Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 729 del 3 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 729/XV - D.L. n. 31: "Disposizioni urgenti per Casinò de la Vallée S.p.A.".

Rini (Presidente) - Passiamo ora, al punto n. 78 all'ordine del giorno. Pour l'illustration la parole au collègue Barocco.

Barocco (UV) - Il disegno di legge presentato dalla giunta regionale ha lo scopo di assicurare il buon esito della procedura di concordato preventivo di Casinò de la Vallée S.p.A., garantendo al contempo la migliore tutela agli investimenti effettuati nella società da parte della Regione per il tramite di Finaosta S.p.A. Il piano di concordato preventivo, per come predisposto dalla società, si basa infatti sull'assunto che il credito di euro 48 milioni per il finanziamento del piano di investimenti relativi alla ristrutturazione della casa da gioco e del Grand Hotel Bilia di Saint-Vincent, vantata da Finaosta S.p.A. nei confronti di Casinò, in quanto postergato, sarebbe stato integralmente stralciato con l'omologazione della proposta concordataria; tale prospettazione, oltre a essere stata ritenuta di dubbia correttezza sul piano giuridico da parte del commissario giudiziale, avrebbe comportato la definitiva rinuncia a qualsivoglia possibilità di recupero dell'investimento effettuato. Per converso, la soluzione tecnica proposta con il disegno di legge prevede - a condizione, come ovvio, che il concordato sia omologato - la conversione del credito in uno strumento finanziario partecipativo che sarà sottoscritto da Finaosta S.p.A., intestataria del credito oggetto di conversione, in nome e per conto di Regione. Tale operazione consentirà di concorrere al rafforzamento patrimoniale della società, riportando in attivo la consistenza del patrimonio netto, al pari di quanto sarebbe avvenuto con la rinuncia pura e semplice del credito, garantendo però il diritto di concorrere alla distribuzione degli utili che, auspicabilmente, la società tornerà a produrre a seguito del rigoroso percorso di ristrutturazione intrapreso e del sacrificio già messo in atto dalle maestranze. In altri termini il disegno di legge presentato consente da un lato di favorire la positiva definizione della procedura concordataria, ripristinando l'equilibrio patrimoniale della società sulla base di una soluzione certa e scevra da incertezze e criticità sul piano legale mediante esplicitazione, come richiesto dal commissario, della volontà del socio sulle sorti del credito e, dall'altra, di salvaguardare il patrimonio regionale, evitando di esporre lo stesso a inutili e ingiustificati sacrifici e assicurando a Regione la possibilità di rientrare dell'investimento effettuato. Come riportato anche nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge, il ricorso allo strumento finanziario partecipativo rappresenta una forma tecnica di supporto patrimoniale, espressamente prevista dal codice civile, sia per i soci che per i terzi, l'utilizzo della quale è sempre più diffuso nella prassi, in particolare nel quadro di operazioni di ristrutturazione d'imprese in crisi temporanee quale quella che oggi interessa il Casinò.

Presidente - apriamo la discussione generale, ha chiesto la parola il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Io vorrei chiedere, prima di procedere al mio intervento, se posso far distribuire agli uscieri delle copie di alcuni appunti che ho preparato tenendo conto che la materia è molto tecnica e spesso ci sono stati anche delle incomprensioni e quindi per favorire la discussione vorrei distribuire queste copie.

Presidente - Si autorizza la distribuzione delle copie.

Aggravi (LEGA VDA) - Per introdurre questo mio intervento, facendo sintesi delle audizioni in seconda e in quarta commissione e anche del dibattito che ne è conseguito sia coi tecnici che con i rappresentanti politici, il Presidente in particolare e l'assessore Testolin, io costruirò questo intervento in sette momenti, sette domande a cui ho cercato di dare sette risposte. È vero mi sono fatto le domande mi sono dato le risposte. Chi viene da un ambiente di natura anglosassone sa che cosa sono le FAQ, quindi non è una brutta cosa, sono una serie di domande che ci si pone anche in maniera abituale e molto semplice in cui ho cercato di convogliare tutta una serie di riflessioni, utili per poter appunto prendere al meglio una decisione in merito e, come ho già avuto occasione di dire in sede di commissione, lo spirito col quale vado a intervenire è lo stesso col quale ho posto delle domande e ho avuto appunto la discussione, come dicevo, coi tecnici, con i rappresentanti politici in seno alle commissioni, utile affinché ognuno di noi possa prendere una decisione in maniera, secondo me, chiara e soprattutto tranquilla, ovvero ho cercato di dare degli elementi in più, quei famosi elementi in più che spesso- come nel caso di CVA, ma anche in altre situazioni - io produco negli interventi cercando di dare degli elementi di riflessione. Vado a dare lettura di queste sette domande/sette risposte e laddove riterrò di fare delle precisazioni andrò anche a puntualizzare degli aspetti.

Spesso si è detto: "Questa legge salverà il Casinò de la Vallée?" No, questa legge non ha nulla a che vedere con la riuscita della procedura di concordato in continuità il cui destino dipenderà dall'esito del voto dei creditori, il 9 luglio prossimo, e la definitiva omologazione da parte del tribunale, nel concreto la salvezza del Casinò, dipenderà dal rispetto del piano di concordato e della futura generazione di utili che permetteranno all'azienda di far fronte alle spese e alla ripatrimonializzazione che sarà necessaria; ovvero se ci sarà l'omologa, ovvero se ci sarà il voto positivo dei creditori, l'azienda potrà continuare appunto in continuità, rispettando, ovviamente, il piano concordatario.

"Questa legge salverà i 48 milioni e permetterà alla Regione di recuperare il proprio credito?" Perdonatemi se in alcuni punti sembrerà banale ma spesso la comunicazione deve essere concisa e soprattutto semplice e ho cercato di renderla tale. Non è affatto certo, occorre considerare infatti quanto contenuto nella bozza di regolamento dello strumento finanziario partecipativo e in particolare due aspetti: l'apporto viene effettuato senza diritto di rimborso e contabilizzato in un'apposita riserva indisponibile di patrimonio netto. Ho riportato alcuni riferimenti che aiuteranno la lettura rispetto ai documenti che cito, la riserva non può essere utilizzata al fine di coprire perdite derivanti dal bilancio della società se non qualora ricorrano i presupposti per la riduzione obbligatoria del capitale sociale e solo dopo l'integrale utilizzo di tutte le altre riserve. Questi due punti sono riportati in maniera uguale rispetto a quanto presente nell'allegato B del ddl rappresentato dal collega Barocco. La natura stessa del credito muta da finanziamento a voce di patrimonio, il patrimonio per definizione non viene necessariamente rimborsato. Altra questione riguardo l'assorbimento del patrimonio dovuto alle perdite generate: come ben esposto nella relazione del commissario, si genereranno delle perdite che dovranno essere necessariamente coperte dal patrimonio, ora dai numeri esposti e ho riportato una tabella che riporta i numeri esposti appunto nella relazione del commissario, le perdite incideranno su tutte le voci di patrimonio, come previsto anche dal regolamento del SFP intaccando però anche il valore della riserva del SFP: questa passerà dagli originari 48 milioni a 34,5 con una perdita circa di 13,5 milioni. Ripeto io mi baso, come spesso viene detto in quest'aula, sugli atti e soprattutto sulle informazioni che oggi ci sono state date, anche perché di numeri richiesti in commissione nello specifico non ne ho. È bene considerare che, a seguito dell'omologa, si riattiverà l'obbligo da codice civile che la società, oltre a detenere un patrimonio netto positivo, dovrà avere un capitale che rispetti il requisito dell'articolo 2446 che prevede la ricostituzione dello stesso in caso di perdite pari ad oltre un terzo, come in questo caso. Sottolineo: una cosa è il capitale, una cosa il patrimonio. Il capitale è una delle voci del patrimonio, il patrimonio è la sommatoria di tutte le voci di cui il capitale è parte. Alla luce dei dati in possesso, di quanto emerso in sede di audizione dei tecnici e della natura dello strumento finanziario partecipativo, resta il dubbio circa la presenza di un capitale positivo alla luce delle perdite che colpiscono il patrimonio.

Terza domanda. "Questa legge consentirà alla Cava di avere un patrimonio positivo?" Nel complesso il patrimonio - ripeto alla luce dei dati pubblicati e in possesso a seguito dell'omologa - avrà un ammontare positivo, ma il suo capitale sarà azzerato. Questo imporrà necessariamente un'operazione di ricapitalizzazione, al fine di consentire il ripristino del terzo del capitale, appunto ai sensi del codice civile.

"Qualcuno ha pronto un ulteriore ddl per aumentare il capitale della Cava mantenendo invariato la riserva dei 48 milioni, che mai verranno restituiti come se fosse un finanziamento? E se sì a quanto ammonterebbe?" Il terzo del capitale a oggi è pari a circa 18,6 milioni che andrebbero apportarti nel patrimonio. Sono elementi di riflessione ripeto sulla base dei dati in possesso.

"Questa soluzione è la sola perseguibile?" In sede di audizione consiliare questa domanda è stata posta senza successo. A oggi il credito di 48 milioni è iscritto nel bilancio di Finaosta tra l'operatività con fondi di terzi, questo perché le risorse concesse a suo tempo come finanziamento per il mezzo di Finaosta sono della stessa Regione. Nella relazione del commissario si evidenzia chiaramente che in caso di stralcio del credito di 48 milioni, questi determineranno... non spariscono, non è che si volatilizzano: ma determineranno un utile e andrà necessariamente portato a patrimonio, a capitale, e che consentirà alla società di avere un patrimonio finale in attivo rispettando, tra l'altro, i dettami del codice civile, in termini di positività del capitale, è l'articolo che citavo in precedenza.

"Perché quindi non si è valutato subito, in sede di assemblea per l'approvazione del bilancio di esercizio al 31-12-2018 di procedere alla trasformazione del credito in aumento di capitale che al momento dell'omologa avrebbe già consentito di avere un patrimonio complessivo e relativo capitale in terreno positivo?" Ovvio che questa frase è stata scritta senza tener conto del voto negativo espresso in sede di assemblea, ci torneremo al punto 11 e 11.01. Il relativo abbattimento del patrimonio per via delle perdite sarebbe stato recuperato destinando i futuri utili a capitale, così che l'apporto di 48 milioni nei prossimi anni verrebbe recuperato a beneficio della società e del socio Regione. Queste risorse portate a capitale non sono risorse perse se l'azienda ovviamente funziona e se l'azienda produce utili, ovvero può produrre ulteriore capitale, perché gli utili possono anche essere destinati a capitale e non necessariamente munti e portati ovviamente a spesa.

"Lo SFP è stato chiesto dal commissario?" Perché in parte anche questa situazione è uscita. No. Né nella sua relazione, né in altro documento ufficiale c'è stato chiesto, il commissario ha chiesto due cose precise al socio entro la data dell'adunanza dei creditori: approvare il bilancio di esercizio e pronunciarsi sul destino dei 48 milioni, ovviamente ha chiesto una pronuncia sui 48 milioni, per un motivo molto semplice perché giustamente - c'è anche una giurisprudenza ed è anche in parte riportato da uno dei pareri allegati alla relazione - il socio potrebbe anche opporsi alla postergazione e far iniziare una causa, come spesso succede. Ricordiamoci che noi siamo in un caso dove, di fatto, il socio è sostanzialmente unico perché la Regione è al 99,9% però è ovvio che il diritto non riguarda soltanto questo caso, riguarda tutti i casi e quindi necessariamente, per sgombrare il campo da qualsiasi rischiosità di natura di contenzioso e soprattutto di pericolo che avrebbe potuto esserci in caso appunto di una pronuncia diversa da parte del socio, giustamente il commissario ricorda che è bene che il socio si pronunci. Ovvio che l'assemblea del bilancio sarebbe stata utile anche per fare delle pronunce. Certo che oggi con un voto espresso negativo fare delle pronunce successive è molto più complicato.

"SFP verrà emesso e sottoscritto a seguito dell'omologa del concordato da parte del tribunale?" Ricordo che uno dei punti, se non erro, finale dell'articolo 1 della proposta di legge, cita una sospensiva in attesa dell'omologa. Lo stato dei fatti ci dice che oggi la società non ha un bilancio approvato, infatti il presidente in assemblea ha espresso voto contrario, non specificando alcuna precisa motivazione con tutte le criticità del caso, ripeto ci torneremo anche poi successivamente su un'altra iniziativa, e non è quindi in possesso di una situazione economico-patrimoniale consolidata. Questo è un dato di fatto. Secondo, è convocata, l'abbiamo appreso dalle notizie di stampa, un'assemblea straordinaria sul tema patrimonializzazione: senza un bilancio approvato, mi chiedo che cosa si andrà a fare in quella sede!

"Come si può decidere e deliberare in merito alla questione, senza avere un bilancio approvato che consente di avere i numeri di partenza, cioè quella situazione consolidata economico-patrimoniale anche ribadita e richiesta dal commissario per ogni valutazione e scelta utile sul tema?" Cioè di fatto - direbbe il collega Chatrian - noi oggi non abbiamo un atto dal quale partire.

"Questa legge" - e questa è l'ultima domanda, ma non è in ordine di minorità rispetto alle altre - "migliora o peggiora la situazione di quel consigliere al quale la Corte dei Conti ha interrotto il giudizio in I° grado?" La risposta è tecnica e non entro in nessun merito di natura politica, è un dato di fatto e ci tengo anche nei confronti personali di tutte le persone purtroppo coinvolte da questa situazione. Questi 48 milioni furono concessi tramite l'adozione di delibere di giunta che non passarono al vaglio del Consiglio regionale, non sono leggi. Oggi il ddl 31, cerca di porre tale scelta all'interno del perimetro di una legge, di grado superiore quindi alle delibere di Giunta, di cui annullerebbe l'effetto trasformando il finanziamento concesso via delibera di Giunta in un rapporto di patrimonio definito per legge. Ripeto, ho semplicemente citato un dato di fatto.

Nel rappresentare queste sette domande, a cui potevano essere date delle risposte più complete e più dettagliate, ho preferito evitare di essere, a volte magari, enigmatico e non preciso e spero di aver dato degli elementi utili di valutazione a quest'Aula, a ogni singolo consigliere, e soprattutto magari che abbia acceso qualche dubbio funzionale a una maggiore analisi e un maggior dettaglio della situazione prima di prendere delle scelte, perché spesso e volentieri, come ho già detto, vedere i numeri e valutare la situazione non è banale.

Mi spiace che su questi temi, come già ho detto in sede di commissione, troppo spesso si parli più di questioni o di cavilli di natura giuridica rispetto ai principi contabili e ai dettami della contabilità, non lo dico perché sono un misero laureato in economia, ma perché credo che ognuno debba parlare per quello che è più attinente alla sua sfera di appartenenza e, citando il Presidente Fosson, che spesso afferma, giustamente, che un medico di paese può risolvere problemi che spesso anche grandi luminari di città non riescono a risolvere tengo a dire che anche un piccolo economista di montagna forse può dare delle indicazioni utili a chi deve prendere decisioni molto importanti.

Farcoz (Président) - D'autres? Nous sommes en discussion générale. S'il n'y a pas d'interventions nous procédons avec les répliques, la parole au collègue Marquis en discussion générale.

Marquis (SA) - Abbiamo ascoltato la lezione del collega Aggravi su questo argomento, un argomento importante su cui siamo chiamati a prendere delle decisioni. Proverò - in modo molto più semplice e meno tecnico, perché qui si fa politica - a cercare di ricostruire come stanno le cose perché è quello l'ambito delle nostre competenze, il tecnico lo lasciamo fare giustamente ai tecnici, a chi ha il dovere di valutare i problemi di natura amministrativa, a noi spetta dare le linee d'indirizzo politico.

Questo disegno di legge nasce per convertire il credito che è stato definito postergato nella procedura di concordato da parte del progetto che è stato presentato, che è stato avviato con decreto del 27 marzo 2019, sostanzialmente è la conversione di tutti i crediti residui di Finaosta in apporto patrimoniale. Ma perché c'è la necessità di predisporre questo strumento, questo disegno di legge? Perché, in modo molto semplice, nella procedura di concordato che è stato presentato, il credito è stato definito postergato, così come previsto dalla legge, ma assieme alla postergazione i pareri legali acquisiti dall'amministratore unico hanno definito anche che con l'effetto della postergazione ci sarebbe stata anche l'esdebitazione nei confronti del creditore. Questo sta a significare che ci sarebbe stata una falcidazione automatica del credito, ovvero una cancellazione completa, e questo è stato scritto su un paio di pareri che sono stati acquisiti per i quali, per produrli, sono stati spesi dei soldi. La Regione ha ritenuto, come Finaosta, che questa interpretazione fosse dubbiosa. Ma non solo la Regione e Finaosta, il commissario giudiziale della procedura concordataria - nell'ambito della relazione che è stata depositata ai sensi dell'articolo 172 del Regio Decreto 267 del 1942 che disciplina la procedura - ha detto testuali parole: "il parere espresso dalla società non può essere condiviso nella parte in cui esclude con certezza il rischio che il credito di Finaosta non debba ritenersi esdebitato". Sostanzialmente fa un passaggio che recita: "il credito non si può ritenere cancellato; se non si può ritenere cancellato - dice - perché non condivido la posizione presentata dall'amministratore unico - dice - chiedo all'azionista, alla Regione, cosa ne vuole fare di questo credito, se il credito lo ritiene cancellato".

Gli uffici, il governo hanno presentato a questo punto un disegno di legge per definire la fine che devono fare questi soldi. Questo disegno di legge prevede, sostanzialmente sulla base di un articolo del codice civile 2436 ultimo comma, di creare uno strumento finanziario partecipativo che è utilizzato, come è stato detto prima dal relatore nella relazione, nelle operazioni di ristrutturazione aziendale, quindi non è uno strumento che è stato appositamente previsto per questo tipo di procedura, ma è stato ritenuto che questo fosse lo strumento adeguato per risolvere questo tipo di problematica. Gli apporti dello strumento finanziario partecipativo non sono imputabili a capitale ma sono inseriti in un'apposita riserva del patrimonio netto della società; quindi viene sottoscritto mediante l'apporto di tutti i crediti residui, chiaramente previa modifica dello statuto, l'approvazione del regolamento, di come viene disciplinato questo strumento che è previsto nel disegno di legge e fa parte integrante dello statuto sociale. Cosa permetterà questo strumento? Di partecipare in modo paritario rispetto alle azioni ordinarie della proprietà. A cosa fare? A partecipare, una volta che è terminata la procedura di concordato, alla distribuzione degli utili, di cui l'assemblea avrà accertato l'esistenza, alla distribuzione di utili o comunque delle riserve, o comunque degli utili distribuibili o al riparto, in ultimo, del residuo attivo di liquidazione, nel caso che la società dovesse essere assoggettata a una procedura fallimentare. Chiaramente questa sottoscrizione dello strumento finanziario è condizionata all'omologazione del concordato da parte del tribunale e ogni modifica successiva dello strumento finanziario partecipativo che verrà prevista o che dovesse essere necessaria dovrà essere approvata dal Consiglio regionale. Ho ascoltato le osservazioni fatte dal collega, in alcuni casi ha detto che non ci sono delle certezze - posso condividere - però nel caso che la Regione non faccia niente c'è una certezza assoluta: il credito è svanito. Pertanto credo che sia un approccio responsabile procedere nell'approvazione di quest'iniziativa avanzata dal governo regionale, un governo che ha anche avuto modo di confrontarsi con gli attori deputati a gestire quest'iniziativa, mi pare di aver capito, almeno tramite gli organi di informazione, che ci sia stato il plauso su quest'iniziativa anche da parte dell'amministratore unico, quindi da tutti coloro che sono chiamati poi a esprimersi e quindi, alla fine, credo che dentro quest'aula siamo chiamati come al solito ad assumerci delle responsabilità. Delle responsabilità che credo che vadano prese tenuto conto della delicatezza dell'argomento che noi trattiamo, ma, come sempre, con l'obiettivo di salvaguardare gli interessi della regione. Poi per quanto concerne le altre facili battute, le posso dire che dalle pronunce che ci sono state anche i Consiglieri che stanno qui dentro quest'aula sono stati ritenuti in ultimo parte lesa, perché ingannati. È la sentenza. Da parte nostra, come sempre, c'è il massimo senso di responsabilità nell'affrontare una questione, come ho detto prima, delicata, ma crediamo che bisogna assumersi questa responsabilità, non ci siamo mai sottratti alla gestione della pratica Casinò, all'assunzione di responsabilità in ogni momento in tutta la storia dell'iter amministrativo di questa pratica. Queste sono le considerazioni che volevo mettere anch'io a disposizione dell'aula, fermandomi sotto il profilo politico.

Président - La parole au collègue Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Volevo dare qualche risposta politica al collega Marquis e al collega Barocco rispetto a questo disegno di legge e comincerei, diciamo così, dicendo che non c'è stato modo di approfondire nessun argomento all'interno della commissione presieduta dal collega Marquis, questo disegno di legge è stato approvato in giunta venerdì e il lunedì successivo portato in seconda ed in quarta, in due momenti successivi e approvato in tutta fretta. Alle nostre richieste di approfondimento, rispetto a Finaosta, rispetto agli esperti di pareri, rispetto al commissario, rispetto a tutti quanti gli attori coinvolti in questo disegno di legge, ovvero la possibilità di richiedere un'audizione e di ascoltare dalla loro viva voce se per esempio fosse vero quanto diceva il collega Marquis sul fatto che avesse appreso dagli organi di stampa che il commissario e il presidente erano d'accordo con questa soluzione. Non è stato ahimè possibile parlare con nessuno. Quindi collega Marquis i dubbi vengono, capisce? Perché quando uno chiede un approfondimento e non gli viene dato, probabilmente dei dubbi vengono. I dubbi che poi il collega Aggravi ha sicuramente cercato di mettere assieme, un elenco di domande e successive risposte che sicuramente non sciolgono tutti i dubbi, ma ne fanno venire degli altri. E a maggior ragione questo diventa un disegno di legge che presenta lati oscuri. Quali sono i lati oscuri? Io credo innanzitutto che ci sia una mancanza che all'interno della relazione del collega Barocco nel secondo paragrafo, alla fine, quando dice: "tale prospettazione oltre a essere ritenuta di dubbia correttezza sul piano giuridico da parte del commissario giudiziale, avrebbe comportato la definitiva rinuncia a qualsivoglia possibilità di recupero dell'investimento effettuato". E quindi aggiungerei io: avrebbe aperto le porte alla responsabilità economica da parte di chi in Giunta allora approvò questi finanziamenti. Finanziamenti che voglio ricordare erano stati dati a una società che già in quel momento versava in situazioni disastrose da un punto di vista economico e quindi è stato perlomeno inopportuno, per non dire altro, finanziare una società che faceva acqua da tutte le parti. Venne fatto allora, venne fatto in termini del tutto assurdi, anche nelle modalità di restituzione, tant'è che poi è accaduto quello che sappiamo. Di sicuro questo in qualche modo cerca di confondere le acque, questo disegno di legge, cerca di confondere le acque e di sicuro non credo che possa risolvere tutti i dubbi che hanno anche in Corte dei Conti. Non me ne voglia, consigliere Marquis, ma i dubbi rimangono, perché vede quando uno prova con un artificio che esiste perché nessuno l'ha mai messo in dubbio, esiste SFP ma non si applica praticamente mai in queste situazioni - come abbiamo avuto modo anche questo di dire in commissione ma ovviamente non siamo stati ascoltati - dicevo: questo dubbio rimane, cioè il fatto che è stato inventato questo sistema per far sì che poi non venisse addossato un ulteriore danno a questi Consiglieri. Detto questo, che cosa rimane da dire? Ben poco. Questa è una legge che è stata definita da me un "barbatrucco", un barbatrucco contabile, che ancora una volta mette le mani nelle tasche dei Valdostani, poi lei la può edulcorare come crede e può mettere in bocca noi anche cose che non sono state dette, perché lei, collega Marquis, non ha ascoltato con attenzione, perché non ha voluto ascoltare, quanto ha detto il collega Aggravi, lei come al solito mistifica le cose, cercando di dare una parvenza di legalità a cose che secondo me non sono affatto legali. Detto questo, io credo che il suo modo di fare il Presidente della Commissione è del tutto arbitrario. Vorrei aggiungere una piccola considerazione a questo: in questo Consiglio qualche tempo fa, successe la medesima cosa su un'altra legge e cioè che passo in un momento estivo una legge, riguardava allora la questione della scuola, venne approvata in questo periodo in fretta e furia e venne approvata una mozione all'unanimità in questo Consiglio, in cui si diceva che non bisognava più fare questi passaggi di forza all'interno di questo Consiglio, perché, diciamo così, non era opportuno approvare delle leggi senza i giusti approfondimenti. Questa è stata ancora più veloce dell'altro, l'altro ci mise due settimane ad arrivare questo invece ci ha messo due giorni.

Io credo che se abbiamo rispetto alla democrazia e delle regole democratiche questo non debba venire. Ma ancora meno dovrebbe avvenire il fatto che si prendano i soldi pubblici e si sprechino senza nessuna motivazione, come accaduto allora e come si cerca in qualche modo di salvare adesso, trasformando delle delibere in legge.

Président - Discussion générale. Collègues je vous invite à vous réserver. S'il n'y a pas d'interventions, je ferme la discussion générale. La parole à la collègue Pulz s'il y a d'autres qui veulent se réserver, je vous invite à le faire maintenant autrement je ferme la discussion générale.

Pulz (ADU VDA) - Grazie, mi scuso. Sulla triste e complessa storia del Casinò de la Vallée il gruppo ADU VDA ha già avuto modo di esplicitare tutte le sue perplessità e le sue posizioni in un chiaro comunicato stampa che allo stesso tempo ha trovato sintonia con gli uni e ha fatto molto arrabbiare gli altri. D'altronde gli psicologi dicono che voler essere simpatici a tutti nasconde un disagio. Forte di questa rassicurazione psicologica, sottolineo che a me, a noi, come a tutti i cittadini credo, piacerebbe avere un po' più di chiarezza sull'affaire Casinò, che nel tempo ha assunto contorni sempre più inquietanti. E certo la lezione del collega Aggravi ci colpisce anche perché non dominiamo così bene, non abbiamo le stesse competenze tecniche, ma qua mi sembra che si tratti di fare più politica che non tecnica. E allora noi, per esempio, vorremmo capire perché la questione sconcertante dei 48 milioni sia riemersa in tempi recenti e perché siamo qui a discuterne mentre di fatto è un tema vecchio questo - no? - che lo stesso amministratore unico aveva già incontrato e che anzi già nel 2016 - sempre che non ricordi male, perché seguivo dall'esterno - il Presidente Rollandin sollevava e che ha poi determinato la nuova giunta Marquis. Noi vorremmo capire perché la Lega ha portato avanti il concordato senza dire chiaramente che il socio Regione, senza le successive manovre di cui stiamo parlando quest'oggi, avrebbe definitivamente perso quei 48 milioni. Mentre l'illusoria promessa populista che piace tanto era: "niente più soldi pubblici al Casinò", come se la procedura concordataria potesse essere indolore! E poi, perché la Lega - facendo confusione: un prestito di solito non è un regalo - ha chiesto l'approvazione del bilancio? Ma sempre gli psicologi hanno rilevato come per la Lega, quando si parli di 48 di 49 milioni di soldi pubblici, scatti il meccanismo di difesa freudiano della rimozione e puff, all'improvviso, c'è nebbia totale. E poi chissà se Lega e Mouv' insieme si sono fatti la seguente domanda, due punti: "48 milioni di aumento di capitale mediante conferimento del credito Finaosta, come auspicato dall'amministratore unico - e questo l'abbiamo letto sulla stampa qualche tempo fa - per garantire la continuità aziendale non poneva alcun problema di aiuti di Stato? Oh, questo non c'è molto chiaro. E poi chiederei alla maggioranza attuale: perché quei lauti finanziamenti, questo scempio di denaro pubblico, sono stati concessi lo stesso quando il Casinò aveva già l'occhietto quasi bianco da triglia lessa o meglio forse non era ancora proprio bollito e lo si poteva ancora salvare con una buona riorganizzazione pensata e lucida e non con i soliti finanziamenti facili che notoriamente hanno rovinato la Valle d'Aosta? Noi siamo per i finanziamenti facili quando si parla di sanità pubblica, quando si parla di scuola pubblica, ma non quando si parla di Casinò pubblico, e adesso la maggioranza mi sembra che si trovi in evidente conflitto d'interesse o è solo evidente a noi questo conflitto d'interesse? Perché non mi pare, così a sensazione, che i 10 Consiglieri coinvolti dalla Corte dei Conti che sono ancora presenti in quest'aula vivano tanto serenamente questa situazione. E vi devo confidare che domenica in un momento sicuramente di masochismo pomeridiano, mi sono tristemente intrattenuta leggendo le dure parole della sentenza della Corte dei Conti. Si vede che non avevo di meglio da fare, e c'è scritto questo: "quello che non è dubbio è il fatto che gli amministratori regionali abbiano sottovalutato tutte le notizie e gli indicatori che segnalavano lo stato di decozione dell'azienda Casinò". Ecco mi ha colpito questo termine "decozione" che sta per azienda cotta e bollita.

Alla luce di quanto accaduto nel periodo successivo all'erogazione dei finanziamenti e invero per quello che appare ancora risultare all'attualità - e la sentenza è del settembre 2018 - sul Casinò continua a perdurare una gravissima crisi finanziaria che ne mette a rischio la sopravvivenza come realtà imprenditoriale; cito sempre dal testo: "Si può affermare quindi che la sostanziosa provvista finanziaria non abbia prodotto risultati tangibili. Inoltre non si può sottacere il fatto che l'utilizzo delle risorse proprie di CVA, una società partecipata da Finaosta al 100% e perciò controllata di secondo livello della Regione, rischia di comprometterne la solidità finanziaria se i mutui non dovessero essere restituiti." Ecco, questo c'è scritto in un brano forte della sentenza. Oggi arriva in aula questa legge che converte il credito di Finaosta, i famosi 48 milioni del prestito che stava per diventare di fatto un regalo, in una posta di patrimonio netto; se abbiamo capito bene, perché è abbastanza complessa la questione, si tratta di un'alchimia finanziaria, termine che peraltro ricorrere anche già nella sentenza: un'alchimia finanziaria in extremis per non perdere questi 48 milioni postergati, per trasferire cioè i debiti in un prodotto finanziario, una specie di cambiale, ci sembra di aver capito, senza una precisa scadenza in un futuro remoto, che ricorda un po' le obbligazioni argentine, e lo scopo è quello di tentare di salvare il salvabile, cioè un'azienda indubbiamente importante per Saint-Vincent e per tutta la Valle d'Aosta.

Ci viene da chiederci: ce la faranno i nostri eroi? Spiace comunque in definitiva dover rinfrescare la memoria a chi si è illuso che al disastro dei governi autonomisti si potesse rimediare dando la fiducia ai leghisti, ma qualcuno, e nella fattispecie mi sento di portarmi sulle spalle questo compito, qualcuno deve portare in questo Consiglio il dubbio. Perché il dubbio è pensiero e nella temperie di oggi, come dice il mio amato professore di filosofia, Marco Ravera, che è tornato a vivere nella sua amata Valle d'Aosta precisamente a Torgnon: "pensare è resistere". Volevo ringraziare infine il fine autore del comunicato stampa, anche se adesso non lo vedo, il fine autore del comunicato stampa che qualche giorno fa s'interrogava a proposito dell'argine filosofico e sognatore che avrei potuto opporre alla promozione di questa legge. Ecco io vorrei tranquillizzare il collega, che magari ci segue da fuori, sottolineando che i veri sognatori di fatto hanno i piedi ben piantati per terra, e come dice il filosofo Herbert Marcuse: senza spinta all'utopia resta solo l'uomo a una dimensione, omologato e manipolato fin nella sua coscienza.

Président - La parole au collègue Aggravi pour la deuxième intervention.

Aggravi (LEGA VDA) - Veda collega Pulz, secondo me lei frequenta davvero troppo gli economisti keynesiani. Io già quando uscì con quel comunicato cercai di spiegarle che, al di là della filosofia, perché in contabilità c'è poca filosofia e come ricordo anche al collega Marquis, il bello della contabilità è che nulla sparisce ma tutto si trasforma, perché al di fuori del perimetro le poste contabili non escono e quindi quello che sta a destra deve stare anche a sinistra, vede collega Pulz, non c'è soltanto una parte, ci sono tutte e due in un unico pensiero. Quindi io temo... (intervento esterno) ...è in centro. Ecco quindi quello che io credo è che davvero lei su certi passaggi: nulla da dire perché giustamente riporta i dati di fatto, mentre su altri passaggi io temo che non riuscirò mai a vincere la battaglia nello spiegarle alcune questioni. Ci tengo però a chiederle di specificare un aspetto che penso interessi a tutta l'Aula: perché lei in questo momento non sta giocando a sinistra ma dà un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Dà un colpo al cerchio ovvero a chi ha creduto e ha portato nella procedura concorsuale l'azienda Casinò e chi ha scelto giustamente secondo lui un'altra strada che era quella di sostenerla finanziariamente. Io non ho capito lei che posizione abbia, perché le dico io magari da una visione più liberale, più liberista o meglio: più da codice civile, ho ritenuto... abbiamo ritenuto, anche dei tecnici hanno ritenuto, non keynesiani forse, che uno strumento come quello del concordato fosse l'unica strada perseguibile. Qualcun altro in maniera più keynesiana invece ha scelto di utilizzare il moltiplicatore visto che questo è un concetto che lei dovrebbe conoscere bene, aldilà dei concetti filosofici, sono due versioni diverse. La sua non l'ho capita, perché cos'è? la liquidazione, è un altro tipo... perché non ci sono grandissime strade e questo sarebbe interessante che forse una volta per tutte i suoi economisti keynesiani ce lo spiegassero, così finalmente riusciamo a trovare una strada e una spiegazione a questo aspetto. Quello che è stato fatto e quello che è stato detto: quello che è stato fatto lo si rivendica e lo si è rivendicato più di una volta: si è scelta l'unica strada perseguibile nello stato dell'arte delle cose, come era in quella situazione, e se Dio vuole, io penso che di occasioni per approfondire questa tematica ci siano state, perché comunque tra Commissioni, Consigli a porte chiuse, documentazione varia, ognuno si è fatto la sua opinione. Forse questi economisti keynesiani dovrebbero approfondire queste tematiche. Lei dovrebbe rappresentare meno filosofia è più numeri perché i numeri ci salvano, spesso la filosofia ci porta alla disperazione. Dall'altra parte io non voglio aggiungere altro. Io quello che ho cercato di fare con questa presentazione di questo breve riassunto era davvero dare degli elementi e cercare di spiegarli in maniera più chiara possibile, poi che lo si sia capito o no, che si sia letto tra le righe o no: io penso che quel documento sia chiaro e sintetico abbastanza.

Rini (Presidente) - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Vorrei cominciare questo mio intervento con una dichiarazione di personale ignoranza e della mia incapacità nel disquisire delle pieghe dei bilanci rispetto a chi mi ha preceduto: la mia ignoranza su questo argomento è abissale. Però vorrei fare un piccolo passo indietro sulla genesi di questi 48 milioni di euro di cui adesso parliamo come se fossero soldi al Monopoli, ma che nascono come denaro in capo ai cittadini valdostani, nella fattispecie in capo alla finanziaria regionale che deve gestire questi soldi per conto della Regione. Questi 48 milioni di euro sono stati espressamente concessi come mutuo da Finaosta alla Casinò S.p.A. e quindi si sono trasformati in un mutuo, cioè qualcosa per cui i cittadini valdostani si aspettavano una restituzione di questi 48 milioni di euro. Non solo i cittadini valdostani, immagino tutti, anche quelli che si sono presi la briga di prestarglieli. Adesso con questa legge e con le richieste della postergazione del debito ci troviamo nella situazione per cui è chiaro che, se andrà avanti il concordato preventivo, i cittadini valdostani non vedranno la restituzione di questo finanziamento. Cioè Finaosta non si ritroverà a poter gestire in nome e per conto dei cittadini valdostani questi 48 milioni di euro nei tempi e nei modi in cui era previsto che gli rientrassero, che ne so magari i cittadini valdostani volevano la costruzione di un nuovo ospedale con questi 48 milioni di euro, non lo vedranno. Non lo vedranno subito. Quando potranno vederlo? Ecco sia che si tratti di credito postergato, sia che si tratti di... - non ricordo il termine con cui l'abbiamo definito - questo SFP questi soldi di fatto non ci sono nella pancia di Finaosta, non c'è un signor Paperone con il deposito per 48 milioni di euro dei Valdostani. Questi soldi ci saranno solo quando si sarà, speriamolo tutti, concluso positivamente il concordato preventivo e il Casinò, placate le ire dei suoi creditori sarà di nuovo in grado di produrre utili. Ecco quando il Casinò sarà in grado di produrre utili, chi potrà usare questi utili sotto forma di restituzione di 48 milioni di euro? Sotto forma di distribuzione dividendi? Sotto forma di qualunque altra cosa? Naturalmente sempre la Regione Valle d'Aosta che è proprietaria non unica del Casinò. Immagino che con questa attività di ripatrimonializzazione diciamo che il valore in capo ai cittadini, tutti i cittadini valdostani, aumenterà un po'; forse ci rimetteranno qualcosa i cittadini di Saint-Vincent perché vedranno ridotta la quota visto che tutti gli altri Valdostani ne hanno messi di più, però alla fine i cittadini valdostani potranno rientrare di questi 48 milioni di euro in un futuro relativamente lontano ma che speriamo esista, momento in cui il Casinò sarà in grado di ridare di nuovo soldi nelle casse della Valle d'Aosta invece che chiederli. Quindi a noi sembra un po' un mero gioco contabile il fatto di dire ai Valdostani: li recupererete perché li abbiamo trasformati in patrimonio e li potrete avere oppure li recupererete perché siamo sempre noi proprietà del Casinò, il Casinò fa utili e distribuirà i suoi dividendi ai cittadini valdostani. Perché tanto sarà quello il punto: o il Casinò tornerà a fare utili, allora distribuirà i soldi ai Valdostani, o non lo farà; in tutte le maniere questi 48 milioni di euro non sono più, in questo momento, in disponibilità dei cittadini valdostani e la strada "se inserirli come credito postergato" - visto che in fase di concordato essendo proprio la Regione Valle d'Aosta proprietaria del Casinò non è stato possibile inserirli tra i crediti chirografari - non esiste, non sarà questo testo di legge che dirà ai cittadini valdostani: "eccovi qua, nel 2020 riavrete i vostri 48 milioni di euro e li potremo usare per il bene di tutti quanti".

Quindi la nostra posizione su questo testo di legge è veramente di assoluta perplessità, probabilmente legata alla nostra ignoranza, l'ho dichiarato sin da subito; però riconosco nel discorso del consigliere Marquis che questa proposta è assolutamente un atto di presa di responsabilità e quindi è giusto che chi ha deciso di erogare 48 milioni di euro di mutuo si assuma la responsabilità di decidere se questi 48 milioni di mutuo diventano una cosa oppure un'altra e quindi, a nome del Movimento 5 Stelle, vorrei chiedere anche in questo caso che su questi articoli di legge che vanno a ridefinire l'assegnazione di questi soldi al Casinò sia fatta la votazione nominale.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Anch'io, come il collega Vesan, non ho alcun problema a dire che in materia di economia e di dati contabili non ho alcuna competenza e ringrazio anche il collega Aggravi che invece ha voluto mettere a disposizione di quest'Aula una riflessione che sicuramente è frutto di capacità, anche un piccolo economista di montagna ha sicuramente dei numeri in questo senso. Detto ciò quello che io vorrei sottolineare è questo: negli anni la nostra Regione ha erogato al Casinò della Vallée finanziamenti assolutamente copiosi, a nostro avviso in modo spesso poco lungimirante e aggiungerei, - mi sento di aggiungere ed è una mia valutazione - in modo irresponsabile. Attualmente la situazione del Casinò - per la quale ovviamente noi non abbiamo mai contribuito a erogare alcun che - è una situazione estremamente complicata, siamo in una situazione in cui è in atto una procedura di concordato; parallelamente si sta discutendo anche invece di un'altra questione che potrebbe portare al fallimento del Casinò. Vorrei semplicemente, visto che il collega Aggravi ha presentato questo testo con queste domande, fare alcune valutazioni su tre mi sembra, no qualcuna in più. Il collega Aggravi ci ha chiesto o comunque ha portato all'Aula questa sua valutazione. "Questa soluzione è la sola perseguibile?" Ora a me pare che in commissione i tecnici che sono venuti a esplicitare le cose non ci abbiano detto che questa era l'unica strada perseguibile, c'è stato detto che questo era ed è - lo avete confermato anche voi - uno strumento, per quanto scarsamente o poco utilizzato in situazioni simili a queste, che è previsto dal codice civile, come ripeto, non ho delle competenze però se è uno strumento previsto, a norma di legge, credo che sia uno strumento valido, poi lei mi potrà dire: si potevano scegliere strade diverse, ci aveva parlato anche in commissione di azioni di convertire in azioni, eccetera. È una strada ed è una strada legale. La seconda cosa che su cui ho riflettuto è questa: lei ci ha detto: "lo SFP è stato chiesto dal commissario?" No, no è vero. Però da quello che noi sappiamo il commissario ha sollecitato comunque la Regione Valle d'Aosta prima di approvare questo bilancio a dire se rinunciava definitivamente al debito e mi pare anche che abbia ritenuto che la dichiarazione della Regione fosse rilevante per quello che riguardava la procedura di concordato. Questa legge migliora o peggiora la situazione di quei Consiglieri ai quali la Corte dei Conti ha interrotto giudizio di I° grado? A me pare che la Corte dei Conti si stia occupando di qualche cosa che è aldilà di questi 48 milioni; c'è un procedimento che andrà avanti ma non riguarda l'erogazione dei 48 milioni, bensì altre somme di altro tipo. "Questa legge salverà il Casinò de la Vallée?" Se il Casinò de la Vallée sarà salvato credo che non lo possa dire questa legge, non lo possa dire nessuno di noi, lo diranno i giudici, lo dirà il tribunale e anche a breve e penso che... ma mi pare che sia stato detto in questa aula da tutti - da chi ha un'opinione e da chi ne ha un'altra, da chi ha una posizione da chi ne ha un'altra - che il fallimento o comunque la fine del Casinò de la Vallée sarebbe per la nostra regione una iattura, sia per le persone che ci lavorano e per tutto quello che significa un indotto, un'economia che si è retta in questo senso. A mio avviso è stata anche una iattura tutto ciò che è stato dato precedentemente e su questo ho le mie idee e non le cambio. "Questa legge salverà i 48 milioni e permetterà alla Regione di recuperare il proprio credito?" Ecco, anche questa è una cosa che non è nelle nostre disponibilità di sapere, quello che io credo è che se esiste una possibilità - sia pure a mio avviso molto, molto, remota - di recuperare qualche cosa da parte della Regione Valle d'Aosta io credo che questa strada vada tentata. Questa è la posizione. Non credo che in questo momento si possano fare dei giochi al massacro: ci sono persone, e sono i lavoratori, insomma, che hanno iniziato a tirare la cinghia. Ritengo che queste erano decisioni che si dovevano prendere già molto tempo fa, perché sappiamo che ci sono persone che hanno avuto stipendi elevatissimi e sono questioni che noi non condividiamo, un'impostazione che non condividiamo. Però, in questo momento, io mi attengo a quello che sta succedendo adesso, ritengo che se esiste una possibilità, se questo disegno di legge con questa procedura particolare del SFP può in qualche maniera non cancellare, non considerare i 48 milioni una somma che viene in qualche modo azzerata, cancellata, ma se esiste la possibilità, dopo tutti i creditori, eccetera, di recuperare qualche cosa per i Valdostani, io penso che sia nostro dovere andare in quella direzione. Sul fatto che ci siano delle responsabilità a mio avviso enormi di chi in questi anni ha amministrato e ha fatto del Casinò un pozzo di San Patrizio, non cambio idea però ritengo che adesso ci dobbiamo attenere alla situazione.

Presidente - Altri, sempre in discussione generale? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Da quando sono entrato in Consiglio regionale, ho sistematicamente sempre votato contro a qualsiasi tipo di finanziamento al Casinò de la Vallée. Ricordo le parole di un precedente Presidente della Regione che nel 2016 affermava: "come pensate di mettere dei soldi in una società che è bollita, allora questi 28 puntini, puntini..." che erano 28 milioni "allora li butto nel water".

Eh! Siamo alle solite, non è cambiata la mentalità. Quanto c'è costata già direttamente o indirettamente questa operazione che sta andando avanti da decine di anni di salvataggio del Casinò, 100, 200, 300 milioni. Chi lo può dire? Tutte risorse che sono state sottratte alla collettività, alla sanità, al lavoro... Quindi, al di là dei tecnicismi, penso che chiunque di noi, informandosi e cercando di approfondire, si sia fatto un'opinione personale di questo che io chiamo escamotage per, di fatto, buttare sul tavolo verde di Saint-Vincent altri 48 milioni al buio, come è stato fatto in passato. Non è cambiato sostanzialmente nulla. Certamente questa volta non ci sono atti amministrativi, molto più impegnativi e soprattutto molto più rischiosi, c'è una legge. Ma, bene o male, dietro a questa legge ci saranno sempre delle persone che la sostengono e quindi da questo provvedimento prendo e prendiamo le distanze.

Io spero, perché questo significherebbe che siete veramente coerenti, che voi abbiate il coraggio ma più che altro che non abbiate la meschinità di nascondervi e quindi invece di alzare la mano e di sostenere questo provvedimento in cui credete in maniera pubblica davanti a tutti assumendovene la responsabilità. Di "conigliate" ne abbiamo già viste abbastanza in passato, speriamo che questa epoca del cuor di coniglio finisca e in voi che nel simbolo sfoggiate il leone una parte del cuore di leone affiori.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Ho ascoltato attentamente e prima di tutto devo ringraziare il collega Aggravi per quelle due paginette che penso dovrebbero quantomeno far riflettere un po' tutti in quest'Aula prima di procedere eventualmente all'approvazione del disegno di legge. Non vedo nessun tono polemico, nessun tono accusatorio in queste due pagine, anzi, ringrazio per la sua competenza il collega che pone una serie d'interrogativi e devo dire che non ho ancora sentito tante spiegazioni, tante considerazioni, tante valutazioni in merito a queste suggestioni da parte di quella che dovrebbe essere la maggioranza che vota questo disegno di legge. La situazione del Casinò è gravissima e terrei a sottolineare che vi è comunque la necessità di procedere in un senso o nell'altro, in un disegno di legge che preveda cosa fare di questi 48 milioni postergati, è una delle richieste, insieme con l'approvazione del bilancio, fatta direttamente dal commissario. Dice anche un'altra cosa il commissario: vi è l'esigenza di procedere entro la data dell'adunanza dei creditori, è un altro passaggio molto importante, perché penso che tra le righe non ci sia scritto che in assenza di questo probabilmente il percorso coi creditori sarebbe molto più difficile, però è un invito a decidere, ecco. Ricordo anche che i creditori ammessi vantano oltre 22 milioni di crediti verso la società e che, se a questa riunione dei creditori non ci sarà più del 50% che diciamo, concorda o comunque accetta le cifre del concordato, probabilmente sarà un triste risveglio per società Casinò, per i lavoratori della Casinò, e io dico anche per la Valle d'Aosta, che di quattrini davvero ne ha messi tanti in questa società. Per cui non sono stupito dal fatto che sia stato presentato in aula un disegno di legge, perché qualcuno ha ricordato bene: questi 48 milioni erano stati dati con un atto con delibera di giunta, per cui non erano testo di legge. Penso che nessuno in quest'aula, che nessun cittadino valdostano voglia in tutta sincerità risvegliarsi domani mattina e dire che abbiamo perso ulteriori 48 milioni, per cui non penso che sia questo il discutere di questo testo di legge, sulla perdita del titolo di 48 milioni, non penso che nessuno sia dell'avviso. Quello che davvero non ci convince, almeno per quel che mi riguarda, è la scelta dello strumento finanziario partecipativo. Io ho provato a fare delle ricerche: è indubbio che sia previsto dal codice civile ci mancherebbe ancora, per cui nessuno dice che si sia inventato qualcosa non previsto nel codice civile, io non ho notizie di utilizzo in società del tutto pubbliche di uno strumento del genere, non mi risulta, magari voi avete fatto altri tipi di ricerche; esso è una possibilità data dal codice civile ma sulla quale nutro tante perplessità, perché torno a dire fosse uno strumento così utile l'avrebbero impiegato in altre situazioni. Ricordo per chi ci ascolta che questi strumenti finanziari partecipativi non costituiscono titolo di credito, non hanno valore nominale, sono contabilizzati in un'apposita riserva indisponibile a patrimonio netto, una riserva che non può essere accorpata ad altre voci a patrimonio netto, una riserva che può essere utilizzata solo dopo che tutte le altre riserve della società siano utilizzate a copertura dello squilibrio patrimoniale ai sensi del codice civile. Allora io penso che qualcuno dovrà rispondere a uno dei quesiti del collega Aggravi. Se non si vuol perdere questi 48 milioni, qualcuno ci dice come mai non è emersa - ci sarebbe piaciuto magari discutere in commissione, eventualmente - una riconversione dei 48 milioni in capitale sociale? Qualcuno non l'ha mai detto non l'ha mai spiegato perché non è vero che è l'unico strumento possibile, non è vero! C'è la possibilità eventualmente di utilizzarli nella ricostituzione del capitale sociale. Cosa penso di questo? come mai? Il vero problema di questa richiesta che torno a dire a mio parere è molto legittima, prevista dal codice civile, ma fino a quando poi lo vedremo, ma assolutamente non utilizzata in società pubbliche, ma non viene spiegato come mai non viene riconvertito in capitale sociale: perché attenzione il commissario, anzi quasi lo suggerisce il fatto di riconvertire in capitale sociale. Quasi lo suggerisce. Perché chiedo questo? Perché - e ritorno un po' a quella che è stata precedente legislatura - io penso che i Valdostani chiedano che si smetta con questi giochini o con queste interpretazioni, oppure queste leggi mascherate. Io nella precedente legislatura ho vissuto commissioni in cui qualcuno ha perso giornate intere a spiegarci che nella pubblica amministrazione - e nel caso specifico per il Casinò - esisteva il ristoro: per intere sedute ci diceva "no ma quello che ha speso la società è un ristoro"; dopo un po' il ristoro è sparito dal circuito dell'interpretazione sul come finanziare il Casinò data da chi all'epoca era in maggioranza. Sono rimasti alcuni strumenti. Uno era la ricapitalizzazione sulla base di bilanci - dico poco attendibili perché sono molto onesto, per non dire di peggio - basati su imposte anticipate che di fatto non descrivevano effettivamente quali erano le difficoltà economiche e il bilancio, mascheravano perdite di bilancio; venivano autorizzati finanziamenti - finanziamenti del tipo di cui discutiamo oggi - con delibere di giunta sempre sulla base di piani finanziari, di piani economici a volte di due sole paginette fronte-retro. Hanno permesso di scrivere lettere di patronage a garanzia. Allora penso che nel panorama della Casinò si sia visto di tutto, allora quello che davvero mi viene difficile da capire è come mai, sulla base anche di un'indicazione del commissario in questo caso, non si voglia perseguire quello che a mio parere parrebbe il percorso più chiaro, più trasparente. Io non voglio perdere i 48 milioni, li trasferisco a capitale sociale, significa che con una fetta di questi vado a chiudere le perdite e il resto lo riconverto in capitale sociale. Perché, attenzione, lo voglio dire in modo che rimanga agli atti: quello che nessuno ci ha detto è cosa penserete di fare, è una delle domande fatte dal collega Aggravi quando vi dice che questo strumento finanziario partecipativo è utilizzabile solo per coprire le perdite, ai sensi del codice civile, ma non può essere utilizzato per la ricostituzione del capitale. Allora il dubbio a me viene, dite: "deliberiamo questo strumento finanziario partecipativo, chiudiamo la parte riferita alla perdita di bilancio, diamo un tesoretto che sarà lì accantonato" però il primo atto che probabilmente un esecutivo dopo il vostro dovrà fare è ricapitalizzare, allora secondo me veramente prendete per i fondelli i Valdostani, perché questa è la verità e voglio che rimanga agli atti! Perché per me i bilanci erano quelli che erano e le lettere di patronage erano assolutamente uno strumento non idoneo e non consono al sistema di gestire il bene pubblico. Voglio che queste mie dichiarazioni rimangano agli atti! Con questo strumento non si risolve la ricostituzione del capitale sociale che chiunque venga dopo sarà obbligato a fare.

Rimane un altro passaggio, mi riferisco sempre a una nota del commissario - qualcuno l'ha ricordato - sugli aiuti di Stato. In un passaggio egli dice che "altra criticità è rappresentata dall'esistenza d'incertezze su talune vicende della società, si pensi in particolare alla problematica dei cosiddetti aiuti di Stato, alle conseguenze per la società sotto il profilo dell'istituto della confisca, del procedimento penale contro amministratori, sindaci, nonché contro la società ai sensi del decreto legislativo, il cui impatto negativo, al momento di portata e sussistenza non preventivabili, potrebbe essere tale da rendere problematiche la prosecuzione dell'attività.", questo lo scrive il commissario. Allora io dico: questo strumento che secondo me è come un apporto di un socio pubblico, seppur mascherato da autorizzazione del codice civile, è in linea con gli aiuti di stato e con la Madia?

Ultimo aspetto: viene detto che la bontà di questo disegno di legge è legata al fatto che permetterà alla Regione, per la quota di apporto di capitale che ha, di essere chiamata al tavolo della spartizione degli utili. Non ce n'è bisogno, è un alibi smontato al principio: la Regione ha quasi il 100%, perché con la ricapitalizzazione, se non la farà anche il comune di Saint-Vincent, avrà il 100% di capitale.

Per cui, se sono socio al 100%, o al 99,99, non ho alcuna necessità di dire porto del capitale per aumentare - eventualmente il giorno che ci saranno, semmai ci saranno -gli utili, la ripartizione degli utili, per cui davvero è incomprensibile. È incomprensibile perché si vuole trovare un artifizio e sulla base di questo davvero io non penso che i Valdostani meritino la vicenda Casinò, altre pagine poco chiare, poco scure e soprattutto altri artifici di carattere contabile, seppur previsti dal codice civile, ci mancherebbe!

Presidente - Ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola il collega Marquis.

Marquis (SA) - Alcune brevi considerazioni rispetto agli interventi che ho avuto modo di ascoltare. Collega Ferrero, lei ha detto che con questo atto si danno di nuovo 48 milioni alla casa da gioco, 48 milioni che potrebbero essere a disposizione della Regione. Questa è una menzogna e credo che lei l'abbia detto in assoluta non buona fede: con questo atto si cercano di recuperare 48 milioni da mettere a disposizione dei Valdostani, che sennò sarebbero persi. Io mi chiedo come lei non sia scandalizzato che sia stato presentato un piano di concordato che faceva perdere questi soldi! E mi aspettavo dall'opposizione che qualcuno lo dicesse, ma vi ho ascoltati con attenzione! Come diceva il collega Aggravi, i numeri nei bilanci o sono a sinistra o sono a destra. Nel bilancio non ci sono né a sinistra né a destra, sono spariti questi 48 milioni, o momentaneamente nascosti! Noi siamo per le cose non opache ma trasparenti, questi 48 milioni devono essere collocati nel bilancio della società.

Visto che lei ha fatto delle domande, gliene faccio una anch'io poi le do la mia risposta, magari la sua è diversa. Le chiederei se secondo lei è uguale avere nel passivo della società 48 milioni, avere 48 milioni di euro di debiti che diventano nel giro di pochi mesi inesigibili per i creditori, o 48 milioni di patrimonio, se il concordato procederà positivamente, che resteranno a disposizione dei soci. Per lei forse è la stessa cosa per me no. Quanto a tutta una serie di considerazioni che sono state fatte, non possono essere condivise. Ho visto anche il clima, c'è qualcuno che è quasi contento se le cose andranno male... noi non siamo contenti, abbiamo sempre improntato la nostra azione per cercare di salvare la casa da gioco, di salvare i posti di lavoro e soprattutto per tutelare le entrate dell'amministrazione regionale, perché si continua a dire che il Casinò è un pozzo senza fondo. Allora bisogno ricapitolare bene la questione sotto questo profilo. Dal 2009 a oggi, i soldi investiti per la riqualificazione della casa da gioco, piaccia o non piaccia, sono stati compensati dalle entrate, ma tutti i Valdostani sanno che quando si costruisce una casa non la si paga o la si ammortizza in sette o otto anni. Si ammortizza in trent'anni. Quindi la casa da gioco è un valore per la Valle d'Aosta, è un valore per la regione e va difesa! Noi magari non siamo esperti come voi di fallimenti, non ci è mai capitato nella vita di doverne gestire, quindi abbiamo anche delle difficoltà forse aggiuntive rispetto a questa materia, ma abbiamo cercato di studiare, di fare del nostro meglio nel valutare questa materia che è anche abbastanza difficile, come è stato sottolineato. Il nostro obiettivo è recuperare il credito, mantenerlo vivo. Non è rinunciare. È ovvio che le risorse saranno recuperate al termine della procedura di concordato e qualora, sottolineo qualora, i conti saranno in ordine, la società - come tutti ci auspichiamo perché sennò questo percorso non sarebbe servito a nulla - avrà delle disponibilità finanziarie e potrà soddisfare i creditori che non hanno fatto parte della procedura di concordato. Quanto al discorso delle tabelline che ha mostrato, collega Aggravi, le vorrei dire che le ricapitalizzazioni che ipotizza sono dovute a svalutazioni non ancora certe, perché sono svalutazioni contenute in una bozza di bilancio che ancora non è approvata, relativa al 2018, quindi sono svalutazioni sulle quali si dovrà discutere, e credo che il problema possa essere risolto più che mettendo noi i soldi, dando giusto valore ai beni, al patrimonio immobiliare della Casinò S.p.A. Questa è sicuramente una questione ancora tutta da esaminare, e su cui il tempo, come sempre, sarà galantuomo e sovrano.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Vorrei solo rispondere pacatamente al collega Marquis, rispondo ricitando il virgolettato di una persona che con il collega Marquis ha fatto un tratto medio lungo di strada, pur essendo di un altro partito: "come pensate di mettere soldi in una società che è bollita" quindi, collega Marquis, io rispetto la vostra scelta. Io rispetto la vostra scelta! Posso avere una valutazione diversa dalla vostra?! Io penso che, legittimamente, avendo esaminato la documentazione, mi possa essere fatto un'idea completamente diversa dalla vostra che mette nuovamente in ballo dei soldi in un'iniziativa... non me ne vogliano ma io non ce l'ho... c'è sempre questa tendenza di fare la mescolanza: "tu sei contro i dipendenti del Casinò". Ma, poveracci, si sono trovati in una situazione con un ricatto occupazionale con voto di scambio che è andato avanti per degli anni e si sono trovati in balia di questa situazione! Poveracci, lo dico anch'io! Però, attenzione, ci sono i soldi di tutta una comunità che stanno ancora girando in quella direzione, quando non si è capito che ormai i Casinò in sostanza sono finiti, è finita l'era dei Casinò! Chiedo semplicemente il rispetto delle valutazioni che qualcun'altro può fare, diverse dalle vostre, lei, collega Marquis, adesso quando alzerà la mano, in pubblico, davanti a tutti per sostenere questo provvedimento dimostrerà che è convinto di questo e io per questo, guardi, le farò anche l'inchino.

Presidente - Possiamo chiudere la discussione generale, per la replica la parola all'assessore Testolin.

Testolin (UV) - Alcune considerazioni prima dell'intervento del Presidente Fosson, ieri abbiamo discusso nel pomeriggio di un'altra partecipata importante, la CVA, e già in quella circostanza mi sono permesso di fare alcune considerazioni di ordine generale, che vanno nell'ottica di cercare di capire se all'interno di quest'aula s'intenda trovare delle soluzioni per migliorare le condizioni, le opportunità e le possibilità di crescita delle nostre aziende, di salvaguardare con queste scelte posti di lavoro ed entrate per la Regione, di cercare di fare una scelta, evidentemente basata su degli aspetti tecnici ma anche su delle scelte che devono essere politiche, che possa portare dei benefici alla collettività nel suo insieme. Oggi mi permetto di partire con questo stesso punto di vista, nel senso che - al di là di alcune lecite considerazioni tecniche che evidentemente sono talmente complesse nella loro sostanza che non sono di facile accesso, né all'interno di quest'aula né all'esterno della stessa - evidentemente c'è una volontà di trovare una linea di condotta in una situazione contingente che questo governo Fosson si è trovato a discutere, si è trovato ad affrontare in corsa, una situazione frutto di scelte precedenti a questo governo e che adesso bisogna affrontare; si trova di fronte a una situazione che vede la presentazione di un concordato in continuità che, a un certo punto del suo sviluppo presentato dall'amministratore unico, esprime nella sua disamina il principio che il credito postergato vantato da Finaosta nei confronti della Casinò, se verrà approvato il concordato, corrisponderà all'annullamento, quindi alla perdita, di ogni opportunità da parte di Finaosta di esigere in futuro il credito attualmente in essere, vale a dire i 48 milioni.

Questa eventualità, se fosse stata vera, avrebbe garantito i creditori che questo passaggio avrebbe annullato il debito della Casinò e avrebbe permesso quegli sviluppi all'interno del bilancio che sono stati ben spiegati dal collega Aggravi, però avrebbe comportato per l'amministrazione regionale la perdita degli stessi 48 milioni, la rinuncia ad avere in qualche modo ristoro di questi 48 milioni, ristoro o beneficio.

Penso che da questo punto di vista non potrò fare tanto di più che riprendere i passaggi spiegati con semplicità dal collega Marquis. Una scelta che tendenzialmente vuole garantire, anche nell'ottica della suggestione del commissario giudiziale, di avere un'espressione da parte del socio di che cosa voleva dire la postergazione di queste risorse: se la postergazione di queste risorse voleva dire rinuncia, allora avrebbe dovuto dire rinuncia; se invece voleva dire facciamone qualcos'altro, questo percorso che tecnicamente può essere opinabile, ma è un percorso lecito è garantito dal codice civile, credo che permetta di raggiungere la doppia finalità: garantire, a chi accetterà questo concordato in continuità, di sapere che queste risorse faranno parte del patrimonio netto della società Casinò e non potranno essere vantate in altro modo rispetto all'incertezza del credito postergato; per la Regione invece costituiranno un conferimento patrimoniale, appunto, una trasformazione del credito ed è stato sottolineato più volte, tecnicamente è così, un apporto di capitale di rischio che permetterà nel momento in cui e se ci saranno le opportunità - ma se il concordato è in continuità è perché c'è una prospettiva che l'azienda possa essere di nuovo riportata a degli utili, nel tempo, che vi siano i presupposti per continuare a operare con profitto in futuro - di partecipare, come già stato ribadito, al riparto dei dividendi o alla distribuzione delle riserve o degli utili o addirittura, o comunque, nel caso di liquidazione, alla liquidazione appunto dell'attivo.

Questi penso che siano i due pilastri che ci portano a presentare, a sostenere questo disegno di legge, al di là di risposte che, anche se indirettamente, escono da questo tipo di scelta, cioè la scelta di non rinunciare, quindi di non abbandonare questo capitale a degli aspetti tecnicistici di depennamento di debiti, per avere poi in futuro delle sopravvenienze attive; questo nel rispetto delle normative e soprattutto con la voglia di dimostrare e di garantire chi dovrà prendere una decisione entro il 9 luglio che il percorso è molto chiaro e che la Regione ha fatto quello che doveva fare per dare soddisfazione a delle indicazioni che arrivavano appunto dal commissario giudiziale e che andavano appunto nell'ottica di fare chiarezza.

Io penso che non rimangano ulteriori approfondimenti, ulteriori dichiarazioni da fare. Credo che gli interventi che mi hanno preceduto abbiano evidenziato dei percorsi che non sono in discussione oggi, sono dei percorsi che arrivano da lontano, sui quali c'è stata nel tempo la possibilità di esprimersi; oggi ci si trova di fronte a una situazione che bisogna affrontare in un modo o in un altro. Noi abbiamo scelto questo nell'interesse dei creditori della Casinò, della possibilità di continuare a lavorare all'interno di questa casa da gioco e di darle la possibilità di continuare a garantire dei posti di lavoro e dei ritorni sul territorio regionale e di permettere alla Regione Autonoma Valle d'Aosta di rientrare, se ce ne saranno i presupposti nel tempo, di questo investimento.

Presidente - Per la replica la parola al collega Barocco.

Barocco (UV) - Devo ringraziare la consigliera Pulz del fatto che un tema di lettura possa essere vista come una disputa tra liberisti e keynesiani, anche perché tutti coloro che sono intervenuti hanno comunque messo in evidenza la legittimità della scelta e, ovviamente, ogni scelta è opinabile. Quindi quello che la maggioranza sta cercando di concretizzare è una scelta e cercare di dare una risposta ad alcune domande, forse dette male forse usando dei linguaggi giuridici che ci sono state poste, tra l'altro dal commissario del tribunale. Quindi quello che questa maggioranza propone è una strada legale, percorribile, possibile. La scelta è di riuscire a recuperare, se possibile, fra 5 anni questi 48 milioni, o una parte di essi, ovviamente in questo dibattito qualcuno ha sfiorato il tema occupazionale. Io vorrei anche però qui mettere in evidenza che qualcuno ha già dato qualcosa del suo per contribuire a un altro termine che è importante in questa procedura di cui forse ci dimentichiamo: "concordato in continuità"; anche certi giudizi, forse troppo severi, sono stati passati al vaglio di autorità diverse dalla nostra. Aziende decotte, aziende... chi ha potuto leggere le carte ha intravisto ancora una possibilità per questa azienda di continuare, chiedendo dei sacrifici alle maestranze, al socio, e oggi un'autorità ci chiede di esprimerci su questo credito e penso che sia abbastanza normale, se non normale indispensabile, che il Consiglio regionale si esprima con una legge. Questo penso che sia abbastanza chiaro. Poi ovviamente ci sono delle scelte opinabili. Noi abbiamo fatto questa scelta e ce ne assumiamo la responsabilità; una scelta ponderata, verificata degli uffici, dai nostri consulenti che ci permetterà oggi di prendere una decisione che sarà poi omologato nel momento... io non voglio senz'altro addentrarmi in percorsi tecnici decisamente complicati, ma il commissario ci chiede anche di pronunciarci prima dell'adunanza del voto, perché dobbiamo dare dei segnali e quindi: un segnale è che noi vogliamo la continuità di questa azienda, ci crediamo, tanto è vero che crediamo che fra 5 anni queste risorse potranno rientrare nella disponibilità dei Valdostani ed essere utilizzate forse, ma 5 anni ovviamente sono lunghi, c'è una certa alea, ma c'è anche una forte consapevolezza da parte di questa maggioranza che ci sono le condizioni per fare bene e perché il Casinò torni a essere un elemento positivo per l'economia della nostra Regione e, soprattutto, possa continuare a garantire quei posti di lavoro che penso in questo momento siano senz'altro da salvaguardare e non me ne vogliano economisti più esperti di me, ma forse quel famoso moltiplicatore che Keynes individua, potremmo senz'altro usarlo e vederne i frutti tra 5 anni. Non si pretende senz'altro che su queste opinabilità di scelte ci siano convergenze assolute, ci mancherebbe altro. Qui ho sentito parlare di rispetto delle opinioni differenti. Ma ci mancherebbe, ma vorrei altresì un rispetto per le decisioni di questa maggioranza che faticosamente sta cercando di prendere. Questo è il mio umile contributo al dibattito e penso che un voto favorevole di questa assemblea a questo disegno di legge sia positivo per la Valle d'Aosta.

Senz'altro dai banchi del governo, l'ha già fatto l'assessore, il Presidente penso che intervenga, saranno dati degli elementi per permettere a noi tutti di fare una scelta ponderata e non dico giusta, perché il giusto è un valore assoluto in cui credo poco, ma una scelta buona.

Presidente - Dichiarazioni di voto? In replica... dichiarazione di voto, scusi, la parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Molto rapidamente, mi aspettavo almeno qualche risposta, soprattutto dall'assessore, poi speriamo che qualcosa ci dica il presidente Fosson che tra l'altro sarà chi poi dovrà, io mi auguro, sottoscrivere l'approvazione di bilancio. Lei assessore ha detto che questo strumento è opinabile, ma lecito. Esattamente quanto penso anch'io: opinabile ma lecito. Spero che il Presidente Fosson risponda a ciò a cui lei non ha risposto e che spieghi, a noi ma in primis ai Valdostani, il perché uno strumento assolutamente più lineare come l'aumento di capitale, vale a dire la trasformazione di 48 milioni in aumento di capitale, non è stato perseguito. In quest'aula nessuno l'ha detto, non l'ha detto l'Assessore, io mi auguro che lo dica lei Presidente, lo dica perché i Valdostani lo vogliono sapere, perché questo silenzio tombale quantomeno fa pensare male, pensare male. E poi, a mio parere, Presidente, se vuole andare avanti con questa proposta deve dire ai Valdostani che chi approverà questo disegno di legge di fatto approverà una cambiale in bianco nel futuro dei Valdostani in cui manca solo la cifra che chi amministrerà nel futuro sarà obbligato a sottoscrivere per quell'aumento di capitale obbligatorio, perché, abbia pazienza, se qualcosa potrà utilizzarlo per coprire le perdite, l'aumento di capitale con questa operazione non è fattibile, per cui i dati che le ha dato il collega Aggravi dicono che il terzo del capitale a oggi è pari a 18,6 milioni, ciò significa con ogni probabilità che almeno questi 18,6/20 milioni saranno l'eredità che di questa nuova maggioranza, con qualcuno che negli anni si scandalizzava sulle sottoscrizioni al Casinò. È il primo atto che farà, chapeau, io dico chapeau nel senso che non solo con questa operazione si va nel senso di dare una destinazione a questi 48 milioni, di mettere un po' di chiarezza sui 48 milioni, ma chi voterà, o chi rimarrà in aula -perché sono certo che chiederete il voto segreto - io non so cosa succederà, perché io sono fiducioso sul fatto che uno schiacci il pulsante e dica "io sono favorevole" comunque chiunque rimanga in aula e voterà questo si prenderà la responsabilità non solo di destinare i 48 milioni a questa operazione che come ha detto il collega Testolin è opinabile, ma lecita, ma firmerà questa cambiale in bianco alla faccia dei cittadini valdostani.

Presidente - Ci sono altre richieste per dichiarazione di voto? Per la replica, la parola al presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Collega Gerandin, in Commissione, l'altro giorno, anche con tempi stretti, questo lo riconosco, molte delle risposte sono state date tecnicamente - lo ricordava molto bene la collega Minelli - sia sugli aiuti di Stato sia perché è stata giudicata molto più semplice la procedura dei fondi piuttosto che l'aumento di capitale.

Ci torneremo, i tecnici lo hanno espresso molto bene. Volevo fare più un discorso politico, come ha detto il collega Aggravi, da povero medico di montagna, anche se poi forse non era un medico di montagna, come lui non è sicuramente un economista di montagna. Senza però, mi permetta, scendere in polemiche e dire "perché certe scelte", "cosa hai fatto", "chi l'ha scelto" eccetera; anche perché - questo lo voglio dire, soprattutto - noi aspettiamo con grande fiducia la data del 9 di luglio perché, come ho detto in molte considerazioni, in questo momento bisogna che questo percorso concordatario in continuità vada a buon fine.

Il Piano concordatario prevedeva... è la fiammella per un povero medico di montagna, ma io sottoscrivo tutto quello che ha detto la collega Minelli e anche la prima parte di quello che diceva la collega Pulz.

...è scoppiato il 23 maggio, quando il commissario, con una grande correttezza e dignità, ci ha detto: "Questi crediti postergati saranno esdebitati o no? Bisogna che la Regione lo decida prima del 9" e ha anche bacchettato un po' l'amministratore unico, dicendogli: "tu non hai chiarito questo fatto qui".

Ora, caro collega Aggravi, lo stesso amministratore unico nel bilancio che io non ho votato, ma non ero io il solo... la conduzione della cosa è sicuramente non più come una volta - anche perché non ho sicuramente le capacità per condurre una cosa così - ma vi è un insieme di tecnici, di assessori che lavorano insieme.

L'amministratore unico dice: "pur non condividendo la tesi, mi permetto di far presente al socio che in alternativa alla rinuncia potrebbe essere adottata una delibera di assemblea straordinaria". Cioè al momento del bilancio lui presenta questo bilancio e mi dice: "No se tu lo voti, esdebiti". Lei crede che il povero Tonino Fosson, messo lì che ne ha già sicuramente abbastanza col Casinò, possa dire: "Sì va bene, esdebitiamo"? Ho detto di no, per altri motivi anche; che poi lei lo sa benissimo, anche lei ha una certa esperienza di non aver votato certi bilanci, in altre situazioni, per carità, però io non l'ho votato anche perché c'era scritto: l'amministratore unico dice: "una delibera di assemblea straordinaria". Il commissario mi dice: "Dovete decidere". Allora, permettetemi, mi sembra proprio che la cosa più trasparente, corretta, sia stata, anche se in tempi stretti...

Ha ragione, consigliere Cognetta, ma l'emergenza è nata il 23 di maggio! Abbiamo portato questo testo in aula perché ognuno decida assumendosi le responsabilità.

Mi permetta, collega Vesan, le responsabilità non sono solo di quei nove o dieci. Le assicuro che queste delibere che noi abbiamo votato in anni passati... forse potevamo fare in modo diverso, ma c'erano dei pareri dei tecnici, avevamo certe notizie. Avevamo solo uno scopo: che il Casinò non chiudesse, che si facessero i lavori di ristrutturazione. Sarà stata una valutazione, ma non siamo ancora alla fine di un percorso. Ma la nostra unica... Tanto è vero che mai nessuno ha detto che noi quei soldi ce li siamo messi in tasca. Riconosceteci almeno questo, per piacere! Errori nell'Amministrazione non li fa chi non amministra.

Amico Aggravi, lei al povero medico di montagna ma anche all'amministratore unico, che è sicuramente molto più bravo di me, quando io dicevo: "Ma questi postergati, perché sono di legge postergati"... "Ah, te li paghiamo poi dopo". No? Me l'ha detto diverse volte: "Alla fine te li pagheremo".

Per carità a quello che mi diceva lei io vi ho sempre creduto. Quando poi...

Presidente - Lasciate parlare il Presidente. lasciate parlare il Presidente!

Fosson (PNV-AC-FV) - Quando poi l'amministratore unico mi scrive di falcidia il 23... Abbia pazienza! Anche il povero medico di montagna dice: "Un momento, lo chiediamo anche agli altri". Dove c'è però... Mi permetta, io riconosco la buona fede. Dove c'è comunque un dubbio giuridico, perché il dubbio giuridico esiste. Lo dice proprio... di fronte a un dubbio giuridico cosa possiamo fare? Sia il commissario sia l'amministratore unico dicono: "Decidetevi, fate qualcosa". Ecco questo testo di legge che nasce con questa intenzione. Questi 48 milioni li falcidiamo o li trasferiamo in un capitale a rischio, sicuramente, che non sapremo... Però meglio che una falcidia, mettiamo lì. Se il Casinò andrà bene, questi soldi daranno e aumenteranno un capitale, Gerandin, perché più il capitale... Se fossi venuto in Commissione, permettimi...

Presidente - Io vi chiedo la gentilezza di lasciare terminare il Presidente.

Fosson (PNV-AC-FV) - Perché è molto più complesso. Però c'è una relazione tecnica che avrò molto piacere di farti vedere. Quindi è stato più semplice trasferirlo in questo fondo. Quindi noi con responsabilità e con un atto trasparente, chiamiamo il Consiglio a decidere per un'emergenza che si è dimostrata in un concordato in continuità, che noi vogliamo portare a buon fine. Mi sembra...

Non sarà il sistema... Guardi che quando è stato scelto il concordato in continuità, vi ricordate, è venuta fuori la Prodi bis. Le ipotesi sono tante!

...No, no, prima che lo facesse! Però le ipotesi in questo campo sono delle ipotesi... molte, a cui noi non abbiamo aderito, non abbiamo neanche cambiato l'amministratore unico, mi permetti! Abbiamo sempre detto che la cosa più importante è che il concordato vada avanti. È rimasto l'amministratore unico, ha gestito...

Presidente - Chiedo all'Aula un po' di silenzio. Si fatica a seguire le parole del Presidente.

Fosson (PNV-AC-FV) - Ha gestito lui l'amministrazione. Speriamo che vada a buon fine per ripartire.

Termino dicendo solo una cosa: questo è comunque un atto di fiducia nel Casinò. Noi spostiamo dei soldi che erano dei prestiti... Li mettiamo in un capitale e sappiamo che non li possiamo utilizzare per tanti anni. Però noi abbiamo fiducia, proprio anche per i lavoratori, che hanno fatto dei tagli ai loro stipendi, dei sacrifici. Mettere lì quei soldi perché siamo sicuri che fra 5 anni, forse anche prima, questa grande azienda valdostana, che ha dato molto e che tornerà a dare in seguito a tutte le ristrutturazioni, che dà ancora più di 60 milioni di euro l'anno, che dà molto a un paese, fra 5 anni sarà di nuovo in una fase diversa, in una fase di ristrutturazione avvenuta e di utili sicuramente più ampi di adesso.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto? Non ci sono richieste. Se non ci sono altre richieste, possiamo procedere... collega Pulz, per dichiarazione di voto. Vi invito a prenotarvi, così evitiamo l'effetto suspence e andiamo avanti con i lavori. Prego, collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Volevo rispondere al collega Aggravi, alle sue domande di prima, dicendo che di fatto non ho risposte tecniche da offrirle, se non dei dubbi che credo siano legittimi. Sono i dubbi dei cittadini e questi dubbi li sottopongo agli uni e agli altri, al gruppo Lega Mouv' come alla maggioranza con la stessa presa di distanza, forse per par condicio e senza comunque aver avuto spiegazioni convincenti da parte sua, mi scusi per la franchezza, non sul concordato ma sulle conseguenze del concordato stesso. Ogni tanto mi sembra che lei faccia un po' il gioco delle tre carte, dimenticandosi che l'economia non è l'unica chiave di lettura, comunque non è una chiave di lettura sufficiente. Ed è spinti da questi dubbi che speriamo di aver sviscerato comunque con chiarezza nel precedente intervento e per i quali continueremo comunque ad approfondire le lezioni degli economisti keynesiani, perché questa non è una parolaccia, a differenza di carampana. E comunque continueremo a cercare risposte convincenti anche attraverso l'accesso a ulteriori atti relativi a questa amministrazione e relativi alle precedenti. Sulla base di questi dubbi, appunto, che Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta - pur apprezzando in qualche modo gli sforzi di manovra del Governo per non buttare del tutto alle ortiche in un qualche giorno forse di un qualche anno, almeno parte di quei 48 milioni di euro, che sono di tutti i cittadini - appunto riteniamo di non dover partecipare al voto di questa alchemica legge proposta, perché è un atto di fede che non ci sentiamo di fare. Non abbandoneremo l'aula perché l'Aventino è già stato un brutto momento storico e non intendiamo ripeterlo.

Presidente - Ci sono altri? Non vedo altri iscritti. Possiamo procedere all'analisi del testo, colleghi. Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (AV) - Madame la Présidente, pour demander la votation secrète.

Presidente - Di tutto, collega? Quindi sia dell'articolato che degli allegati.

Ha chiesto la parola il collega Cognetta. Prego, collega.

Cognetta (MOUV') - A questo punto, prendendo atto della codardia di chi sostiene che questo procedimento sia perfetto e che non ci siano problemi, ma che vuole votare con voto segreto, noi coerentemente a questo abbandoneremo l'aula al momento del voto. Per quanto riguarda il gruppo Mouv' non parteciperemo a questa votazione.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Devo ringraziare tutti, ma in special modo la collega Morelli, che ci ha tenuto a non darci questa anticipazione di questo voto segreto fino all'ultimo secondo nella speranza, forse vana, che qualcuno le facesse notare quanta arroganza e quanta codardia c'è in questo gesto. Però, collega Morelli, le è andata male. Ho ascoltato con attenzione e mi vanto anch'io di non essere un economista, pur avendo conseguito una laurea in scienze politiche che prevedeva un'ampia parte di politica economica, ma ho ascoltato con molta attenzione quanto emerso e ho sentito più di uno, ma in special modo da parte del collega Marquis, un appello, anzi forse potrei dire un elogio, alla responsabilità. "Noi con questo atto, noi con questa legge" - ha detto il collega - "siamo responsabili perché noi investiamo con questa legge sul Casinò". Un atto di fede ci diceva prima il Presidente, che quanto a fede appunto sicuramente ha da insegnare a tutti noi. Un atto di fiducia. Un atto di fiducia e di fede. Esatto. Ma, caspita, un osservatore esterno che si precipiti in questa discussione senza conoscere il pregresso viene qui, sente tutta la discussione e a un certo punto tutta questa fede, tutta questa fiducia, tutta questa certezza che voi riponete in questa legge si sgretola quando dovete votarla. Ma come? Avete tanto coraggio nel proporla, avete tanto coraggio nel sostenerla e vi vergognate di votarla? Caspita! Questo dovrebbe far riflettere, io credo, anche coloro che si sono aggiunti a questo tavolo, sulla bontà di quanto viene proposto. Credo che non debba essere un ragionamento così complesso. Se io sono sicuro delle mie azioni, se io ho la certezza che quanto sto facendo e che la proposta è buona non ho neanche alcun problema nel votarla alla luce del sole, alzando la mano e dicendo: "Sì, sono d'accordo". Nel momento in cui però queste stesse persone che propongono questa legge si vergognano e cercano di nascondersi e di nascondere all'opinione pubblica o magari anche ad altre persone, ad altri uffici, ad altri enti, chi vota una specifica legge... beh! allora in quel momento è davvero l'ora di preoccuparsi. Quindi, concordemente con quanto già affermato dal collega Cognetta, anche il Gruppo Lega staccherà la scheda e non parteciperà a questa votazione.

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Il mio intervento non sarà lungo, perché ripeterei semplicemente ciò che ha detto già il collega Manfrin. Il collega Vesan aveva chiesto la votazione nominale, perché riteniamo giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità e visto che questa non è stata concessa ma, anzi, è stata chiesta addirittura la votazione segreta, anche il Movimento 5 Stelle abbandonerà l'aula e non parteciperà alle operazioni di voto.

Presidente - La parola alla Collega Morelli.

Morelli (AV) - Giusto per ricordare che la segretezza del voto è un diritto e stupisce che i colleghi che in altre situazioni si battono per la segretezza del voto in questo caso taccino di codardia altri che richiedono di avvalersi di questo diritto. Respingiamo al mittente le accuse di codardia. Mi pare che ci sia stato un dibattito molto chiaro da cui sono emerse le posizioni di questa maggioranza. Qui mi pare che chi scappa di fronte alle responsabilità siano altre persone, come hanno fatto in altre occasioni e come hanno già fatto questo pomeriggio prima che si cominciasse la discussione sul Casinò. Quindi non tacciateci di mancanza di responsabilità, per cortesia.

Presidente - Procediamo alla votazione.

Articolo 1. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti:19

Votanti: 17

Favorevoli: 17

Astenuti: 2

Il Consiglio approva.

Articolo 2. Mettiamo in votazione l'articolo 2, colleghi. Votate. Chiudiamo la votazione.

Presenti: 19

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Astenuti: 1

Il Consiglio approva.

Posso dare lo stesso risultato all'articolo 3 o metto in votazione? Stesso risultato. Posso dare lo stesso risultato anche per gli allegati a) e b)? Stesso risultato. Mettiamo ora in votazione la legge nel suo complesso. Apriamo la votazione. Votate. Possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 19

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Astenuti: 1

Il Consiglio approva.