Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 873 del 25 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 873/XV - Interpellanza: "Sostituzione dei prodotti contenuti nei distributori automatici presenti nelle scuole con alimenti sani e a basso contenuto calorico".

Distort (Presidente) - I punti 24 e 25 riguardano risposte di competenza dell'assessore Chatrian e, per gli ovvi motivi descritti precedentemente, sono rinviati. Passiamo al punto 26 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'argomento, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - In questa interpellanza parliamo di alimentazione dei nostri ragazzi - un tema che trattiamo molto poco in questo Consiglio, secondo me - e dell'importanza che essa sia sana e rispettosa della raccomandazione dell'OMS, delle linee guida ministeriali e dei dati regionali e nazionali che abbiamo sul sovrappeso e l'obesità infantile e giovanile. È sotto gli occhi di tutti che molti ragazzi, soprattutto dalla scuola secondaria di primo grado in poi, non mangiano sempre bene, anche perché frequentemente a pranzo mangiano fuori casa e perché i genitori spesso non hanno tempo, voglia o non sempre comprendono l'importanza sostanziale di un'alimentazione equilibrata per la salute attuale dei loro figli. Soprattutto - questo è un aspetto che viene dimenticato da tutti - l'alimentazione sana serve per la lucidità mentale e per la prestazione intellettiva a scuola. Quindi tutto va nell'investimento verso la salute futura dei nostri ragazzi.

In Valle D'Aosta ci sono 21 scuole secondarie di primo grado e 31 di secondo grado, per un totale nel 2018 di circa 8000 ragazzi. In molte scuole secondarie di primo grado e in quasi tutte quelle di secondo grado sono presenti distributori automatici di bevande e cibi snack. Una o due volte al giorno i ragazzi consumano, nelle pause tra una lezione e l'altra, le bevande e cibi presenti nei distributori automatici, che contengono nella maggior parte dei casi conservanti, un elevato apporto di zuccheri e di acidi grassi, sodio, nitriti e nitrati utilizzati come additivi, dolcificanti e caffeina. Troviamo in questi distributori Mars, Twix, Bounty, Fiesta, Duplo, tramezzini confezionati, Coca-Cola, Fanta e tè freddo. Riteniamo che l'educazione a un'alimentazione sana, iniziata con le scuole dell'infanzia e primaria su cui abbiamo investito e su cui stiamo investendo, debba assolutamente proseguire nelle scuole secondarie, per trasmettere buone pratiche che portino a una dieta sana anche in età adulta, anche partendo dallo spuntino preso con le monetine, per capirci, tra una lezione e l'altra.

Noi abbiamo un dato preciso di cui abbiamo già parlato in altre iniziative. In Valle d'Aosta ci sono diecimila adulti obesi mentre, contando anche gli abitanti in sovrappeso, la percentuale triplica e arriva al 30,4 percento. Questi sono dati de Il Sole 24 Ore dell'ottobre del 2018. Complessivamente il 19,8 percento dei bambini presenta un eccesso ponderale che comprende sia sovrappeso che obesità. Abbiamo già detto che questo è un dato che è più basso rispetto alle altre regioni, ma comunque è un dato che noi dobbiamo tenere in considerazione.

Ricordo inoltre che sono presenti esperienze virtuose in altre regioni italiane, in cui i dirigenti scolastici hanno lavorato affinché gli snack confezionati e le bevande gassate fossero sostituiti da prodotti a ridotto impatto energetico e a ridotto contenuto di zuccheri e sale. Non intendo ovviamente i prodotti dietetici, che sappiamo fare quasi più male degli altri, ma di prodotti sani e, se possibile, a chilometri zero. Ci sono esperienze virtuose per esempio in Calabria e in Sicilia sul fatto che nei distributori automatici spesso vengono inseriti, per esempio, gli agrumi.

I sottoscritti, quindi noi, chiediamo: "con quale modalità viene individuato il fornitore del servizio e, in caso di affido con gara, come viene gestito l'affidamento della concessione nelle scuole della nostra regione; se a oggi sono presenti uno o più fornitori dei prodotti dei distributori; se si intende incontrare il SIAN dell'USL al fine di definire un elenco di prodotti sani e a ridotto impatto energetico che, gradualmente, vadano a sostituire quelli attualmente disponibili nei numerosi distributori automatici presenti nelle scuole". Dalle informazioni che ho, alcuni dirigenti e alcune insegnanti hanno già contrattato personalmente con i fornitori dei distributori automatici per dire: "Vabbè aggiungiamo questo, togliamo questo". Credo che bisogna fare forse un ragionamento veramente a monte con l'USL, perché ha tutte le competenze per definire una lista di prodotti sani.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Certan.

Certan (AV) - Grazie collega Russo per la sua attenta analisi. Credo che non ci sia niente da aggiungere e condividiamo la sua analisi, soprattutto per quanto riguarda gli stili di vita. Aggiungo che sicuramente, oltre alle attività già presenti, bisognerebbe potenziare ancora di più, soprattutto negli adolescenti, l'attività sportiva e in questo stiamo sicuramente lavorando e cercando di sensibilizzare.

Siamo quello che mangiamo è il titolo di un libro molto famoso che cercava di dare tutta una serie di input e di suggerimenti ai genitori. Credo che in fin dei conti - forse dirò una cosa molto ovvia e che magari non piace a tutti - i cibi di casa, cucinati in modo molto semplice, sono sempre i migliori. Purtroppo poi sappiamo che tutta una serie di regole e di imposizioni, sulle quali secondo me bisognerebbe fare davvero degli approfondimenti, impongono alcune cose, soprattutto nelle scuole e quindi non sempre si può fare la cosa più ovvia e più semplice.

Le istituzioni scolastiche di istruzione secondaria stanno progressivamente abbandonando i prodotti che tradizionalmente vengono somministrati tramite distributori automatici. Li stanno sostituendo con prodotti diversificati, che vanno da articoli a chilometro zero a biscotti realizzati da una cooperativa di detenuti del carcere di Brissogne, da prodotti specifici per alunni con allergie e intolleranze alimentari a prodotti bio. Pertanto, una prima sensibilizzazione c'è da parte delle istituzioni scolastiche. Anche per le bevande le scuole si stanno sempre più orientando verso distributori gratuiti di acqua, che sostituiscono i distributori di bottigliette e lattine. Per quanto riguarda i distributori di bevande calde, le scuole utilizzano sempre più prodotti bio, caffè, tè e infusioni erogati in bicchieri biodegradabili. Permane una criticità nell'utilizzo dei cucchiaini di plastica che vengono lentamente sostituiti da cucchiaini in legno o altri materiali biodegradabili.

In considerazione della varietà dei prodotti proposti - lei è entrata nel dettaglio, ma io non andrò certo a fare nomi di marche, però insomma sappiamo di cosa parliamo - dobbiamo parlare però dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, perché lei sa che in queste ultime ci sono i consigli d'istituto dove vi è la presenza comunque anche dei genitori. Questo io vorrei proprio sottolinearlo: ci sono i consigli di istituto e le istituzioni scolastiche hanno autonomia in questo. Nei consigli d'istituto vi è la presenza, oltre che dei docenti, dei dirigenti e del personale non docente, anche dei genitori. In considerazione anche dell'autonomia delle istituzioni, il servizio è affidato a ditte diverse, che sono contattate direttamente dalle scuole. Io non ho fatto una ricognizione per l'ovvio motivo che siamo nel mese di luglio e perché non ritenevo fondamentale chiedere alle istituzioni a quali tipi di ditte si rivolgono, però chiaramente la scelta è delle istituzioni scolastiche e noi non entriamo in merito a questo. Le ditte sono contattate direttamente dalle scuole secondo le modalità ritenute più opportune e secondo le politiche di educazione alla salute promosse da ciascuna istituzione.

Si è rilevato che, laddove sono ancora presenti i distributori di prodotti tradizionali accanto a prodotti pensati per una migliore alimentazione, gli alunni preferiscono i primi: laddove ci sono anche prodotti bio o altro, gli alunni chiaramente, soprattutto nella fascia di età che diceva lei della scuola media, preferiscono i primi poiché meno costosi. È per questo che le ho citato prima il consiglio d'istituto, perché lì c'è la presenza anche dei genitori ed è lì che bisogna fare un ragionamento, che io continuo a dire essere anche culturale, con le famiglie. Bisogna capire se è meglio un prodotto che costa poco o un prodotto sano.

Un discorso a parte meritano le scuole dell'infanzia e le primarie, dove si sta generalizzando l'abitudine a sostituire il biscotto o il cracker, distribuito a metà mattina, con la frutta che le ditte fornitrici dei pasti per la mensa scolastica consegnano, oppure distribuite secondo la programmazione di progetti specifici. Ci sono diversi progetti: penso, in particolare, a quello che è stato fatto quest'anno dalla scuola Martinet, attraverso una convenzione triennale con la Cofruit. Però vi dico che non è banale, perché è chiaro che questi progetti necessitano di tempo, di una programmazione specifica, che dovrebbe essere anche premiata e presa in considerazione in modo ancora più importante da parte delle famiglie. A fine pasto i bambini spesso non consumano la frutta e in questo modo, tra le altre cose, si aumenta anche lo spreco alimentare, mentre appaiono molto più favorevoli ad averla a metà pomeriggio o a metà mattina. Quindi le scuole si stanno indirizzando in questo modo.

Per quanto riguarda il secondo quesito, come le ho già detto, i fornitori sono diversi, per garantire una varietà di prodotti di qualità destinati agli alunni, anche quelli con esigenze diverse. Il terzo quesito riguarda la collaborazione con l'USL. L'educazione alla sana alimentazione si colloca all'interno del Piano regionale della prevenzione 2016-2020, creato dal Dipartimento di prevenzione dell'USL e approvato con delibera n. 1829 del 2016, con l'obiettivo di coordinare tutte le attività di prevenzione sul territorio regionale, all'interno del quale c'è il Programma 1, Scuole che promuovono salute. Il primo obiettivo per questi anni che era stato posto nell'accordo di rete tra scuole di diverso grado, dall'infanzia alla secondaria, era la lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, identificato come tema prioritario dai docenti referenti di cittadinanza delle istituzioni scolastiche del territorio. È in fase di definizione un nuovo programma di promozione dell'adozione di stili di vita sani, che sarà operativo con il prossimo anno scolastico, in collaborazione anche con l'assessore Baccega. Abbiamo preventivato una riunione verso la fine di agosto, che sarà in concomitanza con la conferenza di servizio con i dirigenti scolastici della sovraintendente. In quel momento si potrà anche eventualmente fare una disamina con i dirigenti scolastici, dopo aver incontrato l'USL su questa tematica. Ci prendiamo l'impegno di eventualmente fare un passaggio.

L'obiettivo della nuova azione è quello di ricondurre a sistema le numerose esperienze virtuose messe in atto dalle scuole che sono passate o stanno completando il passaggio a prodotti sani e bio o a ridotto impatto energetico e ridotto impatto ecologico, ma che stanno anche operando concretamente per educare i ragazzi a una corretta alimentazione. A titolo di esempio, è di questi giorni la notizia sui giornali, del dirigente scolastico dell'istituzione Maria Adelaide che raccontava l'esperienza che stanno facendo nella loro scuola, ma sono state organizzate anche altre significative iniziative nell'ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (si chiamano CTO). Ad esempio, le cito Récré café gestito dagli alunni di una classe terza dell'Istituto Manzetti che utilizzano solo prodotti compostabili, o la campagna di promozione dell'utilizzo di prodotti bio, Corner bio, con cui hanno allestito un angolo. Di questa mi hanno relazionato i rappresentanti di istituto degli studenti quando li ho incontrati per il Piano giovani e l'avevano descritta come un'azione qualificante che hanno messo in campo per il recupero, il riutilizzo e il non spreco dei prodotti. Il fatto che siano degli alunni che si attivano nella loro scuola e che allestiscano dei luoghi o degli angoli per loro, credo che sia una cosa interessante da continuare a perseguire.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - Grazie, Assessore, per la risposta. Sono rincuorata, nel senso che mi sembra che questo tema sia stato affrontato e dibattuto. Non ho dubbi sulla sensibilità di alcuni dirigenti rispetto a questo tema. Ho però la sicurezza che è un nostro dovere di amministratori - voi siete addirittura al Governo - di capire che l'investimento che oggi si fa sulla salute e sull'alimentazione è fatto sul futuro dei nostri ragazzi. È facile dirlo e l'abbiamo detto centomila volte, ma in realtà è di più di quello che sembra. Se noi educhiamo i ragazzi a mangiare in modo sano, vuol dire che stiamo concretamente occupandoci della loro salute futura; ma concretamente!

Lei ha detto giustamente che ragazzi quando trovano alimenti sani non li scelgono. Non li scelgono per due motivi. Uno banalmente è perché già noi adulti (figurati i ragazzi!) siamo, in senso buono, animali abitudinari, per cui ci si alimenta con l'abitudine, nel senso che abbiamo l'abitudine a vedere alcuni tipi di alimenti anche esteriormente e quindi continuiamo a utilizzare quelli. L'altro è perché l'educazione al gusto è una scommessa difficilissima, perché deve essere fatta in età precoce, quindi da zero anni in avanti, addirittura durante l'allattamento, e poi perché per portare avanti una continuazione sull'idea del gusto c'è bisogno di adulti che credano concretamente tutti i giorni che questo è il vero e unico investimento che abbiamo da fare sui nostri ragazzi.

Vi ricordo, per concludere, un altro dato importante. Io sono molto interessata a questo argomento e ho fatto diversi approfondimenti. Dobbiamo pensare che il risultato di una cattiva alimentazione non si vede nei primi anni di vita. Se i nostri ragazzi si alimentano in modo poco corretto, chiaramente non si vede se non in casi rari nei primi 20-25 anni di vita. È dopo il venticinquesimo anno di età che in genere iniziano a vedersi i risultati di una cattiva alimentazione. Quindi noi dobbiamo assolutamente lavorare sui ragazzi dell'età 11-18 anni.

Dalle ore 12:31 assume la presidenza la presidente Rini.