Oggetto del Consiglio n. 992 del 23 ottobre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 992/XV - Interrogazione: "Chiusura dei centri prelievo di sangue di Donnas e Verres".
Rini (Presidente) - Punto n. 7 dell'ordine del giorno. Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - La notizia è che dal 17 ottobre, il punto di donazione di Donnas è stato riaperto, bisogna dire però che cos'è successo in questi mesi. Purtroppo il Direttore della struttura complessa di Immunoematologia e Medicina trasfusionale di Aosta è rimasto per almeno 40 giorni da solo a gestire il servizio, quindi il punto di donazione di Donnas è stato aperto fino a luglio; dal 1° agosto le attività sono state sospese. Ovviamente che cos'è successo in questi mesi (ed è giusto che i colleghi sappiano)? C'è stato il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età di una dottoressa, una mobilità verso altra azienda sanitaria di un'altra dottoressa, le dimissioni volontarie di una terza dottoressa, le dimissioni volontarie di un'altra dottoressa, un altro collocamento a riposo per raggiunti limiti di età e l'assunzione presso altra azienda di un altro medico. In pochi mesi quindi sette medici sono venuti meno al Servizio della struttura complessa di Immunoematologia e di Medicina trasfusionale. Si è dovuto quindi lavorare in modo direi urgente per sopperire a questa situazione. Si sono attivati dal mese di luglio una serie di interventi come l'inserimento di un medico con contratto libero professionale, che recentemente abbiamo acquisito, un temporaneo distacco di due colleghi medici della struttura complessa del Dipartimento di patologia clinica e in qualche modo per qualche mese si è arrivati a tacconare una situazione; inevitabilmente si sono dovute sospendere le operazioni trasfusionali in Bassa Valle. Ora, si è quindi reso necessario attivare delle convenzioni con altre aziende sanitarie, il 30 agosto è stato espletato il concorso pubblico indetto per sopperire alla carenza dei medici, tuttavia l'effetto che ha prodotto questo concorso è stato limitato perché si è presentato a sostenerlo un solo medico ed era quel medico che era già presente in reparto con contratto libero professionale. Non si è quindi ottenuto un incremento di personale rispetto a questo percorso. L'organico medico esistente a inizio agosto che aveva costretto la chiusura di queste attività è quindi rimasto così fino al 30 di settembre. L'azienda USL ci ha comunicato che sta perfezionando in questi giorni un contratto con un'altra agenzia interinale per acquisire uno specialista trasfusionale... in quiescenza... il contratto è stato ratificato e prenderà servizio anche a Donnas.
"Per quanto tempo ci sarà ancora la chiusura dei centri...", come ho detto, Donnas è stato riaperto, a Verrès la chiusura si protrarrà per il minor tempo possibile e cesserà non appena l'organico medico completo sarà ripristinato.
Per quanto riguarda la domanda n. 2, con il rientro in servizio del medico selezionatore, ora assente per malattia e con la disponibilità di turni di presenza della specialistica trasfusionista, una riapertura quanto meno parziale potrebbe avvenire già nel corso del mese di ottobre... e, come le ho detto, il 17 ottobre abbiamo riaperto. La soluzione definitiva che lei richiede è fortemente auspicata anche da noi ovviamente, io l'ho comunicato sabato quando c'è stata la Venticinquesima Giornata del donatore di sangue a Pont-Saint-Martin, erano presenti le sezioni di Arnad, di Pont-Saint-Martin, della Comunità walser e di Verrès. L'ho comunicato spiegando loro quello che sto dicendo a lei e tenendo conto che le problematiche sono state davvero piuttosto ingombranti, che hanno dato una grossa mano anche le associazioni FIDAS e AVIS per cercare di reperire dei medici sul territorio anche piemontese, ma, purtroppo, siamo riusciti a fare quello che lei conosce già e che nei prossimi mesi vedrà comunque un ritorno alla normalità sia all'ospedale di Aosta che sul territorio.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Alcune informazioni e alcune considerazioni. Mi pare corretto ricordare che i donatori AVIS nella Bassa Valle sono 750, è un numero molto importante. Questi 750 donatori hanno donato nel 2018 1106 volte il sangue, con una media di 92 donazioni al mese.
Lei nel suo passaggio ha detto che ha avuto grossa collaborazione per quello che riguarda l'AVIS in generale o comunque dai responsabili della Bassa Valle, è vero, perché anche a me risulta che si siano mossi, l'AVIS Valle d'Aosta si è messa in contatto con l'AVIS Piemonte-Torino per verificare soluzioni alternative. Non mi è giunta voce che ci sia stata una certa sinergia con l'azienda, nel senso che li abbiamo lasciati un po' alla loro buona volontà: quella che lei ha evidenziato prima e questo io lo trovo non molto comprensibile, che un'iniziativa, seppure se parte dall'AVIS, dai donatori, dai responsabili... che debba essere un problema loro, è un problema in primis dell'azienda cercare di risolvere questa problematica, per cui almeno un sostegno su questo ci andava. Mi risulta sempre che la Provincia di Torino faccia anche raccolta diretta oltre ai prelievi nelle strutture ospedaliere e che disponga di personale medico e mezzi per andare sul territorio, per cui probabilmente un'azione sinergica tra l'AVIS e i responsabili dell'azienda avrebbe magari permesso di estendere anche alla Bassa Valle il prelievo sul territorio.
Altro dato preoccupante è che comunque queste associazioni denotano... questo disagio crea una serie di problematiche legate alla demotivazione dei donatori, e viene confermato anche dai dati, le loro donazioni erano donazioni periodiche, non erano donazioni estemporanee. Se una donazione periodica programmata viene a cessare o comunque nel suo caso mi ha detto che verrà riaperto parzialmente, però è chiaro che viene meno il valore aggiunto associativo di una donazione periodica rispetto donazioni estemporanee.
C'è un altro dato che dovrebbe - almeno personalmente mi preoccupa - preoccuparla particolarmente, Assessore: nei sei mesi in Valle d'Aosta si è registrato un calo di 330 donazioni di sangue e non è un bel segnale, anche perché comunque molte Regioni italiane si avvalgono anche dei donatori della Valle d'Aosta, per cui occorre particolare attenzione su questo.
Non posso dirmi soddisfatto anche perché all'ultima domanda su quando si pensa di dare una soluzione definitiva, mi ha detto: "nei prossimi mesi vedremo", per cui non c'è neanche una data, si sta cercando di risolvere in maniera sporadica o con qualche piccola soluzione di ripiego. Non è questo il messaggio che dobbiamo dare ai nostri donatori, negli anni la cultura valdostana legata alla donazione di sangue è stato un patrimonio e non vorremmo che delle cause peraltro probabilmente comprensibili dal punto di vista numerico, meno comprensibili... lei mi ha detto che sette medici vanno in pensione, o addirittura chiedono trasferimento, o se ne vanno dalla Valle d'Aosta, sette medici che si occupavano di ematologia... probabilmente c'è qualcosa che non funziona. Non so se non funziona solo in quel settore o nel sistema sanitario generale, però non possono essere queste le risposte, sono inaccettabili!
Presidente - Colleghi, come vi ho anticipato prima, anticiperemo tutti i punti dov'è chiamato a rispondere il Presidente Fosson, intercalandoli, facciamo una question non sua e una sua. I punti del Presidente sono: il n. 9, il n. 15 che verrà trattato con il n. 26, il n. 19, il n. 22, n. 32, il n. 37, il n. 39, il n. 42, il n. 46, il n. 56, il n. 66 e il n. 68. Passiamo subito quindi al punto n. 9 all'ordine del giorno. Intercaliamo un'iniziativa a cui risponde il Presidente e una no.