Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 722 del 2 luglio 2019 - Resoconto

OBJET N° 722/XV - Communications du Président de la Région. Débat sur la nouvelle situation politique.

Rini (Presidente) - Punto n. 2 all'ordine del giorno. La parola al Presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Signor Presidente del Consiglio, colleghi e colleghe, ritengo necessario, corretto e doveroso informare il Consiglio regionale della nuova realtà che si è delineata attraverso un accordo amministrativo programmatico, al quale si è giunti attraverso una particolare iniziativa condivisa, un percorso, una strada siglata nei giorni scorsi dai Consiglieri regionali che sostengono il Governo regionale e poi validato dai rispettivi movimenti politici. Un accordo che sia in grado di sostenere l'attività di questo Consiglio per approvare le riforme necessarie e urgenti, così come quelle riforme che sono ormai in dirittura d'arrivo. L'importanza di avere i numeri per farlo è nota a tutti. È per garantire quella stabilità di cui la nostra Regione, soprattutto la macchina amministrativa, ha bisogno e di cui i nostri cittadini ci chiedono ragione, perché ne sentono la mancanza. È singolare come in questi giorni tante persone che abbiamo incontrato: imprenditori, operai, piccole industrie, ci chiedano di garantire e di fare di tutto affinché non ci sia un vuoto amministrativo.

Per chi è legato alle vecchie forme di governo che trovano la propria iscrizione in una netta definizione fra maggioranza e opposizione - forme però che hanno dimostrato la loro precarietà, una non consistenza completa - questa nuova realtà programmatica amministrativa, che si pone forse in un modo anomalo, ha finalità predeterminate con verifiche temporali periodiche. È una situazione che non siamo abituati a riconoscere, ma perché ormai a livello anche centrale o di altre amministrazioni e di altri contesti regionali è sperimentata e valida. D'altronde non vi sono a breve altre soluzioni politiche perseguibili poiché anche le elezioni con l'attuale legge non sono una garanzia di stabilità e di governabilità futura. Chi corre e chi grida: "Voglio le elezioni" non so se lo fa per dare una stabilità in futuro alla Valle d'Aosta con questa norma elettorale o ci siano invece altre considerazioni. È per questo che al centro di questo percorso abbiamo cercato di fare emergere il senso di responsabilità, così come quelle attenzioni a determinate tematiche già presenti nel programma di legislatura presentato nel dicembre 2018, finalizzate a migliorare la qualità dei servizi e delle azioni che l'Amministrazione regionale può e deve portare avanti per i cittadini e in favore del territorio.

Nell'aprire un nuovo e auspicato percorso di dialogo abbiamo trovato chi ha voluto ascoltare e confrontarsi. Anche altri lo hanno fatto, ma poi hanno avuto delle remore o dei blocchi a monte, per cui non hanno potuto portare avanti questo discorso e questo confronto verso il quale avevamo percepito una certa sensibilità. In questi mesi di governo - questo lo posso dire sicuramente - sono stati ottenuti dei risultati positivi in una situazione difficile, precaria, affrontando delle emergenze e circostanze istituzionali delicate, tangibili, che non si erano verificate in Valle d'Aosta da tanti, tanti anni e forse mai. Molte questioni hanno avuto una risposta, anche quelle che erano da tempo silenti. Tante cose c'erano in arretrato e per alcune si può percepire una soluzione. Questo per il lavoro anche di tutto questo Consiglio.

Oggi viene ribadita e rinsaldata la ricostituita compattezza dei 17. Una cosa che mi ha sicuramente spronato in questo nuovo tentativo è verificare come, nell'ambito dei 17, nell'ambito della Giunta, ci sia una sinergia, una capacità di confronto e di lavoro notevoli; 17 donne e uomini che arrivano da percorsi politici e personali molto diversi e che si sono ritrovati attorno ad un progetto amministrativo comune, i cui intendimenti rimangono forti e saldi, e che vogliono, all'unanimità, continuare questo percorso. Partendo da queste basi, ho avuto mandato di verificare la possibilità di proseguire l'azione di governo condividendo il percorso tecnico amministrativo con un'altra forza presente in questo Consiglio regionale, Rete Civica, impegnandoci reciprocamente ad una collaborazione mirata per consentire il corretto e regolare funzionamento dell'Assemblea consiliare e di consegnare alla Valle d'Aosta provvedimenti strutturali sui quali costruire il futuro sociale ed economico della regione. Con Rete Civica, noi 17 abbiamo scritto nuove condivise priorità, che poi vi leggerò, sulle quali si dovranno muovere il Consiglio regionale e il Governo. Un grazie a chi con noi ha avuto voglia di costruire, di condividere un percorso che, seppur difficile, si inizia in questa situazione.

Nel nostro progetto di costruzione vi sono: la legge elettorale su tutto, per dare stabilità ai futuri governi della Valle d'Aosta; una precisa calendarizzazione degli obiettivi da raggiungere per dare ancora più slancio al progetto di ammodernamento che la nostra ferrovia ha messo in campo in questi pochi mesi di governo; percorsi mirati per sostenere la sanità; una programmazione complessiva - come ho già detto - per la questione CVA.

Vi leggerò adesso i reciproci impegni sottoscritti in data odierna, con una premessa: "Le elezioni regionali del maggio 2018 caratterizzate da un sistema proporzionale puro, vista l'assenza di correzioni e preventivi, hanno consegnato alla Valle un quadro politico molto frammentato. In questo contesto, per addivenire alla formazione di un governo, si sono rese necessarie le ricerche di convergenza fra i diversi gruppi, nonostante le differenze di estrazione politica. Dopo l'insuccesso però di una precedente esperienza di governo a trazione leghista nel dicembre 2018, la collaborazione fra i gruppi autonomisti ha dato vita al governo presieduto e in carica attualmente da me. Nel giugno 2019 l'abbandono della maggioranza da parte di un Consigliere ha determinato una situazione di crisi politica con il manifestarsi di richieste di dimissioni dell'intera Giunta. Tuttavia dimettersi in una situazione in cui non esistono di fatto le condizioni per una maggioranza diversa, significherebbe andare verso lo scioglimento del Consiglio regionale ad appena un anno dalla sua elezione e avrebbe gravi conseguenze rispetto ad una azione amministrativa che già paga le negative ricadute di una perdurante instabilità di governo e che si inserisce in un contesto socioeconomico particolarmente deteriorato. Del resto le nuove elezioni con l'attuale quadro normativo in materia elettorale non danno alcuna certezza sull'effettiva possibilità per gli elettori di esprimersi rispetto ad opzioni alternative di governo e alla successiva nascita di una maggioranza di un governo di legislatura che garantisca la necessaria stabilità. Occorre uno sforzo di innovazione rispetto ai riti e alle regole della politica di questi ultimi anni. Per questo i gruppi di Alliance Valdôtaine, Union Valdôtaine, Stella Alpina, PNV, Front Valdôtain e il gruppo di Rete Civica decidono di assumere impegni reciproci di collaborazione mirata al fine di consentire il funzionamento corretto e regolare del Consiglio regionale e di varare provvedimenti strutturali che sono di assoluto interesse per la comunità valdostana. Una collaborazione in forma inusuale fra forze che mantengono visioni diverse, che non comporta modificazioni nella composizione della Giunta e che costituisce un accordo amministrativo e non la nascita di una nuova maggioranza organica, caratterizzandosi per esse una risposta ad una situazione del tutto emergenziale. L'assunzione di impegni reciproci, la collaborazione riguarda l'impegno dell'approvazione di provvedimenti necessari ed opportuni su temi di grande rilevanza per la comunità valdostana: riforma istituzionale, norma di attuazione per l'utilizzo delle acque, Piano regionale per l'emergenza climatica, pacchetto lavoro, sanità e diritto alla salute, pacchetto ferrovia e mobilità. Il confronto, prima di assumere atti rilevanti su dossier problematici e sensibili, come ad esempio Casinò, CVA, Piano di tutela delle acque, impianti idroelettrici, collegamenti funiviari intervallivi e riforma del turismo. Confronto inoltre su tutti i punti necessari per la buona conduzione dell'attività amministrativa. L'intesa per fare in modo che il Consiglio regionale funzioni, sia gestito correttamente, possa svolgere il suo ruolo centrale nella politica valdostana senza subire uno scioglimento affrettato, senza subire e patire paralisi nel suo funzionamento, né soccombere ad azioni ostruzionistiche, anche attraverso la revisione del Regolamento. Un atteggiamento di collaborazione, di dialogo, di buon senso e di costruttività che del resto è auspicabile in tutti i gruppi consiliari. L'impegno è a non prestare iniziative strumentali prive di solide motivazioni. L'impegno a fornire un supporto tecnico là dove necessario anche per la regolamentare composizione delle Commissioni permanenti. La disponibilità ad un confronto reale e approfondito sulla variazione di bilancio imminente - questa è un'altra emergenza: se non si approva il bilancio, i soldi non andranno ai cittadini valdostani -, in modo da giungere ad una programmazione che sia ampiamente condivisa, possibilmente anche con gruppi di minoranza - è un'apertura al dialogo che avevo già fatto nel precedente governo, probabilmente posizioni personali, situazioni che si sono venute a creare hanno fatto sì che questo dialogo con questo Consiglio sia stato molto limitato -. Lo svolgimento di ruoli che rimangono distinti fra diverse componenti nello spirito di una leale collaborazione, possibilmente con tutti i gruppi del Consiglio regionale. La comune intesa che la libera espressione dei vari gruppi nei lavori di Commissione consiliare in Consiglio regionale dovrà avvenire salvaguardando l'unità di azione e la realizzazione del progetto di collaborazione. Poiché la sottoscrizione dei reciproci impegni non costituisce formazione di una nuova organica maggioranza, saranno individuati appositi momenti di confronto, tavoli comuni di lavoro e riunioni di coordinamento pre-consiliare. I gruppi consiliari continueranno a svolgere attivamente il proprio ruolo avvalendosi degli strumenti previsti.".

Gli obiettivi. Il primo obiettivo istituzionale, nel confermare le recenti novità introdotte nella normativa elettorale, è l'impegno di approvare una legge in breve tempo, al più presto, che consenta trasparenza, stabilità e rappresentanza; una legge che dia la possibilità agli elettori di scegliere direttamente il governo della Regione. L'autorità esecutiva ricadrà esclusivamente su un organo legittimato direttamente dal popolo nella forma alternativa dell'elezione diretta del Presidente o dell'intera Giunta, conoscendo in anticipo il suo programma e la sua maggioranza. È quanto già avviene in quasi tutte le Regioni italiane, tranne la Valle d'Aosta e Bolzano. Io sono fermamente convinto che questo sia un passo importante per garantire stabilità alla Regione Valle d'Aosta. Una legge inoltre che tuteli la rappresentatività abbassando l'attuale soglia di sbarramento, così come sul fronte degli enti locali sarà necessario portare a termine il lavoro iniziato in Commissione in merito alle elezioni comunali, valutando le proposte del CPEL di affrontare la revisione del sistema organizzativo degli enti locali. In una seduta di gennaio, in sede CPEL, avevamo già gettato le basi per un confronto che poi non c'è stato, se non su altri punti.

Obiettivi amministrativi: una norma di attuazione dello Statuto sull'utilizzo delle acque e sospensione della quotazione in Borsa di CVA sino all'esito della procedura; agire tramite rappresentanti valdostani nella Commissione paritetica perché la Regione autonoma Valle d'Aosta ottenga la piena competenza a disciplinare con propria legge le procedure di utilizzo delle acque prevedendo anche, per le grandi derivazioni, specifiche e particolari procedure a favore di società che siano interamente pubbliche e strumento operativo della politica regionale. Parallelamente all'iter della Commissione paritetica saranno avviati gli approfondimenti sui vari scenari possibili per superare i vincoli attuali al buon funzionamento della società, dettati principalmente dalla legge Madia. È individuato nel febbraio 2020 il termine per l'approvazione delle norme di attuazione, trascorso il quale dovranno essere riconsiderate tutte le alternative possibili.

Strategia di contrasto al cambiamento climatico: si tratta di redigere le linee guida che coordinano e autorizzano i vari piani regionali in materia di qualità dell'aria, di energia e di trasporti in coerenza con l'obiettivo di una Valle d'Aosta Fossil Free, ai sensi dell'ordine del giorno del Consiglio regionale approvato nel dicembre 2018. Una programmazione di interventi indispensabili per dare un contributo concreto alla lotta contro i cambiamenti climatici. Contemporaneamente occorre approvare un'incisiva legge regionale per la mobilità sostenibile e la progressiva riconversione dei sistemi di trasporto verso una propulsione elettrica.

Per un pacchetto di lavoro: approvare un nuovo piano delle politiche del lavoro dotato di risorse finanziarie adeguate che vadano ad integrare e siano complementari a quelle previste dal fondo sociale europeo su cui si stanno e si sono ottenuti dei risultati negli ultimi mesi. La riorganizzazione del quadro normativo delle politiche del lavoro e dell'inclusione sociale, anche attraverso l'adozione di una norma di attuazione dello Statuto; elaborare e attivare in collaborazione con i Comuni un programma straordinario di interventi di manutenzione e cura del territorio, con un consistente numero di piccole e piccolissime opere di affidare al tessuto imprenditoriale locale, in particolare nel settore dell'edilizia.

Per la sanità: valutazione dell'assetto organizzativo dell'Assessorato della sanità e politiche sociali; è appena stato modificato nella sua struttura e dovremo verificare se gli effetti saranno, come pensiamo, positivi. Intervento sui ticket sanitari, cioè sulle quote di compartecipazione all'acquisto dei farmaci al fine di estendere l'estensione a nuove patologie e categorie di utenti e ampliare significamente la platea degli aventi diritto ad esenzione per reddito. Individuazione di criteri innovativi per rendere attrattivo ai professionisti sanitari il sistema sanitario regionale. Sui ticket già avevamo un programma di governo precedente, ma esserci trovati una mobilità passiva da pagare sicuramente ha bloccato queste iniziative finora, ma che adesso vogliamo riprendere in mano con uno studio preciso di esenzione dei ticket a chi ne ha più bisogno e ha meno risorse.

Pacchetto ferrovie e mobilità: approvazione del programma strategico per la ferrovia, azione nei confronti di RFI per la rapida formalizzazione dell'incarico di progettazione definitiva dell'elettrificazione della linea Ivrea/Aosta e programmazione di interventi per la riapertura della linea Aosta/Pré-Saint-Didier. Uno studio di fattibilità per il tram-treno del Monte Bianco con valutazione dell'intera tratta ferrotranviaria di Aosta/Courmayeur. Inoltre affidamento nello studio di fattibilità della ciclovia di fondovalle da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, tutti progetti che erano già allo studio.

Sono previsti dei referenti per i vari obiettivi, che non sono dei tutor, non sono una Giunta fantasma, ma sono persone con competenza che verranno proposte per un confronto che - come ho detto - noi auspichiamo.

Si conviene che per ognuno degli obiettivi Rete Civica individuerà un proprio referente anche esterno al Consiglio, che collaborerà con gli Assessori competenti o con i loro delegati. Il lavoro dei referenti sarà svolto a titolo gratuito. A partire dal mese di settembre il Presidente della Regione organizzerà periodicamente un momento di confronto sullo stato di avanzamento e di realizzazione degli obiettivi.

In tutti gli accordi seri ci sono dei cronoprogrammi, che non sono dei libri dei sogni: riforma istituzionale (entro novembre 2019); norma di attuazione delle acque (febbraio 2020); linea guida di contrasto al cambiamento climatico (febbraio 2020); approvazione della legge regionale per la mobilità sostenibile (luglio 2019); piano delle politiche del lavoro (dicembre 2019); norma di attuazione in materia di politica di inclusione (maggio 2020); valutazione dell'assetto organizzativo dell'Assessorato della sanità (marzo2020); ampliamento delle esenzioni dal pagamento dei ticket (gennaio 2020); nuovi criteri per rendere più attrattivo il sistema sanitario (gennaio 2020); programma strategico della ferrovia (luglio 2019); affidamento in carico definitivo, progettazione ed elettrificazione (accordo 2019); programmazione ai fini della riapertura dell'Aosta/Pré-Saint-Didier (novembre 2019); affidamento studio di fattibilità tram-treno Monte Bianco (ottobre 2019); affidamento di studio di fattibilità ciclovia Pont-Saint-Martin/Courmayeur (ottobre 2019). Gli impegni reciproci si esauriscono a conclusione dell'approvazione dei provvedimenti sopraindicati e comunque entro il mese di luglio, quando sarà presentato alla comunità il rapporto sul lavoro svolto e le considerazioni susseguenti. I reciproci impegni sono sottoscritti da tutti questi 19 Consiglieri.

Per terminare, signori Consiglieri e colleghi, dialogo, impegno e verifica dei risultati: sono queste le parole che vogliamo che caratterizzino il nostro nuovo percorso. Questa è un'ulteriore scommessa, che era già iniziata a dicembre 2018. Pochi credevano che saremmo rimasti insieme con storie così diverse e con idee così diverse per tanto tempo. È un'azione di grande responsabilità. Nel nuovo percorso che ci troviamo ad affrontare non vi sono da spartire posizioni di interesse, c'è poco, poche posizioni di potere, ma tanti e tanti problemi da risolvere che chiedono soluzioni. È una realtà che, oltre ad una grande responsabilità, presuppone e ha bisogno - la scommessa è su quello - di una grande e notevole maturità politica, della capacità di rinunciare a posizioni e preconcetti ideologiche per trattare con competenza nel dialogo e nel confronto ogni problema. Saranno i risultati a definire la validità o meno di questo progetto. Vi ringrazio.

Presidente - Apriamo quindi la discussione. Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Sarò velocissima, perché direi che non c'è molto da dire. Il discorso è assolutamente eccezionale; manca la pace nel mondo, però normalmente quella è la chiusura che si fa ad un discorso di insediamento più serio rispetto a quello che è stato fatto in questo momento.

Volevo solo porre una domanda. Lei continua a parlare di "situazione emergenziale" e la domanda è: scusi, ma quale situazione emergenziale? Avete governato la Valle negli ultimi decenni, c'è stata una brevissima parentesi - parentesi di sei mesi - in cui non siete stati al governo. Direi che conta poco per quanto riguarda tutto ciò che è stato fatto in Valle d'Aosta e la situazione in cui si è oggi. Quindi siete sempre voi, avete governato sempre voi, siete di nuovo voi. Dov'è l'emergenza? La situazione è esattamente quella che avete creato voi! Dov'è l'emergenza? Nello scorso Consiglio per la prima volta avete perso il diciottesimo e adesso avete già di nuovo i diciannove. Dov'è l'emergenza? Perché non riuscite a lavorare? Qual è il problema? Smettetela soltanto di prendere in giro tutti i valdostani, anche perché tanto i valdostani finalmente non si fanno più prendere in giro.

Vi dico solo: continuate pure così tranquillamente, perché state ottenendo un risultato che dal nostro punto di vista è assolutamente eccezionale. Non solo state distruggendo voi stessi perché, per fortuna, sono convinta che alle prossime elezioni non verrete più riconfermati, ma state distruggendo i vostri movimenti. Questo onestamente mi dispiace, perché sicuramente anche all'interno dei vostri movimenti ci sono persone molto serie. Comunque state ottenendo un risultato incredibile: state devastando tutto. Spiace per la Valle d'Aosta, spiace moltissimo per la Valle d'Aosta, visto e considerato che i valdostani non si meritano questo. I valdostani hanno parlato chiaro.

Non capisco il vostro problema a tornare ad elezioni, visto che vantate questo fatto incredibile di essere riusciti a ricompattarvi tutti quanti. Meraviglioso! Adesso che siete tutti così compatti, tutti e 17 così compatti, tutti i movimenti così compatti, non vedo quale sia la vostra paura a tornare ad elezioni. Tornate tutti insieme, fate la vostra corazzata e poi vedremo quali saranno i risultati! Evidentemente avete paura, questa è l'unica chiave di lettura di tutto quello che state facendo. Rete Civica addirittura si vergogna di entrare in maggioranza. La cosa è decisamente umiliante per tutti i movimenti che fanno parte della maggioranza, ma d'altronde l'umiliazione più grossa ce l'avete nel momento in cui addirittura dovete avere i tutor di Rete Civica per venire a controllare quello che fate, addirittura ogni Assessore adesso verrà monitorato da Rete Civica! Io un'umiliazione così credo che per ognuno di voi sia insostenibile, ma mi chiedo veramente i vostri movimenti cosa possono dire nell'essere addirittura tutorati da Rete Civica. Complimenti e buon lavoro, tanto ci ritroveremo molto presto.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Rispondo già io alla collega Spelgatti.

Credo che la crisi si sia un po' originata dall'arresto di un Consigliere regionale che sosteneva questa maggioranza e credo che sia un po' anche questa una delle motivazioni per le quali ovviamente Rete Civica si vergogna a dire che è entrata in maggioranza, eppure questo è un dato di fatto. Diciamo che questo è un accordo che nasce come il più classico degli "inciuci di palazzo".

A dire che è un inciucio di palazzo non siamo certamente noi, ma sono gli stessi segretari dei movimenti che rappresentano i Consiglieri in quest'Assise. Questo è quello che ha appunto detto il segretario dell'Union Valdôtaine, Lavevaz, che dice che l'intesa con Rete Civica gli è stata consegnata solo venerdì ed è un documento elaborato nelle "segrete stanze" senza il coinvolgimento dei movimenti. "A mio modo di vedere - continua Lavevaz - su un passaggio del genere condotto in questo modo ci sono dei problemi, ci si trincera dietro al fatto che quello con Rete Civica è un accordo amministrativo, ma a me pare che questa intesa abbia anche una notevole valenza politica. Inoltre ci troviamo di fronte ad un documento praticamente chiuso: prendere o lasciare. Non posso accettare l'improvvisa accelerazione e la richiesta di ratifica in urgenza. I Consiglieri di Union Valdôtaine hanno chiesto di coinvolgere le commissioni politiche, ma a quanto pare è stato uno scrupolo solo nostro". Questo è quanto dichiara il segretario di uno dei movimenti che appoggiano questa maggioranza. Direi che è abbastanza imbarazzante, se non fosse che la stessa dichiarazione la fa anche il segretario di Stella Alpina. Anche lui dice: "Il documento con Rete Civica l'ho avuto solo due giorni fa. Ho convocato gli organismi del movimento per lunedì, ma non potremo fare altro che prenderne atto". Diciamo che sono movimenti che quando esprimo il dissenso si astengono in maniera molto forte e uno di questi è il democristianissimo Rete Civica.

Torniamo alle dichiarazioni che, invece, aveva fatto un altro segretario, ovvero quello dell'UVP, che aveva detto: "Il Movimento si è espresso e ha stabilito che tenere in piedi una maggioranza di 17 con un appoggio esterno sui temi non è praticabile, né ammissibile. Non siamo lì per mantenere una maggioranza a tutti costi, ma per portare a termine dei dossier importanti e urgenti". Questa maggioranza, a quanto ci dicono, evidentemente non è organica, ma è a 17 con un sostegno esterno, quindi evidentemente non si sono realizzate quelle condizioni che l'UVP poneva come essenziali, eppure si va avanti lo stesso.

Riprendo anche quanto dichiarato dalla collega Minelli: "Di sicuro non abbiamo intenzione di entrare in questa maggioranza, non c'è nemmeno nessuna intenzione di sostenerla - ha dichiarato lei -. Non è una cosa che abbiamo preso in considerazione, anzi, in un anno ci sono stati due governi e siamo sempre stati assolutamente distanti da entrambe le maggioranze". Facciamo però un passo indietro, e queste sono dichiarazioni uscite adesso. Ma perché Rete Civica si vergogna maniera così importante di appoggiare questa maggioranza? Ve lo spiego io, e ve lo spiego leggendovi un comunicato uscito a giugno 2018 dove allora Impegno Civico - qui riconosco la nettezza invece della posizione della collega Pulz, che ha deciso di abbandonare il gruppo - sosteneva: "Un governo sostenuto da tutti tranne Union Valdôtaine e LEGA. La possibilità da valutare è un governo sostenuto da tutte le forze presenti, escluso Union Valdôtaine e LEGA - ovviamente si rivolgeva nel momento in cui c'era la formazione del governo - che unisca l'energia per compiere un atto di generosità concreta ed esprima la discontinuità rispetto al passato". Mi ascolti bene, collega Minelli, e soprattutto lei, collega Bertin, che della lotta alla legalità, al sistema e a tutto il resto ne ha fatto una sua bandiera: "... opponendosi con forza al sistema clientelare di malgoverno di matrice unionista che abbiamo sopportato troppo a lungo". Lo stesso sistema che in questo momento lei si appresta a sostenere, collega Bertin!

Sempre invece ad ottobre 2018, la collega Minelli diceva: "Noi non abbiamo sostenuto questa maggioranza raffazzonata e non abbiamo intenzione di sostenerla - ovviamente si rivolgeva alla maggioranza a guida LEGA - ma allo stesso modo teniamo fortemente il ritorno di chi in quest'Aula ha governato per tanto tempo e per cui abbiamo avuto l'esperienza di riconoscere un malgoverno". Lo ha detto lei, collega Minelli, in prima persona, che quelli che sostiene adesso su un esempio di malgoverno... lo ha detto lei e lo ha detto il suo gruppo, che quello dell'Union Valdôtaine è un sistema da cui ponete le distanze, l'avete detto voi! Oggi vi rimangiate tutto quello che avete detto con buona pace di chi ha creduto in voi e vi ha dato fiducia ovviamente!

La cosa divertente è la formula di questo governo, una formula dove Rete Civica non entra maggioranza, perché nel documento si leggeva che la sottoscrizione dei reciproci impegni non costituisce la formazione di una nuova maggioranza. "Il gruppo di minoranza sottoscrittore non partecipa alle riunioni di maggioranza - quindi si vergognano perfino di partecipare alle riunioni di maggioranza - ma avrà piena libertà - come del resto tutti i gruppi consiliari - di presentare iniziative ispettive, mozioni e proposte di legge". Sostanzialmente Rete Civica vi dice: "Questo è il nostro programma, votatecelo e realizzatecelo. Grazie", quindi evidentemente voi vi dite: "realizzateci il nostro programma, poi le vostre iniziative verifichiamo di volta in volta se votarvele oppure no". Questa è la maggioranza che nasce oggi!

Ancora lei, Presidente Fosson, poco tempo fa, a giugno, dichiarava che in 17 non si può portare avanti alcuna programmazione. Con un messaggio Rete Civica lo diceva. Ha detto: "Li ringraziamo per averci offerto la possibilità di confrontarci su un percorso che era appena iniziato, ma resta il fatto che per governare bisogna avere una maggioranza ben precisa. In 17 non si va avanti". Aggiungeva il suo collega Bertschy: "La richiesta da parte di 18 Consiglieri di un Consiglio straordinario sul CVA è il dato politico principale. Dimostra che su certi temi l'attuale coalizione di governo rischia di essere in balia degli eventi". Aggiungeva: "Non è pensabile di andare avanti con governi a geometria variabile. Ci deve essere una maggioranza chiara e definita, altrimenti è meglio andare ad elezioni anticipate. Non siamo certo noi a tenere questa ipotesi". Sono felice che lei non tema questa ipotesi, Assessore Bertschy!

La cosa più divertente sarà la scadenza di tutto questo, questo governo che è stato definito "governo yogurt" dal collega Lucianaz, perché chiaramente ha una scadenza ben precisa, anche se oggi siete stati molto democristiani dicendo: "Ma sì, andiamo al 2020, poi vediamo, poi valutiamo, a maggio vedremo, faremo". Si sa che l'appetito vien mangiando...

Quello che voglio riportare invece in quest'Aula è il post di uno dei tanti elettori - chiamiamoli autonomisti - che si sono espressi in questo periodo ed è un ex animateur principal della Jeunesse Valdôtaine, che su Facebook ha scritto un bellissimo post e che tra l'altro condivido, non tutto ma in buona parte. Ha scritto: "Allora però capiamoci. La maggioranza a 18 in Regione è andata. Adesso giustamente, secondo me, è il momento o di trovare un connubio, che però sinceramente vedo difficile, soprattutto con partiti aperti (possiamo definirli così?) come Rete Civica o simili, e sinceramente è inutile, oltretutto, oppure, e credo che sia la cosa migliore, tornare a votare. Bene, sono il primo che piuttosto che spingere l'Union Valdôtaine ancora a sinistra per tenere in piedi una barca che sta affondando preferisce tornare a votare e accettare quella che sarà la più grande débâcle del principale movimento autonomista valdostano e di tutte le sue sfumature nate negli anni. Il che potrebbe anche essere modo di ripartire con pochi ma buoni, rispolverare ideali ormai assopiti e far capire che l'Union Valdôtaine può ancora rappresentare le istanze di un popolo, soprattutto può tornare ad essere il movimento unico di un pensiero e di una visione della Valle d'Aosta". Mi trovo in assoluta sintonia con quanto è stato espresso.

Eppure il dato è questo: voi vi vergognate ad entrare in maggioranza, ma avete inventato questo tecnicismo nel dire "Noi non siamo in maggioranza, però quando siamo in Commissione sì", quindi significa che basta dichiararsi maggioranza in Commissione per avere i posti di commissari, ma poi si viene in Aula e si dice: "No, però io non sono in maggioranza". Questo simpatico trucchetto vi assicuro che non potrà andare avanti a lungo, sicuramente i valdostani lo hanno ben compreso e ben smascherato fin dal principio. Il punto è che ad oggi abbiamo una maggioranza che non è tale, abbiamo una maggioranza commissariata. Io sono curioso di vedere il navigator che seguirà lei, Presidente Fosson, colui che l'accompagnerà nelle sue scelte, e nelle sue incombenze quotidiane. Mi piacerà anche vedere la risoluzione dei problemi quotidiani, per esempio anche soltanto l'accesso magari agli uffici di persone che verranno qui, spulceranno e diranno: "Questo si fa, questo no, questo lo vediamo", questi straordinari esperti nominati da Rete Civica!

Credo che tutto questo sia soltanto un segno: voi avete paura, una paura folle di tornare al voto e di tornare a chiedere l'opinione dei valdostani. Quindi io davvero, come ho fatto già più di una volta, vi invito a chiudere questa parentesi imbarazzante e a restituire la parola ai valdostani, che sicuramente sapranno indirizzare ed indicare quella che è la via per la Valle d'Aosta, sicuramente non quella di una maggioranza che maggioranza non è.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Mossa.

Mossa (M5S) - Sarò molto breve, così si potrà magari anche andare avanti con i lavori di quest'Aula, visto che siamo arretrando sempre di più.

Vorrei fare un commento su questo nuovo e triste capitolo di questa legislatura. Abbiamo appreso oggi, da una conferenza stampa di Rete Civica, che la stessa ha deciso di appoggiare esternamente questa Giunta in questa nuova forma di... permettetemi di definirla "limbo", che non è una maggioranza o una minoranza, ma una sorta di "tiriamo a campare". Nonostante gli obiettivi di questo cronoprogramma proposto da Rete Civica, che in buona parte anche noi condividiamo e ci rispecchiamo in molti dei suoi punti, riteniamo però che questo appoggio esterno ad un governo che consideriamo delegittimato dalla sua nascita sia un prezzo troppo alto da pagare.

Quello che mi stupisce non sono le acrobazie della Giunta per mantenere il suo ruolo apicale, cosa che ormai non stupisce più nessuno, ma è l'ingenuità dei colleghi di Rete Civica di pensare di poter realizzare in 2 i punti che non siamo riusciti a realizzare quando eravamo 17 in minoranza. L'esempio pratico lo abbiamo vissuto oggi con la questione della risoluzione di CVA, dove abbiamo assistito al primo passo indietro da parte dei colleghi Minelli e Bertin, i quali, in tempi non così lontani, avevano forti dubbi sul management di questa società. Oggi questi dubbi non li hanno più, i dubbi si sono volatilizzati in questo limbo che non è nemmeno regolamentato dal nostro Statuto. Magari sarebbe anche opportuno scrivere due righe. Non avete ancora iniziato il vostro nuovo percorso e state già pagando il primo pegno di questa vostra scelta. Ci chiediamo se a breve non vedrete anche voi la quotazione in Borsa di CVA come la soluzione a tutti i mali, perché dubito che alcuni colleghi in maggioranza - non sto a fare nomi per non avviare la trafila del fatto personale - possano tornare indietro su queste loro scelte.

Dalle ore 17:52 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Vorrei esprimere innanzitutto il mio, il nostro profondo imbarazzo in merito ai metodi del nuovo accordo di maggioranza. In primis, malgrado le mie insistenti richieste, i colleghi di Rete Civica, nella loro migliore tradizione - che non per nulla ci ha fatto decidere per dividere le nostre strade, malgrado le tante critiche che questa operazione politica dell'Epifania non compresa da tutti ha suscitato - hanno fatto i soliti accordi sottobanco, senza esplicitare ai colleghi della minoranza, a nessun gruppo e non solo al mio, prima che ai giornali, i loro punti programmatici. Potevamo immaginarceli senza troppi sforzi di fantasia, ben conoscendo la mente che li ha partoriti nel tempo con un'insistenza degna del miglior manuale sul narcisismo e i suoi nefasti effetti sulla comunità tutta. La finesse e il bon ton avrebbero richiesto ben altri atteggiamenti nei confronti degli ex colleghi della minoranza.

Ora mi si verrà a chiedere il nostro avvallo, il mio voto con grande disinvoltura. Credo che sarebbe necessario fare più chiarezza in quest'Aula. I colleghi di Rete Civica che offrono questo appoggio esterno molto ambiguo fanno parte della maggioranza, che quindi è a 19, o no? Stiamo parlando di una forza di minoranza in senso politico che si spaccia per maggioranza in senso tecnico. Questi mi sembrano termini tipici della migliore tradizione sofista che, anzi, qui è superata. Scena degna dei migliori film di fantascienza, ma come sappiamo la realtà spesso supera la più fervida fantasia.

Venendo ai contenuti, alla sostanza, sulla meravigliosa riforma strutturale del sistema di governo valdostano sognata da Rete Civica in una qualche notte antidiluviana, perché di fatto non è mai entrata nel programma del fu "Impegno Civico" che ancora noi condividiamo, nonostante tutto, con grandissima convinzione... Noi a quella meravigliosa riforma ci opporremo con tutte le nostre forze e lo abbiamo già più volte dichiarato. Perché, Presidente Fosson mi permetta, il problema della governabilità non lo si risolve a livello legislativo con una legge maggioritaria, ma con l'elezione diretta del Presidente della Giunta, con una bella squadra di Assessori definita a priori e con Assessori tecnici che Rete Civica ha già pronti nell'armadio in attesa di poter aprire loro le porte definitivamente. Per il momento, infatti, fanno solo capolino come referenti esterni al Consiglio che gratuitamente collaboreranno con gli Assessori. Allora, pensando agli Assessori, a me viene in mente quel brano di una bella canzone della Mannoia che diceva: "Come si cambia per non morire", perché davvero voi accetterete questi insegnanti di sostegno? A me viene in mente l'apologia di Socrate, quando Socrate, parlando dei politici, si chiedeva se avessero qualche competenza oltre alla presunzione, e rispondeva così: "È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi si illude di sapere e ignora così persino la sua stessa ignoranza".

La via d'uscita dal problema della governabilità secondo noi sarebbe, in verità, un vero ricambio della classe politica - lo abbiamo già detto anche nelle Commissioni -, con una selezione coraggiosa già nel momento della creazione delle liste, con una classe politica non gerontocratica, non mossa dalla voglia irrefrenabile di soffocare tutto ciò che è giovane, nuovo e donna, capace di guardare agli interessi della comunità prima che ai propri, come gli infantili calcolini per poter stare seduti qui, in barba al limite già troppo ampio dei tre mandati e davvero capaci di rappresentare i bisogni reali della gente, che è sempre più sconcertata, arrabbiata e rassegnata rispetto alla politica e ai suoi giochetti di bassa lega. Un impianto, quello della riforma istituzionale, già superato dagli eventi e molto lontano dalla capacità di analisi politica della situazione attuale, che non è certo più la stessa degli anni 70 e seguenti.

A noi pare molto chiaro che l'argomentazione della governabilità nasconda di fatto la paura di nuove elezioni nelle quali stravincerebbe la LEGA. La LEGA, a dirla tutta, fa paura anche a noi e ci fa paura per la deriva neofascista che è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo passato un pessimo weekend con la storia incredibile della Sea Watch, dell'arresto della sua - e idealmente nostra - capitana, ma anche per l'insipienza dei leghisti in politica economica. Si professano liberisti, ma nemmeno un Adam Smith ubriaco potrebbe avallare certi abbomini economici, che infatti vengono sotterrati da montagne di fango, di distrazione di massa che funzionano, ahimè, fin troppo bene con la mancanza grave di materia grigia che c'è in giro. Nessuno parla più, per esempio, di aumento dell'IVA, di procedura di inflazione e questi deliri potrebbero costarci fino a 200 miliardi di euro. Chi sta con la LEGA purtroppo avalla anche questo, anche se pretende di volare sulle ali enormi del gipeto in tutta libertà. Ma la LEGA e lo spirito neofascista che la contraddistingue non si combattono cambiando la forma di governo - e Renzi ne sa qualcosa - in nome del mito della stabilità, bensì ricostruendo pezzo per pezzo una società umana e solidale, dalla politica fatta alla luce del sole in quanto spazio comune di confronto democratico che deve stare ben lontano da pericolosi personalismi e liberismi. Sugli altri rilevanti obiettivi su cui si è trovato questo fatidico "accordo salvagente", noi continuiamo ovviamente a condividere quelli che già facevano parte del nostro comune programma, a cui qualcuno poi ha voluto aggiungere punti del tutto estranei e le promesse elettorali primaverili rispetto ai quali prendiamo tutte le distanze possibili.

Certo mi fa molto strano, lo dico anche affettuosamente all'Assessore Chatrian, sentirmi dare della filosofa che sta sulle nuvole e poi vedere tutta questa fede, perché ci viene chiesto un vero e proprio atto di fede, peggio che in Chiesa, nella realizzazione in un anno di un programma velleitario fatto di impegni generici, mere dichiarazioni di intento con tanto di - scusate se mi permetto - "ridicolo cronoprogramma". Non so se voi ci credete veramente. Come minimo quel programma richiederebbe cinque anni, forse di più. Un compromesso democristiano, questo, degno di quella sinistra a cui piace confondere le acque, giusto per affossarla ancora di più, perché ne ha bisogno, in cui noi non ci riconosciamo assolutamente; pronta a sacrificare temi qualificanti sbandierati come essenziali in campagna elettorale, come la lotta alla corruzione, le infiltrazioni mafiose, che ci eravamo illusi fosse un cavallo di battaglia sincero da parte del collega Bertin, che spesso abbiamo difficoltà a riconoscere. Le politiche di genere sacrificate sull'altare della preferenza unica che avvantaggerà i soliti apri lista. Poco sul territorio, a parte le piccole misteriose opere da affidare al tessuto imprenditoriale locale, le cime bianche che sembrano già immolate; nulla sull'accoglienza, pure in presenza di un bando appena andato deserto e del bando affitti dai chiari contenuti discriminatori. Poi si va dicendo che la LEGA fa tanto ribrezzo con i suoi contenuti neofascisti che sembrano molto più diffusi, in realtà, rispetto alla sola LEGA. Poca cosa poi rispetto alla questione CVA, alla norma di attuazione sulle acque. Certo è importante, importantissima, ma dai passaggi istituzionali lunghi, complessi, per nulla certi e scontati, perché la nostra Regione è autonoma, non è indipendente.

Comunque a voi tutti della maggioranza noi auguriamo un ottimo lavoro per questo duro anno che vi attende, visto il cronoprogramma, e che attende anche noi per le parti che condividiamo, per le quali non faremo, nonostante tutto, mancare il nostro voto nel nome del superiore interesse della comunità che rappresentiamo nella sua interezza, come spiega molto bene la nostra bella Costituzione, che qui qualche fenomeno della presunzione e dell'arroganza senza limiti voleva arrogarsi il diritto di cambiare. Mi permetto di ricordarvelo sommessamente, giusto in chiusura.

Dalle ore 17:58 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Cara collega Pulz, vedo che questo gipeto le piace tantissimo, come pure la fobia del leghismo. Sia attenta alla deriva del collega Marquis, che sta diventando più leghista di noi, le segnalo anche questa deriva. Comunque, se vorrà, per lei il gipeto è pronto ad accoglierla.

Per quanto riguarda invece l'oggetto del contendere, ho potuto notare immediatamente una particolarità che mi ha trovato... diciamo positivamente: il fatto che questo programma, questo reciproco impegno, è molto più dettagliato e lungo dello stesso programma di governo che fu presentato a dicembre. Questo probabilmente è un passo avanti rispetto al percorso che già all'epoca il Presidente Fosson citò e anche oggi più volte nei suoi passaggi ha citato, ma forse più che un percorso a me sembra una Via Crucis politica. Non le voglio fare dei brutti auspici, ma comunque questa mi pare. Se tempo fa abbiamo parlato in questo Consiglio di "Leoaltà", io penso che oggi possiamo trovare finalmente compimento. Anche qua bisogna dare atto che il governo Fosson - lo dico in un'ottica democristiana per citare la Prima Repubblica, che tanto si addice a questa piccola isola fu felice - di fatto si trova con il dare attuazione a quella che è una... non voglio parlare di dottrina Monroe in salsa giacobina dei green, però sicuramente un highlander dei guru oggi trova finalmente attuazione al suo sogno.

Vorrei citare principalmente due aspetti più di natura politica poiché, secondo me - l'ho detto in precedenza -, oggi siamo di fronte ad una grande giornata politica e due aspetti di questo reciproco impegno lo dimostrano. Il primo è una formulazione che io ho trovato geniale, che secondo me è frutto di alta politica, ovvero il fatto dove dite: "La comune intesa che la libera espressione dei vari gruppi nei lavori delle Commissioni consiliari e in Consiglio regionale dovrà avvenire salvaguardando l'unità d'azione e la realizzazione del progetto di collaborazione". È qualcosa di geniale politicamente, ma molto pericoloso, perché si apre anche a varie interpretazioni, però ben rappresenta questo supporto tecnico ma non politico che qualcuno va a fornirle. Parlo di lei, perché è rappresentante del governo. Oggi qualcuno in conferenza stampa ha parlato di navigator, è stato anche detto qui. Spero che le selezioni le farà il collega Bertschy, che sta avendo un'esperienza rispetto anche ai navigator del reddito di cittadinanza, però anche qui mi chiedo: questi referenti - mi perdoneranno gli storici di sinistra - mi sanno tanto di commissari politici che venivano inviati a controllare quello che si faceva nelle aziende e anche all'interno, appunto, dei gangli dell'Amministrazione... Capiremo se questi referenti dovranno firmare degli accordi di riservatezza perché si sa, o fino a dove si spingeranno riguardo all'approfondimento dei dossier.

Un ultimo aspetto, un ultimo contributo che voglio dare da membro dell'opposizione - non la voglio chiamare "minoranza", ma "opposizione" - riguarda il cronoprogramma. Avete definito delle tappe precise, dei cancelli di valutazione; vi invito però ad ordinarli nel tempo, perché non vorrei che con la mancanza dei navigator che partiranno da settembre potreste già perdervi nell'attuazione del programma.

Presidente - Collega Vesan.

Vesan (M5S) - Solo una breve risposta al Presidente Fosson che, citando il faticoso parto di questa... non oso neanche chiamarla nuova Giunta, ha parlato dei blocchi che hanno caratterizzato le altre forze politiche con cui si è confrontato. Temendo che si sia confrontato solo con noi, preferisco chiarire questo punto. Magari parlava di qualcun altro, la prego di correggermi nel caso. I blocchi sono quelli che avrebbero impedito a noi di raggiungere un accordo. In realtà questi terribili blocchi sono quelli che a noi sembra di riuscire a superare più che serenamente. Uno di questi blocchi, per esempio, che non ci ha permesso di trovare nessun tipo di intesa, sono le retribuzioni.

Vede, Presidente Fosson, noi l'abbiamo accusata di attaccamento allo stipendio fin dalla prima seduta di questa legislatura quando si è insediato quale Presidente del Consiglio. Ogni volta che abbiamo avuto occasione di confrontarci su questo punto ci siamo accorti che quello che per noi è un blocco assolutamente superabile, cioè la riduzione dello stipendio - è assolutamente superabile, perché noi ce lo riduciamo fin dal nostro primo giorno in Aula -, è invece insuperabile per questa maggioranza. Probabilmente era un'esigenza assoluta da parte di Impegno Civico quando erano ancora in tre e ha smesso di esserla nel momento in cui questa maggioranza è diventata da 19.

Torniamo a dire che il problema del blocco per cui avete preferito la posizione di Rete Civica rispetto ad altre posizioni era legata al fatto che la Rete Civica non richiedeva nessuna direzione di stipendio. Noi di stipendio tratteniamo 2.700,00 euro più le spese documentate. Per quello che riguarda invece le indennità di funzione, l'unico di noi che ne dovrebbe percepire una è il sottoscritto che, fin dal giorno di insediamento come segretario, ha rinunciato e tuttora l'indennità di funzione è interamente versata al fondo per la povertà. Questo blocco era difficile.

C'era un altro blocco, che per noi era rilevante e che peraltro noi riusciamo a superare serenamente: quello della legalità. Noi non candidiamo condannati. Se qualcuno viene condannato in fase di incarico politico deve dimettersi. Presentiamo, prima ancora della proposizione delle liste, sia il casellario giudiziale che i carichi pendenti, quindi insomma per noi questo blocco è serenamente superabile. Invece ci siamo resi conto che il fatto di avere inserito all'interno della Giunta un condannato in via definitiva non è per voi una preoccupazione. Forse questo blocco ce l'avete più voi di noi.

Veniamo invece al blocco sostanziale che caratterizza la sua maggioranza ed è il blocco legato al possesso delle poltrone. Il possesso delle poltrone, di nuovo, non è un nostro grave problema, anche perché quelle che occupiamo non ce le facciamo pagare, ma è veramente interessante da questo punto di vista l'accordo che avete raggiunto con Rete Civica. In questo Consiglio, sin dalla prima sostituzione di un membro di questa maggioranza, cioè la sostituzione dell'ex collega Sorbara - sospeso collega Sorbara, non so come chiamarlo - con Giovanni Barocco, ha fatto sì che tutti gli incarichi in Commissione, per evitare di dover mettere mani sulle Commissioni del decaduto Sorbara siano stati affidati direttamente a Barocco, perché anche solo un minimo spostamento di poltrona rischia di disequilibrare questa maggioranza che poggia solamente su questi oggetti di arredamento. La stessa cosa è successa quando è subentrato all'ex collega Rollandin l'attuale collega Peinetti: di nuovo un subentro immediato. Abbiamo visto anche stamattina che l'eventuale ricomposizione delle Commissioni consiliari è argomento che questa maggioranza preferisce non affrontare. Questo perché? Perché l'attribuzione della poltrona è l'unica vera cosa che vi importi. È per questo che non avete superato il blocco che ponevamo noi, quello che si ricancellasse questa Giunta per ridefinire completamente i programmi di gestione e la scelta di chi occupa le poltrone, perché non siete in grado di affrontarla questa cosa. La cosa migliore per voi, l'accordo preferito per tutti è prendere tout court il programma che ha scritto per voi Rete Civica, controfirmarlo e impegnarvi a portarlo a termine, perché tanto del programma non vi importa niente. L'unica cosa che vi importa è che Rete Civica, che con straordinaria generosità vi ha consentito, è quello di conservare la vostra poltrona. Non dovete neanche preoccuparvi di realizzarlo il programma, senza peraltro spendere una lira, perché i tutori che vi aiuteranno a portarlo a termine non sono retribuiti, come ci ha detto il Presidente Fosson. Sulla scorta di questo, temiamo che la strada di questa maggioranza non sia particolarmente lunga e neanche proficua e che non porti gran bene ai valdostani.

Presidente - Altri? La parola alla collega Morelli.

Morelli (AV) - Dopo la verve dei colleghi dell'opposizione il mio intervento sarà sicuramente noiosissimo e me ne scuso in anticipo.

Venti giorni fa affrontavamo in Consiglio regionale l'abbandono della maggioranza presieduta dal Presidente Fosson da parte del collega Restano; un abbandono che era scritto nei fatti, non voglio ritornare su quanto già detto in quell'occasione, e che ha visto la sua formalizzazione nella seduta del 12 giugno. Vi è stato un ampio dibattito e da parte nostra vi è stata la presa d'atto della situazione che si è venuta a creare con molto realismo e, devo dire, con una certa tranquillità; sicuramente con un certo rincrescimento, ma anche con spirito realistico, perché così è, questa è la situazione.

Il governo Fosson - lo ha ricordato il Presidente - si è trovato a poter contare su 17 Consiglieri sicuramente coesi e compatti, ma senza la maggioranza assoluta necessaria. Contemporaneamente sull'altro fronte, quello dell'opposizione, che a quel punto numerava 18 Consiglieri, vi era però una condizione di frammentazione tale da impedire qualunque soluzione alternativa visto l'ordine sparso e variabile con cui i gruppi si muovono, credo che anche oggi, legittimamente peraltro, ci mancherebbe. È quindi questa condizione di essere a capo di quella che possiamo definire - è stata definita in tanti modi anche coloriti - una "maggioranza relativa" all'interno di questo Consiglio che ha legittimato l'agire del Presidente Fosson, incaricato di andare ad aprire delle consultazioni che andassero a verificare la presenza di possibili condizioni di condivisione programmatica con altri gruppi perché - forse è il caso di ricordarlo - questa è la modalità con cui ci si trova ad operare in un sistema come il nostro, che è un sistema proporzionale che non ha determinato una coalizione vincitrice alle elezioni, ma un insieme di gruppi consiliari più o meno numerosi, più o meno affini che devono ricercare un'intesa per formare una maggioranza. È cosa non semplice, sicuramente, bisogna trovare delle mediazioni, bisogna utilizzare il buonsenso e la ragione, fare qualche passo indietro, qualche volta mettere un po' da parte l'orgoglio, garantire pari dignità a tutte le parti. In sintesi, si tratta di esercitare il ruolo di rappresentanza democratica che gli elettori ci hanno affidato per evitare, quando e se questo è possibile, che l'azione amministrativa si interrompa, per evitare di portare alla paralisi la macchina amministrativa, a bloccare dossier importanti che comunque questo governo sta portando avanti, anche con la condivisione di gruppi di minoranza, di Consiglieri di minoranza. Per questo è necessario che ci sia da più parti la volontà di trovare delle convergenze, possibilmente su dei temi, con un atteggiamento di apertura e non viziato da pregiudizi. Bisogna avere la volontà di giocare un ruolo attivo, di metterci la faccia - come si dice in questi casi -, di assumersi delle responsabilità, ben sapendo che questo può essere per certi versi penalizzante sul piano immediato, sul piano prettamente elettorale. Ben sapendo, dicevo, che questo può ingenerare anche del malcontento, delle incomprensioni da parte degli elettori, come ad esempio vediamo che sta avvenendo a livello nazionale rispetto a movimenti e a partiti che da una posizione oltranzista di opposizione hanno invece scelto di diventare forza di governo. Rischio, questo, che non ha voluto correre il Movimento Cinque Stelle regionale valdostano, che ha preferito quasi farsi schermo dei suoi prerequisiti, dei suoi punti fermi, anche dando interpretazioni discrezionali delle leggi e questo devo dire che mi rincresce particolarmente, in un certo senso mi tocca; ne sono anche un po' dispiaciuta, ma poi, alla fine, que voulez-vous, chacun fait son choix!

L'approccio di Rete Civica è stato nel merito delle questioni diverso, è stato caratterizzato da un altro atteggiamento. C'è la presa di coscienza che c'è una crisi di governo e non vi sono molte alternative. Vi è la possibilità delle elezioni ma, giustamente, la domanda che ci si è posti è: andare a nuove elezioni in questo momento sarebbe veramente risolutivo di una situazione precaria nella quale si è trovata la nostra Regione? La risposta è quasi certamente no. Credo che ne siamo tutti consapevoli. Delle elezioni rischierebbero di ricreare lo stesso grado di ingovernabilità, di riprodurre la stessa situazione. È quindi necessario darsi degli obiettivi, tra i quali la riforma istituzionale, per affrontare nei tempi e nei modi necessari il completamento - e sottolineo "completamento" - del lavoro di riscrittura della legge elettorale che ha visto il Consiglio affrontare nei mesi scorsi un primo step, considerato più urgente e prioritario: quello relativo alla garanzia della segretezza del voto. Forse è il caso di ricordarlo, perché ci sono state interpretazioni anche un po' ambigue ed equivoche.

Abbiamo letto negli organi di informazione che "la legge è tutta da rifare". Insomma, una legge che è stata votata da poco adesso è già da rifare, bisogna già rimetterci mano. Non è così. Forse è il caso di ripeterlo ancora una volta, anche se lo abbiamo già detto. Ci si era presi l'impegno di affrontare la questione della segretezza del voto e lo si è fatto attraverso la preferenza unica e la stabilizzazione dello spoglio centralizzato che - come tutti ricordiamo - era sperimentale.

La seconda fase è quella della governabilità, quindi noi non intendiamo smentire o disconoscere la legge elettorale che abbiamo votato pochi mesi fa, non è tutto da rifare, è necessario completare il lavoro. Per fare questo ci diamo il tempo necessario, niente di più e niente di meno, così come per raggiungere altri obiettivi che sono esplicitati nel documento. La particolarità - qui dissento dalle interpretazioni della minoranza - e la serietà di questo accordo sta nel fatto che ci sia un cronoprogramma verificabile per tutti, dove si enunciano punti precisi, non sono assolutamente principi generici. È sufficiente andare a leggerne alcuni. Riforma istituzionale: è un punto chiarissimo. Norma di attuazione sulle acque: altrettanto. Linee guida di contrasto al cambiamento climatico: se vogliamo, questo è meno concreto, ma è comunque un punto estremamente qualificante. Il collega Aggravi faceva un passaggio ironico su questo aspetto green. Se il Consiglio regionale non si rende conto che la nostra Valle deve diventare green... ma mi sembra che se ne sia già reso conto, perché ha votato all'unanimità una mozione importante sul fossil fuel free. Approvazione legge regionale per la mobilità sostenibile: è una legge, non è un principio. Piano delle politiche del lavoro. Norma di attuazione in materia di politiche di inclusione: anche questa è una norma. Valutazione dell'assetto organizzativo: questa è una valutazione, diciamo che è un po' più impalpabile. Ampliamento delle esenzioni dal pagamento dei ticket sanitari: questo è un fatto concreto (gennaio 2020). Nuovi criteri per rendere più attrattivo il sistema sanitario regionale: anche qui ci vorrà una legge (gennaio 2020). Programma strategico ferrovia, luglio 2019, direi che è quasi cosa fatta. Non voglio tediarvi oltre con la lettura dei punti. In sintesi - mi avvio alla conclusione - non sono dichiarazioni di principio, sono obiettivi puntuali. Crediamo che questo sia l'importante.

Le polemiche su chi non vuole lasciare la poltrona le conosciamo, si lasciano anche dire. Non è questo che ci preoccupa. Qualche collega le evoca sempre con un gusto particolare, ma sì, ci sta, facciamo tutti politica, ognuno ha il suo stile, così come la polemica su quanto siano stati o meno coinvolti i nostri movimenti. Io credo che ogni movimento ha i suoi riti, le sue dinamiche e ogni gruppo consiliare attende a quello che è il lavoro di collegamento fra l'eletto e il suo movimento di appartenenza. Sicuramente là dove gli eletti coincidono con il movimento, mi sembra che a quel punto in quella situazione non ci siano problemi di comunicazione, decidono direttamente. Comunque la politica è un work in progress e il risultato è la ratifica unanime dell'accordo espressa ieri sera da tutti i movimenti. Qualcuno ha fatto della filosofia sul fatto che non fossero approvazioni ma prese d'atto. Francamente poco ci importa. Credo che il documento firmato oggi e i comunicati emessi dai movimenti parlino chiaro.

Il documento che contiene i reciproci impegni è la risposta ad una situazione contingente che i sottoscrittori, i 17 Consiglieri autonomisti della maggioranza Fosson e i 2 rappresentanti di Rete Civica hanno deciso di sancire insieme con pari dignità, senza disconoscere i loro rispettivi percorsi, con la volontà di valorizzare ciò che accomuna piuttosto che esacerbare ciò che divide. Sarà sicuramente un percorso impegnativo - ci sarà da lavorare - caratterizzato dai molti impegni e dalle molte scadenze indicate per portare a compimento gli obiettivi che ci auguriamo possano essere l'oggetto di un confronto costruttivo con tutte le forze presenti in Consiglio e in questo senso apprezziamo l'apertura al confronto della collega Pulz sulla serietà e sull'affidabilità dei colleghi Alberto Bertin e Chiara Minelli. Credo che non ci siano dei dubbi. Hanno dimostrato nel tempo la loro enorme capacità di lavoro e di elaborazione. Sicuramente il gruppo di Alliance Valdôtaine farà la sua parte.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi per fatto personale.

Aggravi (LEGA VDA) - Volevo soltanto precisare che l'utilizzo del green era per caratterizzare e colorare il guru che ha ispirato l'accordo. Assolutamente non per parlare contro a provvedimenti che ho anche votato e che rivoterò. Parlavo del guru green giacobino.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Come molti esordiscono spesso, non volevo intervenire, ma poi mi è venuta in mente da legale una cosa, anche se ogni tanto qualcuno mi accusa di fare l'avvocato qua dentro. Credo sia importante, ma la dirò alla fine. Nella conferenza stampa di oggi di Rete Civica, così come nella presentazione del Presidente Fosson odierna, l'aggettivo più usato è stato "anomalo". Già questo è molto significativo, immagino, anche per chi ci sente da fuori, perché effettivamente è una situazione molto anomala quella di un governo che, di fatto, è di minoranza e che trova un sostegno, ma non entrando in maggioranza da parte di un altro partito, di un altro gruppo, attraverso questo che è stato definito dal Presidente "accordo amministrativo programmatico". Ebbene, abbiamo fatto chiaramente una legge a febbraio salutata con tanta soddisfazione, perché quello poteva essere un punto di arrivo, per carità, ma comunque già un punto significativo per arrivare poi eventualmente - come già si poteva immaginare, vista la situazione politica precaria - a nuove elezioni. Attualmente naturalmente adesso è diventato un pretesto per dire che non è sufficiente, perché è evidente che quella legge non consente la governabilità.

Come dice correttamente la collega Pulz, vorrei sapere quale sia la legge perfetta per garantire la governabilità, perché a mio avviso non ne esistono in natura. Devo poi fare un'annotazione alla collega Pulz, che dice sempre cose anche molto interessanti, però, quando lascia da parte un attimo la questione celebrale per passare a quella del cuore e viene travolta da questa ondata fascista e leghista, le fa perdere un po' il lume della ragione, a mio avviso, con tutto il rispetto. Forse era Kierkegaard, il filosofo danese, che aveva il problema di distinguere il bene dal male. Non siamo noi il male, glielo giuro, anzi, forse in questo momento siamo probabilmente un po' la salvezza. Questo lo hanno capito gli elettori, non tutti ancora gli altri politici, ma questo è normale.

Avete creato questa forma inusuale di nuovo governo. Io devo fare i miei complimenti a Rete Civica, naturalmente, che ha saputo cogliere la palla al balzo, perché di fronte ad una situazione di grave difficoltà da parte dell'attuale governo regionale ha approfittato e naturalmente, invece che far solo legge elettorale, spera addirittura di fare un intero programma di governo di un'intera legislatura. Quello che abbiamo letto praticamente è un cronoprogramma in cui - come diceva correttamente la collega Spelgatti - manca la pace nel mondo e poi siamo a posto. C'è praticamente tutto. In realtà poi, da legale, a me sembra tanto invece che questa situazione sia un po' un approfittamento di uno stato di bisogno. C'era qualcuno ormai disperato, è arrivato qualcun altro che ne ha approfittato e ha detto: "Allora guarda, ti carico sopra tutti questi argomenti e o fai questo o sennò te ne vai a bagno".

Io credo che qui debba essere presa come impegno una cosa fondamentale dall'attuale Governo e dall'attuale Presidente. Ho sentito la collega Minelli che, sempre con i suoi toni, cerca di smorzare il tutto, e dice: "Abbiamo un cronoprogramma, ci sono dei termini precisi, faremo questo". Qui viene fuori l'avvocato. Il problema non è tanto la norma o l'impegno, è la sanzione. Se poi non lo fate? Se non rispettate tutti questi termini dove è scritta la sanzione? Che impegno ha preso, Presidente Fosson? Perché non ci ha detto che, se non lo fa, o se sgarra anche solo uno di questi termini, lei si dimetterà? Questo noi vogliamo sentire oggi, perché altrimenti qui facciamo sempre le solite chiacchiere inutili. Tanto ci sarà sempre il motivo per dire, come per la legge elettorale: "Ma tanto questa non consente la governabilità". Dobbiamo fare un altro pezzettino di legislatura, dobbiamo andare ancora avanti. Noi siamo stufi di questo, e soprattutto i cittadini fuori, perché voi sentite i cittadini che dicono che hanno bisogno di stabilità. Noi sentiamo tutti gli altri - che probabilmente sono la maggioranza, visto che votano noi - che invece hanno capito benissimo qual è la manovra: quella appunto di rimanere al governo nonostante tutto. Ancora una volta vi dico, io personalmente - ma credo di poter condividere questo con tutto il mio gruppo - e vogliamo sapere, se saltate anche uno solo di questi termini, cosa farete. Questo prendetelo come impegno, tanto non riuscirete mai a realizzare tutto il cronoprogramma, lo sappiamo tutti.

Presidente - Ci sono altre richieste? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Ci sono per fortuna dei giornalisti che sono più bravi e più aggiornati di me, perché si ricordano che questa è la nona maggioranza in sei anni. Penso che saremo sicuramente non invidiati dai cittadini valdostani, ma avremo sicuramente un record difficile da battere: quello di aver avuto la nona maggioranza in sei anni.

Questa volta qualcosa di anomalo è successo, nel senso che prima, quando nasceva una nuova maggioranza, c'era un timido tentativo di percorso politico per giustificare eventualmente il perché e il percorso a cui si andava incontro. Poi è chiaro che le maggioranze che si sono succedute sono sempre state frutto di saltimbanchi, contorsionisti, come li ho già chiamati nella precedente legislatura, però c'era sempre alla base quantomeno un timido percorso politico fatto dalle forze politiche, chiaramente. Questa volta è successo qualcosa di diverso. Mi dispiace che non ci sia la collega Morelli che ha detto: "poco importa se i partiti non sono stati coinvolti", ma non lo dico io, lo dicono gli organi di stampa, lo dicono... i Consiglieri snobbano i partiti per chiudere l'accordo con Rete Civica, nelle trattative i partiti sono snobbati. In un partito da cui mi onoro di provenire negli anni, che è stato sempre un esempio riguardo alla correttezza nell'individuazione di percorsi politici molto importanti, che è l'Union Valdôtaine, normalmente queste decisioni così importanti, nelle nascite di nuove maggioranze, erano sempre decise nel Conseil Fédéral. Stavolta si è deciso di convocare un Comité. È stata una presa d'atto, come qualcuno dice, o una presa visione, comunque è mancato questo confronto politico. Se poi a qualcuno poco importa, per carità. Questo perché? Perché è nata una maggioranza di palazzo mascherata da un titolo accattivante. Indubbiamente siete stati bravi nello scrivere "reciproci impegni per una collaborazione mirata". Penso che i valdostani abbiano sicuramente capito cosa c'è alla base di questo percorso. Anche i vostri partiti, i movimenti hanno capito e, tra lo sdegno dei valdostani, un po' di imbarazzo e una presa di distanza dei vostri partiti e movimenti, è nata questa nuova maggioranza. Sono anche convinto che la maggior politica è quella che si erge a paladino del pensiero e a tutela del bene assoluto dei valdostani in questo caso, però è quella politica che poi alla fine toglie ai valdostani una conquista assoluta, importante: la possibilità di esprimersi tramite il voto. Per cui, dietro al bene dei valdostani, all'ingovernabilità e a quant'altro, l'importante è che non si torni a votare. Allora è chiaro, io dico, il percorso è palese. Invece di avere tre paginette e mezzo, basta un punto. Tiriamo a campare, non lo so, stile sopravvivenza, come volete! Comunque non era importante questo.

Io penso sia più importante questa "intesa anomala", e prendo le parole del collega Bertin in conferenza stampa, quando dice che Rete Civica è tecnicamente in maggioranza ma politicamente no. Stratega, grande stratega. Poi prendo il programma elettorale di Impegno Civico, per cui è nata questa volontà di fare il bene dei cittadini e dare governabilità, il cui punto 7 ti dice: "Riforma legge elettorale. La legge elettorale con la quale stiamo andando al voto è profondamente iniqua. Ci adopereremo per apportare le seguenti modifiche: preferenza unica, possibilità di esprimere una seconda preferenza solo se di genere diverso, presenza in lista di almeno il 40 percento di ognuno dei due generi, elettorato passivo a 18 anni, abbassamento della soglia di sbarramento al conseguimento di un seggio pieno, definizione del numero necessario di firme a presentare la lista (300)". Per essere coerenti con l'impegno con cui vi siete presentati, l'unico punto è quello dell'abbassamento della soglia, per cui se c'è ingovernabilità adesso dove la soglia è di due, immaginatevi abbassando la soglia che casino verrà! No, io dico, se è questo il sistema, aveva ragione Andreotti, che era un mago. Lui a suo tempo diceva, non a caso, che la gratitudine sottintesa degli elettori è il sentimento del giorno prima. Io la modificherei: io direi che la gratitudine agli elettori è quella del giorno prima.

Detto questo, volevo entrare un attimo in quello che dovrebbe essere il futuro radioso che accompagna la Valle d'Aosta. Prima cosa che mi viene da pensare è che il confronto previo, prima di assumere atti rilevanti, vale per il Governo, per cui mi rivolgo al Governo chiaramente, sul dossier "problematiche sensibili" come: Casinò, CVA, Piano tutela delle acque, impianto idroelettrico, collegamenti funiviari e intervallivi, riforma del turismo. Se su queste cose dovete ancora parlarvi e mettervi d'accordo, non so se davvero il bene dei valdostani è alla base di questa intesa!

Arriviamo poi a quello che qualcuno ha chiamato "insegnanti di sostegno" e che io chiamo "accompagnatori di sostegno", perché penso che davvero, invece di ampliare l'Esecutivo in questo caso, si è deciso di affiancare un accompagnatore di sostegno almeno ad ogni Assessore. È un record, sicuramente non è mai successo. Spero che almeno gli Assessori si siano riservati la facoltà di dire: "Datecene almeno tre, ne scegliamo uno noi" nel senso di avere un minimo di spoglio, perché se dovete pure prendervi i sei santoni che vi calerà Rete Civica, auguri a voi, sono preoccupato per il destino della Valle d'Aosta! Su questo non c'è ombra di dubbio.

Per quello che riguarda invece il futuro della Valle d'Aosta sono un po' preoccupato, perché se il tessitore, il regista dell'operazione è quella persona - come è stato detto da più parti, e lo abbiamo visto anche in Conferenza - che voleva toglierle le funzioni prefettizie, caro Presidente Fosson cominci a preoccuparsi, e i valdostani di seguito! Non dormirei tranquillo neanche al posto dell'Assessore Testolin, perché troppi soldi trasferiti dallo Stato era un diktat, un pensiero del regista. Torno a dire: noi siamo stati bravi, vi abbiam lasciato il tesoretto, probabilmente qualcuno andrà a Roma per dire: "No, la Valle d'Aosta ha troppi soldi, troppi soldi". Ho provato a non drammatizzare questa situazione perché, al di là di tutto, è nata una nuova maggioranza.

Mi dispiace però una cosa, e mi rivolgo al collega Bertin con cui ho fatto un percorso assieme. Le riconosco che comunque, al di là di tutto, nella sua azione politica c'è sempre stata una grande coerenza. Stavolta non riesco a capire qual è stata la scelta che l'ha portata in un percorso del genere. Quando i Guichardaz o i Donzel o questa gente qua l'altra legislatura hanno fatto altre scelte... i nostri colleghi, io parlo dell'UVP e i suoi colleghi di ALPE hanno fatto altre scelte, ci siamo sempre parlati, guardati in faccia e detto che erano dei percorsi per noi - parlo personalmente - ingiustificabili. Non so cosa è successo, ma davvero vorrei capirlo, perché ognuno, al di là delle scelte del proprio partito e del proprio movimento, ha una faccia con cui deve presentarsi ai suoi elettori.

Presidente - Altri? Se non ci sono altri iscritti, possiamo considerare esaurito il punto. Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Riprendendo quanto è già stato detto, effettivamente nella conferenza stampa o anche durante gli interventi fatti oggi in Aula, la parola più utilizzata è stata: "questa è un'intesa inusuale, un'intesa anomala con un importante profilo politico", così è stata definita. In effetti il percorso per arrivarci - è stato detto qua in Aula - è stato inusuale. Lo hanno detto i responsabili dei movimenti quando hanno commentato il fatto di non essere stati interpellati e hanno dichiarato di aver preso atto dai pourparlers. I pourparlers che sono stati fatti dal Presidente con i gruppi consiliari non sono degli accordi. È venuto a mancare quel dialogo, quel confronto che sta alla base degli intendimenti del Governo e del Presidente. È venuto a mancare il famoso "metodo". Forse è quello che è mancato in Pour Notre Vallée quando non si è ascoltata la volontà della maggioranza dell'Assemblea. Mi sembra che Pour Notre Vallée non si sia espressa neanche in questa occasione. Nei nove firmatari ho qualche amico che mi ha detto che non è stato convocato, lo ha deciso un gruppo ristretto. Evidentemente l'impronta è stata data: questa è l'impronta e questo è il confronto. È un'intesa fra gruppi che, secondo me, è legittima. Ci sta, ma assolutamente non la si può definire trasparenza, confronto, nuovo metodo, volontà di apportare questo cambiamento o di addivenire a quel confronto che nei precedenti sei mesi prima evidentemente è mancato, come già detto dal Presidente, durante il suo intervento.

Sicuramente è anomalo il fatto di affiancare alla Giunta - come è stato detto - dei navigator. In conferenza stampa i giornalisti lo hanno definito un "governo ombra". Sicuramente una cosa è chiara: è chiara la svolta di questa maggioranza con l'entrata di Rete Civica all'interno della maggioranza in maniera organica. Possono cercare di smentirlo in tutte le forme, ma è un intervento organico. C'è stata una svolta politica, un cambiamento politico. È difficile da comprendere, perché affiancare ciò che rappresenta Rete Civica a quelli che sono gli ideali di alcune componenti del governo e dello stesso Presidente viene difficile comprenderlo. Però ritengo onestamente che sia una cosa che si possa fare e che il governo debba essere giudicato sui fatti, sul suo operato. Questo ci porta a fare alcune considerazioni in merito al programma.

Anche il programma risente di questa svolta politica. Direi che è la vittoria di Rete Civica politicamente, perché, senza ricatti e senza compromessi, è arrivata ad imporre la propria idea. La leggiamo e qualche dubbio ce l'ho quando andremo a parlare di collegamento intervallivo, di costi e benefici su certe opere, quando forse si parlerà del collegamento rapido con Parigi attraverso il treno. Fa parte di altri programmi elettorali. Mi chiedo cosa siano questi "studi di fattibilità", se devono essere nel nuovo senso della parola, quindi vecchi preliminari o solo uno studio superficiale. Questo è importante saperlo, perché è un impegno diverso per la pubblica amministrazione. Se è solo il vecchio studio di fattibilità, ne abbiamo visti tanti, mentre un preliminare è altra cosa. È importante parlare della ciclovia, è soprattutto importantissimo soffermarsi sulla salute. Sono solo dei punti messi lì, non sono declinati, quindi è difficile comprendere dove si vuole arrivare. È difficile comprendere quale sia il progetto, ma sovente i programmi sono così; siamo abituati a vederli in questa maniera. Non leggiamo nulla sull'agricoltura, soprattutto non leggiamo nulla sulla trasparenza, e questo è un dato importante. Poco fa abbiamo parlato di CVA. La CVA, nelle sue componenti manageriali, è oggetto di quelle famose "compensazioni", che non sono ricatti ma sono compensazioni, sono accordi politici. Io non vorrei che andassimo a naufragare su queste famose compensazioni. Qua abbiamo dei re incontrastati, dei Maradona delle compensazioni. Signori miei, proprio in riferimento al tema di poc'anzi, sarebbe bello applicare la trasparenza su queste nomine, fare degli avvisi pubblici come proposto dai colleghi che hanno presentato la risoluzione, perché proprio queste nomine ed altre ancora andranno a definire il futuro assetto di società che contribuiranno a costruire il futuro della Valle d'Aosta. Se sono figlie di piccoli accordi, si porteranno molto male e ne abbiamo alcuni esempi all'interno di questo Consiglio. Su questo sarebbe bello confrontarsi e credo che ci confronteremo. Quanto abbiamo votato prima non mi fa presagire nulla di buono, come lo stesso atteggiamento in Commissione quando ci sono state negate delle audizioni, cosa mai avvenuta. Se questo è nuovo dialogo, possiamo rinunciarvi.

Auguro comunque un buon lavoro alla maggioranza e spero che riescano ad ottenere dei buoni risultati. Sicuramente tiferemo per loro affinché riescano ad arrivare questi risultati, perché se ci arrivano fanno veramente l'interesse della Valle d'Aosta in un solo anno.

Dalle ore 18:46 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - Collègues, s'il vous plaît... La parole à la Présidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Buonasera, colleghi. Io credo che due parole siano doverose, vista la giornata e visto l'argomento politico che è all'ordine del giorno.

Per il Front Valdôtain, che si è riunito diverse volte, abbiamo avuto modo di discutere in queste ultime giornate anche in maniera molto accesa; questo credo sia frutto di una voglia di partecipare, di esserci e non può che farci piacere. Esiste una vera solida e urgente priorità, che è quella - lo dico senza nessuna paura, senza nessun timore - di garantire davvero stabilità e governabilità. Perché? Perché le valdostane e i valdostani hanno bisogno di risposte, meritano delle risposte. Le risposte possono arrivare solamente dalla programmazione. La programmazione può arrivare soltanto dalla stabilità e dalla lungimiranza dello sguardo che può avere un governo regionale. Per questo, per noi, in questo momento, è fondamentale andare a cambiare le regole del gioco.

Vi chiedo (e mi allaccio a quanto ha detto il collega Gerandin, che ha ricordato che questa è la nona maggioranza in sei anni): vi è piaciuto, ci è piaciuto, è piaciuto ai valdostani quello che abbiamo visto in questi ultimi sei anni? No. E guardate, lo dico con tutta la sincerità e la franchezza: io mi prendo le mie responsabilità, perché siedo in quest'Aula e ho seduto in quest'Aula in questi sei anni. Ognuno di noi 35, di questa legislatura e della passata legislatura, si deve assumere le proprie responsabilità. Detto questo, io credo che la nostra priorità, visto che ricordo siamo stati eletti un anno fa... su questo consentitemi solo due parole, poi capisco che ognuno ovviamente gioca la sua partita politica. Non abbiamo sfondato le porte di Palazzo regionale qualche settimana fa e abusivamente siamo entrati in questa Sala. Siamo stati eletti democraticamente dopo una campagna elettorale, peraltro con una legge elettorale che per la prima volta nella nostra storia garantiva anche l'assoluta segretezza del voto. Questo per dire che non è che qualcuno si è appropriato di ruoli, di posizioni o di elezioni senza un voto democratico avvenuto - come dicevo - solamente un anno fa. Detto questo, dicevo che noi ci dobbiamo prendere la responsabilità. Devo dirvi che ci sono rimasta male quando visto che sotto l'impegno di modificare le regole del gioco non ho visto e non ho trovato 35 firme. Mi riallaccio a quello che dicevo prima e che à tour de rôle l'abbiamo vissuto tutti, chi prima, chi dopo, chi in ruoli differenti. Credo che dobbiamo e abbiamo la responsabilità di fare in modo che quello che è accaduto non si ripeta.

È vero, l'elezione diretta del Presidente della Regione non è sicuramente la panacea di tutti i mali, ma è ad oggi l'unica strada che può garantire una stabilità di governo. Qua, collega Gerandin - non perché voglio sempre rispondere a lei, perché alla fine mi stimola positivamente -, lei ha detto: "Abbassiamo la soglia, quindi creiamo ancora più ingovernabilità". Eh no, collega Gerandin! Sarebbe vero se fosse limitato all'abbassamento della soglia, invece l'abbassamento della soglia è collegato all'elezione diretta del Presidente della Regione. Con l'elezione diretta, quello che è accaduto in questi ultimi sei anni, non può più accadere, perché non si può più essere tenuti sotto scacco dal fantomatico diciottesimo di turno - e, ripeto, ognuno di noi si deve assumere le proprie responsabilità -, perché a casa il Presidente, a casa tutti.

Nelle altre Regioni ci guardano stupefatti perché dicono: "Avete di nuovo cambiato Presidente?". Ho occasione di andare alla Conferenza e mi dicono: "Ma di nuovo? Come mai voi non avete l'elezione diretta del Presidente della Regione?". Per noi, quindi, vi dicevo, lo stupore è di non vedere queste 35 firme in fondo alla proposta di poter dare... Aspetto con ansia il giorno che quel provvedimento arriverà in quest'Aula. Chiederò ai colleghi perché si può essere contrari a questa previsione che è ad oggi l'unica che ci può garantire il non ripetersi di ciò che è accaduto, a meno che a qualcuno queste situazioni possano fare comodo.

Credo che non abbiamo di certo paura di andare a elezioni e, come rappresentante del Front Valdôtain, lo posso dire con tutta tranquillità. A livello mio personale, vista la legge elettorale, e a livello di movimento, credo che avremo tutta la convenienza invece ad andare a votare, ora. Vi chiedo però davvero cosa cambierebbe. Nulla. Questa è la serietà che vogliamo dare a chi ci ha dato la fiducia - lo ripeto - meno di un anno fa ormai. Credo che davvero, al di là dei facili slogan, si debba tornare con serietà a provare a dare delle risposte. La prima che chiedo è quella di poter creare questa sorta di "costituente" che possa cambiare queste regole del gioco, che possano metterci nelle condizioni - come dicevo prima - di dare esempi migliori e di poter avere un sistema più efficiente.

Il collega Restano ha parlato di "svolta politica". Adesso non è in Aula... ma collega Restano, lei sicuramente e volutamente fa questa confusione, queste svolte. Lo ha detto molto bene chi mi ha preceduto: si tratta di un accordo sui punti. Io ho parlato del punto che interessa al movimento a cui faccio riferimento. Collega Restano, lei in passato ha governato anni con la sinistra, ha fatto l'Assessore la sua prima volta per quei sette mesi, mi pare, e lo ha fatto sostenuto da un collega, anche un amico, con cui ha lavorato, che è Padovani e che non è sicuramente l'espressione di una destra o di un centrodestra. Credo che non ci si debba stupire per le azioni degli altri. Ognuno deve guardare le proprie, tanto più quando quel governo - se non ricordo male - era frutto di un'alleanza politica. Quello che parte oggi è un percorso che ha delle date, delle scadenze, degli impegni. Saranno i valdostani e le valdostane a valutare se e come questi impegni sono stati portati a termine. È un accordo che, per quello che ci riguarda, ovviamente non ha una base, una matrice politica, poiché politicamente abbiamo vedute diverse. Ha semplicemente una base amministrativa e, così come il mandato che ho ricevuto è molto chiaro, noi analizzeremo i punti di volta in volta e li valuteremo singolarmente come verranno declinati ovviamente nel dettaglio, coerentemente con gli obiettivi che abbiamo elencato nel nostro manifesto d'intenti.

Ricordo che l'elezione diretta del Presidente della Giunta era ed è uno dei capisaldi del manifesto d'intenti del Front Valdôtain. Concludo dicendo che per il Front Valdôtain è occasione anche per rinnovare la fiducia, soprattutto alla luce della serietà. Io questo termine lo voglio sottolineare e dargli tutto il valore e la valenza che ha, la serietà dimostrata in questo delicatissimo momento dal Presidente Antonio Fosson.

Président - La parole au collègue Marquis.

Marquis (SA) - In queste occasioni si dicono negli ultimi anni sovente le stesse cose à tour de rôle. Ci si è trovati da una parte piuttosto che dall'altra.

Credo che alla base di tutto occorra fare una riflessione su come siamo arrivati in Consiglio regionale: siamo arrivati con un'elezione che deriva da una legge di tipo proporzionale, una legge che ha creato una situazione molto frammentata, quindi nessuno più di altri è stato legittimato a governare. Per garantire e dare governabilità alla nostra regione, così come ci è stato chiesto dai cittadini che ci hanno sostenuto, occorre confrontarsi all'interno dell'Aula attraverso il confronto, attraverso una capacità di mediazione. Occorre trovare delle sintesi e limare le proprie posizioni personali per creare una situazione che possa essere utile per il governo della propria Valle.

Credo quindi che sia importante avere capacità di mettersi in gioco. Sotto questo profilo devo dire che i colleghi Bertin e Minelli hanno dimostrato grande senso di responsabilità in questa occasione, più di ogni altro, perché hanno avuto la capacità di confrontarsi con coloro che avevano l'attitudine a cercare soluzioni comuni. Io penso che sia sbagliato profondamente mantenere il mantra del rispetto delle parole che si sono dette a suo tempo con gli elettori, ma attenzione, le posizioni più radicali per poter mantenere quel consenso. Io credo che bisogna avere anche la capacità di rinunciare a un po' di consenso per il bene comune. Questo lo abbiamo visto anche a Roma: ci sono delle forze al governo, ad esempio i Cinquestelle, che hanno saputo rinunciare a dei voti per senso di responsabilità dello Stato. Hanno dimezzato i loro consensi per un obiettivo che pensavano sano, che pensavano dovesse essere il bene della comunità.

Ho sentito delle considerazioni sulla modalità di formazione di questa squadra, abbiamo detto che è stata un po' anomala. È anomala fino ad un certo punto però, perché io posso dire al collega Gerandin, che è intervenuto prima, che è un'esperienza che abbiamo già vissuto nel 2017. Lui era presente tecnicamente ma non politicamente, appoggiava la nostra maggioranza con il governo che ho avuto l'onore di presiedere. È quindi un precedente che ritrovo proprio in quella circostanza. Anche allora, per senso di responsabilità, due o tre colleghi Consiglieri hanno trovato la capacità di confrontarsi.

A mio avviso, innovativi sono anche il metodo e le modalità con cui è stato definito questo accordo. Sono stati definiti con coraggio degli obiettivi e dei tempi. Credo che questo sia un senso di responsabilità di fronte all'opinione pubblica, il coraggio di mettersi in gioco superando le solite chiacchiere dicendo: "Vogliamo fare queste cose e su queste ci misuriamo". Ci siamo presi un impegno, ce lo prendiamo davanti a tutti i valdostani in quest'Aula, ci mettiamo in gioco perché riteniamo che ci siano delle questioni da risolvere.

Il collega Sammaritani, facendoci l'analisi di questa situazione, ci ha detto: "Però ci possono essere anche delle situazioni in cui gli obiettivi non si raggiungono". Io credo che se noi aspettassimo questo ragionamento e lo facessimo a Roma ci sarebbe qualcuno che avrebbe già preso l'ergastolo. Mi ricordo quando in campagna elettorale il buon Salvini diceva: "Primo Consiglio dei Ministri, cinque minuti, toglieremo le accise sulla benzina". Le accise ci sono ancora tutte e, probabilmente, aumenteranno ancora. Anche lui ha fatto tutto il possibile, ha preso degli impegni, ma credo che non sempre sia riuscito a raggiungere gli obiettivi. La Flat tax doveva essere un obiettivo concreto, adesso vedremo quando arriverà. Chiederemo poi a voi qual è la sanzione che bisognerà comminare al Governo qualora non si riesca raggiungere l'obiettivo.

Credo che amministrare significa assumersi una responsabilità. È sicuramente facile, ci prendiamo questo impegno, accettiamo la sfida e lo facciamo nell'interesse della nostra comunità, perché l'interesse della comunità non è andare una volta ogni sei mesi al voto, ma è avere la capacità di confrontarsi una volta completato il percorso elettorale e trovare le mediazioni che la politica richiede. Questo è per un obiettivo più alto: quello dello sviluppo e del benessere della nostra realtà territoriale.

Président - La parole au collègue Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Vedo che da qualche parte dell'Aula fa particolarmente caldo, perché si agitano fogli come fossero ventagli. D'altra parte la temperatura è torrida, quindi il caldo lo patiamo tutti.

Che dire di queste giornate? Mi verrebbe un pochino da dire: "Benvenuti al festival dell'ipocrisia", perché ad un certo punto, dall'intervento che mi ha appena preceduto, mi aspettavo quasi di sentir dire: "Per senso di responsabilità occorre anche sapersi rimangiare le parole". Se già la scorsa maggioranza l'avevo definita "la maggioranza dei revenants", ora, pure se rimane nell'ombra, un altro revenant fa sentire la propria presenza e abbiamo avuto modo di constatarlo nella conferenza stampa di questa mattina. La nuit valdôtaine continua con nuovi e vecchi protagonisti. È di ciò che avevamo bisogno? Collega Bertin - adesso non lo vedo, ma comunque sicuramente sentirà -, mi perdoni, ma anche per il fatto di essere stato da lei contattato nel mese di febbraio/marzo 2018 per far parte della lista che stava realizzando, mi permetto di dirle che questa pirouette, degna dei più abili funamboli, mi ha lasciato del tutto sconcertato e deluso.

Che dire poi delle contraddizioni e dell'imbarazzo del Presidente Fosson, interrotto in una recente conferenza stampa da due aitanti Assessori accorsi in suo soccorso per rispondere ai giornalisti? Ho l'immagine dell'estrema debolezza quando fu richiamato, sempre da uno dei precedenti Assessori, per rispondere a tono alla collega Spelgatti che invero aveva alzato un po' i toni. Anche ora, Presidente, quando ci dice che i movimenti hanno validato questo percorso amministrativo, lo afferma davvero con convinzione? A noi è parso di leggere che ne abbiano preso atto, "validato" è un'altra cosa.

Volevo tornare un attimo al programma di Impegno Civico del 2018, presentato e sottoscritto da Elio Riccarand. Nel 1978 Luis de Jyaryot cantava "Trente ans d'autonomie". Nelle premesse del programma di Impegno Civico viene ricordato: "Trent'anni di floridezza finanziaria senza eguali e l'ampia autonomia legislativa non sono stati impiegati, salvo in pochi casi, per effettuare investimenti strategici fondamentali per il futuro della Valle d'Aosta, dalla ferrovia ad un nuovo ospedale, e per promuovere uno sviluppo diffuso basato sulla valorizzazione delle risorse del territorio, ma per radicare un'economia assistita, funzionale al controllo politico, la creazione di una tentacolare rete clientelare al mantenimento dei privilegi per pochi sconfinando nel malaffare e nella corruzione. I fautori di questa débâcle sono gli stessi che non intendono assumersene la responsabilità, che non sanno proporre altro che vuoti richiami alla difesa dell'autonomia, un'autonomia che non è tanto sotto attacco dall'esterno, quanto profondamente minata dall'interno. Si pensi all'epilogo dell'ultima legislatura con sei diverse maggioranze, tre Presidenti di Regione, sei Consiglieri condannati, decine di inquisiti e un sostanziale immobilismo amministrativo.

Colleghi Minelli e Bertin, vorrei semplicemente credervi e vi auguro buon lavoro, ma ho difficoltà a credere che voi stessi crediate in voi stessi.

Président - J'invite les collègues à se réserver. La parole au collègue Bianchi.

Bianchi (UV) - Intervengo e permettetemi di fare alcune precisazioni.

Alcuni miei colleghi intervenuti prima hanno fatto una fotografia della scorsa legislatura e di questo inizio legislatura: nove maggioranze. Sì, sì, è vero, ci sono state nove maggioranze. Visto che molti dei Consiglieri che siedono qui dentro devono farsi un'autocritica su queste nuove maggioranze, molto probabilmente si devono chiedere perché, probabilmente non funziona qualcosa. All'interno del Consiglio regionale ci sono 11 partiti o movimenti su 35 Consiglieri. Sicuramente questo non aiuta a formare delle maggioranze che possano amministrare con tranquillità e dare delle risposte ai valdostani. C'è stata una crisi politica con un governo a trazione leghista, dove chiaramente - qualcuno lo ha ricordato -, dopo varie dimissioni fra Assessori, Presidenti di Commissione e via dicendo, siamo rimasti lì in 11 o 12 Consiglieri ad amministrare per qualche mese. Nessuno però è corso per dare un apporto a quel governo!

Oggi c'è stata una crisi politica dove il diciottesimo - chiaramente per ragioni magari importanti per lui, per noi meno, ma non voglio entrare nel merito - ha lasciato la maggioranza e si è aperta una nuova crisi. Altre forze politiche si sono volute sedere al tavolo per valutare, per vedere se questa legislatura poteva continuare. Si è trovato un accordo che qui dentro è stato sottolineato come "anomalo", lo abbiamo anche scritto, ma perché non volevamo copiare l'accordo che c'è a livello nazionale. È un accordo di due forze politiche, molto probabilmente molto diverse tra loro, però hanno deciso di mettersi insieme per provare a dare delle risposte agli italiani. Poi gli italiani giudicheranno se queste risposte sono arrivate o no. Oggi cosa si è fatto? Même chose, stessa cosa: ci si è seduti ad un tavolo, si è parlato di un programma, si sono discussi argomenti che chiaramente sono importanti per noi, ma che lo sono molto di più per un'altra parte politica. Come dicevo, ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo scritto un accordo politico dei gruppi consiliari. È stato detto da parecchi, anche dall'ultimo che è intervenuto... Non faccio nomi, perché sennò poi ci sono le questioni personali e non voglio tirare questa storia avanti per ore, ma principalmente i movimenti si sono espressi, magari discutendo.

Mi permetta però, Gerandin, il suo nome lo faccio: sì, si è discusso, certo che si è discusso. Lei forse ha abbandonato l'Union quando non si discuteva, ma adesso si discute. Poi cosa succede nelle varie famiglie... Sembra che qui la questione più importante sia sapere se c'è stata discussione; la discussione c'è stata, ma si è deciso di andare avanti. Poi saranno i valdostani a decidere se le risposte saranno positive o negative.

Ricordo che nello scorso Consiglio ho detto: "Se domani torniamo ad elezioni riguarda tutti e 35", in effetti è il discorso di tutti e trentacinque. Ho detto: "Benissimo, andiamo alle elezioni, se ognuno di noi non ha raggiunto il proprio obiettivo ci togliamo tutti dalla politica e altri, magari più bravi, si faranno avanti per dare delle risposte. Mi sembra che sia caduto nel vuoto questo!

Torno al discorso del cronoprogramma e del documento. Quando si va a fare un programma allegando un ulteriore programma a quello del Presidente Fosson, in cui chiaramente si vanno ad indicare delle date con delle tempistiche, io dico che per l'opposizione dovrebbe essere buono, perché se non si raggiungono si potrà dire che... Se lo abbiamo voluto scrivere - e qualcuno l'ha evidenziato - è perché in questi dodici mesi cercheremo di dare delle risposte. Lo ripeto: qui saranno i valdostani a dire se abbiamo dato risposte positive o se non ne abbiamo date.

Mi ha tolto un po' la parola chi mi ha preceduto della maggioranza, perché volevo fare anch'io un passaggio... E poi parlano di "stampella" o "non stampella". La stampella c'era nella scorsa maggioranza - lo hanno scritto i giornalisti -, c'era in questa e c'è in quella, ma c'era anche nella scorsa legislatura, perché Elso era in maggioranza ma non nelle Commissioni, non partecipava alla maggioranza. Scusatemi, allora andava bene e oggi non va più bene? Facciamolo dire a chi non lo ha mai fatto questo!

Permettetemi ancora di dire due cose. L'accordo di Palazzo - è questo il leitmotiv - è un accordo su un programma... È paragonato all'accordo a livello nazionale, e sto pensando a quanto Salvini vorrebbe per esempio - e me lo auspico per lui - portare a casa il discorso dell'autonomia (sto pensando al Veneto, alla Lombardia), eppure ad oggi non è ancora riuscito a portarlo.

Concludo con una battuta. Se un ideologo come Henriet abbandona la Jeune VdA perché non è più autonomista, io mi chiederei non perché noi andiamo avanti per questo, io chiedo a quelli della Jeune Vallée d'Aoste e ai gipeti cosa ci fanno da quella parte!

Dalle ore 19:17 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Manfrin, per cosa? Prego.

Manfrin (LEGA VDA) - Viste le ultime affermazioni, intervengo solo mezzo secondo, vorrei prendere la parola per mozione d'ordine.

Presidente - Ha ancora sette minuti a disposizione come movimento.

Manfrin (LEGA VDA) - Volevo solo ringraziare il collega Bianchi per quest'ultima chiusa, perché ho fatto una riflessione. Avete fatto un comunicato stampa a seguito di un post su Facebook del signor Henriet, esultando perché aveva lasciato la LEGA e tutto il resto. Se avessimo dovuto fare noi un comunicato stampa ogni volta che un autonomista ha lasciato la vostra componente... Se qualcuno avesse voluto stamparsi tutti i comunicati stampa per ogni singola partenza, avremmo raggiunto la distanza fra la Terra e la Luna e probabilmente Greta non sarebbe molto contenta e neanche vostri colleghi di governo. Abbiamo evitato ed eviterei queste scene pietose che fanno anche ribrezzo.

Detto questo, verrei alla mozione d'ordine per chiederle, collega Presidente, visto che ne abbiamo già discusso in sede di Conferenza dei Capigruppo, di dirimere una questione importante, ovvero la composizione delle Commissioni. Le spiego perché: perché ad oggi noi abbiamo un documento - che abbiamo esaminato poco fa - che ci dice che tecnicamente la componente di Rete Civica sostiene la maggioranza nelle Commissioni, ma politicamente in Consiglio non fa parte della maggioranza. A questo punto, Presidente, le chiedo allora di fare chiarezza. Il punto è questo: se c'è una maggioranza e la stessa maggioranza di Consiglio si riflette sulle Commissioni, è un conto ed è legittimo che questa maggioranza in Commissione abbia una rappresentanza ovviamente di maggioranza, ma se la dichiarazione è: "No, qui in Consiglio non sono maggioranza, sono opposizione, e faccio quello che mi pare e piace, però quando andiamo in Commissione noi siamo in maggioranza", allora a questo punto facciamo una bella cosa e diciamo che siamo in maggioranza anche noi, vi chiediamo i posti di Commissari di maggioranza e abbiamo la maggioranza per tutti. Le chiedo cortesemente di dirimere questa questione, di sistemare definitivamente. Da questo Consiglio deve uscire un ordine di lavoro delle Commissioni in maniera che d'ora in poi la strada sia delineata. Se c'è una maggioranza che si dica, non che si dica che non c'è una maggioranza o che si finga non maggioranza ma forse in Commissione sì, forse no, oppure... Che si prenda atto se c'è una maggioranza e, se non c'è, evidentemente andranno rifatte le Commissioni nel senso di dare a questo punto la maggioranza ai Consiglieri di opposizione. A questo punto la cosiddetta "maggioranza" o "pseudo maggioranza" che sia, chiaramente dovrà riflettere su questo.

Presidente - Consigliere Manfrin, prima di dare la parola al collega Luboz, intanto credo che lei abbia fatto un'osservazione assolutamente pertinente, perché giustamente avevamo già affrontato la questione in seno alla Conferenza dei Capigruppo. Do lettura della lettera che mi è pervenuta a firma dei colleghi Bertin e Minelli e non l'ho fatto prima perché immagino che poi interverranno nel merito anche su questo aspetto. "I sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo consiliare Rete Civica-Alliance Citoyenne, Alberto Bertin e Chiara Minelli, per permettere l'operatività e il buon funzionamento del Consiglio regionale in ragione dell'articolo 20 del Regolamento interno del Consiglio regionale precisano che, ai fini dei calcoli regolamentari, sono da considerarsi parte della maggioranza". Questo risolve e chiarisce la richiesta fatta dal collega Manfrin.

Collega Luboz, ricordo che il gruppo della LEGA ha ancora sette minuti. Prego, collega.

Luboz (LEGA VDA) - Credo che possa anche essere utilizzato come fatto personale, perché quando qualcuno chiama in causa tutti e 35 per incapacità dicendo che tutti e 35 dovrebbero dimettersi, compreso il sottoscritto - lo dice il collega Bianchi -, ovviamente mi sento tirato in causa. Penso che questo porti tanti strascichi ancora ben viventi.

Volevo solo precisare che il sottoscritto e tanti altri non hanno nulla da condividere con chi beveva benzina, con chi nascose i 25.000 euro in un cassetto della scrivania e con chi è stato arrestato dalla 'ndrangheta. Pertanto non ci sto ad essere trattato come tutti e 35.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Collega Pulz... "Mersì. Colléga Pulz, que siye lo dérì cou que te baille de "spirito neofascista"... soplé, que mé de eunna caranban-a asetto pa!" [traduction du patois: "Merci. Collègue Pulz, que ce soit la dernière fois que tu donnes de "l'esprit néo-fasciste"... s'il te plaît, que moi par une "caranban-a" cette accusation je ne l'accepte pas!"]

Presidente - La invito ad usare delle terminologie consone a quest'Aula, collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - "Fascista... Fascista vou ite vo, ma pa mè". [traduction du patois: "Fasciste... Fasciste c'est vous, mais pas moi."]

Presidente - Lei porti rispetto alle sue colleghe.

Lucianaz (LEGA VDA) - No, porti rispetto lei per l'Aula. Io non sono fascista e non voglio prendermi del fascista, sia chiaro!

Presidente - Si vergogni dei termini che utilizza. Le tolgo la parola.

Lucianaz (LEGA VDA) - Fascista sarai tu, collega, io non mi prendo del fascista in Aula, okay?

Presidente - Toglietegli la parola, per cortesia. Nessuno è fascista e non si permetta di dare...

Lucianaz (LEGA VDA) - Sono sei mesi che ci becchiamo del neofascista.

Presidente - ... di utilizzare quella terminologia con le sue colleghe.

Lucianaz (LEGA VDA) - Allora lei controlli l'Aula per favore, io del neofascista...

Presidente - Lei controlli le sue azioni.

Lucianaz (LEGA VDA) - ... non voglio più sentirmelo dire, okay?

Presidente - Lei controlli le sue parole. Toglietegli la parola... colleghi, un po' di silenzio.

Lucianaz (LEGA VDA) - "Adón" [traduction du patois: "Donc"], che sia chiaro... "Lo dzor que sé caqueun fé lo fachiste mé me gavo. Mi soplé de tè... N'i pa fé ren é deu ren pe itre consideroù fachiste. Que sie cller. Lo "spirito fascista" te lo di a qui t'ou... Va bièn? Tornèn a Henriet. Collega Bianchi... l'è sparì... Y è pa! Pachense. Canmimo Henriet la pa renouvelloù la tessera... Ah, bravo, veun dedeun! L'a pa renouvelloù la tessera de la LEGA Vallée d'Aoste, l'a ren a que fée avouì le Jeune Vallée d'Aoste. Eun tou ca, lo collega, na... José Henriet no demande de itre pi eundipandantiste é mé me eungrave que maque la Jeune Vallée d'Aoste tézentèn prèdze de eundepandanse que l'Union e l'UVP, bièn cheur, l'an perdì senque l'ye la leur bataille istituchonella. Ma no predzèn de istituchón pe la refourma de la loué élétorella. Comén Marquis? Ah, adón, "cinema" senque?... Fé-te feun" [traduction du patois: "Le jour venu, où quelqu'un fera le fasciste, moi je m'en vais. Mais, s'il te plaît, de ta part... Je n'ai rien fait et rien dit pour être considéré un fasciste. Qu'il soit clair. L'"esprit fasciste" tu le dis à n'importe qui... Ç'est bon? Revenons à Henriet. Collègue Bianchi... Il a disparu... Il n'est pas là, patience! Quand même Henriet n'a pas renouvelé son adhésion... Ah, bravo, entre! Il n'a pas renouvelé l'adhésion à la LEGA Vallée d'Aoste, ça n'a rien à voir avec la Jeune Vallée d'Aoste... En tout cas, le collègue, non... Joseph Henriet nous demande d'être plus indépendantistes et je suis désolé que seulement la Jeune Vallée d'Aoste de temps en temps parle d'indépendance alors que l'Union et L'UVP, bien sûr, ont totalement perdu ce que c'était leur bataille institutionnelle, mais nous parlons de l'institution pour la réforme de la loi électorale. Comment Marquis? Ah, Alors "cinema" quoi?... Sois malin?"]

Presidente - Lasciate terminare il collega. Ricordo però che il rispetto passerebbe anche... le abbiamo detto che dobbiamo modificare il Regolamento per parlare in francoprovenzale, oggi i nostri uffici non sono attrezzati per fare le traduzioni in francoprovenzale.

Lucianaz (LEGA VDA) - "Mé, l'è eungn an de ten que atègno que la lenva di Valdotèn sie lenva ofisiella é que la voutra forse poleutecca l'a jamì fé ren pe fée vin-e oufisiella la lenva di Valdotèn. Eh, collega Nogara... é tcheut le collega... vo! Na me eungrave la norma d'attuachón l'è féta! Na, me eungrave pe vo! Adón dedeun lo voutro programma adjontade eun poueun" [traduction du patois: "Moi ça fait une année que j'attends que la langue des Valdôtains devienne langue officielle et que votre mouvement n'a jamais fait rien pour que devienne officielle la langue des Valdôtains. Eh, collègue Nogara... et tous les collègues... Vous! Non, désolé! La disposition d'application est faite. Est faite! Non, désolé pour vous. Dans votre programme alors ajoutez un point, le point de la langue valdôtaine."]

Presidente - Credo che oggi il collega Lucianaz stia andando proprio fuori dalle righe. Collega Lucianaz, ritorni sulla strada tracciata e si limiti al tema, perché non sta facendo una gran bella figura, né lei, né questo Consiglio regionale. Esprimo alla collega Pulz tutta la mia solidarietà.

Prego, collega Aggravi, a lei la parola. Chiedo un po' di serietà in quest'Aula.

Aggravi (LEGA VDA) - Al di là del tempo, Presidente e colleghi, volevo soltanto cercare di riportare un attimo alla moderazione. Io temo che le parole siano importanti e spesso anche al sottoscritto sentirsi dare continuamente del fascista non è bellissimo. Temo anche che la semplicità e un po' il metodo arcaico della nostra lingua, diciamo il vocabolario povero del patois, abbia portato il collega Lucianaz ad utilizzare termini non prettamente corretti. Come ho detto prima, il gipeto la voleva accogliere. Io le chiedo scusa da parte mia e di tutti se alcune parole - che verranno poi tradotte, e spero nel modo più opportuno - possano averle recato offesa. Però davvero, mi creda, mi permetta... scusate colleghi...

Presidente - Lasciate però parlare il collega Aggravi, si fa fatica a seguire il discorso! Prego.

Aggravi (LEGA VDA) - Quello che voglio però dirle, proprio per spezzare un vocabolario in senso di pace, anche quando attacca e dà un po' a tutti dei fascisti, si ricordi che qualcuno fascista non lo è, in maniera tale che magari evitiamo nuovamente di fare delle polemiche. Come lei giustamente spesso ricorda, dobbiamo tornare a lavorare per il bene di tutta la comunità. Questo ci tenevo a dire.

Solo una battuta al collega Bianchi, me lo si permetta, perché il gipeto ha avuto grande successo, anche in maniera un po' rocambolesca. Vedo che questo gipeto piace a tutti. A me stupisce solo un fatto: quando c'è qualcuno che da parte nostra se ne va via, fa notizia, ma quando succedono altre situazioni molto più gravi da altre parti la notizia è minore. Sono comunque contento e continuate pure a parlare del gipeto.

Presidente - Collega Nasso, prego. Un po' di serietà in quest'Aula.

Nasso (M5S) - Non volevo intervenire - come dice sempre qualcuno - ma lo faccio.

Per quanto riguarda la valutazione politica, non ho nulla da aggiungere a quello che ormai qualche ora fa - perché ormai da un'ora c'è un disco rotto che va avanti - hanno riportato i miei colleghi. Volevo però proporvi quasi un aneddoto. Immaginate a quest'ora - sono le sette e mezza - un qualsiasi valdostano che accende la TV, sente o riguarda com'è andato questo pomeriggio e sente due colleghi che prendono in giro gli insegnanti di sostegno. È stato detto due volte e non faccio nomi perché è giusto che gli altri colleghi rispondano. Veramente, le battute vanno bene, ne faccio anch'io tante, anch'io mi sbaglio e sono autoironica, però prendere in giro le insegnanti di sostengo è brutto, brutto, brutto.

Sento poi un collega che dice: "Complimenti ai colleghi di Rete Civica, ce l'avete fatta senza ricatti". Ma perché? Come funzionava? Prima si ricattava qui dentro? Io sono qua da un anno, ma continuo sempre a scoprire delle cose nuove, quasi a dire: "Caspita, voi non avete ricattato, io ho ricattato", perché io ho dato questa lettura. Sento ancora un collega che mi sta particolarmente simpatico che dice: "Ricordatevi che qui non siamo tutti fascisti"... ma allora qualcuno sì! È per dare un po' uno scenario di chi ci guarda da fuori e faccia un po' il sunto di questa giornata importantissima, perché si sono delineati degli scenari fondamentali. Non so come andrà, non so come finirà, ai posteri l'ardua sentenza. Concedetemi però una battuta. Se uscendo da qui qualcuno se ne sta in un angolo con dei pomodori marci e ce li tira, forse ha anche un po' ragione.

Presidente - La parola al collega Barocco.

Barocco (UV) - Seulement pour affirmer notre solidarité vis-à-vis de la Conseillère Pulz, qui a été concernée par des considérations et par l'usage de notre patois qui sont regrettables. Je comprends l'attitude du Conseiller Aggravi qui tâche, avec pas mal de difficultés, de défendre son copain, mais dire que notre patois est pauvre je crois que c'est une faute. La Région autonome Vallée d'Aoste, dans le temps, a beaucoup fait pour notre patois. Il y a des personnes savantes qui travaillent auprès du Bureau régional ethnolinguistique, auprès de l'Assessorat. Je crois que c'est là qu'on doit se rendre, monsieur Aggravi, pour comprendre si notre patois est pauvre ou s'il est - comme le dit monsieur Lucianaz - une langue.

Dans notre comportement, je crois que, chacun de nous, nous devons aussi être des exemples, donc tâchons d'être un exemple dans tous les domaines. Je comprends que le chaud, que la canicule de ces jours peut avoir causé quelques problèmes, mais revenons peut-être au froid et à la rigueur rationnelle de notre préparation, parce que même si quelquefois quelque chose nous échappe, au moins qu'il y ait la dignité de s'excuser.

Presidente - Collega Lucianaz, per cosa chiede la parola? I minuti a disposizione del suo gruppo sono terminati e mi auguro che non sia una questione personale, perché direi che abbiamo già dato abbastanza spettacolo in questa seduta.

Prego, collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Tout simplement pour faire une spécification, mon cher ami Jean. Je n'ai pas dit que la politique est pour développer le patois ou tout de même qu'il n'est pas bien. Tout simplement j'ai dit - et je le confirme - que malheureusement notre patois, face à toute une série de termes, n'est pas complet. Il n'a pas eu une évolution pour le simple fait que d'autres langues, telles que l'italien et le français, ont eu et ont une évolution. Quelquefois notre patois est très direct par rapport à d'autres langues; c'est tout cela, rien de plus.

Presidente - Concludiamo questa brutta parentesi. Permettetemi di ricordare che non è povero il patois, il patois è una lingua ricca. È povero chi utilizza certi termini, che peraltro - vi ricordo - sono termini italiani.

La parola all'Assessore Certan.

Certan (AV) - Je ne voudrais pas rentrer dans une querelle linguistique en ce moment, mais je pense que la pauvreté est dans le langage de quelqu'un d'entre nous, pas dans le patois. Donc toute mon estime et sûrement toute notre solidarité à la collègue Pulz. Je crois que, si on est pauvre dans son langage, on pourrait même pas intervenir.

Partirei dal fatto che credo che in questi mesi abbiamo lavorato in modo serio come maggioranza; certo, con una maggioranza molto risicata, ma abbiamo lavorato in modo serio, con molta umiltà, ogni tanto subendo anche qualche derisione e delle umiliazioni. C'erano colleghi o forze politiche che aspettavano di vedere sentenze varie. Insomma, sono i fatti che poi dimostrano sempre e dicono l'ultima parola. Penso che in fin dei conti chi lavora seriamente in qualche modo porta poi a casa i risultati.

Credo che in questi mesi e in questo momento i valdostani chiedano - chiaramente lo dico con tutta l'umiltà che posso avere nel dire di non rappresentare naturalmente tutti i valdostani, ma sicuramente una parte di valdostani che incontro, e probabilmente alcuni non hanno magari neanche votato me o la mia forza politica - è di vedere soprattutto i fatti, di vedere lavorare in modo serio chi è stato delegato un anno fa con le elezioni regionali a lavorare per la Regione. Poi ci sono state le elezioni europee, che hanno le proprie dinamiche e hanno avuto i propri risultati. Mi permetto di sottolineare che non è che perché qualcuno magari ha avuto un buon successo o ha incrementato alcuni voti che rappresenti necessariamente la maggioranza dei valdostani. Qua non c'è la maggioranza, non vediamo un gruppo che da solo abbia 18 Consiglieri.

Collega Sammaritani, mi ha un po' stupito, perché io l'ho sempre molto apprezzata e stimata nelle sue considerazioni. Lei dice: "La maggioranza dei valdostani ha detto e dirà certe cose, perché ce lo dice che è stufa di certe logiche". Mi permetto di dire che il suo gruppo rappresenta in Consiglio regionale 7 eletti. Poi, per carità, chi lo sa, chi vivrà vedrà, però per ora è così. Sicuramente poi possono esserci altre evoluzioni. Giusto perché qualche volta on dit qu'il faut reporter les pendules à l'heure, perché sennò sembra quasi che in questa Regione la LEGA sia maggioranza. La LEGA rappresenta 7 su 35.

Alcune altre considerazioni. Ringrazio i colleghi Minelli e Bertin per la serietà con la quale hanno anche affrontato questa situazione. Credo che non occorra ricordarlo, perché li conosco da lunga data e so la serietà con la quale hanno sempre lavorato; a volte non ci siamo trovati in sintonia o con le stesse visioni, ma credo che questo faccia parte del giusto dibattito. Ritengo che quando si lavora seriamente si riesce sempre a portare avanti le proprie idee. È quello che dovrebbe avvenire qua dentro, non continuare a rimbalzarsi accuse varie. Forse bisognerebbe iniziare a porre i temi al centro e lavorare su quei temi sui quali magari non c'è uno stesso cammino. Per arrivare in punta ad una montagna spesso ci sono diversi sentieri. Questo non vuol dire che un sentiero è migliore dell'altro, ci sono diversi sentieri da affrontare. Credo sia questa la serietà con la quale si è affrontato questo periodo durissimo, che penso anche difficile, però per una volta che davvero si sono messi temi - perlomeno alcuni - al centro, ecco che sembra quasi che si sia fatto non so quale peccato.

Se si parla di cariche, di incarichi, di nomine... guardi, collega Restano, io sul modo inusuale con cui lei è stato in maggioranza con noi non vorrei ritornare, però mi permetto di dire: non entriamo a parlare di nomine, perché ci sarebbe tanto da dire anche su come sono state fatte certune. Gliel'ho già detto la scorsa volta e non ci ritorno, però se non parliamo di nomine, di incarichi, di posizioni e si parla invece di "temi", non va bene! Non so, credo che in fin dei conti sarà poi veramente il lavoro che viene svolto quello importante.

Mi permetto anche di dire che c'è proverbio toscano che dice: "Chi non risica, non rosica", quindi chi in qualche modo non rischia non ottiene nulla. Sicuramente le forze autonomiste, con questo passaggio - che penso sia storico - hanno avuto coraggio e sicuramente stanno rischiando.

Collega Luboz, mi permetto di fare un passaggio su un suo intervento. Tante persone che lei ha citato oggi in questo Consiglio regionale non ci sono più. Credo anche che si debba riconoscere che - ripeto: con fatica, con umiltà e a volte anche con difficoltà - i movimenti politici hanno cercato di avanzare e di fare passaggi ulteriori. Io penso che il dibattito debba ritornare sui temi, un dibattito politico, e forse questo pomeriggio, per l'ennesima volta, poteva essere utilizzato anche in un modo migliore. Credo però che sicuramente ci sarà il tempo e l'apertura per lavorare davvero per il bene della Valle d'Aosta - e non lo dico in modo retorico, come spesso viene fatto - e, per chi ne ha voglia, anche l'occasione per lavorare su tutti i temi, insieme.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz, per cosa? Per fatto personale? Mi espliciti il fatto personale, perché nessuno credo che l'abbia offesa. Collega Lucianaz, nessuno l'ha citata. Scusi, collega Lucianaz, ha offeso in maniera irripetibile una collega e ci manca ancora che adesso il fatto personale riguardi la sua persona! Abbia pazienza, ma non credo di aver sentito alcuna offesa nei suoi confronti, anzi. Grazie, collega Lucianaz. Non può, ha finito il tempo a disposizione del suo gruppo. Le ripeto: mi pare che il collega Aggravi abbia riassunto la questione maniera perfetta. Si limiti a quanto detto dal collega, collega Lucianaz, perché sta veramente dando un pessimo spettacolo.

La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Abbiamo 10 minuti in due, cercherò di fare veloce.

È assodato, secondo me - e non credo solo secondo me - che in Valle d'Aosta viviamo una situazione di crisi, che non è soltanto una crisi politica, ma è una crisi di sistema, di modalità di funzionamento delle nostre strutture, di regole che non aiutano ad assumere comportamenti virtuosi. È già stato detto ma lo ripeto, perché è qualche cosa che abbiamo pure scritto, è stata letta anche una parte del nostro programma dello scorso anno. Dal 2013 al 2018 si sono succeduti tre Presidenti e sei maggioranze e, dopo il pur forte scossone delle elezioni del maggio 2018 che ha fatto emergere nuove forze e ha penalizzato le vecchie, ci ritroviamo, in meno di un anno, ad avere già bruciato due maggioranze.

A noi pare irresponsabile non prendere atto di questa situazione e non volerla affrontare, individuando le cause profonde della malattia e cercando una cura adeguata. Ignorare questo problema, attribuire un ruolo salvifico al ritorno anticipatissimo alle urne è sicuramente qualche cosa che interessa qualcuno, risponde a calcoli di vantaggio, dei seggi in più da ottenere - che si otterrebbero -, ma è una rinuncia ad affrontare questo problema. Tutti parlano della necessità di maggiore stabilità, di cambiamenti che permettano la governabilità, ma poi in realtà non si affronta il problema con la determinazione necessaria. Questi sono i motivi per cui noi abbiamo fatto una proposta alle forze della maggioranza uscente ed è stata rivolta anche ai gruppi di minoranza interessati ad un dialogo costruttivo per ragionare insieme, per realizzare una collaborazione che in pochi mesi consenta alla Valle d'Aosta di fare un forte passo avanti rispetto ad una situazione insostenibile e negativa.

Ho citato dei dati sull'instabilità regionale degli ultimi 7-8 anni, dati su cui riflettere... Scusate, io ho ascoltato tutti, tutto il pomeriggio, e vorrei essere ascoltata... Così come, secondo me, richiederebbe una riflessione il perché la Valle d'Aosta è l'unica - anche questo è già stato detto - fra le Regioni italiane che non ha la possibilità di avere un sistema che garantisca ai suoi elettori di scegliere la maggioranza di legislatura attraverso o l'elezione diretta del Presidente o della Giunta. Siamo un caso unico e non siamo un caso virtuoso.

Secondo punto su cui vorrei soffermarmi (lo abbiamo già detto, ma lo ripetiamo): noi non vogliamo entrare organicamente in nessuna maggioranza. Non abbiamo chiesto e non chiederemo - rassicuro tutti - nessun posto in Giunta, nessuna Presidenza di Commissione, nessuna Vicepresidenza o posti di Segretario, nulla di nulla, nemmeno abbiamo intenzione di piazzare qualche fantomatico amico nelle partecipate, quindi rassicuro tutti. È stato detto che l'appetito vien mangiando. Io sono una buona forchetta e si vede, ma il mio appetito si riserva alla buona tavola, non ai tavoli. Questa è un'altra questione. Siamo ben coscienti che quello che abbiamo proposto è qualche cosa che possiamo definire "strano, inusuale". È una proposta che abbiamo fatto in una situazione che abbiamo definito e continuo a definire "emergenziale"; è difficile da capire, perché si concepisce la politica come una lotta per spartirsi i posti di potere. A noi però questi posti di potere non interessano, bensì ci interessano le cose da fare, le opere da realizzare, i provvedimenti da assumere.

Cosa è successo? Siamo stati interpellati dal Presidente Fosson, abbiamo dato la disponibilità ad una collaborazione mirata da realizzarsi in un tempo definito, ad un impegno per far funzionare il Consiglio - che è paralizzato - e l'intera macchina della Regione, con l'unico scopo di realizzare dei cambiamenti strutturali importanti e urgenti, provvedimenti che sono qualificanti per l'intera comunità. Non è certo un programma di legislatura quello che abbiamo proposto perché, se così fosse stato, i punti sarebbero stati veramente molti di più. Quello che abbiamo proposto a noi sembra un progetto serio, una cosa importante, sicuramente una sfida impegnativa, non c'è dubbio, ma che può avere successo. È una collaborazione che in un anno può portare ad una serie di importanti azioni con un preciso cronoprogramma. Io ritengo che su questo cronoprogramma ci dovrebbe essere l'impegno dell'intero Consiglio regionale. A me sarebbero piaciute sentire delle osservazioni, dei suggerimenti, anche delle critiche su questi punti, invece... Rubo qualche minuto al collega Bertin... Invece di questo, che è il cuore della collaborazione che stiamo avviando, ho sentito sinora poche considerazioni. Ne dico tre. È stato detto che è un accordo per posti di potere (ma questo è un po' difficile da sostenere, visto che non cambia nulla nei vari organismi del Consiglio). È stato detto che l'elenco dei provvedimenti è un'esibizione di facciata, "tanto non riuscirete a fare nulla" (tutti questi punti sono stati meditati, condivisi con i 17 rappresentanti dei movimenti autonomisti, con gli Assessori e, in parte, sono frutto di un lavoro che è già anche avviato). Terza cosa: il cronoprogramma è troppo denso, serrato, impossibile da realizzare (è un cronoprogramma realistico, invece, verificato appunto con i responsabili dei Dicasteri). Ovviamente noi, sui quei punti, per poterli realizzare, chiediamo la collaborazione di tutti, lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo. Noi speriamo che anche altri intervengano nella realizzazione di questi punti. Mi sembra che oggi alcuni segnali siano venuti in questo senso. Nessuno, a mio avviso, potrà sottrarsi alla richiesta di collaborazione. Realizzare la riforma istituzionale sarebbe un vantaggio per tutta la comunità e per la politica valdostana, così come il secondo punto, la norma di attuazione, sarebbe qualche cosa di effettivamente molto importante. Questo solo per citare i primi due punti.

Un'altra osservazione. È stato evidenziato da più parti uno scollamento fra i gruppi consiliari e i partiti. È un problema vero e io lo condivido. Per quanto ci riguarda, noi abbiamo valutato le scelte e le proposte non solo come gruppo consiliare, ma con tutta Rete Civica, sia la proposta iniziale, sia quella che è stata poi sottoscritta. Credo che questa proposta fosse pubblica, era sui giornali, quindi anche gli altri movimenti hanno potuto vederla. C'è stato forse un ritardo da parte dei responsabili dei partiti nell'affrontare questo problema? Non lo so. Comunque lo scollamento fra i partiti consiliari è un problema vero, perché la politica è troppo centrata sul Palazzo. La riforma che noi proponiamo ridarebbe però centralità ai partiti e ai movimenti. Non sarebbero più i giochi postelettorali a decidere le alleanze, i numeri degli Assessorati, i programmi e i posti apicali. Con quella riforma cambierebbe il modo di fare politica.

Concludo brevemente con una riflessione personale. Da parte mia c'è l'assoluta consapevolezza che il percorso che intraprendiamo è impegnativo, non privo di difficoltà, dovuta anche al fatto - come ha sottolineato qualcuno - che noi e il gruppo degli altri 17 Consiglieri siamo diversi. È vero. Ci sono visioni diverse sui singoli temi, c'è un'impostazione politica generale differente. Questo percorso, però - come è stato più volte evidenziato -, non è quello di una maggioranza organica che si propone di governare un'intera legislatura e di condividere un programma di governo, ma è una forma di collaborazione mirata i cui impegni si esauriranno, così com'è scritto nel documento, entro luglio 2020. Questo è l'impegno che noi oggi assumiamo.

Presidente - Non ci sono altre richieste? La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Soltanto per alcune considerazioni, anche perché il tempo a disposizione che mi è rimasto è francamente poco.

Ovviamente tutto nasce da una situazione di emergenza, che è sotto gli occhi di tutti: sono nove i governi e le maggioranze che si sono succeduti negli ultimi sei anni. È un fatto estremamente grave che ha delle conseguenze sull'attività amministrativa e sulle risposte, sulle "non risposte" che si danno ai cittadini. Questa è la premessa: ci troviamo in una situazione di emergenza.

In questa situazione si sono cercate delle soluzioni innovative e nuove. Vorrei rispondere, anche in ragione del poco tempo a disposizione, ad alcune affermazioni fatte che mi coinvolgono direttamente. Gli impegni presi, in particolare quello che riguarda la cosiddetta "riforma istituzionale" e lo stop alla quotazione in Borsa di CVA finché non ci sarà una norma di attuazione, sono due provvedimenti estremamente importanti, nei quali mi riconosco pienamente, che vanno nella direzione di quanto fatto in questi anni anche con il collega Gerandin, il quale dice di non riconoscermi più. Neanche io, Elso, non ti riconosco più, e da tempo; da quando, pur di non tornare ad elezioni, pur essendo parte di un partito che si autodefinisce autonomista e progressista, hai fatto una coalizione con un governo e un partito chiaramente di destra, orgogliosamente di destra, che è la LEGA salviniana e neanche più autonomista. Purtroppo ognuno poi fa le sue scelte.

Per quanto mi riguarda, come obiettivo - e qui rispondo anche alla collega Pulz -, 10 anni fa, insieme ad altri, avevamo promosso un referendum che riguardava la preferenza unica e l'elezione diretta del governo regionale. Stessi punti erano poi stati assorbiti nel programma dell'allora coalizione del quale facevano parte anche amici della collega Pulz, che aveva da realizzare due cose come obiettivo di quel programma: il voto segreto e l'elezione diretta del governo regionale. Il voto segreto con molta difficoltà, anche con un mio impegno diretto (credo che nessuno possa negarlo, neanche il collega Gerandin): siamo riusciti prima a realizzare il voto centralizzato e ora la preferenza unica, situazione che è un atto pratico anche per contrastare le infiltrazioni mafiose, e questo va sottolineato. Il secondo punto è quello dell'elezione diretta del governo che, come dico, era un progetto di tanto tempo fa. Da questo punto di vista credo che sia perfettamente in coerenza con quanto pensato e fatto in questi anni.

Presidente - Non ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy.

Bertschy (AV) - Sarò rapidissimo. Per fortuna avete sbagliato tempi e strategia. Ad una posizione che nasce e che si pone l'obiettivo di dare un minimo di continuità a quello che la gente chiede... La gente a voi dirà che vuole andare a votare, ma per fortuna anche noi incontriamo i cittadini e le persone ci dicono esattamente il contrario. Sono posizioni che hanno anche necessità che la politica dia delle risposte. A quelle persone noi diamo questo tipo di messaggio e voi date il vostro, ma avete sbagliato, perché, invece che lasciare una situazione di debolezza, andate all'attacco e la miglior cosa per rinforzare la maggioranza è attaccarla in maniera così massiccia, soprattutto con così pochi temi. Nessuno nasconde le difficoltà, ma più trasparenti di così...

Noi i tutor li abbiamo subito messi in evidenza, voi li avete tenuti nascosti anche fuori dalla Regione. Ognuno ha avuto i suoi tutor in Valle d'Aosta e fuori dalla Valle d'Aosta. Per fortuna queste cose sono la politica. Si è usata un'espressione che non esiste, nel senso che tutte le forze politiche hanno sempre avuto la possibilità di ragionare insieme ai governi, alle maggioranze, agli eletti - siano essi dei Comuni o della Regione - e, per quello che riguarda noi... Fra l'altro, con tanti di questi eletti, abbiamo fatto dei percorsi nel passato: il Comitato VdA Riparte, che ha portato la legge sulla ferrovia qui in Aula, è un comitato attraverso il quale l'UVP - e l'UVP c'è ancora, non so poi se fra qualche anno altri movimenti ci saranno - ha raccolto firme per la strada, ai banchetti al mercato, e ha lavorato insieme ad altri per portare qui una strategia, una strategia che oggi ci impegna. È un cronoprogramma quello che realizzeremo; non so se staremo un anno, ma quel cronoprogramma lo realizzeremo perché è iniziato il 10 dicembre in maniera seria e serrata e sta andando avanti.

Io credo che quello che si può fare in questo momento è tentare di lavorare, di amministrare per dare delle risposte, in attesa di capire se le forze politiche saranno in grado di costruire un messaggio per il voto attraverso anche le riforme previste da questo programma. Le forze politiche avranno per esempio tutto il tempo di esprimere il loro pensiero sulla legge elettorale, le loro valutazioni, ma non solo, e ci sarà spazio anche nei prossimi mesi per capire quanto queste possibilità potranno essere concluse. Più seri di così... c'è un cronoprogramma, ci sono delle date e, se le date non verranno rispettate, ci obbligheranno per forza di cose a fermarsi. Addirittura si è dato un tempo a questo progetto, che potrebbe anche essere anticipato, quindi non c'è da preoccuparsi. Le elezioni andranno organizzate. C'è necessità di dare ai cittadini la possibilità di esprimersi, però non per costruire il proprio consenso del momento - abbiamo visto che non serve: è successo a livello nazionale, è successo qui per costruire un progetto un po' definitivo sia dell'uno, sia dell'altro -, ma che sia una cosa seria, che permetta un po' a tutti di ritornare a stare nelle istituzioni per governare, non per farsi del male reciprocamente e anche personalmente.

Il livello di alcuni interventi io lo trovo ancora sgradevole, perché non si può incolpare una forza politica per tutta la vita di essere stata oggetto di situazioni delle quali non andare sicuramente fieri. Io credo che nella vita di un movimento, di un partito politico, ognuno deve guardarsi le sue, le deve condannare quando succedono, deve allontanarle, deve cercare di fare di tutto affinché non avvengano, però non possiamo continuare ad incolpare chi rappresenta quelle forze politiche - siano esse nazionali o regionali - di colpe che evidentemente non hanno. Se vogliamo andare avanti, forse è meglio parlare di temi. Qui ci siamo fermati al dire e al fare, vedremo se saremo capaci di dire e di fare quello che abbiamo detto. Nei prossimi mesi, a breve giro di controllo su tutti gli atti, faremo questo.

Alcuni giorni fa ho predisposto la relazione dei primi sei mesi e la metterò a disposizione di tutti i Consiglieri. La faremo noi, tutti gli Assessori, la farà il Presidente, in modo che si possa capire se questa Giunta sta lavorando, se sta producendo qualche cosa di buono per la comunità e, man mano che lavoreremo, cercheremo di farvi vedere che cosa succede. Io oggi arrivo da Torino, da un incontro con il Prefetto, e vi posso garantire che, riguardo al tema della frana, il precedente governo non ha avuto tempo, non ha avuto voglia, non ha avuto attenzione, ma non l'ha trattato. I primi incontri ufficiali sono stati fatti da marzo in avanti.

Presidente - Altre richieste? Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin. Esauriamo il punto e poi chiudiamo i lavori.

Testolin (UV) - Je me dois de faire quelques réflexions à la fin d'une demi-journée de Conseil dans laquelle, à nouveau, on a entendu pas mal parlé du mouvement que j'ai l'honneur de représenter dans cette Salle avec mes copains du groupe de l'Union Valdôtaine.

Je vais faire deux types de réflexions. Une est absolument liée à l'Union Valdôtaine et à la politique, parce que dans cette Salle on a toujours quelqu'un qui peut dire tout et le contraire de tout sur ce qui s'est passé pendant 70 ans honorables, dans lesquels l'Union Valdôtaine a gouverné avec la capacité de regrouper dans son travail une grande partie de valdôtains qui ont bien voulu nous donner la confiance nécessaire pour donner des réponses. Les réponses on peut effectivement les donner seulement si on a le temps de partager un parcours avec des forces alliées qui puissent donner leur contribution afin d'essayer de trouver le bon chemin.

Comme quelqu'un se refuse d'être appelé d'une certaine façon, eh bien, nous aussi nous en avons marre, nous, que nous n'avons jamais eu de l'essence, nous que nous avons toujours travaillé comme plusieurs - presque tous les unionistes - et quand même tous ces gens qui, jours après jours, ont toujours essayé de donner à leur Commune ou à leur Région des réponses nécessaires pour trouver des solutions. C'est le même parcours qu'on a cherché d'entamer aujourd'hui, un parcours très difficile qui a vu les unionistes comme les autres forces présentes dans la "majorité Fosson" se confronter avec leur mouvement, quelque fois même d'une façon assez importante, avec un temps très limité pour partager ce parcours, avec la nécessité d'essayer de trouver un parcours qui puisse donner quelques réponses à ceux qui les attendent.

La soluzione trovata probabilmente non è la migliore possibile o non è la più facilmente spiegabile al mondo unionista, come per qualsiasi forza ai suoi referenti. Penso però che sia una soluzione - lo ha detto l'Assessore Bertschy - che ci vede fermamente convinti e fermamente a disposizione del programma del governo Fosson, che ci ha visti partire sei mesi fa con delle prerogative, con la volontà di lavorare assieme per condividere le scelte migliori, facendo ognuno un passo a lato per cercare di creare le sinergie indispensabili per portare avanti un programma; un programma che oggi vede l'appoggio da parte di qualcuno che ha voluto aggiungere dei punti al programma del Presidente Fosson, e che, a suo modo di vedere e a nostro modo di vedere, hanno un'importanza rilevante per cercare di dare stabilità a questa Regione, per dare risposte assolutamente indispensabili.

Per portare avanti questi punti, e non solo - l'ho già detto anche nel confronto con Rete Civica -, bisogna pensare di continuare a lavorare a 360 gradi e trasversalmente su tutte le necessità che si sono affrontate in questi mesi, in questi giorni e che si ha ancora voglia di affrontare seriamente. Fino ad oggi si è cercato di lavorare in questo modo, con la serietà di chi non ha niente da nascondere, che ha l'orgoglio di rappresentare chi lo ha votato e cerca di farlo nel migliore dei modi. Magari ogni tanto manca il tempo del confronto, manca il tempo per avere sui giornali i riscontri corretti, però c'è sicuramente la volontà di farlo per cercare di dare le risposte che la gente attende.

Anch'io sottolineo il fatto che non è vero che tutti abbiano questa frenetica voglia di andare alle elezioni, perché l'altra domenica ho trovato anche gente che finalmente diceva: "Si è bypassata la possibilità di andare ad elezioni e si può continuare ad avere ancora dei referenti che possano contribuire a risolvere dei problemi". Se non dovrà essere così, ognuno evidentemente si porterà poi a casa le proprie responsabilità, responsabilità dalle quali peraltro non ci siamo mai nascosti, le abbiamo sempre affrontate in modo costruttivo e positivo. Pensiamo che in futuro questo nuovo percorso possa dare le risposte che saremo in grado di dare, e non saranno assolutamente il frutto del compromesso, ma di un confronto serio e - speriamo - duraturo e positivo per tutti.

Presidente - La parola all'Assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Due considerazioni. Ho ascoltato attentamente gli interventi che sono stati fatti. Non penso che quella di oggi sia stata una discussione inutile. Qualcuno l'ha definita un festival dell'ipocrisia; ebbene, se questa è ipocrisia... io penso che non sia proprio così e i fatti lo dimostrano.

Ho rilevato due posizionamenti legittimi dell'opposizione, che non condivido ma legittimi. Un'opposizione ha proposto di andare subito alle elezioni: ci sta, è la strategia di una parte dell'opposizione, Un'altra parte, invece, forse adesso è più tranquilla perché con questo accordo non si andrà alle elezioni, quindi magari ci sarà forse la serenità, la possibilità, forse anche la voglia di dedicarsi a modificare bene le regole del gioco, ad approvare dei documenti, delle leggi, degli atti che vadano non solo a dare risposte, atti nuovi, innovativi, che soprattutto guardino alle future generazioni. Se posso fare una sintesi, più o meno sono due le opposizioni: chi cerca di alzare i toni sulle elezioni e chi, magari adesso in maniera un po' più tranquilla, si rilassa ed è più tranquillo perché forse altri si sono assunti delle responsabilità.

Adesso vorrei declinare due passaggi sugli altri. Penso che non solo sia il momento della serietà, ma è il momento in cui dovremo affrontare nelle prossime settimane dei documenti importanti: uno è la programmazione del DEFR, dove ci sarà la possibilità di confrontarsi e soprattutto di trovare le migliori soluzioni, e poi altri due, forse più delicati: la variazione di bilancio e la Finanziaria di ottobre e novembre. Nel mentre abbiamo un cronoprogramma che abbiamo fatto alla luce del sole. Qualche collega oggi ci ha dato magari nuovamente le pagelle, ma forse è più tranquillo dopo essere intervenuto e sapendo che non si andrà alle elezioni anticipate.

Per la prima volta forse la comunità valdostana è messa a conoscenza di quali sono le iniziative e le azioni che noi vorremmo mettere in campo. I 10-12 punti che abbiamo declinato sono sicuramente sfidanti, ma possono essere raggiunti. Pochi giorni fa, in Giunta, insieme al Presidente Fosson, in conferenza stampa, abbiamo detto: "La Giunta non può sfornare delle delibere utili se poi in Consiglio non abbiamo la possibilità di poter legiferare e approvare degli atti". Oggi siamo qui con dei colleghi che conosciamo molto bene, perché con Alberto abbiamo fatto dieci anni di battaglie e con Chiara, che abbiamo conosciuto qui in Consiglio. Innanzitutto sono persone serie e, quando ci sono persone serie, io penso che si possa sempre fare in modo di approvare degli atti che vadano nella direzione, se non giusta, comunque ottimale, posizionandosi dalla parte dei cittadini.

Un'ultima considerazione e poi termino. Frequentavo ancora la scuola d'infanzia quando qualcuno, che fa parte di questo Consiglio, era già in Consiglio comunale e ci viene proprio ora a dare delle lezioni, qualcuno che da quarant'anni fa politica. Forse è il momento di marcare la differenza: che siano i fatti, le regole, le leggi e gli atti a parlare, e non le parole. È questo l'auspicio per il prosieguo dei prossimi 12-24-36 mesi. Anche sulla questione dei tutor, se eventualmente ci saranno delle persone che hanno dato la disponibilità a contribuire a confrontarsi, a trovare le migliori soluzioni su temi epocali - uno è quello dei trasporti, l'altro è quello più istituzionale e il terzo, non numericamente, è quello comunque dell'ambiente e del prosieguo -, dobbiamo adattare il nostro modello, soprattutto dobbiamo essere in grado di mettere in campo delle azioni e delle misure. Penso sia lì che possiamo fare assolutamente la differenza.

Presidente - Colleghi, non ci sono altre richieste? Allora possiamo chiudere i lavori e li riprendiamo domani mattina alle 9:00 con il punto 3 all'ordine del giorno. Buona serata a tutti.

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La seduta termina alle ore 20:16.