la ricerca di base in Italia è superiore al 50% fatta da iniziative private e quindi dati recentissimi che poi vi potrò far avere ma soprattutto mi piacerebbe che quando si affrontano alcuni dossier tecnicamente non si pensi che i Consiglieri siano lì perché c'è un'urgenza ad approvare atti senza la volontà di approfondire il tema e di studiare, perché questo è nella funzione dei consiglieri. Stamattina il collega Restano parlava di consigliere peones, io penso solo che in questi giorni i Consiglieri hanno fatto il loro ruolo, e questa cosa viene acuita quando tu parli con la gente e ti chiede certe cose, ti dice: "ma tu che sei lì ne sai qualcosa di quello che state discutendo?" e lì cominci a remare perché dici: "mah sì, ma non so, mah, forse" perché probabilmente non hai avuto tempo di studiare o di approfondire, e questa è colpa di ogni consigliere, o piuttosto non hai le informazioni o non te le hanno date. E passi per le questioni ordinarie, ma quando sono questioni che meritano più approfondimenti, allora sarebbe il caso di essere un po' più dettagliati nelle informazioni che vengono fornite e soprattutto non si faccia sempre riferimento a "ho troppo da fare, il tempo, ce l'abbiamo qui, ce l'abbiamo giù" perché è vero, ma non ce l'ha ordinato il medico di venire qui a fare questo lavoro. Questi sono dei dati ambientali e quindi qualche volta quando i colleghi dell'opposizione parlano di 116 e si arrabbiano perché non hanno risposte, forse bisognerebbe anche cercare di capire il perché. A parte che quando i Consiglieri parlano di 116 quelli che hanno studiato hanno già tutto o quasi e quindi hanno solo bisogno di conferme, una piccola conferma.
Qualcuno dice: "Barocco, ma te dove sei stato fino adesso? Cadi dal pero? Non sai come funziona la politica? Non sai che capitano queste cose?". No no, io non cado dal pero, proprio perché so come funzionano certe cose, vorrei che funzionassero meglio e cerco di dare il mio contributo. Allora in questo momento vedo che c'è molta confusione e forse se ci fermiamo un attimo e facciamo qualche ragionamento più approfondito va bene per la maggioranza e va bene anche per l'opposizione.
Presidente - Apriamo la discussione generale. Chi intende prendere la parola? La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Voglio anch'io fare un piccolo commento su questa piccolissima modifica di legge che però può significare molto e sfruttare in parte il dibattito emerso durante le audizioni in II Commissione, un po' per il bilancio un po' per questa proposta di modifica, per ragionare in termine più ampio riguardo appunto alla ricerca e al finanziamento e allo sviluppo di realtà di ricerca.
Sicuramente, come già abbiamo espresso in Commissione, ci troviamo a favore di questa modifica e voteremo in tal senso, perché, e l'ha già detto il relatore della legge, questo permette di proseguire un percorso importante - al quale in parte modestamente anche il Governo di cui abbiamo fatto parte ha dato il suo contributo - e credo che sia un'idea, un'iniziativa che dovremmo sostenere tutti quanti, al di là delle idee politiche, però, perché c'è un però, dobbiamo giustamente pensare a due elementi in particolare.
Il primo, lo diciamo sempre, forse quest'anno in sede di bilancio lo potremo dire in maniera minore rispetto al passato, perché c'è certezza che in certi ambiti, in particolare in quello della ricerca, negli ultimi anni c'è stata difficoltà, come in tanti settori, a inserire risorse per sviluppare delle situazioni, delle iniziative, delle start up all'interno della nostra regione; ci sono ora delle risorse in più, ci sono delle potenzialità dettate dai fondi europei e l'iniziativa di cui in particolare il relatore ha parlato si lega anche al discorso fondi europei, ma quello che manca di fondo - e per carità, dobbiamo farcene un po' colpa tutti ma soprattutto chi sino a oggi à maintes reprises ha guidato questa regione - è che manca una strategia di base su certi aspetti e forse è stata anche un po' sottovalutata la potenzialità che la ricerca poteva avere.
Nel DEFR si è ripresa anche l'idea di una zona franca della ricerca - per carità di Dio, quando si parla di zone franche il primo a essere favorevole è il sottoscritto, questo lo dico a scanso di equivoci - però io penso che prima di tutto dobbiamo capire in che senso e dove il nostro sviluppo vuole essere condotto, perché ci sono tanti modi di fare ricerca e spesso citiamo l'Università della Valle d'Aosta, ma dobbiamo chiederci che tipo di ricerca può fare oggi l'Università della Valle d'Aosta, perché, ad esempio, se nel DEFR troviamo una ricerca in ambito pedagogico forse gli strumenti lì già ci sono, ma se parliamo di una ricerca di natura scientifica mi chiedo se effettivamente la nostra università oggi la può fare e penso di no, perché i costi che ci sono vanno in altro senso, e lo dice un ex studente nonché laureato di quest'università, tra l'altro. C'è la necessità di capire anche quali enti possano partecipare a fare ricerche e spesso e volentieri dobbiamo pensare che abbiamo principalmente degli enti al di fuori della nostra realtà, vuoi enti di ricerca già specializzati, vuoi università più grandi, che sono attrezzate, vuoi dei partner privati, perché ci sono partner privati importanti che partecipano e che possono portare della ricchezza in loco e dobbiamo costruire delle condizioni perché, ripeto, e cito ad esempio la zona franca della ricerca: va bene, ma dobbiamo predisporre le modalità perché questi enti, queste start up, queste iniziative si sviluppino, altrimenti rimangono fini a sé stesse.
Sulla ricerca medica penso che, visto che in parte l'ambito sanitario ci ha occupato moltissimo negli ultimi Consigli, e viva Dio se vogliamo, forse avremmo dovuto occuparcene e dovremmo occuparcene ancora di più, ma la ricerca in ambito sanitario è particolarmente importante e potrebbe essere un ottimo volano per l'appetibilità di quelle figure professionali che, al di là delle risorse, al di là delle retribuzioni, sembrano venire meno, perché se si riescono a costruire dei centri di eccellenza che attirano ricercatori, attirano professionalità, forse la nostra realtà, al di là della normale attività medica (perdonatemi il termine) può diventare ancora più appetibile e magari si può anche specializzare in certi ambiti definiti. Ma poi vorrei anche pensare a uno sviluppo di ricerca di montagna, è capitato, e l'abbiamo già detto, ne abbiamo parlato in occasione della problematica del ghiacciaio di Planpincieux, che la Valle d'Aosta poteva essere - non diciamo un banco di prova perché non vorrei che portasse male - comunque una realtà dove studiare questo tipo di situazioni, una realtà dove effettivamente abbiamo delle fondazioni, penso a Fondazione Montagna Sicura, dove la ricerca può essere sviluppata con l'utilizzo di partner che magari ne sanno anche molto di più - e guardo al di là delle Alpi e guardo in tutta la realtà alpina - però ci deve essere una strategia di base, perché altrimenti, al di là delle singole piccole modifiche che facciamo dal punto di vista normativo - mi si perdoni, però spesso e volentieri noi ci troviamo ad aver sostituito le omnibus dove ci mettevamo di tutto e a fare dei singoli interventi spot senza un'idea precisa di dove dobbiamo andare - qui forse dobbiamo sintonizzare meglio le trasmissioni, perché spesso tra la parte amministrativa e la parte politica non ci capiamo molto e quindi dobbiamo correre soprattutto verso il bilancio a fare degli interventi normativi che forse nel loro complesso si dovrebbero fare con degli interventi di manutenzione regolamentare e normativa senza perdere del tempo o senza correre dietro a occasioni perse perché occasioni non ne possiamo più perdere.
Quindi questo è un intervento, se vogliamo, di manutenzione normativa, funzionale a far proseguire un certo percorso. Io credo che dobbiamo pensare a una razionalizzazione dell'utilizzo dei fondi per la ricerca, dobbiamo pensare però a una strategia di quello che vogliamo fare e dobbiamo concentrarci sui settori che possono essere importanti; ne ho citati due, quello sanitario e quello dei rischi idrogeologici, che forse ci toccano più direttamente, ma dobbiamo costruire le condizioni e dobbiamo avere soprattutto le strutture e gli enti che possono portare avanti questo tipo di attività e iniziative.
E oggi sinceramente, se devo guardarmi intorno, forse qualcosa manca e forse qualcosa in più dobbiamo fare e forse magari dobbiamo anche fare qualcosa in meno in settori che non sono strategici per la nostra realtà, dobbiamo fare le scelte e concentrare le nostre risorse. Ho apprezzato molto l'intervento del relatore di questo disegno di legge anche perché in Commissione ci siamo trovati in maniera bipartisan, per una volta - non diciamolo troppo perché ci stiamo facendo troppi complimenti tra ieri e oggi - però io direi che almeno a livello di Consiglio abbiamo trovato spesso dei punti d'incontro che forse anche in vista del bilancio qualche risultato potranno darlo. Quindi, convintamente, votiamo questo piccolo intervento di manutenzione normativa. Abbiamo presentato un ordine del giorno che vuole sposare appunto questa linea di valutazione di una possibile strategia e razionalizzazione delle attività di ricerca, che andremo ad affrontare dopo.
Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? Se non ci sono altre richieste, chiudiamo la discussione generale. In replica, la parola all'assessore Testolin.
Testolin (UV) - Credo che una replica sia opportuna e doverosa, perché una minima variazione all'interno di una legge che risale al 1993, che, a differenza di quanto è stato affermato in Commissione, non viene aggiornata ogni tre per due né gli articoli vengono modificati con una celerità impressionante: questo è un articolo che viene modificato dopo una variazione avvenuta nel lontano 2000, quando le circostanze e le attività che si vedevano portatrici di interesse verso la ricerca erano di tutt'altro tipo e probabilmente anche le aziende interessate avevano tutt'altra finalità. Oggi ci troviamo a modificare un articolo che effettivamente ci permetterà d'intervenire su una situazione, quella di allargare l'opportunità di finanziare, tramite la legge 84, anche delle iniziative che non dipendono squisitamente dal sistema produttivo ma che coinvolgono un numero di centri di ricerca che esulano dalle pertinenze aziendali. Un progetto che nasce da molto lontano, direi, in merito alla sua origine, un progetto che ha visto l'avvio ed è stato trattato all'interno di quest'aula a qualche Consiglio fa, un'origine che ha visto in una prima fase la presentazione di un progetto che poi non è andato a buon fine nella presentazione dei bandi che non risultavano essere idonei per un finanziamento e che lo scorso dicembre, appena prima dell'avvicendamento, è stato riproposto dal collega Aggravi alla fine di un percorso, un progetto che sposiamo in pieno e del quale sottolineiamo la lungimiranza, una lungimiranza che nasce da una strategia che, a mio avviso, si è creata nel tempo e della quale rendo merito alle strutture che hanno calato all'interno di una realtà piccola ma dalle grandi potenzialità, come quella valdostana, una strategia che ha poi animato lo sviluppo all'interno dell'utilizzo dei fondi europei, una strategia di montagna intelligente, sostenibile, di eccellenza all'interno della quale questo progetto trova una sua collocazione corretta a mio avviso, perché ci dà la possibilità di operare in uno dei campi che, anche a livello nazionale e internazionale, viene segnalato come uno dei campi da sviluppare, un progetto all'avvio in funzione anche di un input dato dal Ministero della Sanità a livello nazionale per incentivare sui territori regionali lo sviluppo di una medicina personalizzata, un progetto che coinvolge le realtà territoriali, sia quelle aziendali come si può evincere dai partner che hanno vinto questo progetto, sia da realtà di ricerca, come appunto l'Osservatorio Astronomico di Saint-Barthélemy, che evidentemente porterà le sue capacità di calcolo e di analisi all'interno di un percorso di catalogazione di questi genomi, chiamiamolo così molto impropriamente. Un percorso che vedrà non solo l'Amministrazione pubblica rendersi disponibile con dei finanziamenti ma che vedrà circa 9 milioni di euro messi a disposizione dai vari partner che contribuiranno allo sviluppo di questo progetto nei prossimi cinque anni, un progetto condiviso con la USL - a cui vengono demandati tutti gli aspetti tecnici e di valorizzazione di quelli che poi saranno i risultati - e che potrà essere motivo di attrazione sul territorio. Quindi un percorso lungo, condiviso da chi nel tempo si è avvicendato a gestire questo tipo di opportunità, io la definirei così, e che credo debba e possa essere sposato molto serenamente da quest'Aula. Io ho dato una scorsa anche all'ordine del giorno, poi non so se qualcuno vorrà presentarlo o meno, magari mi riservo di fare alcune valutazioni dopo la presentazione di quest'ordine del giorno, per quanto riguarda la presentazione del disegno di legge che chiede una minima modifica, fa parte di quel percorso dove lavorando si trova la necessità di rendere più aderenti le necessità amministrative, i percorsi di crescita del nostro territorio e penso che sia assolutamente da ringraziare chi ha gestito con celerità il dossier che permetterà a questo progetto di andare avanti con le tempistiche e le opportunità che potrà dare al nostro territorio e anche ai nostri giovani.
La scorsa settimana c'è stata una presentazione a cui ha partecipato anche il collega Baccega - successiva a un primo incontro di divulgazione su cosa rappresentasse questo progetto -- in cui sono state ricordate in larga massima la genesi e la prosecuzione di questo progetto, dando evidentemente contezza del fatto che qualcuno ci ha pensato, qualcuno ci ha creduto e qualcuno continua a crederci.
Presidente - Altri? La parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Mi inserisco nel dibattito che si è sviluppato rispetto a questa modifica sulla proposta di legge per dire e ribadire che nella fase di discussione e di definizione del nuovo quadro strategico regionale 21e 27 e, nei primi lavori che pervengono dai tavoli che sono stati avviati, si sottolinea con precisione quanto espresso nei due interventi del consigliere Barocco e del consigliere Aggravi: viene rilevata la necessità d'indirizzare in maniera più organizzata l'attività di ricerca e soprattutto di costruire quello che avremo da fare tutti insieme attraverso una definizione più precisa della governance, che dovrà cercare di tenere insieme e anche di definire gli obiettivi rispetto al territorio; credo che questa sarà una modalità importante di confronto politico. La presentazione della bozza è avvenuta e verrà presto messa a disposizione delle Commissioni; tra gli obiettivi della strategia e il lavoro che dobbiamo fare insieme ci sarà proprio la necessità di lavorare anche rispetto a questi indirizzi, ancor prima che agli obiettivi, per darci e dotarci - rispetto al quadro europeo ma rispetto anche alla strategia nostra a livello regionale - di una maggiore non attenzione di risorse ma di una maggiore capacità di coordinamento dei tanti enti di ricerca che abbiamo e che rischiano di lavorare senza un indirizzo politico dato da programmi e da programmazioni di riferimento. Quindi in questo senso credo che l'intervento del collega Testolin vada proprio nella direzione di dire: l'intervento va a modificare una norma, in attesa di avere una governance e una strategia precisa, perché attraverso la ricerca collegata al nostro territorio si possono fare passi avanti e soprattutto si possono creare quelle condizioni di sviluppo attraverso grandi progetti ma anche attraverso ricerche collegate alle evoluzioni, a partire dalle evoluzioni sul clima, alle attenzioni alla montagna e ai progetti di ricerca legati ai settori nostri di riferimento che possono fare la differenza.
Mi farà sicuramente piacere una discussione in Commissione su questa prima bozza del quadro strategico che individua le nostre debolezze e allo stesso tempo inizia a indirizzare delle azioni per lavorare insieme e per migliorare queste condizioni.
Presidente - La parola per dichiarazione di voto all'assessore Certan.
Certan (AV) - Solo per aggiungere due cose e forse provare a fare un collegamento con quanto già aveva chiesto in un'interpellanza il collega Aggravi e forse è stato ripreso nel suo intervento. Io credo che sia assolutamente importante questa razionalizzazione o comunque un'economizzazione di quanto è presente sul territorio, in modo da poter intervenire in modo sinergico e sicuramente in modo coerente su tutto il nostro territorio, ma anche con le potenzialità che già ci sono sul territorio. Quando sia nel DEFR che in Commissione abbiamo parlato di un centro di ricerca pedagogico, a nostro avviso ci sono le condizioni per collegarlo all'Università della Valle d'Aosta, in quanto vi sono delle attività che già si stanno svolgendo in questa direzione per potenziare da un punto di vista didattico pedagogico la formazione degli insegnanti che poi sono quelli che intervengono nell'educazione e nell'istruzione dei ragazzi, e quindi anche di tutta la parte dell'istruzione secondaria e universitaria.
Dall'altra parte vi è l'importanza anche di razionalizzare quanto sul territorio c'è di centri o di enti di ricerca, in questo settore penso al Centre d'Etudes franco-provençales che negli anni ha condotto un'analisi e una ricerca molto approfondita per quanto riguarda tutta la parte di linguistica, penso ad altri enti che in qualche modo in questi anni hanno fatto ricerca. Quando si parla di ricerca in campo scientifico sono d'accordo con lei che l'Università della Valle d'Aosta ha altri indirizzi e quindi è evidente che ad esempio non è specializzata e non ha docenti nel ramo scientifico e quindi è vero che su quello vi è un passaggio che sicuramente deve essere fatto. È vero anche che il gruppo di lavoro che avevamo costituito all'Università ha prodotto un documento che può essere di orientamento per i prossimi corsi universitari; aveva cercato proprio di potenziare l'Università della Valle d'Aosta laddove era più debole, soprattutto nel settore della ricerca scientifica facendo accordi eventualmente o convenzioni con altre università.
Concordo poi con lei - e concordo anche con quanto ha detto in parte il collega Barocco - sul fatto che deve essere fatta una razionalizzazione di tutte queste attività e sicuramente deve essere data una direzione, ma su alcune cose dobbiamo anche razionalizzare e non perdere tutto il lavoro che è stato fatto. Quando parlo di centro di ricerca didattico pedagogico, parlo ad esempio del lavoro che conduceva l'IRSAE proprio in questo settore.
Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? Dichiarazioni di voto? Prego collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Solo per ribadire, chi non può essere d'accordo sullo sviluppo della ricerca sul territorio della Valle d'Aosta?Per cui quest'intervento non vuole essere un intervento nel merito perché è un'iniziativa che abbiamo condiviso quando eravamo ancora al Governo, però condividiamo particolarmente l'intervento del collega Barocco che non è entrato tanto nel merito della bontà di quest'iniziativa, ma è entrato piuttosto nel metodo. Noi abbiamo voluto ascoltare le repliche anche del Governo e mi pare che tra l'assessore Testolin e l'assessore Bertschy ci siano delle visioni probabilmente leggermente diverse, nel senso che lei, assessore Testolin, ci dice che questo progetto è stato condiviso da chi ha gestito il progetto; l'assessore Bertschy dice qualcosa di leggermente diverso: parla di necessità di costruire in maniera più precisa, di confronto politico, prima gli indirizzi e poi gli obiettivi, maggior coordinamento. Noi ci riconosciamo nella posizione dell'assessore Bertschy, perché non si può dire che si è condiviso con chi ha gestito il progetto, tenendo la parte politica all'oscuro dell'iter, dei contenuti e dell'evolversi di questo progetto, e poi in fretta e furia chiedere in quest'aula un voto.
Torno a dire non è un problema di merito, è un problema di metodo, e proprio perché abbiamo apprezzato l'intervento del collega Barocco che ha sottolineato questa mancanza di coordinamento, quello che ha detto l'assessore Bertschy noi sottoscriviamo le preoccupazioni dell'assessore Bertschy, è per questo motivo, non per merito ma per metodo, che il nostro sarà un voto di astensione.
Presidente - Altri? Per dichiarazione di voto la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Proprio una brevissima dichiarazione di voto. Noi volevamo dire che considerato che la ratio della modificazione dell'articolo della legge in oggetto, datata peraltro 1993 e poi rivista nel 2000, è quella di ampliare la platea di accesso ai bandi per la ricerca e l'innovazione, nell'ottica di una armonizzazione della stessa, la normativa europea, ADU VDA non può che votare a favore, anzi, più che a favore anche dell'ordine del giorno, così facciamo una dichiarazione unica facendo però notare - giusto per non far mancare un piccolo apporto critico che ci sta sempre - che all'articolo 19 della legge del 93 si può leggere la dichiarazione d'urgenza.
Presidente - In replica, la parola al collega Barocco.
Barocco (UV) - Penso che l'obiettivo di suscitare un po' di dibattito da parte mia sia stato raggiunto, cioè volevo far ragionare quest'Aula su questo tema così importante. Vorrei anche ricordare però che quando c'è un bando di gara, partecipano delle aziende, rispettano determinate regole, se vincono un bando non è che ricevono un favore dall'Amministrazione, hanno vinto un bando che determinava certe regole, avranno fatto le loro determinazioni e partecipato al bando. Quindi i privati mettono, è vero, la Regione mette, quindi penso con molta razionalità: cerchiamo di farlo andare avanti questo bando, questa gara, ringraziamo tutti coloro che lavorano. Adesso chi fa il proprio lavoro deve essere ringraziato, quando fanno invece qualcosa di straordinario è normalità? Solo queste cose qui.
Ci crediamo tutti alla ricerca, ci abbiamo creduto, ci crederemo, il problema penso che sia solo di cercare un momento di mettere in evidenza e di far tesoro per il passato di alcune cose. Il punto 9.1.14 recita: "definire una strategia per assicurare la sostenibilità finanziaria a medio-lungo termine per consentire di acquisire altri finanziamenti per i propri progetti di ricerca, in particolare mediante l'accesso a finanziamenti nazionali europei, tale strategia dovrà prevedere degli indicatori quantitativi di realizzazione del risultato. Alla fine del primo anno di attività CMP3 VDA dovrà essere prodotto un business plan per assicurarne la sostenibilità finanziaria a medio-lungo termine". Ecco, questo è quello che c'è nel bando per il futuro. Poi, se andate a vedere il business plan, si finisce al quinto anno, però usciamo da quel bando perché, come dicevo prima, pacta servanda sunt.
La mia è solo una riflessione. Questo disegno di legge modifica la composizione del capitale sociale per partecipare al bando, quindi amplia la platea, ma non dobbiamo fermarci lì; penso che entrambi gli interventi dell'assessore Bertschy e dell'assessore Testolin vadano nella direzione di porre più attenzione a questo tema. L'assessore Bertschy ci ha dato una prospettiva di più lungo termine, è giusto che lo faccia lui: la programmazione europea è nel suo dicastero e quindi il fatto che ci sia questa prospettiva di lungo termine mi fa ben sperare, così come mi fanno ben sperare le parole dell'assessore Testolin in merito al fatto che questo progetto di ricerca e questa legge saranno monitorati con attenzione: questo ci permetterà di dare delle risposte alle aziende valdostane.
Quindi ovviamente la replica non può che chiedere il voto a questa legge, perché è una legge che va a dare delle risposte al tessuto economico della Valle d'Aosta.
Presidente - Non ci sono altri? Possiamo porre prima in votazione l'ordine del giorno? La parola all'assessore Testolin.
Testolin (UV) - Sull'ordine del giorno mi sarebbe sinceramente piaciuto capire la ratio dell'inserimento, l'avevo chiesto prima ma nessuno si è proposto, perché si parla un po' di tutto. Se l'illustra... grazie.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Io volevo illustrarlo, solo che non mi hanno chiamato, quindi io aspettavo un segno da parte del Presidente. Sarò sintetico: guardi Assessore, spesso bisogna cogliere le occasioni per arrivare a un risultato importante. Io penso che l'occasione di questo piccolo intervento di revisione o di sistemazione normativa poteva essere l'occasione proprio per fare il punto sull'oggetto di cui abbiamo discusso e di cui, tra l'altro, sono contento che anche i suoi colleghi -chi si occupa d'istruzione e anche chi di fondi europei - abbiano dato delle risposte molto condivisibili e che, soprattutto, abbiamo avuto già occasione di approfondire ma che meritano un maggior approfondimento. Sostanzialmente io tocco alcuni punti che hanno come fil rouge quello della ricerca, dello sviluppo di sinergie tra queste realtà e potenzialmente della definizione di una strategia comune su quello che vogliamo fare come ente Regione per quanto riguarda la ricerca. In particolare ho citato quanto previsto nel DEFR e quanto è stato detto in II Commissione da parte dell'assessora Certan sul centro di ricerche in materia pedagogica, e sono contento anche di quanto ha detto riguardo all'Università della Valle d'Aosta che è un dato di fatto: ha delle facoltà oggi non scientifiche, o meglio, che fanno ricerca scientifica in altri settori. Ho anche colto l'occasione dell'audizione relativa al Presidente della Fondazione per la ricerca sul cancro, richiesta dai colleghi del Movimento 5 Stelle, che è stata utile per comprendere quello che oggi quella Fondazione fa e secondo me è doveroso comprendere se abbia senso gestire oggi certi tipi di progettualità per come sono gestiti: c'è un organo sostanzialmente nominato che pubblica dei bandi che poi vanno a beneficio di un'unica realtà; forse vale la pena che quello stanziamento venga direttamente utilizzato per fare ricerca in quest'ambito senza questo passaggio, ma è una proposta che ovviamente si può valutare.
Ho sfruttato la scadenza della presentazione del piano di razionalizzazione, potevo anche parlare del bilancio ma è nella prossima seduta del Consiglio, o potremmo anche magari discuterne in sede di bilancio, di comprendere al di là di tutto... e infatti l'impegnativa prevede questo: "chiede al Governo regionale d'illustrare alla Commissione competente, in vista della presentazione del prossimo piano di razionalizzazione alle società partecipate" perché bisogna anche fare un ragionamento sugli enti, e ho citato la Fondazione per la ricerca sul cancro non a caso e l'ho utilizzato come ultima scadenza, "un documento di analisi, anche sintetico, nel quale siano adeguatamente illustrate le intenzioni in materia di sviluppo di sinergie e/o operazioni di razionalizzazione degli enti di ricerca o realtà operanti nel settore sostenuti dalla Regione".
Prendo spunto dal fatto che c'è il bilancio, ci sono degli stanziamenti in termini di ricerca, c'è un piano che va presentato sulla razionalizzazione, sulle partecipate che ci dovrebbe far pensare a una valutazione complessiva della sostenibilità di certi enti e ci sono state delle audizioni che ci hanno permesso di comprendere quale possa essere la strada da prendere.
Quello che noi chiediamo con questo ordine del giorno, ovviamente, non è un piano corposo e comunque definitivo ma è un primo documento per comprendere come certe realtà - e ho sfruttato il discorso dello Human Technopol - possano svilupparsi all'interno della nostra realtà soprattutto in sinergia con altri enti, con altre realtà che operano in Valle d'Aosta, perché comunque soldi nell'ambito della ricerca se ne mettono e vanno gestiti in maniera proficua, e l'obiettivo è anche quello di avere un uso efficiente ed efficace per lo sviluppo del territorio di queste risorse.
Presidente - Qualcuno vuole intervenire sull'ordine del giorno? La parola all'assessore Testolin.
Testolin (UV) - Intervengo per fare due considerazioni in merito all'eterogeneità di quanto scritto all'interno dell'ordine del giorno che è stato presentato adesso, quindi si passa da quello che è stato inserito nel DEFR in merito all'UniVDA, all'audizione consiliare per la ricerca del cancro e poi ci si aggancia all'Human Technopol e poi lo s'inserisce all'interno del piano di razionalizzazione che poco, se non niente, ha a che vedere con gli enti di ricerca.
Io nel sottolineare come non ci sia alcuna difficoltà a condividere un percorso di valorizzazione delle strategie che devono uscire peraltro forti e chiare per imbastire e impostare il nuovo discorso sull'utilizzo dei fondi europei, quindi questo fa parte di un percorso che penso in Commissione, come ad altri vagli, passerà sicuramente... così come è impostato sinceramente vedo l'ordine del giorno un po' confuso. Chiederei se si può magari sospendere un attimo per trovare una sintesi all'interno della maggioranza, così poi magari con un confronto facciamo un po' di chiarezza e capiamo anche la strada da seguire.
La seduta è sospesa dalle ore 20:00 alle ore 20:15.
Rini (Presidente) - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo soltanto comunicare che nella piccola pausa abbiamo trovato un accordo con il Governo, ho già consegnato il testo definitivo, abbiamo eliminato il riferimento al piano di razionalizzazione, perché c'è stata un'ulteriore esplicazione da parte del Governo, e modificato l'impegnativa di cui do lettura prevedendo appunto "l'impegno del Governo regionale a illustrare alle Commissioni competenti entro febbraio un documento di analisi nel quale siano adeguatamente illustrate le intenzioni in materia di ricerca e sviluppo", considerato che c'è la necessità anche per quanto riguarda la programmazione europea di definire le opportune strategie. Abbiamo portato il limite a febbraio e possiamo dirci soddisfatti.
Presidente - Possiamo mettere in votazione colleghi? Qualcun altro vuole intervenire? La parola al presidente Fosson.
Fosson (PNV-AC-FV) - Mi sembra solo necessario sottolineare un aspetto positivo emerso in modo trasversale questa sera: non si può non essere d'accordo nel parlare di ricerca e nel promuovere la ricerca. "Ma quale ricerca?", diceva giustamente il consigliere Barocco. Scopriamo o riscopriamo in questo momento una propensione allo sviluppo delle attività di ricerca nella nostra regione, a capire che questo può essere il futuro, magari utilizzando eccellenze che ci sono già qui, particolarità come può essere quella dello studio dei cambiamenti climatici. C'è sempre stata una doppia posizione sulle attività di ricerca, per un certo tempo si è detto finanziamo delle ricerche fuori dalla Valle che ci porteranno poi qualche cosa in Valle. Io penso, e lo sottolineo come molto positivo, che - da adesso e non solo da adesso ma è da un po' di tempo e tutti insieme - si vuole perseguire questa strada di uno sviluppo della ricerca all'interno della nostra regione.
Presidente - Possiamo mettere in votazione? Apriamo la votazione sull'ordine del giorno e dopo invece entriamo nel merito del testo di legge. Votazione chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
Il Consiglio approva all'unanimità.
Entriamo ora nel merito dell'articolato del disegno di legge, articolo 1, ci sono delle richieste d'intervento? Se non ci sono delle richieste poniamo in votazione l'articolo 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 30
Favorevoli: 30
Astenuti: 3 (Cognetta, Gerandin e Restano)
Il Consiglio approva.
Apriamo la votazione per l'articolo 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 31
Favorevoli: 31
Astenuti: 3 (Cognetta, Gerandin e Restano)
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione il disegno di legge nel suo complesso. Apriamo la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 31
Favorevoli: 31
Astenuti: 3 (Cognetta, Gerandin e Restano)
Il Consiglio approva.